Associazione - Camper emergenza
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Un caro amico mi ha<br />
rivolto un invito!<br />
Antonio, volontario a<br />
“Vieni a pranzo con noi!”<br />
Quando una domenica pomeriggio,<br />
terminato il servizio alla mensa, presso la<br />
casa delle Ancelle della Carità, Romano mi<br />
chiese di scrivere due righe sul giornale<br />
dell'<strong>Associazione</strong>, pensai che fosse inebriato<br />
dal vino della nostra Paola, bevuto per<br />
innaffiare lo stufato con polenta che Teresa, in<br />
concorrenza con la sorella Rosa, ci ha fatto<br />
gustare. Gli chiesi: “Perché proprio a me, che<br />
sono l' ultima ruota del carro?”.<br />
Questo magnifico gruppo di volontari,<br />
diretto da Romano e Rosa, già solo la<br />
domenica pomeriggio dalle 12 alle 14,<br />
distribuisce 400 pasti caldi e,<br />
quotidianamente, ogni sera, offre a chi è in<br />
strada più di 250 sacchetti di cibo, spesso<br />
accompagnati, nei casi di evidente bisogno, da<br />
vestiario, coperte, medicinali, buoni doccia,<br />
etc.<br />
La mia prima esperienza di volontario<br />
ebbe inizio sette anni fa', quando una<br />
domenica, su invito di un caro amico, mi<br />
trovai in un salone gremito di clochard,<br />
immigrati di ogni razza e colore, badanti<br />
dell'Est e compaesani della provincia.<br />
Non mi vergogno a confessare che fui<br />
assalito da un brivido misto al timore di non<br />
farcela. Fu sufficiente, però, una sguardo<br />
rassicurante dei volontari per farmi sentire<br />
“preso per mano” e parte coinvolta in<br />
quell'esperienza stupenda.<br />
Vedete, per un osservatore esterno, una<br />
distribuzione di pasti tanto organizzata e l'alto<br />
numero di bisognosi che ne godono, potrebbe<br />
apparire fredda e “industrializzata” quasi<br />
paragonabile all'erogazione del cibo dalle<br />
macchinette automatiche. Ebbene, in realtà,<br />
non lo è. In me volontario, forse ancora alle<br />
prime armi, c'è una percezione<br />
completamente diversa, un coinvolgimento e<br />
una spinta che mi porta ben lontano dall'idea<br />
di «FARE CARITÀ» e che, invece, mi permette<br />
di «ESSERE CARITÀ».<br />
È una sensazione che sento in me forte<br />
a tal punto da farmi sentire eguale a loro che<br />
vivono per la strada: una persona, un essere<br />
umano con tutto un bagaglio di vita, ricordi,<br />
esperienze positive e negative, fragilità e<br />
punti di forza.<br />
Nonostante alcuni di loro siano stati e<br />
siano per libera o forzata scelta alcolizzati,<br />
tossici (magari complici di furti nelle nostre<br />
case!), nel momento in cui mi trovo davanti e<br />
insieme a loro e vedo i loro occhi arrossati, le<br />
mani gonfie per il freddo, lo sguardo chinato<br />
in basso per la dignità persa o rubata, non<br />
riesco a pensarli come delinquenti. Sono<br />
semplicemente uomini e donne, e in alcuni<br />
casi, riflesso della nostra povertà umana.<br />
A distanza di sette anni, mi ritengo<br />
molto fortunato ad avere accettato<br />
quell'invito, quella domenica mattina!<br />
È per me un onore camminare al fianco<br />
dei volontari. Più passa il tempo, più li vedo<br />
come strumenti della Divina Provvidenza che<br />
esaudisce le preghiere di madri lontane di<br />
tanti ragazzi immigrati o di genitori i cui figli<br />
hanno scelto strade un po' oscure.<br />
Qualcuno (me incluso) potrebbe anche<br />
pensare che per questo volontariato sia<br />
necessario avere delle doti particolari, essere<br />
un po' speciali, invece non è così.<br />
Mi piace molto l'immagine di Madre<br />
Teresa che ci paragona a matite nelle mani di<br />
Dio che colorano di speranza il libro della<br />
VITA.<br />
È questo il grande miracolo che più mi<br />
stupisce e mi carica di entusiasmo: come Dio<br />
trasforma e chiama le persone, le più normali,<br />
con le loro fragilità e debolezze, per compiere<br />
il suo progetto d'amore e per renderci<br />
consapevoli che se riusciamo ad amare gli altri<br />
è perché siamo stati amati da Lui.<br />
C'è una frase che si sente spesso: è più<br />
quello che si riceve rispetto a quello che si dà.<br />
Ma per esperienza vissuta posso testimoniare<br />
che IMPARI A DARE QUANDO HAI IMPARATO A<br />
RICEVERE.<br />
Molti affermano che tanti volontari fanno<br />
carità per una gratificazione personale, per<br />
sentirsi bravi o per guadagnarsi il Paradiso.<br />
Credetemi, non è questo ciò che il volontario<br />
pretende di ricevere, è tutt'altro: una stretta<br />
di mano, un incrocio di sguardi, uno scambio<br />
di parole. Ed in tutto ciò si rende palpabile e<br />
percepibile l'incontro UOMO-DIO.<br />
Nel momento in cui il volontario riesce a<br />
vedere nel povero il volto di Dio, è lui stesso<br />
che entra nella sfera del bisogno, perché<br />
l'uomo ha sete e fame di Dio.<br />
SULLA STRADA. VITA DELL'ASSOCIAZIONE<br />
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