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TASTE & WINE - Food IN

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Copia Omaggio - Supplemento gratuito al mensile Il Punto city life numero 63 - anno X Ottobre 2011 - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L 27/02/2004 N° 46) Art. 1 comma 1 CNS/CBPA-NO-Torino<br />

to u r t r a iL p i e m o n t e<br />

e n o g a s t r o n o m i c o<br />

Le buone quaLità<br />

deL gusto<br />

Lo r e n z o<br />

Br a n c h e t t i<br />

testimoniaL a L L’e ve n t o<br />

ta s t e & Wi n e


Nel salotto si ricevono gli ospiti, si parla amabilmente, indugiando nei piaceri della<br />

vita. È la filosofia che ispira The Cigar Inn: il fashion bar di via San Tommaso 20 a<br />

Torino ha fatto dell’accoglienza e dell’esclusività il proprio fiore all’occhiello. In<br />

un ambiente raffinato, contraddistinto da arredi di studiata eleganza, ci si rilassa,<br />

sorseggiando un calice di champagne, un cocktail preparato dalle mani del barman<br />

esperto. Come da tradizione si celebra il rito del tè, scegliendo tra le miscele più<br />

pregiate. A qualsiasi ora del giorno il palato è stuzzicato dalle proposte create dallo<br />

chef. Salumi, formaggi e prodotti freschi di stagione vengono preparati e tagliati sul<br />

momento. L’ospitalità è curata nel dettaglio: la cigar lounge accoglie chi ama fumare<br />

sigari, sigarette o la pipa. Il ricambio dell’aria è garantito dall’avveniristico sistema<br />

di aspirazione. Da Cigar Inn non si vendono sigari e sigarette ma i clienti che lo desiderano<br />

possono lasciare il proprio Avana in uno speciale scrigno in legno di cedro,<br />

con tanto di targa e chiavetta, al cui interno è assicurata la giusta umidità per una<br />

perfetta conservazione. Cortesie per gli ospiti.


CHI<br />

4 Mattia Poggi<br />

5 Daniel McVicar<br />

6 Monica Brenna<br />

star<br />

7 Lorenzo Branchetti:<br />

Il “pasticcione” della Prova del Cuoco<br />

DOLce<br />

10 Miele, delicate dolcezze<br />

12 Cioccolato, elisir d’amore<br />

saLatO<br />

15 Formaggio, morbida tentazione<br />

18 Italia? La terra dei salumi<br />

amarO<br />

20 Grappa e liquori piaceri riscoperti<br />

22 Caffè, piacere nero bollente<br />

asprO<br />

24 Agrumi, che sapori nell’aria!<br />

26 Aceto: il nobile che fa la differenza<br />

sagre<br />

30 Alba: Fiera internazionale del tartufo bianco<br />

33 Baceno: Mele Miele<br />

36 Banchette: Pignoletto Rosso<br />

39 Montalto Dora: Sagra del Cavolo Verza<br />

foto cover: courtesy rai<br />

direttore resPonsabile: loredana tursi<br />

redazione: ilpunto@editriceset.it<br />

grafica: massimiliano Prencipe<br />

editore: s.e.t. s.r.l. via fattori, 3/c - 10141 torino<br />

richiesta di spedizione in abbonamento:<br />

tel: 011.33.50.423 fax: 011.38.28.355<br />

PubblicitÀ: PublicinQue s.r.l. torino/ milano/ roma<br />

sede centrale:<br />

via fattori, 3/c 10141 torino<br />

tel: 011.33.50.411 - fax: 011.38.28.355<br />

Per informazioni su redazionali e pubblicità telefonare<br />

allo 011.33.50.411 o inviare la propria richiesta a<br />

direzione.commerciale@publicinque.it<br />

stamPa: stige s.p.a<br />

via Pescarito, 110 - san mauro torinese (to)<br />

4<br />

42 Chieri: Fiera di San Martino<br />

44 Ovada: Vino e Tartufi<br />

47 Mercatini di Natale in Val di Susa<br />

50 Gal Monferrato:<br />

Le Sagre del Basso Monferrato Astigiano<br />

53 Calamandrana: Un paese da scoprire<br />

56 Giaveno: Fiere d’Autunno<br />

DOve<br />

60 Eventi di gusto<br />

62 Nuovi trend e vecchie manie del mangiare fuori<br />

65 Girovagare intorno al cibo<br />

quanDO<br />

70 Tutte le stagioni del gusto<br />

cOme<br />

74 Il cibo non è solo per il palato<br />

78 Libri<br />

80 Golosi di tutto il mondo unitevi!<br />

84 La creatività è servita<br />

88 Vero o falso?<br />

intervista<br />

90 Giuseppe Martelli<br />

sommario<br />

in cantina cOn<br />

92 Il comico Gianluca Impastato<br />

perchè<br />

95 Dieta bandita la tristezza<br />

the cigar inn 2° di cop. - Pag. 1<br />

evento taste & wine Pag. 3<br />

l’alimentari Pag. 14<br />

cascina chicco Pag. 28<br />

sagra baceno mele miele Pag. 35<br />

mais rosso di banchette Pag. 36<br />

ivrea evolution sPort Pag. 38<br />

la sagra del cavolo verza Pag. 41<br />

ovada vino e tartufi Pag. 46<br />

birrificio s. andrea Pag. 49<br />

inserzionisti<br />

fiera monferrato astigiano Pag. 52<br />

macelleria umberto Pag. 55<br />

essentia, centro di naturoPatia Pag. 58-59<br />

birreria coblan Pag. 68-69<br />

rosella mode Pag. 73<br />

atelier madagascar Pag. 77<br />

volver Pag. 83<br />

be brand creative Platform Pag. 87<br />

dott.ssa etta finocchiaro Pag. 94<br />

italiana assicurazioni 3° di cop.<br />

casteggio 4° di cop.<br />

www.ilpuntotorino.it


Quali cibi adorano, di quali non possono fare a meno, quanto tempo dedicano alla cucina:<br />

lo abbiamo chiesto a Mattia Poggi, giovane e brillante chef che conduce da più<br />

stagioni su Alice Tv il programma di cucina ‘Mattia detto fatto’, a Daniel McVicar,<br />

Quali sono gli ingredienti che non mancano mai nel tuo frigo?<br />

“Non mancano mai i pomodori, i cetrioli e la feta, nel caso avessi voglia di un’insalata greca.<br />

Poi l’anguria e qualche formaggio da accompagnare per l’aperitivo alla cachaca”.<br />

Per Quale Piatto italiano vai Pazzo e ti fai Prendere Per la gola?<br />

“Potrei vivere di sola pizza…la adoro! E poi adoro la trippa alla genovese…”.<br />

hai un aneddoto da raccontarci sul cibo che Preferisci?<br />

“Amo così tanto la pizza che ogni volta che vado a mangiare fuori con il mio migliore amico<br />

ne prendiamo tre tipi differenti e ce le dividiamo per assaggiarne e mangiarne il più possibile.<br />

Inoltre adoro il gelato e sono convinto sia un ottimo digestivo...il gelato non basta<br />

mai...”.<br />

cosa ami cucinare Per gli osPiti Quando li inviti a casa?cucini tu o tua moglie?<br />

“Mia moglie Laura non è tipo da cucinare e quindi tocca a me...di solito preparo un risotto,<br />

piace a tutti ed è di grande effetto”.<br />

Quale è il vino che adori?<br />

“Ribolla, decisamente...”.<br />

6<br />

chi<br />

Cosa mangiano… i vip?<br />

Mattia Poggi<br />

di Francesca Martinengo


attore americano che oggi vive a Torino e che – abbiamo scoperto – è anche produttore<br />

di birra, infine a Monica Brenna, alias MonnyB, cuoca e foodblogger torinese, conduttrice<br />

del programma ‘Semplicemente MonnyB’, in onda su Gambero Rosso Channel.<br />

Queste le loro risposte…<br />

Daniel McVicar<br />

Quali sono gli ingredienti che non mancano mai nel tuo frigo?<br />

“Nel nostro frigo ci sono sempre qualche verdura, frutta e magari un po’ di formaggio Blu<br />

del Moncenisio.<br />

Anche un po’ di vino bianco, come l’Arneis e la McVicar Beer (www.mcvicarbeer.com)”.<br />

Per Quale Piatto italiano vai Pazzo e ti fai Prendere Per la gola?<br />

“Ho un debole per pizza e pasta, sono il mio “comfort food”. Adoro la pizza alla diavola e<br />

le trofie al pesto. Poi alla fine c’è sempre il gelato che, come diceva mio nonno, sciogliendosi<br />

riempie “i buchi”.<br />

hai un aneddoto da raccontarci sul cibo che Preferisci?<br />

“Ogni tanto mi piace gustare la cucina americana, ad esempio la torta americana con gelato.<br />

Potrò assaggiarla in occasione del ThanksDinner a novembre qui a Torino. Quest’anno<br />

sarà il terzo di questa iniziativa di charity (www.thanksdinner.org)”.<br />

cosa ami cucinare Per gli osPiti Quando li inviti a casa? cucini tu o virginia?<br />

“Quando cucino io faccio un barbecue con hamburger con cipolle e gorgonzola. Ma Virginia<br />

è proprio brava in cucina e mangio bene in ogni caso”!<br />

7


Monica Brenna<br />

Quali sono gli ingredienti che non mancano mai nel tuo frigo?<br />

“Nel mio frigo non può assolutamente mancare il mio ingrediente “salvavita” per eccellenza:<br />

la pasta sfoglia! È perfetta per gli inviti improvvisi perché mi permette di creare piatti<br />

originali dall’antipasto al dolce, cuoce in brevissimo tempo e non mi fa sporcare troppe padelle!<br />

Ad esempio per un antipasto stuzzicante posso creare salatini o pizzette, come piatto<br />

unico la uso per quiche o fagottini e come dolce delle squisite sfogliatine con la marmellata<br />

e frutta fresca”!<br />

Per Quale Piatto vai Pazza e ti fai Prendere Per la gola?<br />

“Nella vita non bisogna mai rinunciare alla cioccolata, io ne faccio largo uso sia per il puro<br />

piacere di gustarla che come medicina per l’umore: a quadretti quando sono felice e spalmabile<br />

per consolarmi”!<br />

hai un aneddoto da raccontarci sul cibo che Preferisci?<br />

“Ormai giunti alla fine dell’estate i miei ricordi sono orientati al mio frutto preferito: l’anguria.<br />

Posso mangiarla solo per pochissime settimane all’anno e quindi visto che ho poco tempo<br />

ne consumo tonnellate con un piccolo problema… la mia pancia diventa un pallone”!<br />

cosa ami cucinare Per gli osPiti Quando inviti a casa?<br />

“Per i miei ospiti amo cucinare la pasta, per me è il piatto migliore da gustare in compagnia,<br />

poiché si adatta a tutti i gusti, a tutte le stagioni e mi permette di dare pieno sfogo alla fantasia:<br />

servita fredda, al forno, con verdure, carne o pesce… ormai non riesco più a contare<br />

tutte le versioni in cui l’ho preparata”!<br />

Quale è il vino che adori?<br />

“Anche se non è sulla mia tavola tutti i giorni, in un momento speciale per me non può<br />

mancare un buon bicchiere di Barbaresco”.<br />

8


Il “pasticcione”<br />

della Prova del Cuoco<br />

Si definisce proprio così: il pasticcione che il sabato,<br />

durante la trasmissione Rai La prova del<br />

Cuoco, si cimenta nella preparazione di merende<br />

al fianco di Antonella Clerici nello spazio dedicato<br />

ai bambini.<br />

Una esperienza stimolante iniziata già lo scorso<br />

anno per Lorenzo Branchetti, che con i bambini<br />

ha un feeling particolare per via del suo storico<br />

personaggio: il folletto Milo Cotogno, protagoni-<br />

star<br />

LOrenzO<br />

Branchetti<br />

di Loredana Tursi - foto: Rai<br />

sta di successo da otto anni nella fiction per bambini<br />

Melevisione, in onda attualmente sul canale<br />

digitale terrestre Rai YoYo. Sembrano calzargli<br />

benissimo i panni del folletto e del pasticcione<br />

perché Lorenzo, dietro la sua seria professionalità<br />

di attore, è un ragazzo dal volto pulito, molto<br />

spontaneo dalla simpatia tipica della sua terra<br />

toscana, molto determinato, eclettico e iperattivo,<br />

che a soli 30 anni ha vissuto il mondo del teatro,<br />

9


approcciato il cinema recitando anche una parte<br />

seria, in un film di Tinto Brass ed è approdato in<br />

televisione partecipando a diverse fiction.<br />

Una bella gavetta.<br />

Ma da cosa è nata la tua passione per il teatro?<br />

“Forse è nata con me. Ho resistito fino alla fine<br />

delle scuole e a diciotto anni ho studiato recitazione,<br />

danza e canto per il genere musical al<br />

Teatro Politeama di Prato sotto la direzione di Simona<br />

Marchini, da lì sono iniziati i miei spettacoli<br />

un po’ in Toscana un po’ a Roma dove poi mi sono<br />

trasferito per avvicinarmi al mondo del cinema e<br />

della televisione. E’ stata dura, per mantenermi<br />

facevo il gelataio e anche questo come sapete mi<br />

è servito. Sarà stato un segno del destino o forse<br />

perché nel mio dna c’è un po’ di arte e di gusto<br />

avendo una madre pianista che mi ha fatto amare<br />

il canto e la musica e un padre eccellente fornaio<br />

e pasticcere che anche la mia carriera è ricca di<br />

questi ingredienti”.<br />

Chi sono i tuoi fan? “I miei primi fan sono ovvia-<br />

[ LE PASSIONI]<br />

SPORT: Sono un super sportivo e tifoso e ho la fortuna<br />

di vivere nella città della mia squadra, la Juve . Gioco<br />

a calcio anche nella squadra della Rai e mi alleno<br />

appena posso perché me lo sport è un grande sfogo<br />

SEGNI PARTICOLARI: Iperattivo<br />

10<br />

mente i miei genitori ma direi che sono amato,<br />

e questo mi lusinga molto, da un pubblico molto<br />

trasversale, dagli adolescenti ai genitori ai nonni<br />

e tanti hanno con me un rapporto costante soprattutto<br />

su Facebook che io utilizzo molto per<br />

avere uno stretto contatto con il mio pubblico”.<br />

Cosa cercano secondo te i ragazzi oggi in tivù e<br />

come la tivù oggi può essergli veramente utile?<br />

“Purtroppo i ragazzi vogliono superare se stessi


[ IL GUSTO NELLA MIA VITA]<br />

La cucina per te è? Tutto. Mi piace sperimentare soprattutto<br />

nei primi e nei secondi piatti e sono un’ottima<br />

forchetta.<br />

Se dovessi paragonare la tua vita ad un piatto?<br />

Un tortellino pasticciato<br />

Cosa rimpiangi a cena della cucina toscana?<br />

La grande fiorentina<br />

Il piatto piemontese che preferisci?<br />

La bagna couda e gli eccezionali formaggi<br />

Per una cena a lume di candela il tuo piatto forte è?<br />

Un sofisticato risottino o del cibo etnico sempre un<br />

po afrodisiaco<br />

Ad una cena con amici non può mancare?<br />

Un buon vino e spaghetti aglio e olio<br />

Il gusto della vita? Amo il piccante<br />

imitando i protagonisti televisivi che a mio parere<br />

spesso purtroppo sono molto devianti. Quello che<br />

io consiglio sempre è di godersi tutte le meraviglie<br />

di ogni età che mai più torneranno e soprattutto<br />

ai genitori di indirizzare anche le scelte<br />

mediatiche dei figli. Ad esempio Melevisione ha<br />

molto successo perché attraverso la fiaba si racconta<br />

in modo educativo la quotidianità e questo<br />

non crea falsi miti e prospettive, così come nella<br />

Prova del Cuoco si approccia il gusto dei ragazzi<br />

in maniera divertente”.<br />

Quanto c’è di Milo, il folletto responsabile, in Lorenzo?<br />

“Dopo otto anni di convivenza c’è molto<br />

Milo in Lorenzo e viceversa. Siamo cresciuti insieme<br />

e siamo diventati ottimi amici. Milo mi ha<br />

molto responsabilizzato così come lo fa con tutti<br />

i bambini da bravo fratello maggiore e Lorenzo<br />

invece lo ha reso più folle, giocherellone, simpatico”.<br />

Oggi i bambini anche in Italia riscontrano seri<br />

problemi nutrizionali, il tuo ruolo di cuoco pasticcione<br />

all’interno della Prova del Cuoco, oltre<br />

a fornire spunti per nuove ricette per bambini,<br />

educa anche alla cortezza alimentazione? “Il mio<br />

ruolo è molto ludico e simpatico ma cerca proprio<br />

di correggere degli errori alimentari, suggerendo<br />

alle famiglie la preparazione di merende sane,<br />

Testimonial del primo evento<br />

Il Punto Taste & Wine<br />

23 ottobre<br />

Ippodromo di Torino<br />

semplici da fare anche con i bambini coinvolgendoli<br />

per avvicinarli anche all’arte culinaria. Inoltre<br />

una volta al mese in studio è presente anche la<br />

nutrizionista Evelina Flachi che dà delle regole<br />

per una giusta alimentazione che favorisce quindi<br />

anche la crescita”.<br />

Vivi a Torino da diversi anni ma sei sempre un<br />

po’ girovago per via della tua carriera. Quali i<br />

tuoi prossimi progetti? “Continuerò a partecipare<br />

alla Prova del Cuoco fino alla fine del programma<br />

a maggio e girerò nuove puntate di Melevisione,<br />

ma nei week and non mollerò gli spettacoli<br />

dal vivo e i tour nelle varie città italiane con il cast<br />

di Melevisione. Il 23 ottobre mi farà piacere partecipare<br />

come testimonial alla manifestazione Il<br />

Gran premio dei sapori in Piemonte Taste &Wine<br />

proprio qui all’Ippodromo di Torino”.<br />

Il tuo sogno più grande? “Lavorare con il mio<br />

mito nonché concittadino Roberto Benigni”.<br />

[LA MERENDA CONSIGLIATA PER I BAMB<strong>IN</strong>I]<br />

Tiramisù alle fragole , semplice, fresco e privo di alcool.<br />

Frullati allo yougurt<br />

11


12<br />

DOLce<br />

Miele,<br />

delicate dolcezze<br />

di Alessandra Bedin<br />

ORIG<strong>IN</strong>I: L’uso del miele nell’alimentazione<br />

risale a ben prima dell’apicoltura, a quando l’uomo<br />

lo ricercava ancora prodotto dalle api selvatiche.<br />

Tutt’oggi, molti nativi usano procacciarsi il<br />

miele per sopperire ai propri bisogni alimentari.<br />

Il loro metodo di ricerca è simile a quello adottato<br />

dagli antichi, presso i quali l’apicoltura è stata<br />

un’acquisizione tardiva. I primi alveari costruiti<br />

dall’uomo risalgono al neolitico e già tremila anni<br />

prima di Cristo troviamo in Egitto apicoltori che<br />

si spostavano lungo il Nilo per seguire la fioritura<br />

delle piante. Riferimenti a usi e abitudini legati<br />

a questo dolce alimento ci giungono inoltre dalla<br />

Bibbia, dalle testimonianze greche, romane e di<br />

altri popoli.<br />

PROPRIETÀ: Merita soffermarsi su alcune<br />

delle virtù del miele che, insieme agli altri prodotti<br />

delle api (pappa reale, polline e soprattutto<br />

propoli e veleno d’ape), lo fanno impiegare come<br />

terapia per la cura di affezioni reumatiche, ulcere,<br />

artriti e alcune malattie infiammatorie. Le sue<br />

principali proprietà sono: antiossidante, antiradicali<br />

liberi e antimicrobica.<br />

I composti contenuti nel miele possiedono anche<br />

altre specificità di carattere farmacologico, tuttora<br />

fonte di studio, al di là dei rimedi comuni di cui<br />

tutti ne conosciamo le proprietà: dalla cura dei<br />

sintomi influenzali delle vie respiratorie, soprattutto<br />

in casi di tosse grassa, all’impiego al posto<br />

degli zuccheri lavorati.


