01.06.2013 Views

Minareti e campanili - La Repubblica

Minareti e campanili - La Repubblica

Minareti e campanili - La Repubblica

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

DOMENICA 25 GENNAIO<br />

la memoria<br />

Top secret<br />

IERI E OGGI<br />

A destra, il leader<br />

libico Muammar<br />

Gheddafi<br />

in due foto:<br />

la prima è del 1971,<br />

quando era oggetto<br />

dei dossier,<br />

la seconda<br />

è recente. Ai lati<br />

dei due ritratti,<br />

le riproduzioni<br />

dei documenti<br />

inglesi<br />

ATTILIO BOLZONI<br />

Per anni si sono chiesti se fosse<br />

pazzo. Tutti a indagare<br />

sulla sua psiche, le sue sfuriate<br />

improvvise, paranoie e<br />

malinconie. Alla salute<br />

mentale del rais di Tripoli, le<br />

spie di Sua Maestà dedicano summit e<br />

una valanga di rapporti segreti. Il colpo<br />

di Stato del primo settembre 1969 li coglie<br />

di sorpresa; non riescono a capire<br />

chi sia veramente lui, il colonnello<br />

Muammar Gheddafi, il nuovo leader libico;<br />

le informazioni sicure sono scarse:<br />

non ha ancora trent’anni, viene dalle<br />

sabbie della Sirte, il suo idolo è il presidente<br />

egiziano Nasser.<br />

Dagli scaffali dei National Archives di<br />

Kew Gardens — a pochi chilometri da<br />

Londra — riaffiorano le schede e le informative<br />

del Foreign and Commonwealth<br />

Office su uno dei personaggi più controversi<br />

del Ventesimo secolo. Sono dossier<br />

«secret» e «confidential», molti dei quali<br />

resi pubblici fra il 2002 e il 2007. <strong>La</strong> figura<br />

misteriosa a capo del Consiglio Rivoluzionario<br />

della Libia è ossessivamente<br />

controllata dalle legazioni britanniche<br />

sparse fra Rabat e Bagdad, studiata, analizzata,<br />

sviscerata in ogni dettaglio.<br />

Tutte le notizie che gli inglesi raccolgono<br />

fra l’autunno del ‘69 e la primavera del<br />

‘72 riflettono un’ansia crescente per la<br />

«follia» di Gheddafi, data per certa da innumerevoli<br />

fonti. Le carte parlano di ricoveri<br />

in clinica. Di frequenti crisi di nervi.<br />

Anche di un tentativo di suicidio.<br />

Qualcuno al Foreign Office azzarda persino<br />

previsioni sul futuro dell’enigmatico<br />

colonnello e arriva a pronosticarne<br />

l’imminente fine politica.<br />

Il primo documento che riporta il suo<br />

nome è un telegramma (fascicolo Fco<br />

39/386), spedito da Bengasi il 10 settembre<br />

1969. Lo firma Wakefield, un diplomatico<br />

di carriera: «C’è da augurarsi che<br />

l’attuale ondata di adulazione nei suoi<br />

confronti non gli dia alla testa». Ma è solo<br />

Dossier riservati, resi pubblici negli ultimi tempi, rivelano<br />

che per anni le spie di Sua Maestà britannica hanno indagato<br />

sulla salute mentale del rais di Tripoli. Tutte le informative<br />

raccolte tra il ’69 e il ’72 riflettono un’ansia<br />

crescente per la “follia” del leader libico,<br />

documentano i suoi ricoveri e ne prevedono il crollo<br />

il 19 settembre che un funzionario del Foreign<br />

Office, D. J. Speares, invia all’ambasciata<br />

inglese di Teheran alcuni dati sulla<br />

sua identità: «È nato nel ‘42 nella Sirte, si<br />

è laureato in storia nel ‘63, è uscito dall’accademia<br />

militare nel ‘65 e ha frequentato<br />

un corso di addestramento militare<br />

in Inghilterra nell’estate ‘66».<br />

Nei giorni successivi le informazioni si<br />

incrociano freneticamente. Tutti vogliono<br />

saperne di più sul giovane ufficiale che<br />

nei decenni a venire diventerà il nemico<br />

numero uno dell’Occidente. Scrive a<br />

Londra l’11 settembre (Fco 39/380) P. J.<br />

Popplewell dell’ambasciata al Cairo: «È<br />

molto religioso, un ufficiale brillante,<br />

sempre di buon umore, coscienzioso e<br />

gran lavoratore. È un appassionato di calcio<br />

