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SCARICA IL PDF – 01 Febbraio 2013 - Comunità Pastorale S. Maria ...

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2<br />

Vivere la Quaresima è desiderare di fare<br />

un “cambio di rotta” e indirizzare la nostra<br />

vita verso l’amore di Dio in modo<br />

più deciso e più vero. Pertanto non possiamo<br />

rimanere con le mani in tasca ed<br />

essere indifferenti a Questa proposta di<br />

conversione che la Chiesa ci propone.<br />

Cosa intendiamo per conversione?<br />

E’ il desiderio di mettere Dio al centro<br />

della nostra vita, è l’impegno di credere<br />

alla bontà misericordiosa di Dio Padre.<br />

Ogni parte di noi deve essere indirizzata<br />

verso Dio e riconoscere che Dio non si<br />

stanca mai di perdonarci e di amarci. Per<br />

poter vivere bene questo periodo di conversione,<br />

la chiesa ci propone tre valori:<br />

preghiera, digiuno e penitenza. Vedremo<br />

poco alla volta come concretizzare questo<br />

cammino. Per ora cerchiamo di riflettere<br />

su questo aspetto: DIO PADRE<br />

DELLA MISERICORDIA.<br />

Cosa intendiamo per misericordia?<br />

Teniamo presente la parabola di Lc<br />

15,11-32: Il Padre misericordioso.<br />

Il linguaggio corrente, determinato dal<br />

latino, identifica la misericordia con la<br />

compassione o il perdono. Questa identificazione,<br />

quantunque valida, minaccia<br />

di velare la ricchezza concreta che<br />

Israele, in virtù della sua esperienza, poneva<br />

nel termine. Per esso infatti la misericordia<br />

si trova alla confluenza di due<br />

correnti di pensiero: la compassione e la<br />

fedeltà. Infatti il termine ebraico (hesed)<br />

Sommario:<br />

QUARESIMA: TEMPO DI CONVERSIONE<br />

sta ad indicare in sé la pietà, parola che<br />

unisce due esseri, ed implica fedeltà. Per<br />

tale fatto, la misericordia riceve una base<br />

solida: non è soltanto l’eco di un istinto<br />

di bontà, che può ingannarsi circa il suo<br />

oggetto e la sua natura, ma una bontà<br />

cosciente, voluta: è anche risposta ad un<br />

dovere interiore, fedeltà a se stesso.<br />

Questa fedeltà a se stesso è presente<br />

nella parabola nella figura del Padre. Infatti<br />

leggiamo che quando il padre vide il<br />

figliol prodigo tornare a casa, “commosso<br />

gli corse incontro, gli si gettò al<br />

collo e lo baciò”.<br />

Egli agisce certamente sotto l’influsso di<br />

un profondo affetto, e così può essere<br />

spiegata anche la sua generosità verso il<br />

figlio, quella generosità verso il figlio,<br />

quella generosità che tanto indigna il<br />

fratello maggiore. La causa di questa<br />

commozione viene trovata dal padre nel<br />

fatto che è stato salvato un bene fondamentale:<br />

il bene dell’umanità del figlio.<br />

La fedeltà del padre a se stesso è talmente<br />

incentrata sull’umanità del figlio<br />

perduto, sulla sua dignità.<br />

CHI E’ QUESTO PADRE RICCO DI<br />

MISERICORDIA?<br />

E’ Dio stesso, ossia colui che Gesù Cristo<br />

ci ha rivelato come Padre. Nell’Antico<br />

Testamento troviamo che Dio è sempre<br />

pronto a perdonare il peccato del suo<br />

popolo, è la sposo che è sempre pronto<br />

ad accogliere la sposa infedele che lo ha<br />

Novità quaresimale 4<br />

Chiesa Universale 6<br />

Chiesa Dioceasana 7<br />

Oratori 8<br />

Scout - Cosa vuol dire per me essere capo... 9<br />

Verbale Consiglio <strong>Pastorale</strong> 10<br />

Accendi la Vita 11<br />

Turbigo Aiuto Alimentare 15<br />

Afferrare il senso 16<br />

Prendere il largo 17<br />

Il Rovescio della Medaglia 17<br />

Nosate - Natale Nosatese 18<br />

Turbigo - Ringraziamo 18<br />

Riceviamo e Pubblichiamo 19<br />

Anniversario defunti - archivi 24<br />

tradito. Dio è solidale con il suo popolo,<br />

gli fa pesare il suo peccato commesso e<br />

lo provoca così al pentimento. Ma fino a<br />

che punto Dio si può impegnare con gli<br />

uomini? Fino a che punto può giungere<br />

la sua misericordia nel perdonare? Cristo<br />

soltanto può rispondere adeguatamente<br />

a queste domande. Gesù ha il compito di<br />

rivelare la misericordia del Padre. Come<br />

il Dio dell’antico Testamento le cui viscere<br />

di misericordia hanno tremato alla<br />

vista del popolo oppresso dal peccato,<br />

così Gesù appare senza difesa davanti<br />

alla miseria e alla sofferenza degli uomini;<br />

Cristo è la misericordia incarnata<br />

del Padre.<br />

La parabola del figliol prodigo ne è la<br />

chiara testimonianza: tutta la storia<br />

dell’Antico Testamento è ripresa. Il figlio<br />

più giovane ha reclamato la sua indipendenza,<br />

si è allontanato dal padre e fa la<br />

sua esperienza di peccato, di povertà, di<br />

fame. Come la sposa infedele ricorda il<br />

tempo in cui viveva in abbondanza: “Mi<br />

alzerò e andrò da mio padre”. Il padre<br />

non attende che un gesto, un inizio di<br />

pentimento.<br />

“Partì e si incamminò verso suo padre.<br />

Quando era ancora lontano, il padre lo<br />

vide e commosso gli corse incontro, gli<br />

si gettò al collo e lo baciò”. Questo atteggiamento<br />

sconcertante fa reagire gli<br />

scribi e i farisei, identificati nel figlio<br />

maggiore: essi rifiutano in Gesù il Mes-<br />

Sito Web della <strong>Comunità</strong> <strong>Pastorale</strong><br />

www.inbinda.it<br />

Casa Parrocchiale, Don Pierluigi<br />

Via alla Chiesa N°5 - Turbigo<br />

tel. 0331-899341 / Cell. 339-1685800<br />

Don Giovanni<br />

Via alla Chiesa N°5 - Turbigo<br />

tel. 0331-871480 / Cell. 338-1079230<br />

Centro di Ascolto Caritas<br />

Via Fredda N°9, Turbigo<br />

tel. 0331-871718<br />

Casa Parrocchiale, Don Luciano<br />

Robecchetto<br />

tel. 0331-875416<br />

Casa Parrocchiale / Suore di Malvaglio<br />

tel. 0331-875583<br />

Centro Giovanile di Robecchetto<br />

tel. 0331-875496<br />

Parrocchia - San Guniforte<br />

Nosate<br />

Cell. 348-9250077


sia della misericordia di Dio.<br />

Per sperimentare la misericordia di Dio dobbiamo lasciarci<br />

guidare dall’amore, occorre amare veramente una persona e<br />

come disse G. Marcel: “Amare una persona è dire: per me tu<br />

esisti e vali”.<br />

Ecco con la misericordia di Dio siamo ricreati dall’amore. Infatti<br />

nell’essere amati conosciamo noi stessi.<br />

Fare esperienza di non essere rifiutati, ma accolti come persone<br />

al di là delle nostre colpe, ci permette di guardare dentro<br />

di noi stessi con verità e di accettare realisticamente la nostra<br />

situazione. Sentirci amati nonostante tutto, aiuta a comprendere<br />

e ad accettare la nostra povertà, ma afferma anche la perenne<br />

dignità e le molte possibilità di trasformare la nostra<br />

storia. Di fronte ad una legge abbiamo paura e il rimorso ci<br />

può chiudere ancora di più in noi stessi. Di fronte all’amore<br />

prendiamo fiducia e il cuore si apre con coraggio alla vita. Dio<br />

non ci identifica con le nostre colpe. Noi siamo ai suoi occhi<br />

importanti, anche se peccatori. Egli non ci condanna. Per questo<br />

ora abbiamo il coraggio di guardare in faccia le nostre<br />

scelte, di riconoscere le nostre responsabilità. Sabbiamo contribuito<br />

a costruire una storia di egoismo e di divisioni, abbiamo<br />

causato sofferenze ed ingiustizie. Altri forse pagano ancora<br />

le conseguenze dei nostri atteggiamenti. Ecco allora<br />

l’importanza di credere di essere sempre amati da Dio, perché<br />

questo ci offre la forza di cambiare la nostra vita e la quaresima<br />

che stiamo vivendo non sarà solo una scadenza, ma un<br />

vero cammino di conversione. E’ nell’essere amati che noi<br />

cambiamo la nostra vita. Solo così noi riscegliamo la nostra<br />

fede, riscegliamo il nostro progetto di uomini, riscegliamo la<br />

nostra comunità.<br />

CONVERTITEVI<br />

Lasciandoci convertire da Dio ecco che noi avremo occhi<br />

nuovi che ci permettono di guardare la storia in positivo. Essa<br />