Miele, pappa reale,<br />

polline e propoli<br />

sono impiegati<br />

come cura di alcune<br />

patologie come affezioni<br />

reumatiche, ulcere,<br />

artriti e alcune malattie<br />

infiammatorie<br />

TIPI: Esistono due categorie di miele: unifloreale<br />

e multifloreale. Il primo deriva da una sola specie<br />

botanica mentre il secondo da raccolte che si<br />

protraggono per un certo periodo e in cui non vi è<br />

una varietà preponderante. Per definire se il miele<br />

è unifloreale è necessario studiare numerosi<br />

campioni dell’origine in questione, provenienti da<br />

diverse zone e rappresentativi di diverse annate.<br />

Attualmente sono stati classificati 18 tipi di miele<br />

unifloreale prodotto in Italia: robinia, cardo, ca-<br />

stagno, erica, agrumi, eucalipto, corbezzolo, erba<br />

medica, rododendro, girasole, sulla, rosmarino,<br />

nespolo del Giappone, tiglio, timo, tarassaco, melata<br />

di Metcalfa e melata di abete. I mieli unifloreali<br />

sono considerati una tipologia privilegiata,<br />

ma in realtà il loro valore non è intrinsecamente<br />

superiore a quello dei millefiori; ad esempio<br />

possono non essere graditi alla maggior parte<br />

dei consumatori per il loro sapore peculiare; per<br />

contro però i mieli uni floreali hanno il vantaggio<br />

di essere tra loro diversi, con caratteristiche costanti<br />

e ben riconoscibili.<br />

BEAUTY: Considerato sostanza miracolosa<br />

anche per i capelli, ecco alcuni consigli che<br />

si scambiano le donne sul web! Sciogliere un<br />

cucchiaino di miele in quattro bicchieri di acqua<br />

calda e applicare la soluzione sui capelli appena<br />

lavati e ancora bagnati; senza sciacquare, tamponare<br />

i capelli fino ad asciugarli e poi procedere<br />

con la piega. Oppure: preparare un impacco con:<br />

una tazza di miele, mezza di olio e due gocce di<br />

limone. Fare riposare per un giorno, poi stendere<br />

e massaggiare dal cuoio capelluto alle punte lasciando<br />

in posa per almeno mezz’ora. Sciacquare<br />

e procede con lo shampoo.<br />

È importate scegliere un miele che non sia troppo<br />

solido, affinché non si indurisca troppo sui<br />

capelli e provare questi “rimedi della nonna” al<br />

fine settimana, così da poter riparare in tempo a<br />

brutte sorprese!<br />

La ricetta<br />

Le rOSe AL MIeLe<br />

<strong>IN</strong>GREdIENTI: 1 etto di farina, 1 uovo, mezzo<br />

cucchiaio d’olio e 1 cucchiaino di sale. Unire gli<br />

ingredienti ottenendo un impasto morbido, stenderlo<br />

come se si dovesse fare la pasta e tagliarlo<br />

a striscioline. Comporre le liste a forma di rose e<br />

friggerli in olio abbondante. Intanto sciogliere il<br />

miele a fuoco basso e una volta raffreddati i nidi,<br />

ricoprirli di miele a volontà.<br />

13


Cioccolato,<br />

elisir d’amore<br />

ORIG<strong>IN</strong>I: Il cacao ha origini antichissime e<br />

lontane. Gli studi botanici fanno risalire questa<br />

pianta a più di 6mila anni fa nella culla del Rio<br />

delle Amazzoni.<br />

Con la scoperta dell’America da parte degli spagnoli,<br />

questo alimento, insieme a molti altri, è<br />

stato portato in Europa.<br />

Per quanto riguarda l’Italia, in primis è a Modica,<br />

all’epoca del protettorato spagnolo, che approda<br />

il cacao. A cavallo tra Cinquecento e Seicento<br />

incomincia la sua espansione nella nostra penisola<br />

a partire dal Piemonte con Caterina, figlia<br />

di Filippo II di Spagna, che sposò nel 1585 Carlo<br />

Emanuele I, duca di Savoia.<br />

14<br />

DOLce<br />

di Alessandra Bedin - foto Regione Piemonte<br />

BENEfIcI: Non tutti sanno che è ricco di antiossidanti,<br />

favorisce il buon umore, fa bene alla


pelle e ai denti. Un toccasana per il cuore, ricco di<br />

energia per chi fa sport e per i più golosi, per un<br />

culmine di gusto e piacere. Soprattutto il cacao<br />

fondente extra è una sorta di golosa medicina per<br />

contrastare l’invecchiamento. Lo stesso cacao è<br />

un’arma di difesa per il cuore: numerosi studi<br />

hanno dimostrato che l’assunzione di un quadratino<br />

di cioccolato fondente al giorno è sufficiente<br />

per assicurarsi una buona dose di polifenoli, che<br />

aiutano a combattere l’insorgenza dei radicali liberi.<br />

Infatti i polifenoli sono in grado di abbassare<br />

il colesterolo e abbassare la pressione per chi ne<br />

soffre.<br />

STRANEzzE: Due ambiziosi ambientalisti<br />

britannici, preoccupati che in questa era non<br />

esista ancora un carburante davvero alternativo<br />

ed efficace, nel 2007,a bordo di un poderoso SUV,<br />

son partiti dal Regno Unito alla volta di Timbuctu<br />

in Mali, utilizzando 2 mila litri di biodiesel ricavati<br />

da 80 mila barre di cioccolato per un totale di 4<br />

tonnellate. Lo scopo non era quello di dimostrare<br />

che le auto, in futuro, dovranno andare a cioccolato,<br />

piuttosto dare prova che possono esistere<br />

carburanti alternativi a basso inquinamento, se<br />

solo si volesse perseguire, seriamente, questa<br />

strada. Peter Landorg, invece, è l’inventore tede-<br />

sco dei dischi di cioccolato che, oltre a riprodurre<br />

vera musica su di essi incisa, sono commestibili<br />

e gustabili. Per finire, quest’anno, 2011, a Torino,<br />

durante la fiera annuale dedicata al cioccolato,<br />

CioccolaTò, è stata esposta un’Italia in miniatura<br />

composta da 14 tonnellate di cacao per 13 metri<br />

di lunghezza, la più grande riproduzione del<br />

nostro paese interamente creata dall’irresistibile<br />

“fondente”.<br />

La ricetta<br />

Le PALL<strong>IN</strong>e dI cIOccOLATO<br />

ALLe VArIANTI PIù SfIzIOSe<br />

PREPARAzIONE: passare i biscotti nel<br />

mixer, mescolarvi il rhum o il latte o<br />

il burro fuso e il cioccolato sciolto<br />

in quantità sufficiente da ottenere<br />

un impasto solido; a questo punto<br />

formare delle palline e passarle nel<br />

cocco grattugiato. Saranno perfette<br />

in qualsiasi momento della giornata!<br />

<strong>IN</strong>GREdIENTI: biscotti savoiardo o gallette, cioccolato<br />

al latte o fondente, rhum o latte o burro e<br />

cocco grattugiato o nocciole.<br />

15


Formaggio<br />

morbida tentazione<br />

di Monica Rosolen<br />

ORIG<strong>IN</strong>I: Il termine deriva dal greco “formos”,<br />

che designava il piccolo contenitore di giunco nel<br />

quale si metteva a colare il latte cagliato.<br />

Il mitico inventore sarebbe stato Aristeo, figlio di<br />

Apollo e di Cirene, che ne avrebbe appreso la lavorazione<br />

dalle ninfe sue nutrici. Omero ne cantò<br />

le lodi nei suoi poemi, ma fu soprattutto nell’antica<br />

Roma che il formaggio diventò un alimento<br />

importantissimo, quando il suo nome latino era<br />

“caseus”, cacio.<br />

Veniva fatto con latte munto da poche ore, al quale<br />

venivano mescolate, per ottenere una rapida<br />

coagulazione, sostanze diverse, come il latte cagliato<br />

tolto dallo stomaco degli animali, il latte di<br />

fico o i fiori di cardo. La cagliata veniva poi aromatizzata<br />

in vari modi e infine versata in speciali<br />

recipienti, affinché il siero potesse colare.<br />

Era molto diffuso il formaggio caprino fresco e<br />

una parte della produzione veniva fatta stagio-<br />

saLatO<br />

nare e conservata per l’inverno. Il formaggio<br />

piccante era consumato con l’aggiunta di aceto e<br />

timo, mosto oppure pesce conservato e sostanze<br />

aromatiche diverse. Con il latte vaccino si confezionava<br />

una specie di mozzarella, immergendo<br />

la cagliata nell’acqua bollente e dandole poi<br />

con le mani una forma tondeggiante. I formaggi<br />

umbri erano a forma di piramide, mentre quello<br />

etrusco dei dintorni di Luni era confezionato in<br />

forme gigantesche che arrivavano a pesare più<br />

di trecento chili.<br />

Esisteva anche un formaggio semiliquido, paragonabile<br />

allo yogurt, detto “melca”, che consisteva<br />

in cagliata mista a grassi fortemente aromatizzata.<br />

È accertata l’importazione di formaggi<br />

dalle Gallie (ma molti secoli più tardi sul finire del<br />

XV secolo) e altre varietà compirono il cammino<br />

inverso passando dall’Italia alla Francia per opera<br />

di artigiani trasferitisi al di là delle Alpi.<br />

17


PER Il BENESSERE<br />

Per il suo alto contenuto di sostanze nutritive<br />

(grassi, proteine, sali minerali e vitamine) il formaggio<br />

rappresenta un alimento di primaria importanza,<br />

che secondo i dietologi può sostituire<br />

vantaggiosamente le uova, il pesce e la carne:<br />

mezzo chilo di pane mangiato con un etto e mezzo<br />

di formaggio costituisce un pasto completo.<br />

Componente principale del formaggio è la paracaseina,<br />

sostanza altamente proteica. Il contenuto<br />

di grassi è notevole anche se varia a seconda<br />

delle qualità; quanto ai sali minerali e<br />

alle vitamine, sono abbondanti il<br />

calcio e il fosforo e presenti in<br />

discreta quantità (soprattutto<br />

nei tipi freschi, a pasta<br />

molle) tutte le vitamine<br />

-esclusa la C- che si<br />

trovano nel latte. Il formaggio<br />

è un ottimo tocco<br />

finale per ogni pasto,<br />

ha infatti un certo effetto<br />

stimolante delle secrezioni<br />

digestive; comunque sono più<br />

digeribili quelli poco o per nulla<br />

fermentati, quelli poco stagionati e<br />

semigrassi. Tutti i formaggi sono altamente indicati<br />

per i diabetici, perché quasi totalmente privi<br />

di idrati di carbonio. Chi ha problemi di linea è<br />

bene che eviti i formaggi grassi e preferisca quelli<br />

semigrassi; particolarmente adatti i formaggini<br />

fusi magri e le ricotte. Per chi segue diete povere<br />

di sale sono da consigliare la mozzarella, i<br />

caprini, l’emmental, la ricotta piemontese e il fior<br />

di latte. Anche per i formaggi esistono delle controindicazioni<br />

che riguardano in modo particolare<br />

gli arteriosclerotici, i cardiopatici, gli ipertesi<br />

e chi è affetto da malattie renali; in questi casi si<br />

devono limitare le quantità dando la preferenza ai<br />

formaggi freschi e semigrassi.<br />

PROdOTTI dEl TOR<strong>IN</strong>ESE<br />

E dEl PIEmONTE<br />

L’elenco comprende la ricotta stagionata Saras<br />

del Fen che proviene dai pascoli delle Valli Valdesi,<br />

la Tuma di Trausella, la Toma di Lanzo e la Tuma<br />

del lait Brusc, dei pascoli delle Valli di Lanzo, di<br />

Susa e Sangone, il Cevrin di Coazze, formaggio<br />

18<br />

caprino della Val Sangone.<br />

La Toma Piemontese, prodotta fin dall’epoca<br />

romana, è un formaggio dall’aroma marcato e<br />

dalla pasta compatta, ottenuto con latte vaccino<br />

lasciato stagionare 60 giorni. Accanto alle Tome<br />

classiche, tra cui il Bra tenero e duro, il Maccagno<br />

(costituisce il condimento della “polenta cônscia<br />

d’Oropa”), il Castelmagno, la Toma d’Alba, la Toma<br />

di Ala, quella del Moncenisio, il rarissimo Bettelmatt,<br />

la nostra regione produce molti formaggi<br />

a base di latte di capra -soprattutto nell’astigiano-<br />

e anche di pecora -prevalentemente<br />

nell’alessandrino; tra questi, sono<br />

ben noti le robiole di Murazzano<br />

(di latte crudo ovino in purezza,<br />

oggi lavorata da una trentina<br />

di produttori), il Testun di<br />

capra, i Tomini del Talucco,<br />

il Raschera d’Alpeggio che<br />

nella sua caratteristica forma<br />

quadrata mischia latte<br />

di mucca e di pecora, la Robiola<br />

di Roccaverano.<br />

ROccAVERANO<br />

La ’rbiora o arbiora (così viene chiamata<br />

in dialetto) deve essere ottenuta esclusivamente<br />

con latte di capra, tutt’al più addizionato con<br />

piccole quantità di latte ovino, un procedimento<br />

addirittura millenario. Per chi volesse gustare il<br />

Roccaverano prodotto secondo la più antica tradizione,<br />

a Cessole d’Asti esiste una società, la Arbiora,<br />

nata per salvaguardarne la qualità e farlo<br />

conoscere.<br />

cURIOSITÀ Ed EccEllENzE<br />

Documenti che risalgono ai secoli XII e XIII sono<br />

la testimonianza autentica più antica, la prima al<br />

di là delle leggende, di un formaggio prodotto in<br />

Piemonte. Si tratta del Castelmagno, oggi definito<br />

“Il re dei formaggi”; i documenti attestano<br />

che questo pregiato prodotto, la cui cagliata è<br />

impastata due volte, allora veniva dato come pagamento.<br />

Al Plasentif è dedicato un mercato esclusivo a<br />

Perosa Argentina; il motivo di questo privilegio<br />

è che si tratta di un raro formaggio d’alpeggio<br />

detto “delle viole” per via della delicata sfumatura


del suo sapore dovuta al pascolo di cui si nutrono<br />

le vacche che forniscono il latte.<br />

Attualmente raro è anche il Montebore, di latte<br />

vaccino prodotto nella provincia di Alessandria; la<br />

sua particolarità è la forma a torta nuziale, dovuta<br />

alla sovrapposizione di tre forme dalle dimensioni<br />

digradanti.<br />

RIcERcATO PER mUffA<br />

Inconfondibile per l’aroma fin troppo intenso, per<br />

la pasta morbida e cremosa e il sapore unico dolce<br />

o piccante. Si tratta del Gorgonzola, uno dei<br />

formaggi italiani più diffusi e famosi nel mondo.<br />

Un fungo microscopico, il Penicillium glaucum,<br />

dà origine alle sue caratteristiche striature bluverdi<br />

(che ne fanno un erborinato), protagoniste<br />

di una storia millenaria incominciata intorno<br />

all’anno 879 nell’area di Gorgonzola, alle porte di<br />

Milano. Quello che in origine era chiamato “stracchino<br />

di Gorgonzola” (perché fatto con il latte di<br />

vacche “stracche”, cioè stanche per la transumanza<br />

dagli alpeggi estivi alle praterie della Pianura<br />

Padana dove venivano condotte a svernare)<br />

si trasformò nel Gorgonzola forse per il merito,<br />

involontario, dell’oste “della malora” che servì a<br />

dei clienti ubriachi dello stracchino rancido.<br />

Esistono anche altre leggende che narrano di<br />

mandriani che per un motivo o per l’altro una sera<br />

dimenticarono del latte munto al quale, l’indomani<br />

ormai leggermente acidificato, unirono quello<br />

della mungitura del mattino seguente. Messo a<br />

stagionare in grotte, il formaggio dopo due o tre<br />

mesi presentò all’interno delle forme delle muffe<br />

che ne determinarono subito il successo.<br />

lA lAVORAzIONE<br />

Il segreto del Gorgonzola comunque sta nella<br />

lavorazione, basata sull’unione del latte di due<br />

mungiture diverse: la cagliata ottenuta la sera<br />

veniva lasciata appesa a un trespolo per tutta<br />

la notte ed era proprio durante questa fase che<br />

avveniva la contaminazione della massa caseosa<br />

con le spore fungine; il giorno successivo la<br />

cagliata era riposta in “fascieroli” a strati alterni<br />

con quella del mattino e lasciata maturare. Il<br />

momento determinante era poi quello della foratura<br />

delle forme, destinata a favorire l’ingresso<br />

dell’aria nella pasta e quindi lo sviluppo delle<br />

foto di Michele d’Ottavio<br />

caratteristiche muffe, originate dunque dall’incontro<br />

tra una particolare situazione ambientale<br />

e una tecnica adottata dall’uomo.<br />

Su quella tecnica antica si basa ancor oggi la lavorazione,<br />

tuttavia modernizzata, del centinaio di<br />

caseifici che producono il Gorgonzola; nella zona<br />

natia non sopravvive alcun caseificio, invece la<br />

produzione dal 1955 (anno in cui ottenne il riconoscimento<br />

Doc) avviene principalmente nella provincia<br />

di Novara. Nel 1996 è avvenuta la concessione<br />

