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Commenti Rito Ambrosiano - 03 Marzo 2011.pdf - Padre Lino Pedron

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Questa è la storia di tutti i tempi e anche la nostra storia personale. Il mondo ci propina ogni giorno messaggi<br />

di liberazione, ma il vangelo da duemila anni ci annunzia che il Salvatore è uno solo: Cristo. Finché il mondo<br />

non l’avrà accolto, non troverà la pace. Perché lui solo è la nostra pace (Ef 2,14).<br />

Quando Marco scriveva il suo Vangelo, a Roma, la Chiesa si trovava in piena persecuzione. Ed è proprio in<br />

questa situazione che il cristiano è chiamato a dare la sua testimonianza a Gesù.. In pochissimi decenni di<br />

cristianesimo, i discepoli erano già stati più volte «consegnati nei sinedri e percossi nelle sinagoghe ed erano<br />

comparsi davanti a governatori e re, a causa di Cristo, per rendere testimonianza davanti a loro» (v. 9). Molti<br />

avevano dato testimonianza a Cristo fino alla morte, ma altri no. Per salvare la vita in questo mondo alcuni<br />

fratelli di fede hanno consegnato alla morte altri fratelli. La divisione è penetrata anche nelle famiglie cristiane<br />

dove i padri hanno fatto morire i figli e viceversa. Chi voleva rimanere fedele a Cristo non si sentiva più sicuro<br />

e sentiva ovunque il tradimento e l’odio in agguato attorno a sé. A costoro Marco ripete: «Chi avrà perseverato<br />

sino alla fine (la morte) sarà salvato» (v. 13).<br />

La grande tribolazione di Gerusalemme viene annunciata con linguaggio apocalittico (1Mac 1,54; Dn 9,27;<br />

11,31; 12,1.11; Gen 19,26 ecc.). In particolare, ci riferiamo al libro di Daniele. In questo libro, le immagini<br />

indicano la persecuzione scatenata da Antioco Epifane, che culminò nell’anno 168 a.C. con l’instaurazione nel<br />

tempio del culto idolatrico. In Marco si parla, quasi certamente, delle aquile romane (idolo, abominazione) che<br />

entrarono nel tempio e commisero ogni sorta di profanazione e di sacrilegio.<br />

Ma la fine di Gerusalemme non è la fine dei cristiani, né la fine del mondo: la storia continua!<br />

Gesù esorta i suoi discepoli a sostituire l’allarmismo col discernimento. Invece di preoccuparsi del futuro,<br />

devono occuparsi del presente, in fedeltà operosa alla Parola di Dio.<br />

È inutile speculare: nessuna risposta teorica muta il dato di fatto sicuro. La finitezza di tutto l’universo si<br />

impone. Ma proprio questa può essere vissuta da noi o come angoscia mortale o come dipendenza filiale da<br />

Dio.<br />

Il cristiano sa che nella realtà del peccato è presente il suo Signore crocifisso. Unito a lui, partecipa e prolunga<br />

in sé la sua stessa vicenda di morte salvifica.<br />

-- La preghiera e il pensiero del giorno --<br />

Pietà e misericordia è il Signore.<br />

Qo 9,7-12; Sal 5; Mc 13,9b-13<br />

Simile ai pesci che sono presi dalla rete fatale e agli uccelli presi al laccio, l'uomo è sorpreso dalla sventura che<br />

improvvisa si abbatte su di lui. (Qo 9)<br />

Le previsione non sono buone. Gesù anticipa ai suoi discepoli che avranno vita difficile; non saranno capiti né accolti dai<br />

sacerdoti, ma neppure dai loro fratelli: e tutto questo per causa del vangelo. Il desiderio, e missione, dei discepoli di<br />

annunziare il vangelo, di testimoniare quanto Gesù ha vissuto e insegnato, di operare secondo la legge dell'amore e della<br />

salvezza promessa da Dio non troverà accoglienza, ma saranno trattati come criminali.<br />

E' necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le nazioni, ci dice Gesù stesso, che ci assicura la vicinanza del <strong>Padre</strong> e<br />

dello Spirito che illuminerà il nostro parlare e il nostro agire, ma non impedirà che le sciagure ci colpiscano e che le<br />

cattiverie anche di chi ci è più vicino abbiano persino la meglio sulla verità. Come è successo a Gesù che fu crocifisso<br />

benché innocente. Ma la promessa di salvezza per chi persiste nella via difficile e ardua tracciata da Gesù sarà salvato.<br />

Certo non è una sorta di passaggio tragico obbligato, quanto la consapevolezza che anche nelle difficoltà non bisogna<br />

perdersi d'animo perché ciò che accade è sempre orientato ad un significato di bene.<br />

Preghiamo col Salmo<br />

Al mattino ascolta la mia voce;<br />

al mattino ti espongo la mia richiesta e resto in attesa.<br />

Tu non sei un Dio che gode del male,<br />

non è tuo ospite il malvagio;<br />

gli stolti non resistono al tuo sguardo.<br />

-- Il santo del giorno --<br />

I 40 martiri di Sebaste<br />

Oggi in molte Chiese d'Oriente ricorre la memoria dei 40 martiri di Sebaste, che il Martirologio Romano ricorda il 10<br />

marzo e la chiesa armena il sabato dopo la metà della quaresima. La dodicesima legione dell'esercito romano era<br />

accampata agli inizi del IV secolo nella cittadina armena di Sebaste. Di fronte all'ordine dell'imperatore Licinio, il quale

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