Consolatio n.17 - Odc.altervista.org
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Per Christum abundant consolatio nostra<br />
CONSOLATIO<br />
BOLLETTINO DI INFORMAZIONE A CURA DELL’OPERA DELLA DIVINA CONSOLAZIONE<br />
Sant’ Antonio Maria Claret.<br />
“15 minuti con<br />
Gesù di Nazareth”<br />
NEWSLETTER N. 17<br />
Ottobre 2011<br />
Benedetto XVI parla degli angeli custodi (p. 2);<br />
Un prete siracusano, ingiustamente, sgrida una<br />
fedele (p.3); Stanno estromettendo Gesù dalle<br />
chiese (pp. 4-5); Enfasi mitologica dei media su<br />
Steve Jobs (pp. 6-7); L'Errore non ha oggettivamente<br />
alcun diritto nè all'esistenza, nè alla<br />
propaganda, nè all'azione (pp. 8-9); Quel semplice<br />
piattino che evita un viaggio sacrilego<br />
(p.10); I neutrini e Einstein: Odifreddi contro<br />
Hack (p.11); USA, l’aborto è la prima causa di<br />
morte (p.12); A proposito del divieto di indossare<br />
il burqa nei luoghi pubblici (p.13); Evoluzione o<br />
complessità (p.14); Cameron pensa al nuovo passaporto<br />
"Maschio, femmina o genere X?" (p.15);<br />
Tre notizie in breve... (p.16); ''Interpretare<br />
Gesù nella passione di Cristo di Mel Gibson ha<br />
distrutto la mia carriera''(p.17); Qualche notizia<br />
dalle terre di missione... (p.18); Notizie in breve<br />
dal mondo (p.19); Catechesi del Card. Angelo<br />
Comastri (pp.20-22); Riflessione dell’Arcivescovo<br />
Giuseppe Betori; (p.23); Catechesi di Padre Giuseppe<br />
Tagliareni: Io sarò il loro Dio ed essi saranno<br />
il mio popolo (pp. 24-25); Dagli scritti di<br />
Maria Valtorta: La missione dell'Angelo Custode<br />
(pp.26-27); Lettere al Padre (p.28); S. Antonio<br />
Maria Claret, Un piccolo gigante della fede cattolica<br />
(p.29); QUINDICI MINUTI CON GESU’ -<br />
di Sant'Antonio Maria Claret (pp. 30-33); ; Alcuni<br />
santi del mese: Faustina Kovalska, Daniele<br />
Comboni, Ignazio di Antiochia, Paolo della Croce<br />
(pp. 34-35); Da Medjugorje e Faq su Fatima<br />
(p.36); Notizie dell’Opera e Regola di vita per<br />
Consolatori (pp.37-40).<br />
Cari amici, in questo mese di Ottobre rinnoviamo la preghiera del Rosario, al quale la Regina della pace annette<br />
una grande importanza. "Cari figli, mi avete aiutato con la vostra preghiera a realizzare i miei progetti.<br />
Continuate a pregare, perché questi progetti si realizzino pienamente. Chiedo alle famiglie della parrocchia di<br />
recitare il Rosario in famiglia". "Cari figli, oggi vi invito a cominciare a pregare il Rosario con fede viva, così<br />
io potrò aiutarvi… Il Rosario sia per voi un impegno da eseguire con gioia, così comprenderete perché sono da<br />
così tanto tempo con voi". "Cari figli, rivestitevi dell'armatura contro satana e vincetelo con il Rosario in mano".<br />
"Cari figli, se pregate, satana non può intralciarvi minimamente. La corona del Rosario sia sempre nelle<br />
vostre mani, come segno per satana che appartenete a me". "Cari figli, afferrate il Rosario. Solo il Rosario<br />
può fare miracoli nel mondo e nella vostra vita". "Cari figli, quando siete stanchi e malati e non sapete il senso<br />
della vostra vita, prendete il Rosario e pregate". Dopo la S. Messa, il Rosario è la preghiera più gradita a Dio,<br />
perché la Vergine Maria da noi invocata prega insieme a noi. E lei è la persona più accetta a Dio. Col Rosario<br />
alla Madonna si possono fermare anche le guerre e vincere tutti i nemici della santa religione.
P a g i n a 2<br />
Invisibili, luminosi, potenti. Gli angeli<br />
custodi non vanno in vacanza,<br />
non fanno sciopero, non si allontanano.<br />
In ogni momento della giornata,<br />
in ogni luogo, non importa dove,<br />
se al lavoro, per strada o in palestra,<br />
vegliano sul cammino di ogni<br />
uomo. Piazza san Pietro, ore 12 del<br />
2 ottobre 2011. Papa Ratzinger si<br />
affaccia alla finestra del suo studio<br />
e nel giorno dedicato dal calendario<br />
alla festa degli Angeli Custodi<br />
rispolvera un po‟ il catechismo<br />
alle migliaia di fedeli presenti. La<br />
dottrina cattolica a proposito della<br />
presenza di queste figure celesti è<br />
chiara e affonda le radici nelle Sacre<br />
Scritture. Esattamente come<br />
esiste il diavolo, allo stesso modo<br />
sussistono anche gli angeli impegnati<br />
a vegliare su di noi. «Essi manifestano<br />
la presenza di Dio che è<br />
sempre vicino all‟uomo» puntualizza<br />
il Pontefice. Lui stesso, per primo,<br />
nel corso della sua vita, ha toccato<br />
con mano la presenza di un angelo.<br />
In una intervista rilasciata diversi<br />
anni fa al giornalista tedesco Peter<br />
Sewald e pubblicata sulla Bild, il<br />
cardinale Ratzinger rammentava<br />
che per ben quattro volte il suo<br />
angelo custode gli aveva tenuto la<br />
mano sopra la testa soccorrendolo<br />
in momenti difficilissimi. La prima<br />
volta venne salvato da una brutta<br />
forma di difterite contratta a pochissimi<br />
anni di vita, tanto che il<br />
medico condotto di Marktl am Inn<br />
pensava che quel bimbetto<br />
dall‟aspetto gracile non riuscisse a<br />
superare la malattia. Ma non fu<br />
così. Pochi anni dopo cadde in uno<br />
stagno e anche in quella circostanza<br />
l‟angelo custode operò per salvarlo.<br />
Successivamente avvenne<br />
quando ormai era grande e c‟era la<br />
guerra. Nel febbraio del 1945<br />
contrasse una forma di setticemia<br />
e il medico militare del<br />
battaglione di difesa antiaerea<br />
(dove era stato arruolato<br />
a forza) pensava di amputargli<br />
un pollice per salvargli la vita.<br />
Infine, finito il conflitto, saputo<br />
che Hitler era morto,<br />
decise di disertare. Aveva 18<br />
anni. Nel viaggio di ritorno la<br />
fuga rischiò di finire male se<br />
due soldati, stanchi di combattere,<br />
non avessero deciso<br />
di chiudere un occhio su quel<br />
disertore dalla faccia da bambino<br />
che tornava a casa. Se<br />
nel corso di questi anni Benedetto<br />
XVI ha più volte parlato del male<br />
e delle azioni che il demonio architetta<br />
per indurre in tentazione l‟uomo, stavolta<br />
ha voluto concentrarsi sulle schiere<br />
celesti. San Basilio, vescovo di Cesarea<br />
in Cappadocia, detto Magno per dottrina<br />
e sapienza, predicava già ai primi cristiani<br />
che esiste un angelo protettore<br />
chiamato a svolgere una funzione fondamentale,<br />
condurre gli uomini alla vita<br />
eterna, aiutarli a non cadere negli errori,<br />
a mostrargli il retto sentiero. Gli angeli<br />
nell‟iconografia classica assumono le<br />
sembianze di figure asessuate, alate,<br />
dal volto sorridente, incorniciato da<br />
riccioli biondi. Esseri lucenti e perfetti<br />
capaci di sfoderare la spada a difesa del<br />
bene. La credenza dell‟angelo custode<br />
risale ai primi secoli e attraversa la Bibbia.<br />
Le incursioni degli angeli nella vita<br />
degli uomini si trovano negli episodi<br />
dell‟Antico e del Nuovo Testamento.<br />
Latori di messaggi divini, come<br />
l‟Annunciazione a Maria; o protettori<br />
degli innocenti, come nel sacrificio di<br />
Isacco. Abramo era pronto ad uccidere<br />
il proprio figlio quando una mano lo fermò.<br />
Energia positiva, grazia, forza, po-<br />
CONSOLATIO<br />
Benedetto XVI parla degli angeli custodi<br />
Per 4 volte nella sua vita ha toccato<br />
con mano l’intervento dell’angelo custode<br />
tenza, equilibrio sono le caratteristiche<br />
degli angeli. È attraverso di<br />
loro che il Signore si manifesta,<br />
rappresentando un legame tra il<br />
divino e l‟umano, un segno del suo<br />
amore infinito. Forse è anche per<br />
questo che la Chiesa ha dedicato al<br />
loro culto una delle preghiere più<br />
popolari: «Angelo di Dio, che sei il<br />
mio custode, illumina e custodisci,<br />
reggi e governa me...» Anche se è<br />
impossibile vederli, pare invece sia<br />
possibile sentirne la presenza. Molti<br />
santi hanno avuto un rapporto<br />
speciale con loro: da Padre Pio a<br />
Gemma Galgani. Santa Francesca<br />
Romana non solo aveva continui colloqui<br />
con il suo angelo custode ma<br />
considerava la sua presenza una<br />
cosa concreta, tanto che non dimenticava<br />
di tenergli sempre un<br />
posto accanto a sé. Una fortuna<br />
che non è da tutti. Il cardinale<br />
svizzero Charles Journet nel suo<br />
diario annotava: «Gli angeli si rivelano<br />
solo a coloro che li amano e li<br />
invocano».<br />
Franca Giansoldati<br />
Il Messaggero - 3.10.2011
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
P a g i n a 3<br />
Un prete siracusano, ingiustamente, sgrida una fedele<br />
"Niente genuflessione<br />
prima della Comunione!"<br />
Ci perviene da Siracusa<br />
(Arcidiocesi Metropolitana di<br />
Siracusa), una segnalazione di un<br />
abuso liturgico.<br />
Anche in questo caso, da parte di<br />
chi non avrebbe dovuto favorirlo<br />
(un sacerdote della Santa Chiesa!).<br />
Un sacerdote che ha arbitrariamente<br />
impedito un pio ed antico<br />
atto di adorazione di Gesù, e ciò<br />
in spregio non solo delle norme<br />
della Santa Sede (sul DIVIETO<br />
di negare la Comunione ai fedeli<br />
per il solo fatto che la vogliano<br />
ricevere in ginocchio e/o in bocca),<br />
ma anche del coerente esempio<br />
del Papa esplicitato durante<br />
le sue celebrazioni!<br />
Ecco la notizia.<br />
Domenica 24 luglio 2011 – racconta<br />
la fedele - “mi son recata alla<br />
S. Messa delle 20.15 nella chiesa<br />
di Santa Rita a Mare (parrocchia<br />
di Maria Stella del Mare in Santa<br />
Rita a Mare, nella località balneare<br />
di Fontane Bianche a Siracusa).<br />
Al momento di ricevere la S. Comunione,<br />
mi sono normalmente<br />
messa in fila per accostarmi al<br />
sacerdote che la distribuiva.<br />
"Al mio turno", ho fatto una genuflessione<br />
davanti al Santissimo<br />
rialzandomi immediatamente per<br />
poterla ricevere in bocca.<br />
Con molto stupore l'anziano don<br />
Ignazio Sbona (che distribuiva le<br />
Ostie) inspiegabilmente e a voce<br />
alta mi ha rimbrottata dicendomi<br />
che non avrei dovuto fare la genuflessione!<br />
Quando io ho cercato di spiegare<br />
che quello era il mio modo di rendere<br />
giusta adorazione a Gesù<br />
Eucarestia, il prete, a voce ancor<br />
più alta, mi ha sgridata sostenendo<br />
che in quel modo facevo fare<br />
brutta figura a tutti i fedeli che<br />
non si erano (e non si sarebbero)<br />
genuflessi come me.<br />
Tutto questo, ovviamente, bloccando<br />
il rito della Comunione e<br />
invitando gli altri fedeli, oltretutto,<br />
a ricevere la Comunione<br />
solo sulla mano.<br />
Tengo a precisare che la mia genuflessione<br />
cerca di rispondere<br />
semplicemente ad un intimo desiderio<br />
di adorazione, scevro da<br />
qualsiasi forma di protagonismo.<br />
Cosa penserà Mons. Salvatore<br />
Pappalardo, mio arcivescovo, che<br />
un suo prete disobbedisce palesemente<br />
al Papa e disattende le<br />
istruzioni della Santa Sede?<br />
Aldo Vitale<br />
Da Messainlatino.it<br />
3-9-2011
P a g i n a 4<br />
Un giorno, conversando con amici,<br />
Ratzinger (ancora cardinale) se ne<br />
uscì con una battuta: “Per me una<br />
conferma della divinità della fede<br />
viene dal fatto che sopravvive a<br />
qualche milione di omelie ogni domenica”.<br />
Se ne sentono infatti di<br />
tutti i colori. Non c‟è solo il prete<br />
che in una basilica della Brianza<br />
diffonde una preghiera islamica in<br />
cui si inneggia ad Allah. Ci sono<br />
quelli che consigliano la lettura di<br />
Mancuso o Augias… E si trovano<br />
“installazioni” di arte contemporanea<br />
nelle cattedrali che fanno accapponare<br />
la pelle. D‟altra parte<br />
pure i cardinali di Milano hanno<br />
dato sfogo alla “creatività”. Leggo<br />
dal sito di Sandro Magister: “Nel<br />
2005, l’11 maggio, per introdurre<br />
un ciclo dedicato al libro di Giobbe<br />
è stato chiamato a parlare in Duomo<br />
il professor Massimo Cacciari:<br />
oltre che sindaco di Venezia, filosofo<br />
„non credente‟ come altri che<br />
in anni precedenti avevano preso<br />
parte a incontri promossi dal cardinale<br />
Martini col titolo, appunto,<br />
di „Cattedra dei non credenti‟. Cacciari<br />
ha tessuto l‟elogio del vivere<br />
senza fede e senza certezze”. Insomma<br />
nelle chiese si può trovare<br />
di tutto. Tranne la centralità di<br />
Gesù Cristo.<br />
Infatti – nella disattenzione generale<br />
– i vescovi italiani hanno estromesso<br />
dalle chiese (o almeno<br />
v i s t o s a m e n t e a l l o n t a n a t o<br />
dall‟altare centrale e accantonato<br />
in qualche angolo) proprio Colui che<br />
n e s a r e b b e i l l e g i t t i m o<br />
“proprietario”, cioè il Figlio di Dio,<br />
presente nel Santissimo Sacramento.<br />
Non sembri una banale battuta.<br />
Al Congresso eucaristico nazionale<br />
che si sta aprendo ad Ancona dovrebbero<br />
considerare gli effetti<br />
devastanti prodotti dall‟incredibile<br />
documento della Commissione Episcopale<br />
per la liturgia del 1996 che<br />
è il vademecum in base al quale sono<br />
state progettate le nuove chiese<br />
italiane e i relativi tabernacoli, o<br />
sono state “ripensate” le chiese più<br />
antiche. Non si capisce quale sia lo<br />
statuto teologico di cui gode una<br />
Commissione della Cei (a mio avviso<br />
nessuno). Ma la cosa singolare è<br />
questa: che nell‟ambiente ecclesiastico<br />
– a partire da seminari e facoltà<br />
teologiche – trovi legioni di<br />
teologi pronti (senza alcuna ragione<br />
seria) a mettere in discussione i<br />
Vangeli (nella loro attendibilità storica)<br />
e le parole del Papa, ma se si<br />
CONSOLATIO<br />
I Vescovi italiani hanno estromesso dalle chiese (o almeno vistosamente<br />
allontanato dall’altare centrale e accantonato in qualche angolo)<br />
Colui che ne sarebbe il legittimo “proprietario”: il Figlio di Dio<br />
Stanno estromettendo Gesù dalle chiese<br />
Nelle chiese italiane si può trovare di tutto…<br />
tranne la centralità di Cristo<br />
tratta di testi partoriti dalle loro<br />
sapienti meningi, e firmati da qualche<br />
commissione episcopale, ti dicono<br />
che quelli devono essere considerati<br />
sacri e intoccabili. Dunque in<br />
quel testo del 1996, fra le altre<br />
cose discutibili, si “consiglia vivamente”<br />
di collocare il tabernacolo<br />
non solo lontano dall‟altare su cui si<br />
celebra, ma pure dalla cosiddetta<br />
area presbiterale. Relegandolo “in<br />
un luogo a parte”. Le motivazioni –<br />
come sempre – sono apparentemente<br />
“devote”. Si dice infatti che il<br />
tabernacolo potrebbe distrarre<br />
dalla celebrazione eucaristica. Motivazione<br />
ridicola e – nella sua enfasi<br />
sull‟evento celebrativo a discapito<br />
della presenza nel tabernacolo –<br />
anche pericolosamente somigliante<br />
alle tesi di Lutero. L‟effetto inaudito<br />
di queste norme è il seguente:<br />
nelle chiese si assiste da qualche
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
anno a un accantonamento progressivo<br />
del tabernacolo, cioè del<br />
luogo più importante della chiesa,<br />
quello in cui è presente il Signore.<br />
Prima lo si è collocato in un posto<br />
defilato (una colonna o un altare<br />
laterale), quindi in una cappella,<br />
parzialmente visibile. Alla fine<br />
probabilmente sarà del tutto estromesso<br />
dalle chiese. Come risulta<br />
essere nell‟incredibile edificio<br />
di San Giovanni Rotondo in cui<br />
è stato portato il corpo di san Pio.<br />
L‟edificio, progettato da Renzo<br />
Piano, non ha inginocchiatoi e la<br />
figura centrale e incombente è<br />
l‟enorme e spaventoso drago rosso<br />
dell‟apocalisse rappresentato<br />
trionfante nell‟immensa vetrata:<br />
ebbene il tabernacolo lì non c‟è.<br />
Non so a chi sia venuto in mente<br />
questo progressivo occultamento<br />
dei tabernacoli nelle chiese (che<br />
avrebbe fatto inorridire padre<br />
Pio). Esso non corrisponde affatto<br />
all‟insegnamento del Concilio<br />
Vaticano II, visto che l‟istruzione<br />
post-conciliare “Inter Oecumenici”<br />
del 1964 affermava che il luogo<br />
ordinario del tabernacolo deve<br />
essere l‟altare maggiore. E non<br />
piace nemmeno al Papa come si<br />
vede nell‟Esortazione post sinodale<br />
“Sacramentum Caritatis” dove<br />
egli sottolinea il legame strettissimo<br />
che deve esserci fra celebrazione<br />
eucaristica e adorazione.<br />
Sottolineatura emersa dall‟XI<br />
Sinodo dei Vescovi dell‟ottobre<br />
2005 che ha richiesto la centralità<br />
ed eminenza del tabernacolo.<br />
Basterà per tornare sulla retta<br />
via? Nient‟affatto. Come dimostra<br />
il comportamento – a volte di<br />
aperta contestazione al Papa –<br />
tenuto da certi vescovi quando il<br />
suo famoso “Motu proprio” ha<br />
restaurato la libertà di celebrare<br />
anche con l‟antico messale. Purtroppo<br />
le idee sbagliate dei liturgisti<br />
“creativi” continueranno a<br />
prevalere sul papa, sul Concilio e<br />
sul Sinodo (forse faranno strada<br />
anche altre balordaggini come la<br />
“prima comunione” a 13 anni). Fa da<br />
corollario a questa estromissione di<br />
Gesù eucaristico dalle chiese, la stupefacente<br />
pratica del biglietto di<br />
ingresso istituito perfino per alcune<br />
Cattedrali. Degradate così a musei.<br />
La protestantizzazione o la museizzazione<br />
delle chiese è un fenomeno<br />
dagli effetti spaventosi per la Chiesa<br />
Cattolica. Si dovrebbero prendere<br />
subito provvedimenti. Per capire<br />
cosa era – e cosa dovrebbe essere –<br />
una chiesa cattolica voglio ricordare<br />
la storia di due persone significative.<br />
La prima è Edith Stein, una donna<br />
straordinaria, filosofa agnostica,<br />
di famiglia ebrea, che divenne cattolica,<br />
si fece suora carmelitana ed è<br />
morta nel lager nazista di Auschwitz.<br />
E‟ stata proclamata santa<br />
da Giovanni Paolo II nel 1998 e<br />
nell‟anno successivo compatrona<br />
d‟Europa. La Stein ha raccontato che<br />
un primo episodio che la portò verso<br />
la conversione accadde nel 1917<br />
quando lei, giovinetta, vide una popolana,<br />
con la cesta della spesa, entrare<br />
nel Duomo di Francoforte e fermarsi<br />
per una preghiera:“Ciò fu per<br />
me qualcosa di completamente nuovo.<br />
Nelle sinagoghe e nelle chiese<br />
protestanti, che ho frequentato, i<br />
credenti si recano alle funzioni. Qui<br />
però entrò una persona nella chiesa<br />
deserta, come se si recasse ad un<br />
intimo colloquio. Non ho mai potuto<br />
dimenticare l‟accaduto”.<br />
Lì infatti c‟era Gesù eucaristico.<br />
Un altro caso riguarda il famoso intellettuale<br />
