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L'area “ex Perfosfati” - Comune di Portogruaro

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Il capannone <strong>“ex</strong> <strong>Perfosfati”</strong> ed il contesto nel quale si colloca<br />

A ridosso del centro storico <strong>di</strong> <strong>Portogruaro</strong>, nella parte nord<br />

occidentale della città, è presente un grande capannone industriale<br />

della fine degli anni Quaranta del Novecento, unico e<strong>di</strong>ficio superstite<br />

<strong>di</strong> uno stabilimento industriale <strong>di</strong>smesso, la ex fabbrica Perfosfati.<br />

L’area in cui si colloca ne evidenzia il valore strategico: è delimitata a<br />

nord dalla linea ferroviaria Venezia-Trieste, a est dalla strada<br />

provinciale n. 251, asse <strong>di</strong> penetrazione urbana che collega le<br />

Autostrade A4 e A28 alla città, e a sud da via Sta<strong>di</strong>o, strada che<br />

costituisce parte della circonvallazione urbana per l’accesso al centro<br />

storico.<br />

Il centro storico <strong>di</strong> <strong>Portogruaro</strong> e l’area ex Perfosfati dal satellite<br />

Il centro storico <strong>di</strong> <strong>Portogruaro</strong><br />

1


L’area ha una superficie <strong>di</strong> circa 9 ettari in parte a parco, dominata<br />

nell’impatto visivo dalla presenza del fabbricato principale, un<br />

capannone, che merita attenzione per una serie <strong>di</strong> motivi: motivi <strong>di</strong><br />

or<strong>di</strong>ne architettonico per la complessità e l’articolazione delle forme<br />

che ne caratterizzano l’insieme, giustificate non solo da motivazioni<br />

tecniche, ma anche da una sensibilità <strong>di</strong>fficilmente riscontrabile nei<br />

fabbricati ad uso industriale; motivi <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne tecnico-costruttivo per le<br />

soluzioni adottate, allora certamente d’avanguar<strong>di</strong>a, come la<br />

prefabbricazione degli elementi d’arco che accompagnano la<br />

struttura.<br />

Ma oltre al capannone, l’intera area che lo accoglie offre<br />

un’occasione per certi versi unica per la città, data dal fatto che<br />

quest’area, che agli inizi del secolo scorso è stata così fortemente<br />

connotata da una realtà industriale che all’epoca significava lavoro,<br />

sviluppo, modernizzazione, può oggi, dopo la <strong>di</strong>smissione della<br />

fabbrica, tornare ad essere fonte <strong>di</strong> lavoro, sviluppo e<br />

modernizzazione.<br />

Nel segno <strong>di</strong> questa continuità tra vecchia e nuova vocazione<br />

dell’area, i progetti ideati per il recupero della stessa mirano a<br />

conservare, pur nella necessaria trasformazione delle funzioni alcuni<br />

segni della memoria della sua originaria funzione.<br />

Significativo in questo senso è l’intervento proposto per il capannone<br />

principale che verrà trasformato in “parco archeologico”, nel quale la<br />

struttura sarà parzialmente conservata e considerata come rovina, in<br />

una sistemazione <strong>di</strong> parco a terrazzamenti, con alberi e gradoni <strong>di</strong><br />

pietra in un giusto equilibrio tra ciò che concretamente è possibile<br />

immaginare <strong>di</strong> poter conservare e ciò che non è più recuperabile; il<br />

tutto armoniosamente inserito nel nuovo contesto urbanistico.<br />

Un intervento <strong>di</strong> natura urbanistica dunque che ha anche i connotati<br />

<strong>di</strong> una operazione culturale volta a salvaguardare per quanto<br />

possibile la storicità del nostro territorio anche là dove le originarie<br />

funzioni <strong>di</strong> un’area si esauriscano e quin<strong>di</strong> si trasformano, un segno<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> sensibilità e <strong>di</strong> rispetto nei confronti un’ere<strong>di</strong>tà significativa<br />

della nostra storia locale.<br />

L’area ex Perfosfati nel 1996<br />

2


Notizie storiche<br />

L’area industriale della Perfosfati è sorta nel 1900 e la sua attività è<br />

sempre stata collegata alla produzione <strong>di</strong> concimi chimici con un<br />

unico impianto ed un’unica linea <strong>di</strong> produzione.<br />

E’ verosimile che la nascita <strong>di</strong> questa fabbrica, come quella <strong>di</strong> altre<br />

che sorsero all’inizio del secolo scorso nel Nord Italia, fosse resa<br />

possibile dai risparmi e dalle ren<strong>di</strong>te che provenivano dallo<br />

sfruttamento della terra e del lavoro agrario.<br />

La Fabbrica Perfosfati agli inizi della sua attività<br />

La fabbrica Perfosfati a <strong>Portogruaro</strong> era una struttura che ben si<br />

armonizzava con quella essenzialmente agraria della zona. Il<br />

mercato del lavoro era senz’altro favorevole data la <strong>di</strong>ffusa<br />