si pone davanti a noi come il grande compito affidato alle nostre<br />

mani. Tutto è ancora precario, ma abbiamo volontà di<br />

camminare. E Dio cammina davanti a noi. Egli è presente<br />

nell’amore di due genitori che riaccolgono un figlio per ridargli<br />

ancora fiducia; nell’amore di due sposi che superano un<br />

tradimento per ricostruire una fedeltà più cosciente e matura;<br />

nella volontà di giustizia di un datore di lavoro; nell’impegno<br />

di un sindacalista per condizioni di lavoro più umane; nel coraggio<br />

di un amico che non ti abbandona. Dio opera nella storia<br />

per riconciliarci. Il suo perdono mi fa sentire un figlio e in<br />

modo nuovo mi apre a un mondo di fratelli. Se saremo capaci<br />

di accogliere nel nostro cuore la misericordia divina che sempre<br />

ci perdona, ecco che anche noi realizzeremo veramente ciò<br />

che diciamo nel Padre Nostro: “Rimetti a noi i nostri debiti<br />

come noi li rimettiamo ai nostri debitori”.<br />

Per Gesù accogliere samaritani scomunicati, frequentare peccatori<br />

emarginati e assicurare loro il perdono di Dio era realmente<br />

compromettersi, affrontare il disprezzo e lo scandalo.<br />

Ma d’altra parte, una prostituta votata all’infamia, un’adultera<br />

condannata a morte, un figlio perduto, un fariseo ricco di sé…<br />

riescono a ritrovarsi uomini, perché un altro uomo ha dato<br />

loro fiducia offrendo una possibilità di vita nuova attraverso il<br />

suo perdono e la sua misericordia.<br />

<strong>IL</strong> PERDONO DI DIO CREA UOMINI CAPACI DI<br />

PERDONARE<br />

Questa è la verifica della autenticità della nostra esperienza.<br />

Che spazio e quale vita sarebbe possibile al figlio minore (perduto<br />

e ritrovato) della parabola, in quella casa, se il figlio<br />

maggiore non farà suo l’atteggiamento del padre? Veniamo<br />

3<br />

perdonati dalla misericordia divina perché ad altri possiamo<br />

perdonare. Del resto noi che invochiamo ed otteniamo il perdono,<br />

quale vita diversa potremo condurre in una comunità<br />

che continua ad identificarsi col nostro passato e inesorabilmente<br />

ci condanna? Proviamo a constatare come è grande la<br />

misericordia di Dio che continuamente ci perdona e ci accetta<br />

nel nostro pentimento, cambiando continuamente il suo giudizio<br />

su di noi. Noi invece quando abbiamo squadrato uno e abbiamo<br />

pensato che lui fosse così, anche se quello cambiasse<br />

atteggiamento, noi siamo sempre fermi a quel giudizio. Se noi<br />

non perdoniamo, impediamo ad altri di sperimentare la forza<br />

trasformante di una riconciliazione.<br />

Dal momento che il perdono misericordioso di Dio non ha limiti,<br />

anche noi siamo chiamati ad aprire il nostro cuore a un<br />

imprevedibile e mai concluso cammino. Inoltre una volta che<br />

abbiamo sperimentato la misericordia di Dio nel perdono del<br />

nostro peccato, tocca a noi poi rendere ragione della speranza<br />

che c’è in noi. Quindi, perdonati, perdoniamo; accolti, accogliamo;<br />

trasformati, siamo resi capaci di trasformazione.<br />

Accogliamo quindi l’invito alla conversione e crediamo sempre<br />

più in questa misericordia di Dio che vuole offrirci il suo<br />

amore. Facciamo in modo che questa quaresima sia un vero<br />

cammino di conversione.<br />

Pace e bene!<br />

Don PierLuigi<br />

“LA SCALA DI GIACOBBE”<br />

Casa del Decanato di Castano Primo<br />

Castelletto di Cuggiono<br />

PROGRAMMA GIORNALIERO<br />

ORE 9,00 Recita delle Lodi<br />

<strong>–</strong> Introduzione nella Liturgia del giorno.<br />

ORE 17,00 Recita del Vespero <strong>–</strong> S. Rosario.<br />

PROGRAMMA SETTIMANALE<br />

LUNEDÌ ORE 21,00 Incontro per coppie non canoniche:<br />

aiuto a un cammino di Fede.<br />

MARTEDÌ ORE 20,00 S. Messa.<br />

GIOVEDÌ ORE 15,00 Adorazione Eucaristica.<br />

ORE 17,00 S. Messa.<br />

VENERDÌ ORE 21,00 Lectio sulla Liturgia della Domenica<br />

SABATO ORE 9,30 Lettura del Catechismo<br />

della Chiesa Cattolica.<br />

CONFESSIONI<br />

Martedì dalle ore 16 in poi, con la preghiera del Vespero alle 17;<br />

Giovedì con la Adorazione dalle ore 15 alle 17 e la Messa seguente;<br />

Sabato mattino dopo le ore 9 e pomeriggio dalle 14,30 alle 15,30.<br />

PREDICAZIONE E RITIRI<br />

DA CONCORDARE<br />

Tel. Giovanni Diacono (logistica) 02 974186<br />

Tel. Don Giampiero (predicazione e preghiera) 02 974333<br />

348 0434270


4 NOVITÀ QUARESIMALE<br />

Con la Quaresima si partirà con questa precisazione per quanto<br />

riguarda il ricordo dei nostri cari defunti durante la Santa<br />

Messa.<br />

Queste sono le indicazioni del Quarantasettesimo Sinodo<br />

Diocesano al N.85:<br />

“I fedeli siano educati a riscoprire il significato del suffragio<br />

cristiano e viverlo nelle forme più opportune. Tra queste va ricordata<br />

la lodevole consuetudine di chiedere la celebrazione<br />

dell’Eucaristia per i propri defunti, anche se occorre richiamare<br />

che essa è celebrata sempre per tutta la Chiesa e per tutta<br />

l’umanità. I loro nomi siano indicati nel calendario settimanale<br />

e richiamati eventualmente durante la preghiera dei fedeli<br />

nelle messe feriali, il cui formulario sarà quello delle<br />

messe del giorno e non dei defunti. Il nome del defunto sia ricordato<br />

nella preghiera eucaristica solo in occasione del funerale.<br />

Nelle domeniche e feste di precetto, non siano previste a<br />

livello parrocchiale celebrazioni eucaristiche con l’intenzione<br />

per singoli defunti”.<br />

Pertanto con la Quaresima procederemo in questo modo: in bacheca<br />

in fondo alla chiesa, ci sarà appeso un foglio con i nomi<br />

dei defunti che si vogliono ricordare durante la celebrazione eucaristica,<br />

possibilmente non più di tre nominativi, e verranno<br />

ricordati nella preghiera dei fedeli.<br />

Nelle messe domenicali e prefestive i nomi non verranno<br />

proclamati, saranno scritti sul foglio in bacheca che recherà<br />

le intenzioni di tutta la settimana.<br />

In bacheca troverete esposte due settimane: quella in corso e la<br />

settimana successiva, così chi desidera potrà prendere visione<br />

dei defunti che si ricorderà con una settimana in anticipo.<br />

Spero di essere stato chiaro e cerchiamo di vivere con serenità<br />

anche queste nuove correzioni.<br />

Queste indicazioni saranno per tutta la <strong>Comunità</strong> <strong>Pastorale</strong> S.<br />

<strong>Maria</strong> in Binda<br />

Don PierLuigi


6<br />

"Io credo in Dio"<br />

Cari fratelli e sorelle,<br />

in quest’Anno della Fede, vorrei iniziare oggi a riflettere con voi sul Credo,<br />

cioè sulla solenne professione di fede che accompagna la nostra vita di credenti.<br />

Il Credo comincia così: “Io credo in Dio”. E’ un’affermazione fondamentale...<br />

Credere in Dio implica adesione a Lui, accoglienza della sua Parola<br />

e obbedienza gioiosa alla sua rivelazione. Come insegna il Catechismo<br />

della Chiesa Cattolica, «la fede è un atto personale: è la libera risposta<br />

dell’uomo all’iniziativa di Dio che si rivela» (n. 166) Poter dire di credere<br />

in Dio è dunque insieme un dono - Dio si rivela, va incontro a noi <strong>–</strong> e un<br />

impegno, è grazia divina e responsabilità umana, in un’esperienza di dialogo<br />

con Dio che, per amore, «parla agli uomini come ad amici» (Dei Verbum,<br />

2), parla a noi affinché, nella fede e con la fede, possiamo entrare in<br />

comunione con Lui. Dove possiamo ascoltare Dio e la sua parola? Fondamentale<br />

è la Sacra Scrittura, in cui la Parola di Dio si fa udibile per noi e<br />

alimenta la nostra vita di “amici” di Dio. Tutta la Bibbia racconta il rivelarsi<br />

di Dio all’umanità; tutta la Bibbia parla di fede e ci insegna la fede narrando<br />

una storia in cui Dio porta avanti il suo progetto di redenzione e si<br />

fa vicino a noi uomini, attraverso tante luminose figure di persone che credono<br />

in Lui e a Lui si affidano, fino alla pienezza della rivelazione nel Signore<br />