francese André Frossard.<br />
Era il figlio del segretario del<br />
Partito comunista francese. Era ateo,<br />
aveva vent‟anni e quel giorno aveva<br />
un appuntamento con una ragazza.<br />
L‟amico con cui stava camminando,<br />
essendo cattolico, gli chiese di aspettarlo<br />
qualche istante mentre<br />
entrava in una chiesa.Dopo alcuni<br />
minuti Frossard decise di andare a<br />
chiamarlo perché aveva fretta di<br />
incontrare “la nuova fiamma”. Lo<br />
scrittore sottolinea che lui non aveva<br />
proprio nessuno dei tormenti religiosi<br />
che hanno tanti altri. Per loro,<br />
P a g i n a 5<br />
giovani comunisti, la religione era<br />
un vecchio rottame della storia e<br />
Dio un problema “risolto in senso<br />
negativo da due o tre secoli”.Eppure<br />
quando entrò in quella<br />
chiesa era in corso un‟adorazione<br />
eucaristica e, racconta, “è allora<br />
che è accaduto l‟imprevedibile”.<br />
Dice: “il ragazzo che ero allora non<br />
ha dimenticato lo stupore che si<br />
impadronì di lui quando, dal fondo<br />
di quella cappella, priva di particolare<br />
bellezza, vide s<strong>org</strong>ere<br />
all‟improvviso davanti a sé un mondo,<br />
un altro mondo di splendore<br />
insopportabile, di densità pazzesca,<br />
la cui luce rivelava e nascondeva<br />
a un tempo la presenza di Dio, di<br />
quel Dio, di cui, un istante prima,<br />
avrebbe giurato che mai era esistito<br />
se non nell‟immaginazione degli<br />
uomini; nello stesso tempo era<br />
sommerso da un‟onda, da cui dilagavano<br />
insieme gioia e dolcezza, un<br />
flutto la cui potenza spezzava il<br />
cuore e di cui mai ha perso il ricordo”.<br />
La sua vita ne fu capovolta.<br />
“Insisto. Fu un‟esperienza oggettiva,<br />
fu quasi un esperimento di fisica”,<br />
ha scritto. Frossard è diventato<br />
il più celebre giornalista cattolico.<br />
In una chiesa di oggi non avrebbe<br />
incontrato il Verbo fatto carne,<br />
ma le chiacchiere di carta.<br />
Antonio Socci<br />
Fonte: Libero, 3.09.2011
P a g i n a 6<br />
Steve Jobs certamente é stato un<br />
genio dell'informatica e un grande<br />
imprenditore. Ha dato sfogo alla<br />
sua inventiva, producendo tanti<br />
aggeggi elettronici, diventando un<br />
grosso industriale e accumulando<br />
un patrimonio enorme. Questo é<br />
sicuro. Ma a considerarlo come un<br />
“messia”, come colui che “ha cam-<br />
biato il mondo” ce ne corre! I suoi<br />
celebranti, prosternati e adoranti,<br />
sono giornalisti, intellettuali, vip di<br />
ogni genere, politici e opinionisti. I<br />
quali, non credendo più a Dio, non è<br />
che non credano in nulla, ma – co-<br />
me diceva Chesterton – credono a<br />
tutto. La sua attività di industriale<br />
però non può spiegare lo stupefa-<br />
cente spettacolo di queste ore.<br />
Tutte le catene televisive del mon-<br />
do che celebrano il defunto con<br />
tonnellate di incenso, come una<br />
divinità dei nostri tempi e poi i<br />
programmi della serata che inneg-<br />
giano al “grande”, a colui che ha<br />
“realizzato il sogno dell‟umanità”.<br />
Siamo stati alluvionati dalle<br />
“lacrime” mediatiche. Anche i gior-<br />
nali di sinistra hanno partecipato<br />
alla devota processione con i turi-<br />
boli per la mitizzazione di Jobs,<br />
sebbene sia un simbolo del grande<br />
capitalismo. “Il Manifesto” gli ha<br />
dedicato l‟apertura e un editoriale<br />
laudatorio intitolato “Un b<strong>org</strong>hese<br />
rivoluzionario”. Anche “Avvenire” –<br />
il giornale dei vescovi – ha dedicato<br />
a Jobs un articolo (con foto) in pri-<br />
ma e all‟interno addirittura quattro<br />
pagine. Che francamente lasciano<br />
un po‟ perplessi considerato che ci<br />
sono tantissimi missionari che do-<br />
nano la loro vita intera, fin da gio-<br />
vani, per assistere i più diseredati<br />
della terra, in condizioni durissime<br />
(ho presente certi lebbrosari afri-<br />
cani) e la loro morte non è segnala-<br />
ta da nessuno, nemmeno sulla stam-<br />
pa cattolica. Steve Jobs è un uomo<br />
del nostro tempo. È stato un bravo<br />
inventore e un industriale di gran-<br />
de talento. Anche un tipo simpatico<br />
e tosto, per come ha vissuto la ma-<br />
lattia. Ma, sinceramente, non è uno<br />
che ha rivoluzionato la storia uma-<br />
na. Nemmeno un filosofo.<br />
Le sole due frasi suggestive da lui<br />
CONSOLATIO<br />
Le proteste della chiesa battista di Westboro<br />
Enfasi mitologica dei media, titoli messianici<br />
e ovazioni planetarie per Steve Jobs<br />
L’aiuto ai gay da parte della Apple...<br />
pronunciate nel famoso discorso di<br />
Stanford agli universitari non sono<br />
sue citazioni, eppure vengono evo-<br />
cate come massime del mito Jobs.<br />
“Continuate ad aver fame. Conti-<br />
nuate ad essere folli” è una frase<br />
del “Whole Earth Catalog” di Ste-<br />
ward Brand. Mentre “vivi ogni gior-<br />
no come se fosse l‟ultimo” è un pen-<br />
siero della spiritualità monastica<br />
cristiana… A proposito di religione,<br />
Jobs mai e poi mai nelle sue ester-<br />
nazioni, anche per sbaglio, ha usato<br />
il nome di Dio. Ha lodato e citato<br />
Gandhi, Martin L. King e via discor-<br />
rendo, ma con furbizia, per accatti-<br />
varsi, in modo idolatrico, i giovani<br />
(un calcolo strategico di marke-<br />
ting).<br />
Jobs ha rappresentato l'epigono<br />
della tecnologia che non si cura mai
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
del trascendente ed é arrogante,<br />
crede di avere onnipotenza e que-<br />
sta furia modernista ha contribui-<br />
to a vere follie le corse di giovani<br />
e meno giovani a comperare l'ulti-<br />
mo modello della Apple quando ve-<br />
niva annunciato. Chi post mortem<br />
lo adula, non fa altro che far na-<br />
scere una nuova religione: la<br />
“Chiesa” catodica. Che non rivela il<br />
senso della vita, ma l‟assurdo e il<br />
ridicolo. Se poi aggiungiamo che<br />
Steve Jobs ha fatto molto per<br />
gay, lesbiche e trans, la frittata è<br />
fatta. È stato Rob Janoff, nel<br />
1977, a creare il logo della Apple<br />
con i colori dell‟arcobaleno. Nel<br />
1998 il colore è stato abbandonato<br />
dalla compagnia ma il colore scelto<br />
inizialmente affiancato a quello di<br />
una mela morsicata, è diventato<br />
simbolo e binomio di tentazione. La<br />
Human Rights Campaign‟s Corpora-<br />
te Equality della Apple ha sempre<br />
assegnato una votazione altissima<br />
per la grande integrazione<br />
all‟interno della società di figure e<br />
impiegati gay. Inoltre ha sempre<br />
concesso benefici anche al partner<br />
del suo dipendente (di qualsiasi<br />
sesso fosse). I gay amano il mondo<br />
Apple, infatti, secondo una indagi-<br />
ne del 2011, gli uomini gay sono 1,4<br />
volte in più portati a possedere o<br />
desiderare un prodotto Apple.<br />
Il design sexy, accattivante ed<br />
Le proteste della chiesa battista di Westboro<br />
P a g i n a 7<br />
Enfasi mitologica dei media, titoli messianici<br />
e ovazioni planetarie per Steve Jobs<br />
L’aiuto ai gay da parte della Apple...<br />
elegante avrebbe più altra presa<br />
nel mondo Lgbt. Ancora, Apple do-<br />
nò 100.000 dollari contro la Propo-<br />
sizione 8, avversa ai matrimoni<br />
g a y .<br />
Infine, Il gay dichiarato Timothy<br />
Cook, è il nuovo capo della compa-<br />
gnia, reso poco più di un mese fa<br />
da Jobs il gay dichiarato più po-<br />
tente nel mondo del business. Per<br />
questi e altri motivi i cristiani del-<br />
la Westboro Baptist church di To-<br />
peka (Kansas), guidata dal reve-<br />
rendo Fred Phelps, noti per le loro<br />
proteste anti gay ai funerali dei<br />
soldati americani morti in guerra<br />
(lo scorso marzo, la corte suprema<br />
americana ha dato torto al padre<br />
di un soldato ucciso in Iraq che ha<br />
fatto ricorso, affermando che il<br />
gruppo cristiano ha diritto a mani-<br />
festare ai funerali, in nome della<br />
libertà di espressione), imputando<br />
la loro morte alla tolleranza verso<br />
gli omosessuali da parte del gover-<br />
no americano), avevano annunciato<br />
di voler essere presenti anche ai<br />
funerali del cofondatore della Ap-<br />
ple per protestare ma il funerale<br />
privato (con rito buddista) di Ste-<br />
ve Jobs ha evitato la ressa di<br />
fans, e le manifestazioni sicura-<br />
mente poco gradite e politicamen-<br />
te considerate scorrette. La Chie-<br />
sa Battista di Westboro accusa<br />
Jobs “di non aver lavorato per la<br />
gloria di Dio e aver insegnato il<br />
peccato”. “Nessuna pace per l‟uomo<br />
che ha servito sé stesso invece di<br />
Dio”. M. O.
P a g i n a 8<br />
Chi volga uno sguardo attento e<br />
non prevenuto alla situazione generale<br />
in cui oggi versa l'Occidente,<br />
non può non convenire<br />
sull'esistenza di una profonda<br />
crisi di civiltà. La società contemporanea<br />
si presenta come una<br />
società frammentata, o "liquida",<br />
secondo la nota formula di<br />
Zygmunt Baumann, votata a un<br />
processo di autodisgregazione<br />
che ricorda quanto avvenne<br />
nell'era del tramonto dell'Impero<br />
Romano. Qual è il dovere e il<br />
ruolo dei cattolici in questa situazione?<br />
In primo luogo resta<br />
per ognuno di essi l'obbligo di<br />
santificarsi. Anche, e soprattutto,<br />
in un'epoca caotica come la<br />
nostra, vivere non significa trascinare<br />
la propria esistenza in<br />
maniera priva di senso, ma ordinarla<br />
a Dio, meditando le parole<br />
con cui sant'Agostino apre le sue<br />
Confessioni: «Ci hai fatto per te,<br />
o Dio, e il nostro cuore sarà instabile<br />
finché non riposerà in<br />
te». Quando l'uomo si allontana<br />
da Dio per inseguire solo il proprio<br />
interesse e piacere è destinato<br />
a essere infelice. Avvicinarsi<br />
a Dio significa sforzarsi di seguire<br />
la sua volontà e la sua legge,<br />
e in questa conformità alla<br />
volontà divina consiste propriamente<br />
la santità. Ma l'uomo, per<br />
agire, ha bisogno di modelli a cui<br />
richiamarsi ed è per questo che<br />
la Chiesa, canonizzando i santi, ci<br />
offre esempi concreti di vita da<br />
imitare. «La loro esperienza umana<br />
e spirituale – dice Benedetto<br />
XVI – mostra che la santità non è<br />
un lusso, non è un privilegio per<br />
pochi, un traguardo impossibile<br />
per un uomo normale; essa, in realtà,<br />
è il destino comune di tutti<br />
gli uomini chiamati ad essere figli<br />
di Dio, la vocazione universale di<br />
tutti i battezzati»(Udienza generale<br />
del 20 agosto 2008). Il fine<br />
della società non è diverso dal<br />
fine dell'uomo. Ed è diritto di Dio<br />
essere il primo, in tutto, non solo<br />
nel cuore umano, ma nella società<br />
intera, che solo in Lui può trovare<br />
ordine e stabilità. Oggi la vita è<br />
<strong>org</strong>anizzata in modo tale che l'uomo,<br />
e non Dio, ha il posto primario<br />
nelle idee, nei costumi e nelle leggi.<br />
Il rovesciamento di quest'ordine<br />
è la causa principale dei mali<br />
politici e sociali che ci affliggono.<br />
La rinascita politica e sociale di<br />
cui tutti avvertono la necessità<br />
non può che partire dall'assegnare<br />
a Dio la priorità nella vita privata<br />
come in quella pubblica. Ma<br />
l'uomo ha bisogno di modelli anche<br />
sul piano sociale, non solo su<br />
quello individuale. E poiché le società<br />
non hanno vita ultraterrena,<br />
è nella memoria storica che i modelli<br />
a cui ispirarsi vanno cercati.<br />
Nella storia, tra lo schierarsi pro<br />
o contro la verità religiosa, per le<br />
società non c'è altra scelta possibile.<br />
Il rifiuto di Dio caratterizza<br />
le "ideologie del male" del secolo<br />
XX, quali il comunismo e il nazismo,<br />
ma anche le società laiciste<br />
contemporanee, che evolvono verso<br />
una implacabile "dittatura del<br />
relativismo".<br />
CONSOLATIO<br />
L'ERRORE NON HA OGGETTIVAMENTE ALCUN DIRITTO NE'<br />
ALL'ESISTENZA, NE' ALLA PROPAGANDA, NE' ALL'AZIONE<br />
Il cattolico deve desiderare fortemente una società integralmente<br />
cristiana e con altrettanto vigore deve deplorare il neutralismo<br />
religioso che lo Stato moderno gli impone<br />
A tali società, che rappresentano<br />
una sorta di "contro-ideale", sarebbe<br />
vano contrapporre il modello<br />
pluralista americano. È vero che<br />
negli Stati Uniti si professa pubblicamente<br />
l'esistenza di Dio, e<br />
ciò rappresenta un male minore<br />
della aggressiva imposizione del<br />
laicismo, ma l'equiparazione dei<br />
culti è un prodotto del libero esame<br />
che un cattolico non può in<br />
coscienza accettare. La parabola<br />
della zizzania mescolata al buon<br />
grano (Mt. 13,24-30), presenta un<br />
fatto, ma non sancisce un diritto,<br />
né un principio. Un cattolico non<br />
può accettare il modello dello<br />
Stato etico hegeliano, nelle sue<br />
diverse declinazioni, dal liberalismo<br />
al fascismo, e neppure il dispotismo<br />
assoluto di Ancien Régime,<br />
in cui la volontà del principe si<br />
sostituisce alla legge. Tutti questi<br />
modelli accettano il principio della<br />
Ragion di Stato, fondato sulla emancipazione<br />
machiavellica della
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
politica dalla morale. Qual è l'unico<br />
modello storico a cui un<br />
cattolico può dunque guardare?<br />
È la società sacrale medievale,<br />
in cui, come affermava Leone<br />
XIII, «la sovrana influenza dello<br />
spirito cristiano era entrata<br />
ben addentro nelle leggi, nelle<br />
istituzioni, nei costumi dei popoli»<br />
e «la religione di Gesù Cristo,<br />
posta solidamente in<br />
quell'onorevole grado che le<br />
conveniva, cresceva fiorente<br />
all'ombra del favore dei principi<br />
e della dovuta protezione dei<br />
magistrati» (Enciclica Immortale<br />
Dei dell'1 novembre 1885).<br />
Oggi si confonde il principio<br />
cattolico secondo cui nessuno<br />
può essere costretto con la forza<br />
a credere, con il principio del<br />
diritto all'errore in materia<br />
religiosa e morale. Ma quando la<br />
Chiesa insegna che l'uomo aderisce<br />
alla fede solo attraverso<br />
un libero atto della volontà, non<br />
intende assolutamente attribuire<br />
diritto di cittadinanza all'errore.<br />
Per questo Pio XII insegna<br />
che l'errore «non ha oggettivamente<br />
alcun diritto né all'esistenza,<br />
né alla propaganda, né<br />
all'azione» (Discorso Ci riesce<br />
del 6 dicembre 1953).<br />
I cattolici possono accettare<br />
come un male minore il pluralismo<br />
religioso, ma un male minore<br />
non è certamente un diritto,<br />
e non è neanche necessariamente<br />
un piccolo male. Il cattolico<br />
deve desiderare con tutta la<br />
forza della sua anima una società<br />
integralmente cristiana e con<br />
altrettanto vigore deve deplorare<br />
il neutralismo religioso che<br />
costretto lo Stato moderno gli<br />
impone.<br />
I cattolici liberali respingono<br />
istintivamente questi pensieri.<br />
Essi sono privi di spirito soprannaturale<br />
e credono più nelle<br />
forze dell'uomo che nell'aiuto<br />
di Dio. Ogni ideale sembra a loro<br />
inattuabile e tutto ciò che è sociologicamente<br />
visibile sembra a<br />
loro storicamente irreversibile.<br />
Nel fondo della loro anima essi<br />
rifiutano la lotta, che avvertono<br />
come la inevitabile conseguenza<br />
della professione della verità. Per<br />
viltà patteggiano con l'errore e<br />
per poca fede ne sono sopraffatti.<br />
Non dobbiamo seguire il loro esempio,<br />
ma quello dei santi, che<br />
furono uomini come noi che vollero<br />
sempre dare il primo posto a Dio,<br />
nelle loro anime e nella società<br />
intera. Per noi dunque non c'è altro<br />
ideale sociale che quello espresso<br />
dalla Regalità di Gesù Cristo.<br />
Pio XI nella enciclica Quas<br />
primas spiega che Cristo è Re non<br />
in senso metaforico, ma nel senso<br />
proprio della parola: il suo Regno<br />
non è di questo mondo (Gv. 18,36),<br />
perché dal mondo non trae la sua<br />
origine, ma ad esso si estende e in<br />
esso inizia a realizzarsi, per fiorire<br />
poi eternamente in Cielo.<br />
P a g i n a 9<br />
Gesù possiede ogni potestà in<br />
cielo e in terra (Mt 18,28), ovvero<br />
detiene una sovranità assoluta<br />
sui cuori dei singoli uomini e<br />
su ogni genere di società umana,<br />
dalla famiglia allo Stato, in ogni<br />
tempo e in ogni luogo.<br />
Le condizioni storiche possono<br />
renderlo di difficile applicazione,<br />
ma il Regno di Gesù Cristo<br />
non è una formula devozionale: è<br />
l'unico modello a cui il cattolico<br />
possa tendere e l'unica condizione<br />
normale in cui gli uomini e le<br />
società possano vivere e prosperare.<br />
Roberto de Mattei<br />
Fonte: Radici Cristiane,<br />
Luglio 2011
P a g i n a 10<br />
Sono solo una briciolina...<br />
Mi sono trovata improvvisamente<br />
in mezzo alla polvere, su<br />
un freddo pavimento di marmo.<br />
Mi hanno calpestata più volte,<br />
senza vedermi.<br />
Ho visto le suole lorde di molte<br />
scarpe, tacchi di ogni tipo, e ho<br />
sentito il peso di tante persone<br />
ignare che mi schiacciavano.<br />
Ho visto ragni e insetti, perfino<br />
formiche che cercavano di<br />
portarmi via.<br />
Ho visto e sentito le voci del<br />
sagrestano e delle pie donne<br />
che curavano l'altare e pulivano<br />
la Chiesa, ma non mi potevano<br />
vedere nè sentire.<br />
Poi una scopa mi ha colpita e<br />
gettata in un raccoglitore.<br />
Da lì sono finita in un bidone<br />
della spazzatura, poi in un camion<br />
maleodorante e infine in<br />
una discarica, in mezzo ad escrementi<br />
e ad ogni tipo di rifiuti.<br />
Sono solo una piccola briciola di<br />
pane, caduta dalle tue mani,<br />
caro ed amato sacerdote che<br />
dovresti custodirmi e invece mi<br />
hai fatto cadere.<br />
Così, sovrappensiero, mentre<br />
un fedele da parte sua, invece,<br />
piamente riceveva il resto<br />
CONSOLATIO<br />
Sono solo una piccola briciola di pane, caduta dalle tue<br />
mani, caro ed amato sacerdote che dovresti custodirmi<br />
e invece mi hai fatto cadere<br />
Quel semplice piattino che evita<br />
un viaggio sacrilego<br />
dell'Ostia di cui facevo parte. Io sono il Tuo Signore, sono la Divina<br />
Maestà e schiere di angeli e di santi mi rendono gloria.<br />
E tutto questo perché, carissimo ed amatissimo presbitero per<br />
evitare quello che chiami devozionalismo formalista, non hai voluto<br />
usare un semplice piattino, un semplice piattino che mi avrebbe<br />
evitato questo viaggio sacrilego.