<strong>di</strong>soccupazione e l’imperante miseria, per cui era garantita<br />

manodopera a buon mercato e in abbondanza. All’epoca, inoltre,<br />

<strong>Portogruaro</strong> era già <strong>di</strong>scretamente dotata dal punto <strong>di</strong> vista delle<br />

infrastrutture viarie, delle canalizzazioni e per la presenza della<br />

ferrovia che collegava Venezia a Trieste.<br />

E’ datato 13 luglio 1900 il documento ufficiale con il quale la Fabbrica<br />

<strong>di</strong> Perfosfati – Società Anonima Cooperativa chiede alla Giunta<br />

Municipale <strong>di</strong> <strong>Portogruaro</strong> l’autorizzazione per l’impianto <strong>di</strong> una<br />

“Fabbrica <strong>di</strong> acido Solforico e <strong>di</strong> Perfosfati nella località Belvedere<br />

nella frazione San Nicolò”. Nell’istanza, firmata dal conte Camillo<br />

Valle, promotore principale del progetto e membro della Associazione<br />

Agraria Portogruarese, vengono fornite interessanti informazioni in<br />

merito alle <strong>di</strong>sposizioni che si intendevano adottare “perché<br />

l’esercizio non torni d’incomodo ai vicinati”. Dai documenti depositati<br />

presso l’Archivio Storico Comunale risulta infatti che l’Autorità<br />

municipale fu allora chiamata ad assicurare la legittimità<br />

dell’ubicazione della fabbrica rispetto alla zona abitativa, in relazione<br />

al problema igienico.<br />

Alla richiesta <strong>di</strong> autorizzazione segue il 16 agosto 1900<br />

l’approvazione della Giunta Municipale all’avvio dei lavori <strong>di</strong><br />

costruzione della fabbrica, che iniziarono nei primi giorni del mese <strong>di</strong><br />

settembre per opera dell’impresa Fontana.<br />

La fabbrica ha subito un decollo positivo tanto che, a due anni<br />

dall’avvio della produzione, questa già si aggira sugli 80.000 quintali<br />

3


<strong>di</strong> concimi all’anno e si incomincia a parlare <strong>di</strong> un ampliamento<br />

dell’impianto per un raddoppio dell’attività.<br />

Originariamente lo stabilimento si componeva <strong>di</strong> due e<strong>di</strong>fici<br />

rettangolari staccati fra loro, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong>verse, costruiti in<br />

allineamento verso nord. Dei due e<strong>di</strong>fici quello più grande<br />

corrispondeva alla fabbrica originaria e all’ampliamento del 1902,<br />

realizzato sicuramente costruendo delle nuove campate in aderenza<br />

al fabbricato originario, mentre quello più piccolo riguardava un<br />

ulteriore ampliamento realizzato tra il 1903 e il 1925, che comportò la<br />

costruzione <strong>di</strong> un nuovo e<strong>di</strong>ficio.<br />

Il 29 settembre 1904 viene richiesta l’approvazione per l’e<strong>di</strong>ficazione<br />

<strong>di</strong> “una casa in prossimità al Viale dei Platani”, che ottiene il parere<br />

favorevole della Commissione <strong>di</strong> Ornato il 3 ottobre 1904.<br />

Nel periodo compreso tra il 1925 ed il 1938 la fabbrica Perfosfati ha<br />

un ulteriore sviluppo economico, che si traduce, dal punto <strong>di</strong> vista<br />

e<strong>di</strong>lizio, nella costruzione <strong>di</strong> nuovi manufatti (magazzini, tettoie,<br />

rivestimenti <strong>di</strong> facciate, nuova palazzina in stile liberty, ecc.) e<br />

nell’organizzazione più articolata degli spazi interni all’inse<strong>di</strong>amento.<br />

Il capannone: descrizione e stato <strong>di</strong> conservazione<br />

Il capannone ancora visibile al centro dell’area è un deposito<br />

industriale risalente al 1949, realizzato dalla Società <strong>di</strong> Costruzioni<br />

ing. Andreotti <strong>di</strong> Cremona, su progetto dell’ing. Guido Ceruti per<br />

conto dell’Associazione Agraria Friulana, allora proprietaria dell’intero<br />

complesso industriale per la produzione <strong>di</strong> concimi chimici.<br />

Nel progetto originario si trattava <strong>di</strong> sostituire gradualmente un<br />

vecchio deposito con una nuova costruzione, senza interrompere le<br />

operazioni <strong>di</strong> immagazzinaggio, <strong>di</strong> macinazione, <strong>di</strong> imballo e <strong>di</strong><br />

spe<strong>di</strong>zione normalmente eseguite nell’e<strong>di</strong>ficio da abbattere.<br />

Tutto ciò rappresentò per i tecnici dell’epoca una sfida e portò alla<br />

scelta <strong>di</strong> adottare una struttura in cemento interamente prefabbricata,<br />

