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Io, tu, noi: icambiamentisociali LA RELAZIONE COME RISORSA PER IL NOSTRO DOMANI CIVILE E SOCIALE È STATO IL TEMA DELLA<br />
TAVOLA ROTONDA IN OCCASIONE DELLA MOSTRA FOTOGRAFICA DI SAULO SCOPA.<br />
di Stefano Rossi<br />
Un pubblico numeroso e attento è intervenuto presso l'Oratorio<br />
degli Angeli, ideale cornice della tavola rotonda “Io, tu, noi: la<br />
relazione come risorsa per il nostro domani civile e sociale”<br />
proposta a Città di Castello in occasione della mostra Saulo<br />
Scopa Fotografie e Cortometraggi 1998-2008.<br />
La tavola rotonda è stata aperta dai saluti di Luciano Bacchetta,<br />
Maria Patrizia Lorenzetti e Mario Tosti (in rappresentanza,<br />
rispettivamente, di Comune di Città di Castello, Asl n° 1 e Cesvol<br />
di Perugia, enti patrocinatori dell'iniziativa).<br />
Interessante e denso di spunti l'incontro, organizzato dalle<br />
associazioni Le Fatiche di Ercole, Paguro, A.M.A. Umbria e La<br />
Camera Chiara e condotto dal giornalista Massimo Zangarelli.<br />
Nicola Chiarappa si è soffermato in modo particolare sul tema<br />
dell'immigrazione, portando in risalto l'assimilazione, il<br />
pluralismo e la trasmigrazione, attraverso le quali la stessa può<br />
realizzarsi e sulla questione di una diversità da preferire<br />
comunque ad una banale omogeneità.<br />
“Noi siamo chi abbiamo incontrato”: questo il concetto con il quale<br />
Pier Luigi Brustenghi ha aperto il suo intervento, nel corso del<br />
quale ha tra l'altro puntato l'attenzione su “un desiderio di<br />
comunicazione che spesso non trova risposte”, rilevando anche,<br />
forte della sua esperienza di neurologo e psicoterapeuta, che<br />
“ogni sintomo è un linguaggio, a volte il solo possibile e nella<br />
stessa malattia mentale molti artisti hanno saputo trovare il<br />
furore creativo che li ha portati a realizzare opere straordinarie”.<br />
Infine, particolarmente significativi, gli spunti emersi dalla<br />
Tullio Seppilli.<br />
L’immagine della locandina.<br />
Massimo Zangarelli e Pier Luigi Brustenghi.<br />
lettura antropologica del fenomeno affrontata da Tullio Seppilli<br />
quali il bisogno dell'altro, la necessità di ricostruire contesti<br />
primari soddisfacenti a fronte di una famiglia nucleare urbana<br />
incapace di fornire il tipo di risposte assicurate dalla vecchia<br />
famiglia mezzadrile, la consapevolezza che le guerre tra poveri<br />
trovano terreno fertile in quei momenti di crisi economica dove,<br />
per converso, è facile trovare capri espiatori spesso individuati<br />
nel “diverso”.<br />
“L'intento è stato - dichiara Saulo Scopa - quello di stimolare la<br />
cittadinanza ad un confronto e ad una riflessione riguardo le<br />
criticità con cui la nostra società deve confrontarsi in un tempo<br />
dai rapidi ed imprevedibili cambiamenti sociali e civili. Nel<br />
tempo presente - prosegue Scopa - cerchiamo sempre più una<br />
lingua che sappia far comunicare le varie identità del nostro<br />
mondo: identità politiche, religiose, sociali, sovranazionali.<br />
E se fosse la creatività questa lingua in grado di avvicinare civiltà<br />
e popoli? Ma quanti sono ancora in grado di sentire questa<br />
esigenza di ricerca? Quanti hanno il coraggio di ammettere il<br />
valore dell'incontro con l'altro e con le sue diversità?”.<br />
La tavola rotonda ha così simbolicamente chiuso nel modo<br />
migliore la retrospettiva che Saulo Scopa ha allestito a Città di<br />
Castello per ricordare e riassumere vent'anni della sua ricerca<br />
espressiva, che lo hanno portato ad essere considerato un artista<br />
capace nell'arte dell'osservazione, della comprensione e capace<br />
altresì di interrogarsi su temi attuali e molto delicati, cercando di<br />
stare sempre, come egli stesso dichiara, dalla parte dei perdenti.<br />
PASSIONI