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
I due più noti (unici?) appassionati<br />
di scienza dalla visione laicista-scientista<br />
che abbiamo in<br />
Italia sono certamente Piergi<strong>org</strong>io<br />
Odifreddi e Margherita<br />
Hack.<br />
Il primo con mezza pubblicazione<br />
scientifica all‟attivo e la seconda<br />
un‟ottima direttrice di<br />
un‟osservatorio astronomico.<br />
Nulla di più.<br />
Il primo, Odifreddi, è un divertente<br />
militante anticlericale cui<br />
si è costruita attorno un‟aurea<br />
da scienziato.<br />
E‟ anche diventato celebre per<br />
essere stato premiato con<br />
“L‟asino d‟oro” per il “peggior<br />
articolo scientifico dell‟anno”.<br />
In particolare la commissione<br />
scientifica, formata da diversi<br />
docenti universitari, ha valutato<br />
il lavoro di Odifreddi rilevando<br />
i r r i l e v a n z a s c i e n t i f i c a<br />
dell‟argomento trattato, gravità<br />
concettuale degli errori commessi<br />
e gravi conseguenze culturali<br />
della divulgazione degli<br />
errori. La seconda, Margherita<br />
Hack, ha invece molto più fascino<br />
e più attendibilità.<br />
Il suo antagonismo alla religione<br />
si basa in particolare su un‟idea<br />
superficiale di laicità e sulla<br />
convinzione che l‟uomo creda in<br />
Dio a causa della limitatezza<br />
d e l l a s c i e n z a . Q u e l l o<br />
dell‟opposizione al “dio tappabuchi”<br />
è un ritornello che si sente<br />
in ogni suo intervento pubblico.<br />
E‟ però un cosiddetto “uomo di<br />
paglia” dato che nessuna persona<br />
seria crede in Dio per tale<br />
ragione. Nel tempo tuttavia ha<br />
rivisto la sua radicale chiusura<br />
alla religione: «Gesù è stato<br />
certamente la maggior personalità<br />
della storia.<br />
Il suo insegnamento, se è resistito<br />
per 2000 anni, significa che<br />
aveva davvero qualcosa di eccezionale:<br />
ha trasmesso valori che<br />
sono essenziali anche per un non<br />
credente» (M. Hack, “Dove nascono<br />
le stelle”, Sperling & Kupfer,<br />
Milano 2004, pag. 198).<br />
E recentemente: «Non è che uno<br />
possa dimostrare che Dio c‟è o<br />
non c‟è. Essere atei o credenti è<br />
comunque un atto di fede». Negli<br />
ultimi anni ha però perso numerosi<br />
colpi, arrivando a scrivere libri<br />
pieni di errori scientifici come ha<br />
mostrato l‟astrofisico Benvenuti.<br />
Nel commentare la recente scoperta<br />
scientifica, cioè che i neutrini<br />
viaggiano più veloce della<br />
luce, come si è verificato durante<br />
gli studi al Cern di Ginevra, i due<br />
guru anticlericali hanno mostrato<br />
posizioni radicalmente opposte.<br />
Odifreddi sostiene che «la relatività<br />
di Einstein non prevede<br />
affatto che la velocità della luce<br />
non possa essere superata! Lo si<br />
dice continuamente, ma questo<br />
non significa che sia vero. Ciò che<br />
la relatività prevede, è soltanto<br />
P a g i n a 11<br />
I neutrini e Einstein: Piergi<strong>org</strong>io Odifreddi<br />
contro Margherita Hack<br />
che ci debba essere una velocità<br />
limite che non può essere superata».<br />
La Hack invece dichiara:<br />
«Una scoperta clamorosa e totalmente<br />
inattesa che aprirebbe<br />
prospettive teoriche completamente<br />
nuove. La celeberrima<br />
equazione per cui E=mc2 prevede<br />
che se un corpo viaggiasse ad<br />
una velocità superiore a quella<br />
della luce dovrebbe avere una<br />
massa infinitamente grande. Per<br />
questo la velocità della luce è<br />
stata finora considerata un punto<br />
di riferimento insuperabile».<br />
Ma i due sacerdoti dell‟illusione<br />
scientista e laicista, nonché presidenti<br />
onorari dell‟UAAR, non<br />
hanno sempre sostenuto forse<br />
che tra i comandamenti dell‟ateo<br />
provetto la scienza debba risultare<br />
più affidabile della religione<br />
perché basata su dati di fatto<br />
non interpretabili in diverso<br />
modo? Possibile allora che i nostri<br />
due eroi presentino queste<br />
terribili divergenze proprio su<br />
una delle maggiori colonne portanti<br />
della scienza contemporanea?<br />
Fonte: sito web<br />
AntiUaar
P a g i n a 12<br />
I Centers for Disease Control<br />
and Prevention (Centri per la<br />
prevenzione e il controllo delle<br />
malattie, abbreviati in CDC,<br />
www.cdc.gov) sono un importante<br />
<strong>org</strong>anismo di controllo sulla sanità<br />
pubblica degli Stati Uniti<br />
d‟America. Il loro compito più<br />
noto al pubblico non specialistico<br />
(anche per via di romanzi e film<br />
catastrofici su epidemie virali a<br />
diffusione globale) è quello di<br />
monitorare, prevenire e suggerire<br />
gli interventi più appropriati in<br />
caso di contagio diffuso ed epidemie.<br />
Tuttavia i compiti di questo <strong>org</strong>anismo<br />
sono anche molti altri e<br />
molto diversificati.<br />
Tra gli altri, i CDC pubblicano<br />
anche report relativi ai dati sulla<br />
mortalità, sulla natalità e sul numero<br />
di aborti negli Stati Uniti.<br />
Come sempre accade, i dati definitivi<br />
relativi ad un determinato<br />
periodo sono resi disponibili a<br />
distanza di alcuni anni in quanto<br />
questi dati vengono elaborati con<br />
severi criteri statistici e il dato<br />
aggregato scomposto in tanti<br />
sottogruppi di dati più o meno<br />
correlati gli uni agli altri. Al momento<br />
sono disponibili i dati definitivi,<br />
ad esempio, delle principali<br />
10 cause di mortalità negli Stati<br />
Uniti per l‟anno 2007 (non stiamo<br />
parlando dunque di secoli fa ma<br />
dell‟altro ieri).<br />
Ebbene, se andiamo a leggere la<br />
suddetta relazione scopriamo<br />
che nel 2007 negli Stati Uniti<br />
sono morte 2.423.712 persone.<br />
Se andiamo a vedere le principali<br />
10 cause di morte nel 2007 negli<br />
Stati Uniti (che insieme rappresentano<br />
più o meno il 76% di tutti<br />
i morti del 2007), il report ci<br />
dice che la causa di morte più<br />
frequente è stata la patologia<br />
cardiaca (616.067<br />
morti), seguita da cancro<br />
(562.875 morti), stroke<br />
cerebrovascolare (135.952<br />
morti), malattie croniche<br />
delle basse vie aeree<br />
(127.924 morti), incidenti<br />
(123.706 morti), malattia di<br />
Alzheimer (74.632 morti),<br />
diabete (71.382 morti),<br />
influenza e polmonite<br />
(52.717 morti), nefrite,<br />
sindrome nefrotica e nefrosi<br />
(46.448 morti), setticemia<br />
(34.828 morti).<br />
Ho voluto leggere anche un<br />
altro paio di rapporti ufficiali<br />
e così ho trovato, nel<br />
primo, dati molto interessanti<br />
sulla natalità nel 2007<br />
negli Stati Uniti dove sono<br />
venuti al mondo 4.316.233<br />
bambini. Questa è certamente<br />
una buona notizia,<br />
perché negli Stati Uniti<br />
evidentemente nascono<br />
molte più persone di quante<br />
ne muoiano (la differenza<br />
positiva è di poco meno di<br />
2.000.000).<br />
Mi sono poi documentato,<br />
sempre attingendo a dati<br />
ufficiali, su quanti siano<br />
stati gli aborti negli Stati<br />
Uniti nel 2007 ed ho scoperto<br />
che purtroppo in<br />
quell‟anno sono state interrotte<br />
un totale di 827.609<br />
gravidanze, un numero agghiacciante.<br />
Ho fatto due<br />
calcoli e ho scoperto che,<br />
benché non riportato tra le<br />
prime 10 cause di morte<br />
negli Stati Uniti, in realtà<br />
l‟aborto è la prima causa di<br />
morte, prima delle malattie<br />
cardiache, visto che<br />
CONSOLATIO<br />
USA, l’aborto è la prima causa di morte<br />
l‟aborto uccide circa 200.000 vite più<br />
che le malattie cardiache.<br />
Che fine ha fatto allora l‟aborto nel<br />
report relativo alle prime 10 cause di<br />
morte?<br />
È triste ma, evidentemente, queste<br />
vite (perchè si tratta di vite umane,<br />
anche se non ancora nate) non contano<br />
nemmeno per le statistiche sulla morte.<br />
Stefano Bruni<br />
“Libertà e Persona”<br />
11/10/2011
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
A proposito del divieto di indossare<br />
il burqa nei luoghi pubblici<br />
La Commissione Affari Costituzionali<br />
della Camera ha messo al<br />
bando il burqa, il velo islamico<br />
che copre il corpo della donna<br />
dalla testa ai piedi, lasciando<br />
scoperti solo gli occhi. D‟ora in<br />
poi, dunque, non sarà più possibile<br />
per le persone di fede islamica<br />
aggirarsi nei luoghi pubblici<br />
con il volto coperto, se non<br />
col rischio di subire pesanti<br />
sanzioni.<br />
Da più parti tale provvedimento<br />
è stato rubricato come una importante<br />
vittoria dell‟universo<br />
femminile, non più “costretto”,<br />
almeno in Italia, a doversi nascondere<br />
dietro un velo, simbolo<br />
di una cultura maschilista e non<br />
rispettosa della dignità della<br />
donna. Non sono mancate le reazioni<br />
contrarie al provvedimento,<br />
ritenuto lesivo del diritto<br />
alla libertà religiosa e<br />
all‟autodeterminazione femminile<br />
(nel caso in cui indossare il<br />
burqa è liberamente scelto dalla<br />
donna islamica). Il divieto di<br />
indossare il burqa è un atto necessario<br />
e doveroso (che giunge<br />
con colpevole ritardo) dal momento<br />
che nel nostro Paese non<br />
è consentito nascondere la propria<br />
identità nei luoghi pubblici,<br />
per ovvi motivi di sicurezza; le<br />
regole della convivenza civile<br />
sono stabilite da ciascuno Stato<br />
e coloro i quali lasciano, volenti<br />
o nolenti, il proprio luogo<br />
d‟origine hanno l‟obbligo di uniformarsi<br />
alla cultura ed alle leggi<br />
del Paese che li ospita. La<br />
questione, ci sembra, è tutta<br />
qui e tirare in ballo la dignità<br />
della donna è fuorviante e contraddittorio<br />
nonché sintomo di<br />
una società priva di argomenti<br />
validi e succube del politicamente<br />
corretto.<br />
Innanzitutto, cos‟è dignitoso per<br />
la donna, nascondere il proprio<br />
corpo o esibirlo?<br />
Cosa è veramente lesivo della sua<br />
dignità, portare un velo coprente<br />
come si usa nei Paesi islamici oppure<br />
portare abiti scandalosamente<br />
succinti com‟è d‟abitudine<br />
nel mondo occidentale?<br />
E ancora: è più rispettosa del<br />
genere femminile una cultura che<br />
non concede diritto di cittadinanza<br />
alla ostentazione del corpo<br />
oppure una cultura che ne fa<br />
commercio (pornografia, nudismo,<br />
esibizionismo ecc.)?<br />
Il mondo occidentale, ormai ridotto<br />
in frantumi dal relativismo<br />
e dalla secolarizzazione, pretende<br />
di insegnare ed esportare valori,<br />
norme e comportamenti di<br />
cui ha una concezione totalmente<br />
distorta.<br />
Se prendiamo ad esempio il concetto<br />
di dignità dell‟essere umano<br />
possiamo rilevare che per il mondo<br />
scristianizzato un atto dignitoso<br />
è togliersi la vita (eutanasia<br />
o “buona morte”), oppure toglierla<br />
ad un essere innocente (aborto<br />
e fecondazione artificiale come<br />
diritti della donna), oppure trasformare<br />
il matrimonio indissolubile<br />
tra un uomo ed una donna in<br />
un semplice contratto tra le parti<br />
(divorzio, convivenze, unioni di<br />
fatto ecc.).<br />
Dalla minaccia islamica e dalle<br />
derive antiumane non ci si difende<br />
con le armi spuntate del laicismo,<br />
del relativismo e degli pseudo<br />
diritti civili bensì volgendo lo<br />
sguardo, il cuore e l‟intelligenza a<br />
P a g i n a 13<br />
Colui che è la Via, la Verità e la<br />
Vita, a Colui che ha donato ad<br />
ogni uomo la suprema dignità<br />
dell‟essere figlio di Dio.<br />
Fonte:<br />
CR 1208/04
P a g i n a 14<br />
Lo studioso veronese Umberto<br />
Fasol, preside di un Liceo e docente<br />
di Scienze naturali, ha da<br />
poco pubblicato un saggio in cui si<br />
dà conto, partendo dal buon senso<br />
e dalla razionalità più elementare,<br />
del «dibattito moderno<br />
sull‟origine della vita e sulla sua<br />
evoluzione» (U. Fasol, Evoluzione<br />
o complessità, Fede e Cultura,<br />
Verona 2009, euro 7, pp. 90).<br />
Così, in modo accessibile e didattico,<br />
« la teoria dell‟evoluzione,<br />
nata oltre 150 anni fa, viene confrontata<br />
con le scoperte scientifiche<br />
recenti nei più svariati<br />
campi della biologia: dalla paleontologia<br />
all‟embriologia, dalla biochimica<br />
alla genetica » (p. 5).<br />
Che Darwin per la sua teoria della<br />
selezione n atur ale e<br />
l‟esclusione del meno adatto, sia<br />
il padre reale ed effettivo del<br />
cosiddetto “darwinismo sociale”,<br />
ovvero del classismo, del razzismo,<br />
d el m aschilismo e<br />
dell‟eugenetica è cosa largamente<br />
appurata. Il suo messaggio, vero<br />
anti-Evangelo, fu recepito in quei<br />
sistemi totalitari a sfondo materialista,<br />
che vi vedevano un importante<br />
collante ideologico per<br />
teorie di superiorità, di recriminazione,<br />
di lotta tra uomini e di<br />
violenza. D‟altro canto se siamo<br />
figli del Caso e della cieca evoluzione<br />
cosmica, se non discendiamo<br />
tutti, da un‟unica coppia originaria<br />
(come vuole il poligenismo<br />
darwiniano) e se non abbiamo<br />
un‟anima spirituale immortale,<br />
qualunque visione sociale antisolidaristica,<br />
come quelle del socialismo<br />
reale e del liberismo selvaggio,<br />
trova evidentemente forte<br />
suffragio e sostegno.<br />
Secondo il professor Fasol, « con<br />
Darwin si inaugura un nuovo modo<br />
di vedere la vita, che diventa un<br />
fenomeno storico prima che<br />
scientifico: le rigide forme quasi<br />
cristalline di Linneo, quasi archetipi,<br />
vengono ora sostituite da<br />
singoli <strong>org</strong>anismi fluidi, che si<br />
modificano continuamente nel<br />
tempo » (p. 13). Ma, paradosso<br />
dei paradossi, mai nessun essere<br />
umano, neppure chi ha vissuto<br />
cento e più anni ha potuto notare<br />
il più piccolo cambiamento nelle<br />
specie di animali o di vegetali che<br />
gli erano intorno. E neppure nel<br />
tempo di molte generazioni si sono<br />
notati variazioni significative e<br />
ancor meno passaggi da una specie<br />
ad un‟altra: solo i milioni e milioni<br />
di anni rendono astrattamente<br />
accettabile, ciò che altrimenti<br />
sarebbe da tutti rifiutato come<br />
assurdo e impossibile. Ma se poi<br />
tutto si evolve, uomo compreso,<br />
come mai le descrizioni della natura<br />
che ci derivano dagli storici<br />
dell‟antichità (si pensi a Tito Livio<br />
o a Polibio) e dai documenti più<br />
antichi dell‟umanità, tipo il Gilgamesh,<br />
mostrano ad esempio gli<br />
animali domestici esattamente<br />
come noi li conosciamo vari millenni<br />
dopo?<br />
L‟Autore ha buon gioco nel citare<br />
l‟evoluzionista Boncinelli che fa<br />
una considerazione piena di buon<br />
senso, scrivendo: « Se consideriamo<br />
scientifico solo ciò che è<br />
riproducibile in laboratorio, la<br />
teoria dell‟evoluzione non è e non<br />
sarà mai una teoria scientifica<br />
» (cit. a p. 13). Ma, dopo la svolta<br />
galileiana, solo la prova scientifica<br />
dimostrata e ripetibile è da<br />
prendersi in considerazione, e<br />
dunque se l‟evoluzionismo non è<br />
CONSOLATIO<br />
U. Fasol, Evoluzione o complessità, Fede e Cultura, Verona 2009, euro 7, pp. 90<br />
Evoluzione o complessità<br />
una teoria scientifica cosa può<br />
essere? Forse un mito, una leggenda<br />
o un racconto edificante.<br />
Solo Dio avrebbe potuto fare di<br />
una scimmia un essere umano pensante<br />
e parlante, e quindi credere<br />
a questo passaggio, a questo salto<br />
ontologico empiricamente indimostrabile,<br />
comporta un atto, magari<br />
implicito, di fede cieca e di religione.<br />
Ma Dio, a quanto ne sappiamo<br />
dai 5 libri di Mosè e dalla Sua<br />
Parola, questo miracolo, attribuitogli<br />
dagli scientisti atei per detronizzarlo,<br />
non lo compì mai, anche<br />
avendone indubbiamente la<br />
forza. E allora? Allora o si crede<br />
alla Rivelazione divina, certo extra-scientifica,<br />
ma razionalmente<br />
e storicamente plausibile, o si ammette<br />
la pseudo-religione di Darwin:<br />
né scientifica, né ragionevole,<br />
e inoltre storicamente disastrosa.<br />
(F. C.)<br />
Fonte:<br />
CR 1201/06
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
Allo studio in Gran Bretagna il<br />
passaporto senza sesso.<br />
I sudditi di Sua Maestà potranno<br />
scegliere di non identificarsi<br />
come maschio o femmina sul<br />
documento di viaggio in base a<br />
una terza opzione riservata a<br />
persone dal sesso non determinato,<br />
se andrà in porto una riforma<br />
all‟esame del governo di<br />
David Cameron.<br />
Lo ha annunciato il ministero<br />
dell‟Interno confermando indiscrezioni<br />
apparse sulla stampa.<br />
Maschio, femmina o "X".<br />
Basterà apporre una "croce" al<br />
posto dello standard "M" o "F"<br />
nella casella che indica<br />
l‟identificazione di genere per<br />
uscire dalla categorie tradizionali.<br />
«L‟Identity and Passport Service<br />
sta considerando di mettere<br />
a disposizione varie opzioni di<br />
genere a chi chiede il passaporto»,<br />
ha detto un portavoce in un<br />
comunicato.<br />
In Gran Bretagna il dibattito è<br />
alto: nei giorni scorsi ha fatto<br />
scalpore la decisione di una coppia<br />
di genitori di mandare il figlio<br />
a scuola vestito da bambina.<br />
Ma una cosa è il comportamento<br />
dei privati, un‟altra le decisioni<br />
amministrative.<br />
«Stiamo esplorando le implicazioni<br />
di sicurezza con i nostri<br />
partner internazionali», ha aggiunto<br />
il portavoce precisando<br />
che il progetto è tuttora allo<br />
stato di «discussione preliminare»:<br />
tutti i cambiamenti sui passaporti<br />
britannici «devono<br />
rispondere a rigorosi requisiti di<br />
sicurezza» anche perchè potrebbe<br />
essere messa a rischio<br />
l‟incolumità del transessuale che<br />
viaggia in paesi meno tolleranti<br />
quanto a orientamento di genere.<br />
Attualmente le regole in Gran<br />
Bretagna consentono a una persona<br />
transgender o intersex di identificarsi<br />
con un sesso che non<br />
necessariamente coincide con<br />
quello adottato nella pratica.<br />
Chi invece sta sottoponendosi ad<br />
operazioni di cambio di sesso può<br />
modificare l‟identità di genere<br />
sul passaporto solo dopo avere<br />
c o m p l e t a t o i l p r o c e s s o .<br />
L‟iniziativa segue quella annunciata<br />
nei giorni scorsi in Australia<br />
che consente ai transessuali di<br />
identificarsi con una "x" accanto<br />
alle ordinarie definizioni di<br />
“maschile” e “femminile”. La decisione<br />
del governo di Camberra<br />
P a g i n a 15<br />
Gran Bretagna: David Cameron pensa al nuovo<br />
passaporto "Maschio, femmina o genere X?"<br />
Dopo l'Australia l'iniziativa viene esaminata anche dal premier<br />
inglese. E in Gran Bretagna è già scoppiata la polemica<br />
era stata una scelta consapevole<br />
per dare nuovo impulso alla lotta<br />
contro la “discriminazione” dei<br />
transgender, garantendo loro la<br />
possibilità di indicare nel passaporto<br />
il genere scegliendo tra<br />
tre opzioni: maschio, femmina o<br />
X, ovvero sesso ‟indeterminato.<br />
Non ci sono regole internazionali<br />
che impongono che i passaporti<br />
contengano l‟indicazione del sesso:<br />
allo stesso tempo i paesi che<br />
si adeguano alle norme previste<br />
dall‟International Civil Aviation<br />
Organisation per i passaporti<br />
elettronici possono scegliere di<br />
introdurre l‟opzione "X" alla casella<br />
del genere. Secondo una<br />
ricerca di Gires, un gruppo di<br />
sostegno ai trans, una riforma<br />
del genere potrebbe interessare<br />
fino a 90 mila persone.<br />
Fonte: www3.lastampa.it/<br />
esteri
P a g i n a 16<br />
Le separazioni<br />
sono cause<br />
di povertà<br />
anche<br />
materiale<br />
Il Messaggero del 9 agosto informa<br />
che tra le nuove e inattese<br />
cause di povertà ci sono le separazioni.<br />
Un numero crescente di<br />
uomini a stipendio fisso non ce la<br />
fa letteralmente più a versare gli<br />
alimenti. In Italia vivono 4 milioni<br />
di papà separati, un quinto dei<br />
quali vive sotto la soglia della<br />
povertà. Molte situazioni drammatiche<br />
di aggressione coniugale<br />
post separazione affondano anche<br />
in questo clima di impotenza<br />
economica e di rabbia.<br />
E‟ indubbio che la frase “allora mi<br />
separo”, detta alla prima difficoltà,<br />
potrebbe rientrare se, di<br />
fronte alla crisi, piccola o grande,<br />
prevalesse per lo meno il tentativo<br />
della conciliazione, e del<br />
superamento della difficoltà,<br />
invece che la distruzione del legame.<br />
Soprattutto se ci sono dei figli<br />
piccoli. Anche da separati in casa,<br />
in modo civile ed educato,<br />
fondato sulla collaborazione e il<br />
rispetto, nel riconoscimento della<br />
d i f f e r e n z a d e i r u o l i e<br />
dell‟autorità del capofamiglia.<br />
Animosità, ripicche, vendette<br />
portano invece ad esasperare<br />
toni e animi e a concludere separazioni<br />
al coltello.<br />
In molti casi, la via del recupero<br />
della qualità della relazione di<br />
coppia può rivelarsi vincente,<br />
specialmente se ci sono figli piccoli.<br />
Gli italiani<br />
contrari alle<br />
unioni sodomite<br />
e alle adozioni<br />
di bambini per<br />
tali coppie<br />
Un dibattito con l‟Arcigay per<br />
dimostrare che gli italiani sono<br />
contrari alle unioni omosessuali:<br />
dopo anni di scontri con la comunità<br />
gay, il sottosegretario alla<br />
presidenza del Consiglio Carlo<br />
Giovanardi(Pdl) si prepara con un<br />
sondaggio al faccia a faccia in<br />
programma domani.<br />
“Al confronto con il presidente<br />
del Arcigay, Paolo Patané,<br />
nell‟ambito del festival di Mardì<br />
Gras a Torre del Lago, sarò in<br />
grado, annuncia Giovanardi, di<br />
presentare un sondaggio commissionato<br />
dal Dipartimento per le<br />
politiche della famiglia della presidenza<br />
del Consiglio, sull‟opinione<br />
degli italiani in ordine al matrimonio<br />
fra persone dello stesso sesso”.<br />
Secondo l‟esponente del governo<br />
“dal sondaggio, che ha valutato<br />
anche l‟orientamento religioso<br />
degli interpellati, emergono dati<br />
estremamente interessanti che<br />
vanno analizzati con attenzione.<br />
Ad esempio, emerge che mentre<br />
il 65% degli italiani ritiene che<br />
una famiglia debba essere formata<br />
da un uomo e da una donna,<br />
solo il 30 per cento ritiene invece<br />
possibile il contrario.<br />
Inoltre, solo il 14% degli italiani<br />
contro un 85% di contrari, è favorevole<br />
al fatto che le coppie<br />
omosessuali possano adottare<br />
bambini”.<br />
Fonte: TMNews<br />
CONSOLATIO<br />
Le lobby gay<br />
sfruttano il<br />
Censimento,<br />
con il patrocinio<br />
della Bonino<br />
La Vicepresidente del Senato Emma<br />
Bonino invita le coppie gay<br />
conviventi a dichiararsi nel questionario<br />
del censimento Istat.<br />
"Parlate il linguaggio della verità"<br />
è l'appello della Radicale. "Parlate<br />
il linguaggio della verità".<br />
È questo l'appello che la Vicepresidente<br />
del Senato, la Radicale<br />
Emma Bonino, fa a tutte le coppie<br />
gay e lesbiche conviventi affinché<br />
si dichiarino come tali nel questionario<br />
del Censimento Istat 2011.<br />
"In molti accusano - credo giustamente<br />
- la politica di ipocrisia. Io<br />
volevo dire a tutti di non avere<br />
paura: chi è convivente scriva che<br />
è convivente; e se è convivente<br />
con persone delle stesso sesso, lo<br />
scriva".<br />
Prima di Emma Bonino, hanno aderito<br />
all'appello ad essere testimonial<br />
del censimento lgbt la deputata<br />
Paola Concia (PD) e Vladimir<br />
Luxuria.<br />
Altri seguiranno nei prossimi giorni.<br />
L'iniziativa "Fai contare il tuo amore"<br />
promossa da Gay.it in collaborazione<br />
con le associazioni lgbt<br />
Arcigay, Certi Diritti, Rete Lenford<br />
e Mario Mieli, invita le coppie<br />
lgbt conviventi a barrare l'apposita<br />
casella di "partner convivente"<br />
senza paure.<br />
Fonte<br />
www.digayproject.<strong>org</strong>
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
«Interpretare Gesù nel film di<br />
Mel Gibson La Passione di Cristo<br />
ha distrutto la mia carriera, ma<br />
non mi pento affatto di avere<br />
accettato. Anzi, quell'occasione<br />
ha rafforzato la mia fede». Paro-<br />
le del protagonista della pellicola,<br />
Jim Caviezel. Che ha spiegato al<br />
Daily Mail: «Gibson mi aveva av-<br />
vertito che sarebbe stata dura. E<br />
già durante le riprese del film<br />
sono stato colpito da un fulmine e<br />
mi sono slogato una spalla in una<br />
scena della crocifissione. Ma non<br />
avevo ancora visto il peggio». Se-<br />
condo Caviezel, dopo l'uscita de<br />
La Passione di Cristo e le polemi-<br />
che che hanno accompagnato la<br />
pellicola, «sempre più persone a<br />
Hollywood mi hanno chiuso le por-<br />
te, lasciandomi fuori. Così, piano<br />
piano, mi sono trovato ai margini<br />
del cinema. Ero consapevole del<br />
fatto che questo sarebbe potuto<br />
accadere e non mi pento della<br />
scelta che ho fatto. Come catto-<br />
lico e come attore». Caviezel, che<br />
ha recitato in film come Il conte<br />
di Montecristo, Angel Eyes e La<br />
sottile linea rossa prima de La<br />
Passione di Cristo era una delle<br />
stelle nascenti di Hollywood.<br />
«Tutto è cambiato nel 2004,<br />
quando molti mass media mi han-<br />
no attaccato per avere parteci-<br />
pato al film e la potente Jewish<br />
Anti-Defamation League mi ha<br />
bollato come anti-semita per ave-<br />
re accettato la parte in una pelli-<br />
cola forte.<br />
Gibson mi aveva avvertito anche di<br />
questo».<br />
A proposito delle recenti traversie<br />
legali e personali di Mel Gibson,<br />
Jim Caviezel ha detto che «si trat-<br />
ta di un terribile peccatore, ma<br />
proprio perché tale più che delle<br />
nostre opinioni sui suoi comporta-<br />
menti ha bisogno delle nostre pre-<br />
ghiere».<br />
Poi l'attore corre ad un ricordo<br />
molto forte della sua vita:<br />
«L'incontro con Giovanni Paolo II<br />
nel marzo del 2004: mi ha ricevu-<br />
to con la mia famiglia in udienza e<br />
abbiamo parlato per alcuni minuti.<br />
Quell'esperienza mi ha fatto sen-<br />
tire letteralmente come nelle<br />
braccia di Dio. E ha ulteriormente<br />
rafforzato la mia fede».<br />
P a g i n a 17<br />
Jim Caviezel: ''Interpretare Gesù nella passione di<br />
Cristo di Mel Gibson ha distrutto la mia carriera''<br />
Fonte:<br />
Avvenire, 6/05/2011
P a g i n a 18 CONSOLATIO<br />
ASIA/INDONESIA - Islamizzazione forzata<br />
in Indonesia. Velo obbligatorio (lo jilbab, il<br />
velo che copre il capo lasciando scoperto il volto)<br />
per le dipendenti della pubblica amministrazione e<br />
licenziamento in tronco per chi viene sorpreso a<br />
mangiare durante le ore diurne nel mese sacro del<br />
Ramadan. In varie zone dell‟Indonesia è in atto una<br />
vera e propria “islamizzazione” forzata attraverso<br />
normative sempre più ispirate alla Shari‟a. Giro di<br />
vite anche nei confronti di ristoranti e locali pubblici<br />
che durante il Ramadan sono chiusi durante il<br />
giorno, per riaprire dopo il tramonto. Club, bar e<br />
altre attività legate all‟intrattenimento notturno<br />
chiuderanno i battenti per un mese. Nel distretto<br />
di Bengkulu, isola di Sumatra, il sindaco Ahmad Kanesi<br />
ha messo una taglia di un milione di rupie<br />
(circa 118 dollari) come premio a tutti i cittadini<br />
che denunceranno un pubblico ufficiale di Bengkulu<br />
sorpreso a mangiare durante la giornata di digiuno.<br />
Fonte: CR 1204/06<br />
EUROPA/FRANCIA - ISLAM: in aumento il<br />
numero dei musulmani praticanti. Secondo<br />
l‟Istituto francese di opinione pubblica (Ifop) in<br />
una inchiesta sull‟insediamento e l‟evoluzione<br />
dell‟Islam in Francia, il 71% dei musulmani interpellati<br />
ha dichiarato che durante il mese del Ramadan<br />
digiunerà e il numero di quanti si dichiarano credenti<br />
e praticanti è maggiore di quelli che si dicono<br />
semplicemente credenti. Secondo l‟Ifop il digiuno<br />
per il Ramadan è seguito dal 73% degli uomini e dal<br />
68% delle donne e l’età di coloro che lo osservano è<br />
compresa tra i 18 e i 24 anni e tra gli ultracinquantenni.<br />
La maggior parte dei musulmani che frequentano<br />
le moschee è costituita da uomini e negli ultimi<br />
due decenni il numero delle moschee è notevolmente<br />
aumentato: sono circa 2000 i luoghi di culto<br />
nel Paese. Ciò che non si conosce con certezza è il<br />
numero di musulmani in Francia, Paese che comunque<br />
accoglie la più grande comunità musulmana<br />
d‟Europa: tra i 2 e i 5 milioni. Fonte: CR 1204/04<br />
AFRICA - La Bibbia sta trasformando<br />
l’Africa. Molti nigeriani sono in grado di citare la Bibbia<br />
a memoria, ma non perché si sono messi lì, con il Vangelo,<br />
a fissarsi delle parole nella testa. In una popolazione<br />
in cui solo il 68% non è analfabeta, non è quello il modo<br />
per memorizzare. Allora dove imparano la Bibbia i nigeriani?<br />
A Messa. Hanno ascoltato la parola di Dio proclamata<br />
nelle loro chiese e l’hanno custodita nei loro cuori. C’è<br />
fame della parola di Dio in Africa, afferma padre Mose<br />
Adekambi, sacerdote diocesano della diocesi di Porto Nuvue<br />
nel Benin. «Per risolvere i problemi dell’Africa dobbiamo<br />
concentrarci sugli africani, come cambiare i loro<br />
cuori, la loro mentalità. La parola di Dio, in questo senso,<br />
aiuta molto a cambiare, proprio perché ci spinge alla conversione<br />
attraverso le generazioni». «Quando ho visitato il<br />
Rwanda mi è stato detto: ―Padre, la lettura in comune della<br />
Bibbia è una cosa buona: ci aiuta alla riconciliazione‖».<br />
«Anche in Sud Africa, durante l’apartheid, la Bibbia ha<br />
fatto molto in termini di riconciliazione e di aiuto alle persone<br />
ad affrontare questioni sociali, compreso l’apartheid<br />
e, dopo l’apartheid, per la riconciliazione e la ricostruzione<br />
del Paese».<br />
Fonte: Zenit 25.07.2011<br />
Qualche notizia dalle<br />
terre di missione...<br />
MEDIORIENTE/ISRAELE - Islam: in Israele<br />
si avvicina il sorpasso. Alcuni la chiamano la<br />
«bomba demografica», altri la «guerra delle culle».<br />
La demografia fa parte dell‟armamentario del lungo<br />
conflitto tra palestinesi e israeliani. Gli arabi nel<br />
2018 saranno tra il 52 e il 56% della popolazione<br />
sul territorio palestinese. Grazie ad una fecondità<br />
eccezionale i palestinesi di Cisgiordania e di Gaza<br />
(7,2 bambini per donna) o d’Israele (4,2 bambini<br />
per donna) godono di un capitale di crescita trequattro<br />
volte superiore a quello della popolazione<br />
ebraica, pur molto feconda (2,6 bambini per donna,<br />
uno in più della media occidentale). Alcune città<br />
importanti incrementeranno significativamente la<br />
loro percentuale di abitanti palestinesi fino a superare,<br />
nel complesso, largamente il 50%. «Già oggi –<br />
dice il demografo Arnon Soffer, dell‟Università di<br />
Haifa – il 75% della Galilea è arabo».<br />
Fonte: Avvenire, 3 agosto 2011.