Gesù...<br />

Il capitolo 11 della Lettera agli Ebrei,.parla della fede e si mettono in luce<br />

le grandi figure bibliche che l’hanno vissuta, diventando modello per tutti i<br />

credenti. Dice il testo nel primo versetto: «La fede è fondamento di ciò che<br />

si spera e prova di ciò che non si vede» (11,1). Gli occhi della fede sono capaci<br />

di vedere l’invisibile e il cuore del credente può sperare oltre ogni<br />

speranza, proprio come Abramo, di cui Paolo dice nella Lettera ai Romani<br />

che «credette, saldo nella speranza contro ogni speranza» (4,18).<br />

Abramo, è la prima grande figura di riferimento per parlare di fede in Dio:<br />

Abramo il grande patriarca, modello esemplare, padre di tutti i credenti<br />

(cfr Rm 4,11-12). La Lettera agli Ebrei lo presenta così: «Per fede, Abramo,<br />

chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità,<br />

e partì senza sapere dove andava. Per fede, egli soggiornò nella terra<br />

promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come<br />

anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava<br />

infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio<br />

stesso» (11,8-10).<br />

L’autore della Lettera agli Ebrei fa riferimento alla chiamata di Abramo,<br />

narrata nel Libro della Genesi. Che cosa chiede Dio a questo patriarca? Gli<br />

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Chi si sente, può compilare il tagliando qui allegato e consegnarlo al Banco Libri o<br />

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CHIESA UNIVERSALE<br />

BENEDETTO XVI<br />

UDIENZA GENERALE<br />

chiede di partire abbandonando la propria terra per andare verso il paese<br />

che gli mostrerà,<br />

«Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso<br />

la terra che io ti indicherò» (Gen 12,1). Come avremmo risposto noi a un<br />

invito simile? Si tratta, infatti, di una partenza al buio, senza sapere dove<br />

Dio lo condurrà; è un cammino che chiede un’obbedienza e una fiducia radicali,<br />

a cui solo la fede consente di accedere. Ma il buio dell’ignoto <strong>–</strong> dove<br />

Abramo deve andare <strong>–</strong> è rischiarato dalla luce di una promessa; Dio aggiunge<br />

al comando una parola rassicurante che apre davanti ad Abramo un<br />

futuro di vita in pienezza: «Farò di te una grande nazione e ti benedirò,<br />

renderò grande il tuo nome… e in te si diranno benedette tutte le famiglie<br />

della terra» (Gen 12,2.<br />

La benedizione, nella Sacra Scrittura, è collegata primariamente al dono<br />

della vita che viene da Dio e si manifesta innanzitutto nella fecondità, in<br />

una vita che si moltiplica, passando di generazione in generazione. E alla<br />

benedizione è collegata anche l’esperienza del possesso di una terra, di un<br />

luogo stabile in cui vivere e crescere in libertà e sicurezza, temendo Dio e<br />

costruendo una società di uomini fedeli all’Alleanza, «regno di sacerdoti e<br />

nazione santa» (cfr. Es 19,6).<br />

Perciò Abramo, nel progetto divino, è destinato a diventare «padre di una<br />

moltitudine di popoli» (Gen 17,5; cfr Rm 4,17-18) e ad entrare in una<br />

nuova terra dove abitare. Eppure Sara, sua moglie, è sterile, non può avere<br />

figli; e il paese verso cui Dio lo conduce è lontano dalla sua terra d’origine,<br />

è già abitato da altre popolazioni, e non gli apparterrà mai veramente. Il<br />

narratore biblico lo sottolinea, pur con molta discrezione: quando Abramo<br />

giunge nel luogo della promessa di Dio: «nel paese si trovavano allora i Cananei»<br />

(Gen 12,6). La terra che Dio dona ad Abramo non gli appartiene,<br />

egli è uno straniero e tale resterà sempre, con tutto ciò che questo comporta:<br />

non avere mire di possesso, sentire sempre la propria povertà, vedere<br />

tutto come dono. Questa è anche la condizione spirituale di chi accetta<br />

di seguire il Signore, di chi decide di partire accogliendo la sua chiamata,<br />

sotto il segno della sua invisibile ma potente benedizione. E Abramo,<br />

“padre dei credenti”, accetta questa chiamata, nella fede. Scrive san Paolo<br />

nella Lettera ai Romani: «Egli credette, saldo nella speranza contro ogni<br />

speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto:<br />

Così sarà la tua discendenza. Egli non vacillò nella fede... Di fronte alla<br />

promessa di Dio non esitò per incredulità, ma si rafforzò nella fede e diede<br />

gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era<br />

anche capace di portarlo a compimento»(Rm 4,18-21).<br />

La fede conduce Abramo a percorrere un cammino paradossale. Egli sarà<br />

benedetto ma senza i segni visibili della benedizione: riceve la promessa di<br />

diventare grande popolo, ma con una vita segnata dalla sterilità<br />

della moglie Sara; viene condotto in una nuova patria<br />

ma vi dovrà vivere come straniero; e l’unico possesso della<br />

terra che gli sarà consentito sarà quello di un pezzo di terreno<br />

per seppellirvi Sara (cfr Gen 23,1-20). Abramo è benedetto<br />

perché, nella fede, sa discernere la benedizione divina<br />

andando al di là delle apparenze, confidando nella presenza<br />

di Dio anche quando le sue vie gli appaiono misteriose.<br />

Che cosa significa questo per noi? Quando affermiamo: “Io<br />

credo in Dio”, diciamo come Abramo: “Mi fido di Te; mi affido<br />

a Te, Signore”, ma non come a Qualcuno a cui ricorrere<br />

solo nei momenti di difficoltà o a cui dedicare qualche momento<br />

della giornata o della settimana. Dire “Io credo in<br />

Dio” significa fondare su di Lui la mia vita, lasciare che la<br />

sua Parola la orienti ogni giorno, nelle scelte concrete,<br />

senza paura di perdere qualcosa di me stesso. Quando, nel<br />

Rito del Battesimo, per tre volte viene richiesto: “Credete?”


in Dio, in Gesù Cristo, nello Spirito Santo, la santa Chiesa Cattolica e<br />

le altre verità di fede, la triplice risposta è al singolare: “Credo”, perché<br />

è la mia esistenza personale che deve ricevere una svolta con il<br />

dono della fede, è la mia esistenza che deve cambiare, convertirsi.<br />

Ogni volta che partecipiamo ad un Battesimo dovremmo chiederci<br />

come viviamo quotidianamente il grande dono della fede.<br />

Abramo, il credente, ci insegna la fede; e, da straniero sulla terra, ci<br />

indica la vera patria.<br />

La fede ci rende pellegrini sulla terra, inseriti nel mondo e nella storia,<br />

ma in cammino verso la patria celeste. Credere in Dio ci rende<br />

dunque portatori di valori che spesso non coincidono con la moda e<br />

l’opinione del momento, ci chiede di adottare criteri e assumere<br />

comportamenti che non appartengono al comune modo di pensare.<br />

Il cristiano non deve avere timore di andare “controcorrente” per vivere<br />

la propria fede, resistendo alla tentazione di “uniformarsi”. In<br />

tante nostre società Dio è diventato il “grande assente” e al suo<br />

posto vi sono molti idoli, diversissimi idoli e soprattutto il possesso<br />

e l’”io” autonomo. E anche i notevoli e positivi progressi della<br />

scienza e della tecnica hanno indotto nell’uomo un’illusione di onnipotenza<br />

e di autosufficienza, e un crescente egocentrismo ha creato<br />

non pochi squilibri all’interno dei rapporti interpersonali e dei comportamenti<br />

sociali.<br />

Eppure, la sete di Dio (cfr. Sal 63,2) non si è estinta e il messaggio<br />

evangelico continua a risuonare attraverso le parole e le opere di<br />

tanti uomini e donne di fede. Abramo, il padre dei credenti, continua<br />

ad essere padre di molti figli che accettano di camminare sulle<br />

sue orme e si mettono in cammino, in obbedienza alla vocazione divina,<br />

confidando nella presenza benevola del Signore e accogliendo<br />

la sua benedizione per farsi benedizione per tutti. È il mondo benedetto<br />

della fede a cui tutti siamo chiamati, per camminare senza<br />

paura seguendo il Signore Gesù Cristo. Ed è un cammino talvolta<br />

difficile, che conosce anche la prova e la morte, ma che apre alla<br />

vita, in una trasformazione radicale della realtà che solo gli occhi<br />

della fede sono in grado di vedere e gustare in pienezza.<br />

Affermare “Io credo in Dio” ci spinge, allora, a partire, ad uscire continuamente<br />