<strong>di</strong> nuova concezione per l’epoca.<br />

Il capannone del 1949<br />

4


La costruzione è <strong>di</strong>visa in due navate contigue, rispettivamente <strong>di</strong> 90<br />

e 70 metri <strong>di</strong> lunghezza, larghe complessivamente 70 metri, per una<br />

superficie coperta <strong>di</strong> 6.150 metri quadrati. La struttura portante del<br />

capannone è formata da due file parallele <strong>di</strong> archi incastrati alle<br />

fondamenta che si incrociano al centro del deposito definendo un<br />

unico grande volume <strong>di</strong> circa 85.000 metri cubi utili. Tali archi<br />

raggiungono un’altezza massima <strong>di</strong> 28 metri all’estradosso della<br />

copertura e consentono <strong>di</strong> ottenere un’altezza utile interna, valutata<br />

alla catena inferiore degli stessi, <strong>di</strong> 15 metri.<br />

La navata più lunga è sostenuta da 8 archi (in realtà sono 16 archi a<br />

due a due accoppiati) posti ad un interasse <strong>di</strong> 12 metri uno dall’altro.<br />

Quella più corta è composta da 6 archi più due semiarchi o archi<br />

rampanti che funzionano come due gran<strong>di</strong> mensole.<br />

Ad un’altezza <strong>di</strong> 4 metri dalla pavimentazione, sui lati esterni del<br />

deposito, gli archi sono collegati da travi orizzontali sulle quali si<br />

appoggia la nervatura secondaria costituita da arcate più sottili che<br />

contribuiscono a sostenere la copertura e fanno da supporto al<br />

tamponamento delle facciate laterali.<br />

Al centro del deposito le nervature secondarie si fermano alla quota<br />

<strong>di</strong> 15 metri dove, appoggiandosi ad una trave reticolare che collega<br />

tra loro gli archi principali, trasmettono ad essi il carico della<br />

copertura.<br />

L’insieme della struttura è quin<strong>di</strong> notevolmente irrigi<strong>di</strong>to da un<br />

sistema <strong>di</strong> catene trasversali che, poste alla quota <strong>di</strong> 15 metri tra i<br />

no<strong>di</strong> della travatura reticolare degli archi, rendono questi ultimi molto<br />

solidali tra loro.<br />

Il montaggio degli archi in calcestruzzo armato<br />

5


Interno del capannone negli anni <strong>di</strong> attività dello stabilimento<br />

A quote <strong>di</strong>verse si collegano ad ogni singolo arco delle mensole a<br />

sostegno delle gronde, che proteggono, lungo tutto il perimetro, gli<br />

accessi al deposito, le fonti <strong>di</strong> luce e <strong>di</strong> ventilazione.<br />

Gran<strong>di</strong> vetrate, realizzate tra la gronda inferiore e quella superiore<br />

con telai in cemento armato prefabbricati, anch’esse a forma d’arco,<br />

garantiscono un’ottima illuminazione naturale del deposito e ne<br />

completano e armonizzano le facciate laterali.<br />

Dei due fronti dell’e<strong>di</strong>ficio solo la facciata ovest è stata completata. E’<br />

realizzata anch’essa in cemento armato, sostenuta da pilastri posti ad<br />

un interasse <strong>di</strong> 5 metri, che sorreggono, oltre al tamponamento della<br />

facciata stessa, due gronde in continuazione <strong>di</strong> quelle delle facciate<br />

laterali.<br />

Tra pilastro e pilastro il fronte si presenta completamente aperto fino<br />

a 4 metri <strong>di</strong> altezza e chiuso da gran<strong>di</strong> vetrate tra la gronda inferiore e<br />

quella superiore.<br />

Da quest’ultima fino all’estradosso della copertura la superficie è<br />

tamponata in calcestruzzo, ad esclusione <strong>di</strong> una striscia <strong>di</strong> vetrate più<br />

ridotte a livello della catena inferiore degli archi e <strong>di</strong> due bocche <strong>di</strong><br />

ventilazione poste sotto i lucernari.<br />

La sala motori dello stabilimento<br />

6


Il capannone <strong>“ex</strong> <strong>Perfosfati”</strong> in un’immagine recente<br />

Una struttura quella descritta, molto avanzata quanto a tecnica<br />

costruttiva per un’epoca in cui la prefabbricazione in e<strong>di</strong>lizia iniziava<br />

appena ad affacciarsi nel campo dell’ingegneria in Italia e non solo.<br />

Una tecnica quella usata dal progettista, nel suo specifico, con<br />

grande capacità ingegneristica ed una evidente sensibilità<br />

progettuale.<br />

Proprio per questo, acquisita l’area, il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Portogruaro</strong> si è<br />

posto fin dall’inizio il tema del possibile recupero <strong>di</strong> questo e<strong>di</strong>ficio,<br />

affidando a specialisti del settore l’analisi dello stato <strong>di</strong> conservazione<br />

delle strutture, aggre<strong>di</strong>te in maniera pesante dal tempo e dagli agenti<br />

chimici contenuti nei materiali prodotti dallo stabilimento.<br />

L’esito finale <strong>di</strong> dette analisi, <strong>di</strong> recente ulteriormente approfon<strong>di</strong>te, ha<br />

evidenziato un quadro <strong>di</strong> profondo degrado della gran parte delle<br />

strutture, irrecuperabili per almeno due terzi del loro sviluppo.<br />

Anche per questo il <strong>Comune</strong> ha accelerato l’iter relativo ad un<br />

