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aprile 2007 definitivo - Giuseppini del Murialdo

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100<br />

a cura di<br />

A. Catapano<br />

Internet:<br />

SANTUARIO<br />

DI SAN GIUSEPPE<br />

Il sito http://www.murialdo.org/sangiuseppe<br />

presenta il santuario di<br />

san Giuseppe sorto nel secolo scorso a San Giuseppe<br />

Vesuviano sulla scia di quello <strong>del</strong>la vicina Pompei. Si riporta<br />

il calendario di ogni mese, si comunicano gli<br />

orari, si racconta la storia, si elencano le pubblicazioni<br />

che possono essere richieste anche on line. È interessante<br />

la sezione sulla biblioteca con oltre 400 libri specifici<br />

sul santo. Si propongono due schemi di rosario:<br />

uno con san Giuseppe ed uno con Maria e Giuseppe.<br />

Si trovano anche sussidi per la novena e il mese di san<br />

Giuseppe. Non mancano links sui siti correlati, una galleria<br />

di foto e le indicazioni su come arrivare al santuario.<br />

È visibile e scaricabile il mensile “La voce di san<br />

Giuseppe”. Si invitano i navigatori a lasciare un messaggio<br />

o una preghiera da presentare all’altare di san<br />

Giuseppe. Ci si può iscrivere all’associazione per le<br />

Messe perpetue e a quella dei “Piccoli figli di san Giuseppe”.<br />

C’è infine una sezione riguardante il fondatore<br />

mons. Giuseppe Ambrosio.<br />

a cura di<br />

G. Lorenzetto Cinema:<br />

IL VENTO ACCAREZZA L’ERBA<br />

di Ken Loach.<br />

Nel 1920 due fratelli irlandesi combattono contro gli<br />

inglesi, ma quando si arriva all’autonomia economica<br />

ma non quella politica si trovano su due fronti opposti:<br />

uno dei fratelli è integrato nell’esercito regolare<br />

irlandese come ufficiale, mentre l’altro continua<br />

la lotta clandestina per ottenere la completa indipendenza<br />

dalla Gran Bretagna. Violenza e cru<strong>del</strong>tà<br />

a piene mani, tanto più efferate quando si compiono<br />

tra compatrioti e lo sguardo di Loach è impietoso<br />

sull’inevitabile stravolgimento che opera nelle persone<br />

il ricorso alla violenza. Le contraddizioni e i metodi<br />

di lotta <strong>del</strong>l’esercito di liberazione<br />

sono presentati come<br />

un qualcosa che non è<br />

finito 80 anni fa e bene ha<br />

fatto Loach a cercare di<br />

far riflettere sulle pagine<br />

“sporche” e rimosse <strong>del</strong>la<br />

propria e <strong>del</strong>l’altrui storia.<br />

Stringato e convincente, e<br />

premiato con merito a<br />

Cannes, anche se non è<br />

tra i migliori di Loach, rimane<br />

certamente un film da<br />

non lasciarsi sfuggire.<br />

a cura di<br />

A. Lucente<br />

Libreria:<br />

ETICA ED ECONOMIA<br />

I saggi contenuti nel volume si<br />

occupano <strong>del</strong> rapporto tra l’economia<br />

e le religioni tradizionali<br />

asiatiche (induismo, buddhismo,<br />

shintoismo, confucianesimo,<br />

islamismo), analizzando<br />

i pronunciamenti dei vescovi<br />

cattolici asiatici per ciò<br />

che riguarda le strade intraprese<br />

dallo sviluppo economico<br />

e sociale dei paesi di<br />

questa regione; offrono<br />

inoltre una valutazione complessiva<br />

dei documenti degli episcopati asiatici sotto il profilo<br />

teologico-dottrinale, teologico-politico ed economico<br />

(con particolare riguardo alla critica per quanto<br />

concerne i costi umani dei successi raggiunti in termini<br />

di crescita <strong>del</strong> PIL).<br />

Buonomo Vincenzo, Papini Roberto (a cura di),<br />

Etica ed economia, Dehoniane, Bologna, pp. 230.<br />

a cura di<br />

I. Ambrosio Musica:<br />

SONGS FROM THE LABYRINTH<br />

Sting<br />

“Canzoni dal labirinto” è il titolo <strong>del</strong>l’ultimo album di Sting.<br />

Ed è proprio nel labirinto <strong>del</strong>la musica che l’ex leader dei<br />

Police si è addentrato per uscire niente meno che nell’epoca<br />

pre-Elisabettiana. L’album è, infatti, una raccolta di<br />

madrigali rinascimentali incentrata sul repertorio di John<br />

Doland, liutista e compositore inglese <strong>del</strong>l’epoca.<br />

Al contrario, però, di quello che ci si potrebbe aspettare (o,<br />

almeno di quello che personalmente mi aspettavo) questi<br />

pezzi non sono adattamenti o, come spesso accade, stravolgimenti<br />

<strong>del</strong>l’originale. Sembra, infatti, che tutto l’album,<br />

pur volendo reinterpretare la musica<br />

<strong>del</strong> tempo, sia anche teso a<br />

ricrearne e incarnarne la stessa<br />

atmosfera. Nella realizzazione di<br />

questo progetto ha sicuramente<br />

un ruolo decisivo il liutista Edin Karamazov,<br />

partner <strong>del</strong>la rock star in<br />

questa raccolta. A brani cantati,<br />

che vanno dal genere <strong>del</strong> lied ad<br />

esempi di polifonia da canto gregoriano,<br />

si alternano così, tracce<br />

strumentali di notevolissima fattura<br />

che, come un filo d’Arianna,<br />

guidano l’ascoltatore attraverso il labirinto catapultandolo<br />

in un altro mondo, in un’altra epoca. A rendere il tutto<br />

ancora più suggestivo, frammenti recitati di lettere appartenenti<br />

al compositore inglese e, qua e là, “squarci d realtà”:<br />

il suono di campane in lontananza, l’abbaiare di un<br />

cane, il rumore <strong>del</strong>la pioggia. Insomma, un vero e proprio<br />

esperimento musicale che si è meritato la massima etichetta<br />

di musica classica: la Deutsche Grammophon.

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