da noi stessi, proprio come Abramo, per portare nella<br />

realtà quotidiana in cui viviamo la certezza che ci viene dalla fede: la<br />

certezza, cioè, della presenza di Dio nella storia, anche oggi; una<br />

presenza che porta vita e salvezza, e ci apre ad un futuro con Lui per<br />

una pienezza di vita che non conoscerà mai tramonto.<br />

BENEDETTO XVI<br />

CHIESA DIOCESANA<br />

LE CHIESE?<br />

LUOGHI DEL CAMMINO<br />

ECUMENICO DELLA DIOCESI.<br />

UNA CONCRETA<br />

DISPONIB<strong>IL</strong>ITÀ AL DIALOGO<br />

E ALL'ACCOGLIENZA.<br />

All'inizio di un nuovo anno è utile dare uno sguardo a quanto fatto in<br />

quello appena trascorso per meglio cogliere i traguardi da porsi per i mesi<br />

a venire, ed è quello che gli eventi acumenici in Diocesi ambrosiana inducono<br />

a fare nella settimana di preghiera per l'unità dei cristiani.<br />

Nel complesso programma di eventi predisposto per il 2<strong>01</strong>3, Anno costantiniano,<br />

o come lo stesso cardinale Angelo Scola preferisce dire, nella ricorrenza<br />

dell'Editto di Milano, vanno a proporsi itinerari che hanno la loro<br />

origine negli anni passati. A cominciare dalla lunga amicizia che ha legato i<br />

vescovi di Milano, dal cardinale Carlo <strong>Maria</strong> Martini in poi, al patriarca ortodosso<br />

di Costantinopoli, fino ad arrivare ai 15 anni di attività del Consiglio<br />

delle Chiese cristiane di Milano, chiaro segno di un cammino di conoscenza<br />

e dialogo tra le Chiese presenti sul territorio milanese e diocesano.<br />

“Spesso i cristiani non mostrano di avere capito che il dialogo ecumenico<br />

è intrinseco con l'atto di fede e che si debba educare a questo sguardo integrale<br />

e completo perchè l'ecumenismo non va considerato un argomento<br />

in aggiunta ad altri”. E' stata questa la linea -guida che l'arcivescovo<br />

Scola ha dato ai rappresentanti delle Chiese cristiane all'inizio dello scorso<br />

anno; quest'anno, in occasione dell'incontro del primo gennaio nella celebrazione<br />

della Giornata della Pace, ha ribadito il concetto dicendo che il<br />

nostro tempo ha particolarmente bisogno di una forte testimonianza di<br />

unità e di proposta di verità da parte delle Chiese per offrire guide sicure<br />

sul cammino di verità.<br />

“Aiutiamoci con franchezza” E' l'invito dell'Arcivescovo a tutte le Chiese,<br />

per meglio rispondere alla domanda di senso che l'uomo post-moderno<br />

porta in sé e che richiede proposte chiare e limpide.<br />

L'impegno è dunque comune e rafforzato nel proposito di lavorare insieme<br />

per il bene della città e di tutta la Chiesa. Certamente la sollecitazione<br />

non cade nel vuoto e non è priva di fatti concreti di questa unità,<br />

che permea il tessuto delle comunità cristiane in diocesi. Un priòo segno è<br />

la disponibilità di propri luoghi di culto per le varie comunità ecclesiali<br />

che portano un numero crescente di fedeli provenienti da diversi Paesi e<br />

anno dopo anno, ci sono chiese della storia religiosa ambrosiana che vengono<br />

date in uso ai fratelli ortodossi o copti; così San Pietro Celestino alla<br />

Chiesa copta ortodossa del Patriarcato di Alessandria; la chiesa dei Santi<br />

Angeli custodi alla Chiesa eritrea-ortodossa; Santa <strong>Maria</strong> della Vittoria parrocchia<br />

ortodossa romena; San Vito al Pasquirolo è ora la parrocchia di<br />

Sant'Ambrogio della chiesa ortodossa russa che accoglie anche ucraini e<br />

moldavi; una chiesa un po fuori Milano è stata assegnata alla Chiesa ortodossa<br />

etiopica.<br />

Il recente ingresso degli ortodossi greci nella chiesa di Santa <strong>Maria</strong> Podone<br />

segna il progressivo impegno della Diocesi milanese a dare agio al culto<br />

dei cristiani delle altre tradizioni e insieme di favorire il loro pieno inserimento<br />

nella vita della città. Linfa vitale di tutto ciò è il Consiglio delle<br />

Chiese cristiane di Milano che riunisce ben 17 delegazioni di Chiese e<br />

svolge un prezioso lavoro di continuo dialogo, confronto e comune sollecitazione<br />

alle comunità cristiane, parrocchie, associazioni, verso tempi di<br />

annuncio evangelico, di riflessione a più voci e di studio biblico insieme<br />

che arricchiscono la spiritualità dell'intera Chiesa di Cristo.<br />

(a cura di Adriana Pasquali)


8<br />

Stiamo attraversando un tempo particolarmente<br />

delicato sotto tanti punti di vista!<br />

Il momento è da affrontare con coraggio, senza cedere<br />

alla continua lamentela che espone ai soliti deprimenti<br />

discorsi che non lasciano nulla!<br />

“Quando il gioco si fa duro… i duri cominciano a giocare!”.<br />

Era una frase stampata a caratteri cubitali nel mio<br />

oratorio di Casorate Sempione (VA) quando ero piccolo.<br />

Questi sono davvero anni “impegnativi” in cui si fatica ad<br />

andare avanti in tanti ambiti: familiare, scolastico, educativo,<br />

…<br />

Stiamo a guardare oppure scegliamo di perseguire qualcosa<br />

di nutriente?<br />

E’ deludente constatare che i giovani <strong>–</strong> giovani adulti (gli<br />

attuali genitori) nella maggior parte dei casi vivano inseguendo<br />

tante cose, senza seguire mai Qualcuno! Il nostro<br />

vivere sa di estremamente frammentario e disorganizzato.<br />

Non c’è un Progetto, non c’è una Meta, si è esperti nel digitale<br />

ma completamente sprovvisti di umano, di umanità.<br />

Quanta de-motivazione aleggia nell’aria, sconforto, apatia…in<br />

particolare nel mondo giovanile! Ma come?!? Si ha<br />

tutto e lo scontento è assolutamente palpabile?<br />

Si sente ogni giorno di ragazzi che decidono di abbandonare<br />

la scuola, che creano gruppi/bande che hanno poco di<br />

positivo. Quanto tempo perso! Quanta poca volontà di fare<br />

bene e meglio nel proprio impegno-lavoro quotidiano. E<br />

noi adulti? Troppo spesso ci limitiamo a guardare sconfitti e<br />

delusi una situazione che sappiamo essere in continua e<br />

non troppo lenta discesa…ma come?!? Abbiamo tutto!!<br />

“Il troppo benessere uccide l’essere”. Purtroppo è una<br />

verità tangibile!<br />

Come poter almeno tentare una reazione positiva?<br />

Credo che affidarsi e affidare a Dio i nostri cari sia la cosa<br />

più alta e nobile che possiamo quotidianamente vivere...oltre<br />

a questo affidamento è urgente diventare adultieducatori,<br />

adulti-punti di riferimento, esperti in umanità,<br />

capaci di comprendere e sostenere chi è in qualsiasi modo<br />

vicino a noi! Capaci di prevenire un male e di favorire il<br />

Bene..<br />

ORATORI<br />

“FORMARSI”: scelta decisiva!<br />

Alla nostra comunità, in occasione della festa di san Giovanni Bosco, grande educatore<br />

ed esperto conoscitore dell’animo dei ragazzi, abbiamo deciso di offrire due strumenti<br />

utili per la formazione:<br />

EDUCARE ALL’AMORE E ALLA SESSUALITA’:<br />

percorso di formazione per educatori di adolescenti e<br />

preadolescenti<br />

La dott.ssa Luisa Santoro che terrà il corso afferma:<br />

Mi capita spesso di essere invitata negli oratori per<br />

dare un supporto agli educatori nell’affrontare le tematiche<br />

delicate dell’amore e della sessualità.<br />

Il mio intervento, però, è necessariamente limitato a pochi incontri, durante i quali<br />

sorgono dubbi e domande “scottanti” alle quali non sempre ho il tempo per rispondere.<br />

Queste valutazioni mi hanno fatto pensare alla proposta di un corso di formazione per<br />

educatori che, stando a più stretto contatto con i loro ragazzi, potrebbero seguirli in<br />

un percorso più approfondito e diluito nel tempo.<br />

Il percorso sarà il seguente:<br />

04 febbraio - Primo incontro: Essere adolescente, essere adolescente oggi<br />

06 febbraio - Secondo incontro: Io e la sessualità<br />

11 febbraio - Terzo incontro: Le proposte dei media: assuefazione o contrapposizione?<br />

13 febbraio - Quarto incontro: La maturazione affettiva e i gesti dell’amore<br />