intervento <strong>di</strong> recupero finalizzato a conservare almeno quegli<br />

elementi d’arco che, pur con costose tecniche <strong>di</strong> restauro, possono<br />

essere mantenuti, al fine <strong>di</strong> lasciare una memoria <strong>di</strong> una struttura<br />

simbolo per la città e <strong>di</strong> una tecnica costruttiva che ne ha guidato la<br />

realizzazione.<br />

Attualmente, oltre al capannone, del complesso che costituiva lo<br />

stabilimento restano anche due palazzine, destinate ad abitazione del<br />

Direttore della fabbrica e ad uffici.<br />

Dismissione e bonifica dell’area<br />

L’attività della fabbrica Perfosfati è proseguita fino al 1989, anno della<br />

sua completa <strong>di</strong>smissione, quando l’intero stabilimento faceva parte<br />

del gruppo Enichem, settore agricoltura.<br />

Nel 1996 il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Portogruaro</strong> acquista l’area dalla suddetta<br />

Società proprietaria.<br />

Nel 1997 comincia subito per l’area l’opera <strong>di</strong> bonifica, seguendo due<br />

tipi <strong>di</strong> metodologie: la prima me<strong>di</strong>ante scavo, allontanamento e<br />

7


smaltimento in impianti autorizzati del materiale inquinato da ceneri <strong>di</strong> - numerosissimi <strong>di</strong>battiti consigliari e non ed atti amministrativi<br />

pirite, la seconda me<strong>di</strong>ante la messa in sicurezza delle aree inquinate<br />

attraverso interventi <strong>di</strong> cinturazione e capping. Parallelamente parte<br />

specifici.<br />

delle strutture e degli impianti <strong>di</strong> produzione inutilizzabili vengono Nessun altra area comunale è mai stata interessata da una così<br />

demoliti.<br />

estesa molteplicità <strong>di</strong> soggetti coinvolti o interessati a vario titolo:<br />

Attualmente risulta completata circa il 70% della bonifica dell’area.<br />

- <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Portogruaro</strong>;<br />

Per il suo completamento, finalizzato alla riconversione urbanistica in<br />

- Regione del Veneto (Direzione Ambiente, Direzione Lavori<br />

area de<strong>di</strong>cata ai servizi per il citta<strong>di</strong>no, a usi residenziali e <strong>di</strong>rezionali,<br />

Pubblici, Direzione Viabilità e Trasporti, Direzione<br />

saranno necessari altri due stralci <strong>di</strong> lavori.<br />

Programmazione, ARPAV);<br />

- Provincia <strong>di</strong> Venezia (Settore Ambiente, Settore Lavori<br />

Riflessioni e prospettive sull’area<br />

Pubblici);<br />

- Rete Ferroviaria Italiana;<br />

A partire dai primi anni del Duemila, parallelamente allo svolgersi<br />

- Conferenza dei Sindaci del Veneto Orientale;<br />

degli interventi <strong>di</strong> bonifica, l’attenzione e l’impegno del <strong>Comune</strong> si<br />

- Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio del<br />

sono concentrati anche su altri versanti: quello del progressivo<br />

Veneto Orientale;<br />

utilizzo delle aree che venivano risanate e quello degli<br />

- Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del<br />

approfon<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> natura urbanistica e delle tematiche connesse.<br />

Veneto;<br />

La strategicità e l’importanza <strong>di</strong> quest’area per l’intero territorio, ma<br />

- Genio Civile Regionale;<br />

anche il lavoro che è stato svolto in funzione della sua riconversione,<br />

- Consorzio <strong>di</strong> Bonifica Pianura Veneta tra Livenza e<br />

sono attestati, tra l’altro, dai molteplici stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> cui è stata oggetto nel<br />

Tagliamento;<br />

corso degli anni:<br />

- Azienda Trasporti del Veneto Orientale;<br />

- pubblici convegni, - Privati cointeressati da aree ricomprese o legate al<br />

- concorsi <strong>di</strong> idee,<br />

comparto.<br />

- tesi <strong>di</strong> laurea,<br />

- piani urbanistici <strong>di</strong>rettori (Master Plan),<br />

8


PIAZZA<br />

STAZIONE<br />

NUOVA STAZIONE<br />

AUTOCORRIERE<br />

FUTURO<br />

PARCHEGGIO<br />

INTERSCAMBIO<br />

DA 166 POSTI<br />

AUTO<br />

PARCHEGGIO<br />

DA 170 POSTI<br />

AUTO<br />

Il Master Plan dell’area <strong>“ex</strong> <strong>Perfosfati”</strong> e gli interventi collegati a S.F.M.R. e ai servizi a scala sovracomunale<br />