marchio Dop europeo. La quasi totalità dei<br />

produttori fa parte del Consorzio per la tutela del<br />

formaggio Gorgonzola il cui marchio, una “g” minuscola<br />

con il cerchietto superiore incompleto in<br />

modo da formare una ”c”, è impresso sulla carta<br />

stagnola che, dopo due o più mesi di stagionatura,<br />

avvolge le forme per limitare il calo provocato<br />

dall’evaporazione e difende la crosta da possibili<br />

rotture, ma soprattutto protegge la pasta anche<br />

in vista della spedizione all’estero, infatti circa il<br />

30 per cento del prodotto viene esportato.<br />

Il RE dI mOlTI mENU<br />

Il Gorgonzola, soprattutto in autunno e inverno,<br />

è l’indiscusso protagonista di piatti fantasiosi,<br />

ingrediente principale della farcitura dei gambi<br />

di sedano, della crema con spinaci per condire<br />

le penne rigate, della farcitura di false arance di<br />

riso e patate, del composto con polpa di avocado,<br />

della crema con cui ricoprire le pere cotte. E<br />

in vista delle feste di fine anno va provato con la<br />

mostarda.<br />

19


saLatO<br />

Italia?<br />

La terra dei salumi<br />

di Monica Rosolen - foto Regione Piemonte<br />

ORIG<strong>IN</strong>I: In tutta la nostra penisola l’uso alimentare<br />

delle carni di maiale, salate e trasformate<br />

in salumi, ha radici antichissime. Nella<br />

salumeria italiana - ricchissima di prodotti, si<br />

dice infatti che siano almeno 666 - si possono distinguere<br />

varie radici storico-geografiche; il Piemonte<br />

appartiene alla zona celtica, la cui tipicità<br />

è costituita da salumi crudi e cotti con limitato<br />

contenuto di sale.<br />

Anticamente, nella zona celtica in particolare, si<br />

allevava il maiale da grasso, ideale per produrre<br />

lardo, che con un’accorta selezione, un’opportuna<br />

alimentazione e adeguati sistemi di allevamento,<br />

è stato via via trasformato nell’attuale maiale da<br />

carne matura o maiale pesante da salumeria<br />

pregiata, che si differenzia dal maiale da carne o<br />

da macelleria allevato in tutto il mondo. Nel corso<br />

degli ultimi cinquant’anni, il maiale pesante è<br />

stato selezionato per la produzione di carni mature<br />

caratterizzate da limitatissimi quantitativi di<br />

20<br />

grassi non solo di copertura, ma anche di struttura;<br />

gli animali raggiungono i 180/200 kg, pesi<br />

elevati indispensabili per la produzione di prodotti<br />

salumieri pregiati come i prosciutti DOP, il culatello,<br />

ecc.<br />

L’alimentazione del maiale in Italia è particolarmente<br />

curata, si utilizzano regimi alimentari ricchi<br />

di mais, soia e altri vegetali, con l’esclusione<br />

di prodotti di riciclo e del siero di latte, perciò le<br />

carni italiane sono poverissime di colesterolo e<br />

ricche di acidi grassi insaturi.<br />

cURIOSITÀ?<br />

Fra tutte le parole salumiere, oggi salame è una<br />

delle più importanti eppure nell’antichità non esisteva.<br />

Il termine può sembrare di origine semplice,<br />

è invece ambigua e contraddittoria; che derivi<br />

dal sale che serve per la sua preparazione non<br />

c’è dubbio, ma non basta, perché con il sale, fin<br />

dall’antichità, si conservano molti alimenti. La


definizione salame per indicare l’insaccato che<br />

conosciamo compare per la prima volta nel manuale<br />

di cucina di Vincenzo Cervio (1581).<br />

cON lA dIETA<br />

Un tempo, per lo stile di vita dei consumatori, si<br />

ricercava nei prodotti salumieri l’apporto di energia<br />

e quindi la presenza di grasso; ora invece la<br />

richiesta predominante è quella di alimenti con<br />

ridotto contenuto calorico e i salumi si sono adeguati.<br />

Così i prodotti italiani contengono quantità<br />

di grassi minime, come nel caso del prosciutto<br />

crudo (parte muscolare) che ne presenta il 3-4%.<br />

I salumi italiani, particolarmente ricchi di parti<br />

muscolari, apportano fattori nutrizionali pregiati<br />

come diversi oligoelementi (ferro, zinco, selenio,<br />

cromo) in forma altamente utilizzabile dall’organismo;<br />

inoltre durante la fermentazione salumiera<br />

si producono pregiate cariche vitaminiche, in<br />

particolare del gruppo B. Infine i prodotti moderni<br />

sono caratterizzati da una diminuzione del sale<br />

tale da essere al limite del mantenimento delle<br />

caratteristiche gastronomiche.<br />

cOmE SI TAGlIANO<br />

Affettare i salumi è una vera arte. Ecco qualche<br />

piccolo consiglio dell’Accademia Italiana di Cucina,<br />

a cominciare dal salame. Innanzitutto se è<br />

ben stagionato deve sbucciarsi facilmente; le fette<br />

devono essere spesse quanto un grano di pepe,<br />

così da poterlo eliminare con facilità. In generale<br />

poi, i prosciutti e gli altri salumi non devono mai<br />

essere tagliati e serviti freddi, altrimenti buona<br />

parte del gusto va persa. Se si usa un’affettatrice<br />

(sempre preferibile), lasciate passare qualche<br />

secondo tra una fetta e l’altra, perché il calore<br />

della lama potrebbe ossidare il grasso.<br />

GlI ABB<strong>IN</strong>AmENTI<br />

Il pane esalta sicuramente il gusto dei salumi.<br />

L’ideale sarebbe accompagnarli con i pani tipici<br />

regionali. Inoltre non si può non tenere conto di<br />

quale vino sia più adatto al tipo di salume che si<br />

consuma. Un discorso a parte merita l’associazione<br />

di salumi e frutta: melone, fichi, uva dolce,<br />

melagrana o frutta esotica come ananas, papaia,<br />

ananas o kiwi.<br />

lA RIScOPERTA dEllE TIPIcITÀ<br />

La rivalutazione della tradizione culinaria ha portato<br />

alla riscoperta dei prodotti tipici delle regioni<br />

italiane. In Piemonte, nel Novarese, nel Vercellese,<br />

in Lomellina si producono i salami d’oca; nelle<br />

stesse zone, dalla carne di suini alimentati con<br />

cereali si ottiene il prelibato salame della duja o<br />

salamin d’la dujia (l’orcio di terracotta invetriata<br />

dove vengono riposti dopo la maturazione e ricoperti<br />

da strutto fuso che protegge e mantiene<br />

morbido l’impasto). Queste sono soltanto due<br />

delle molte specialità del nostro territorio insieme<br />

a salumi prodotti dalla lavorazione della carne<br />

suina, ma anche di manzo, capra, cinghiale,<br />

capriolo, cervo, cavallo, asino e oca. Abbiamo la<br />

bresaola di carne bovina della val d’Ossola (dove<br />

fanno anche una mortadella di puro suino) e<br />

quelle di cavallo o di cervo (la prima della zona<br />

di Borgomanero oltre che del Monferrato, l’altra<br />

della provincia di Novara), le Bale d’aso del<br />

Monregalese, il raro Bisecon di Santo Stefano<br />

Belbo, il Crespone del Monferrato, il Fegatino<br />

sotto grasso prodotto nelle province di Novara e<br />

Vercelli, le polpette a base di frattaglie di maiale<br />

dette Frissa nel Monferrato e Griva nella Langa, il<br />

lardo al rosmarino di Cavour, il prosciutto di Stura<br />

di Demonte (Cn) detto Lonzardo, la mortadella<br />

di fegato o Fidighin delle province orientali della<br />

regione, la Mula, una via di mezzo fra salame e<br />

cotechino, la Muletta, salame monferrino dalla<br />

caratteristica forma a pera che si ottiene dalle<br />

parti migliori del maiale, la Mustardela della Valpellice,<br />

sanguinaccio preparato ancora secondo<br />

una lunga ed elaborata ricetta contadina, i prosciutti<br />

della val d’Ossola e della valle Vigezzo, da<br />

suini portati al pascolo agli alpeggi, o quello di<br />

Canale innaffiato con Arneis e cotto in forno a legna<br />

(un tempo rigorosamente di vite, ora spesso<br />

fieno), il salame crudo a grana grossa ricavato da<br />

suini pesanti delle valli Tortonesi, i salami di cavallo<br />

tipico delle colline tra il Ticino e l’Agogna in<br />

provincia di Novara, del Monferrato e dell’Astigiano<br />

e l’ormai raro salamino di pecora e capra della<br />

zona del cuneese, la salciccia di Bra, il Violino di<br />

camoscio e quello di capra delle valli Ossolane.<br />

21


22<br />

amarO<br />

Grappa e liquori<br />

piaceri riscoperti<br />

di Michele Leone<br />

ORIG<strong>IN</strong>I<br />

Liquori ed acquaviti conosco il loro sviluppo e diffusione<br />

nel medioevo. Tra i primi i medici della<br />

Scuola Salernitana scoprirono che le acquaviti<br />

potevano fungere da solventi per i principi officinali.<br />

Fu così che iniziarono a prodursi per scopo<br />

medico quelli che potremmo definire gli antenati<br />

dei liquori e delle grappe aromatizzate. Nel frattempo<br />

nei monasteri e nelle abbazie il lavoro degli<br />

erboristi si fondeva con quello dei distillatori<br />

producendo nuovi liquori.<br />

Nel XV secolo Michele Savonarola (nonno di Girolamo),<br />

frate padovano, trovò il modo per migliorare<br />

e accelerare le produzioni di acquavite.<br />

Probabilmente il più antico amaro-liquore è il<br />

Bénédictine la cui ricetta è del 1510. La ricetta<br />

nei secoli ha subito alcune variazioni sino a quella<br />

del 1886 che ha portato a 27 il numero di erbe,<br />

radici e spezie. Il Certosino, preparato dai frati<br />

della certosa di Monte Acuto (FI) da molti secoli,<br />

potrebbe essere all’origine del più famoso Chartreuse<br />

(liquore dalle proprietà digestive) che ha<br />

una storia che potrebbe essere narrata in un romanzo.<br />

La ricetta i certosini di Vauvert, l’hanno<br />

sempre tenuta segreta e l’hanno portata con loro<br />

anche quando nel 1904 dovettero lasciare la loro<br />

abbazia e trasferirsi in Tarragona. Oggi ne vengono<br />

prodotti e commercializzati due tipi, quello<br />

giallo con 40° di gradazione e quello bianco con<br />

55° di gradazione.<br />

A Carmagnola è nata una diatriba tra i padri Maristi<br />

locali e quelli giunti dalla Francia nel 1903<br />

sulla paternità della ricetta originale dell’ Apestre<br />

o Arquebuse. Tradizionalmente contiene 33 erbe


tra cui valeriana, tanaceto, genziana, etc.<br />

Ancora oggi nel nostro paese è ricca la produzione<br />

di liquori nei vari monasteri o abbazie.<br />

l’IdEA PER Il dOPOcENA<br />

Per un dopo cena abbinare una torta sbrisolona<br />

(tipico dolce del mantovano di origine contadina)<br />

con una buona grappa o come si usa talvolta inumidire<br />

la torta con la grappa stessa. Dopo aver<br />

bevuto il caffè procedere con rasentin (letteralmente<br />

risciacquo), ovvero versare nella tazza del<br />

caffè vuoto la grappa (abitudine veneta)<br />

GRAPPA O lIqUORE<br />

AllA mElAGRANA<br />

Sistemare su della carta da forno i chicchi di una<br />

melagrana grande e matura. Farli essiccare al<br />

sole per cinque giorni, poi mettrli in un vaso a<br />

chiusura ermetica con la grappa (rigorosamente<br />

bianca e non aromatizzata) o l’alcool, insieme alla<br />

scorza di limone, al miele ed alle spezie. Trascorsi<br />

venti giorni in un luogo asciutto e buio, nei quali<br />

di tanto in tanto si sarà agitato il vaso, si può procedere<br />

all’operazione di mescita in bottiglia, non<br />

prima di aver filtrato almeno due volte. Ingredienti:<br />

un litro di grappa, una melagrana matura,<br />

La ricetta<br />

rISOTTO dI ANATrA e rOSMAr<strong>IN</strong>O ALLA GrAPPA<br />

PREPARAzIONE:<br />

Far saltare la dadolata di anatra (tagliata a cubetti piccoli) in una padella con olio di oliva<br />

extra vergine ed una foglia di alloro versare la grappa e fiammeggiare. Far saltare il riso<br />

in una pentola con burro, olio e scalogno; aggiungere vino rosso ed all’asciugatura continuare<br />

a bagnare con brodo di carne. Verso la fine della cottura unire la dadolata ed il<br />

rosmarino tritato. Mantecare con burro e pepe macinato fresco.<br />

<strong>IN</strong>GREdIENTI:<br />

500 gr. di riso, 350 gr. di petto d’anatra, rosmarino, una foglia di alloro, olio di oliva extra<br />

vergine, grappa, vino rosso, brodo di carne, pepe in grani.<br />

una stecca di cannella, un cucchiaio di miele e la<br />

scorza di un limone.<br />

Il VERmOUTh mAdE <strong>IN</strong> TO<br />

Nel 1786 nel laboratorio della sua bottega di liquori,<br />

sotto i portici di piazza Castello, Antonio<br />

Carpano inventò il Vermouth che è vino aromatizzato<br />

con la china. In breve divenne la “bevanda<br />

preferita del Re”. Questo nome fu scelto riadattando<br />

il tedesco Wermut (assenzio).<br />

Ma non solo il Vermouth, da Antonio Carpano è<br />

nato anche il Punt e Mes (punto e mezzo in piemontese).<br />

La storia vuole che nel 1870 nei locali<br />

di Carpano si incontrasso degli operatori di borsa<br />

per prendere l’aperitivo. Come tutti i clienti abituali<br />

ognuno ordinava i punti di amaro da aggiungere<br />

al Vermouth.<br />

La borsa aveva chiuso con fluttuazioni di un punto<br />

e mezzo ed il barista equivocando chiese se<br />

quella dovesse essere la correzione, la risposta<br />

fu affermativa e così nacque il Punt e Mes. Da<br />

questo episodio nasce anche la curiosa abitudine<br />

di ordinarlo a gesti; basta sollevare il pollice<br />

(un punto, punt) e segnare con la mano una linea<br />

orizzontale nell aria (un mezzo, mes).<br />

Dai monasteri alle Abbazie<br />

ora la grappa si fa in casa.<br />

Rimane un ingrediente<br />

importante per cucinare o<br />

per il dopocena<br />

23


ORIG<strong>IN</strong>I<br />

amarO<br />

Caffè,<br />

piacere nero bollente<br />

Alcune tesi lo vogliono già presente a Troia ad i<br />

tempi di Omero. Un’altra leggenda vuole la scoperta<br />

del caffè nel 600 a.c. quando un pastore<br />

etiope notò che le sue capre zampettavano più<br />

energicamente dopo aver mangiato le bacche di<br />

questa pianta sempreverde.<br />

Nel 1454 era consuetudine berlo nei territori<br />

dell’odierno Yemen ed addirittura il governo ne<br />

approvò il consumo per le qualità corroboranti.<br />

Da qui si diffuse presso tutti i popoli arabi e venne<br />

definito “vino dell’islam” in quanto il vino vero<br />

e proprio era proibito dal corano. Nel 1500 era<br />

già molto diffuso e a Damasco esistevano già due<br />

locali dove berlo: il Caffè delle Rose e il Caffè della<br />

24<br />

di Michele Leone<br />

via della Salvezza.<br />

Il caffè arriva in Italia, e per la precisione a Venezia,<br />

intorno al 1615 e possiamo attribuirne<br />

il merito a Prospero Alpini, medico del console<br />

di Venezia in Egitto. Venezia divenne il punto di<br />

partenza per la diffusione del caffè in Italia ed in<br />

Europa ed ancora oggi passeggiando per le calle<br />

della città lagunare sotto i portici di piazza San<br />

Marco troviamo il Caffè Florian, la più antica caffetteria<br />

d’Europa.<br />

A differenza del mondo arabo, il caffè in Europa<br />

trovò l’ostacolo del clero che la definiva bevanda<br />

del diavolo: venne addirittura chiesto a papa<br />

Clemente VIII di scomunicarla; questo una volta<br />

assaggiata la bevanda non solo non la volle


ScAMPI AL cAffe’<br />

PREPARAzIONE:<br />

prepare il fumetto con 4 tazzine di caffè ristretto, 8 teste di scampi ed un rametto di maggiorana;<br />

dopo una decina di minuti spegnere e filtrare. Soffriggere con un filo d’ olio una<br />

dadolata di scalogno, sedano e carota (circa 200 gr), versare mezzo bicchiere di brandy<br />

e appena sfumato bagnare con il fumetto e aggiungere 250 gr di panna liquida. Salare<br />

quanto basta ed a fuoco lento lasciare sobbollire. Nel frattempo rosolare a fuoco vivo<br />

con una noce di burro gli scampi tagliati per senso verticale e non sgusciati. Una volta<br />

rosolati (pochissimi minuti) trasferirli nella padella con la salsina, lasciare insaporire ed<br />

