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I MIEI RACCONTI EROTICI IL FOULARD ROSSO - Inedito.it

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"Alzati, avanti".<br />

Aveva ancora la benda sugli occhi, ma, non riuscendo ad alzarsi come gli era stato ordinato, scelse<br />

di strisciare per terra trascinandosi per i gom<strong>it</strong>i.Quando fu al centro della stanaza, la padrona lo legò<br />

di nuovo, questa volta a quattro zampe come i cani.Legò prima i polsi, poi le caviglie e, con un<br />

ulteriore pezzo di spago, unìì i due fili: se avesse provato a cambiare posizione nn ci sarebbe<br />

riusc<strong>it</strong>o e sarebbe rimasto in quel modo.Salì sulla sua schiena a cavalcioni e gli ordinò di portarla in<br />

giro per la stanza mentre lei, da dietro, gli tirava i capelli come se fossero le redini di un cavallo e lei<br />

fosse un Amazzone.<br />

L'uomo si accorse solo nel momento in cui cominciò a muoversi che aveva sistemato tutte le<br />

mollette sul pavimento, mollette a cui lui andava incontro, che schiacciava con le ginocchia e che<br />

gli facevano male.<br />

Ogni volta che ne incontrava una, perdeva l'equilibrio rischiando di far cadere la sua passeggera<br />

che prontamente, gli rifilava un sonoro ceffone sulle natiche.<br />

Schiaffi, schiaffi, e ancra schiaffi...la pelle martoriata, lui trattato come una puttana...la sua<br />

ecc<strong>it</strong>azione non aveva fine...in un attimo gli divenne di nuovo duro e ancora una volta non poteva<br />

toccarsi.<br />

Lo fece fermare e scese dalla sua schiena.<br />

Una buona metà della candela era rimasta intatta e lei decise di usarla per sodomizzare il suo<br />

schiavo.<br />

Voleva sentirlo gemere come una puttanella mentre se lo inculava. Si posizionò dietro di lui e, senza<br />

umidificare nè la candela nè tantomento il buco, la infilò in un solo colpo facendogli emettere un grido<br />

più forte dei precedenti. Continuò a spingerla dentro senza muoverla e si accorse che, finalmente,<br />

grosse lacrime rigavano il volto del servo. Lacrime di dolore, lacrime di umiliazine, lacrime...lacrime<br />

di gioia per essere trattato così, lacrime di consapevolezza, la consapevolezza di essere servo<br />

vinto, cagnetta docile.<br />

Poi la mosse...avanti e indietro...dentro e fuori, con movimenti circolari che ispezionavano le pareti<br />

del suo ano...sempre più velocemente, sempre più dolorosamente, finchè il dolore si attenuò e si<br />

trasformò in un piacere immenso, un piacere che non aveva mai conosciuto, un piacere senza<br />

confini, un piacere che sapeva nn avrebbe più abbandonato.<br />

La candela nel suo corpo era come una lama che gli tagliava la carne, che penetrava nella sua<br />

anima, che lo distruggeva.<br />

Attraverso quel semplice oggetto sentiva lei, sentiva la sua padrona e la sua immensa potenza, la<br />

sua forza e la sua dominazione. Era nulla al confronto. L'avrebbe serv<strong>it</strong>a per tutta la v<strong>it</strong>a, ne era<br />

sicuro.<br />

La sua ecc<strong>it</strong>azione crebbe ancora quando lei lasciò la candela dentro, si tolse il perizoma e si<br />

avvicinò sol suo sesso alla bocca di lui.<br />

Sentiva l'odore reale di femmina, sentiva i peli pubici che gli sfioravano il naso e le labbra, sentiva<br />

di volerla onorare con la lingua e lei glielo permise.<br />

La leccò avidamente, introducendo più che poteva la lingua in lei, assaporando i suoi umori,<br />

godendo dei suoi gem<strong>it</strong>i di piacere.<br />

La candela era ancora dietro ma voleva che si muovesse e lei lo capì. Capì che se anche gli avesse<br />

scioltò le manette non si sarebbe ribellato, capì di averlo nelle sue mani e, con un paio di forbici,<br />

tagliò lo spago, liberando una mano che lui utilizzò per impugnare la candela e fottersi da solo mentre<br />

la leccava.<br />

Spingeva con tutta la forza che possedeva la candela nel sedere, velocemente, con lo stesso r<strong>it</strong>mo<br />

con cui la lingua adorava il fiore della sua padrona, un fiore sempre più ecc<strong>it</strong>ato.<br />

L'ecc<strong>it</strong>azione arrivò anche per lui, senza bisogno che si toccasse.<br />

Le vene dei suo membro pulsavano, i testicoli si indurivano e la mano continuava a spingere il fallo<br />

dentro.<br />

Sentiva l'orgasmo avvicinarsi, sentiva lo sperma salire e raggiungere la cappella, ma non doveva<br />

venire, voleva aspettare lei, doveva aspettare la sua padrona.<br />

Lei gemeva, ansimava, urlava di piacere.<br />

"Sto venendo...continua servo...continua a leccare, sto venendo."<br />

E solo quando si accorse che la padrona ebbe raggiunto l'orgasmo esplose anche lui, solo quando<br />

sentì i suoi umori sciogliersi in bocca si abbandonò al piacere.<br />

Un piacere che aveva raggiuntò senza toccarsi, un piacere che aveva raggiunto sodomizzandosi, un<br />

piacere che aveva raggiunto leccandola.<br />

Turbamento, brividi, caos nel suo corpo e nella sua mente.

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