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Integrità strutturale di ruote ferroviarie: procedure per la ... - AIAS

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XXXIV CONVEGNO NAZIONALE <strong>AIAS</strong> – MILANO, 14-17 SETTEMBRE 2005<br />

risultati <strong>di</strong> queste misure a modelli <strong>di</strong> danneggiamento <strong>per</strong> <strong>la</strong> previsione dell’usura, del<strong>la</strong> fatica<br />

su<strong>per</strong>ficiale e <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> sub-su<strong>per</strong>ficiale. Al<strong>la</strong> ricerca partecipano 3 unità: le Università <strong>di</strong> Brescia e <strong>di</strong><br />

Cagliari ed il Politecnico <strong>di</strong> Mi<strong>la</strong>no.<br />

Per quanto riguarda il problema del<strong>la</strong> determinazione delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> contatto ruota/rotaia si è<br />

sviluppata una tecnica basata sul<strong>la</strong> riflessione degli ultrasuoni che è già stata applicata nell’ambito <strong>di</strong><br />

con<strong>di</strong>zioni statiche <strong>di</strong> contatto tra <strong>ruote</strong> e rotaie esercite, ottenendo risultati che mostrano <strong>la</strong> grande<br />

variabilità dell’entità delle pressioni e del<strong>la</strong> loro <strong>di</strong>stribuzione [1-3]. L’impiego delle onde ultrasoniche<br />

nell’ingegneria meccanica è ormai fatto consolidato da molti decenni, anche se il loro principale<br />

campo <strong>di</strong> applicazione risulta essere quello re<strong>la</strong>tivo ai controlli non <strong>di</strong>struttivi, ambito nel quale le<br />

tecniche UT hanno assunto nel tempo un ruolo <strong>di</strong> estrema rilevanza. Tuttavia, in tempi più recenti,<br />

accanto a questo impiego che potrebbe essere definito definire “tra<strong>di</strong>zionale”, sono state messe a punto<br />

altre possibilità <strong>di</strong> utilizzo nei settori del<strong>la</strong> meccanica s<strong>per</strong>imentale; in partico<strong>la</strong>re, da qualche decennio<br />

è stata valutata <strong>la</strong> possibilità <strong>di</strong> sfruttare <strong>la</strong> riflessione e trasmissione delle onde ultrasoniche dal<strong>la</strong><br />

su<strong>per</strong>ficie <strong>di</strong> separazione tra due mezzi, <strong>per</strong> stu<strong>di</strong>are i problemi <strong>di</strong> contatto e l’efficienza <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi tipi<br />

<strong>di</strong> accoppiamenti. Già sul finire degli anni ‘50, il tedesco Krachter osservava che <strong>la</strong> riflessione delle<br />

onde ultrasoniche al<strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie <strong>di</strong> separazione tra provini metallici compressi, subiva sostanziali<br />

riduzioni quando essi erano sottoposti a livelli <strong>di</strong> carico crescenti [1]. Tali stu<strong>di</strong>, ripresi nei primi anni<br />

’70 [2-3], portarono ad un tentativo <strong>di</strong> definizione rigorosa dell’interazione degli ultrasuoni con<br />

interfacce <strong>di</strong> contatto sottoposte ad un dato regime <strong>di</strong> stress. In circa 30 anni, si è potuto assistere ad un<br />

notevole progresso nell’applicazione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> ultrasonici a problemi <strong>di</strong> contatto, tanto che oggi si<br />

<strong>di</strong>spone <strong>di</strong> numerosi modelli teorici <strong>di</strong> propagazione delle onde ultrasoniche su interfacce generate<br />

dall’accoppiamento <strong>di</strong> materiali <strong>di</strong> interesse ingegneristico, nonché <strong>di</strong> una notevole mole <strong>di</strong> risultanze<br />

s<strong>per</strong>imentali ottenute in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>fferenti <strong>per</strong> ciò che concerne i livelli <strong>di</strong> carico applicati, le<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> rugosità su<strong>per</strong>ficiale e il tipo <strong>di</strong> materiali testati.<br />

Passando a considerare il danneggiamento, le <strong>ruote</strong> <strong>ferroviarie</strong> possono incorrere in <strong>di</strong>versi fenomeni:<br />