aggiungere pepe e chicchi di caffè.<br />

scomunicare ma addirittura la definì “bevanda<br />

cristiana”. Da qui il caffè conobbe uno sviluppo<br />

continuo ed inarrestabile legando al suo nome<br />

anche i locali dove si beveva questa bevanda e<br />

frequentati da politici, intellettuali ed artisti.<br />

AlcUNI TIPI<br />

Arabica: è la miscela più diffusa e forse pregiata<br />

di caffè al mondo. È corposa ed aromatica, ha un<br />

sapore dolce e una gradevole punta di amaro. Ha<br />

un contenuto di caffeina relativamente bassa, tre<br />

volte inferiore a quella contenuta nella miscela<br />

Robusta.<br />

Robusta: è un caffè più leggero dell’arabica e<br />

spesso i suoi profumi ricordano le terre in cui<br />

viene coltivato (altitudini di 600/700m s.l.m.).<br />

Liberica: è la varietà più conosciuta tra le meno<br />

coltivate. Si trova sopratutto tra Indonesia e Filippine.<br />

Mauritania: è un caffè nero coltivato sopratutto<br />

nelle isole della Reunione e San Maurizio.<br />

PROPRIETÀ BENEfIchE<br />

Il caffè ha diverse proprietà che possono essere<br />

benefiche per l’organismo e la psiche, che ovviamente<br />

possono divenire dannose se si eccede.<br />

La caffeina ha effetti positivi sull’umore e aiuta<br />

a mantenere la concentrazione ad esempio durante<br />

lo svolgimento di compiti noiosi. La caffeina<br />

facilita la digestione in quanto stimola la secrezione<br />

dei succhi gastrici. Il caffè, stimolando la<br />

dilatazione dei bronchi, potrebbe giovare a chi<br />

soffre di riniti allergiche ed avere anche un effetto<br />

anticarie in quanto sembra che i suoi tannini<br />

contrastino lo sviluppo dei batteri cariogeni. Secondo<br />

alcuni studi l’abitudine di consumare quo-<br />

La ricetta<br />

tidianamente caffè potrebbe prevenire il declino<br />

celebrale dovuto alla età avanzata.<br />

cURIOSITÀ<br />

A Napoli c’è l’usanza di lasciare il “caffè sospeso”:<br />

alcuni avventori pagano due caffè in modo che le<br />

persone meno abbienti possano trovare un caffè<br />

già pagato nella caffetteria. “Il caffè” può essere<br />

considerato il primo periodico italiano fondato da<br />

un gruppo di illuministi tra cui i fratelli Verri e Cesare<br />

Beccaria. Qui si parlava di Arte, vita sociale<br />

e scienze. In Turchia, in passato, se un marito<br />

proibiva di bere caffè alla moglie questa poteva<br />

chiedere il divorzio per “giusta causa”.<br />

<strong>IN</strong> PIEmONTE<br />

Se nell’immaginario popolare il caffè è associato<br />

a Napoli, per storia, tradizione e volume di affari<br />

il caffè è anche piemontese. Basti pensare a Lavazza,<br />

Costadoro e Vergnano. Ma non solo torrefazioni,<br />

a Torino è nata la mitica Victoria Arduino<br />

che potremmo definire la macchina per il caffè<br />

che è divenuta nel tempo uno status symbol.<br />

Il caffè sottovuoto nasce a Torino in casa Lavazza<br />

negli anni ‘60. Quella del caffè piemontese è<br />

una tradizione viva che nel 2010 ha portato delle<br />

grandi soddisfazioni al International Coffee Tasting<br />

che si è tenuta a Brescia.<br />

All’interno del carcere delle Vallette di Torino è<br />

nato nel 2004 il laboratorio di Pausa Cafè una cooperativa<br />

sociale. In un locale di circa 200 metri<br />

quadrati è stato allestito il reparto di torrefazione,<br />

stoccaggio e confezionamento che vede impegnati<br />

alcuni detenuti del carcere.<br />

25


amarO asprO<br />

Agrumi,<br />

che sapori nell’aria!<br />

Limoni, arance, pompelmi, mandarini, cedri,<br />

mandaranci e chinotti: ecco alcuni nomi degli<br />

agrumi più famosi al mondo. Dai colori vivaci e<br />

dal sapore aspro, gli agrumi hanno importanti<br />

impieghi e vantaggi. Sono frutti da mangiare, da<br />

bere e anche bellissimi da ammirare all’aperto,<br />

soprattutto in terrazzi e giardini.<br />

ORIG<strong>IN</strong>I lONTANE<br />

Hanno origini orientali. Anche se i Romani conoscevano<br />

già il limone, la loro grande diffusione<br />

nel Mediterraneo si deve all’espansione araba<br />

verso l’occidente a partire dal 1100.<br />

26<br />

di Liliana Carbone<br />

PROPRIETÀ BENEfIchE<br />

E cURATIVE<br />

Gli agrumi hanno importanti proprietà benefiche<br />

per l’alimentazione giornaliera di grandi e piccini,<br />

La polpa, infatti, che può variare dal color giallo,<br />

rosato, arancio o rosso e molto succosa, è ricca<br />

di vitamine.<br />

Prendiamone alcuni:<br />

- Il limone è ricchissimo di vitamine del gruppo C,<br />

B, A e PP. È ricco di sali minerali, oligoelementi ed<br />

oli essenziali (contenuti nella buccia). Ha un’elevatissima<br />

capacità antibatterica e disinfettante;<br />

è antireumatico, tonico, astringente, deminera


lizzante, antiossidante, anticancerogeno e viene<br />

usato come coadiuvante nelle malattie infettive<br />

e arteriosclerotiche. Protegge anche dall’invecchiamento<br />

perché combatte i radicali liberi.<br />

- L’arancio è ricchissimo di vitamina C, aumenta<br />

la resistenza dell’organismo contro i vari agenti<br />

chimici, fisici ed ambientali sostenendo le difese<br />

immunitarie contro virus e batteri.<br />

Ci protegge da fastidiose malattie come l’angina,<br />

la gengivite, la bronchite, l’emicrania, la cefalea<br />

e i reumatismi, e da malattie ben più gravi come<br />

l’ipertensione, il diabete, i disturbi cardiovascolari<br />

e il tumore.<br />

Favorendo la deposizione del calcio e del fosforo<br />

ci protegge dall’osteoporosi, aiutando l’assorbimento<br />

del ferro, combatte efficacemente l’ane-<br />

mia. Il suo contenuto di vitamine B1 e B2 stimola<br />

l’appetito, l’accrescimento, la digestione e migliora<br />

il sistema respiratorio. I caroteni sono utili<br />

per il sistema visivo.<br />

USI AlTERNATIVI<br />

Gli oli essenziali (estratti dalle foglie e dai fiori)<br />

e i frutti sono largamente impiegati per scopo<br />

cosmetico. Ma l’occhio vuole anche la sua parte:<br />

ecco perché la bellezza di queste piante (bel fogliame,<br />

profumate, con ripetute fioriture e dalla<br />

vistosa e colorata produzione di frutti) ha fatto si<br />

che nel corso dei secoli gli agrumi divenissero<br />

elementi ornamentali di giardini e terrazze.<br />

RIcETTA dA GUSTARE<br />

Vicini al Natale, vi consigliamo Charlotte natalizia<br />

al mandarancio (www.mangiarebene.com), una<br />

delizia per gli occhi e il palato.<br />

lA fESTA<br />

PIù cOlORATA d’ITAlIA<br />

La sagra degli agrumi di Zerfaliu, in Sardegna,<br />

è la principale manifestazione organizzata dalla<br />

pro loco locale Viene pubblicizzata con l’affissione<br />

di mille cartelli, 400 locandine e 5mila depliant<br />

distribuiti nelle attività commerciali di tutta la<br />

Sardegna. Alla domenica nella piazza Trasfigurazione,<br />

vengono distribuiti piatti a base di agrumi,<br />

creme e liquori di limone e di arancio, crostate<br />

e torte e allestita una mostra di circa cinquanta<br />

cultivar di agrumi, molte delle quali coltivate a<br />

Zerfaliu.<br />

27


amarO asprO<br />

Aceto:<br />

il nobile che fa la differenza<br />

Rende stuzzicanti i piatti, come le fantasiose<br />

insalate, alcuni tipi di pesce e tutte le varietà di<br />

carni. Ma apporta benefici anche al nostro corpo.<br />

Come? Scopriamolo insieme.<br />

V<strong>IN</strong>O E BATTERI, l’ORIG<strong>IN</strong>E<br />

L’aceto di vino è nato più di 5mila anni fa. Si ottiene<br />

dalla fermentazione del vino bianco o del<br />

vino nero ed è il prodotto dell’azione dei batteri<br />

Acetobacter che, in presenza di aria, ossidano<br />

l’etanolo contenuto nel vino e lo trasformano in<br />

acido acetico.<br />

Stesso modus operandi per l’aceto di mele: si<br />

28<br />

di Liliana Carbone<br />

ottiene facendo fermentare il succo di mela in<br />

grandi botti di legno fino a quando diventerà sidro;<br />

successivamente si aggiungono i batteri del<br />

genere Acetobacter. Diventerà aceto di mele<br />

lE SUE cARATTERISTIchE<br />

L’aceto è composto per l’80% circa da acqua e da<br />

molti altri composti a seconda del tipo di aceto;<br />

aminoacidi, vitamine, alcoli, tannini, sali minerali<br />

e acidi organici sono le sostanze che gli conferiscono<br />

le proprietà caratteristiche.<br />

Nell’aceto di vino si trovano anidride solforosa,<br />

alcol etilico, ceneri, glicerina, metanolo, minerali


vari come ferro, zinco, calcio, rame e piombo. Tra<br />

gli aminoacidi sono presenti arginina, alanina,<br />

acido aspartico e acido glutammico.<br />

Nell’aceto di mele l’acqua è presente circa al<br />

90%, possiede una maggior varietà di minerali,<br />

potassio in primis, oltre a calcio, sodio, fosforo, e<br />

moltissime vitamine ( A, B, C, D, E, K e J ).<br />

UN AIUTO<br />

PER Il NOSTRO ORGANISmO<br />

Usarlo regolarmente apporta benefici. L’aceto di<br />

mele è diuretico, brucia una parte dei grassi in<br />

eccesso; ha un’azione mineralizzante e riequilibrante<br />

dell’acidità dell’organismo e un’azione<br />

battericida.<br />

In caso di infiammazione bere tre bicchieri al<br />

giorno di acqua e aceto per una settimana; in<br />

caso di mal di gola fate i gargarismi con acqua<br />

e aceto di mele.<br />

È efficace contro la puntura degli insetti: basta<br />

cospargersi la pelle con aceto di vino bianco, e<br />

se vi hanno punto, tamponate la parte interessata<br />

con cotone imbevuto in aceto di mele per alleviare<br />

bruciore e prurito.<br />

UNA PEllE PIù BEllA<br />

Grazie al suo alto contenuto di minerali e potassio,<br />

l’aceto di mele rallenta il processo di indurimento<br />

dei vasi sanguigni e ha un’azione fluidificante<br />

sul sangue che dona un aspetto migliore<br />

alla nostra pelle.<br />

AmIcO dEllA cASA<br />

Versato su un panno, l’aceto è in grado di pulire<br />

rubinetti, acciaio inossidabile, elettrodomestici,<br />

piani di lavoro e residui di sapone. Rimuove gli<br />

accumuli di calcare, pulisce e rinfresca i tappeti,<br />

rimuove le macchie e gli odori e bilancia il ph del<br />

terreno del nostro giardino.<br />

È perfetto per eliminare gli odori dai contenitori<br />

per gli alimenti. Usate pane bagnato nell’aceto e<br />

lasciatelo per una notte nel contenitore.<br />

<strong>IN</strong> TAVOlA<br />

Provate la salsa di pomodoro, prezzemolo e capperi<br />

(con aceto di vino bianco): accompagna carni<br />

e molluschi, riso lessato o uova; è ideale con<br />

bruschette e per condire insalate estive. Ecco<br />

la salsa alle sardine (con aceto di vino bianco):<br />

accompagna crostacei bolliti, pesce azzurro, verdure<br />

crude o lessate. E ancora: salsa di spezie al<br />

miele (con aceto di mele): accompagna verdure<br />

crude o bollite. Infine, ecco servita la vinaigrette<br />

di aceto e mele (con aceto di mele) per condire<br />

insalate, verdure lessate e bolliti di carne. Buon<br />

appetito!<br />

29


L’AziendA AgricoLA CASC<strong>IN</strong>A CHICCO è interprete orgogLiosA deLLA civiLtà contAdinA deL roero.<br />

oggi conduce direttAmente vigneti rigorosAmente in coLLinA, con produzioni pregiAte di<br />

Arneis, nebbioLo d’ALbA, roero, bArberA d’ALbA, FAvoritA e bAroLo, nei comuni di cAnALe, vezzA,<br />

cAsteLLinALdo e monForte d’ALbA.iL più rigoroso impegno neLLA ricercA deLLA quALità, portA<br />

questi territori Ad unA deLLe Loro mAssime espressioni.<br />

Via Valentino n. 144 - 12043 CANALE (CN) ITALY<br />

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credits: Fiera internazionale del tartufo bianco di Alba<br />

È Le<br />

festa!<br />

Le piazze dei paesi si animano: riscoprite le tradizioni, gli angoli<br />

più belli del nostro territorio, i sapori genuini che si credevano perduti.<br />

Nelle sagre e nelle fiere si celebra il gusto:<br />

piatti tradizionali e prodotti tipici aspettano gli eno-gastronauti.<br />

Mettetevi in viaggio con noi.<br />

credits: Evento tradizionale del biologico: Mais Rosso di Banchette<br />

31


Alba diventa capitale del gusto: fino al 13 novembre<br />

la città delle Langhe ospita l’81 edizione<br />

della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco. Un<br />

prodotto che è diventato il simbolo del territorio:<br />

non a caso durante la visita ufficiale del Presidente<br />

della Repubblica nella provincia di Cuneo<br />

svoltasi l’8 ottobre scorso, Giorgio Napolitano<br />

32<br />

Fiera Internazionale<br />

del Tartufo Bianco<br />

d’Alba<br />

ALBA: fino al 13 novembre<br />

credits: ente turismo alba bra langhe e roero foto dutto<br />

è stato omaggiato, da parte del sindaco di Alba<br />

Maurizio Marello con la consegna di un “tartufo<br />

d’onore”. Filo rosso della kermesse 2011 sono gli<br />

abbinamenti tra il tartufo e la pasta all’uovo, altra<br />

specialità portabandiera della cucina italiana nel<br />

mondo. La sfida lanciata dagli organizzatori della<br />

Fiera è di sondare i golosi accostamenti che si<br />

possono creare tra questi due mondi. Una sfida<br />

culinaria che coinvolgerà tutti, attraverso un fitto<br />

programma di eventi diffusi sul territorio, importanti<br />

ristoranti della zona, food blogger, istituzioni<br />

ma soprattutto i foodies che raggiungeranno<br />

Alba. Tra i protagonisti c’è Agnesi, sponsor della<br />

manifestazione, uno dei brand di pasta più amati<br />

e apprezzati nel Belpaese. Chi conosce i sapori<br />

piemontesi conoscerà già il livello assoluto di godimento<br />

sensoriale che si crea quando i tajarin, la<br />

pasta fatta a mano tipica delle Langhe,incontrano<br />

il tartufo bianco in un connubio di profumi superbo.<br />

Uno dei momenti più attesi della manifestazione<br />

è fissato per domenica 13 novembre al castello<br />

di Grinzane Cavour con l’asta mondiale del tartufo,<br />

attraverso un collegamento via satellite con<br />

Hong Kong un pubblico selezionato di “generosi<br />

gourmet” internazionali si contenderà gli esem-


plari più pregiati di Tuber magnatum Picum.<br />

L’anno scorso 13 tartufi erano stati battuti per<br />

un prezzo complessivo di 307,2 mila euro, all’asta<br />

aveva presenziato anche il presidente del Senato<br />

Renato Schifani. Una delle trifole più preziose, dal<br />

valore di 105 mila euro, era andata a Jannnie Cho<br />

Lee, autorevole esperta e critica vinicola cinese.<br />

Tra i numerosi appuntamenti da non perdere<br />

assolutamente ci sono i “sabati foodies”: fino al<br />

12 novembre gli appassionati del buon cibo e del<br />

buon vino potranno partecipare ai laboratori di<br />

analisi sensoriale e di cucina dedicate alle migliori<br />

eccellenze del territorio. Si assaggeranno<br />

gli accostamenti tra cioccolato e Barolo chinato<br />

(29 ottobre), il 5 novembre la “fassona” albese e<br />

il bue di Carrù “incontreranno” il Dolcetto d’Alba<br />

mentre sabato 12 la nocciola Tonda Gentile delle<br />

Langhe verrà esaltata dall’abbinamento con il<br />

Moscato d’Asti.<br />

Uno dei cuori pulsanti della rassegna è il Palatartufo<br />

(cortile della Maddalena, orari: sabato e<br />

domenica 9-20, aperture straordinarie 31 ottobre<br />

e 1° novembre), dove si tiene il Mercato Mondiale.<br />

I visitatori possono acquistare trifole certificate.<br />

Ogni prodotto prima della vendita viene infatti<br />

controllato e analizzato da una commissione ad<br />

hoc, che ne certifica la provenienza con il marchio<br />

di Tuber magnatum Picum. Accanto si trova<br />

la rassegna enogastronomica AlbaQualità: oltre<br />

cento stand dove conoscere e acquistare altre<br />

specialità locali come i grandi vini, i salumi, i formaggi<br />

dop, la pasticceria (ingresso 2 euro, ridotto<br />

per gruppi superiori alle 30 persone 1,50 euro,<br />

bambini e ragazzi under 15 gratis).<br />

A rendere ancora più gourmet la Fiera contribuiranno<br />

i locali del “Truffle Club”, il più grande<br />

circuito di ristoranti che ha scelto di aderire a un<br />

preciso codice etico per la selezione, conservazione<br />

il servizio, gli abbinamenti, i modi corretti<br />

di degustare il tartufo bianco. Un patrimonio di<br />

saperi e di tradizioni vincolato da un patto di trasparenza<br />

con il consumatore finale.<br />

Fitto anche il cartellone di mostre che accompagnano<br />

la fiera: fino a dicembre il Museo “Federico<br />

Eusebio” ospita la mostra “Ornamenta femminili<br />

ad Alba e nel Cuneese in età antica” (via Vitto-<br />

33


io Emanuele 19, tel: 0173.292473, orari: martedì<br />

venerdì 15-18, sabato 15-19, domenica e festivi<br />

10-13, 14-17, ingresso gratuito). Il pubblico potrà<br />

ammirare preziosi monili provenienti dalle<br />

necropoli presenti sul territorio. Tra i tanti tesori<br />

esposti sono splendidi per fattura e precisione<br />

dei dettagli gli orecchini in oro e i gioielli in pasta<br />

vitrea ritrovati durante gli scavi nella necropoli<br />

longobarda di Sant’Albano Stura. Al Castello di<br />

Mango fino al 18 novembre si visita “Eros e tartufi<br />

verità nascoste:… messe in evidenza”. La mostra,<br />

curata da Giordano Berti, presenta una carrellata<br />

di opere che evidenziano le proprietà afrodisiache<br />

del tartufo, ulteriormente esaltate da antiche<br />

ricette inserite lungo il percorso di visita. Fino<br />

al 13 novembre il Palazzo Mostre e Congressi di<br />

Alba è sede della mostra “Le Langhe di Camillo<br />

Cavour”. Le trasformazioni del paesaggio, rurale<br />

e urbano, è testimoniato da mappe, vedute e<br />

disegni d’epoca, puntualmente raffrontati con la<br />

situazione odierna. Le varie articolazioni della<br />

società sono rappresentate da ritratti, ex voto e<br />

fotografie, che testimoniano anche delle trasformazioni<br />

del costume e dei modi di vivere. Il rapporto<br />

tra i Cavour e le Langhe è oggetto di una<br />

ricostruzione attenta: le modalità con cui la famiglia<br />

pervenne in possesso di Grinzane, le funzioni<br />

di Sindaco di quel Comune del giovane Camillo, le<br />

sue iniziative come imprenditore agricolo. Un’ultima<br />

parte della mostra riconduce il visitatore ai<br />

luoghi della memoria risorgimentale disseminati<br />

34<br />

nelle Langhe e ai volti e alle vicende di quanti parteciparono<br />

al Risorgimento italiano.<br />

Anche la musica è in primo piano con la VII rassegna<br />

delle corali di Langa e Roero in programma<br />

presso la chiesa di San Domenico (17, 23, 25<br />

novembre, 1° dicembre). Non manca neppure<br />

un appuntamento dedicato allo sport: sabato 6<br />

novembre, alle 9, prenderà il via la seconda Eco<br />

maratona del Barbaresco e del Tartufo Bianco<br />

d’Alba. Un’occasione per scoprire una delle zone<br />

più belle del Piemonte.<br />

TArTUfO deLL’ANNO<br />

Si deve a Giacomo Morra, l’idea di inviare il migliore<br />

esemplare di tartufo a personaggi dell’imprenditoria,<br />

della politica, dello spettacolo. Sono<br />

stati omaggiati star del calibro di Rita Hayworth,<br />

Marilyn Monroe, Winston Churchill. In tempi più<br />

recenti sono venuti ad Alba per ritirare l’ambito<br />

e “profumato” premio Marcello Lippi, Luciano<br />

Pavarotti, Francis Ford Coppola, Sophia Loren,<br />

Alberto di Monaco.<br />

cOMe rAGGIUNGere ALBA<br />

In auto: prendere l’A6 direzione Marene/Cherasco.<br />

Uscire direzione Marene – Bra. Seguire E74<br />

direzione Asti/Alba/Cherasco/Bra/La Morra. Prima<br />

di Bracontinuare sulla SP3Bis direzione Savona/Barolo/Alba<br />

C.so Eeuropa. Prendere l’uscita<br />

Alba.