A CAPANNONE EX STABILIMENTO PERFOSFATI<br />

A<br />

NUOVE SEDI<br />

CORPI DI<br />

POLIZIA<br />

NUOVA SEDE<br />

CONFERENZA<br />

DEI SINDACI<br />

ROTATORIA<br />

BORGO SAN<br />

NICOLO’<br />

NUOVA SEDE<br />

UFFICI<br />

DECENTRATI<br />

DELLA<br />

PROVINCIA DI<br />

VENEZIA<br />

9


Nel 2003, in particolare, viene redatto uno strumento urbanistico<br />

<strong>di</strong>rettore, Master Plan, utile a fornire informazioni <strong>di</strong> maggior dettaglio<br />

sulla riconversione/riorganizzazione dell’area rispetto a quanto già<br />

previsto dal Piano Regolatore Generale Comunale, prevedendo la<br />

restituzione ad uso pubblico <strong>di</strong> parte delle aree risanate.<br />

Vengono infatti realizzate gran<strong>di</strong> opere per la viabilità e nuove aree <strong>di</strong><br />

sosta a servizio della stazione e del centro storico.<br />

Nel frattempo nuove prospettive e riflessioni si aprono sull’area “Ex<br />

<strong>Perfosfati”</strong> alla luce dei progetti in fase <strong>di</strong> attuazione da parte della<br />

Regione Veneto e <strong>di</strong> Rete Ferroviaria Italiana.<br />

Il primo <strong>di</strong> questi, che è anche una straor<strong>di</strong>naria opportunità non solo<br />

per <strong>Portogruaro</strong> ma per tutto il territorio, è il nuovo Sistema<br />

Ferroviario Metropolitano Regionale (S.F.M.R.), progetto <strong>di</strong><br />

infrastrutturazione tra i più importanti per la Regione Veneto,<br />

finalizzato a migliorare le prestazioni del nodo ferroviario dell’area<br />

centrale veneta e a costruire un sistema <strong>di</strong> trasporto col più alto livello<br />

<strong>di</strong> complementarietà tra ferro e gomma, in grado <strong>di</strong> ridurre<br />

significativamente la congestione delle strade, l’inquinamento<br />

atmosferico e acustico, l’incidentalità, garantendo collegamenti veloci,<br />

confortevoli e sicuri.<br />

L’obiettivo che il progetto persegue è quello <strong>di</strong> creare le con<strong>di</strong>zioni<br />

per l’attestazione a <strong>Portogruaro</strong> <strong>di</strong> tale Sistema, in una nuova<br />

stazione ferroviaria rinnovata, più moderna e funzionale, un progetto<br />

che può realizzarsi grazie alla <strong>di</strong>sponibilità delle aree del vicino<br />

comparto pubblico della <strong>“ex</strong> fabbrica <strong>Perfosfati”</strong>. Qui infatti troveranno<br />

spazio nuovi parcheggi scambiatori, una nuova viabilità <strong>di</strong><br />

collegamento ed una nuova stazione autocorriere.<br />

Contemporaneamente la Conferenza dei Sindaci del Veneto<br />

Orientale punta sull’area <strong>“ex</strong> <strong>Perfosfati”</strong> per altri progetti dalla stessa<br />

ritenuti strategici per il territorio. Sono attualmente terminati i lavori <strong>di</strong><br />

ristrutturazione <strong>di</strong> una delle due palazzina dell’ex stabilimento<br />

Perfosfati, destinata ad ospitare il Gruppo <strong>di</strong> Azione Locale (G.A.L.),<br />

la Conferenza dei Sindaci del Veneto Orientale, l’A.P.T. e alcuni uffici<br />

decentrati della Provincia <strong>di</strong> Venezia.<br />

L’attestazione dei binari S.F.M.R. a <strong>Portogruaro</strong><br />

10


Si fa dunque strada un <strong>di</strong>segno più ambizioso, che tende a porre le<br />

basi per la nascita nell’ambito <strong>“ex</strong> <strong>Perfosfati”</strong> <strong>di</strong> un’area <strong>di</strong> servizi<br />

integrati a carattere comprensoriale finalizzati a dare spazi adeguati<br />

alle funzioni <strong>di</strong> governo e presi<strong>di</strong>o del territorio. Nasce così il progetto<br />

per la nuova “Cittadella della Sicurezza”, un centro <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong><br />

presi<strong>di</strong>o e sicurezza del territorio che andrà ad occupare un’area <strong>di</strong><br />

circa 6.000 mq già risanata e <strong>di</strong>sponibile proprio a ridosso della<br />

nuova stazione ferroviaria. Qui si collocheranno la nuova Caserma<br />

della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza, il Commissariato <strong>di</strong> Pubblica Sicurezza ed il<br />

Comando della Polstrada.<br />

La valenza che viene ad assumere quest’area è assolutamente<br />

strategica non solo per la città <strong>di</strong> <strong>Portogruaro</strong>, ma per tutta la Venezia<br />

Orientale. I servizi che troveranno spazio in quest’area accrescono il<br />

ruolo e l’importanza della città, facendola <strong>di</strong>ventare punto <strong>di</strong><br />

riferimento e centro del mandamento e del territorio.<br />

Una città che è il secondo polo scolastico della Provincia <strong>di</strong> Venezia,<br />

da anni sede <strong>di</strong> corsi universitari, proprio a ridosso <strong>di</strong> spiagge<br />

importanti, come Bibione e Caorle, ed essa stessa località turistica<br />

con il suo centro storico me<strong>di</strong>evale ancora integro.<br />

Alla luce <strong>di</strong> questi nuovi progetti nel 2006 viene aggiornato il Master<br />