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
Cina, fallimento<br />
dell’indottrinamento ateo:<br />
solo 15% di non credenti<br />
Uno dei più grandi sforzi realizzati<br />
per sponsorizzare l‟ateismo è ormai<br />
risultato un completo fallimento. In<br />
Cina, dove per decenni è stata applicata<br />
una politica anti-religiosa, una forma<br />
di repressione, coercizione e persecuzione<br />
della fede, non più del 15%<br />
degli adulti si definisce “vero ateo”.<br />
L‟85% dei cinesi afferma una credenza<br />
religiosa. I membri del Partito comunista<br />
cinese sono tenuti ad essere<br />
atei, eppure solo il 17% di loro si autoidentifica<br />
tale contro un 65% che si<br />
dice impegnato in pratiche religiose<br />
nel corso dell‟ultimo anno. Dalla scuola<br />
materna all‟università, i cinesi sono<br />
sottoposti ad un “indottrinamento ateo”<br />
sia in attività curricolari che extracurricolari.<br />
Inoltre i credenti, in<br />
particolare quelli provenienti da religioni<br />
proibite come il cristianesimo,<br />
possono trovarsi agli arresti domiciliari<br />
o in campi di lavoro, eppure i segni<br />
di una crescita religiosa sono evidenti,<br />
dai campus universitari alle strade di<br />
città.<br />
Il record di suicidi in Cina<br />
è causato dell’oppressione<br />
ateo-comunista<br />
Recentemente si è verificata una lunga<br />
serie di suidici nell‟azienda Foxconn<br />
in Cina. Ciò conferma le statistiche<br />
che vedono metà delle morti per suicidio<br />
nel pianeta avvenire in Cina. La colpa<br />
è della repressione politica ateomarxista.<br />
Sotto questo sistema, i capitalisti<br />
sono liberi di usare i lavoratori<br />
come animali. La stessa teoria marxista<br />
dice “i lavoratori sono soltanto<br />
uno dei fattori essenziali della produzione”.<br />
Notizie in breve dal mondo<br />
P a g i n a 19<br />
Referendum: il Liechtenstein respinge l’aborto<br />
Con il 52,3% di “no” e il 47,7% di "sì”, domenica 18 settembre i cittadini<br />
del Liechtenstein hanno bocciato il referendum in cui si chiedeva<br />
la depenalizzazione dell‟aborto. Nonostante una campagna internazionale<br />
a favore dell‟aborto e i sondaggi che prevedevano una vittoria del<br />
fronte favorevole alla liberalizzazione della interruzione volontaria di<br />
gravidanza, i cittadini del Liechtenstein si sono opposti in maggioranza.<br />
Attualmente nel Principato l'aborto è vietato ed è punibile con una<br />
pena fino ad un anno di detenzione, anche se praticato all'estero. Da<br />
anni non ci sono state condanne. Il testo di legge proposto nel referendum<br />
proponeva la depenalizzazione dell'interruzione di gravidanza<br />
entro le prime 12 settimane con una modifica in tal senso del codice<br />
penale. Chiedeva anche il diritto di abortire dopo questo termine se il<br />
feto presenta un grave pericolo di handicap fisico o mentale. In Parlamento<br />
solo una minoranza aveva accettato l'iniziativa per legalizzare<br />
l‟aborto. In agosto, il principe ereditario Alois si era espresso contro<br />
la liberalizzazione dell‟interruzione di gravidanza. Anche la Chiesa<br />
cattolica aveva espresso la propria contrarietà. In occasione della festa<br />
nazionale, l'Arcivescovo di Vaduz Wolfgang Haas si era persino<br />
rifiutato di officiare la Messa in segno di protesta contro l'aborto.<br />
Ora che il referendum è stato respinto i due partiti di governo Unione<br />
patriottica e il Partito b<strong>org</strong>hese progressista hanno annunciato che<br />
proporranno una modifica del Codice penale. L'aborto sarà vietato, ma<br />
non sarà più punibile penalmente se praticato all'estero. Il principato<br />
del Liechtenstein conta oltre 35.446 (dati 2008) con una densità demografica<br />
di 209 persone per chilometro quadrato, ed ha un reddito<br />
pro-capite tra i più alti d‟Europa.<br />
Fonte: Zenit, 19.09.2011<br />
Nell’atea Cina il record di giustiziati dallo Stato<br />
Nei due Paesi in cui è presente l‟ateismo di Stato, Cina e Corea del<br />
Nord, la pena di morte è ancora presente e utilizzata in modo massiccio.<br />
Non solo, ma in cima alla macabra classifica si posiziona proprio la<br />
Cina con oltre 5 mila esecuzioni in un anno, le quali coprono l‟88% delle<br />
pene di morte del mondo. Al secondo posto un altro stato con<br />
un‟ideologia religiosa al potere, cioè l‟Iran, con 546 esecuzioni. Le esecuzioni<br />
pubbliche sono aumentate anche in un altro Stato guidato ufficialmente<br />
dall‟ateismo, cioè la Corea del Nord, che si colloca al terzo<br />
posto con 60 esecuzioni all‟anno (per traffico di droga, fuga in Cina o<br />
in Corea del Sud ecc.). Il quotidiano La Stampa sostiene che le esecuzioni<br />
sarebbero aumentate nel tentativo di rafforzare il regime: Kim<br />
Jong-un, designato alla successione del padre Kim Jong-il, avrebbe<br />
richiesto “fucilazioni in tutto il Paese”. In Europa c‟è uno solo Stato<br />
con la pena di morte, cioè la Bielorussia, area ex comunista e anch‟essa<br />
segnata dall‟imposizione irreligiosa. La Russia invece, ex patria mondiale<br />
dell‟ateismo, si sta impegnando ad abolire lentamente la pena di<br />
morte. Negli USA permangono ancora 46 esecuzioni capitali all‟anno.
P a g i n a 20<br />
C a t e c h e s i d e l C a r d i n a l e A n g e l o C o m a s t r i<br />
Quanto siamo ancora lontani<br />
dal conoscere il vero volto di Dio!<br />
Un filosofo contemporaneo, una volta disse:<br />
“Io non ho dubbi sull‟esistenza di Dio. Dio<br />
c‟è! È troppo evidente: non si spiega il mondo<br />
senza Dio! però c‟è un tormento che<br />
sento dentro di me, ed è questo, non riesco<br />
a dare un volto a Dio! che volto ha Dio? che<br />
cuore ha Dio?”. E concluse: “Non sono riuscito<br />
a dare una risposta, e porto dentro di<br />
me questo tormento”. Non è possibile dare<br />
un volto a Dio, senza Gesù! L‟apostolo Giovanni,<br />
all‟inizio del suo vangelo scrive: «Dio<br />
nessuno l‟ha mai visto. Il Figlio unigenito,<br />
che è nel seno del Padre, Lui ce l‟ha raccontato!».<br />
Lui, ce l‟ha mostrato, ce l‟ha raccontato!<br />
Gesù è il racconto vivente di Dio! è il<br />
racconto del Padre! Ecco perché durante<br />
l‟ultima cena, quando Filippo disse a Gesù:<br />
«Mostraci il Padre e ci basta»! Gesù rispose:<br />
«Filippo, da tanto tempo sono con voi e<br />
ancora non hai capito? Chi vede me, vede il<br />
Padre»! Io sono il racconto del Padre! Io<br />
sono venuto per manifestarvi il Padre.<br />
Pensate che uno scrittore corrotto, dissoluto,<br />
come André Gide (chi conosce qualcosa<br />
di lui sa che dire Gide vuol dire fango).<br />
Eppure André Gide fu capace di dire:<br />
«Penso che non si tratti di credere alle<br />
parole di Cristo perché Cristo è il figlio di<br />
Dio, quanto di comprendere che Egli è il<br />
Figlio di Dio perché la sua Parola è divina».<br />
Ed è infinitamente più alta di tutto ciò<br />
che l‟arte e la saggezza degli uomini possono<br />
proporci. Un uomo come Gide è rimasto<br />
incantato davanti al racconto di Gesù, che è<br />
il racconto di Dio, il racconto del volto di<br />
Dio! per questo, prima di entrare nel racconto<br />
di Gesù, preghiamo insieme con tutto<br />
il cuore, ma con una intensità vera, dicendo:<br />
“Gesù, mostraci il Padre! Gesù, mostraci il<br />
volto del Padre! Gesù, abbi pietà di noi.<br />
Ma prima di fissare il nostro sguardo sul<br />
volto del Padre e restare estasiati davanti<br />
a questo racconto, io vorrei farvi toccare<br />
con mano quanto oggi sia urgente l‟annuncio<br />
di questo Dio, l‟annuncio di questo volto,<br />
l‟annuncio di questo amore.<br />
Lo scrittore, un romanziere notissimo, un<br />
premio Nobel, in uno dei suoi racconti ha<br />
composto una parodia del Padre nostro,<br />
così come Odifreddi ha composto una parodia<br />
del Credo. Hemingway scrisse – sentite<br />
che cosa orribile! -: «O nulla nostro che sei<br />
nel nulla, sia nulla il tuo nome, nulla sia il<br />
regno tuo e sia nulla la tua volontà».<br />
E conclude: «Dacci oggi il nostro nulla quotidiano…».<br />
Hemingway conclude: «Ave nulla,<br />
pieno di nulla, il nulla sia con te». Nel 1961<br />
lo scrittore si è tolto la vita con una fucilata…<br />
Non si può vivere di nulla!<br />
Un‟altra testimonianza contemporanea di<br />
quanto sia urgente annunciare questo volto<br />
di Dio - e questo annuncio è affidato a noi -<br />
la prendo da una rivista americana, dove è<br />
stata riportata una parodia di uno dei salmi<br />
più belli: il salmo 23, che inizia dicendo «Il<br />
Signore è il mio pastore: non manco di nulla».<br />
ebbene, un drogato di Harlem ha scritto:<br />
«L‟eroina è il mio pastore, ne avrò sempre<br />
bisogno. Mi fa riposare nei ruscelli. Mi<br />
conduce ad una dolce demenza, distrugge la<br />
mia anima. Mi conduce sulla strada<br />
dell‟inferno per amore del suo nome. Si,<br />
anche se camminassi nella valle dell‟ombra e<br />
della morte, non temerei alcun male, perché<br />
la droga è con me. La mia siringa e il mio<br />
ago mi portano conforto». No – diciamo noi<br />
-: “Il Signore è il mio pastore… non manco<br />
di nulla”! E una terza testimonianza della<br />
disperazione contemporanea la prendo da<br />
uno scrittore austriaco, molto noto, Perdal<br />
Thomas, morto recentemente, il quale in<br />
una sua opera ha scritto: «L‟uomo è freddo,<br />
è gelo, è nebbia. Siamo degli animali intrappolati<br />
dal gelo e il gelo è onnipotente»! no,<br />
siamo abbracciati dall‟Amore! Siamo abbracciati<br />
dal Padre. Siamo intrappolati in<br />
queste braccia infinitamente paterne, infinitamente<br />
buono.<br />
E allora preghiamo: “Padre, mostraci il tuo<br />
volto”! (applausi). E ci accostiamo a Gesù<br />
che ci racconta il Volto di Dio. ed ecco la<br />
sorpresa: Gesù ci ha svelato che Dio non ha<br />
le nostre ripugnanze… Sapeste quanto è<br />
confortante questa notizia! Ecco perché ci<br />
accostiamo al sacerdote per il perdono!<br />
Ecco perché ci inginocchiamo e diciamo i<br />
nostri peccati, convinti che non suscitiamo<br />
ripugnanza in Dio, ma suscitiamo sovrabbondanza<br />
di misericordia. Gesù, un giorno,<br />
raccontano gli evangelisti, passava lungo la<br />
strada di Cafarnao, che era una strada<br />
frequentatissima: era la via del mare, dove<br />
passava tutto il commercio; e vide un uomo<br />
seduto al banco delle imposte<br />
(probabilmente aveva delle guardie accanto.<br />
Doveva difendere il denaro. E non è escluso<br />
che tenesse una mano sul denaro per non<br />
perderlo).<br />
CONSOLATIO<br />
Gesù gli passa davanti e si ferma. Nessuno<br />
avrebbe avuto il coraggi di dirgli: «Signore,<br />
chiamalo nel tuo gruppo! Chiamalo con noi!<br />
Chiama anche lui…!». Anzi, tutti gli avrebbero<br />
detto: «Non commettere questo errore!<br />
Non ci infangare! Prenderemo tante<br />
critiche! Non lo chiamare!...» Ma Gesù disse:<br />
«Matteo, seguimi»… Il primo sorpreso<br />
fu Matteo. Allentò la morsa del denaro e<br />
afferrò la vera, l‟unica ricchezza: Gesù.<br />
Un‟altra volta, racconta l‟evangelista Luca,<br />
che Gesù era a mensa a casa di un fariseo,<br />
un fariseo che potremmo riconoscere come<br />
una delle tante persone che incontriamo<br />
anche oggi, che si sentono a posto, che<br />
anche nei confronti di Dio credono di non<br />
avere debiti, ma solo crediti. È incredibile!<br />
Esistono. Ed è un rischio che corriamo tutti.<br />
«Mentre era a mensa in casa ci un fariseo<br />
– racconta San Luca – entra una peccatrice».<br />
(Nota! Pubblica! Allora i festini si<br />
facevano a porte aperte. Si poteva entrare).<br />
Quando entra questa donna l‟imbarazzo<br />
fu grande. Forse il capotavola, il padrone di<br />
casa, pensò: “Ecco, è venuta a sciuparci la<br />
festa!”. E la donna, a testa bassa, va verso<br />
Gesù. Si accuccia ai piedi di Gesù. Tutti si<br />
domandano: “E ora... cosa accadrà”. Avvicina<br />
il volto ai piedi di Gesù… E tutti aspettano…<br />
che cosa? Una pedata! Gesù non dà una<br />
pedata. Gesù lascia che la donna gli bagni i<br />
piedi con le sue lacrime e asciuga i piedi coi<br />
suoi capelli. Il fariseo è scandalizzato e<br />
dice dentro di sé: “Ma se sapesse che donna<br />
è costei, non si comporterebbe così!...”.<br />
E invece sapeva, Gesù, chi era quella donna!<br />
Era il fariseo che non sapeva chi era Gesù!<br />
Era il fariseo che non sapeva chi è Dio!