La sagra Mele Miele,<br />

dolcezze<br />

e naturalezze<br />

Ti accolgono le mele profumatissime che rincorrono<br />

il miele dai mille colori, e tutt’attorno,<br />

i formaggi d’alpeggio, l’elegante Bettelmatt e i<br />

nostrani formaggi locali, produzioni di piccole e<br />

grande aziende agricole. Da dietro l’angolo sbucano<br />

incuriosite le castagne, i salumi di capra e di<br />

asino dondolano, il pane appena sfornato riempie<br />

l’aria: come non fare un assaggio delle torte fatte<br />

in casa dalle mamme e dalle nonne?<br />

E poi c’è il vino e la birra artigianale, le tisane del<br />

consorzio con le erbe officinali coltivate nei campi<br />

tutt’attorno, le caramelle e il necessario per<br />

preparare il liquore digestivo; marmellate, confetture,<br />

creme sfiziose e gustose, da spalmare e<br />

da leccarsi dita e baffi. Sagra Mele Miele è questo:<br />

la mostra del prodotto semplice, di piccola<br />

produzione agricola ma naturale, naturalissimo;<br />

prodotto a Baceno e dintorni, nel Parco Naturale<br />

dell’Alpe Devero, in questa Terra d’Ossola, a due<br />

passi dal confine svizzero. E oltre ai prodotti puoi<br />

trovare l’oggetto artigianale di legno, quello scolpito<br />

sulla pietra o ricamato a mano. 50 bancarelle<br />

in bella mostra, che da più di vent’anni rendono<br />

varia e vera questa Sagra, una delle prime a par-<br />

BAceNO: 29, 30, 31 ottobre - 1 novembre<br />

lare di naturale e di biologico, così di moda oggi.<br />

Ma da alcuni anni Sagra mele miele è incontri,<br />

convegni, musica, laboratori creativi per i bambini,<br />

dialoghi serali con personaggi noti e meno<br />

noti che si ritrovano a parlare di montagna, agricoltura,<br />

natura. Bepi De Marzi, Cristian Ghedi-<br />

35


na, Edoardo Raspelli, Teresio Valsesia sono solo<br />

alcuni dei personaggi che hanno fatto visita alla<br />

Sagra. Ogni anno un tema diverso e quest’anno si<br />

parla di alberi, di foreste, di boschi, in linea con il<br />

2011, l’anno internazionale delle Foreste.<br />

Durante i quattro giorni di sagra, nei ristoranti<br />

locali sarà possibile gustare menu autunnali a<br />

tema “melemiele”. La gola, la pancia, la vista, il<br />

gusto, ringraziano e la dieta… rigorosamente da<br />

mercoledì! Ancora, visite guidate ai musei del<br />

Torchio di Croveo e alla Monumentale Chiesa di<br />

San Gaudenzio di Baceno, camminate agli Orridi<br />

di Uriezzo, piccole e grandi escursioni a cura delle<br />

Guide Naturalistiche.<br />

PArcO NATUrALe VeGLIA deVerO<br />

L’area protetta con una superficie di 86Kmq distesa<br />

su un dislivello che va dai 1600 ai 3550 m<br />

di altitudine tutela i grandi alpeggi di Veglia e di<br />

Devero, due gioielli di rara bellezza incastonati<br />

tra le vette delle Alpi Lepontine occidentali. Dolce<br />

e austero, il paesaggio offre una grande varietà<br />

di ambienti alpini con i verdi pascoli ricchi di<br />

corsi d’acqua, laghi, torbiere e zone umide circondati<br />

da fitti boschi di larice con sottobosco di<br />

rododendri e mirtilli; le praterie d’alta quota che<br />

regalano straordinarie fioriture di rare specie botaniche,<br />

fino al regno delle rocce e dei ghiacciai.<br />

36<br />

Oltre sessanta itinerari segnalati permettono di<br />

esplorare il parco, senza tornare sui propri passi<br />

e sono innumerevoli le possibilità di gite lungo<br />

sentieri adatti a ogni esigenza e preparazione,<br />

dal percorso quasi pianeggiante fino alle ascensioni<br />

alpinistiche<br />

info 0324 72572 Parco www.parcovegliadevero.it<br />

LA SAGrA MeLe MIeLe SI TrOVA:<br />

A dieci minuti dalle Terme di Premia, il centro<br />

termale con acqua naturale 35° www.premiaterme.com;<br />

a 30 minuti dal parco Naturale dell’Alpe<br />

veglia e Devero www.parcovegliadevero.it; a 40<br />

minuti dalla Cascata del Toce in Val Formazza<br />

www.valformazza.it/cascata-toce<br />

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PRO LOCO BACENO: Tel. 0324 62579<br />

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iataltaossola@libero.it<br />

www.melemiele.blogspot.com<br />

www.distrettolaghi.it/eventi<br />

Facebook: Sagra MeleMiele


Tutto è iniziato da un sogno basato su un progetto<br />

tangibile e concreto: fare di una tradizione e<br />

dell’elemento base dell’alimentazione contadina<br />

il veicolo promozionale del paese di Banchette.<br />

A disposizione c’erano appezzamenti di terreno<br />

incolti, un seme autoctono, quello del Pignoletto<br />

Rosso, che era in via di estinzione e la volontà di<br />

riprendere l’antica coltivazione seguendo però la<br />

via del biologico. Il risultato? Un’eccellente farina<br />

macinata a pietra, ottenuta dall’instancabile e paziente<br />

lavoro di un gruppo di agricoltori del paese<br />

38<br />

Evento tradizionale del biologico:<br />

Mais Rosso<br />

di Banchette<br />

BANcHeTTe: 6 novembre<br />

che hanno saputo valorizzare la propria risorsa<br />

locale. Ma non solo. Perché insieme alla farina, la<br />

comunità di Banchette ha trovato il suo simbolo e<br />

un modo nuovo di fare promozione. La manifestazione<br />

dedicata al prodotto tipico locale ha lo scopo<br />

di coinvolgere le persone facendo conoscere la<br />

coltivazione e la raccolta del mais rosso nonché<br />

apprenderne le proprietà in cucina.<br />

Promuovere il Pignoletto Rosso – spiega l’ideatore<br />

del progetto Gianni Sabolo – significa valorizzare<br />

e far conoscere non soltanto Banchette, ma


anche tutta la zona che ci circonda. Crediamo che<br />

questo sia un valore aggiunto per l’intero territorio.<br />

L’utilizzo dei metodi biologici nella coltivazione<br />

ci ha permesso non soltanto di conseguire ottimi<br />

risultati di prodotto, ma soprattutto di sviluppare<br />

una sperimentazione sostenibile e un processo di<br />

lavorazione della farina che con la macinatura a<br />

pietra la rende unica nel suo genere. Non dimentichiamoci<br />

che questo progetto potrebbe in futuro<br />

avere delle rilevanze anche economiche. Molto<br />

dipenderà da quanto sapremo crederci e soprattutto<br />

dall’impegno che svilupperanno i giovani che<br />

su questo territorio vogliono continuare a vivere<br />

occupandosi di agricoltura e cercando nuove<br />

strade per fare impresa.<br />

E infatti il Mais Rosso ha iniziato a fare capolino<br />

non solo nei ristoranti, nelle pasticcerie e nelle<br />

panetterie locali, ma sta crescendo la domanda<br />

anche da parte di distributori che hanno scoperto<br />

le potenzialità del prodotto.<br />

Non sono soltanto i canavesani a poter gustare<br />

la farina di Mais Rosso perchè i confini della sua<br />

distribuzione si stanno via via ampliando anche in<br />

Liguria, Emilia Romagna, Valle d’Aosta, Lombardia,<br />

Marche. Puntuale quindi come ogni anno, dal<br />

4 al 6 novembre, ritorna il scena e soprattutto in<br />

tavola il Mais Rosso, l’antica varietà di mais riscoperta<br />

da un gruppo di agricoltori del paese che<br />

anche quest’anno farà la gioia di ogni palato proponendosi<br />

al pubblico in polente calde e gustose<br />

oppure in dolci stuzzicanti. La versatilità di questo<br />

mais permette infatti di realizzare non soltanto<br />

piatti salati, ma di sposarsi alla perfezione con lo<br />

zucchero. Domenica 6 sarà la volta della tradizionale<br />

polenta che si potrà gustare nelle piole insieme<br />

a merluzzo, cinghiale, formaggi, salsiccia,<br />

moscardini, spezzatino, suet. Ogni anno il Mais<br />

Rosso, già inserito nel Paniere dei Prodotti Tipici<br />

della provincia di Torino e nell’elenco degli Antichi<br />

Mais Piemontesi, acquisisce ulteriori riconoscimenti<br />

e si fregia anche del Marchio Biologico<br />

Certificato (presente sull’etichetta dei pacchetti di<br />

farina) a garanzia della sua ineccepibile qualità.<br />

Soltanto in questo modo, il consumatore potrà<br />

evitare frodi.<br />

Per festeggiare il Mais Rosso, a Banchette, sono<br />

stati organizzati numerosi appuntamenti curati da<br />

altrettante associazioni e gruppi presenti sul territorio<br />

canavesano che daranno vita ad una spumeggiante<br />

festa autunnale con musica, laboratori<br />

del gusto, mostre, mercatino, giochi equestri e<br />

naturalmente buon cibo. E’ stata l’unicità del suo<br />

gusto a facilitare l’ascesa di questa varietà di mais<br />

nelle cucine, apprezzato anche per la sua versatilità<br />

che regala polente calde e gustose e si sposa<br />

alla perfezione anche con lo zucchero. I suoi dolci<br />

infatti indossano i colori dell’autunno e si sposano<br />

con le castagne, i melograni, le arance, i liquori, le<br />

nocciole, il cacao, il latte, mentre il mais offre la<br />

sua inconfondibile nota di sapore.<br />

cOMe ArrIVAre A BANcHeTTe d’IVreA<br />

In auto, da Torino (distanza 48 km), per raggiungere<br />

Banchette basta immettersi sull’autostrada<br />

Torino-Aosta A5 e uscire ad Ivrea. In treno dalla<br />

stazione di “Torino Porta Nuova” prendere il treno<br />

regionale delle Ferrovie dello Stato della linea Chivasso-Ivrea<br />

e scendere alla stazione di “Ivrea”.<br />

cALeNdArIO<br />

dOMENICA 6 NOVEMBRE 2011<br />

ore 9.00 - Vie del Paese<br />

MERCAT<strong>IN</strong>O E PRESENTAzIONE dei prodotti del<br />

Paniere della Provincia di Torino, delle province<br />

di Asti, Biella, Torino e Vercelli, delle regioni Valle<br />

d’Aosta e Lombardia.<br />

ore 9.00 - Salone Emilio Pinchia<br />

MOSTRE: - MOdELLISMO STATICO - STORIA dEL<br />

TRICOLORE 1861-2011.<br />

ore 9.00 - Chiesa di San Giuseppe<br />

dIMOSTRAzIONE dI SCULTURA a cura degli<br />

scultori Sisto Lombardo di Biella e Cozzani Roveno<br />

di Fiorano. dIMOSTRAzIONE LAVORAzIONE<br />

TERRACOTTA AL TORNIO a cura dell’artista Maria<br />

Teresa Rosa di Castellamonte.<br />

ore 10.00 - Vie di Banchette<br />

PASSEGGIATE ECOLOGICHE su carri trainati da<br />

cavalli. ESPOSIzIONE TRATTORI d’EPOCA.<br />

FATTORIA dOMESTICA dAL VIVO a cura di azien-<br />

39


de agricole locali e FATTORIA dIdATTICA a cura<br />

dell’Azienda ortofrutticola “La Braja” rivolte ai<br />

bambini che potranno giocare con gli animali e<br />

prendere parte al laboratorio artistico dedicato al<br />

tema della fattoria.<br />

ore 10.00 - Padiglione allestito sul piazzale del<br />

Municipio. LABORATORIO dEL GUSTO E SALUTE:<br />

“Consigli utili per una sana alimentazione” a base<br />

di Mais Rosso di Banchette con stuzzichini gustosi<br />

e salutari cucinati dallo chef Giovanni Allegro e<br />

offerti dalla Associazione.<br />

ore 12.00 - Piole allestite nel centro storico<br />

dEGUSTAzIONE CIBI A BASE dI POLENTA dI<br />

MAIS ROSSO dI BANCHETTE: Merluzzo, Cinghiale,<br />

Formaggi, Salciccia, Moscardini, Spezzatino,<br />

40<br />

Polenta Concia e Suet ... e altre particolarità come<br />

Miasse, Friceui d’Pom, caldarroste e zabaglione.<br />

Il tutto allietato da “i Cantori” di Loranzè e dal<br />

Gruppo Storico “Ij Ruset” di Pavone Canavese.<br />

ore 14.00 - Vie di Banchette<br />

PASSEGGIATE ECOLOGICHE su carri trainati da<br />

cavalli.<br />

ore 15.00 - Padiglione allestito sul piazzale del<br />

Municipio<br />

LABORATORIO dEL GUSTO E SALUTE: “Mangia<br />

che ti passa - Gusto e salute” con assaggi a base<br />

di Mais Rosso di Banchette cucinati dallo chef<br />

Giovanni Allegro, offerti dall’Associazione e degustazione<br />

di vini doc.<br />

GIOVANNI ALLeGrO<br />

È un famoso chef specializzato in cucina naturale.<br />

È docente a “Cascina rosa”, la scuola di cucina<br />

preventiva presso la fondazione Irccs istituto<br />

nazionale dei tumori di milano. Collabora inoltre<br />

con i centri di prevenzione oncologica di Torino e<br />

Firenze nell’ambito di progetti di ricerca sulla prevenzione.<br />

cONTATTI<br />

www.pignolettorosso.it<br />

cell. 347 2742260


Il Canavese si incontra a Montalto Dora. La 16’<br />

sagra del Cavolo Verza, in programma dal 9 al<br />

13 novembre, porta in piazza le eccellenze agroalimentari,<br />

la cultura e la storia di un intero territorio.<br />

La manifestazione, oltre a far conoscere al grande<br />

pubblico i prodotti tipici della zona, è infatti<br />

riuscita a rievocare la memoria della civiltà<br />

contadina, inesorabilmente travolta dall’avvento<br />

dell’industrializzazione, dallo spopolamento<br />

delle campagne, con il conseguente abbandono<br />

del lavoro agricolo. Come? Attraverso “La notte<br />

delle lanterne”, una grande rievocazione storica,<br />

giunta alla decima edizione, che fa rivivere la vita<br />

quotidiana agli inizi del Novecento, nei paesi del<br />

Canavese. Le vie e le piazze del centro storico di<br />

Montalto Dora si animano, accogliendo centinaia<br />

di persone in abiti tradizionali che ripropongono<br />

un particolare momento della vita di un secolo<br />

fa. Quest’anno l’evento è dedicato ai 150 anni<br />

dell’Unità del Paese: sabato 11 novembre, alle<br />

21, si taglierà in nastro inaugurale de “Il villaggio<br />

dell’Unità”: nell’area centrale dei giardini venti<br />

comuni piemontese e valdostani ricostruiranno<br />

Sagra<br />

del Cavolo Verza<br />

& la Notte<br />

delle Lanterne<br />

MONTALTO dOrA: 9 - 13 novembre<br />

la vita rurale del ‘900, in un ideale percorso tematico<br />

che unisce pianura e montagna. Gli spettatori<br />

potranno toccare con mano macchinari<br />

d’epoca, assistere a vecchi mestieri scomparsi<br />

per sempre, osservare come nascono i prodotti<br />

tipici del posto. Ogni scena è ricostruita con una<br />

precisione filologica. Durante la serata verranno<br />

liberate nel cielo centinaia di lanterne volanti:<br />

molte potranno essere accese direttamente dal<br />

pubblico, ponendo all’interno un desiderio beneaugurante.<br />

In corso Marconi la sezione Associazione<br />

Nazionale Alpini di Ivrea, in rappresentanza<br />

di tutti i gruppi Canavesani allestirà un campo<br />

militare degli Alpini di inizio secolo con attrezzature<br />

e esposizione di divise d’epoca. Sempre<br />

sabato, alle 11, è prevista l’esposizione e la premiazione<br />

delle migliori produzioni di cavolo verza,<br />

mentre alle 18, il centro storico ospita la seconda<br />

edizione del mercato notturno del prodotto tipico<br />

e dell’artigianato di qualità.<br />

Ma sono tanti gli eventi da non perdere: si parte<br />

mercoledì 9, alle 20, presso l’anfiteatro Angelo<br />

Burbatti con la cena di gala preparata dalla cucina<br />

dei ristoranti della tradizione Canavesana. In<br />

41


tavola verrà servito un menù pensato apposta per<br />

celebrare i 150 anni del Paese (costo 40 euro, prenotazione<br />

obbligatorio entro venerdì 4 novembre,<br />

tel: 0125.652771). Giovedì 10 e venerdì 11 sempre<br />

presso l’anfiteatro Angelo Burbatti si terranno le<br />

serate della Bagna caoda, organizzate dall’equipe<br />

del guinness mondiale dei primati (prenotazione<br />

obbligatoria, tel: 0125.650007, 3342815829). Un<br />

classico della cucina piemontese dove le verdure,<br />

e il cavolo verza di Montalto Dora in particolare,<br />

sposano la bagna con olio d’oliva, aglio e acciughe.<br />

Un piatto da gustare in compagnia, un inno<br />

alla convivialità, ma anche l’ennesima testimonianza<br />

della saggezza contadina “applicata” in<br />

cucina: con pochi ma genuini prodotti della terra<br />

ha saputo infatti creare un piatto eccezionale,<br />

ambasciatore del gusto della regione nel mondo.<br />

Altro evento clou è con la grande fiera di domenica<br />

13: dalle 7.30 del mattino il pubblico potrà<br />

aggirarsi tra gli oltre 500 espositori delle vie del<br />

gusto, dove acquistare dei golosi “souvenir” ovvero<br />

prodotti tipici, leccornie e sapori della cucina<br />

canavesana e della Val d’Aosta, dell’artigianato<br />

piemontese e valdostano, e dell’antiquariato minore,<br />

con l’esposizione di pezzi di brocantage e<br />

mobili d’epoca,… Un appuntamento unico per gli<br />

amanti degli oggetti d’antan.<br />

Alle 17 di domenica al Palazzo Municipale è prevista<br />

la premiazione dei Comuni che hanno partecipato<br />

alla Notte delle Lanterne. Durante tutta<br />

la giornata sono in funzione quattro ristoranti: in<br />

piazza del Municipio si assaggiano le specialità<br />

42<br />

del ristoro dei Castellani, in piazza Prat quelle<br />

del ristorante del Carnevale, nella zona vicino<br />

alla chiesa Parrocchiale è in funzione il ristorante<br />

dell’Oratorio, all’Anfiteatro Angelo Burbatti si<br />

provano le specialità del ristorante dei contadini.<br />

Presso il ristorante dell’Associazione dei Coltivatori<br />

del Cavolo Verza verranno servite specialità<br />

come i favolosi agnolotti al cavolo verza.<br />

Fa da corollario alla fiera l’incontro fissato per<br />

sabato 11, alle 16, presso il Palazzo Municipale<br />

sul tema “Il ruolo dei piccoli Comuni fra tradizioni<br />

e identità: come coltivare una memoria storica<br />

condivisa in funzione di una economia turistica<br />

premiante”.<br />

Per scoprire gli scorci naturalistici più belli fatevi<br />

guidare dagli Informatori Turistici Montaldesi<br />

tra le vigne, le colline e i laghi che abbracciano<br />

il paese, uno dei pochi dove l’ambiente è ancora<br />

incontaminato. Alzando lo sguardo vi capiterò di<br />

osservare la lunga striscia della Serra di Ivrea,<br />

l’anfiteatro morenico scavato dal ghiacciaio balteo<br />

milioni di anni fa. Un gigante di terra che separa<br />

Canavese, dal Biellese e dalla Valle d’Aosta,<br />

testimone silenzioso della storia.<br />

IL cAVOLO VerzA, PIU’ dI UN OrTAGGIO<br />

La varietà coltivata a Montalto Dora, una delle migliori<br />

di tutta Italia, è nota con il nome di “sabauda”.<br />

Viene raccolto nella prima metà di novembre.<br />

E’ uno degli ingredienti di alcuni piatti tradizionali<br />

della cucina canavesana come la zuppa d’ pan e<br />

còi, la zuppa di pane e cavoli, piatto povero ma<br />

ricco di gusto, servito nella pentola di terracotta,<br />

i caponet, dove le foglie della verza vengono<br />

farcite da un ripieno di carne tritata, pangrattato,<br />

parmigiano e uova. Non manca mai tra le verdure<br />

da servire con la bagna cauda, è “buona regola”<br />

usare le foglie del cavolo verza per raccogliere più<br />

bagna possibile.<br />

cOMe rAGGIUNGere MONTALdO dOrA<br />

In auto: da Ivrea attraverso le autostrade A4 e A5<br />

e la bretella che le collega e si prosegue oltre, per<br />

pochi chilometri, sulla statale verso Aosta. Per<br />

chi arriva dalla Francia e dalla Svizzera l’uscita<br />

consigliata è Quincinetto, dopodiché si viaggia<br />

sulla statale per poco meno di 10 chilometri.