25 febbraio - Quinto incontro: Questioni “spinose”<br />

Tutti gli incontri si terranno c/o l’oratorio di Turbigo<br />

dalle ore 20.45 alle ore 22.15ca<br />

DOMENICA, 3 FEBBRAIO alle ore 15.00<br />

c/o il salone Abbà dell’oratorio di Turbigo<br />

Incontro con il dott. ALBERTO PELLAI (padre di famiglia<br />

e medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva) dal titolo:<br />

“QUESTA CASA NON E’ UN ALBERGO!”<br />

ruoli, regole, libertà nella relazione genitori-figli<br />

Riportiamo uno stralcio di questo intervento:<br />

FACCIAMO <strong>IL</strong> PUNTO…<br />

<strong>–</strong> Anche se un figlio adolescente sembra indifferente o lontano,<br />

ciò che i genitori fanno e gli dicono, rimane per lui di<br />

enorme importanza<br />

<strong>–</strong> Ad un figlio adolescente non serve un genitore amico, ma<br />

un genitore che continua ad essere suo padre e sua madre<br />

<strong>–</strong> In adolescenza, i cambiamenti di un figlio obbligano i suoi<br />

genitori a modificare il loro stile educativo: insomma, poiché<br />

cambia un figlio deve necessariamente cambiare anche il<br />

modo di essere genitore<br />

LE COSE CHE FANNO BENE<br />

<strong>–</strong> Imparate a considerare i cambiamenti di vostro figlio come<br />

segnali di conquista della sua autonomia<br />

<strong>–</strong> Imparate ad accogliere le nuove richieste che un adolescente<br />

vi fa e non “bollatele” subito come pretesti o scuse che<br />

lui usa per stare lontano da voi: è anche attraverso nuove


COSA VUOL DIRE PER ME ESSERE CAPO E POI SONO VERAMENTE UN CAPO...<br />

Certo ho fatto i diversi campi, ho la nomina, il<br />

brevetto, il fazzolettone da capo, una branca<br />

Di là da tutto questo e prima di tutto questo, un<br />

Capo è un testimone, è quello che vive con coerenza<br />

anche la scelta di Fede.<br />

Forse è la scelta più difficile per molti, è una scelta<br />

che t'impegna in prima persona come d'altronde le altre due. Una scelta<br />

che richiede una coerenza nel tuo modo di vivere che va contro i canoni<br />

che ti propongono la società attuale. Testimoniare il Cristo non vuol dire<br />

solo andare a Messa di Domenica e magari solo quando sono in attività.<br />

Mi viene sempre in mente un Capo, che diceva che non riusciva a seguire<br />

la Messa quando portava il Branco e quindi aveva bisogno di ritornarci per<br />

avere un momento di contatto suo con il Cristo. Non si può essere capi a<br />

mezzo servizio nelle scelte II rischio di non testimoniare il Vangelo nella<br />

sua integrità ma di adattarlo alle nostre esigenze è molto diffuso e il non<br />

vivere con coerenza il proprio essere Scout cattolico al di fuori delle attività,<br />

nella scelte di vita nella formazione della famiglia, nel lavoro, o a<br />

scuola.<br />

Il capo deve essere come il vero discepolo che seguì il Cristo fino ai<br />

piedi della Croce. Bisogna solo capire se io Credo in Dio, nella sua<br />

Parola. Sono battezzato, vado in Chiesa, faccio attività con i ragazzi/e<br />

quindi questo vuol dire che credo.<br />

La fede in Dio è una grossa responsabilità e una grande fortuna. Se<br />

credo veramente in Dio e se questo mi è stato donato dovrebbe trasparire<br />

immediatamente in ogni momento della mia vita, in ogni<br />

istante del mio esistere ad ognuno di noi è capitato di incontrare<br />

persone, con conoscenze e rapporti più o meno intensi, che hanno<br />

lasciato trasparire immediatamente e profondamente sorriso il sapore<br />

e l'intensità della loro storia spirituale. Testimoniare e servire<br />

va di là da tutto questo: è molto di più.<br />

L'esempio di Gesù è stato un fatto vissuto sulla propri pelle e non<br />

esperienze che avvengono lontano dal vostro<br />

sguardo protettivo che un figlio prova a conquistare<br />

un suo inedito e personale posto nel mondo<br />

<strong>–</strong> Quando vostro figlio riesce a conseguire un risultato<br />

particolarmente impegnativo, comunicategli la vostra stima con frasi<br />

quali “Sono orgoglioso di te” oppure “Ho molta ammirazione per<br />

l’impegno che ci hai messo”.<br />

<strong>–</strong> Quando vostro figlio trascorre la notte fuori casa, fatevi sempre<br />

dire dove va e con chi sarà e se ha meno di 16 anni prendete accordi<br />

con i genitori degli altri ragazzi che saranno con lui.<br />

LE COSE DA EVITARE<br />

<strong>–</strong> Quando un figlio vi porta all’esasperazione, invece di ingaggiare<br />

scontri frontali pieni di rabbia, lasciate passare la notte e comunicategli<br />

le vostre decisioni educative (sanzioni, castighi) il giorno seguente<br />

<strong>–</strong> Se vedere crescere vostro figlio vi riempie di tristezza e lascia in voi<br />

una sensazione di solitudine, evitate di isolarvi e parlatene a lungo e<br />

a fondo con chi meglio vi comprende, primo fra tutti il vostro partner<br />

<strong>–</strong> Non date permessi ad un figlio che vi sembrano eccessivi, rispetto<br />

alla sua capacità di saperli gestire: la libertà ad un figlio non è un regalo<br />

da fare in blocco, ma un privilegio da fargli conquistare attraverso<br />

passaggi sequenziali e successivi<br />

Un caro saluto e… buona Quaresima a tutti!!<br />

don Giovanni e suor Enrica<br />

una serie di paroloni e bei discorsi fatti calare e imposti dall'alto.<br />

Oggi è molto di moda il fare dei discorsi profondi imbevuti di parole che<br />

alla fine non dicono<br />

niente. Essere capo, testimone vuol dire giocarsi in prima persona. Sono<br />

in Co.Ca, capo con tanto di nomina faccio servizio in una unità porto<br />

anche i ragazzi/e a Messa durante le attività , leggo dei brani dalla Bibbia<br />

prima delle attività non siamo mica in un seminario che devo<br />

formare dei preti o delle suore .Certo però a questi ragazzi/e che ci sono<br />

stati affidati devi portare il Cristo e non leggendo qualche cosa ma con il<br />

tuo esempio, con la tua coerenza, con il tuo stile di vita, con la tua scelta<br />

di vita.<br />

Non si è capi Scout solo durante le attività ma durante ogni momento<br />

della tua vita ....fino a che Dio io vorrà.<br />

il rischio è di non testimoniare il VANGELO nella sua integrità ma di modificarlo<br />

per una propria poca convinzione personale, per paura che venga<br />

rifiutato, o per una poca coerenza nel nostro modo di essere capi<br />

ASSOCIAZIONE POLISPORTIVA<br />

D<strong>IL</strong>ETTANTISTICA<br />

DIMENSIONE SPORT TURBIGO<br />

Affiliata al CONI dal 1987<br />

Codice fiscale n°0891262<strong>01</strong>53<br />

L’ Associazione Polisportiva Dilettantistica Dimensione<br />

Sport Turbigo comunica che da lunedì 1° ottobre p.v. sono<br />

ripartiti i corsi di Ginnastica che proseguiranno sino al 31<br />

maggio 2<strong>01</strong>3 p.v. e saranno articolati settimanalmente<br />

secondo il seguente programma:<br />

LUNEDI<br />

Ginnastica per Adulti 1 <strong>–</strong> orario 17.30 <strong>–</strong> 18.30<br />

Ginnastica per Adulti 2 <strong>–</strong> orario 18.30 <strong>–</strong> 19.30<br />

VENERDI<br />

Ginnastica per Adulti 1 <strong>–</strong> orario 17.30 <strong>–</strong> 18.30<br />

Ginnastica per Adulti 2 <strong>–</strong> orario 18.30 <strong>–</strong> 19.30<br />

I corsi di Ginnastica saranno effettuati dal Prof. DONATI<br />

Arterio che ha confermato la sua presenza.<br />

Per i partecipanti ai corsi è richiesto il certificato medico di<br />

sana costituzione redatto dal proprio medico curante o da un<br />

medico sportivo.<br />

Arrivederci a presto.<br />

ASSOCIAZIONE POLISPORTIVA<br />

D<strong>IL</strong>ETTANTISTICA<br />

DIMENSIONE SPORT TURBIGO


10<br />

COMUNITÀ PASTORALE S.MARIA IN BINDA<br />

VERBALE RIUNIONE DEL CONSIGLIO PASTORALE DEL 27 NOVEMBRE 2<strong>01</strong>2<br />

Il giorno 27 Novembre 2<strong>01</strong>2, alle ore 21,<br />

nell’aula verde presso la Casa del Giovane di<br />

Turbigo, si è riunito il Consiglio <strong>Pastorale</strong><br />

della <strong>Comunità</strong> <strong>Pastorale</strong> di S. <strong>Maria</strong> in<br />