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
P a g i n a 21<br />
C a t e c h e s i d e l C a r d i n a l e A n g e l o C o m a s t r i<br />
Quanto siamo ancora lontani<br />
dal conoscere il vero volto di Dio!<br />
Era il fariseo che non conosceva il volto di<br />
Dio! Ecco perché abbiamo tanto bisogno<br />
oggi di riscoprire il volto di Dio. Gesù, mostraci<br />
il Padre! E ancora, a conclusione della<br />
sua vita Gesù si trovò tra due malfattori…<br />
Bella rappresentanza dell‟umanità, della<br />
nostra umanità. Uno lo provocava: “Se sei il<br />
Figlio di Dio, scendi dalla croce…!” Non<br />
aveva capito niente. Se l‟avesse fatto scendere<br />
dalla croce avrebbe continuato a fare<br />
i misfatti che aveva fatto fino allora. E<br />
invece Gesù aveva un‟altra notizia da darci,<br />
un‟altra liberazione da portarci, Un ladrone,<br />
l‟altro, lo capì. Lo capì, sorpreso dalla bontà<br />
che vide in Gesù! Una bontà che non aveva<br />
mai visto e che inconsapevolmente aspettava.<br />
Allora rimprovera l‟altro, e gli dice: «Ma<br />
come, tu lo provochi mentre sei condannato<br />
alla stessa pena? Noi però giustamente:<br />
abbiamo sbagliato! Lui non ha fatto niente<br />
di male». In greco: niente di scorretto,<br />
niente di fuori posto. Ed è bellissimo! E poi,<br />
una delle più belle preghiere del Vangelo:<br />
«Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo<br />
Regno…». E aveva davanti un crocifisso.<br />
Ricordati di m quando sarai nel tuo Regno.<br />
Questo ladrone fu ladrone fino alla fine:<br />
rubò il paradiso. Ma questa bontà, questo<br />
volto bello di Dio, questo volto misericordioso<br />
di Dio, stupiva coloro che incontravano<br />
Gesù. Ma li stupiva al punto tale, che li<br />
disgustava. Dava fastidio! San Luca, poco<br />
prima della parabola del Figliol prodigo,<br />
racconta che un giorno i farisei e gli scribi<br />
(cioè quelli che si sentivano buoni, ma non lo<br />
erano), arrivarono a dire: «Costui – attenti<br />
bene! – riceve i peccatori e mangia con<br />
loro». Questa però è una traduzione molto<br />
sbiadita. In greco c‟è scritto “utos a martolus<br />
prosdehetai”. Sapete cosa vuol dire<br />
prosedhetai? Vuol dire pende verso. Lui<br />
pende verso i peccatori e mangia con loro,<br />
che è il segno della massima intimità! E<br />
allora concludevano: «Se fa questo, non<br />
viene da Dio! se fa questo, non ha diritto di<br />
parlare di Dio»! e Gesù risponde: «Non<br />
avete capito niente: Dio è come un pastore<br />
che ha 100 pecore, 99 sono al sicuro<br />
nell‟ovile, ma una si perde». Se avesse chiesto<br />
a noi: «Cosa farà il pastore” cosa faresti<br />
tu se fossi il pastore«? Noi avemmo<br />
detto: «Mi bastano 99». Ma non così pensa<br />
Dio…<br />
Lascia le 99 al sicuro e va alla ricerca della<br />
pecora smarrita, e quando l‟ha ritrovata non<br />
la prende a calci, ma se la mette sulle spalle<br />
e tutto felice ritorna all‟ovile. Attenti alla<br />
conclusione di Gesù! Perché Gesù sta parlando<br />
di Dio! Ci sta raccontando Dio. ci sta<br />
manifestando il mistero di Dio. «Così vi<br />
dico, ci sarà più gioia in cielo per un solo<br />
peccatore che si pente», che per i restanti<br />
99. Quanto è bello questo volto di Dio!<br />
quanto è commovente questo cuore di Dio.<br />
Gesù evidentemente, con questa e altre<br />
parabole, voleva correggere il volto di Dio<br />
che noi talvolta ci facciamo, che noi dipingiamo.<br />
E certi ritratti di Dio li dobbiamo<br />
buttar via! E dobbiamo incantarci davanti al<br />
volto di Dio, che ci ha svelato Gesù. E Gesù<br />
continua: «Dio è come una donna». A quel<br />
tempo dire una cosa del genere era<br />
un‟enormità. «Dio è come una donna che ha<br />
10 monete preziose, e ne perde una. Per<br />
questo butta all‟aria tutta la casa…». Ma ci<br />
pensate? Dietro a questa immagine c‟è Dio!<br />
butta all‟aria tutta la casa fino a quando<br />
non ritrova la moneta perduta. E quando<br />
l‟ha ritrovata leva un sospiro di sollievo.<br />
Chiama le amiche, le vicine: «Venite, fate<br />
festa con me: ho ritrovato la moneta preziosa<br />
che avevo perduto». E chi sta dietro<br />
a questa moneta preziosa? Chi è? È il peccatore!<br />
Grazie, Signore! Grazie di questa<br />
notizia. Grazie per averci detto che tu ci<br />
cerchi! Grazie per averci detto che tu non<br />
ci abbandonerai mai. Noi possiamo abbandonarti,<br />
ma tu mai! Perché tu sei il pastore<br />
che cerca la pecora perduta. Tu sei la donna<br />
che butta all‟aria la casa fino a quando<br />
non ritrova la moneta perduta. Io ricordo,<br />
negli anni in cui ero cappellano nel carcere<br />
di Regina Coeli, venni a conoscere un caso<br />
drammatico negli anni Sessanta, che riempì<br />
le cronache di quel tempo. Un uomo che<br />
aveva ucciso la donna con cui tradiva sua<br />
moglie da lunghi anni. La uccise con le forbici<br />
con le quali stava pulendo la verdura.<br />
Fu messo in carcere. Ricordo che quando lo<br />
avvicinai quest‟uomo era turbato. E mi diceva<br />
in continuazione: «Non c‟è più speranza<br />
per me. Io sono come Giuda», mi disse una<br />
volta. E io gli dissi: «Ma guarda che Gesù<br />
sarebbe stato pronto a perdonare anche<br />
Giuda…». «E perché non lo ha fatto?»<br />
«Perché Giuda non l‟ha voluto. Giuda non<br />
l‟ha chiesto». Non era il perdono che mancava.<br />
Forse, per quanto noi sappiamo, mancò<br />
il pentimento. Ricordo che allora, una sera<br />
mi consegnò - era un mercoledì - una preghiera<br />
che era rivolta a Giuda. E diceva<br />
così: «Giuda, fratello mio nella strada fangosa<br />
di questo mondo io cammino insieme a<br />
te. Custode del denaro come te, adoratore<br />
del denaro. Trenta denari comprano il Figlio<br />
di Dio nel commercio stupido di questa<br />
fredda bottega umana. Trenta denari. È il<br />
tuo dramma, Giuda. È il mio dramma… Giuda,<br />
fratello mio, non ti condanno più. Non ne<br />
ho il coraggio! Soffro con te, insieme a te,<br />
senza pudore. Interrogo anch‟io l‟Uomo<br />
innocente. Lo interrogo come lo interrogò<br />
Giuda. «Maestro, sono forse io»? E sento il<br />
tonfo di uno schiaffo sul volto di Dio. E tu,<br />
e tu mi rispondi: «Amico, con un bacio tradisci<br />
il Figlio dell‟uomo». Lo dici a Giuda e lo<br />
dici a me. E questo carcerato continua: «O<br />
Dio, lasciami… lasciami gridare per questo<br />
scandaloso amore che tu hai per me, per<br />
l‟uomo, il traditore! Lasciami per un momento<br />
imprecare, bestemmiare questa follia,<br />
questo Amore ingiusto! Lasciami per un<br />
momento… e poi mi piego e piango con Pietro,<br />
l‟apostolo che ti rinnegò. Con Maddalena,<br />
la prostituta santa. Forse, lo spero,<br />
piango anche con Giuda. Piango…<br />
Piango la sorte del tuo amore crudelmente<br />
e continuamente tradito da questo uomo,<br />
da questo Giuda che sono io.
P a g i n a 22<br />
C a t e c h e s i d e l C a r d i n a l e A n g e l o C o m a s t r i<br />
Quanto siamo ancora lontani<br />
dal conoscere il vero volto di Dio!<br />
E sento la tua voce, la tua voce che mi risponde<br />
e mi dice: «Amico, amico, amico!».<br />
E dopo questa preghiera il detenuto si inginocchiò<br />
e chiese perdono… Io non ho mai<br />
dato una assoluzione così emozionante come<br />
quella che ho dato a quell‟uomo. E mi<br />
sono sentito un verme davanti a lui, perché<br />
credeva, credeva veramente nel perdono di<br />
Dio. Ed è quello che noi oggi vogliamo fare.<br />
Ora però entriamo nella terza parabola. Ma<br />
se Dio è pronto a perdonare. Se Dio è pronto<br />
ad abbracciarci, allora è tutto facile?<br />
Attenti! Gesù racconta una terza parabola.<br />
Dio è come un padre, un padre che ha due<br />
figli. Un figlio più giovane e l‟altro più grande.<br />
Il figlio più giovane sbatte la porta e se<br />
ne va. È una fuga clamorosa. Il figlio più<br />
grande resta in casa, ma resta in casa con<br />
un cuore diverso dal cuore del Padre. Allora,<br />
attenti bene! Tutti e due scappano! Per<br />
avere l‟abbraccio del padre è necessario<br />
ritornare. È necessario chiedere perdono. È<br />
necessario pentirsi. È il pentimento che<br />
apre la porta alla misericordia, cosi come<br />
gli occhi che si aprono, accolgono la luce. Se<br />
non si aprono la luce non illumina. Dio è<br />
come un padre. E ora la parabola. Il figlio<br />
più giovane un giorno dice al padre: «Padre,<br />
dammi la parte del patrimonio che mi spetta,<br />
e me ne vado»… Che cosa succede a<br />
questo figlio? Questo figlio non capisce più<br />
la bellezza della casa del padre! Non capisce<br />
più la bellezza di essere amato dal padre!<br />
Non capisce più i tesori che ha. E ci<br />
sputa sopra. Questo è il peccato: non capire<br />
più la bellezza di stare tra le braccia del<br />
Padre. Può capitare anche a noi. Don Giovanni<br />
Bosco raccontava che a 9 anni ebbe<br />
un sogno, e nel sogno Gesù gli disse: «Tu<br />
devio far capire ai giovani quanto è brutto<br />
il peccato, e quanto è bella la virtù». Noi<br />
talvolta sappiamo dire – oggi forse troppo<br />
poco -, quanto è brutto il peccato. Ma troppo<br />
poco ancora sappiamo dire quanto è bella<br />
la virtù. Madre Teresa non si stancava di<br />
ripetere: «Il male è male perché fa male, e<br />
il bene è bene, perché fa bene! È una grazia<br />
vivere fra le braccia di Dio! È un dono vivere<br />
in grazia di Dio! È una fortuna avere<br />
l‟anima pulita! È una gioia immensa, è un<br />
paradiso, addormentarsi e chiudere la giornata<br />
dicendo: sono in grazia di Dio. e che ci<br />
facciamo con il conto in banca? Che ci facciamo<br />
con lo jaght? E che ci facciamo con<br />
l‟Oscar? Sono queste le cose che contano,<br />
sono questi i tesori! Il bene è bene, perché<br />
fa bene. E il giovane esce di casa… e alla<br />
fine si ritrova a pascolare i porci. Fratelli e<br />
sorelle, ascoltatemi bene: l‟alternativa a<br />
Dio c‟è. L‟alternativa a Dio è il porcile! E<br />
oggi noi ne abbiamo la prova evidente, la<br />
prova più drammatica! Allontanatevi da Dio,<br />
e vi ritroverete a pascolare i porci. Ma ecco<br />
il raggio di luce che illumina questa scena<br />
fosca. Mentre questo figlio è nel porcile si<br />
acc<strong>org</strong>e che lontano dalla casa del padre si<br />
sta male. E comincia a desiderare la casa<br />
del padre. Ma, attenti bene, non è ancora<br />
un pentimento perfetto. Non dice: «Quanto<br />
soffre mio padre!», ma dice: «Quanto si<br />
stava meglio nella casa di mio padre»! eppure<br />
a Dio basta che si apra un pochino la<br />
porta. Entra anche da uno spiraglio. È meraviglioso!<br />
E il figlio minore dice: «Mi alzerò<br />
e andrò da mio padre…». e qui vorrei che un<br />
canto creasse l‟attesa su quello che diremo<br />
fra poco… un canto che creasse il desiderio<br />
di vedere il volto di Dio. poi cercherò di<br />
dirvi qualcosa. Ma quello che Gesù ci dice è<br />
incantevole! Il figlio scappato di casa, sognando<br />
il castello dorato, si ritrova nel<br />
porcile. E torna a sognare la casa del padre.<br />
«Mi alzerò e andrò da mio padre e gli dirò:<br />
padre, ho peccato contro il cielo e contro di<br />
te, non sono più degno di essere chiamato<br />
tuo figlio». E si incammina verso la casa del<br />
padre. proviamo ad immaginare la scena,<br />
che è fondamentale per capire il senso di<br />
questa parabola. Perché il cuore di essa è in<br />
queste due righe che vi dirò. Il figlio si<br />
incammina, e possiamo immaginare, lentamente,<br />
perché la vergogna non fa correre.<br />
Quando è vicino alla casa del padre, certamente<br />
il cuore batteva forte: “Che dirà mio<br />
padre? Che mi farà”? E forse si fermò ed<br />
esitò. Ma a un certo punto, quando già si<br />
vedeva la casa, la sua casa, la casa che aveva<br />
lasciato sputandoci sopra, vide uno che<br />
correva. Il testo greco dice, correndo. Vide<br />
uno che correva! Subito pensò: “Sarà mio<br />
padre con il bastone…”. E voleva tornare<br />
indietro. Ma quello correva ancora più forte!<br />
Il testo greco dice: mentre stava correndo<br />
gli cascò sul collo! Inciampò per andargli<br />
incontro! Ma è impressionante! Se<br />
l‟avesse detto un uomo, questo, noi avremmo<br />
detto: “Sta esagerando”! L‟ha detto<br />
Gesù. Lo stesso figlio si meravigliò, e disse:<br />
CONSOLATIO<br />
«Padre, io non sono più degno di essere chiamato<br />
tuo figlio! Mettimi coi tuoi garzoni, perché<br />
io non merito altro!» Ed ecco il volto del<br />
padre… «Nooo!... facciamo festa! Perché ti<br />
avevo perduto e ti ho ritrovato. Ammazzate il<br />
vitello grasso! Dategli la veste più bella, i<br />
calzari ai piedi»! Fratelli, nell‟armadio di Dio<br />
c‟è la veste e ci sono i sandali e l‟anello per<br />
tutti! Non lasciamoli nell‟armadio! Ritorniamo<br />
al Signore con tutto il cuore. Diamo a Dio<br />
questa gioia! La gioia di perdonare. La gioia di<br />
ricostruire dentro di noi il volto di Dio. Ma<br />
c‟era un altro fratello… E il fratello sente aria<br />
di festa. E domanda: «Che è successo? Perché<br />
questa festa improvvisa? Questa festa inattesa?».<br />
E gli dicono: «È tornato tuo fratello,<br />
quello che era scappato, quello che il padre<br />
sognava ogni giorno. E sicuramente ne parlava<br />
anche con te. Gli mancava quel figlio!... È tornato.<br />
E il padre ha fatto una grande festa. In<br />
greco è detto: si inquietò. E non voleva entrare…<br />
Fratelli, sorelle, in quel momento quel<br />
figlio che stava in casa si accorse di stare in<br />
casa ma senza il cuore del padre. addirittura<br />
contro il cuore del padre! cade la maschera:<br />
quel figlio si scoprì cattivo! E invece sembrava<br />
buono. E a questo punto accade una<br />
cosa ancora più impressionante. È il Padre che<br />
esce, il padre che gli va incontro. Lo prega di<br />
entrare! Cioè lo prega di condividere il suo<br />
amore, e quindi di essere figlio. Di essere<br />
figlio veramente. E quindi di ritornare a casa<br />
anche lui! Perché anche lui era scappato! Lo<br />
pregò. E il figlio disse: «Come? Questo tuo<br />
figlio che ha sperperato tutto vivendo da<br />
dissoluto? Lui che se l‟è goduta? Questo tuo<br />
figlio che ti ha fatto soffrire?». «No – dice il<br />
padre – tu stavi bene, perché tu stavi in casa<br />
con me! Tu non hai capito niente di quello che<br />
avevi»! È il rischio che possiamo correre<br />
anche noi! Anche noi possiamo perdere la<br />
consapevolezza della bellezza di essere cristiani,<br />
della bellezza di essere battezzati,<br />
della bellezza di credere in Gesù Cristo! Della<br />
bellezza di sapere che Dio ha due braccia che<br />
ci vogliono abbracciare! Anche noi possiamo<br />
perderla! Ecco perché stamane vogliamo dire<br />
con tutto il cuore – e siamo alla conclusione -:<br />
“Gesù, mostraci il Padre, e ci basta”! Diciamolo<br />
con tutta l‟anima: Gesù, mostra ci il Padre,<br />
e ci basta. Padre, noi ti amiamo… Padre, aspettiamo<br />
il tuo abbraccio. Amen! Alleluia!
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
R i f l e s s i o n e d e l l ’ A r c i v e s c o v o G i u s e p p e B e t o r i<br />
Riportiamo il brano iniziale della recente<br />
lettera pastorale dell’Arcivescovo<br />
di Firenze, monsignor Giuseppe Betori,dal<br />
titolo Nel Silenzio la Parola.<br />
«Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un<br />
vento impetuoso e gagliardo da spaccare<br />
i monti e spezzare le rocce davanti al<br />
Signore, ma il Signore non era nel vento.<br />
Dopo il vento, un terremoto, ma il<br />
Signore non era nel terremoto. Dopo il<br />
terremoto, un fuoco, ma il Signore non<br />
era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro<br />
di una brezza leggera. Come l’udì, Elia<br />
si coprì il volto con il mantello, uscì e si<br />
fermò all’ingresso della caverna» (I Re<br />
19,11b-13). Preda della paura e della<br />
disperazione a causa della persecuzione<br />
abbattutasi su di lui per aver difesa la<br />
vera fede, Elia sta sfuggendo; Dio lo<br />
pone sul cammino che lo conduce alla<br />
montagna sacra, il monte Oreb; lì avviene<br />
l’incontro che ridà slancio e progetto<br />
alla sua missione di profeta, l’incontro<br />
con Dio. La manifestazione di Dio assume,<br />
all’inizio, le forme della rivelazione<br />
divina che il lettore della Bibbia ben<br />
conosce dal racconto della consegna<br />
della legge sul Sinai, l’esperienza che<br />
fonda l’identità del popolo di Dio<br />
nell’esodo dall’Egitto (cfr. Es 19,16-<br />
19). Ma, nell’esperienza di Elia, nessuna<br />
di quelle forme sembra capace di<br />
contenere la grandezza, l’alterità, il mistero<br />
di Dio: vento, terremoto e fuoco<br />
passano senza che Dio si sia manifestato.<br />
Alla fine Dio giunge, ma lo fa nel<br />
«sussurro di una brezza leggera». Ancora<br />
più eloquente è il testo se tradotto alla<br />
lettera: «una voce di esile silenzio».<br />
L’incontro dell’uomo con Dio congiunge<br />
insieme due realtà percepite sempre<br />
in una irrisolta tensione nell’esperienza<br />
umana: la parola e il silenzio.<br />
Osserva Romano Guardini: «La parola è<br />
una delle forme fondamentali della vita<br />
umana; l’altra forma è il silenzio, ed è<br />
mistero altrettanto grande... Le due cose<br />
ne fanno una sola. Parlare significativamente<br />
può soltanto colui che può anche<br />
tacere, altrimenti sono chiacchiere; tacere<br />
significativamente può soltanto colui<br />
che può anche parlare, altrimenti è un<br />
muto. In tutti e due questi misteri vive<br />
l’uomo; la loro unità esprime la sua<br />
essenza». Con afflato poetico, così si<br />
Una voce di esile silenzio<br />
così si esprime Jean Guitton: «Esiste<br />
un silenzio che è un elemento primordiale<br />
sul quale la parola scivola e si<br />
muove, come il cigno sull’acqua. Per<br />
ascoltare con profitto una parola, conviene<br />
creare dapprima in noi stessi<br />
questo lago immobile. E, dopo aver<br />
ascoltato, occorre lasciare che le onde<br />
concentriche della parola si propaghino,<br />
si smorzino, spirino nel silenzio.<br />
La parola s<strong>org</strong>e dal silenzio, e al silenzio<br />
ritorna». Il contrasto tra silenzio e<br />
parola sta assumendo gradi di polarità<br />
estrema in questo nostro tempo, in cui<br />
la parola si presenta così spesso come<br />
un confondersi di molte e contrastanti<br />
voci, soffocando quel poco di silenzio<br />
che ciascuno cerca di salvare per sé.<br />
Così che il contrasto oggi non è tanto<br />
tra la parola e il silenzio, bensì tra il<br />
rumore e la quiete. Nel racconto del<br />
profeta Elia troviamo enunciata la<br />
sostanza di una delle problematiche<br />
più vive per l’uomo di oggi e di sempre:<br />
come cogliere il messaggio della<br />
parola, traendola dal caos del rumore?<br />
Come, in mezzo al frastuono che uccide<br />
gli spazi di silenzio, riuscire a distinguere<br />
e quindi a discernere la parola<br />
vera nel groviglio delle molti voci<br />
concorrenti? La vicenda di Elia sul<br />
monte Oreb svela che non è impresa<br />
disperata comporre insieme voce e<br />
silenzio; questo compito, al contrario,<br />
appartiene al cuore stesso<br />
dell’esperienza che l’uomo può fare di<br />
Dio; è la condizione, l’essenza e il<br />
frutto dell’incontro con lui.<br />
P a g i n a 23<br />
Dalla pagina biblica si apre un orizzonte di<br />
speranza per le nostre confuse giornate.<br />
Non è difficile cogliere quanto importante<br />
sia trovare una soluzione a questo interrogativo,<br />
se non vogliamo che il Vangelo sia<br />
percepito come una voce tra le altre, parte<br />
del chiasso confuso, non diversa da una<br />
delle tante voci che chiedono la nostra<br />
attenzione e pretendono il nostro consenso.<br />
Anzi, per lo più non lo pretendono, ma lo<br />
impongono, o verrebbero farlo. Questa è<br />
infatti la dimensione più insidiosa con cui<br />
il frastuono delle parole ci viene oggi comunicato:<br />
in una condizione di pervasività<br />
assoluta e con un aggressivo potere mistificatore.<br />
Una condizione in cui il diritto della<br />
persona alla propria identità, a scelte di<br />
matura libertà, al rispetto di una soggettività<br />
che ripudia ogni massificazione è costantemente<br />
messo alla prova e in molti<br />
caso violato. Ha scritto lucidamente Massimo<br />
Baldini:«Alla morte del silenzio segue<br />
inevitabilmente la morte della parola».<br />
Perché la parola, la parola di verità, si distingua<br />
dal rumore – sembra dirci la vicenda<br />
del profeta Elia – è necessario nutrire<br />
questa parola del dovuto silenzio, senza il<br />
quale è impossibile apprezzarne il valore.<br />
Tutto ci appare frastuono, tumulto, bagliore:<br />
fenomeni che possono attirare<br />
l’attenzione e magari turbare i sensi, ma<br />
non permettono la presa di distanza necessaria<br />
per cogliere il significato. Solo collocandoci<br />
in modo equilibrato tanto nel silenzio<br />
quanto nella parola, possiamo sperare<br />
di costruire una trama significativa della<br />
vita.
P a g i n a 24<br />
C a t e c h e s i d i P a d r e G i u s e p p e T a g l i a r e n i<br />
Io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo<br />
«In mezzo a loro sarà la mia dimora:<br />
io sarò il loro Dio ed essi<br />
saranno il mio popolo. Le genti<br />
sapranno che io sono il Signore<br />
che santifico Israele quando il<br />
mio santuario sarà in mezzo a<br />
loro per sempre» (Ez 37,27-28).<br />
Il profeta Ezechiele visse la fine<br />
di Gerusalemme dopo l‟assedio di<br />
Nabucodonosor e la deportazione<br />
in Babilonia. Durante l‟esilio gli fu<br />
mostrato da Dio un futuro meraviglioso,<br />
incentrato sulla ricostruzione<br />
del tempio a Gerusalemme,<br />
simbolo della presenza di Dio in<br />
mezzo al suo popolo, dal cui altare<br />
scaturisce un‟acqua salutare,<br />
che dovunque arriva porta vita,<br />
fecondità e salute (cf. Ez 47,1-<br />
12). Questa profezia troverà la<br />
sua realizzazione nella Chiesa,<br />
nuovo popolo di Dio, che nel suo<br />
seno ha il santuario, il tabernacolo<br />
santo del Dio-con-noi, Gesù<br />
Cristo. Da qui scaturisce la grazia<br />
e la misericordia che dà vita e<br />
salute a tutti e a tutto.<br />
Ma la vicenda d‟ Israele col suo<br />
esilio in Babilonia rispecchia le<br />
condizioni attuali della Chiesa,<br />
che rischia di perdere la sua santità,<br />
donata dal divino suo fondatore.<br />
E in particolare:<br />
-la santità del tempio, fatto per<br />
segnare il posto dove Dio scende<br />
in mezzo a noi e ci fa grazia. Viene<br />
profanato dalla mancanza di<br />
rispetto del sacro.<br />
La casa di Dio può diventare un<br />
luogo di semplice aggregazione<br />
sociale, di esibizione, di teatro, di<br />
set cinematografico, “una spelonca<br />
di ladri” (Mt 21,13), che merita<br />
la frusta divina;<br />
-la santità del sacerdozio, fatto<br />
per mettere in rapporto gli uomini<br />
con Dio, offrire sacrifici e spandere<br />
benedizioni. Viene profanato<br />
dall‟attaccamento al denaro,<br />
dall‟ambizione, dalla corruzione del<br />
clero (rifiuto del celibato, pedofilia,<br />
imb<strong>org</strong>hesimento, etc.), dalla collusione<br />
con la politica e con i potenti,<br />
dalla paura;<br />
-la santità del culto, fatto per dare<br />
gloria a Dio riconosciuto come unico<br />
Signore di tutti e fonte di ogni bene.<br />
Viene profanato dall‟idolatria:<br />
culto dato a ciò che non è Dio,<br />
gl‟idoli di vanità, l‟esibizione,<br />
l‟autocelebrazione, i riti solo esteriori,<br />
la partecipazione senza edificazione;<br />
-la santità del popolo di Dio, eletto<br />
per testimoniare la santità davanti a<br />
tutti i popoli. Viene profanato dall‟<br />
idolatria e dalla corruzione dei costumi.<br />
Pullulano gli stessi idoli come<br />
nei popoli pagani: il denaro e il lusso,<br />
il potere e la prevaricazione, il piacere<br />
e il vizio, la modo e la vanità, la<br />
perversione e le sette fino al satanismo.<br />
La perdita della santità in questi<br />
quattro ambiti è la causa prima della<br />
corruzione sia dei costumi<br />
(immoralità), sia della famiglia<br />
(separazioni, divorzi, aborti), sia<br />
della società (ingiustizie, menzogne,<br />
violenze). Sono questi come i quattro<br />
punti cardinali. Se si smarriscono,<br />
tutto crolla. Per evitare<br />
l‟irreparabile rovina, bisogna ritornare<br />
alle origini, ritrovare la via giusta<br />
per la riforma della società in<br />
tutti i suoi assetti.<br />
L‟aspetto più decisivo e urgente è<br />
quello religioso, quello cioè che riguarda<br />
il nostro rapporto con Dio,<br />
sia come singoli, sia come coppia, sia<br />
come famiglia, sia come istituzioni,<br />
CONSOLATIO<br />
sia come società, pur nella prospettiva<br />
della globalità di un mondo<br />
che va verso l‟unità.<br />
Poiché è Dio solo l’Autore della<br />
vita e Satana è il devastatore,<br />
bisogna allontanarsi urgentemente<br />
da costui e ritornare con tutto<br />
il cuore a Dio uno e trino. Per<br />
questo è stato mandato Gesù:<br />
Egli è il Figlio di Dio fatto uomo,<br />
che vince il peccato, la morte e<br />
Satana e ci riporta a Dio. Egli<br />
vive nella Chiesa da Lui istituita e<br />
dotata di tutti i mezzi di salvezza:<br />
il Vangelo, i Sacramenti, il<br />
Sacrificio della nuova ed eterna<br />
Alleanza, il Sacerdozio. La Chiesa<br />
è santa, ma poiché la sua parte<br />
umana è peccatrice, ha continuo<br />
bisogno di conversione, di riforma,<br />
come la storia dimostra. Gli<br />
ambiti di questa riforma sono: il<br />
cuore, la coppia, la famiglia, le<br />
istituzioni, la società e prima ancora,<br />
il sacerdozio, il culto, il<br />
tempio. Vediamo in particolare.<br />
* Il cuore: è l’intimo della persona,<br />
la sede della sua coscienza e<br />
delle sue decisioni.