e di buone letture».<br />

Una nuova scheda «sulla personalità<br />

del colonnello Gheddafi» viene trasmessa<br />

l’8 ottobre ‘70 da Tripoli a Londra. È un<br />

documento (Fco 39/614) redatto da D. A.<br />

Gore-Booth e desecretato nel 2001. Comincia<br />

così: «Si sa poco del suo passato,<br />

si dice che suo padre sia un nomade che<br />

possiede alcuni cammelli nel deserto<br />

della Sirte. Corre voce che Gheddafi sia<br />

stato uno studente difficile a Seba, e che<br />

l’abbiano anche espulso dalla scuola secondaria<br />

di quella città. Ha grandi qualità<br />

come leader e durante il corso di addestramento<br />

militare in Inghilterra è stato<br />

descritto dal suo comandante come<br />

“un elemento prezioso per l’esercito libico”».<br />

Il diplomatico scava nella sua<br />

personalità: «Sebbene sia di bell’aspetto<br />

e abbia un bel sorriso, non ha niente dell’abilità<br />

del politico naturale. Di fronte<br />

alla folla ha difficoltà a cambiare tono,<br />

tende ad essere ripetitivo nei discorsi<br />

pubblici, la sua eloquenza ricorda la raffica<br />

di una mitragliatrice. Il suo fisico tradisce<br />

la malnutrizione sofferta in gioventù<br />

e la sua appassionata sincerità può<br />

sfiorare il fanatismo».<br />

Dall’ambasciata britannica di Tripoli<br />

cominciano ad avanzare i primi sospetti<br />

per le sue intolleranze e collere: «È scar-<br />

samente ricettivo alle critiche...». È un<br />

report da Kuwait City (Fco 39/622) che<br />

mette sul chi va là gli inglesi: «I kuwaitiani<br />

diffidano di Gheddafi. Il capo delle forze<br />

armate ha affermato che è pazzo: basta<br />

guardarlo negli occhi». Da quel momento<br />

è un susseguirsi di notizie sullo<br />

stato psichico del rais. Dispacci come<br />

quello del 10 dicembre ‘70, firmato da<br />

Michael Hannam dell’ambasciata inglese<br />

a Tripoli: «Nel presentarsi agli arabi<br />

come il nuovo messia, Gheddafi sfiora la<br />

follia. Il suo allontanamento dalla scena<br />

araba e libica non può essere lontano».<br />

Note come quella del 21 gennaio ‘71 firmata<br />

da J. P. Tripp: «Vi abbiamo già comunicato<br />

un anno fa che l’equilibrio<br />

mentale di Gheddafi era sospetto. Ora ha<br />

avuto un nuovo collasso, in seguito al<br />

quale è rimasto fuori combattimento per<br />

quattro giorni. Riteniamo che non si sia<br />

ripreso del tutto e che rischi un crollo totale».<br />

Informative come quella del 27<br />

gennaio ‘71 (Fco 39/802) di M. I. Goulding<br />

dell’ambasciata al Cairo: «Ho parlato<br />

con Muhammad Ahmad Muhammad,<br />

ex segretario privato del presidente<br />

egiziano Nasser. Mi ha detto che l’irri-<br />

tabilità e l’eccitabilità di Gheddafi sono<br />

probabilmente dovute a un’allergia.<br />

Muhammad non ha specificato i sintomi,<br />

ma ha aggiunto che il colonnello<br />

sembra soffrire di allergia verso certi fiori.<br />

Al Cairo si è sottoposto ad alcuni test».<br />

Il 17 marzo ‘71 un altro diplomatico<br />

britannico di stanza nella capitale egiziana,<br />

Beaumont, invia a Londra una notizia<br />

clamorosa. Scrive: «Secondo un rapporto<br />

ricevuto da un mio collega belga,<br />

Gheddafi è attualmente internato in una<br />

clinica privata per malattie mentali nei<br />

dintorni del Cairo». Ma dopo qualche<br />

giorno il colonnello riappare, scompare<br />

ancora, passa un mese e ritorna un’altra<br />

volta in mezzo alla folla. Gli agenti inglesi<br />

sono disorientati.<br />

Il 27 settembre ‘71, alle 14, Michael<br />

Hannam da Tripoli informa Londra che<br />

Gheddafi «sarebbe rimasto ferito in un<br />

incidente automobilistico il 18 settembre».<br />

E pochi minuti dopo spedisce un altro<br />

messaggio: «Non è ancora apparso in<br />

pubblico. E le dichiarazioni del ministro<br />

dell’Informazione Buasir non sono riuscite<br />