Plan dell’area <strong>“ex</strong> <strong>Perfosfati”</strong>, con l’intento <strong>di</strong> recepire le nuove<br />

esigenze e prospettive maturate fino a questo momento.<br />

Tra gli obiettivi più importanti che si propone questo strumento vi<br />

sono:<br />

- Realizzazione <strong>di</strong> un percorso che colleghi in modo <strong>di</strong>retto la<br />

Stazione Ferroviaria con il centro storico della città, fiancheggiato<br />

da attività commerciali, residenza, servizi collettivi, aree ver<strong>di</strong>.<br />

Una vera ad<strong>di</strong>zione al centro storico che cerca l’integrazione,<br />

anche morfologica, con il tessuto antico, <strong>di</strong> cui ambisce<br />

riprodurre, con un linguaggio contemporaneo, la varietà <strong>di</strong><br />

prospettive, la molteplicità <strong>di</strong> funzioni e la presenza <strong>di</strong> piazze,<br />

sempre considerando essenziale il ruolo del pedone.<br />

- Realizzazione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> verde pubblico <strong>di</strong> notevole<br />

estensione e varietà, integrando il parco esistente presso l’antico<br />

ingresso allo stabilimento Perfosfati con l’area del capannone,<br />

recuperato a parco archeologico attrezzato e collegato alla rete<br />

dei percorsi ciclabili e pedonali <strong>di</strong> accesso al centro storico ed alla<br />

stazione ferroviaria.<br />

- Realizzazione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> nuovi parcheggi coinvolgendo<br />

anche l’attigua Piazza Castello.<br />

- Sviluppo <strong>di</strong> una nuova rete <strong>di</strong> percorsi basata su una circolazione<br />

veicolare perimetrale esterna.<br />

Dei 100.000 metri quadrati <strong>di</strong> superficie dell’area, meno <strong>di</strong> un terzo è<br />

destinata ad interventi <strong>di</strong> iniziativa privata, da avviare me<strong>di</strong>ante<br />

cessione delle aree, mentre per il resto si tratta <strong>di</strong> spazi pubblici,<br />

articolati in strade, piazze, parchi, verde attrezzato, parcheggi ed<br />

interventi e<strong>di</strong>lizi destinati a servizi.<br />

11


In questo quadro generale, un ruolo centrale è quello assunto dal - le prescrizioni, concordate con la Soprintendenza dei Beni<br />

capannone dell’ex stabilimento Perfosfati, sia per le sue valenze Architettonici e Monumentali del Veneto Orientale, per il recupero<br />

storiche sia per la forte caratterizzazione che imprime allo skyline integrale e/o parziale delle strutture esistenti;<br />

citta<strong>di</strong>no. - la necessità <strong>di</strong> bonifica chimico-fisica preliminare;<br />

Nelle previsioni progettuali esso dovrà essere trasformato in un parco - la <strong>di</strong>fficile realizzazione tecnica delle reti impiantistiche;<br />

archeologico, attraverso la parziale conservazione della struttura - le esigenze strutturali e <strong>di</strong> messa in sicurezza dei de-<br />

originaria, a memoria dell’impianto architettonico industriale dell’area.<br />

consolidamenti controllati <strong>di</strong> alcuni sistemi gravemente<br />

Per le scelte progettuali da tempo è stata coinvolta la Soprintendenza ammalorati.<br />

per i Beni Architettonici e Paesaggistici <strong>di</strong> Venezia, nell’intento <strong>di</strong> Nel contesto del “Parco archeologico” il progetto prevede:<br />

pervenire a soluzioni mirate e che hanno trovato una sintesi con<strong>di</strong>visa 1. Sotto l’aspetto e<strong>di</strong>lizio-architettonico la riproposizione del valore<br />

nel progetto che <strong>di</strong> seguito si descrive.<br />

simbolico del capannone quale segno forte della modernità<br />

industriale, nel paesaggio urbano <strong>di</strong> <strong>Portogruaro</strong> :<br />

Il progetto per il nuovo parco archeologico<br />

- la conservazione integrale della prima metà, orientata a sudovest,<br />

delle sette campate <strong>di</strong> cui si compone il capannone a due<br />

Le finalità degli interventi <strong>di</strong> recupero dell’e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> maggiore navate; la prima arcata composta da due telai principali e<br />

rilevanza e qualità architettonica, il vecchio ex stabilimento Enichem controventature secondarie in calcestruzzo armato prefabbricate,<br />

per la produzione <strong>di</strong> perfosfati a <strong>Portogruaro</strong>, rientrano in un più vasto posti ad interasse <strong>di</strong> circa 12 metri, in <strong>di</strong>screte con<strong>di</strong>zioni statiche,<br />

ed articolato progetto <strong>di</strong> valorizzazione ed utilizzo delle aree su cui con la sua copertura in laterizio, i suoi tamponamenti murari, le<br />

insiste l’ex opificio.<br />

sue vetrate e pensiline a sbalzo, sarà oggetto <strong>di</strong> restauro<br />