Binda.<br />

ORDINE DEL GIORNO<br />

Recita della Compieta<br />

Lettura e approvazione verbale del precedente<br />

incontro<br />

Verifica catechesi comunitaria del Lunedì<br />

Commissioni<br />

Confessioni comunitarie<br />

Varie ed eventuali<br />

Sono assenti i seguenti componenti:<br />

Ponticello Roberto, Misci Placido, Paccagnini<br />

Ermanno, Cattabriga Daniele, Mauro Colombo<br />

1° punto Viene recitata la Compieta.<br />

2° punto: Lettura e approvazione verbale<br />

del precedente incontro<br />

Verbale approvato ad unanimità.<br />

3° punto: Verifica catechesi comunitaria<br />

del Lunedì<br />

E’ stata una bella esperienza, c’è stata una<br />

buona partecipazione, forse maggiore delle<br />

aspettative, da parte di tutta la <strong>Comunità</strong>, chi<br />

l’ha seguita per radio dice che è stato un bel<br />

momento da vivere in famiglia e uno spunto<br />

per una riflessione all’interno della famiglia<br />

stessa, è stato utile che fosse trasmessa per<br />

radio soprattutto per coloro che hanno difficoltà<br />

ad uscire (ad esempio perchè hanno<br />

figli piccoli o per chi è più anziano); la difficoltà<br />

nel seguirla da casa era la mancanza di<br />

fogli scritti per poter riprendere alcuni passaggi,<br />

per questo si chiede se sia possibile<br />

pubblicare sul sito della comunità la catechesi<br />

proposta.<br />

Quello che si è riscontrato è che mancavano<br />

i giovani (che però hanno la loro catechesi il<br />

giovedì) ma soprattutto la fascia dai 30 ai<br />

40/45 anni e le giovani famiglie. La loro assenza<br />

si riscontra anche alla S. Messa della<br />

Domenica. Sono più presenti quando i figli<br />

partecipano al catechismo.<br />

Si potrebbe, inizialmente, avvicinarli e coinvolgerli<br />

proprio nel periodo in cui i figli frequentano<br />

il catechismo proponendo un<br />

cammino per tutta la famiglia, oppure attraverso<br />

il corso fidanzati, poi però bisognerebbe<br />

proporre iniziative continuative, come<br />

ad esempio la catechesi proposta per<br />

l’Avvento potrebbe diventare una costante<br />

nella vita della <strong>Comunità</strong>, rilanciando una<br />

catechesi per adulti aperta a tutti.<br />

4° punto: Commissioni<br />

famiglia: prima dell’inizio della <strong>Comunità</strong>,<br />

lo scopo del gruppo Famiglie era quello di<br />

essere un punto di riferimento per chi voleva<br />

attivarsi per le famiglie, in oratorio, in<br />

ambito culturale.<br />

Dalla formazione della <strong>Comunità</strong> in poi la<br />

funzione principale è quella di dialogo e<br />

confronto tra famiglie. Al momento è composta<br />

da sette persone, si incontra una volta<br />

al mese e viene steso un verbale con<br />

l’intento di informare il direttivo di eventuali<br />

proposte che emergono.<br />

Tra gli obbiettivi che si sono fissati ci sono:<br />

proporre una formazione ad eventuali famiglie<br />

giovani che volessero partecipare.<br />

far suscitare domande e richieste di incontro,<br />

consiglio... da parte delle famiglie<br />

in preparazione all’incontro con il Papa<br />

hanno avuto occasione di incontrare nuove<br />

famiglie da contattare e coinvolgere<br />

Vorrebbero valorizzare le occasioni già presenti<br />

nelle parrocchie anche collaborando<br />

con associazioni e scuole presenti nel territorio.<br />

Il 5 dicembre sono state convocate le<br />

famiglie-guida in preparazione al corso fidanzati<br />

per il passaggio delle informazioni.<br />

L’anno prossimo 2<strong>01</strong>3-2<strong>01</strong>4 si farà un unico<br />

corso per fidanzati per l’intera <strong>Comunità</strong>,<br />

che sarà da decidere e organizzare insieme.<br />

La <strong>Pastorale</strong> separati/divorziati è stata indirizzata<br />

a Don Giampiero.<br />

cultura: non si è ancora riunita ma vorrebbero<br />

organizzare una uscita a Milano, al Palazzo<br />

Reale per la mostra sull’Editto di Costantino<br />

o ‘Editto di Tolleranza’. Si vorrebbe<br />

fare una serata preparatoria alla mostra,<br />

spiegandone l’importanza (sancisce l’inizio<br />

della “vita pubblica” dei cristiani). Gli si<br />

vuole dare un taglio storico e oggettivo.<br />

missione ‘Ad Gentes’: si è incontrata il 7<br />

novembre, è stata più che altro un’incontro<br />

per conoscersi (per ora sette membri), per<br />

presentare i missionari e vedere come si<br />

opera già all’interno delle varie parrocchie.<br />

liturgia: si è incontrata il 7 novembre, solo<br />

Nosate e Turbigo per vedere i vari impegni<br />

parrocchiali.<br />

In origine c’era l’idea che le varie commissioni<br />

si ritrovassero il secondo martedì di<br />

ogni mese in modo da comunicare eventuali<br />

proposte al direttivo e quindi al consiglio pastorale,<br />

ma per ora non è ancora stato fatto<br />

in modo continuativo o da tutte le commissioni.<br />

5° punto: Confessioni comunitarie<br />

In vista del S.Natale, in ogni Parrocchia ci<br />

sarà una sera in cui tutti i preti della <strong>Comunità</strong><br />

saranno presenti per vivere il sacramento<br />

della confessione in modo comunitario.<br />

Le serate saranno: Martedì 18 Dicembre<br />

a Nosate, Mercoledì 19 a Malvaglio, Giovedì<br />

20 a Turbigo, Venerdì 21 a Robecchetto.<br />

6° punto: Varie ed eventuali<br />

E’ stata fatta la bozza per il volantino del pellegrinaggio<br />

Comunitario, è stato fissato il<br />

programma, il prezzo (490 ÿ, supplemento<br />

90ÿ per camera singola) e il termine delle<br />

iscrizioni (31 Gennaio 2<strong>01</strong>3)<br />

La prossima riunione del C.P. si terrà Martedì<br />

29 Gennaio, presso la Casa del Giovane<br />

di Turbigo alle ore 21.00.<br />

La segretaria


“TURBIGO AIUTO ALIMENTARE”<br />

15


Quando nacqui trovai una coppa; bevvi e sul fondo trovai una<br />

perla: la giovinezza. La giovinezza mi offrì una coppa sfavillante:<br />

la vuotai e incontrai il rubino dell’amore. L’amore mi offrì un’altra<br />

coppa: bevvi e sul fondo trovai il diamante del dolore. Anche il dolore<br />

mi offrì una coppa: disperato bevvi fino all’ultima goccia: oh<br />

suprema delizia! Incontrai Dio.<br />

(Anonimo)<br />

L’anonimo autore di questo aneddoto ci accompagna lungo un affascinante<br />

percorso con l’obiettivo di riscoprire alcuni aspetti salienti<br />

dell’esistenza umana come il senso della vita, l’amore e le sue dimensioni,<br />

l’immaginazione e le potenzialità in essa racchiuse, la sete di<br />

conoscenza, le vette della felicità e l’abisso del dolore. Alla soglia<br />

della disperazione la scoperta più grande: l’incontro con Dio.<br />

Il filo rosso del breve racconto è però dato dalla presentazione di numerose<br />

metafore capaci di suscitare in chi legge un momento di riflessione,<br />

un positivo atteggiamento nei confronti di sé, degli altri e<br />

del mondo.<br />

LA COPPA <strong>–</strong> Rappresenta il contenitore, l’involucro entro cui stanno<br />

i fatti della vita e dove l’uomo esercita la sua voglia di conoscere e affrontare<br />

gli avvenimenti.<br />

<strong>IL</strong> GESTO DEL BERE <strong>–</strong> Bere è dissetarsi, rifocillarsi, introdurre il liquido<br />

che ci consente di sopravvivere e senza il quale moriremmo;<br />

acqua vitale, pura, cristallina.<br />

PRENDERE <strong>IL</strong> LARGO!<br />

Il Tesoro<br />

Cari amici,<br />

quando ho un attimo di tempo ne approfitto per leggere qualche pagina<br />

di un libro, mi piace imparare storie e guardare le cose con gli occhi dell’autore.<br />

Pochi giorni fa’ mi sono imbattuta in un passo che mi ha fatto riflettere e mi ha<br />

suggerito il rovescio della medaglia che vi voglio comunicare. L’autrice scrive<br />

così: «La vera felicità per noi dovrebbe consistere nell’adempiere alla vocazione<br />

per cui siamo nati. La cosa grave è che non lo ricordiamo più e facciamo esattamente<br />

il contrario: siamo qui per ottenere, perché le cose ci vengano date. E se<br />

invece il cammino di compimento degli uomini fosse opposto?Se la parola<br />

d’ordine non fosse possesso ma perdita? Se la pienezza non consistesse nel dominio<br />

ma nell’umiltà del servizio? Se, invece di essere delle macchine quasi perfette<br />

immerse in un mondo senza scopo, fossimo soltanto figli in cerca della<br />

strada che porta nuovamente alla casa del Padre? E se la felicità fosse tornarvi?»<br />

