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Mazzorana - Quartogrado.com

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DIECI l CADINI DI MISURINA<br />

PALA DI PUNTA ELLIE m 2560<br />

Parete Nord-Est — Via <strong>Mazzorana</strong><br />

273<br />

061<br />

PRIMI SALITORI:<br />

Pietro <strong>Mazzorana</strong> e<br />

R. Scaramuzza,<br />

7 agosto 1942<br />

DISLIVELLO: 170 m<br />

SVILUPPO: 195 m<br />

DIFFICOLTÀ: D-<br />

max p. 5°<br />

TEMPO PREVISTO: 2-3 ore<br />

ROCCIA: ottima su tutto il<br />

percorso<br />

MATERIALE: cordini, dadi<br />

e friend (tutte le soste<br />

attrezzate); chiodi non<br />

necessari (ottime possibilità<br />

di sicura rapida). Una corda<br />

da 60 m per la discesa<br />

PUNTI D’APPOGGIO:<br />

Rifugio Fratelli Fonda Savio<br />

CARTINE: Tabacco fogli 017<br />

(Auronzo di Cadore); 03<br />

(Cortina), scala 1:25.000


ROCCIA D’AUTORE l QUARTO GRADO<br />

Percorso molto bello, su roccia fantastica, che risale<br />

con bella logica ed esposizione, la parete di questo<br />

monte secondario e quasi anonimo. È veramente<br />

una salita di soddisfazione, purtroppo abbastanza<br />

breve, su terreno sempre sicuro e assicurabile, soste<br />

attrezzate così <strong>com</strong>e lo è egregiamente il breve<br />

passaggio di 5°, che non costituisce un problema,<br />

anzi dà un po’ di sale alla salita.<br />

La discesa, invece, pur se abbastanza breve,<br />

richiede attenzione e orientamento.<br />

ACCESSO<br />

Dal parcheggio del Pian degli Spiriti (poco prima e a dx del<br />

Lago d’Antrono e del casello del pedaggio della strada delle Tre<br />

Cime) si segue il sentiero per il Rifugio Fonda Savio per ca. 30 min.<br />

fino a raggiungere il bordo del bel catino erboso e di ghiaie. Il sentiero<br />

segnato prosegue sul bordo sx dello stesso verso l’ora visibile rifugio.<br />

Qui conviene lasciare il sentiero e risalire in diagonale per ghiaie ed<br />

erba il bordo dx (S) del catino, tagliandolo quasi <strong>com</strong>pletamente in<br />

salita fin quasi l’imbocco del vallone ghiaioso che scende dalla Forcella<br />

del Diavolo (si rivede, ora abbastanza vicino, il rifugio a sx). Prima del<br />

caratteristico e basso Paracarro (il primo gendarme della cresta del<br />

ramo del Diavolo dei Cadini) si sale a dx un breve ghiaione fino a raggiungere<br />

il facilissimo e basso zoccolo di roccette sotto il nostro monte<br />

(vedi foto). Lo si sale (20 m, elem., qualche traccia) fino all’attacco<br />

che è sul limite dx di una bassa paretina gialla, all’inizio di un’evidente<br />

fessura/rampa diagonale verso dx.<br />

Ore 1/1,30 dal parcheggio.<br />

Si può anche, <strong>com</strong>odamente, dormire al Rifugio Fonda Savio e portarsi<br />

all’attacco seguendo il Sentiero Bonacossa verso la Forcella del Diavolo<br />

per 10/15 min. Giunti quasi a toccare le rocce del Paracarro si<br />

prende a dx una traccia che scavalca una schiena di rocce in discesa,<br />

passa all’attacco della facile via del Paracarro e, poco oltre, raggiunge<br />

l’attacco della nostra via. Ore 0,30 dal rifugio.<br />

SALITA<br />

1) Si scala la fessura/rampa in diagonale a dx, fino a raggiungere un’altra<br />