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
C a t e c h e s i d i P a d r e G i u s e p p e T a g l i a r e n i<br />
Qui deve regnare l‟amore a Dio<br />
più che ad ogni altra cosa, la Sua<br />
presenza viva e la luce della Sua<br />
Parola. L‟uomo che non ha né amore<br />
n
P a g i n a 26 CONSOLATIO<br />
Dagli scritti di Maria Valtorta: , I<br />
Quaderni dal 1945 al 1950. Ed.<br />
Pisani 1984, pp. 461-62; 468-70.<br />
16 luglio 1947.<br />
Dice S. Azaria (Angelo custode di<br />
Maria Valtorta):<br />
«La missione dell'Angelo Custode si<br />
crede, da parte della gente, che cessi<br />
con la morte del custodito. Non è<br />
così sempre. Cessa, è cosa conseguente,<br />
alla morte del peccatore impenitente,<br />
e con sommo dolore<br />
dell'angelo custode di colui che non<br />
si pentì. Si trasfigura in gloria gioconda<br />
ed eterna alla morte di un santo che dalla Terra<br />
passa al Paradiso senza soste purgative. Ma continua<br />
quale era, come protezione che intercede e ama il suo<br />
affidato, per coloro che dalla Terra passano al Purgatorio<br />
per espiare e purificarsi. Allora noi, gli angeli<br />
custodi, oriamo con la carità per voi davanti al trono<br />
di Dio, e uniti alle nostre orazioni d'amore presentiamo<br />
i suffragi che sulla Terra vi applicano parenti e<br />
amici.<br />
Oh! tutto non posso dire di quanto sia vivo, attivo,<br />
dolce il legame che ancora ci unisce a voi purganti.<br />
Come madri che spiano il ritorno della salute in un<br />
figlio che fu malato ed è convalescente, come spose<br />
che contano i giorni che le separano dalla riunione<br />
con lo sposo prigioniero, così noi. Noi, neppur per un<br />
attimo, non cessiamo di osservare la divina amorosa<br />
Giustizia e le vostre anime che si mondano fra i fuochi<br />
d'amore. E giubiliamo vedendo l'Amore sempre<br />
più placato verso voi, e voi sempre più degne del suo<br />
Regno. E quando la Luce ci ordina: "Vai a trarlo fuori<br />
per portarlo qui", più ratti che saette noi ci precipitiamo<br />
a portare un attimo di Paradiso, che è fede, che è<br />
speranza, che è conforto a coloro che ancora restano a<br />
espiare, là nel Purgatorio, e stringiamo a noi l'anima<br />
amata per la quale operammo e soffrimmo, e risaliamo<br />
con lei insegnandole l'osanna paradisiaco.<br />
I due dolci attimi nella missione dei Custodi, i due più<br />
dolci attimi, sono quando la Carità ci dice: "Scendi,<br />
che un nuovo uomo è generato e tu lo devi custodire<br />
come gemma che mi appartiene", e quando possiamo<br />
salire con voi al Cielo. Ma il primo è meno del secondo.<br />
Gli altri attimi di gioia sono le vostre vittorie sul<br />
mondo, la carne e il demonio. Ma come si trema per<br />
la vostra fragilità da quando vi si prende in custodia,<br />
così sempre si palpita dopo ogni vostra vittoria, perché<br />
il Nemico del Bene è vigile a tentare di abbattere<br />
ciò che lo spirito costruisce. Perciò gioioso, perfetto<br />
nella sua gioia è l'attimo in cui entriamo con voi nel<br />
Cielo. Perché nulla più può distruggere ciò che è or-<br />
Dagli scritti di Maria Valtorta<br />
La missione dell'Angelo Custode<br />
mai compiuto.<br />
E ora, anima mia, rispondo ad un tuo<br />
intimo chiederti se Dio è contento<br />
che nella tua casa sia un altro Custode<br />
1. 0 tu, che non ci fai mai domande<br />
ma tieni aperto il tuo spirito sul<br />
quale il tuo desiderio scrive talora i<br />
suoi più forti interrogativi a tua stessa<br />
insaputa, senza che la tua volontà,<br />
trattenuta dal chiedere da quel degno<br />
rispetto che troppo pochi hanno verso<br />
il Soprannaturale che si abbassa<br />
su voi, sappi che è dolce rispondere a<br />
chi è come te, e darti conforto, anima<br />
cara a Dio e tormentata dagli uomini.<br />
Sì. Dio è contento. Contento perché nella tua casa è<br />
un angelo felice di vegliare un'anima testé creata,<br />
gemma di Dio, e contento perché Gesù è Colui che<br />
amava i pargoli... e il resto lo dico all'anima tua, e<br />
resti fra noi come un segreto così bello che è inutile<br />
svelarlo al mondo che non sa comprendere le gioie di<br />
Dio e delle anime di Dio».<br />
20 agosto. Dice S. Azaria, ancora seguendo le sue<br />
spiegazioni sugli Angeli Custodi:<br />
«Un'altra azione dell'Angelo Custode è quella di essere<br />
costantemente e meravigliosamente attivo presso<br />
Dio, del quale ascolta gli ordini e al quale offre le<br />
azioni buone del custodito, presenta e appoggia le<br />
suppliche, intercede nelle sue pene; e presso l'uomo al<br />
quale soprannaturalmente fa da maestro che guida nel<br />
sentiero diritto, senza soste, con ispirazioni, luci, attraimenti<br />
verso Dio.<br />
Oh! i nostri fuochi, che sono i fuochi della Carità che<br />
ci ha creati e che ci investe dei suoi ardori, noi li convergiamo<br />
sui nostri custoditi, così come fa il sole sulla<br />
zolla che chiude un seme per intiepidirla e farlo germinare,<br />
e poi sullo stelo per irrobustirlo e farlo divenire<br />
fusto e pianta robusta. Coi nostri fuochi noi vi consoliamo,<br />
scaldiamo, irrobustiamo, illuminiamo, ammaestriamo,<br />
attraiamo al Signore. Che se poi il gelo<br />
ostinato dell'anima e la sua durezza ostinata non si<br />
lascia da noi penetrare e vincere, che se poi l'armonia<br />
caritatevole dei nostri insegnamenti non viene accolta<br />
ma anzi sfuggita per inseguire la fragorosa musica<br />
infernale che sbalordisce e fa folli, non di noi è la<br />
colpa. Di noi è il dolore per il fallimento della nostra<br />
azione d'amore sull'anima che amiamo, con tutte le<br />
nostre capacità, dopo Dio.<br />
Noi siamo dunque sempre presso il nostro custodito,<br />
sia che sia un santo o un peccatore. Dall'infusione<br />
dell'anima nella carne alla separazione dell'anima<br />
dalla carne, noi siamo presso la creatura umana che<br />
l'Altissimo Signore ci ha affidata. E questo pensiero,
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
che ogni uomo ha presso un angelo, dovrebbe aiutarvi<br />
ad amare il prossimo vostro, sopportarlo, accoglierlo<br />
con amore, con rispetto, se non per se stesso, per l'invisibile<br />
Azaria che è seco lui e che, come angelo, merita<br />
sempre rispetto e amore.<br />
Se pensaste che a ogni vostra azione verso il prossimo,<br />
oltre l'Occhio onnipresente di Dio, presiedono e<br />
osservano due spiriti angelici i quali gioiscono o soffrono<br />
di ciò che fate, come sareste più buoni sempre<br />
col prossimo vostro! Pensate: voi accogliete una persona,<br />
l'onorate ovvero la mortificate, l'aiutate o la<br />
respingete, peccate con lei o la traete dal peccato, ne<br />
siete istruiti e la istruite, la beneficate o ne siete beneficati...<br />
e due angeli, il vostro e il suo, sono presenti e<br />
vedono non solo le vostre azioni palesi ma la verità<br />
delle vostre azioni, ossia se le fate con vero amore, o<br />
con finto amore, o con astio, con calcolo e così via.<br />
Date un'elemosina? I<br />
due angeli vedono come<br />
la date. Non la date? I<br />
due angeli vedono il<br />
perché vero di perché<br />
non la date. Ospitate un<br />
pellegrino o lo respingete?<br />
I due angeli vedono<br />
come lo ospitate, vedono<br />
ciò che è spiritualmente<br />
vero nella vostra<br />
azione. Visitate un malato?<br />
Consigliate un<br />
dubbioso? Confortate<br />
un afflitto? Onorate un<br />
defunto? Richiamate<br />
alla giustizia uno smarrito?<br />
Date aiuto a chi ne<br />
ha bisogno? A tutte le<br />
opere di misericordia<br />
sono testimoni due angeli:<br />
il vostro e quello di<br />
colui che riceve la vostra<br />
misericordia o se la vede negata.<br />
Vi viene a trovare, o a importunare, qualcuno? Pensate<br />
sempre che non ricevete lui solo, ma il suo angelo<br />
con lui. E perciò abbiate sempre carità. Perché anche<br />
un delinquente ha il suo angelo, e l'angelo non diviene<br />
delinquente se delinquente è il suo custodito. Accogliete<br />
perciò con amore chiunque, anche se è un amore<br />
prudentemente riservato, sulle difese, anche se è un<br />
amore severo per far comprendere, al vostro prossimo<br />
che vi visita, che la sua condotta è riprovevole e vi<br />
addolora e che la deve cambiare non tanto per piacere<br />
a voi quanto per piacere a Dio. Accogliete con amore.<br />
Perché se respingete l'uomo che vi è antipatico, o indesiderabile,<br />
importuno in quel momento, o che sapete<br />
perfido, respingete pure l'ospite invisibile ma santo<br />
che è seco lui e che dovrebbe farvi gradito ogni visitatore,<br />
perché ogni prossimo che viene da voi porta fra<br />
le vostre mura o a voi vicino l'angelo che è suo custode.<br />
Dovete vivere presso chi non vi piace? Prima di<br />
tutto non giudicate. Non sapete giudicare. L'uomo non<br />
P a g i n a 27<br />
giudica con giustizia che rarissimamente. Ma anche<br />
giudicando con giustizia, in base a elementi<br />
positivi ed esaminati senza prevenzioni e astii umani,<br />
non mancate alla carità, perché oltre che al prossimo<br />
voi manchereste verso l'angelo custode di quel prossimo.<br />
Se sapeste considerare così, come più facile vi<br />
sarebbe superare antipatie e rancori, e amare, amare,<br />
compiere le opere che vi faranno dire da Gesù Signore<br />
e Giudice: "Vieni alla mia destra, tu benedetto".<br />
Su, un piccolo sforzo, una continua riflessione sempre,<br />
questa: vedere, con l'occhio della fede, l'angelo<br />
custode che è al fianco di ogni uomo, e agire sempre<br />
come se ogni vostra azione fosse fatta all'angelo di<br />
Dio che testimonierà presso Dio. Egli, l'angelo custode<br />
di ogni uomo — io ve lo assicuro — unito al vostro<br />
dirà al Signore: "Altissimo, costui sempre fu fedele<br />
alla carità, amando Te nell'uomo, amando il<br />
mondo soprannaturale<br />
nelle creature, e per questo<br />
amore spirituale sopportò<br />
offese, perdonò, fu misericorde<br />
verso ogni uomo, a<br />
imitazione del Figlio tuo<br />
diletto i cui occhi umani,<br />
pur mirando i suoi nemici,<br />
vedevano al loro fianco,<br />
con l'aiuto dello spirito<br />
suo santissimo, gli angeli,<br />
i loro afflitti angeli, e li<br />
onorava, aiutandoli<br />
nel tentativo di convertire<br />
gli uomini, per glorificare<br />
con essi Te, Altissimo,<br />
salvando da Male quante<br />
più creature possibile".<br />
Io voglio che tu, che giubili<br />
perché venendo qui il<br />
Signore trova un angelo di<br />
più ad adorarlo, io voglio<br />
che come tu credi alla<br />
presenza dell'angelo del nascituro, così creda alle mie<br />
parole e ti comporti con tutti coloro che a te vengono,<br />
o con i quali hai contatti d'ogni forma, come ti ho<br />
detto, pensando all'angelo loro custode per superare<br />
stanchezze e sdegni, amando ogni creatura con giustizia<br />
per far cosa grata a Dio e di onore all'angelico<br />
custode. E di aiuto anche all'angelico custode.<br />
Medita, anima mia, come vi onora il Signore, e come<br />
noi angeli vi onoriamo, vi diamo modo di aiutare noi<br />
— Egli, il Divino, e noi suoi spirituali ministri — con<br />
la parola atta a rimettere sulle vie giuste un vostro<br />
simile e soprattutto con l'esempio di una condotta<br />
ferma nel Bene. Ferma, che non si piega a indulgenze<br />
e compromessi per non perdere l'amicizia di un uomo,<br />
premurosa unicamente di non perdere quella di Dio e<br />
dei suoi angeli. Sarà dolore, talvolta, dover essere<br />
severa perché la gloria di Dio e i suoi voleri non siano<br />
calpestati da un uomo. Procurerà forse sgarbi e freddezze.<br />
Non te ne preoccupare. Aiuta l'angelo del prossimo<br />
tuo e troverai anche questo in Cielo».
P a g i n a 28<br />
Lettere al Padre<br />
“Oggi ho saputo che era il suo ultimo giorno a Calamonaci.<br />
La cosa mi rattrista tanto e proprio per questo motivo<br />
non sono riuscita a venire alla festa domenica sera. Ero<br />
sicura che avrei pianto tanto come ho pianto la mattina a<br />
Messa. Tramite lei .... sono ritornata alla Messa domenicale...<br />
alla preghiera e devo ringraziarla tanto per questo<br />
piccolo "miracolo"… Il mese di Ottobre è il mese della<br />
Consapevolezza del lutto perinatale. La giornata è il 15<br />
ottobre. Giorno 15 alle ore 19.... si crea una Onda di Luce<br />
che attraversa tutto il mondo. Tutti alle 19 in tutte le<br />
parti del mondo accendono delle candele in memoria dei<br />
piccolini che non ci sono più. Lei sa che dopo la perdita di<br />
T... questo argomento mi sta particolarmente a cuore. Io<br />
accenderò delle candeline per le anime di questi bimbi....<br />
quelli mai nati..... quelli andati via prima di poter vedere la<br />
luce del sole (come T...) e quelli che purtroppo sono<br />
strappati dal grembo materno per qualche balordo motivo.<br />
Dirò per loro una preghiera.... pregherò per le loro<br />
famiglie e per quelle mamme che stanno pensando di abortire.<br />
Mi piacerebbe pensare anche vicino alla sua finestra<br />
ci sarà una candelina per le piccole anime. Forse<br />
da lei vengono mamme che come me hanno perso i loro<br />
piccoli. Molti consigliano psicologi e antidepressivi.... Invece<br />
la cosa che mi ha aiutato (e che mi aiuta tutt'ora) è<br />
la preghiera e il poter parlare con persone che ci sono<br />
passate prima di me. Seguo un'associazione online....che<br />
aiuta a superare il lutto perinatale. Se una mamma che ha<br />
perso il proprio figlio prima della sua nascita ha bisogno<br />
di qualcuno con cui parlare ..... qualcuno che "SA"..... allora<br />
sarei felice di contattarla. Che Dio la benedica.<br />
Con affetto, M. M.<br />
Risposta di Padre Giuseppe Tagliareni<br />
Cara M. mi è dolce leggere quanto mi hai scritto. Dio è<br />
grande! E meravigliose sono le Sue opere! La tua testimonianza<br />
tanto sofferta è altrettanto carica di verità e di<br />
speranza. La fede e la preghiera ti hanno salvato dalla<br />
disperazione. E' bello che ora tu metti a profitto di altri<br />
quanto di buono Dio ha dato a te. Apprezzo l'iniziativa<br />
della candela: è una cosa bella e significativa. Tiene desto<br />
il pensiero dell'aldilà e la dolce speranza di poter un<br />
giorno riabbracciare quei boccioli di rosa a cui solo in<br />
Cielo è stato dato di sbocciare. Ti benedico. p. G.<br />
CONSOLATIO
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
24 OTTOBRE 2011. SAN ANTONIO MARIA CLARET<br />
Un piccolo gigante della fede cattolica<br />
«Maria è il cuore della Chiesa. Per<br />
questo germogliano da essa tutte le<br />
opere di carità. È risaputo che il<br />
cuore ha due movimenti che i medici<br />
chiamano sistole e diastole. Col pri-<br />
mo, il cuore si stringe ed assorbe il<br />
sangue; col secondo si dilata e lo<br />
versa nelle arterie. Così anche Ma-<br />
ria esercita continuamente questi<br />
due movimenti: assorbe la grazia<br />
del suo amato figlio e la riversa sui<br />
peccatori». Sant‟Antonio Maria Cla-<br />
ret nacque in una famiglia catalana<br />
profondamente cristiana. Ordinato<br />
sacerdote nel 1835, quando aveva<br />
28 anni, nel 1839 si recò a Roma per<br />
chiedere a Propaganda Fide di esse-<br />
re inviato come missionario. Non<br />
raggiungendo questo obiettivo, en-<br />
trò come novizio tra i Gesuiti, ma<br />
pochi mesi dopo tornò in patria per-<br />
ché malato. Per 7 anni predicò mis-<br />
sioni popolari nella Catalogna e nelle<br />
isole Canarie conquistando un'im-<br />
mensa popolarità, anche come tau-<br />
maturgo. Nel 1849 fondò una Con-<br />
gregazione apostolica: i Figli<br />
dell‟Immacolato Cuore di Maria,<br />
oggi conosciuta come Missionari<br />
Clarettiani (presenti in 65 paesi).<br />
Claret si considerava uno strumento<br />
nelle mani della Vergine. «Gesù è il<br />
capo della Chiesa, la Vergine ne è il<br />
collo, le braccia sono i missionari<br />
della sua Congregazione. Essi sa-<br />
pranno lavorare, sapranno abbrac-<br />
ciare il mondo intero, sapranno pre-<br />
gare Gesù e Maria. La Madonna si<br />
servirà di loro come delle sue brac-<br />
cia e del suo petto a generare e<br />
nutrire figli. I missionari sono come<br />
delle nutrici che con sapienza e con<br />
amore rigenerano i peccatori.<br />
È necessario per questo che essi come<br />
buone nutrici, sappiano alimentarsi con<br />
la preghiera vocale e mentale, con la<br />
lettura spirituale, lo studio della teo-<br />
logia e l‟esercizio del ministero». No-<br />
minato nel 1849 arcivescovo di Santia-<br />
go di Cuba (all'epoca appartenente alla<br />
corona di Spagna), arrivò in diocesi nel<br />
febbraio di 1851. Da arcivescovo com-<br />
pì un‟opera di apostolato immenso,<br />
solcando l‟isola da parte a parte per<br />
visitare le sue parrocchie, pronuncian-<br />
do più di 11 mila sermoni e regolariz-<br />
zando quasi 30 mila matrimoni. Lottò<br />
contro la schiavitù, si sforzò di miglio-<br />
rare la condizione dei contadini e degli<br />
operai fondando le “case del lavoro”,<br />
promosse l'agricoltura, anche con di-<br />
verse pubblicazioni e creando una fat-<br />
toria modello a Camagüey. Soccorse le<br />
vittime del sisma del 1852 (che aveva<br />
predetto). Creò in ogni parrocchia una<br />
cassa di risparmio. Questo zelo evan-<br />
gelizzatore gli valse l‟odio dei ricchi<br />
proprietari terrieri che, a più riprese,<br />
tentarono di farlo assassinare. Ma<br />
ogni volta fu provvidenzialmente sal-<br />
vato. Non esitò ad attribuire queste<br />
protezioni straordinarie al suo angelo<br />
custode. Nei suoi scritti autobiografi-<br />
ci ne parlò più di una volta, e parlò<br />
anche delle sue estasi, accompagnate<br />
talvolta da lievitazione e da manife-<br />
stazioni luminose. Nel 1857 la regina<br />
Elisabetta lo richiamò a Madrid come<br />
suo confessore. Continuò ad annunzia-<br />
re il Vangelo nella capitale e in tutta<br />
la penisola. Esiliato in Francia nel 1868<br />
arrivò con la regina a Parigi e, anche<br />
qui, proseguì le sue predicazioni. Poi<br />
partecipò al concilio Vaticano I, dove<br />
difese con ardore l'infallibilità del<br />
Romano Pontefice.<br />
P a g i n a 29<br />
Perseguitato ancora dalla rivoluzio-<br />
ne, si rifugiò nel monastero di Fon-<br />
tfroide, presso Narbona, dove spirò<br />
santamente il 24.10.1870. Sulla tom-<br />
ba furono scolpite le parole di papa<br />
Gregorio VII: "Ho amato la giustizia<br />
e odiato l‟iniquità, per questo muoio<br />
in esilio". Il suo corpo si venera nella<br />
Casa Madre dei Clarettiani a Vic<br />
(Barcellona, Spagna). Disse di lui Pio<br />
XII: «Spirito grande, sorto come<br />
per appianare i contrasti: poté esse-<br />
re umile di nascita e glorioso agli<br />
occhi del mondo; piccolo nella perso-<br />
na però di anima gigante; modesto<br />
nell'apparenza, ma capacissimo d'im-<br />
porre rispetto anche ai grandi della<br />
terra; forte di carattere però con la<br />
soave dolcezza di chi sa dell'auste-<br />
rità e della penitenza; sempre alla<br />
presenza di Dio, anche in mezzo ad<br />
una prodigiosa attività esteriore;<br />
calunniato e ammirato, festeggiato e<br />
perseguitato. E tra tante meraviglie,<br />
quale luce soave che tutto illumina,<br />
la sua devozione alla Madre di Dio».<br />
Matteo Orlando
P a g i n a 30 CONSOLATIO<br />
QUINDICI MINUTI CON GESU’ - di Sant'Antonio Maria Claret<br />
VOCE DI GESU'<br />
1. Non è necessario, figlio mio, sapere molto per farmi piacere.<br />
Basta che tu abbia fede e che mi ami con fervore. Se<br />
vuoi farmi piacere ancora di più, confida in me di più; se vuoi<br />
farmi piacere immensamente, confida in me immensamente.<br />
Allora parlami come parleresti con il più intimo dei tuoi amici,<br />
come parleresti con tua madre o tuo fratello<br />
VUOI FARMI UNA SUPPLICA IN FAVORE DI QUAL-<br />
CUNO?<br />
Dimmi il suo nome, sia quello dei tuoi genitori, dei tuoi fratelli<br />
o amici, o di qualche persona a te raccomandata. Dimmi<br />
subito cosa vuoi che faccia adesso per loro. L‟ho promesso:<br />
"chiedete e vi sarà dato. Chi chiede<br />
ottiene". Chiedi molto, molto. Non<br />
esitare nel chiedere. Ma chiedi con<br />
fede perché io ho dato la parola: "Se<br />
aveste fede quanto un granellino di<br />
senape potreste dire al monte: Levati<br />
e gettati nel mare ed esso ascolterebbe.<br />
Tutto quello che domandate<br />
nella preghiera, abbiate fede di averlo<br />
ottenuto e vi sarà accordato". Mi<br />
piacciono i cuori generosi che in certi<br />
momenti sono capaci di dimenticare<br />
se stessi per pensare alle necessità<br />
degli altri. Così fece mia Madre a<br />
Cana in favore degli sposi, quando<br />
nella festa dello sposalizio è venuto a<br />
mancare il vino. Mi chiese un miracolo<br />
e l‟ottenne. Così fece anche quella<br />
donna Cananea che mi chiese di liberare<br />
la figlia dal demonio, ed ottenne<br />
questa grazia specialissima. Parlami<br />
dunque con la semplicità dei poveri,<br />
di chi vuoi consolare, dei malati che vedi soffrire, dei traviati<br />
che vorresti tornassero sulla retta via, degli amici che si<br />
sono allontanati e che vorresti vedere ancora accanto a te,<br />
dei matrimoni disuniti per i quali vorresti la pace. Ricorda<br />
Marta e Maria quando mi supplicarono per il fratello Lazzaro<br />
ed ottennero la sua risurrezione. Ricorda santa Monica che,<br />
dopo avermi pregato durante trent‟anni per la conversione<br />
del figlio, grande peccatore, ottenne la sua conversione e<br />
diventò il grande Sant‟Agostino. Non dimenticare Tobia e<br />
sua moglie che con le loro preghiere ottennero fosse loro<br />
mandato l‟Arcangelo Raffaele per difendere il figlio in viaggio,<br />
liberandolo dai pericoli e dal demonio, per poi farlo ritornare<br />
ricco e felice a fianco dei suoi familiari. Dimmi anche<br />
una sola parola per molte persone, ma che sia una parola<br />
d‟amico, una parola del cuore e fervente. Ricordami che l‟ho<br />
promesso: “Tutto è possibile per chi crede. Il Padre vostro<br />
che è nei cieli darà cose buone a quelle che gliele domandano!<br />
Tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo<br />
concederà”.<br />
E PER TE HAI BISOGNO DI QUALCHE GRAZIA?<br />
Se vuoi farmi una lista delle tue necessità e vieni a leggerle<br />
in mia presenza, ricorda il caso del mio servo Salomone: mi<br />
chiesa la saggezza e gli fu concessa in abbondanza. Non<br />
dimenticare Giuditta che implorò grande coraggio e<br />
l‟ottenne. Tieni presente Giacobbe che mi chiese prosperità<br />
(promettendomi di dare in opere buone la decima parte di<br />
quanto avesse avuto) e gli fu concesso molto, generosamente,<br />
tutto quello che desiderava e ancor di più. Sara mi pregò<br />
ed io allontanai il demonio che la tormentava. Magdalena<br />
pregò con fede e la liberai dalle brutte<br />
abitudini. Zaccheo con la preghiera si<br />
liberò dal dannoso attaccamento al<br />
denaro e si trasformò in un uomo generoso.<br />
E tu ... cosa vuoi che ti conceda?<br />
Dimmi sinceramente se sei <strong>org</strong>oglioso,<br />
se ami la sensualità e la pigrizia.<br />
Che sei egoista, incostante. Che trascuri<br />
i tuoi doveri. Che giudichi severamente<br />
il tuo prossimo, dimenticando<br />
la mio proibizione: "non giudicate per<br />
non essere giudicati; non condannate e<br />
non sarete condannati" . Dimmi se parli<br />
senza carità degli altri. Che ti preoccupi<br />
di più di quello che pensano gli<br />
altri di te che di quello che "pensa Dio<br />
". Che ti lasci dominare dalla tristezza<br />
e dal malumore. Che rifiuti la tua vita,<br />
la tua povertà, i tuoi mali, il tuo lavoro,<br />
il modo come ti trattano, dimenticando<br />
quello che dice il Libro santo: "Dio<br />
dispone tutte le cose per il bene di<br />
quelli che lo amano". Dimmi se hai l'abitudine di dire bugie,<br />
che non domini il tuo sguardo né la tua immaginazione, che,<br />
preghi poco, senza fervore, che le tue confessioni sono<br />
fatte senza dolore e senza l'intenzione di evitare poi le<br />
occasioni di peccato, e per questo cadi sempre nelle stesse<br />
mancanze. Che la messa la segui male e le comunioni le fai<br />
senza preparazione e con poche azioni di grazia. Che sei<br />
pigro ed hai paura dell'apostolato. Che qualche volta passi<br />
alcuni giorni senza leggere neanche una pagina della Bibbia.<br />
Ed io ti ricorderò i miei insegnamenti che porteranno una<br />
trasformazione totale nella tua vita. Ti dirò ancora : "Dio<br />
umilia gli <strong>org</strong>ogliosi ma gli umili colma di grazie ... ". "Se trascuri<br />
i piccoli doveri trascurerai anche quelli grandi. Di ogni<br />
parola dannosa che uscirà dalla vostra bocca dovrete renderne<br />
conto il giorno del giudizio. Beati quelli che ascoltano<br />
la parola del Signore e la mettono in pratica".