<strong>la</strong> rottura <strong>per</strong> fatica del<strong>la</strong> cartel<strong>la</strong>, <strong>la</strong> fatica termica (nel caso <strong>di</strong> <strong>ruote</strong> frenate a ceppi) e i<br />

danneggiamenti tipici del<strong>la</strong> zona <strong>di</strong> contatto con <strong>la</strong> rotaia (usura, pitting, spalling, shelling profondo,<br />

ecc.). Questi ultimi sono più <strong>di</strong>fficili da indagare: <strong>la</strong> loro analisi richiede infatti <strong>la</strong> conoscenza <strong>di</strong><br />

molteplici e complessi parametri, quali le storie dei carichi <strong>di</strong> contatto tra ruota e rotaia nelle <strong>di</strong>verse<br />

con<strong>di</strong>zioni o<strong>per</strong>ative e <strong>la</strong> corrispondente <strong>di</strong>stribuzione degli sforzi normali e tangenziali, lo stato <strong>di</strong><br />

sforzo all’interno dei componenti nel<strong>la</strong> zona interessata al contatto, l’effetto <strong>di</strong> un eventuale fluido<br />

interposto tra ruota e rotaia (acqua), <strong>la</strong> resistenza all’usura e il comportamento ciclico (compresa <strong>la</strong><br />

legge <strong>di</strong> incru<strong>di</strong>mento) dei materiali impiegati, l’effetto dei <strong>di</strong>fetti intrinseci del materiale ed altro<br />

ancora [4-6]. Per tale motivo, le ricerche sui fenomeni <strong>di</strong> danneggiamento <strong>per</strong> contatto ciclico delle<br />

<strong>ruote</strong> (e delle rotaie) <strong>ferroviarie</strong>, seppur <strong>di</strong> sempre maggior interesse e <strong>di</strong>ffusione, non sono ancora<br />

scaturite in riconosciute in<strong>di</strong>cazioni generali <strong>di</strong> tipo progettuale, né, tanto meno, in risultati recepiti a<br />

livello normativo.<br />

Peraltro, oltre a comportare importanti oneri economici, i danneggiamenti <strong>per</strong> contatto ciclico possono<br />

compromettere <strong>la</strong> stabilità <strong>di</strong> marcia dei veicoli ferroviari e in alcuni casi metterne fortemente a<br />

repentaglio <strong>la</strong> sicurezza. E’ <strong>per</strong>ciò partico<strong>la</strong>rmente importante sviluppare dei criteri <strong>di</strong> previsione <strong>per</strong><br />

tali fenomeni, che consentano <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care il tipo <strong>di</strong> danneggiamento atteso in funzione del<strong>la</strong> tipologia<br />

del componente e delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> esercizio. Questi criteri possono risultare utili sia in fase <strong>di</strong><br />

progettazione, in partico<strong>la</strong>re <strong>per</strong> scegliere <strong>la</strong> miglior combinazione <strong>di</strong> materiali e geometrie in funzione<br />

dei dati o<strong>per</strong>ativi del componente, sia in fase <strong>di</strong> manutenzione, <strong>per</strong> stabilire gli intervalli <strong>di</strong> ispezione e<br />

<strong>di</strong> sostituzione delle <strong>ruote</strong> e delle rotaie.<br />

Una c<strong>la</strong>ssificazione più generale dei danneggiamenti <strong>per</strong> contatto ciclico delle <strong>ruote</strong> <strong>ferroviarie</strong><br />

consiste nel sud<strong>di</strong>viderli in tre categorie fondamentali: l’usura, <strong>la</strong> fatica su<strong>per</strong>ficiale e <strong>la</strong> fatica<br />

subsu<strong>per</strong>ficiale (causata da micro o macro <strong>di</strong>fetti interni). Questi fenomeni sono potenzialmente<br />

concomitanti, ma <strong>la</strong> loro soglia <strong>di</strong> attivazione <strong>di</strong>pende dal tipo <strong>di</strong> materiale e dalle con<strong>di</strong>zioni<br />

o<strong>per</strong>ative: in uno specifico caso non è quin<strong>di</strong> detto che si verifichino tutti contemporaneamente.<br />

Inoltre, alcuni <strong>di</strong> questi fenomeni sono in competizione tra loro (ad esempio l’usura e <strong>la</strong> fatica<br />

su<strong>per</strong>ficiale) ed in tal caso il ce<strong>di</strong>mento del componente (inteso come messa fuori servizio) sarà<br />

causato da quello prevalente.

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