Ritorna uno degli appuntamenti storici nel cartellone<br />

degli eventi che ogni anno anima la cittadina<br />

della collina torinese: dall’11 al 15 novembre Chieri<br />

apre le porte alla Fiera di San Martino. Tema<br />

che farà da filo conduttore all’edizione numero<br />

XXXIII è la tutela dell’ambiente e le energie rinnovabili.<br />

Argomento “caldo”, il pianeta in cui viviamo<br />

deve infatti fare i conti con gli effetti, devastanti,<br />

dell’effetto serra nell’atmosfera: ridurre le emissioni<br />

di CO2, imparare a consumare meno energia,<br />

mettendo in pratica delle politiche ambientali<br />

veramente efficaci diventa quindi prioritario. Per<br />

riuscirvi occorre modificare abitudini e stili di<br />

vita, anche nella vita di tutti i giorni: non a caso<br />

uno degli obiettivi della fiera è la valorizzazione<br />

delle produzioni tipiche locali, agricole e artigianali.<br />

Un invito a riscoprire i sapori di casa nostra,<br />

i prodotti a km 0 facilmente reperibili sul territorio.<br />

Come la carne bovina di razza piemontese,<br />

fiore all’occhiello della gastronomia piemontese.<br />

E proprio in piazza Quarini si tiene uno dei momenti<br />

più attesi e seguiti: la grande esposizione<br />

zootecnica che da anni calamita a Chieri allevatori<br />

e operatori del settore. Attorno all’esposizione<br />

dei capi è infatti cresciuta, fin dagli anni Settanta,<br />

44<br />

Alla fiera<br />

di San Martino<br />

cHIerI: 11-15 novembre<br />

la fiera di San Martino. Nel tempo si sono “aggiunti”<br />

iniziative collaterali come mostre d’arte,<br />

serate danzanti, gare sportive, mostra di macchine<br />

agricole, spettacoli di cabaret, appuntamenti<br />

enogastronomici. Nel 1989, in via Vittorio Emanuele<br />

II, si è addirittura tentato di scrivere il nome<br />

di Chieri nel Guinness dei primati, con la focaccia<br />

più lunga al mondo: ben 130,50 metri. I giornali


accontano di due ali di folla ai lati della pantagruelica<br />

tavolata che attendono con trepidazione<br />

il termine delle operazioni di misurazione della<br />

focaccia, prima di appagare la loro golosità.<br />

Anche oggi Chieri ha in serbo un programma allettante:<br />

in piazza Dante verrà allestito il padiglione<br />

commerciale e enogastronomico, con l’area<br />

ristorazione e spettacoli e lo stand istituzionale<br />

della Città di Chieri. In piazzale Monti il divertimento<br />

dei bambini è assicurato dalle attrazioni<br />

del luna park mentre in via Palazzo di Città si terranno<br />

i mercati straordinari della domenica e del<br />

martedì.<br />

Domenica 6 novembre, dalle 8 alle 19, in piazza<br />

Umberto I, via Carlo Alberto, piazza Mazzini, via<br />

San Giorgio e in via Visca il pubblico potrà ammirare<br />

i pezzi esposti sulle bancarelle della rassegna<br />

antiquaria e del collezionismo “Città di Chieri”<br />

(info: associazione Barrumba).<br />

Domenica 13, dalle 15 alle 18, l’appuntamento è<br />

con “Monumenti aperti”, un tour guidato tra le<br />

principali bellezze architettoniche del posto: la<br />

collegiata di Santa Maria della Scala, le chiese di<br />

San Domenico, San Leonardo, Santa Margherita,<br />

Sant’Antonio Abate e il Museo del Tessile (ingresso<br />

libero, info: 011.9428404, info@carreumpotentia.it,<br />

www.carreumpotentia.it). Durante tutta la<br />

giornata della fiera si susseguiranno le serate<br />

danzanti e musicali, la ristorazione dove gustare<br />

grigliate e piatti tipici del posto (l’ingresso alla fiera<br />

è libero, per info: 011.9428470, www.comune.<br />

chieri.to.it).<br />

I rUBATÀ<br />

Tra le tante sfiziosità da acquistare non lasciatevi<br />

sfuggire i rubatà, i grissini dalla forma “allungata”,<br />

impastati a mano con acqua, farina, lievito,<br />

sale e l’aggiunta di strutto oppure olio e strutto.<br />

La pasta viene tirata fino a raggiungere la lun-<br />

ghezza di circa 40-50 centimetri, poi si passa alla<br />

cottura nel tradizionale forno a legna. Il termine<br />

deriva da robat, un antico attrezzo contadino, formato<br />

da un cilindro in legno, che veniva impiegato<br />

per spianare il terreno.<br />

L’ArcHIVIO STOrIcO fILIPPO GHIrArdI<br />

Sabato 26 novembre il Polo Culturale di via Vittorio<br />

Emanuele II, 1 (ritrovo ore 10, sala accoglienza<br />

della biblioteca civica Nicolò e Paola Francone,<br />

ingresso massimo 20 persone, info: 0119428404,<br />

www.comune.chieri.to.it) è in programma “Sette<br />

secoli di presenza domenicana a Chieri”, organizzato<br />

per il ciclo di incontri “La città di carta: visita<br />

guidata all’archivio storico Filippo Ghirardi”. L’occasione<br />

per scoprire un altro aspetto della città:<br />

l’archivio custodisce infatti la documentazione<br />

prodotta dal Comune fin dal 1194. Tanti gli scritti<br />

importanti: gli Statuti Civili medievali del 1311,<br />

il famoso Libro Rosso, che testimonia i rapporti<br />

con i paesi vicini, la Carta dell’Impiccato, preziosa<br />

mappa del territorio del 1457, il quattrocentesco<br />

Messale Francescano con disegni di Bernardo<br />

Vittone, gli Ordinati Comunali, gli atti del periodo<br />

dell’occupazione napoleonica.<br />

45


Tel. 0143/821043<br />

iat@comune.ovada.al.it<br />

Si fa festa con i prodotti della terra. Succederà<br />

domenica 13 novembre con “Ovada vino e tartufi”:<br />

dalle 9 del mattino fino alle 18 di sera il centro<br />

storico della cittadina dell’Alto Monferrato apre le<br />

porte a una delle manifestazioni più attese dagli<br />

appassionati dell’enogastronomia e non solo.<br />

Organizzata dalla locale Pro Loco, con il Patrocinio<br />

del Comune di Ovada e con la collaborazione<br />

del Consorzio di Tutela del Dolcetto di Ovada<br />

e delle Associazioni di categoria è una vera “full<br />

immersion” tra i colori e i profumi del Piemonte.<br />

Con la famiglia o gli amici, compagni fidati di<br />

“avventure” gourmand, raggiungete Ovada, bella<br />

città dell’alessandrino, e lasciatevi andare ai<br />

tanti golosi assaggi e alle degustazioni proposte<br />

dagli espositori che per tutta la giornata presenteranno<br />

i prodotti simbolo del territorio. Su tutti<br />

spiccano il Dolcetto di Ovada doc, l’Ovada docg<br />

e il tartufo bianco. Andate a zonzo per le strade,<br />

simili ai carrugi liguri: è una delle eredità del passato,<br />

quando nel Cinquecento Ovada passò sotto<br />

il dominio del Ducato di Genova, governata da<br />

Andrea Doria. Nei portoni dei palazzi, una location<br />

davvero suggestiva, le aziende presentano i<br />

grandi vini della zona.<br />

Acquistando i bicchieri ricordo della manifestazione,<br />

con il logo di Ovada, e con la comoda<br />

e simpatica sacchetta, per avere sempre a portata<br />

di mano il proprio calice, si fa il giro delle<br />

46<br />

Ovada<br />

Vino & Tartufi<br />

OVAdA: 12 - 13 novembre<br />

Tel. 0143/821043<br />

iat@comune.ovada.al.it<br />

degustazioni. Nella bella loggia di San Sebastiano,<br />

l’antica parrocchiale, si incontrano i trifolau,<br />

pronti a mostrare il frutto del loro lavoro:<br />

i superbi tartufi bianchi, autentiche “gemme”<br />

gastronomiche. Fatevi raccontare i segreti della<br />

ricerca che ha come protagonista il cane alleato<br />

prezioso nello scovare i preziosi tuber. Volete<br />

scoprire gli abbinamenti culinari migliori? Nello<br />

stand gestito dalla Pro Loco di Ovada vengono<br />

serviti i piatti della tradizione come gli impedibili<br />

agnolotti al vino. Non manca una scelta di numerosi<br />

primi e secondi preparati sempre a base di<br />

tartufo. La giornata è arricchita dalle numerose


ancarelle del mercato con i migliori coltivatori e<br />

aziende agricole e vinicole. I negozi sono “vestiti”<br />

a festa: le vetrine sfoggiano allestimenti studiati<br />

ad hoc per la manifestazione. Per un pausa di<br />

gusto fermatevi nei ristoranti della città: per l’occasione<br />

servono dei piatti a tema, a prezzo fisso.<br />

Protagonista è sempre il tartufo, accompagnato<br />

da bottiglie di Ovada Docg.<br />

Si continua con la castagnata: nel primo pomeriggio<br />

verranno distribuite le caldarroste, preparate<br />

nelle tipiche padelle traforate, sotto un fuoco<br />

scoppiettante. Proprio come accadeva una volta,<br />

quando nelle domeniche d’autunno, si faceva festa<br />

con le castagne e un buon bicchiere di vino.<br />

Sapori di una volta, autentici, sani e genuini che<br />

Ovada aiuta a riscoprire.<br />

OVAdA dOcG e dOLceTTO dI OVAdA dOc:<br />

I GrANdI V<strong>IN</strong>I deL TerrITOrIO<br />

L’Ovada Docg e il Dolcetto di Ovada Doc sono i<br />

due vini pregiati della zona, ricercati da chi ama<br />

bere bene. Il primo, dopo il riconoscimento della<br />

Docg nel 2008, è prodotto a Ovada e in venti comuni<br />

dell’Alto Monferrato.<br />

Ha un colore rosso rubino tendente al granata.<br />

Il sapore è asciutto, con sentori di frutta e mandorla.<br />

Si sposa bene con i piatti di carne e con<br />

“sua maestà” il tartufo bianco. Provatelo in abbinamento<br />

con un piatto di tajarin, con sopra una<br />

grattata del famoso tubero. Il Dolcetto di Ovada<br />

ha invece un bouquet dalle note floreali, il sapore<br />

più asciutto e morbido. Si abbina bene con i primi<br />

e i formaggi.<br />

“SUA MAeSTA’” IL TArTUfO<br />

Il tuber magnatum pico, questo il nome scientifico,<br />

o trifola, come viene chiamato in dialetto<br />

piemontese, è uno dei prodotti regionali più apprezzati<br />

al mondo. Il tartufo bianco arriva dalle<br />

colline attorno a Ovada.<br />

Nei boschi, agli inizi dell’autunno il trifolau, inizia<br />

la ricerca. Nella “caccia al tesoro” gioca un ruolo<br />

fondamentale il cane, capace di scovare, annusando<br />

il terreno, il tartufo. Il profumo intenso e<br />

gradevole ne fa il naturale accompagnamento<br />

per i piatti tipici della cucina regionale: dalla carne<br />

cruda a un classicissimo risotto.<br />

cOMe rAGGIUNGere OVAdA<br />

In auto: autostrada: sulla A26, il casello di Ovada<br />

si trova a:<br />

40 km da Genova<br />

104 km da Milano<br />

110 km da Torino<br />

110 Km da Piacenza<br />

Statale: 30 km da Alessandria.<br />

47


Natale<br />

www.azetaservices.it in Valle di Susa<br />

www.azetaservices.it<br />

L’atmosfera magica del Natale in Valle di Susa ha<br />

un nome: AZeta Services<br />

Creare o gestire un evento è per AZeta Services<br />

motivo di grande emozione: nulla può essere lasciato<br />

al caso. AZetaServices è un’organizzazione<br />

in grado di comunicare e sviluppare qualsiasi<br />

idea affinchè l’obiettivo venga raggiunto, dando<br />

voce, anima e personalità a prodotti, servizi,<br />

aziende.<br />

Nel mese di Dicembre potrete toccare con mano<br />

il loro “mestiere” visitando i MERCAT<strong>IN</strong>I DI NA-<br />

TALE che da oltre dodici anni vengono da loro<br />

organizzati.<br />

La nascita dei mercatini di Natale, viene infatti<br />

fatta risalire al periodo del 1300 circa, quando<br />

l’acquisto di beni, oggetti e prodotti agroalimentari<br />

avveniva esclusivamente per mezzo delle fiere,<br />

di cui quella dell’Avvento era sicuramente la<br />

più importante.<br />

La tradizione dei Mercatini di Natale, rivive ancora<br />

in Valle di Susa con AZETA SERVICES: infatti, in<br />

questi mercatini, vengono esposti migliaia di pro-<br />

dotti , ed oggetti artigianali realizzati a mano, in<br />

legno, ceramica o stoffa, che diventano tante idee<br />

regalo originali. Ma i Mercatini di Natale in Valle di<br />

Susa, non sono solo un’occasione per comprare<br />

le decorazioni natalizie, essi si caratterizzano anche<br />

per la presenza di numerosi stand gastronomici,<br />

nei quali è possibile degustare caldarroste,<br />

biscotti natalizi speziati, dolci e vin brulè, un vero<br />

toccasana per riscaldarsi dal freddo pungente<br />

dell’inverno. E per le numerose rappresentazioni<br />

folcloristiche popolari, musiche, suoni, spettacoli<br />

ed intrattenimento per i più piccoli, che rendono<br />

l’atmosfera dei Mercatini davvero magica.<br />

Il profumo: è quello di cannella e spezie, di legno<br />

di montagna e di dolci fatti in casa, di vin brulè e<br />

di abeti decorati a festa.<br />

La luce: è quella degli espositori tutti ordinati ed<br />

addobbati, è quella che viene dall’albero di Natale,<br />

che brilla negli occhi dei bambini.<br />

Le dolci note: canti natalizi, tradizione in musica,<br />

allegra armonia che si sprigiona nell’aria.<br />

I sapori: dolci doni per il palato, Gofri dolci e sala-<br />

49


ti, biscotti fatti in casa.<br />

Il calore fra le mani: quello della lana cotta, del loden,<br />

delle candele decorate, di una tazza fumante<br />

in compagnia di amici.<br />

I Mercatini di Natale organizzati dall’AZeta Services<br />

sono una festa per tutti e 5 i sensi: ascoltare<br />

e poi ammirare, respirare e poi gustare, toccare<br />

con mano la tradizione, vivere il clima di festa che<br />

avvolge e riscalda. Magiche le sensazioni dove si<br />

respira un’atmosfera di sincero calore, si sente il<br />

valore più vero e profondo del Natale.<br />

GLI APPUNTAMeNTI dA NON Perdere:<br />

SUSA 8-11 dicembre<br />

BUSOLENO 4-8 DICEMBRE<br />

GIVOLETTO 18 Dicembre<br />

SAUZE D’OULX 23 e 24 Dicembre<br />

CASELETTE 11 Dicembre<br />

VOLPIANO 11 - 18 - 24 Dicembre<br />

Per info AzetaServices: tel. 0122.600248,<br />

cell: 3487137070 - www.azetaservices.it<br />

info@azetaservices<br />

50<br />

I GOfrI: I dOLcI dI NATALe<br />

Dalla Val Susa arrivano le dolci cialde, da consumare<br />

durante le feste invernali. Per farli occorre<br />

una particolare piastra detta “gofriera”, uno<br />

stampo speciale, solitamente in ghisa, che darà<br />

la forma caratteristica. L’impasto è semplice:<br />

acqua, farina e lievito, materie prime facilmente<br />

reperibili, segno di una cucina povera ma sapida.<br />

Una volta cotte, bastano pochi secondi, poi spazio<br />

alla fantasia, divertitevi a farcirle con gli ingredienti<br />

che più preferite: marmellata, cioccolato,<br />

miele oppure formaggio e affettati, per una pausa<br />

all’insegna del gusto.<br />

V<strong>IN</strong> BrULe’ Per Br<strong>IN</strong>dAre <strong>IN</strong> ALLeGrIA<br />

Bevanda corroborante per affrontare le giornate<br />

di freddo del lungo inverno piemontese ma anche<br />

per brindare con gli amici. La ricetta prevede vino<br />

rosso, zucchero e spezie come cannella, chiodi<br />

di garofano, vaniglia, pepe nero, cardamomo coriandolo,<br />

alloro,… Il vino, assieme agli altri ingredienti,<br />

viene fatto bollire per circa per 8 minuti,<br />

poi viene filtrato e servito bollente in una tazza.<br />

IL PreSePe PIeMONTeSe<br />

Tra i tanti personaggi che compongono il presepe<br />

non manca un “rappresentante” del Piemonte. E’<br />

il pastore-contadino Gelindo, descritto mentre,<br />

con una pecorella sulle spalle, si incammina verso<br />

la grotta di Betlemme. Secondo la tradizione è<br />

lui ad indicare a Giuseppe e Maria l’umile stalla<br />

dove riposare la notte della Vigilia. Spesso a fargli<br />

compagnia c’è la moglie Alinda, intenta a portare<br />

fasce e indumenti puliti al Bambin Gesù appena<br />

nato. Entrambi sono originari del Monferrato,<br />

come gli abitanti del Piemonte hanno un carattere<br />

schivo ma bonario.