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
2. Non ti vergognare, povera anima! Ci sono in cielo molti<br />
giusti e tanti Santi di prim‟ordine che hanno avuto gli stessi<br />
tuoi difetti . Ma pregarono con umiltà e poco a poco si sono<br />
liberati di essi. Perchè “non sono venuto a chiamare i giusti,<br />
ma i peccatori" e perchè “Dio non rifiuta mai un cuore umiliato<br />
e pentito". E non esitare neanche nel chiedermi beni<br />
spirituali e materiali. Salute, memoria, simpatia, successo<br />
nel lavoro, negli studi e negli affari. Andare d'accordo con<br />
tutte le persone. Nuove idee per i tuoi affari, amicizie che li<br />
siano utili, buon carattere, pazienza, allegria, generosità,<br />
amore per Dio, odio al peccato ... Tutto questo posso darti e<br />
ti dò, e desidero che tu mi chieda sempre quanto favorisca<br />
ed aiuti la tua santità e non si opponga ad essa. Ma in tutto<br />
devi sempre ripetere la mia preghiera nell‟orto: “Padre, non<br />
ciò che io voglio, ma ciò che vuoi Tu".<br />
Perché molte volte quel che chiede<br />
una persona non conviene per la sua<br />
salvezza, ed allora nostro Padre gli<br />
concede altri doni che gli faranno<br />
maggior bene.<br />
E PER OGGI?<br />
Che ti occorre? Cosa posso fare per<br />
il tuo bene? Se tu sapessi il desiderio<br />
che ho di favorirti. Ho dato da<br />
mangiare a cinquemila persone con<br />
solo cinque pani, perché ho visto<br />
che ne avevano bisogno. Ho calmato<br />
la tempesta quando gli apostoli mi<br />
svegliarono. Ho risuscitato la figlia<br />
di Giairo quando suo padre mi chiese<br />
di farlo. Anche tu dovrai ripetere<br />
col profeta: “Chi si è rivolto al Signore<br />
e non è stato ascoltato?".<br />
HAI ADESSO FRA LE MANI QUALCHE PROGETTO?<br />
Raccontami nei dettagli, Cosa ti preoccupa? Cosa pensi di<br />
fare? Cosa vuoi? Come posso aiutarti? Magari ricordi sempre<br />
la frase del salmista: "Quel che ci porta al successo non<br />
sono i nostri affanni. Quel che ci porta al successo è la benedizione<br />
di Dio. Raccomandati a Dio nelle tue preoccupazioni<br />
e vedrai realizzarsi i tuoi desideri". Gli israeliti<br />
desideravano occupare lo terra promessa. Mi supplicarono e<br />
lo concessi. David voleva vincere Golia, Mi pregò e l'ottenne.<br />
I miei apostoli volevano che aumentassi la loro fede. Mi<br />
chiesero questo favore e lo concessi con enorme generosità.<br />
E tu... cosa vuoi che ti conceda?<br />
COSA POSSO FARE PER I TUOI AMICI?<br />
Cosa posso fare per i tuoi superiori, per le persone che vivo-<br />
P a g i n a 31<br />
QUINDICI MINUTI CON GESU’ - di Sant'Antonio Maria Claret<br />
no nella tua casa, nel tuo quartiere, che trovi nel tuo cammino,<br />
per le persone delle quali dovrai rendere conto il giorno<br />
del giudizio? Geremia pregò per la città di Gerusalemme e<br />
Dio la colmò di benedizioni. Daniele pregava per i suoi connazionali<br />
ed ottenne che diminuissero molte loro pene. E tu<br />
cosa mi chiedi per i tuoi vicini di casa, per il tuo quartiere,<br />
per la tua regione, per la tua patria ... ?<br />
PER I TUOI GENITORI?<br />
Se sono già morti ricorda che "è una opera santa e buona<br />
pregare Dio per i morti, perchè riposino dalle loro pene ". E<br />
se sono ancora viventi, cosa vuoi per loro? Più pazienza nelle<br />
loro pene, nei loro problemi di salute? Un carattere piacevole?<br />
Comprensione in famiglia? Le<br />
preghiere di un figlio non possono<br />
essere respinte da chi, a Nazareth,<br />
per tren'anni è stato esempio di<br />
amore filiale.<br />
C'E' QUALCHE FAMILIARE CHE<br />
HA BISOGNO DI QUALCHE FA-<br />
VORE?<br />
Prega per lui o per lei e io farò della<br />
tua famiglia un tempio d'amore e<br />
conforto, e verserò a mani piene sui<br />
tuoi familiari le grazie e gli aiuti<br />
necessari per essere felici nel tempo<br />
e nell'eternità.<br />
E PER ME?<br />
Non desideri da me grazia e amicizia<br />
? Non vorresti fare del bene al<br />
tuo prossimo, ai tuoi amici, a chi ami<br />
forse molto, ma che vivono lontani dalla religione o non la<br />
praticano nel modo giusto? Sono padrone dei cuori che, rispettando<br />
la loro libertà, parto dolcemente verso lo santità<br />
e l'amore di Dio. Ma ho bisogno di persone che preghino per<br />
loro.<br />
3. Nel Vangelo ho lascialo questa promessa: “Il Padre vostro<br />
celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono".<br />
Chiedimi per i tuoi familiari quel buon spirito, che si ricordino<br />
dell'eternità che li aspetta, di prepararsi un buon tesoro<br />
in cielo facendo in questa vita moltissime opere buone e<br />
pregando ininterrottamente. Lavorando per lo salvezza della<br />
tua famiglia e degli altri non dimenticare mai la stupenda<br />
promessa del profeta: "coloro che avranno indotto molti alla<br />
giustizia risplenderanno come le stelle per sempre".
P a g i n a 32 CONSOLATIO<br />
QUINDICI MINUTI CON GESU’ - di Sant'Antonio Maria Claret<br />
SEI FORSE TRISTE O DI MALUMORE ?<br />
Raccontami. Raccontami, anima sconsolata, le tue tristezze<br />
in ogni dettaglio. Chi li ha ferito? Chi ha ferito il tuo amor<br />
proprio? Chi ti ha disprezzato? Dimmi se ti va male nel tuo<br />
lavoro e io li dirò le cause del tuo insuccesso. Non vorresti<br />
che mi occupassi di qualcosa per te? Avvicinati al mio cuore<br />
che ha un balsamo efficace per tutte ferite del tuo. Raccontami<br />
tutto e in breve mi dirai che, come Me, tutto perdoni e<br />
tutto dimentichi, perchè "le pene di questa vita non sono<br />
comparabili con l'immensa<br />
gioia che ci attende quale<br />
premio nell'eternità".<br />
Senti l'indifferenza di<br />
persone che prima ti hanno<br />
voluto bene ma che ora<br />
ti dimenticano e si allontanano<br />
da te senza motivo?<br />
Prega per loro. Il<br />
mio amico Giobbe pregò<br />
per quelli che con lui sono<br />
stati ingrati, e la bontà<br />
divina li perdonò, e li fece<br />
tornare alla sua amicizia..<br />
VUOI RACCONTARMI<br />
QUALCHE GIOIA?<br />
Perchè non mi fai partecipe<br />
di essa, come buon<br />
amico? Raccontami quello<br />
che da ieri o dalla tua<br />
ultima visita a Me ha<br />
consolato e ha fatto sorridere<br />
il tuo cuore. Forse<br />
hai avuto gradevoli sorprese.<br />
Magari sono sparite<br />
certe angosce o paure<br />
per il futuro. Hai superato<br />
qualche ostacolo, oppure,<br />
sei uscito da qualche<br />
difficoltà impellente? Tutto questo è opera mia. Io ti ho<br />
procurato tutto questo. Quanto mi rallegrano i cuori grati<br />
che, come il lebbroso guarito, tornano per ringraziare, ma<br />
molto mi rattristano gli ingrati che, come i nove lebbrosi del<br />
Vangelo, non tornano per ringraziare per i benefici ricevuti.<br />
Ricorda che “chi ringrazia per un beneficio attiene che gli si<br />
concedano degli altri". Dimmi sempre un "grazie" con tutto il<br />
cuore.<br />
E POI ... NON HAI QUALCHE PROMESSA DA FARMI?<br />
Già lo sai che leggo nel fondo del tua cuore. Gli umani si<br />
ingannano facilmente. Dio no.. Parlami allora can sincerità.<br />
Hai il fermo proposito di non esporti più a quella occasione di<br />
peccato? Di privarti di quel giornale, rivista, film, programma<br />
televisivo che danneggia la tua anima? Di non leggere quel<br />
libro che ha eccitato la tua immaginazione ? Di non Trattare<br />
quella persona che ha turbata la pace della tua anima? Di<br />
stare in silenzio quando senti che arriva la collera ? Perchè<br />
“gli imprudenti dicono quello che sentono dentro di sé quando<br />
sana di malumore, ma i prudenti rimangono sempre in<br />
silenzio. quando sona di malumore, e sanno dissimulare le<br />
offese ricevute. Vuoi<br />
fare il buon proposito di<br />
non parlare male di nessuno,<br />
anche quando credi<br />
che quel che dici è verità?<br />
Di non lamentarti<br />
perché è dura la vita? Di<br />
offrirmi le tue sofferenze<br />
in silenzio. invece di<br />
andare in giro rinnegando<br />
le tue pene? Di lasciare<br />
ogni giorno un piccolo<br />
spazio per leggere qualche<br />
casa che ti sia di<br />
profitto, specialmente la<br />
Bibbia? Così diranno<br />
anche a te: "ascolta la<br />
parola di Dia e la mette<br />
in pratica, sarà come una<br />
casa costruita sulla roccia,<br />
non crollerà".<br />
Sarai ancora amabile con<br />
le persone che li hanno<br />
trattato male ? Avrai da<br />
ara in poi un volto allegra<br />
ed un sorriso amabile?<br />
Anche can quelli che non<br />
hanno molta simpatia per<br />
te ? Ricorda le mie parale:<br />
"Se saluti salo quelli<br />
che ti amano., che merito<br />
ne hai? Anche i cattivi fanno così. Perdona e sarai perdonato.<br />
Un volto amabile rallegra i cuori degli altri".<br />
E ADESSO RITORNA ALLE TUE OCCUPAZIONI ...<br />
Ma non dimenticare questi quindici minuti di gradevole conversazione<br />
che abbiamo avuto qui nella solitudine del santuario.<br />
Conserva più che puoi il silenzio, la modestia e la carità<br />
con il prossimo. Ama mia Madre, che è anche Madre tua.<br />
Ricorda che essere buon devoto della Vergine Maria è segno<br />
di sicura salvezza. Gloria al Padre….
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
CONSOLARE GESU'<br />
Il fine di tutto il cammino della vita spirituale è giungere<br />
all'intimità profonda con Gesù e condividere con<br />
lui le gioie e i dolori che Egli prova.<br />
Gesù ha bisogno di consolatori, ma ne trova pochi.<br />
Consolare Gesù è il modo più raffinato di amarlo.<br />
Alla fine di lutto che cosa conta veramente ?<br />
Non sono le grandi opere che posso fare, gli atti di<br />
eroismo che posso realizzare per tanti poveri bisognosi,<br />
ma consolare Gesù.<br />
E' Lui il centro di tutta la vita del1a Chiesa.<br />
Quando amo Gesù e lo consolo, sono già in tutte le<br />
parti del mondo, sono già al letto dei morenti, nelle<br />
c a r c e r i ,<br />
nei lebbrosari,<br />
a<br />
consolare<br />
moribondi,<br />
ad alleviare<br />
le soff<br />
e r e n z e<br />
del purgatorio.Perché<br />
se è<br />
vero che<br />
dove c'è<br />
uno che<br />
soffre là<br />
c‟è Gesù, è<br />
anche altrettanto<br />
vero che<br />
consolare<br />
Gesù è già<br />
sconfiggere lo tristezza del mondo. Vocazione questa<br />
molto difficile da capire e da vivere: occorre aver<br />
raggiunto un alto grado di santità.<br />
GESU' AD ALEXANDRINA MARIA DA COSTA<br />
Non hai compassione di Me?<br />
Sono nei tabernacoli tutto solo. Tanto schernito. abbandonato<br />
e tanto offeso..<br />
Va‟ a consolarmi ed a riparare: ripara tanto abbandono.<br />
Visitare i carcerati e consolarli è opera buona. lo sono<br />
carcerato per Amore.<br />
Io sono il carcerato dei carcerati.<br />
PREGHIERA<br />
P a g i n a 33<br />
QUINDICI MINUTI CON GESU’ - di Sant'Antonio Maria Claret<br />
Dolce Madre di Gesù. Tu sei LA PRIMA ADORATRICE<br />
di LUI e della Santissima Trinità.<br />
Tu sei la MADRE DELL 'ADORAZIONE, la Madre di<br />
tutte le anime adoratrici, la Madre mia...<br />
Sotto la Tua protezione metto la mia vita.<br />
Con immensa riconoscenza Ti ringrazio perché mi apri<br />
gli occhi per contemplare Colui che si immola nel Santo<br />
Altare e mi apre la via dell‟ Adorazione Eucaristica.<br />
Mi conduci sempre al cospetto del Tuo Figlio nel Tabernacolo.<br />
Custodisci<br />
l'anima mia<br />
e santifica<br />
la mia voc<br />
a z i o n e<br />
a dor a t ri -<br />
ce, per la<br />
Gloria del<br />
Padre e<br />
del Figlio e<br />
dello Spirito<br />
Santo.<br />
Amen!<br />
Niente ti turbi!<br />
Niente ti spaventi!<br />
Solo Dio basta!
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
05 Ottobre<br />
Santa Faustina<br />
Kowalska<br />
ALCUNI SANTI DEL MESE<br />
A cura di Matteo Orlando (dal settimanale Verona Fedele)<br />
P a g i n a 34<br />
«Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell’inferno. E’ un luogo di grandi tormenti<br />
per tutta la sua estensione spaventosamente grande (…). Il peccatore sappia che col senso<br />
col quale pecca verrà torturato per tutta l’eternità. Scrivo questo per ordine di Dio, affinché<br />
nessun’anima si giustifichi dicendo che l’inferno non c’è, oppure che nessuno c’è mai stato e nessuno<br />
sa come sia» (Diario di Suor Faustina Kowalska, pag. 276-277). «Tu – mi disse la Madonna<br />
- devi parlare al mondo della Sua grande Misericordia e preparare il mondo alla Sua seconda<br />
venuta. Egli verrà non come Salvatore misericordioso, ma come Giudice Giusto. Oh, quel giorno<br />
sarà tremendo! E' stato stabilito il giorno della giustizia, il giorno dell'ira di Dio davanti al quale<br />
tremano gli angeli. Parla alle anime di questa grande Misericordia, fino a quando dura il tempo<br />
della pietà» (Diario, p.248). Elena Kowalska nacque a Glogowicw (Polonia) il 25.8.1905. A causa<br />
delle precarie condizioni economiche familiari, non ricevette dai genitori il permesso di farsi suora.<br />
Per procurarsi i mezzi materiali per la dote ed il corredo andò a servizio presso varie famiglie,<br />
finché, seguendo la chiamata di Gesù, andò via di casa in cerca di un convento che la accettasse.<br />
Dopo molte traversie venne accolta nel convento delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia.<br />
Nell'anno di noviziato fu associata ai servizi nei campi, in cucina, in portineria. Il 30<br />
aprile 1928 vestì l'abito religioso ed emise la prima professione assumendo il nome di Maria Faustina.<br />
Il 22 febbraio 1931 le apparve Gesù Misericordioso, ordinandole di far dipingere una sua<br />
immagine sul modello della visione per diffonderne la devozione. Inoltre la incaricò di tre cose:<br />
ricordare al mondo la conosciuta ma dimenticata verità dell’amore misericordioso di Dio, elaborare<br />
nuove forme di devozione alla Divina Misericordia e dare inizio ad un movimento di rinnovamento<br />
della vita dei cristiani secondo lo spirito di fede e misericordia. Suor Faustina dal 1934, su<br />
ordine del suo direttore spirituale, iniziò ad annotare in un diario le rivelazioni, le esperienze misti-<br />
che e le preghiere che andava via via ricevendo da Gesù. Da questo diario, costituito da sei quadernetti, verrà poi tratto un libro<br />
di circa 600 pagine pubblicato in tutto il mondo col titolo di "Diario di Suor Faustina Kowalska". La religiosa trascorse gli ultimi<br />
dieci anni della sua vita nella sofferenza, a causa della grave forma di tubercolosi dalla quale era affetta. La malattia la stroncò<br />
all'età di 33 anni. È stata beatificata e canonizzata dal Beato Papa Giovanni Paolo II, rispettivamente il 18.4.1993 e il 30.4.2000.<br />
«Andiamo a distruggere in mezzo a quei popoli l'impero di Satana, e ad impiantarvi il trionfale vessillo<br />
della croce, e allo splendore di questo segno quei popoli vedranno la luce. Andiamo a innaffiare coi<br />
nostri sudori, con le acque di vita eterna quelle aride ed infuocate regioni, ed esse germoglieranno al<br />
Creatore nuovo popolo di fedeli adoratori» (S. 3128). «Quello che mi importa è unicamente (…) che si<br />
converta la Nigrizia» (S. 6987). San Daniele Comboni, primo Vescovo cattolico dell'Africa Centrale,<br />
fondatore della Congregazione dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù e delle Suore Missionarie<br />
Comboniane Pie Madri della Nigrizia, evangelizzatore carico di entusiasmo e passione apostolica,<br />
impiegò le risorse della sua ricca personalità e della sua solida spiritualità per far conoscere ed accogliere<br />
Cristo in Africa, continente che amava profondamente. Quarto di 8 figli, nacque a Limone sul<br />
Garda (Bs) il 15.3.1831, in una famiglia di contadini, ricca di fede e valori umani, ma povera di mezzi<br />
economici. Dopo aver frequentato la scuola a Verona, presso l'Istituto fondato da don Nicola Mazza,<br />
scoprì la sua vocazione, completò gli studi e venne ordinato sacerdote il 31.12.1854. Tre anni dopo partì<br />
per l'Africa assieme ad altri 5 missionari mazziani. Dopo 4 mesi di viaggio, la spedizione missionaria di<br />
cui il Comboni fece parte arrivò a Khartoum, la capitale del Sudan. L'impatto con la realtà africana fu<br />
forte. Clima insopportabile, malattie, morte di numerosi e giovani compagni missionari, povertà e<br />
abbandono della gente, lo spinsero sempre più ad andare avanti e a non desistere da ciò che aveva<br />
iniziato: «Noi venimmo qua col bacio della pace, allo scopo di portar loro il più gran bene che vi sia, la<br />
Religione» (S. 297). Si sentì interiormente confermato nella decisione di continuare la sua missione<br />
10 Ottobre<br />
San Daniele<br />
Comboni<br />
quando sentì: «O Nigrizia o morte, o l'Africa o la morte». Nel 1864, raccolto in preghiera sulla tomba di San Pietro a Roma, ebbe<br />
una folgorante illuminazione che lo portò ad elaborare il suo famoso Piano per la rigenerazione dell'Africa: «Salvare l'Africa con<br />
l'Africa». A tale scopo, si dedicò ad una instancabile animazione missionaria in ogni angolo d'Europa, chiedendo aiuti spirituali e<br />
materiali per le missioni africane ma ricordando che il ―filantropismo cattolico” non basta se poi si pensa ad «abbandonare avvolte<br />
nell'infedeltà e nella barbarie quelle vaste e popolate regioni» (S. 2752). Partecipò al Concilio Vaticano I, quello che affermò<br />
solennemente l’infallibilità del Papa, dove fece sottoscrivere a 70 Vescovi una petizione a favore dell'evangelizzazione dell'Africa<br />
Centrale. Anche da Vescovo (dal 2.7.1877) continuò a lottare contro la piaga dello schiavismo e a consolidare l'attività missionaria.<br />
Il 10.10.1881, a soli 50 anni, morì a Khartoum, tra la sua gente, cosciente che: «Io muoio ma la mia opera non morirà».
