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aprile 2007 definitivo - Giuseppini del Murialdo

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di<br />

Agostino<br />

Montan<br />

amontan@murialdo.org<br />

A due anni dalla morte, avvenuta il 2 <strong>aprile</strong> 2005, è stato fatto il punto<br />

sul processo di beatificazione di Giovanni Paolo II. Chiusa la prima<br />

fase diocesana, la documentazione raccolta passerà alla Congregazione<br />

<strong>del</strong>le Cause dei Santi. Poi l’ultima parola spetterà a Benedetto<br />

XVI. Ma come si diventa santi? Abbiamo chiesto al p. Agostino Montan,<br />

postulatore <strong>del</strong>la causa <strong>del</strong> p. Giovanni Schiavo, di farci da guida.<br />

procedura per giungere alla canonizzazione<br />

di un fe<strong>del</strong>e cattolico è regolata da<br />

“La<br />

una legge (in termini tecnici detta “costituzione<br />

apostolica”) emanata da Giovanni Paolo II il<br />

25 gennaio 1983, conosciuta con le parole iniziali latine<br />

Divinus perfectionis Magister (= Il divino Maestro<br />

e mo<strong>del</strong>lo di perfezione). Si deve fare riferimento,<br />

inoltre, alle disposizioni emanate successivamente<br />

dalla Congregazione <strong>del</strong>le Cause dei Santi, dicastero<br />

<strong>del</strong>la Curia Romana preposto a trattare tutto<br />

ciò che porta alla canonizzazione di un Servo di Dio.<br />

La materia è stata interamente riformata e riorganizzata<br />

da Giovanni Paolo II”.<br />

Che cosa significa canonizzazione?<br />

“Canonizzazione” significa la proclamazione<br />

<strong>del</strong>la santità e l’iscrizione <strong>del</strong> nome <strong>del</strong> santo nel catalogo<br />

dei santi. È un atto che ha come autore il Papa.<br />

La canonizzazione esiste nella Chiesa Cattolica<br />

di qualsiasi rito, ma è praticata anche nelle Chiese<br />

ortodosse. Nelle Chiese protestanti non esiste la canonizzazione,<br />

e non c’è uniformità riguardo al culto<br />

dei Santi”.<br />

È un atto esclusivo <strong>del</strong>la gerarchia?<br />

“No. Una canonizzazione non è mai<br />

stata un a solo <strong>del</strong>la gerarchia<br />

<strong>del</strong>la Chiesa, bensì è la risultante<br />

di varie voci armonicamente<br />

integrate tra loro<br />

come in un coro. C’è<br />

innanzitutto la voce<br />

<strong>del</strong> popolo (la vox populi),<br />

che considera<br />

degno di venerazione<br />

un fe<strong>del</strong>e vissuto<br />

santamente o morto<br />

per rendere testimonianza<br />

<strong>del</strong>la fede (si<br />

pensi a quanto è accaduto<br />

ai funerali di<br />

Giovanni Paolo II e a<br />

quanto sta avvenendo per il sacerdote romano<br />

don Andrea Santoro, ucciso per la fede in Turchia).<br />

C’è, poi, la voce di Dio (la vox Dei), che operando<br />

dei miracoli, manifesta che quel fe<strong>del</strong>e merita di essere<br />

onorato come santo dalla comunità cristiana.<br />

C’è infine la voce <strong>del</strong>la gerarchia che, prima di dare<br />

il suo assenso alla voce <strong>del</strong> popolo, richiede ed<br />

esamina le prove <strong>del</strong>la santità, <strong>del</strong> martirio o dei fatti<br />

straordinari ritenuti miracoli”.<br />

Che peso ha la storia nel culto dei santi?<br />

“Enorme. Le cause di canonizzazione hanno<br />

una storia lunga quanto la vita <strong>del</strong>la Chiesa. La procedura<br />