rampa che sale verso sx in senso opposto. Non salire una prima<br />

invitante rampetta a sx, ma scalare la seconda, all’inizio lungo una<br />

fessura articolata scura e poi per facili gradoni in diagonale verso sx.<br />

Sosta sotto una bella placca scura. 30 m; 3°, 3°+; 1CLF.<br />

274<br />

PIERO MAZZORANA<br />

(1910 – 1980)<br />

Grande personaggio<br />

dell’alpinismo auronzano,<br />

iniziò a mettersi in mostra<br />

prima della Seconda<br />

Guerra mondiale,<br />

a fianco di Emilio<br />

Comici, con il<br />

quale, nel 1936<br />

<strong>com</strong>pì la sua<br />

prima grande<br />

salita (spigolo<br />

nordovest della<br />

Cima Piccola).<br />

La sua attività nei<br />

Cadini di Misurina e<br />

nelle Dolomiti di Sesto fu<br />

imponente, sia aprendo vie<br />

nuove che ac<strong>com</strong>pagnando<br />

clienti. Si segnalano anche<br />

alcune imprese di polso<br />

<strong>com</strong>e lo spigolo sudovest<br />

della Cima Grande di<br />

Lavaredo (1941) o la grande<br />

cavalcata di tutte le cime del<br />

massiccio (17 agosto 1942),<br />

forse uno dei primi grandi<br />

“concatenamenti” tanto di<br />

moda oggi fra gli alpinisti di<br />

punta.<br />

Fu anche storico gestore del<br />

Rifugio Auronzo nei ruggenti<br />

anni cinquanta, quando alla<br />

sua soglia si affacciavano<br />

i protagonisti delle<br />

direttissime assieme alle<br />

infuocate polemiche e vere e<br />

proprie gare sulle pareti nord<br />

delle Lavaredo.<br />

Per alcuni anni (1943-<br />

1947) fu anche istruttore<br />

di alpinismo della scuola di<br />

roccia del CAI di Padova.<br />

Nei Cadini di Misurina<br />

è relazionata qui la sua<br />

classicissima per principianti<br />

alla Torre Wundt, aperta con<br />

il nobile cliente conte Del<br />

Torso. Sullo stesso piccolo<br />

monte è presente anche<br />

061


DIECI l CADINI DI MISURINA<br />

2) Si scala in diagonale verso dx la placca (2CL), raggiungendo un’altra<br />

rampa articolata che si sale con scalata divertente fino a una <strong>com</strong>oda<br />

sosta. 25 m; 4°, 3°; 2CL, 1CF.<br />

3) In diagonale a sx si scala una bellissima fessura irregolare, molto<br />

ben assicurabile, fino a portarsi sulle facili rocce sopra una lama<br />

staccata. Qui non conviene salire una fessura/camino; si scala<br />

invece la bella placchetta a sx della stessa fino a rocce più<br />

articolate che si assecondano in decisa diagonale a sx<br />

fino a un <strong>com</strong>odo terrazzino. 30 m; 4°; 2CF + CLF.<br />

4) Per pochi metri si traversa a dx, raggiungendo l’inizio<br />

di una fessura/camino di ottima roccia. La si scala<br />

<strong>com</strong>pletamente (1CL – possibile sosta) e si continua oltrepassando<br />

un canalino e scalando poi a piacere le rocce<br />

lavoratissime soprastanti poco a dx di un diedro/camino,<br />

portandosi su una crestina sul bordo di un canale di detriti. Si<br />

risale la crestina un po’ verso sx, sostando una decina di metri sotto<br />

la forcelletta in cima al canale, su spuntone o clessidre. 55 m; 3°, 4°;<br />

1CL.<br />

5) Si scala una breve paretina nerastra (p. 5°, 1C ottimo), sopra la<br />

quale si raggiunge una specie di cengetta. Da questa si prosegue in<br />

diagonale a dx per rocce scure articolate (1C in cima), fin sotto un altro<br />

breve muretto nero, che si supera su ottime prese, fino alla <strong>com</strong>oda<br />

sosta soprastante. 20 m; 4°, p. 5°; 2C, 1CLF + CF.<br />

6) Si sale verso dx un bel canalino fin sopra un piccolo pulpito e poi<br />

direttamente la fantastica parete lavorata soprastante che conduce<br />

alle rocce della piatta cima. 30 / 35 m; 3°, 3°+.<br />

DISCESA<br />

La discesa richiede attenzione e almeno una corda de 60 m.<br />

Dalla cima bisogna scendere a una forcelletta situata a NO e caratterizzata<br />

da un pinnacolo giallo alto 5 m, già visibile dal bordo della<br />

cima stessa.<br />

Questa discesa si effettua arrampicando per ripidi canalini e salti (20<br />

m, 2° e 3°, ometto all’inizio) o, preferibilmente, eseguendo una doppia<br />

da 25 da 1CL, che si rintraccia scendendo per 5 m lungo la crestina in<br />

direzione NO (poco a sx dell’uscita della via di salita). Qui, su un terrazzino<br />

dietro uno spuntone, si rinviene la fettuccia. Con una doppia in<br />

diagonale a sx di 25 m ci si porta sulla forcella.<br />

Non si scende il profondo canalone verso N (molto pericoloso per scariche),<br />

né all’evidente terrazza di erba e ghiaia a SO.<br />

Si scende solo qualche metro verso questa (ometto) per poi aggirare<br />

il pinnacolo giallo e anche il suo “gemello” retrostante, salendo qual-<br />

275<br />

la sua più impegnativa<br />

“via della fessura”, aperta<br />

con la cliente Ilde Scarpa.<br />

Entrambe le vie sono del<br />

1938.<br />

061


ROCCIA D’AUTORE l QUARTO GRADO<br />

che metro subito a sx dello stesso (p. 3°, ometto), raggiungendo una<br />

crestina di belle roccette e erba. La si segue <strong>com</strong>pletamente verso NO<br />

(30 m, 1°), scendendo poi la facile schiena fino alla sottostante bella<br />

forcelletta d’erba.<br />

Da questa si attraversa a sx (NO) per cengetta d’erba (ometto, non<br />

scendere direttamente per ripidi salti) per attraversare ancora<br />

un breve tratto su roccette un po’ friabili (p. 3°), oltre<br />

le quali si può scendere verso NE (verso il Rifugio Fonda<br />

Savio) per erba e roccette per circa 20 m fino sopra una<br />

ripida parete (ometto). Poco a dx dell’ometto, su un <strong>com</strong>odo<br />

terrazzino d’erba, si rinviene un ancoraggio per<br />

doppia.<br />

Si esegue una CD da 20 m fino ad un altro buon ancoraggio<br />

sopra una parete verticale. Con un’altra CD da 30 m direttamente<br />

lungo la parete verticale, si toccano le ghiaie basali,<br />

poco distanti dall’attacco. Ore 1 / 1,30 dalla cima.<br />

Al terzo tiro in diagonale a sinistra si scala<br />

una bellissima fessura irregolare<br />

276<br />

061

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