P a g i n a 35<br />
17 Ottobre<br />
San Ignazio<br />
d’Antiochia<br />
CONSOLATIO<br />
ALCUNI SANTI DEL MESE<br />
A cura di Matteo Orlando (dal settimanale Verona Fedele)<br />
«Per primo nella letteratura cristiana, attribuisce alla Chiesa l'aggettivo “cattolica”, cioè<br />
“universale”: “Dove è Gesù Cristo", egli afferma, “lì è la Chiesa cattolica” (Smirnesi<br />
8,2)» (Benedetto XVI). Sant'Ignazio, dal 70 al 107 terzo Vescovo di Antiochia (oggi in Turchia), è<br />
annoverato tra i Padri apostolici. A causa della testimonianza da lui resa a Cristo fu condannato<br />
durante l'impero di Traiano (98-117) al supplizio delle fiere. Dalla Siria Ignazio fu mandato a Roma<br />
per essere gettato in pasto alle belve ma compiendo il suo viaggio attraverso l'Asia, sotto la custodia<br />
severa delle guardie, nelle singole città dove sostava, con prediche e ammonizioni, andava rinsaldando<br />
le Chiese; soprattutto esortava, col calore più vivo, di guardarsi dalle eresie, che allora cominciavano<br />
a pullulare, e raccomandava di non staccarsi dalla tradizione apostolica. Per Ignazio<br />
essere nella debita comunione con il vescovo - senza il quale non si possono celebrare né l'Agape, né<br />
il battesimo, né l'Eucaristia - equivale a salvarsi dall'errore e dall'eresia. È evidente nei suoi scritti<br />
l'idea di un primato romano visto che, all'interno della comunione della Chiesa, Roma, per Ignazio,<br />
ricopre un ruolo speciale, una sorta di primato nell’amore. Ignazio, inoltre, circa l’Eucaristia propende<br />
per la presenza reale di Cristo nelle specie del Pane e del Vino consacrate (Smirnesi VII). A<br />
Smirne, prima tappa del viaggio verso il martirio, scrisse quattro lettere, rispettivamente alle Chiese<br />
di Efeso, di Magnesia, di Tralli e di Roma. A Troade scrisse due alle Chiese di Filadelfia e di Smirne,<br />
e una al Vescovo Policarpo. Ignazio invitava, e anche oggi invita, a una sintesi progressiva tra configurazione<br />
a Cristo (unione con Lui, vita in Lui) e dedizione alla sua Chiesa (unità con il Vescovo,<br />
servizio generoso alla comunità e al mondo). Da Troade il martire giunse a Roma, dove, nell'Anfiteatro<br />
Flavio, venne martirizzato. “Io offro la mia vita per quelli che sono sottomessi al vescovo, ai<br />
presbiteri e ai diaconi. Possa io con loro avere parte con Dio. Lavorate insieme gli uni per gli altri,<br />
lottate insieme, correte insieme, soffrite insieme, dormite e vegliate insieme come amministratori di Dio, suoi assessori e servi.<br />
Cercate di piacere a Colui per il quale militate e dal quale ricevete la mercede. Nessuno di voi sia trovato disertore. Il vostro<br />
battesimo rimanga come uno scudo, la fede come un elmo, la carità come una lancia, la pazienza come un'armatura” (6,1-2).<br />
Ecco uno che rema contro corrente per tutta la vita. E’ Paolo Francesco Danei, di famiglia nobile<br />
per origine e malconcia quanto a denari. Il padre commercia con poca fortuna tra Piemonte e Liguria<br />
e lui lo aiuta, essendo il primo di 16 figli. Ma ha poi certi progetti personali: creare un Ordine<br />
religioso, ad esempio; o combattere contro i Turchi... Infine si fa eremita, dapprima per conto<br />
proprio; a 26 anni, il suo vescovo gli consente di vivere in solitudine presso una chiesa di Castellazzo<br />
Bormida (Al). Qui egli matura l’idea di un nuovo Ordine e nel 1725 papa Benedetto XIII lo<br />
autorizza verbalmente a ―raccogliere compagni‖. Ne raccoglie uno: suo fratello Giovanni Battista.<br />
E intanto definisce meglio il progetto: farà esattamente ciò che all’epoca risulta più impopolare.<br />
Questa è una pessima stagione per gli Ordini religiosi, tra l’avversione dei governi, le rivalità tra<br />
loro e la debolezza nella Chiesa; a papa Clemente XIV, nel 1773, si imporrà la soppressione della<br />
Compagnia di Gesù. E’ anche il tempo della fede sopportata da molti solo quale condimento di pii<br />
languori, motivo di ritualità elegante; una fede che non parli di sacrificio e nasconda la Croce.<br />
Allora lui comincia col chiamarsi ―Frate Paolo della Croce‖. Poi fonda un ―inopportuno‖ nuovo<br />
Ordine, detto dei ―Chierici Scalzi della Santa Croce e della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo‖.<br />
Apertamente. Sfacciatamente, sicché tutti capiscano che lui e i suoi predicano Cristo crocifisso<br />
come Paolo apostolo, qualunque cosa esiga o imponga lo ―spirito dei tempi‖ e qualunque<br />
smorfia facciano gli abati di corte. Nel 1727 è stato ordinato prete dal Papa stesso. Ha assistito i<br />
malati di un ospedale romano col fratello. Poi, ritirati sul Monte Argentario, i due hanno visto<br />
19 Ottobre<br />
San Paolo<br />
della Croce<br />
arrivare altri giovani, affascinati da quella scelta così rudemente ―contro‖. Sono i primi Passionisti, che il fondatore educa come<br />
predicatori agguerriti: invece dei Turchi, attaccheranno l’ignoranza, l’irreligiosità, l’abbandono del Vangelo, combatto sovente<br />
contro il demonio. Per questo i Passionisti sono chiamati da ogni parte, e l’Ordine riceve via via le successive approvazioni pontificie.<br />
Il fondatore lavora alla loro formazione da vicino e da lontano: restano di lui duemila lettere, ma ne ha scritte molte di più,<br />
forse diecimila. Nel 1750 ha predicato a Roma per il Giubileo, insieme a san Leonardo da Porto Maurizio. Papa Clemente XIV gli<br />
chiede spesso consiglio, e va di persona a trovarlo in casa quando è malato. Così farà il suo successore Pio VI, appena eletto. Paolo<br />
della Croce muore dopo aver visto confermata, senza modifiche, la regola del suo Ordine che, nato ―fuor di tempo‖ nel XVIII<br />
secolo, alla fine del XX sarà attivo in Europa, in America, in Africa e in Asia. Il Padre dei Passionisti, noti per l’emblema della<br />
croce e del cuore che portano sul saio, verrà proclamato santo da Pio IX nel 1867.
P a g i n a 36<br />
Messaggi a Medjugorje<br />
della Regina della pace<br />
MESSAGGIO DEL 25 SETTEMBRE 2011<br />
Cari figli, vi invito affinché questo tempo sia per<br />
tutti voi il tempo per testimoniare. Voi che vivete<br />
nell’amore di Dio e avete sperimentato i Suoi doni,<br />
testimoniateli con le vostre parole e con la vostra<br />
vita perchè siano gioia ed esortazione alla fede per<br />
gli altri. Io sono con voi e intercedo incessantemente<br />
presso Dio per tutti voi perché la vostra<br />
fede sia sempre viva, gioiosa e nell’amore di Dio.<br />
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.<br />
MESSAGGIO DEL 2 OTTOBRE 2011<br />
(ALLA VEGGENTE MIRJANA)<br />
Cari figli, anche oggi il mio Cuore materno vi invita<br />
alla preghiera, ad un vostro rapporto personale con<br />
Dio Padre, alla gioia della preghiera in Lui. Dio Padre<br />
non vi è lontano e non vi è sconosciuto. Egli vi<br />
si è mostrato per mezzo di mio Figlio e vi ha donato<br />
la vita, che è mio Figlio. Perciò, figli miei, non<br />
fatevi vincere dalle prove che vogliono separarvi da<br />
Dio Padre. Pregate! Non cercate di avere famiglie<br />
e società senza di Lui. Pregate! Pregate affinché<br />
la bontà che viene solo da mio Figlio, che è la vera<br />
bontà, inondi i vostri cuori. Solo cuori pieni di bontà<br />
possono comprendere ed accogliere Dio Padre.<br />
Io continuerò a guidarvi. In modo particolare vi<br />
prego di non giudicare i vostri pastori. Figli miei,<br />
dimenticate forse che Dio Padre li ha chiamati?<br />
Pregate! Vi ringrazio.<br />
CONSOLATIO<br />
Domande frequenti<br />
su Fatima<br />
Cosa promette il<br />
messaggio di Fatima?<br />
Il Messaggio di Fatima promette<br />
che se le richieste di<br />
Nostra Signora di Fatima<br />
verranno soddisfatte "il Mio<br />
Cuore Immacolato trionferà,<br />
il Santo Padre Mi consacrerà<br />
la Russia, che si convertirà, e<br />
all'umanità verrà garantito<br />
un periodo di pace".<br />
E' vero che la consacrazione della Russia venne<br />
fatta nel 1984, che la "caduta del comunismo"<br />
prova che la consacrazione è stata efficace<br />
e che la Russia si sta ora convertendo?<br />
No, non è vero. Sappiamo che non è vero perché:<br />
1) Il 25 marzo 1984, dopo la Consacrazione del<br />
mondo, Papa Giovanni Paolo II disse per due volte<br />
che la richiesta di Nostra Signora di Fatima -<br />
sulla Consacrazione della Russia - non era stata<br />
accolta. 2)Subito dopo la tentata Consacrazione<br />
del 1984, cui non avevano partecipato tutti i Vescovi<br />
del mondo e che non menzionava la Russia,<br />
Suor Lucia affermò che ciò non era sufficiente<br />
perché non soddisfaceva le specifiche richieste<br />
che Nostra Signora le aveva fatto. 3)Sin dal<br />
1984 lo stato morale e spirituale del mondo è<br />
ovviamente peggiorato: negli ultimi 14 anni vi<br />
sono stati 600 milioni di aborti e sono scoppiate<br />
guerre in tutto il mondo. Eutanasia e omosessualità<br />
sono state "legalizzate". Nella stessa Russia<br />
è stata approvata una nuova legge che discrimina<br />
contro la Chiesa Cattolica a favore dell'Islam,<br />
del Buddismo, del Giudaismo e delle congregazioni<br />
ortodosse, che sotto i comunisti avevano occupato<br />
con la forza le parrocchie Cattoliche. E'<br />
quindi chiaro che la Russia non si è convertita<br />
alla Fede Cattolica come Nostra Signora di Fatima<br />
promise che sarebbe avvenuto se fosse stata<br />
accolta la Sua richiesta. 4) In Russia, negli ultimi<br />
14 anni, sono avvenute pochissime conversioni al<br />
Cattolicesimo. Oggigiorno, in tutta la Russia vi<br />
sono solamente 300.000 Cattolici - molto meno<br />
dell'uno per cento della popolazione russa. Al<br />
confronto, dopo l'apparizione di Nostra Signora<br />
a Guadalupe, avvenuta in Messico nel sedicesimo<br />
secolo, nei nove anni seguenti più di 7 milioni di<br />
messicani si convertirono dal paganesimo alla<br />
Fede Cattolica e il Messico divenne un paese<br />
Cattolico. CONTINUA SUL PROSSIMO NUMERO
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
"Padre, benedici i tuoi figli, santifica<br />
il tuo Nome e liberaci dal male!"<br />
P a g i n a 37<br />
O Dio nostro Padre, che hai promesso la tua Benedizione ad Abramo e alla sua<br />
discendenza e l’hai realizzata in Cristo tuo figlio e nella discendenza della Donna<br />
destinata a calpestare la testa al Serpente infernale, umilmente Ti preghiamo di<br />
attuare la tua promessa anche per noi, che T’invochiamo nel Nome di Gesù e per<br />
l’intercessione di Maria, sua e nostra Madre, da Te benedetta con ogni benedizione.<br />
Padre santo, allontana da noi lo spirito del male: ritorci su di lui e sui<br />
suoi servi tutte le maledizioni che egli riversa con diabolica ferocia ed ostinazione su di noi tuoi figli.<br />
Liberaci dal male! Donaci quella libertà dei figli di Dio che Gesù ci acquistò col suo Sangue e annulla<br />
tutte le trame malefiche che il Maligno tesse su di noi e sulle nostre iniziative. Spezza le sue catene,<br />
libera gli oppressi, vanifica le sue trappole e punisci in modo esemplare i suoi servi, perché lasciato il<br />
male tornino pentiti a Te, Padre di misericordia, che non vuoi la morte del peccatore ma che si converta<br />
e viva. Santifica il Tuo Nome, Padre buono, e mostrati grande e potente anche su coloro che maledicono<br />
il Cielo e la terra e disprezzano il Sangue di Cristo redentore. Favorisci la nostra vita che solo<br />
in Te crediamo e speriamo, e difendi l’Opera delle Tue mani che hai messo nelle nostre mani. E noi Ti<br />
renderemo lode e benedizione in eterno, Dio amante della vita e del bene, Dio che rendi giustizia ai<br />
tuoi servi che T’implorano giorno e notte. Per Cristo nostro Signore. Amen!<br />
Notizie dell’Opera<br />
Attività in Casa S. Gi<strong>org</strong>io: - il Giovedì: adorazione prolungata (dalle 10 alle 19) con<br />
Vespri e santa Messa dalle 19 in poi. - il Sabato: S. Rosario (ore 9,30) e S. Messa (ore<br />
10). Seguono Benedizioni e colloqui col Padre. - la Domenica: S. Messa (ore 19), preceduta<br />
dal S. Rosario e seguita dalla Coroncina della Divina Misericordia.<br />
Un vivo grazie per tutti coloro che hanno voluto farsi presenti con le loro offerte per<br />
l’Opera. Dio Vi ricompensi e Vi benedica. Preghiamo per Voi in ogni santa Messa celebrata<br />
in Casa S. Gi<strong>org</strong>io. Ricordo che si può beneficare l’Opera in tanti modi: prima<br />
con la preghiera e poi:<br />
-con offerte su CCP n. 88905179 IBAN IT55G07011660088905179<br />
-destinando la quota del 5 per mille: mettere il C.F.92016580844 nella casella apposita<br />
del modulo della Dichiarazione dei redditi.<br />
Le Vostre offerte ci aiutano ad andare avanti. Grazie!
P a g i n a 38<br />
CONSOLARE DIO<br />
E IL PROSSIMO<br />
Proponiamo alcuni articoli della Regola dell‟Opera della Divina<br />
Consolazione, nata a Sciacca nel 1983, allo scopo di conoscerla,<br />
di studiarne la spiritualità e attuarne l‟apostolato<br />
specifico.<br />
Regola di vita per Consolatori<br />
Continuiamo la pubblicazione della ―Regola‖ proposta a coloro che vogliono<br />
far parte attiva dell’Opera della Divina Consolazione.<br />
CONSOLATIO<br />
3. I Consolatori cercano di vivere secondo il modello<br />
della prima comunità di Gerusalemme, sorta attorno<br />
agli Apostoli. Nello spirito di adesione sincera a Cristo e<br />
al Vangelo, di accoglienza reciproca, di amore fraterno,<br />
di distacco dai beni terreni, di condivisione delle gioie e dei dolori, vogliono proporre al mondo<br />
un modo di vivere diverso da quello comune, come un'unica famiglia incentrata sulla persona di<br />
Cristo e sul suo Vangelo, per la gloria di Dio Padre. La loro deve essere una casa dove regna<br />
Dio e la carità. La loro finalità specifica è operare per la Divina Consolazione agli afflitti,<br />
porzione eletta della vigna del Signore.<br />
4. Essi vivono nelle loro famiglie e nelle proprie case o anche insieme come un'unica famiglia<br />
sotto lo stesso tetto, ma in ambienti diversi e propri, secondo la loro condizione e secondo le<br />
attività da svolgere. Sono celibi/nubili e coniugati, legati da promesse o voti. Le promesse sono<br />
quella di osservanza della Regola e di<br />
obbedienza al Padre spirituale; i voti sono<br />
privati: di castità, povertà e obbedienza.<br />
Chi vive nel matrimonio può anche fare la<br />
promessa della castità periodica e<br />
dell‟apertura alla vita, secondo il Magistero<br />
ecclesiastico. Possono esserci membri<br />
Sacerdoti. Li unisce l'identità di spirito e<br />
di apostolato nella Chiesa. Hanno diversa<br />
abitazione notturna; hanno in comune la<br />
cappella, la cucina, la sala di comunità, la<br />
biblioteca, gli ambienti di lavoro e di ricreazione.<br />
.<br />
CONTINUA<br />
SUL PROSSIMO NUMERO
Per Christum abundant consolatio nostra<br />
Chi siamo?<br />
Questa Newsletter è curata dai membri dell'Ope-<br />
ra della divina Consolazione, come <strong>org</strong>ano di<br />
informazione, formazione e collegamento tra di<br />
loro e con tutti gli Amici e simpatizzanti sparsi<br />
per il mondo. Vogliamo tenerci uniti e cammina-<br />
re insieme nelle vie della fede e dell'amore, se-<br />
condo il Vangelo di Gesù nostro Signore e gli<br />
insegnamenti della Chiesa Cattolica nostra Ma-<br />
dre.<br />
Quali sono le consolazioni di Dio?<br />
Sono soprattutto amore, gioia e pace che<br />
vengono da Lui, dal dono del suo Spirito<br />
Santo e che chiunque può ricevere, se si<br />
accosta a Dio. Il ponte per avvicinarci a<br />
Dio è fatto da due persone uniche ed ec-<br />
cellenti: il Sacro Cuore di Gesù e il Cuore<br />
Immacolato (e Addolorato) di Maria.<br />
Cosa fa in particolare l'Opera<br />
della divina Consolazione?<br />
Consola Dio portando le<br />
nostre anime davanti a Gesù<br />
Sacramentato e ai Sacri<br />
Cuori di Gesù e di Maria;<br />
consola gli afflitti cercando<br />
di portarli a Dio per ricevere<br />
"amore, gioia e pace", trami-<br />
te Gesù e Maria.<br />
Come lo fa?<br />
Con gli incontri col sacerdo-<br />
te; con le preghiere di adora-<br />
zione e la S. Messa ben par-<br />
tecipata; con le Benedizioni<br />
e l'uso dei Sacramentali; col<br />
santo Rosario e i Cenacoli<br />
Mariani; coi pellegrinaggi;<br />
etc.<br />
Qual è la sede dell'Opera?<br />
Chi sono gli afflitti da consolare?<br />
Sono Dio e tutti coloro che soffrono.<br />
Dio può soffrire?<br />
Dove e quando è nata l'Ope-<br />
ra?<br />
A Sciacca (AG) il 27 agosto<br />
del 1983, giorno della me-<br />
moria di S. Monica, madre<br />
di Sant'Agostino.<br />
Come è nata?<br />
Per un'ispirazione nel cuore<br />
del padre fondatore, il sac.<br />
Giuseppe Tagliareni, che ha<br />
operato a Sciacca, a Cala-<br />
monaci (come parroco) ed<br />
ha predicato per anni in<br />
numerosi paesi dell'Agrigen-<br />
tino (Ribera, Burgio, Villa-<br />
franca, Lucca S., Caltabellot-<br />
ta, S. Margherita, Sambuca,<br />
Menfi, Siculiana, Porto Em-<br />
pedocle, Favara, etc.).<br />
P a g i n a 39<br />
C o s ' è l ' O p e r a d e l l a d i v i n a<br />
Consolazione?<br />
E' un'associazione di fedeli cattolici che<br />
vogliono da una parte consolare Dio nel<br />
mistero del suo dolore per le offese e gli<br />
abbandoni degli uomini e dall'altra parte<br />
consolare gli afflitti con le consolazioni di<br />
Dio.<br />
Sì, perché Egli ama. La sua sofferenza è relativa a noi: Egli soffre se noi pecchiamo e<br />
ci allontaniamo da Lui, perché ci vuole con Sé per beneficarci e il peccato glielo impe-<br />
disce. Inoltre Egli soffre per compartecipazione alle nostre pene e tribolazioni, fino a<br />
quando non ce le alleggerisce o toglie del tutto. Chi ama, se vede soffrire le persone<br />
amate, soffre e fa di tutto per liberarle o risanarle. Così Dio.<br />
E' "Casa San Gi<strong>org</strong>io" posta tra Sciacca e Ribera, sulla Statale 115 al Km 129,8. Telefono: 0925 997015.<br />
Cosa si fa in "Casa San Gi<strong>org</strong>io"?<br />
Ci abita il padre fondatore con qualche persona dell'Opera. Il giovedì si fa la giornata di adorazione a Gesù nel Sacramento; il saba-<br />
to mattina, le Benedizioni e la S. Messa; la domenica mattina, la S. Messa.<br />
BENEFATTORI<br />
(Settembre 2011)<br />
Sarina Piscione (Calamonaci); Daniela Leggio<br />
e famiglia (Partanna); Agata Di Figlia<br />
(Palermo); Isabella e Valter Vizzaccaro<br />
(Roma); Sebastiano Abate e Daniela<br />
(Castelvetrano); Cettina Capizzi<br />
(Calamonaci); Enzo Di Luca (Sambuca);<br />
Caterina Raziano (Sciacca); Carmela Pelletti<br />
(Calamonaci); Alfonsina Baiamonte<br />
(Calamonaci); Linda Panepinto (San Giovanni<br />
Gemini); Isidoro Agnello (Villabate);<br />
Vittoria Pinto (Sciacca); Emanuele Russo<br />
(Palazzolo); Giuseppe Pepe (Bolognetta);<br />
Gallina Ninfa (Prizzi); Franca Catalanotto<br />
(Calamonaci).<br />
Ogni giorno viene celebrata una<br />
Santa Messa per voi tutti. Dio vi benedica
P a g i n a 40 CONSOLATIO