attuale, che distingue tra beatificazione (il<br />

Papa autorizza il culto di un Servo di Dio limitatamente<br />

ad un paese, una città, una diocesi, un istituto<br />

religioso) e canonizzazione (il Papa iscrive un Servo<br />

di Dio nel catalogo dei Santi e ne estende il culto<br />

a tutta la Chiesa) è piuttosto recente. Il primo esempio<br />

di beatificazione risale al 1662, alla beatificazione<br />

di San Francesco di Sales. Nel primo millennio<br />

<strong>del</strong>l’era cristiana le canonizzazioni erano attuate<br />

dai vescovi ed erano compiute attraverso la traslazione<br />

<strong>del</strong>la salma (reliquie) in un luogo adatto. Solo<br />

nel secolo XIII interviene la riserva papale <strong>del</strong> diritto<br />

di canonizzare e inizia così la centralizzazione alla<br />

Santa Sede”.<br />

E oggi, quale procedura si segue?<br />

“La causa di canonizzazione comincia sempre<br />

con una inchiesta diocesana, che raccoglie le prove<br />

che devono servire per autenticare la riputazione<br />

di santità di un fe<strong>del</strong>e cattolico, candidato alla<br />

canonizzazione. Nella fase diocesana <strong>del</strong>l’istruttoria<br />

vi prendono parte: colui che promuove la causa –<br />

può essere un singolo fe<strong>del</strong>e o un gruppo associato,<br />

una diocesi o un istituto religioso -, il postulatore o<br />

persona che conduce la causa a nome di chi l’ha<br />

promossa, il vescovo competente (è quello nel cui<br />

territorio il Servo di Dio è morto: si tratta <strong>del</strong> vescovo<br />

diocesano e <strong>del</strong>le figure equiparate).<br />

Nell’istruttoria diocesana vengono raccolte le<br />

prove: si tratta di dichiarazioni <strong>del</strong>le parti, dei documenti,<br />

<strong>del</strong>le deposizioni dei testimoni, dei pareri di<br />

periti, di tutto ciò che serve alla causa e ai pronunciamenti<br />

<strong>del</strong> giudice. Prima di concludere l’istruttoria<br />

deve essere ispezionata la tomba <strong>del</strong> Servo di<br />

Dio e i luoghi dove è vissuto”.<br />

Chiuso il processo diocesano<br />

che cosa accade?<br />

“Tutto il materiale raccolto, è trasmesso alla<br />

Congregazione <strong>del</strong>le Cause dei Santi e ha così inizio<br />

la fase romana <strong>del</strong>la causa. All’interno <strong>del</strong>la Congregazione<br />

viene nominato un Relatore, con il compito<br />

di studiare tutti gli atti e di presiedere la redazione<br />

<strong>del</strong>la Positio, vale a dire di un volume nel quale<br />

sono raccolti i documenti processuali, le deposizioni<br />

dei testimoni, l’esposizione dettagliata <strong>del</strong>la<br />

biografia e <strong>del</strong>la pratica <strong>del</strong>le virtù in grado eroico<br />

(o il martirio), la fama dei segni e gli scritti <strong>del</strong> Servo<br />

di Dio.<br />

La Positio è sottoposta al vaglio prima dei consultori,<br />

poi dei cardinali e dei vescovi <strong>del</strong>la Congregazione.<br />

Il Papa, informato sui risultati degli studi effettuati,<br />

decide se debba essere promulgato il decreto<br />

mediante il quale è dichiarato che il Servo di<br />

Dio praticò le virtù in grado eroico oppure che subì<br />

il martirio per la fede. A partire da questo momento,<br />

il Servo di Dio gode <strong>del</strong> titolo di Venerabile”.<br />

Quando si ha la beatificazione?<br />

“Ottenuto il decreto sul martirio si può procedere<br />

alla beatificazione <strong>del</strong> Servo di Dio. Dopo il<br />

decreto sull’eroicità <strong>del</strong>le virtù, invece, per la beatificazione<br />