Un tuffo nel Monferrato alla “riscoperta” delle<br />

tradizioni, dei saperi, della propria identità attraverso<br />

le antiche fiere storiche…<br />

Per coloro che desiderano assaporare prodotti<br />

tipici, gustosi piatti della cucina tradizionale accompagnati<br />

da vini eccellenti l’invito è di venire<br />

nel Monferrato. Il 16 ottobre con la fiera “L’Asino<br />

Vola” di Calliano, sarà possibile assistere al<br />

Palio Ragliante dove a sfidarsi sono i dieci rioni<br />

del paese i cui rispettivi asini si misurano fra<br />

loro guidati da due esperti palafrenieri. L’evento<br />

è interamente dedicato all’animale più generoso,<br />

docile e resistente delle nostre campagne: l’asino.<br />

Immersi in un paesaggio collinare suggestivo,<br />

dove i vigneti di barbera e grignolino regalano<br />

nella stagione autunnale le loro migliori sfumature,<br />

fatevi dunque coinvolgere dall’appassionante<br />

“Palio Ragliante” e dalle scenografiche acrobazie<br />

degli Sbandieratori. Non perdete l’occasione<br />

di scoprire gli splendidi monumenti di Calliano,<br />

ricco paese monferrino che per secoli fu conteso<br />

tra il fiero Comune di Asti e i potenti Marchesi<br />

del Monferrato. Nell’ambito della Fiera, a partire<br />

dalle ore 10, alcune guide professioniste saranno<br />

52<br />

Le sagre<br />

del basso<br />

Monferrato Astigiano<br />

a vostra disposizione per accompagnarvi gratuitamente<br />

in una suggestiva passeggiata tra i vicoli<br />

e le chiese di Calliano, svelandone leggende e<br />

curiosità.<br />

Il percorso, della durata di un’ora circa, vi aiuterà<br />

a leggere la particolarissima struttura del centro<br />

storico, disteso a gradoni intorno alla rocca che<br />

ospitava il castello, toccherà la Parrocchiale settecentesca<br />

intitolata al SS. Nome di Maria, che<br />

conserva diverse opere d’arte di notevole pregio,<br />

tra cui alcune tele del noto pittore Guglielmo Caccia,<br />

detto il Moncalvo, e la suggestiva chiesetta<br />

romanica di San Pietro, fondata addirittura nel<br />

IX secolo. In particolare verrà narrata la storia<br />

di questa terra, legata anche alle antiche cave di<br />

gesso, tanto da essere recentemente denominata<br />

“Le colline del gesso”. Per informazioni: Coop<br />

“La pervinca – Agenzia Viaggi “Turismo e Territorio”,<br />

tel: 0141 1765082 – 339 5315104 - info@<br />

welcomepiemonte.it – www.welcomepiemonte.it,<br />

GAL Basso Monferrato Astigiano - www.monferratoastigiano.it.<br />

Ma durante tutto l’anno il Basso Monferrato è terra<br />

di sagre e manifestazioni: ad aprile, Cocconato<br />

ospita “Riviera in fiore”, l’antica fiera di San Mar-


co. Durante la giornata si potrà acquistare uno<br />

dei prodotti tipici del posto: la robiola di Cocconato,<br />

fatta con puro latte vaccino, da consumare<br />

fresca. In bocca ha un sapore tendente al dolce.<br />

A maggio si fa tappa a Buttigliera per “Le contrade<br />

del Freisa”, la festa di primavera celebra<br />

il vino locale: dai vitigni abbarbicati sulle colline<br />

si ottiene il Freisa, dal caratteristico color rosso<br />

rubino e dal sapore aromatico, con note di lampone.<br />

Sempre a maggio Villafranca d’Asti propone<br />

“Maiale d’autore”, dove assaggiare piatti a<br />

base di suino, uno degli animali indispensabili<br />

della vita contadina. Montemagno apre le porte<br />

a “Pane al Pane”, l’alimento più semplice della<br />

nostra alimentazione viene declinato in mille forme<br />

diverse. Un invito a riscoprire l’importanza e<br />

l’importanza di materie prime biologiche.<br />

Giugno si inaugura con “Stelle in Stalla” a Tigliole,<br />

fiera zootecnica nata per valorizzare la razza bovina<br />

piemontese, una delle migliori.<br />

Ad agosto si fa tappa a Cinaglio per “Dolci e colline”,<br />

dove provare specialità come i canestrelli,<br />

preparati con dei particolari ferri per dare la tipica<br />

forma a cialda. Friabili dalla forma sottile,<br />

sono citati in un documento del XVII secolo. Il paese<br />

è noto anche per il miele, uno dei migliori che<br />

si possa trovare nel territorio.<br />

A settembre Piea fa festa con “La zucca delle<br />

meraviglie”, mentre a ottobre occorre spostarsi<br />

a Villanova per ammirare i migliori esemplari di<br />

gallina bionda piemontese, riconoscibile per il<br />

folto piumaggio tendente al dorato, protagonista<br />

di “Elogio della bionda”. Castellaro diventa invece<br />

la “Città della nocciola”, un occasione per parlare<br />

dei molteplici utilizzi di questo prezioso frutto.<br />

A dicembre sono in scena due piatti della cucina<br />

piemontese: Moncalvo presenta “Sua Maestà il<br />

bue grasso” mentre a San Damiano c’è “Cappone<br />

in festa”, un grande classico della tavola delle<br />

festività<br />

cALeNdArIO<br />

17 aprile, Cocconato: Riviera in Fiera<br />

1 maggio, Buttigliera: Le Contrade del Freisa<br />

14 e 15 maggio, Villafranca: Maiale d’Autore<br />

29 maggio, Montemagno: Pane al Pane<br />

12 giugno, Tigliole: Stelle in Stalla<br />

28 agosto, Cinaglio: Dolci e Colline<br />

25 settembre, Piea: La Zucca delle Meraviglie<br />

2 ottobre, Villanova: Elogio della Bionda<br />

9 ottobre, Castellero: Città della Nocciola<br />

16 ottobre, Calliano: L’asino vola<br />

7 dicembre, Moncalvo:Sua Maestà il Bue Grasso<br />

12 dicembre, San Damiano: Il Cappone in festa<br />

Per info: www.welcomepiemonte.it,<br />

info@welcomepiemonte.it<br />

53


Sono mille i motivi per programmare una gita a<br />

Calamandrana, borgo storico dell’Astigiano. Appena<br />

arrivati godetevi il panorama: la vista spazia<br />

dalle colline delle Langhe a quelle del Monferrato,<br />

in un susseguirsi di paesi e vigne che incorniciano<br />

l’orizzonte. Riscoprite il piacere di vivere<br />

“slow”: a passo lento ammirate i tanti tesori architettonici<br />

e naturalistici del posto. Camminate<br />

tra i vicoli, osservate le facciate delle case e poi<br />

emozionatevi dinnanzi alla chiesetta romanica di<br />

San Giovanni delle Conche, l’edificio, costruito in<br />

muratura, custodisce affreschi e pitture e vanta<br />

una bella torre campanaria dalla pianta quadrata.<br />

Altro sosta culturale è davanti al Castello:<br />

distrutto, costruito e poi rimaneggiato nel corso<br />

dei secoli testimonia, con la sua mole di pietra, la<br />

storia di Calamandrana. Si raggiunge dopo aver<br />

superato una ripida e tortuosa strada, poi, superato<br />

il caratteristico ponte levatoio, si entra nella<br />

struttura, abbracciata da un grande parco. Segni<br />

del passato ritornano nelle cantine, nei camminamenti,<br />

nella cisterna dell’antica fortezza e nella<br />

torre angolare che presidia il territorio. Anche la<br />

chiesa della Concezione di Maria Vergine merita<br />

una visita meditata: la parrocchiale vanta infatti<br />

una architettura barocca di pregevole fattura.<br />

Calamandrana,<br />

un paese<br />

da scoprire<br />

LA BOTTeGA deL V<strong>IN</strong>O<br />

Si trova nella ex cantina sociale, in piazza Martiri<br />

della Liberazione (è aperta al pubblico il sabato<br />

e la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle<br />

18, tel: 0141.75390). La bottega del vino è una associazione<br />

tra produttori vinicoli di Calamandrana,<br />

la zona può infatti contare su una superficie<br />

coltivata a vite di 350 are. Visitandola si possono<br />

55


degustare, imparando a conoscerne ogni segreto,<br />

bicchieri di Barbera, dal sapore sapido e robusto,<br />

Dolcetto, dall’inconfondibile colore rosso<br />

rubino, Grignolino, dal bouquet profumato. Tra<br />

i bianchi spiccano il Cortese, che bene si sposa<br />

con gli antipasti, dal profumo delicato. Il tour tra<br />

i sapori si chiude con le note dolci del Moscato, il<br />

vino da dessert per antonomasia. Ottimi anche<br />

la Freisa, indicato per chi apprezza i vini vivaci,<br />

a bassa gradazione alcolica, e il Brachetto d’Acqui,<br />

leggermente frizzante e dai sentori spiccati<br />

di rosa. Nella bottega del vino si possono trovare<br />

numerose etichette di produttori locali, ogni bottiglia<br />

nasconde una storia. Fatevela raccontare.<br />

IL MercATO deLLA TerrA AMIcA<br />

Inaugurato il 26 giugno 2010 il mercato si svolge<br />

ogni sabato dalle 9 alle 13 nel piazzale della<br />

Stazione. Durante i mesi invernali viene ospitato<br />

in una sede coperta. E’ stato voluto dal Comune<br />

di Calamandrana, con il contributo della Regione<br />

Piemonte e la partecipazione della fondazione<br />

Campagna Amica di Coldiretti, della Cia, di Slow<br />

<strong>Food</strong> e della Bottega del Vino di Calamandrana.<br />

Il mercato è uno spettacolo di colori e profumi:<br />

sulle bancarelle sono esposti frutta e verdura<br />

di stagione, vino, miele, formaggi, salumi, erbe<br />

56<br />

aromatiche,… I produttori arrivano dalla Langa<br />

astigiana, dall’alessandrino, dalla vicina Nizza<br />

Monferrato. Tra le tante specialità provate la<br />

Bèlécauda, la tradizionale farinata di ceci cotta<br />

nel forno a legna. Una leccornia da assaggiare<br />

mentre fate la spesa. Tra gli acquisti non dimenticate<br />

di portare a casa il cardo gobbo di Nizza<br />

Monferrato, presidio Slow <strong>Food</strong>, croccante e dal<br />

gusto unico, è una delle verdure immancabili da<br />

accompagnare con la bagna cauda, e la Robiola<br />

di Roccaverano, un formaggio fresco, di latte<br />

vaccino, citato anche da Plinio il Vecchio nella sua<br />

Naturalis Historia.<br />

Le MANIfeSTAzIONI<br />

Il cartellone di eventi è nutritissimo. Uno dei più<br />

attesi è il festival Teatro e colline, in programma<br />

a luglio. Ogni anno sono protagoniste compagnie<br />

di primo piano del teatro contemporaneo. Per la<br />

XXI edizione sono saliti sul palco Federica Fracassi,<br />

Oscar De Summa, i tedeschi Woog Riots, la<br />

compagnia Zaches…Il festival, diretto da Stefano<br />

Labate, gode del patrocinio e del contributo del<br />

comune e della Regione Piemonte. Ma in ogni<br />

periodo dell’anno Calamandrana sa come attrarre<br />

i turisti: la terza domenica di gennaio si assiste<br />

al raduno dei trifolau, i cercatori di tartufo, il primo<br />

lunedì del mese di agosto viene organizzato il<br />

mercato dei bovini di razza piemontese, uno dei<br />

più importanti della regione, giunto alla 55 edizione.<br />

cOMe rAGGIUNGere cALAMANdrANA<br />

In auto: da Torino prendere la A55, seguire la<br />

direzione A21 Piacenza e continuare sulla A21/<br />

E70. Uscire ad Asti Est, in prossimità di Asti continuare<br />

sulla SS231/E74 e prendere l’uscita Nizza<br />

Monferrato/Canelli e poi proseguire per Calamandrana.


57<br />

La MACELLERIA UMBERTO ha pensato un nuovo servizio<br />

CATER<strong>IN</strong>G rivolto alla ristorazione che offre, oltre alla qualità<br />

