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I MIEI RACCONTI EROTICI IL FOULARD ROSSO - Inedito.it

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accrescevano il suo dominio, la sua sicurezza, la sua sfrontataggine.<br />

Mentre parlavano, si presentavano, si conoscevano, la ragazza sentiva crescere in lei il desiderio di<br />

punire quell'uomo, punirlo per la sua dimostrazione di sottomissione, punirlo per la sua incapac<strong>it</strong>à di<br />

affrontare una conversazione con una semisconosciuta senza mantenere la calma, punirlo per i<br />

discorsi inarticolati che pronunciava.<br />

Il tempo di finire la consumazione, poi avrebbe fatto ciò che doveva.<br />

Senza girarci troppo intorno, gli chiese di condurla nel suo appartamento.<br />

Non le importava se era troppo diretta o se poteva essere scambiata per maleducata o per<br />

invadente. Voleva mettere in chiaro ciò che lui aveva già cap<strong>it</strong>o da un pezzo: era lei che<br />

comandava, era lei che decideva il gioco, come e quando farlo, era lei il burattinaio che muoveva i<br />

fili della sua marionetta, era lei che aveva il controllo e le bastava un semplice sguardo fugace per<br />

ottenerlo.<br />

Una volta a casa, la ragazza, guardandolo negli occhi, gli chiese di procurare spago, mollette,<br />

candele e una cinta.<br />

L'uomo non si chiese perchè, non chiese nulla...l'unica sua risposta fu di abbassare lo sguardo e<br />

andare a recuperare l'occorrente richiesto.<br />

5 minuti più tardi fece di nuovo la comparsa trovandola con indosso solo un corpetto nero ricamato,<br />

un perizoma nero e gli stivali di pelle.<br />

Non poteva resistere...gettò tutto per terra e si inginocchiò ai suoi piedi, baciandole le scarpe.<br />

Che misera prova di sottomissione, pensò lei nel vederlo già così vinto.<br />

"Mia signora, farei qualunque cosa per lei...tutto per il suo piacere."<br />

Parole...semplici parole...musica per le orecchie di lei.<br />

Alzò la gamba e posizionò il piede sulla sua spalla, spingendolo e facendolo cadere a terra.<br />

"Spogliati, avanti. Non ho voglia di perdere tempo con te."<br />

Si spogliò...altra scena pietosa mentre lui, togliendosi i vest<strong>it</strong>i, li piegava ordinatamente per av<strong>it</strong>are<br />

che si stropicciassero.<br />

Cominciava a darle fastidio, cominciava a non sopportare le sue manie di perfezione. Lo facava<br />

apposta per essere pun<strong>it</strong>o?<br />

In ogni caso lo sarebbe stato.<br />

Quando fu nudo gli ordinò di rimettersi in ginocchio e leccarle le scarpe, dalla pelle alla suola, al<br />

tacco. Tutto doveva brillare.<br />

Notando il disgusto di lui mentre puliva la suola, gli spinse il tacco sulla spalla, non sopportando più<br />

quell'espressione di schifo, facendolo gemere dal dolore.<br />

"Non deve farti schifo leccare i stivali della tua padrona, devi essere onorato che ti permetta di farlo,<br />

o forse, vuoi essere pun<strong>it</strong>o più severamente?!"<br />

L'Uomo si accorse di aver finalmente trovato ciò che cercava.<br />

Quella ragazza si ergeva sopra di lui, guardandolo con durezza e soddisfazione nel vederlo ai suoi<br />

piedi, nel sentire l'abbandono al suo volere.<br />

Aveva trovato la padrona più severa, più intransigente e più bella che potesse desiderare e, forse,<br />

aveva già cominciato a pensarlo inconsapevolmente, quando nei giorni precedenti all'incontro<br />

accendeva il computer con l'unica speranza che lei fosse collegata, con la speranza che lei gli<br />

parlasse di nuovo, con la speranza che prima o poi avrebbe potuto servirla, ancora e ancora e<br />

ancora.<br />

Si gettò come una furia sugli stivali della padrona, leccandoli, adorandoli, adorando lei e il suo<br />

essere sottomesso.<br />

L'espressione compiaciuta della ragazza gli riempiva il cuore di gioia...voleva dimostrarle di essere<br />

degno di essere suo servo, degno di subire, degno di essere trattato come un oggetto.<br />

Lo fece alzare e lo fece disporre con la schiena contro il muro.Gli fece allargare le cosce e legò le<br />

caviglie con lo spago, alle gambe dei mobile che aveva accantoLe braccia in alto, aperte anch'esse,<br />

i polsi legati e lo spago che li teneva incastrato nei chiodi che reggevano i quadri appesi.<br />

Quando fu pronto e si rese conto di non potersi più muovere, la sua sottomissione divenne chiara e<br />

un velo di paura gli offuscò la mente, facendolo sudare ed ecc<strong>it</strong>are improv visamente.<br />

La padrona se ne accorse, prese la cinta e sferrò il primò colpo, in pieno torace.<br />

Un colpo secco, un dolore acuto e lancinante. Gli mancò il fiato e cercò di piegarsi e di piegare le<br />

braccia per difendersi. Tutto inutile, nn poteva muoversi, non aveva difese, era nudo di fronte a lei.<br />

Gli legò gli occhi con il suo foulard."Così potrai godere anche del mio profumo servo." Gli disse<br />

prima di sferrare un altro colpo.<br />

Sempre nello stesso punto, sempre un dolore forte confuso dal suo odore, dal suo sapore di donna,

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