L'Io pelle familiare e gruppale Didier Anzieu* - Rivista Interazioni
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intermedi.<br />
Il fantasma di una <strong>pelle</strong> comune alla madre e al bambino mi è apparso costitutivo di un<br />
apparato psichico originario, da cui il bambino deve in seguito distaccarsi per acquisire una<br />
<strong>pelle</strong> psichica propria.<br />
Un'espressione di questo fantasma è la fantasia gemellare, che fonda un primo tipo di coppia<br />
amorosa: i due membri si vivono come doppi imma-ginari, come due esseri o identici o<br />
simmetrici, inversi e complementari in rapporto ad una <strong>pelle</strong> comune e all'interno di un<br />
involucro uterino. La coppia è unita per la similitudine delle sensazioni tra i suoi membri. La<br />
fantasia gemellare, una volta confrontata con la realtà della vita di coppia adulta subisce<br />
spesso degli scacchi seguiti da una disillusione. Ciascuno dei due membri rimprovera l'altro di<br />
non essere più il suo perfetto simile o complementare e l'accusa di mirare alla distruzione<br />
della coppia. Nella vita di coppia la scenata è un tentativo per ristabilire la similarità, ma<br />
stavolta non sono più similarità felici, ma infelici. Ciò che viene rilevato è piuttosto la<br />
similarità della delusione, del rancore, dell'odio, della rabbia. La fantasia gemellare è<br />
preservata in un modo negativo. La simmetria gemellare è allora fondata sulla reciprocità di<br />
quello che io ho chiamato l'attaccamento al negativo. Da qui l'effetto generalmente negativo<br />
della scenata, del litigio nella vita di coppia: ristabilisce contro ogni evidenza la fantasia<br />
gemellare e proroga, con un doppio meccanismo di rovesciamento su se stesso e al suo<br />
contrario - l'organizzazione economica duale non adatta all'evoluzione della vita di coppia. Il<br />
movente metafisico all'opera consiste nel primato del principio di costrizione di ripetizione sui<br />
principi di piacere e di realtà.<br />
La psicoanalisi individuale e <strong>familiare</strong> mette spesso in evidenza altre varietà di fantasmi di<br />
una parte della <strong>pelle</strong> comune alla coppia e al gruppo: ella ha descritto la fantasia: un solo<br />
pensiero per due corpi (similitudine dei pensieri tra i membri). Per esempio, una moglie dice<br />
di suo marito, nel corso di una terapia <strong>familiare</strong>: "Lo conosco così bene che potrei scrivere la<br />
sua biografia" (riportato da G. Decherf).<br />
L'organo fantasmatico comune non è limitato alla <strong>pelle</strong> o alla testa: può essere il polmone, le<br />
gambe, etc. con lo scopo di una similitudine di ritmi (risonanza). J.P. Caillot e G. Decherf<br />
hanno riportato una seduta di terapia <strong>familiare</strong> psicoanalitica dove la madre era ditirambica<br />
per quanto riguarda l'unità <strong>familiare</strong>: "noi abbiamo una terza gamba comune che ci permette<br />
di camminare con lo stesso passo".<br />
S.Becket, nel suo lavoro Le Dépeupleur, ha organizzato il tema di un cilindro-polmone che<br />
impone il suo ritmo ad una cinquantina di residenti. Questi ultimi presentavano tre tipi di<br />
reazioni: prostrazione, marcia ossessionante in tondo, scalata delle pareti.<br />
Accanto ai fantasmi di similitudine, si trovano i fantasmi di totalità. Una paziente in<br />
psicoanalisi individuale mi porta a più riprese una fantasticheria a occhi aperti frequente nella<br />
sua infanzia: lei vedeva tre o quattro peni attaccati insieme come un mazzo di fiori.<br />
L'interpretazione banale, che mette a fuoco un desiderio del pene, allo stesso tempo intenso<br />
(lei ne vedeva parecchi) e aggressivo (vi erano peni-fiori recisi) non si rivelò efficace.<br />
Apparve che l'essenziale si rapportava tanto al bouquet che ai fiori e che questo bouquet<br />
rappresentava la fratria: lei aveva tre fratelli. Con il padre c'era nella famiglia un quarto pene<br />
(da qui l'esitazione: "tre o quattro"). Questi quattro uomini la tenevano da parte nelle loro<br />
conversazioni perché lei era non solamente figlia, ma per di più la piccolina. La famiglia era<br />
dominata dalle presenze virili. La mia paziente e sua madre erano sottovalutate: la<br />
fantasticheria le rappresentava assenti, cioè di poca importanza. Il masochismo materno vi si<br />
accomodava mentre la ragazzina reagiva alla provocazione. Mediante la sua fantasia, lei si<br />
proponeva come la rappresentante dell'unità <strong>familiare</strong>.<br />
Una forma più conosciuta del fantasma di totalità si avvicina a quella che è stata nominata "il<br />
paziente designato" dai terapisti familiari sistemici. In quest'ultimo caso uno dei membri<br />
della famiglia è considerato come lo scarto, il relitto, il fallito, portatore di tutto ciò che è<br />
sentito come cattivo nel gruppo <strong>familiare</strong>. Nei casi di pazienti in psicoanalisi individuale, io ho<br />
parecchie volte constatato che uno dei membri della famiglia, generalemente un bambino,<br />
era un handicappato mentale, soprainvestito dai genitori. La regola <strong>familiare</strong> implicita è che<br />
gli altri figli non de vano fare meglio di lui. L'eccezione diventa obbligo (stabilità come<br />
obbligo); l'anormalità una norma. Il membro deficiente è un organo che deve essere comune<br />
a tutti; congiunge l'identità e la totalità e assicura l'unità <strong>familiare</strong>.<br />
<strong>Interazioni</strong>, 1, 7, 1996, pp. 9-17