è richiesta la prova di un miracolo (generalmente<br />

una guarigione) attribuito all’intercessione<br />

<strong>del</strong> Servo di Dio e la sua dichiarazione da<br />

parte <strong>del</strong> Papa, mediante un decreto simile a<br />

quello sulle virtù o sul martirio. Il miracolo viene<br />

esaminato in primo luogo dalla Consulta integrata<br />

da cinque specialisti, i quali debbono risponde-<br />

re se la guarigione (o fatto prodigioso) è spiegabile<br />

o no secondo la loro conoscenza scientifica, tenuto<br />

conto <strong>del</strong>le circostanze di luogo, di tempo,<br />

<strong>del</strong>la terapia adoperata, ecc. Se i medici ritengono<br />

inspiegabile la guarigione, la Positio passa al<br />

vaglio <strong>del</strong> Promotore generale <strong>del</strong>la fede, dei cardinali<br />

e dei vescovi membri <strong>del</strong>la Congregazione.<br />

Anche in questo caso i risultati <strong>del</strong>lo studio compiuto<br />

ai diversi livelli è presentato al Papa, il quale<br />

decide se debba o no essere promulgato il decreto<br />

sul miracolo.<br />

Emanati i decreti sulle virtù eroiche e sul miracolo,<br />

oppure emanato il decreto circa il martirio, il Santo<br />

Padre stabilisce se si debba procedere o no alla<br />

beatificazione”.<br />

Ma, accadono anche oggi i miracoli?<br />

“Rispondo con quanto diceva Gilbert Keith<br />

Chesterton: “La cosa più incredibile dei miracoli è<br />

che accadono”. Sono puro dono. San Tommaso<br />

definiva il miracolo “ciò che è fatto da Dio fuori dall’ordine<br />

<strong>del</strong>la natura””.<br />

Senza l’approvazione <strong>del</strong> miracolo una<br />

causa non giunge a conclusione…<br />

“Sì. Attualmente per la beatificazione di un Servo<br />

di Dio non martire la Chiesa chiede un miracolo.<br />

Per la canonizzazione di un Beato (anche di un martire)<br />

ne chiede un altro. Inoltre occorre che la fama<br />

di santità <strong>del</strong> Beato e la fama signorum siano divenute<br />

veramente universali. La decisione favorevole<br />

<strong>del</strong> Papa pronunciata in un Concistoro apre la via<br />

alla canonizzazione”.<br />

La causa <strong>del</strong> p. Schiavo a che punto sta?<br />

“Siamo nella fase romana <strong>del</strong>la causa. La professoressa<br />

Consolini, già autrice <strong>del</strong>la Positio <strong>del</strong> p.<br />

Eugenio Reffo, sta collaborando con il Postulatore,<br />

sotto la guida <strong>del</strong> Relatore, il p. Daniel Ols, alla stesura<br />

<strong>del</strong>la Positio. Per quanto riguarda il miracolo, in<br />

Brasile e in Italia molti amici <strong>del</strong> p. Giovanni Schiavo<br />

pregano perché il Signore, per intercessione <strong>del</strong> p.<br />

Giovanni, abbia a rivelare il suo amore con qualche<br />

fatto straordinario, autenticando così la santità <strong>del</strong><br />

p. Giovanni”.<br />

Quale aspetto maggiormente la colpisce<br />

occupandosi <strong>del</strong>la causa di un Servo di<br />

Dio?<br />

“La convinzione <strong>del</strong>la Chiesa che tra i santi e noi<br />

c’è una unione vitale: noi possiamo aver parte ai<br />

benefici procurati dai loro meriti e, amandoli, formiamo<br />

con loro un solo corpo, una sola famiglia,<br />

una sola Chiesa”.<br />

Nei giorni<br />

dopo la morte<br />

di Giovanni<br />

Paolo II come<br />

a macchia<br />

d’olio si<br />

diffuse la<br />

domanda di<br />

farlo santo<br />

subito e al<br />

suo funerale<br />

su molti<br />

striscioni<br />

comparve<br />

questa<br />

richiesta.<br />

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