Quando ho letto queste parole è come se avessi preso una scossa: quanto spesso<br />

pretendiamo dagli altri quello che dovremmo per primi noi dare e fare! Se la<br />

pienezza della nostra vita non è riempirci di cose ma svuotarci di noi stessi per<br />

un Amore più grande, allora cosa aspettiamo! Non è una cosa semplice, ma la<br />

strada più bella non è quella in discesa, perché se no dopo un po’ chissà che<br />

mal di gambe avremmo! Allora nel nostro piccolo iniziamo noi stessi, con la nostra<br />

semplicità e la nostra volontà, perché quando c’è un desiderio di fondo,<br />

sono la volontà e l’affidamento che ci permettono di realizzarlo.<br />

Letizia Cagelli<br />

17<br />

Bere però significa anche ingurgitare con ingordigia, perciò esagerare,<br />

non tenere conto dell’equilibrio, fare indigestione. Se si tratta<br />

di bevanda alcolica allora è sostanza che altera la mente, che ci induce<br />

a stravolgere la realtà e ci porta all’errore, alla perdizione.<br />

LA PERLA, <strong>IL</strong> RUBINO, <strong>IL</strong> DIAMANTE <strong>–</strong> Se osserviamo con attenzione,<br />

il valore dei tre oggetti aumenta man mano che le tappe<br />

dell’esistenza si succedono. La posta in gioco è sempre più determinante<br />

e lentamente l’io narrante si rende più consapevole di ciò che<br />

lo aspetta. Più profonda è anche la sua capacità di vedere e valutare<br />

le cose e più preziosi sono l’esperienza e il giudizio che vengono investiti<br />

nella vita.<br />

LA GIOVINEZZA, L’AMORE E <strong>IL</strong> DOLORE - Tre ingredienti indispensabili<br />

per rendere la vita un’esperienza affascinante ma allo stesso<br />

tempo impegnativa. La giovinezza con i suoi entusiasmi, l’impazienza<br />

e l’ingenuità. L’amore con il suo carico di aspettative e il desiderio di<br />

felicità. Il dolore inteso come l’imprevisto, la sofferenza, la costrizione<br />

al cambiamento, la discesa agli inferi, l’annullamento e la disperazione.<br />

L’INCONTRO CON DIO <strong>–</strong> Rappresenta la svolta, lo stupore, la meraviglia<br />

e l’apertura a prospettive immense. La materia più preziosa è<br />

l’incontro, cioè un rapporto umano fatto di vita vissuta. La fede si<br />

ravviva, i dubbi spariscono, la vita sarà piena.<br />

A cura di Giorgio Mira


18 Nosate<br />

Creatività. Sembra essere questo l’aggettivo che ha caratterizzato il Natale<br />

nosatese.<br />

Già nella settimana che ha preceduto il S. Natale le porte dell’oratorio si<br />

sono aperte ad un gruppetto di signore. Tale iniziativa verrà proposta con<br />

continuità da Gennaio in poi ogni giovedì : sono invitati tutti coloro che<br />

avendo il pomeriggio libero vogliano passarlo in compagnia.<br />

L’idea è maturata in seguito ad un colloquio di una signora con Don<br />

Giampiero ma solo ora si è trovato il ‘coraggio’ e le persone per proporla.<br />

L’intento è quello di passare un pomeriggio insieme, scambiandosi consigli<br />

e ‘capacità’, imparando ad esempio a lavorare a maglia, facendo lavoretti<br />

che poi si potrebbero vendere per raccogliere fondi per la Parrocchia<br />

(collaborazione sperimentata in occasione della raccolta fondi per le Missione<br />

e per la confezione di alcuni premi della tombolata natalizia) giocando<br />

a carte, cantando, festeggiando il compleanno o semplicemente<br />

chiacchierando - possibilmente lasciando a casa critiche e lamentele.<br />

Si vorrebbe creare un luogo di ritrovo soprattutto per quelle persone che<br />

stanno vivendo la loro “seconda giovinezza” in solitudine perchè anche<br />

loro possano avere un posto che le mantenga attive e in cui si possano<br />

sentire come nel salotto di casa loro, vincendo pigrizia e pregiudizi.<br />

L’unica regola da ricordare è che l’ambiente in cui ci si ritrova è di tutti e<br />

tutti ne sono responsabili allo stesso modo, ciò vale per le pulizie, per<br />

l’eventuale servizio, per la manodopera per abbellire e tenere in funzione<br />

la struttura dell’oratorio, ultimamente poco valorizzata.<br />

Una buona dose di creatività è stata messa anche nel preparare<br />

una cosa già bella nella sua essenzialità come il presepe,<br />

presente nella sua forma classica già così evocativa<br />

all’esterno della chiesa con sagome e capanna di legno e in<br />

forma ‘adattata’ all’anno della fede, all’interno della chiesa.<br />

Di quest’ultimo vorrei dare una breve spiegazione di ciò che<br />

si voleva comunicare: Dio (rappresentato dal triangolo posto<br />

in alto, simbolo della Trinità di Dio) si è manifestato nel Fi-<br />

NATALE NOSATESE<br />

glio fatto uomo (Gesù Bambino) ed accolto da <strong>Maria</strong> e Giuseppe, primi a<br />

credere nel suo Mistero e nel suo Amore (per questo posti ai piedi del<br />

‘CREDO’). Guardando a loro anche noi siamo chiamati a credere (i quattro<br />

campanili della <strong>Comunità</strong> Parrocchiale rappresentano tutti noi).<br />

Nel giorno dell’Epifania c’è stato il tradizionale ‘Bacio a Gesù Bambino’: il<br />

gesto è stato accompagnato dai canti natalizi di bambini e adulti che<br />

hanno partecipato numerosi e attivamente.<br />

Usciti da chiesa la Befana ha distribuito caramelle ai bambini e la festa è<br />

continuata in oratorio condividendo un momento insieme davanti ad un<br />

tè caldo con biscotti.<br />

Vorrei lasciare un’immagine di questo giorno: Gesù Bambino nella culla ai<br />

piedi dell’altare, sullo sfondo Gesù Crocifisso e tra essi il Tabernacolo e<br />

intorno bambini e adulti accorsi, come i pastori 2000 anni fa, ad adorarlo<br />

e ringraziarlo. L’inizio e la fine della vita terrena di Gesù che trova compimento<br />

nel Tabernacolo dove il suo corpo si è fatto Pane per noi.<br />

Ecco il suo grande Amore, ecco ciò a cui siamo chiamati a credere e testimoniare.<br />

Contrariamente al detto “l’Epifania tutte le feste porta via” speriamo che<br />

questo Natale sia l’inizio di molti altri gesti partecipati nella parrocchia di<br />

Nosate, senza distogliere lo sguardo e il cuore dall’Amore di Gesù e ricordando<br />

che è compito di ciascuno di noi rendere viva la vita della <strong>Comunità</strong>,<br />

portando la testimonianza della gioia dell’incontro con il Signore.<br />

Turbigo<br />

Ringraziamo: Mese di Gennaio<br />

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Ciao a tutti.<br />

Prima di tutto voglio ringraziare di cuore a tutte le persone che in<br />

vari modi hanno contribuito al nostro Centro San Riccardo durante<br />

le feste di Natale.<br />

So che hanno lavorato molto in Fontana per la consueta vendita, a<br />

Concorezzo e a Turbigo per la vendita di panettoni e ad Affori e Cesano<br />

(e dintorni) con contributi vari.<br />

Vedere tante persone che si muovono con intelligenza e cuore, mi fa<br />

sentire parte di una grande comunità che vive con un cuore solo.<br />

Ed è anche qui l’esperienza più significativa che sto vivendo:<br />

l’esperienza di una comunità, unita, che cammina in mezzo a tutto,<br />

con un significato grande.<br />

Come Cristo permane in quanto presenza contemporanea? Attraverso<br />

coloro che afferra nel Battesimo: «Egli assimila a Sé tutti gli<br />

uomini che il Padre gli dà nelle mani, tutti gli uomini che Lo riconoscono,<br />

