02.06.2013 Views

Qui - Comune di Garlate

Qui - Comune di Garlate

Qui - Comune di Garlate

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

1. Crotto<br />

Tratto da: “<strong>Garlate</strong>, conoscere e inventare insieme un paese”<br />

<strong>di</strong> P. De Gra<strong>di</strong>.<br />

<strong>Qui</strong> il vino è sempre stato <strong>di</strong> casa. Il Crotto fu fatto<br />

costruire fra il 1600 e il 1700 dalla famiglia Testori per<br />

la conservazione del vino. Le cantine erano in uso dei<br />

conta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>pendenti. Fin dal secolo scorso, annessa<br />

alla cantina, vi era un’osteria; il tutto era un rustico del<br />

tipo <strong>di</strong> quelli ancora oggi sparsi nei boschi.<br />

Sull’architrave in pietra, si ricorda una scritta scolpita:<br />

“TRISTES ABITE CURAE“ , (andatevene o tristi affanni).<br />

Il gestore, (che ancora qualcuno ricorda: un certo<br />

DeRochi, padre <strong>di</strong> Bastiano), viveva con la sua famiglia<br />

nella “Curt d’Eugéni“ attuale; questi aveva in<br />

gestione, oltre all’osteria, il campo sopra il ceppo<br />

(attuale campo sportivo e oltre). Il bosco annesso<br />

al Crotto, anche se molto sfoltito rispetto all’iniziale<br />

ricco e vario, è tuttora rigoglioso. Quando la proprietà<br />

Testori Gadda si è <strong>di</strong>visa, l’osteria è passata con<br />

lascito alla Chiesa. Intorno al 1950, il vecchio rustico è<br />

stato ristrutturato nella forma attuale; ne è rimasto il<br />

nome “Osteria del Crotto “.<br />

Le due cantine sono state saggiamente conservate e<br />

sono tuttora funzionali; i soffitti sono a volta; i muri<br />

costruiti con pietra ricavata dal ceppo, sono <strong>di</strong> grosso<br />

spessore: 60-70 centimetri.<br />

2. Giazzéra<br />

Tratto da: “<strong>Garlate</strong>, conoscere e inventare insieme un paese”<br />

<strong>di</strong> P. De Gra<strong>di</strong>.<br />

La vecchia “giazzéra”, costruzione del XVIII secolo, fin<br />

verso il 1930 è servita per conservare le carni.<br />

Quando la “giazzéra“ funzionava, l’ingresso era in<br />

via Marconi, in uno dei due lati, ora smussati per<br />

questione <strong>di</strong> viabilità. La costruzione è <strong>di</strong> forma ottagonale<br />

con volta a mattoni; interno in tondo,locale<br />

interrato, profondo 6-7 metri, i muri <strong>di</strong> 1 metro<br />

circa <strong>di</strong> spessore. Sul tetto a “polenta” veniva posto<br />

uno strato <strong>di</strong> pula <strong>di</strong> riso che faceva da isolante;<br />

alcuni piastrini reggevano il tetto (gioia dei ragazzi<br />

entrare dalle finestrelle e saltare in mezzo alla pula!).<br />

Durante l’inverno,quando nevicava, i conta<strong>di</strong>ni portavano<br />

qui tante gerle <strong>di</strong> neve e ghiaccio prelevato<br />

6<br />

dalle vasche (Abegg,Ronco,Gnecchi) per conto del<br />

macellaio che esercitava nel vicino mattatoio della<br />

“Curt del Vignascia”; compenso giornaliero un “caurén”<br />

(biglietto <strong>di</strong> banca corrispondente a due lire, con<br />

l’effige <strong>di</strong> Cavour) e “du cudeghétt” (due cotechini).<br />

Erano guai per il macellaio quando la neve era poca;<br />

doveva ricorrere al ghiaccio artificiale a Lecco.<br />

Neve e ghiaccio venivano posti nel locale sotterraneo<br />

della ghiacciaia e pressati con il “tròch” (cilindro <strong>di</strong><br />

legno) e sopra si appoggiavano le carni. Man mano che<br />

la neve si scioglieva si raggiungeva la carne con una<br />

scaletta. L’e<strong>di</strong>ficio e stato ristrutturato negli anni 90.<br />

3. Asilo<br />

L’Asilo viene costruito nel 1911 dai F. lli Enrico e<br />

Pietro Arrigoni su progetto dell’Ing. Brini. Sorge per<br />

iniziativa <strong>di</strong> alcuni privati benefattori, quali l’Ing. Bruni<br />

e i Fratelli Giovanni e Francesco Gnecchi che con atto<br />

notarile del 4 giugno 1919 hanno donato area ed e<strong>di</strong>ficio<br />

allo scopo <strong>di</strong> accogliere nei giorni feriali i bambini<br />

<strong>di</strong> <strong>Garlate</strong>. I benefattori non vantano alcun <strong>di</strong>ritto<br />

sulla formazione del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione<br />

della struttura, ma demandano al sindaco locale la<br />

potestà <strong>di</strong> nominare cinque persone capaci, <strong>di</strong> buona<br />

volontà ed intenzionate ad esercitare soprattutto il<br />

compito delle finalità per le quali l’Opera Pia era stata<br />

donata. Con Regio Decreto del 27 aprile 1931 l’Asilo<br />

viene eretto ad Ente Morale, il cui primo presidente<br />

fu Pozzi Angelo fu Ercole. La conduzione dell’Asilo<br />

invece fu affidata alle “Suore <strong>di</strong> Maria” che venivano<br />

da Olginate e che qui si trasferirono nel 1928, dove<br />

rimasero fino al 1972. Nel corso dei vari anni l’e<strong>di</strong>ficio<br />

ha subito continui ampliamenti e migliorie, dapprima<br />

nel 1939 e poi nel 1960. Nel 1975 anche a <strong>Garlate</strong><br />

viene istituita la Scuola Materna Statale che rimane<br />

nello stabile fino al 1994, anno in cui viene accorpata<br />

alla locale Scuola Elementare e quin<strong>di</strong> trasferita<br />

nel vicino e<strong>di</strong>ficio dove si trova tuttora. In seguito,<br />

l’apertura ai piani superiori <strong>di</strong> un “Giar<strong>di</strong>no d’Infanzia<br />

Steineriano”, permette all’Ente <strong>di</strong> dare vita ad un centro<br />

<strong>di</strong>urno per gli anziani, tuttora funzionante. Anche<br />

nel corso degli ultimi anni l’e<strong>di</strong>ficio è stato oggetto <strong>di</strong><br />

continui interventi al fine <strong>di</strong> migliorarne la funzionalità,<br />

tra cui è <strong>di</strong> rilievo il ripristino della vecchia cappella

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!