Il quadro degli interventi tra loro complementari destinati a filologico e rinforzo strutturale con fibre <strong>di</strong> carbonio e resina<br />

trasformare tali aree e volumi in “Parco archeologico” è dettato, nel epossi<strong>di</strong>ca;<br />

suo complesso, da esigenze e stu<strong>di</strong> inter<strong>di</strong>sciplinari a cui - la ristrutturazione ripropositiva, per oggettive ragioni tecniche ed<br />

riman<strong>di</strong>amo:<br />

economiche, <strong>di</strong> altre tre arcate poste a sud, quale “estrusione”<br />

- le in<strong>di</strong>cazioni dello strumento urbanistico <strong>di</strong>rettore-Master Plan del semplificata del precedente volume, in modo da sottolineare<br />

28.11.2006 ;<br />

l’originario ingombro del capannone e l’audace–ripetitiva forma<br />

12


strutturale dei doppi telai, matrice ed identità dell’opera originaria;<br />

la riproposizione <strong>di</strong> una copertura vetrata e trasparente esalta il<br />

fascino del grande spazio interno plasmato dall’intersezione delle<br />

volte ;<br />

- la de-costruzione parziale dei telai in calcestruzzo armato<br />

gravemente ammalorati ed il mantenimento (attraverso il restauro<br />

strutturale) <strong>di</strong> monconi <strong>di</strong> arco laterali e centrali della porzione<br />

inferiore dei telai principali fino alla quota dell’incrocio e<br />

dell’imposta delle controventature, riservando a questi manufatti<br />

“una funzione <strong>di</strong>dattico-illustrativa <strong>di</strong> ciò che si vuole trasformare<br />

come memoria storica” dell’ex Opificio.<br />

Progetto per il parco archeologico<br />

La sicurezza d’insieme posta alle strutture, a fronte delle varie<br />

sollecitazioni preve<strong>di</strong>bili quali vento, neve, sisma ecc., è stata affidata<br />

al nucleo delle tre campate centrali esistenti, che si prevede <strong>di</strong><br />

“smontare e ricostruire in carpenteria metallica” utilizzando l’acciaio<br />

corten.<br />

2. Sotto l’aspetto delle connessioni urbanistiche il progetto prevede<br />

la formazione <strong>di</strong> una zona che segni la relazione tra il Centro<br />

Storico e la Ferrovia, quale vera e nuova porta a nord-ovest della<br />

città, atta a raccogliere funzioni ed immagini rappresentative a<br />

valenza comprensoriale.<br />

Il progetto nella sua unità compositiva è concepito per parti finite<br />

riconducibili a <strong>di</strong>stinte operazioni:<br />

- la costruzione <strong>di</strong> una piazza coperta a molteplici funzioni come la<br />

piazza mercato, che <strong>di</strong>segna il centro del sistema attraverso<br />

coperture opache e trasparenti, aprendosi su spazi definiti dai<br />

nuovi previsti volumi residenziali e <strong>di</strong> servizio “raro”;<br />

- la formazione <strong>di</strong> spazi ver<strong>di</strong> e percorsi pedonali prospicienti<br />

l’accesso alle nuove stazioni ferroviarie ed automobilistiche, nella<br />

forma <strong>di</strong> piazze-giar<strong>di</strong>ni tematici, con la funzione <strong>di</strong> filtro ed invito<br />

sfumato tra le <strong>di</strong>fferenti parti del costruito;<br />

- la realizzazione <strong>di</strong> una piazza-corso d’acqua come origine e luogo<br />

notevole della storia della città e della terra del Veneto Orientale.<br />

Le zone più prossime alla ferrovia vanno acquisendo sempre<br />

maggiore importanza economica e strategica in relazione alla<br />

13


mobilità crescente e a un accresciuto ruolo <strong>di</strong> centralità all’interno<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> ri-qualificazione della città.<br />

3. Sotto l’aspetto del corredo urbano il progetto prevede la<br />

riqualificazione attraverso un insieme sistematico <strong>di</strong> opere in<br />

un’area <strong>di</strong> circa 10.000 mq, <strong>di</strong> cui 2.500 circa coperta dalle<br />

strutture del capannone riorganizzato.<br />

I criteri generali <strong>di</strong> intervento sono strettamente legati alla<br />

struttura inse<strong>di</strong>ativa delineata e si propongono la valorizzazione<br />

del contesto con la realizzazione ex-novo <strong>di</strong> sottoservizi,<br />

pavimentazioni, illuminazione e verde ambientale.<br />

La metodologia esecutiva delle lavorazioni e dei materiali<br />

prescelti si può così riassumere:<br />

- reti tecnologiche: smaltimento delle acque meteoriche e nere,<br />

impianto <strong>di</strong> pubblica illuminazione, allacciamento e <strong>di</strong>stribuzione<br />

dell’acquedotto per l’acqua potabile e l’irrigazione delle aree<br />

ver<strong>di</strong>, completamento linee elettriche e telefoniche;<br />

- riporti e sottopavimentazioni: formazione <strong>di</strong> massicciata in<br />

materiale arido riciclato per la messa in quota <strong>di</strong> avvallamenti e<br />

riempimenti, e soletta in calcestruzzo armato a supporto della<br />

sovrastante pavimentazione secondo andamenti già pre<strong>di</strong>sposti<br />

dall’intervento <strong>di</strong> bonifica preventiva;<br />

- pavimentazioni: realizzazione <strong>di</strong> pavimentazioni <strong>di</strong> “tipo<br />

industriale” in calcestruzzo colorato al quarzo per circa 3.000 mq,<br />

in pietra naturale per circa 1.500 mq con posa entro campiture<br />

regolari, <strong>di</strong> cm 6 <strong>di</strong> spessore, <strong>di</strong> lastre a spacco in porfido chiaro,<br />