li assimila a Sé, così che questo Suo divenire realmente<br />

coincide con un fenomeno visibile, tangibile, concreto, che è la<br />

compagnia dei credenti, l’assemblea dei credenti, corpo Suo misterioso».<br />

E questo consente a Cristo risorto di rendersi presente ora<br />

attraverso la carne di coloro che Lo riconoscono: «È nel Suo segno,<br />

nel segno che Egli ha costruito, che Egli ha creato come luogo della<br />

sua reale presenza, è nel Suo segno che noi possiamo capire, venire<br />

a conoscenza e capire e credere Cristo, che Egli è risorto.<br />

L’avvenimento della Sua vittoria definitiva, perciò oramai continua,<br />

d’ogni istante, l’albore della fine del mondo, la Sua risurrezione,<br />

la Sua vittoria è nel Suo segno che noi la possiamo<br />

vedere»<br />

Prima di Natale nei collegi abbiamo fatto le rappresentazioni<br />

per gruppi di classi, di fronte ai genitori: la comunità<br />

dei bambini e ragazzi ha proposto alla comunità dei<br />

genitori una certezza e una proposta di riflessione: Dio è<br />

tra noi.<br />

Anche nelle novene, che qui si vivono nelle case con musiche,<br />

canti e preghiere, seguite da una cena insieme, si<br />

è sperimentato l’unità di gente contenta e aperta.<br />

L’esperienza più significativa di quest’unità l’abbiamo vissuta<br />

nelle vacanze comunitarie che facciamo sempre<br />

all’inizio di gennaio, questa volta nella pianura, in un<br />

luogo bello e caldo. Ma il calore della comunità era ancora<br />

più significativo. Abbiamo apprezzato i luoghi belli<br />

visitati, ma soprattutto un’unità fondata sulla fede che<br />

abbracciava ogni cosa. Ieri c’è stata l’assemblea della comunità<br />

e molta gente è intervenuta sottolineando che la<br />

verifica della verità dell’esperienza delle vacanze insieme<br />

è stato il ritornare al lavoro con entusiasmo.<br />

Il collegio Volta è ripreso subito dopo le feste di Natale,<br />

mentre San Riccardo e il Miguel Magoni cominciano<br />

l’anno domani. Con tutti siamo al lavoro per proporre<br />

19<br />

una cammino certo e affascinante: anche qui l’unità tra noi che lavoriamo<br />

dentro di essi è fondamentale.<br />

In queste ultime settimane siamo stati richiamati da alcuni casi di<br />

malattie di persone nostre, alcune gravi, che hanno provocato la<br />

fede, il cammino di maturità di tutti. In questi giorni si è visto l’unità<br />

della gente nel muoversi, nel pregare, nell’interessarsi, nell’aiutare.<br />

Oggi siamo andati con alcuni di noi a Chia, un paese a un’ora da<br />

Bogotá, dove ci siamo incontrati con alcune persone che vogliono<br />

conoscere la nostra esperienza. C’era anche il Vescovo del posto. É<br />

stato un incontro intenso, lieto e pieno di prospettive. Dio ci chiama<br />

attraverso i fatti che fa accadere e le persone che fa muovere.<br />

Sono passati poco piú di due mesi dall’operazione e ho ripreso a<br />

giocare a calcio: la prima volta ero un po’ fiacco, ma la seconda ero<br />

quasi in forma, ma cerco di essere prudende (che saggio!!!).<br />

Cerco di richiamarmi sempre alla certezza che Cristo, che é veramente<br />

tutto, é realmente presente tra noi ed agisce in ogni cosa che<br />

mi mette davanti. Quando tengo presente questo tutto é lieto.<br />

E cerco di aiutare la gente ad essere presente nei luoghi dove lavorano<br />

o studiano, con questa coscienza e certezza.<br />

Particolarmente significativa è la presenza di alcuni nostri giovani<br />

nell’ Universidad Nacional, la più grande, la più importante e la più<br />

atea di Bogotá. C’è un gruppo di nostri studenti che sta tentando<br />

una presenza iniziale, ma vera e io cerco di accompagnarli in ogni<br />

passo.<br />

Buon lavoro a tutti.<br />

Ciao a tutti voi.<br />

Don Marco<br />

SU RADIO T.R.M.<br />

la radio del Castanese<br />

tutti i giorni alle ore 20:30<br />

e tutte le domeniche alle ore 9:30<br />

viene trasmessa la S.Messa<br />

RADIO T.R.M. - Trasmissioni Radio Malvaglio<br />

p.zza s. Bernardo 2 - Malvaglio<br />

telef./fax 0331 875383<br />

fm.88.00 MHz per Malvaglio e Robecchetto<br />

fm.95.90 MHz per Turbigo<br />

fm.99.50 MHz per Nosate<br />

internet : www.radiotrm.com<br />

mail :trm@radiotrm.com


20<br />

Carissimi, per la festa della famiglia e della vita, consideriamo che noi siamo sempre<br />

esistiti nella mente di Dio, prima della creazione del mondo, poi ci ha<br />

mandato quaggiù per guadagnarci il cielo, da dove siamo venuti.<br />

Se Dio si dimenticasse di noi non esisteremmo, la nostra anima è fatta di fiamma<br />

pura e di ricordi di Dio, della sua provenienza da Dio, della sua creazione.<br />

L’anima si ricorda dei cieli, l’anima questa scintilla Divina che è viva dentro di noi,<br />

dobbiamo tenerla viva con la preghiera e con la fedeltà ai comandamenti di Dio e<br />

alle Sue leggi e non secondo le leggi del mondo che vanno contro la vita e la famiglia;<br />

perché noi saremo giudicati secondo le leggi date da Dio che ci conosce fino<br />

in fondo e di cui nulla si può nascondere.<br />

Ognuno di noi è unico al mondo, questo dimostra la infinita sapienza del Creatore,<br />

ognuno di noi è prezioso ai Suoi occhi.<br />

Ubbidiamo alla Parola di Dio che è suono di amore e di salvezza, per noi e per il<br />

mondo.<br />

Il nostro corpo è tempio dello Spirito Santo e lo Spirito Santo prega in noi. Dio<br />

per darci la pace attende la nostra conversione per donarci la gioia eterna.<br />

Affidiamoci a <strong>Maria</strong> Santissima che ci prende per mano e ci conduce a Gesù.<br />

Margherita


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al numero 320 4317502<br />

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Con la fede in Dio e la consapevolezza del suo amore, si può facilmente fare a meno del resto.<br />

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23


Anniversario defunti Turbigo<br />

Mese di Marzo<br />

Mercoledì 6 marzo<br />

Morti dal giorno 4 al giorno 10 marzo<br />

2003: Branca Piera, Limonio Gino<br />

2005: Carnevali Tina, Bergamin Cesare<br />

2006: Brendolin Luigi, Pastori Angela<br />

2008: Tettamanti Giulio, Barbella Concetta<br />

2009: Sesini Edoardo<br />

2<strong>01</strong>0: Facheris Margherita, Stemberger Giuseppe,<br />

De Marchi Francesco<br />

2<strong>01</strong>2: Cardani Pier Erminio, Biffi Gaetano<br />

Mercoledì 13 marzo<br />

Morti dal giorno 11 al giorno 17 marzo<br />

2003: Marcoli Emma, Aggio Rino, Monza Luigia<br />

2004: Villa Margherita, Bonza Pierina<br />

2005: Cavaiani Roberto<br />

2006: Barbieri Cristina<br />

2009: Crea Orlando, Bianchini Eralio<br />

2<strong>01</strong>0: Castelli Italo, Ulivati Giuseppina,<br />

Gualdoni Silvana, Bonavera Claudio<br />

2<strong>01</strong>1: Bennardo Alfonso<br />

Mercoledì 20 marzo<br />

Morti dal giorno 18 al giorno 24 marzo<br />

2004: Bonza Elena<br />

2005: Parini Nicola<br />

2006: Braga Pierino<br />

2007: Facheris Carlo, Soldavini Carolina,<br />

Ponti Francesco, Petroni Tatiana<br />

2008: Arreni Teresina, Manno Francesco,<br />

Colombo Ugo, Colombo Angelo<br />

2009: Anzalone <strong>Maria</strong>no, Vergani <strong>Maria</strong> Assunta<br />

2<strong>01</strong>1: Ferrari Severino, Verde Raffaele<br />

2<strong>01</strong>2: Garavaglia Fulvia, Ferrari Angela,<br />

Seratoni Dario<br />

Mercoledì 27 marzo<br />

Morti dal giorno 25 al giorno 31 marzo<br />

2003: Tomiozzo <strong>Maria</strong><br />

2004: Romorini Erminia, Poli Umberto,<br />

Di Maio Michele, Ronzani Luciano<br />

2005: Pastori Pierino, Solivardi Aurelio<br />

2007: Garghetti Giuseppina<br />

2008: Del Negro Edoardo<br />

2<strong>01</strong>0: Pellizzon Giancarla<br />

2<strong>01</strong>1: Zanforlin Tiziano, Bonza Enrico,<br />

Pizzi Erminia<br />

COMUNE DI TURBIGO<br />

Pronto Intervento Polizia Locale:<br />

347 5230050<br />

dal lunedì al sabato 7.45/19.30<br />

domenica e festivi 9.30/12.30 <strong>–</strong> 14.30/17.30<br />

ARCHIVIO GENNAIO 2<strong>01</strong>2<br />

ROBECCHETTO CON INDUNO<br />

Morti<br />

1) Oliva Marangon, anni 73;<br />

2) Teresa Carnaghi, anni 98;<br />

3) Giovanni Mario Colombo, anni 72;<br />

4) Antonietta Cardani anni 87;<br />

MALVAGLIO<br />

Morti<br />

1) Alessio Schieppati, anni 40;<br />

2) Giuseppe Pisoni, anni 70;<br />

TURBIGO<br />

Battesimo<br />

1) Voci Agnese<br />

2) Raimondi Francesco<br />

Morti<br />

1) Ardizio Elsa, anni 88<br />

2) Bernecole Adelina, anni 79<br />

3) Cormani Aurelio, anni 86<br />

4) Branca Emilia, 96<br />

5) Cormanni Alberto, anni 76<br />

6) Bolognesi Pierangelo, anni 64<br />

7) Tosi Oreste, anni 85<br />

8) Benetti Romano, anni 82<br />

9) Brusetti Emilia, anni 102<br />

10) Colombo Adele anni 98

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