a dissipare le voci secondo le quali<br />

Gheddafi avrebbe sofferto un collasso<br />

nervoso e che addirittura potrebbe essersi<br />

dimesso». Due giorni dopo comunica:<br />

«A Tripoli continuano a circolare voci su<br />

di lui. Secondo i tedeschi sarebbe stato visto<br />

ieri alla guida della sua automobile, i<br />

diplomatici di New Delhi dicono invece<br />

che avrebbe tentato il suicidio. In ogni caso<br />

nessuno l’ha più visto di recente in<br />

pubblico».<br />

Alle 8,50 del 2 ottobre ‘71 Beaumont,<br />

dal Cairo, racconta a Londra le notizie<br />

che circolano negli ambienti governativi<br />

egiziani: «Gheddafi sarebbe rimasto<br />

molto scosso dall’incidente automobilistico<br />

accaduto il 18 settembre scorso, durante<br />

il quale cinque uomini del suo entourage<br />

sarebbero rimasti uccisi e otto feriti.<br />

Tutto ciò davanti ai suoi occhi. L’episodio<br />

avrebbe scatenato uno dei suoi periodici<br />

attacchi di nervi». Ma il 4 ottobre<br />

informa il Foreign Office che «Gheddafi è<br />

LA DOMENICA DI REPUBBLICA 35<br />

Gli 007 e il mistero Gheddafi<br />

I DOCUMENTI<br />

I documenti sul colonnello<br />

Gheddafi a cui si fa riferimento<br />

nell’articolo pubblicato<br />

in questa pagina<br />

sono stati trovati<br />

nei National Archives<br />

di Kew Gardens, presso Londra,<br />

dal ricercatore<br />

Mario J. Cereghino<br />

e sono conservati<br />

nell’Archivio Casarrubea<br />

di Partinico, Palermo<br />

(www.casarrubea.<br />

wordpress.com)<br />

appena arrivato al Cairo e sembra in buona<br />

salute». È già il 7 ottobre quando — ancora<br />

Beaumont — scrive a Londra: «Si è<br />

fatto visitare all’ospedale militare del<br />

Cairo per la sua sinusite».<br />

Nelle veline ritrovate a Kew Gardens<br />

c’è il resoconto di un pedinamento quotidiano.<br />

Il colonnello torna nella sua Tripoli<br />

e tre settimane dopo, il 28 ottobre, riceve<br />

all’aeroporto il nuovo presidente<br />

egiziano Sadat. Gli inglesi lo osservano da<br />

vicino e commentano: «Cammina come<br />

un sonnambulo». Una notizia che rende<br />

il clima ancora più teso arriva da Parigi il<br />

19 novembre. È il diplomatico J. N.<br />

Spreckley che rivela al Foreign Office:<br />

«Ho visto De Warren, mi ha riferito che<br />

sembra esserci stato un nuovo tentativo<br />

per uccidere Gheddafi: sarebbe stata trovata<br />

una bomba a bordo del suo aereo di<br />

ritorno dal Cairo... fortunatamente per<br />

lui la bomba ha fatto cilecca». E aggiunge:<br />

«Sembra che sia più nervoso del solito. I<br />

francesi sono convinti che dopo il probabile<br />

attentato in cui sono morti diversi<br />

membri della sua scorta, Gheddafi abbia<br />

avuto l’ennesimo collasso nervoso e che<br />

sia stato sottoposto a trattamento medico<br />

per tre settimane». Alla fine del 1971 gli<br />

inglesi aggiornano la «scheda personale»<br />

del rais. Il fascicolo è catalogato Fco<br />

39/805: «È spaventosamente magro, con<br />

delle cicatrici permanenti sulla fronte e<br />

attorno al collo. In pubblico sorride frequentemente,<br />

ma quando è stanco o sotto<br />

pressione irrigidisce spalle e braccia».<br />

Il dossier sul leader libico sarà arricchito<br />

di nuovi particolari sulla sua «sanità<br />

mentale» per tutti gli anni Settanta. Il 22<br />

giugno ‘72 l’ambasciata di Tripoli comunica:<br />

«Vi è una sorta di logica folle in tutto<br />

ciò che dice e fa. Ma, naturalmente, la sua<br />

logica non è la nostra». Il 29 gennaio ‘76,<br />

alla vigilia della proclamazione della<br />

«Grande Jamahiriya araba di Libia popolare<br />

e socialista», G. H. Boyce scrive (fascicolo<br />

Fco 93/828) da Tripoli al Foreign<br />

Office: «Spesso Gheddafi assomiglia più<br />

a Mussolini che a Nasser».<br />

<strong>Repubblica</strong> Nazionale

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!