<strong>di</strong> lastre in Grigio d’Oriente fiammate attraversate da listature in<br />

Giallo d’Istria bocciardate, per dare il necessario contrappunto e<br />

allineamento visivo;<br />

- opere a verde: stesa <strong>di</strong> terreno vegetale per la formazione <strong>di</strong> circa<br />

3.000 mq <strong>di</strong> aree e aiuole, idrosemina <strong>di</strong> graminacee e<br />

leguminose per tappeto erboso, messa a <strong>di</strong>mora <strong>di</strong> essenze<br />

arboree e arbustive autoctone a pronto effetto, estensione<br />

dell’impianto <strong>di</strong> sub-irrigazione;<br />

- opere <strong>di</strong> arredo: realizzazione <strong>di</strong> elementi funzionali in materiale<br />

lapideo, riproposizione totemica e simbolica della ciminiera in<br />

metallo, passerella in legno, vasca e fontana a riciclo d’acqua.<br />

-<br />

Progetto per il parco archeologico<br />

14


Conclusioni<br />

Richiamati tutti gli elementi <strong>di</strong> valutazione su un manufatto, che ha<br />

segnato un’epoca per il territorio, e il <strong>di</strong>battito che lo stesso ha<br />

suscitato nell’opinione pubblica locale, si apre ora per<br />

l’Amministrazione comunale la fase per dare attuazione ai progetti<br />

pre<strong>di</strong>sposti.<br />

Forti infatti risultano le aspettative in tal senso, anche alla luce<br />

dell’imminente avvio dei lavori <strong>di</strong> infrastrutturazione dell’area e <strong>di</strong><br />

riqualificazione dell’attigua stazione ferroviaria da parte della Regione<br />

Veneto e <strong>di</strong> Rete Ferroviaria Italiana nell’ambito del progetto<br />

S.F.M.R..<br />

In questo nuovo sistema il rapporto del manufatto con la stazione<br />

ferroviaria, nel suo assetto rinnovato in funzione della Metropolitana<br />

<strong>di</strong> superficie, appare forte e marcato. Esso rappresenterà un segno <strong>di</strong><br />

riconoscibilità e <strong>di</strong> richiamo, un importante simbolo per il territorio,<br />

della cui storia costituisce un segno tangibile; una porta <strong>di</strong> accesso<br />

ad un territorio alla continua ricerca <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azioni tra memoria e<br />

futuro, tra vecchie e nuove vocazioni.<br />

L’importanza e la qualità dei progetti che sull’area si concentrano<br />

sono attestate anche dalle ingenti risorse economiche che sono state<br />

preventivate da parte dei molteplici soggetti ed enti, coinvolti a vario<br />

titolo nel processo <strong>di</strong> riconversione dell’ambito, e che ammontano a<br />

quasi 30 milioni <strong>di</strong> Euro.<br />

Per quanto riguarda le opere che competono al <strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Portogruaro</strong>, per la realizzazione del progetto <strong>di</strong> ristrutturazione del<br />

capannone, nell’ambito del parco archeologico dell’area <strong>“ex</strong><br />

<strong>Perfosfati”</strong>, è stato stimato un costo complessivo <strong>di</strong> Euro 4.500.000.<br />

Per la copertura <strong>di</strong> tale somma, l’Amministrazione intende ricorrere<br />

per una quota al concorso dei privati, con la ven<strong>di</strong>ta delle aree del<br />

comparto, per una quota a risorse proprie e per un ulteriore 50%<br />

circa dell’importo a finanziamenti pubblici, visto l’interesse generale<br />

manifestato per l’opera <strong>di</strong> riconversione dell’area.<br />

Accanto al reperimento delle risorse necessarie, è altrettanto<br />

fondamentale per l’Amministrazione comunale riuscire a portare a<br />

termine in tempi ragionevoli anche tutte le procedure <strong>di</strong> ottenimento<br />

dei provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> interesse culturale previsti per l’intervento sul<br />

capannone. A tal fine da tempo è stata coinvolta la competente<br />

Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici <strong>di</strong> Venezia e<br />

la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto.<br />

Il positivo accoglimento del progetto <strong>di</strong> ristrutturazione del<br />

capannone, valutati il profondo degrado delle strutture e le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><br />

un recupero totale delle stesse, portano ad auspicare il<br />

raggiungimento <strong>di</strong> un esito favorevole dell’iter procedurale previsto.<br />

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