e cortesia di sempre, tutta una gamma di prodotti pronti di sua<br />

produzione, forniti sottovuoto o confezionati, anche a domicilio.<br />

Hamburger - Rollatine - Spiedini<br />

Salsiccia - Bistecche<br />

Carni bianche - Carni bovine - Carni Suine<br />

Carne avicola<br />

Linea Salumi - Precotti - Bon Roll<br />

Via Acciarini 7 - Torino - c/o supermercato U2<br />

Viale dei Mughetti 426 - Torino - c/o supermercato UNES<br />

Tel. 349 6933215 - umbi43@tiscali.it<br />

57


Autunno caldo a Giaveno, l’evento di Fungo in<br />

Festa appena concluso nella sua espressione<br />

massima di degustazioni a base di fungo porcino<br />

nei RistoFungo della Val Sangone e di offerta di<br />

prodotto nel Mercato dei Funghi Freschi spontanei<br />

apre la via a quanto in sapori e colori Giaveno<br />

offre nelle prossime settimane.<br />

Una cornice di boschi e radure e di sentieri che li<br />

attraversano, passando vicino alle oltre 100 borgate<br />

di Giaveno, insediamenti del passato rivalutati<br />

e abitati oggi da chi ama ed è alla ricerca di<br />

formule di vita più vicine ai ritmi della natura e<br />

ad una quotidianità slow nei sapori, insieme ad<br />

un centro cittadino vivace di negozi, caffè e ristoranti,<br />

accolgono i frequentatori abituali e non di<br />

Giaveno e della sua valle. Una valle che rivela un<br />

territorio montano ed alpino, dolce ed accogliente,<br />

capace di coccolare il turista e il visitatore offrendogli<br />

relax e un paniere di bontà semplici di<br />

gusto eccellente.<br />

Ogni giorno in Viale Regina Elena il Mercato dei<br />

Prodotti Locali propone frutta, verdura e formaggi<br />

delle Aziende Agricole locali, una spesa a chilometri<br />

zero di patate, cipolle, insalata, mele, pere,<br />

castagne, formaggi freschi e stagionati, miele,<br />

58<br />

Giaveno<br />

autunno in festa<br />

prodotti legati alla stagionalità acquistabili anche<br />

direttamente in Cascina dove è possibile trovare<br />

anche il latte “alla spina”, yogurt, gelati, piccoli<br />

frutti, farina di mais lavorati artigianalmente. La<br />

città vanta inoltre cioccolato e pasticceria di qualità,<br />

pane, grissini e prodotti da forno graditi ed<br />

affermati oltre l’ambito locale.<br />

“Va detto - spiega Carlo Giacone, Vice Sindaco e<br />

Assessore al Turismo della Città di Giaveno - e lo<br />

si riscontra che vi è sempre più frequentemente<br />

voglia di gustare cibi sani e genuini che possano<br />

raccontare il territorio dal quale provengono, in<br />

questo senso i prodotti locali assumono un’importanza<br />

strategica per valorizzare le risorse turistiche<br />

proprie di ogni realtà”.<br />

Fra i prodotti non alimentari da conoscere e apprezzare<br />

vanno segnalate le lavorazioni artigianali<br />

della ceramica, della decorazione, del legno<br />

e in particolare il ricamo.<br />

In questo contesto la Città di Giaveno, l’Assessorato<br />

al Turismo a regia diretta e in collaborazione<br />

con le associazioni del territorio organizza per i<br />

prossimi mesi una prosecuzione di manifestazione<br />

che completano la ricca programmazione<br />

che da febbraio e soprattutto da giugno a ottobre


fanno di Giaveno una meta d’attrazione per un<br />

vasto pubblico.<br />

Da non perdere gli appuntamenti di domenica<br />

23 ottobre, in piazza a partire dalle ore 12 la Pro<br />

Loco distribuirà il piatto che maggiormente rappresenta<br />

il Piemonte a tavola, la Bagna Cauda,<br />

servita in terrina e accompagnata dalle verdure<br />

miste, e proposta in novità quest’anno abbinata<br />

ad un fumante Bollito misto, anch’esso un piatto<br />

che rivela le peculiarità di questa regione. Toma<br />

locale per chiudere e in bicchiere Barbera Doc.<br />

La manifestazione si svolge sotto piazza Mautino,<br />

un’area coperta nel centro cittadino molto ampia<br />

e prossima agli altri spazi che domenica 23 saranno<br />

animati.<br />

Come ogni quarta domenica del mese – escluso<br />

dicembre – nel Centro Storico si svolgerà il Mercato<br />

delle Pulci, oltre 70 le bancarelle presenti<br />

con mobili, quadri, libri, oggetti e articoli per curiose<br />

collezioni. Un passatempo interessante per<br />

scoprire rarità e trovare quello che si è sempre<br />

cercato per rendere unica la propria casa, per<br />

darle quel non so che di personale ed artistico.<br />

In piazza verrano preparate inoltre le castagne<br />

“brusatà”, l’Associazione Veciu e Bocia con l’Associazione<br />

Amici del Cavallo organizza la 17° Sagra<br />

della Castagna, il sacchettino di calde gustose<br />

proposte con del vino rosso, ci riscalderanno dal<br />

primo freddo. Autunno caldo a Giaveno domenica<br />

23, anche per i ritmi caraibici che presso il Palazzatto<br />

dello Sport vivranno il terzo trofeo Latin<br />

Diablos e la quarta e ultima prova del Gran Prix di<br />

Coppa Italia e Master Professionisti, organizzata<br />

dall’Associazione Sportiva Scuola di Danza El<br />

Diablo Latin in collaborazione con l’Associazione<br />

Italiana Danze Caraibiche e la Città di Giaveno.<br />

Provenienti da tutta l’Italia scenderanno in pista<br />

i migliori ballerini a disputarsi la quarta e ultima<br />

prova a punteggio elevato del Gran Prix di Coppa<br />

Italia 2011, da un’età compresa dai 6 anni agli<br />

over 62, ma il massimo della manifestazione sarà<br />

quando scenderanno in pista i Master Professionisti<br />

a disputarsi il gradino più alto del podio<br />

tricolore, e saranno loro a mandare in delirio il<br />

numeroso pubblico, che come nelle passate edizioni<br />

a gremito le gradinate del Palazzetto dello<br />

Sport di Giaveno. A novembre, domenica 27 Mercato<br />

delle Pulci nelle vie e piazzette del cuore cittadino,<br />

con l’avvicinarsi del Natale l’occasione è<br />

buona per iniziare a fare i primi regali, cogliendo<br />

al volo la possibilità di comprare presenti originali<br />

e del tempo passato capaci di stupire.<br />

A novembre e dicembre il panorama di eventi<br />

punta ai concerti, quelli delle Bande Musicali,<br />

della Banda Musicale Giaveno e Vasl Sangone e<br />

della Leone XIII, e alle atmosfere del Natale rese<br />

brillanti dal grande albero illuminato a fianco della<br />

Torre dell’Orologio, dalle luci e dagli scintillii<br />

delle vie e dei negozi e dai mercatini di Natale,<br />

con piccoli e grandi oggetti creati a mano; auguri<br />

con Babbo Natale, panettone e cioccolata calda.<br />

<strong>IN</strong>fOrMAzIONI<br />

Il programma dettagliato degli appuntamenti sarà<br />

presto disponibile su www.giaveno.it e contattando<br />

l’Ufficio Turistico Comunale:<br />

Tel. 011.9374053 – infoturismo@giaveno.it.<br />

Città di Giaveno - Palazzo Marchini:<br />

Tel. 011.9326400 - Fax 011.9364039<br />

Assessorato al Turismo Tel. 011.9326402<br />

59


Essentia Centro di Naturopatia<br />

DIMAGRIRE SENZA PERDERE IL SORRISO<br />

Perdere peso è una scelta che molti rinunciano ad<br />

affrontare. La sola parola dieta evoca rinunce e sofferenze,<br />

ricorda tentativi falliti, beveroni e barrette sostitutive<br />

del pasto sgranocchiate nella speranza, vana,<br />

di liberarsi in pochi giorni dei chili di troppo. Nessuno<br />

rinuncia al piacere del cibo, l’ultimo “bene rifugio” rimasto<br />

in un’epoca avara di soddisfazioni. E nessuno deve<br />

rinunciarvi, come spiega la nutrizionista Marina Luciani,<br />

collaboratrice del Centro Essentia di Torino.<br />

Perché farsi aiutare da un nutrizionista? “Il tema<br />

dell’alimentazione è molto serio perchè è strettamente<br />

legato alla salute, sia in termini di prevenzione che in<br />

termini di cura per specifiche patologie. Oggi purtroppo<br />

chiunque si improvvisa esperto su questo tema, basta<br />

pensare a quello che ci arriva ogni giorno dai mass<br />

media, pubblicità ingannevoli e promesse di miracoli<br />

affidati a prodotti o diete assurde se non pericolose.<br />

Quando ci sono problemi di peso, disturbi gastrointestinali,<br />

intolleranze, allergie, specifiche patologie<br />

oppure condizioni come la gravidanza, la menopausa<br />

è doveroso affidarsi ad un nutrizionista professionista<br />

per evitare pericolosi “fai da te” che andrebbero solo a<br />

danno della propria salute”.<br />

Spesso stress, ansia e tensioni emotive sono tra le<br />

cause del sovrappeso. Come affrontarle e rimuoverle?<br />

“Uno stress cronico sia di tipo fisico che psichico<br />

ha un effetto negativo sulla nostra salute in quanto<br />

provoca importanti alterazioni a livello sia ormonale<br />

che immunologico. Una variazione della composizione<br />

corporea come per esempio l’aumento della massa<br />

grassa, in particolare a livello addominale (la classica<br />

“pancia”), è molto spesso una delle tante manifestazioni,<br />

e peraltro non la sola, di un disequilibrio ormonale<br />

che va corretto per evitare conseguenze peggiori (malattie<br />

cardiovascolari, diabete...). Ottimi risultati<br />

nel fronteggiare questa situazione si ottengono<br />

a cura della dott.ssa Marina Luciani<br />

Biologa Nutrizionista<br />

con un approccio integrato, ovvero stabilire un percorso<br />

che preveda da un lato l’intervento nutrizionale, indispensabile<br />

per utilizzare adeguatamente il cibo come<br />

modulatore ormonale, dall’altro un aiuto psicologico,<br />

tecniche antistress, attività fisica...che permettano una<br />

migliore gestione dello stress”.<br />

Dimagrire è anche una questione di testa? “Purtroppo<br />

sì, nel bene e nel male. Cominciare una dieta richiede<br />

motivazione e determinazione e quando arrivano<br />

i primi risultati questi rafforzano la nostra volontà nel<br />

perseverare. È però anche vero che persone sottoposte<br />

a stress cronico aumentano la ricerca di cibo, in<br />

particolare quello ad alto contenuto di zuccheri e grassi<br />

come “conforto”. Ecco allora che la testa non riesce<br />

a fare a meno di tale gratificazione e piacere, e le restrizioni<br />

dietetiche alimentano ulteriormente lo stress,<br />

pregiudicando i risultati. Come già ricordato la gestione<br />

dello stress è parte integrante del lavoro da fare”.<br />

Seguiamo una dieta ma i risultati non arrivano.<br />

Come mai? “Siamo abituati a pensare che seguire una<br />

dieta significhi dover mangiare meno. In realtà le diete<br />

ipocaloriche purtroppo spesso falliscono perchè il problema<br />

nella maggior parte dei casi non sono le troppe<br />

calorie ingerite, ma errati comportamenti e stili di vita<br />

che alterano il corretto e armonico funzionamento del<br />

nostro organismo il quale mette in atto meccanismi di<br />

difesa di cui una variazione di peso, per esempio, ne è<br />

una manifestazione evidente e per taluni soggetti, specie<br />

di sesso femminile, la più antipatica. In questi casi<br />

occorre individuare strategie mirate di recupero della<br />

funzionalità dell’organismo e ciò non può che essere<br />

fatto rivolgendosi ad un nutrizionista”.<br />

Seguire il ciclo della natura, mangiando frutta e verdura<br />

di stagione, aiuta?<br />

“Assolutamente sì,<br />

frutta e verdura vanno


consumate in abbondanza e rigorosamente di stagione.<br />

Così facendo avremo maggiori garanzie sulla loro<br />

genuinità, potremo evitare la monotonia delle nostre<br />

scelte alimentari e sarà anche una buona abitudine con<br />

cui educare i più piccoli, insegnando loro a conoscere<br />

la stagionalità di tutti i prodotti che la natura ci offre”.<br />

Meglio i prodotti biologici o quelli ipocalorici?<br />

“Come già detto è sbagliato ritenere le calorie la fonte<br />

di tutti i mali, molto più spesso è un problema di qualità<br />

dei prodotti che mangiamo e della loro frequenza di assunzione,<br />

quindi rifugiarsi nel cibo ipocalorico spesso<br />

non risolve e a volte diventa la scusante per mangiare<br />

di più. Meglio puntare sulla qualità. Il biologico ha<br />

molti meriti, primo fra tutti il fatto che è l’unico sistema<br />

alimentare controllato e garantito per legge “dal seme<br />

al piatto”, tuttavia le etichette a volte sono ingannevoli<br />

e compriamo per biologico un prodotto che non lo è,<br />

quindi attenzione!<br />

La scelta del biologico può essere consigliata ma non<br />

imposta, visto che oltretutto i costi sono più elevati rispetto<br />

ai prodotti tradizionali. A mio avviso una buona<br />

regola di base potrebbe essere quella dell’imparare a<br />

comprare sempre meno al supermercato e molto più<br />

nei mercati!”.<br />

Ci sono degli alimenti da “bandire” assolutamente?<br />

“Divieti assoluti non ci sono, i problemi nascono in realtà<br />

più da un discorso di ripetitività. Non arreca danno<br />

mangiare occasionalmente cibi considerati “cattivi”,<br />

come fritti, grassi di origine animale, piatti ipercalorici,<br />

il danno si ha quando questi cibi vengono assunti ripetutamente<br />

diventando la nostra abitudine alimentare”.<br />

Abbiamo raggiunto il nostro peso forma. Ora come<br />

mantenerlo, evitando di ricadere nelle cattive abitudini<br />

alimentari di prima?<br />

“Se siamo stati seguiti da un nutrizionista sicuramente<br />

il lavoro svolto si è protratto per più mesi, avendo puntato<br />

più sull’educazione/rieducazione che su severe<br />

restrizioni. In tale percorso quindi avremo imparato un<br />

nuovo modo di mangiare che facendoci stare meglio<br />

sarà il nostro nuovo stile di vita che difficilmente vorremo<br />

abbandonare”.<br />

Oggi anche molti bambini devono fare i conti con i<br />

chili in eccesso. Quali le conseguenze sulla salute?<br />

“L’obesità infantile è in continuo aumento, in molti paesi<br />

Europei 1 bambino su 5 è in sovrappeso o obeso<br />

e questo è un grave problema poiché l’obesità dell’infanzia<br />

è una malattia pediatrica cronica con possibili<br />

complicanze immediate e a lungo termine, sia fisiche<br />

che psicologiche. L’obesità infantile si associa spesso<br />

a diabete, ipercolesterolemia, ipertensione, iperinsulinemia<br />

e inoltre i bambini obesi sviluppano spesso<br />

un’immagine corporea negativa e denotano una scarsa<br />

autostima”.<br />

Come impostare una dieta corretta per i bambini?<br />

“È complesso e delicato il discorso e dipende molto<br />

dall’età. In linea di massima si tende ad evitare severe<br />

restrizioni dietetiche e a puntare più sull’educazione<br />

suggerendo regole di buona alimentazione che coinvolgano<br />

tutta la famiglia in scelte più sane: aumento del<br />

consumo di cibi ricchi di fibre, riduzione dei cibi ad alto<br />

contenuto di grassi e zuccheri semplici, incentivazione<br />

dell’attività fisica ed eventuale supporto psicologico”.<br />

Sport, come scegliere quello più indicato? “La sedentarietà<br />

è tra i fattori di rischio più sicuri nel favorire<br />

l’insorgenza dell’obesità e del diabete di tipo 2 e purtroppo<br />

rappresenta uno stile di vita diffuso tanto tra i<br />

bambini quanto tra gli adulti.<br />

Accanto ad una corretta alimentazione è indispensabile<br />

associare la pratica di una regolare attività fisica,<br />

spontanea o sportiva che sia. Vanno consigliate tutte<br />

quelle attività in grado di migliorare l’efficienza cardiovascolare,<br />

quindi attività quali corsa, bicicletta, nuoto,<br />

di lunga durata e media intensità. In tutti i casi, l’attività<br />

più facilmente realizzabile è camminare, per 30 minuti<br />

al giorno o più, quanti più giorni possibili alla settimana,<br />

meglio se tutti i giorni”.<br />

C.so A. De Gasperi n. 32 - 10129 Torino - Tel: 011 0568573<br />

www.centroessentia.it - www.naturopatiaessentia.com


Negli ultimi decenni sono nati molti eventi di<br />

rilievo internazionale che hanno come comun<br />

denominatore l’amore per la buona tavola e il<br />

vino. Tra i vari appuntamenti ci sarà a Rimini<br />

Fiera SAPORE 2012 tasting experience, dal 25<br />

al 28 febbraio. La scorsa edizione ha contato<br />

79.823 visitatori professionali e 731 giornalisti<br />

accreditati. Numeri esorbitanti per un contesto<br />

internazionale dedicato ai gusti, riti e tendenze<br />

della ristorazione extradomestica. Un nuovo lay<br />

out della fiera vedrà per quest’edizione sezioni<br />

dedicate alle birre speciali artigianali italiane e<br />

straniere, sezioni per il catering, per la filiera ittica<br />

e per gli alimenti surgelati. Novità dell’anno<br />

sarà il Sapore grand prix, che premierà le novità<br />

pronte ad invadere il mercato per soddisfare una<br />

domanda mutevole e attenta alle tendenze tipica<br />

di questi anni, attraverso l’International chef<br />

contest. Tra i vari appuntamenti legati a Sapore<br />

ritorna anche Cooking pasta, il campionato italiano<br />

della ristorazione che mette in gara giovani<br />

62<br />

DOve<br />

eventi Gusto<br />

di gusto<br />

di Marta del Buono<br />

in Scena - Lugano<br />

pastai accompagnati da maestri pastai e giovani<br />

chef accompagnati da chef stellati, su proposte<br />

innovative dalle diverse regioni d’Italia. Nel mondo<br />

del food and beverage ritorna anche la manifestazione<br />

GUSTO <strong>IN</strong> SCENA, tenutasi l’anno<br />

scorso a Lugano, che nel 2012 si svolgerà dal 15<br />

al 17 aprile. Il bilancio dell’anno scorso si è chiuso<br />

con numeri significativi per esser stata la prima<br />

edizione, circa 500 visitatori al giorno principalmente<br />

professionisti del settore e amatori d’elite<br />

e 70 giornalisti. La location si è rivelata perfetta,<br />

il Palazzo dei Congressi ha permesso di avere<br />

molto spazio tra un tavolo e l’altro consentendo<br />

ai visitatori di prendere contatto con gli espositori<br />

in modo riservato personale. Questo evento<br />

è un festival di eccellenze sia a livello culinario<br />

che enologico, inoltre è una scuola per i giovani,<br />

circa duecento, che possono essere ospitati alla<br />

manifestazione per imparare l’arte del gusto dai<br />

più grandi maestri europei. Meno internazionale<br />

ma radicata nelle tradizioni del territorio è la


Sagra dell’Ulivo e dell’Olio di Brisighella il il 27<br />

novembre 2011. Giunta alla 52° edizione vanta<br />

l’eccellenza dell’olio extravergineche che si potrà<br />

gustare appena uscito dal frantoio della C.A.B.<br />

insieme ai prodotti tipici del C.o.p.a.f. accompagnati<br />

da complessi musicali per tutto il pomeriggio,<br />

passeggiando tra gli stand delle prelibatezze<br />

locali. Più internazionale e frequentatissimo tornarà<br />

il biennale Salone del Gusto di Torino con<br />

la sua decima edizione a Torino. La data non è<br />

ancora stata stabilita ma si terrà probabilmente<br />

le ultime settimane di ottobre. Questo salone è<br />

particamente l’unico al mondo dove piccole realtà<br />

contadine incontrano artigiani e professionisti intessendo<br />

reti d’amicizia fittissime che hanno dato<br />

vita a presidi locali per mantenere viva l’arte del<br />

gusto di una volta. Terra Madre è il fiore all’occhiello<br />

della manifestazione e ospita personaggi<br />

da tutto il mondo per creare una diffusa sensibilità<br />

per il rispetto e la valorizzazione della diversità<br />

sia culturale che culinaria. Inoltre il Salone ad<br />

ogni edizione dona un forte impulso al progetto<br />

Slow <strong>Food</strong> che promuove una cultura sana e attenta<br />

alle forme di coltivazione e allevamento che<br />

con le attività intensive abbiamo perso. I numeri<br />

dell’ultima edizione sono esorbitanti, 20000 visitatori<br />

da tutto il mondo e più di 900 espositori tra<br />

nazionali e internazionali. L’Italia si è aggiudicata<br />

per il 2012 anche l’evento International Wine<br />

Tourism Conference And Workshop che si terrà<br />

dal 30 gennaio al 2 febbraio a Perugia nella medievale<br />

piazza Italia. Giunto alla quarta edizione<br />

ospiterà oltre quaranta esperti del settore e farà<br />

vivere esperienze di gusto intense grazie a workshop,<br />

conferenze e laboratori enogastronomici.<br />

Tra gli appuntamenti d’Oltralpe e d’Oltreoceano<br />

ricordiamo brevemente anche l’Internationale<br />

Grüne Woche dal 20 al 29 gennaio 2012 dedicata<br />

Sapore gran prix<br />

Sapore gran prix<br />

all’alimentazione, all’agricoltura e all’orticoltura<br />

che vanta 76 edizioni alle spalle. Questo evento<br />

consente la vendita diretta dai produttori ai consumatori<br />

in uno spazio dedicato alla produzione<br />

biologica denominato Bio Markt. Molti i temi delle<br />

conferenze, risorse rinnovabili, ricerca scientifica<br />

nei campi dell’allevamento del bestiame e coltivazioni<br />

biologiche. Dal 2 al 21 marzo si terrà il<br />

ventesimo Melbourne food and wine festival, indimenticabile<br />

viaggio tra ristoranti e terrazze che<br />

per l’occasione si apriranno ai turisti provenienti<br />

da ogni parte del mondo. Una delle manifestazioni<br />

più importanti a livello planetario che prevede<br />

l’organizzazione ci oltre 250 deliziosi eventi collegati.<br />

Cento tra gli chef più quotati del mondo<br />

terranno seminari e dimostrazioni di alta cucina<br />

per professionisti e appassionati. Compie 10 anni<br />

il Madrid Fusion, dal 24 al 26 gennaio verranno<br />

svelate tutte le novità e le tecniche della cucina<br />

fusion. Gare tra giovani chef decreteranno i cuochi<br />

migliori dell’anno facendo di questo eappuntamento<br />

l’evento enogastronomico più importante<br />

d’Europa. Per i golosi aggiungiamo che le<br />

prelibatezze saranno a disposizione dei visitatori<br />

presso il Palazzo municipale dei congressi di Madrid.<br />

Non molto lontano in linea d’area ma decisamente<br />

più vicino come data è il salone di San<br />

Sebastiàn dal 20 al 23 novembre 2011. 5 mila metri<br />

quadrati di stand su tre piani ospiteranno oltre<br />

130 espositori presso il Palacio Kursaal. Questo<br />

evento è il referente commerciale del networking<br />

nazionale ed estero dei professionisti del settore<br />

ed è famoso per essere il luogo privilegiato<br />

per la nascita di molte collaborazioni tra i leader<br />

dell’enogastronomia europea.<br />

63


nuOvi trenD<br />

e vecchie manie del mangiare fuori casa<br />

FAST FOOd, GOOd FOOd<br />

L’abbinamento “hamburger e patatine fritte” è<br />

un menù molto amato, ma quello proposto nei<br />

classici fast food è ormai risaputo non essere<br />

ideale nell’ambito di un’alimentazione sana. Per<br />

non rinunciare al gusto e alla soddisfazione di<br />

addentare questo sfizioso pasto veloce sono nate<br />

le hamburgherie che preparano cibi dagli ingredienti<br />

biologici tratti da coltivazioni e allevamenti<br />

locali certificati. Due recenti esempi torinesi sono<br />

il “M**BUN” di Corso Siccardi 8/A e “La Granda<br />

64<br />

DOve<br />

di Claudia Villani<br />

in mezzo al Pane” di Piazza Solferino 16/a, centralissime<br />

sedi del panino farcito con carne che si<br />

propongono come preferibile alternativa alle più<br />

note catene di ristorazione legate a questo alimento.<br />

La prima applica poche semplici regole,<br />

quelle del ritorno all’uso di prodotti sani e gustosi<br />

che provengano dal territorio con filiera corta<br />

e la seconda è “figlia” del progetto “Eataly”, con<br />

hamburger di carne della Granda, associazione<br />

di allevatori di una razza bovina piemontese alimentata<br />

secondo un disciplinare che garantisce


una carne che si è guadagnata il presidio Slow<br />

<strong>Food</strong>. In entrambi i casi, l’offerta per un mangiare<br />

etico si accompagna alla scelta di non trascurare<br />

anche i particolari: piatti, posate, bicchieri biodegradabili<br />

e compostabili e spazi pensati apposta<br />

per i più piccini rendono queste hamburgherie<br />

luoghi sempre più vicini a una forma di consumo<br />

sostenibile. www.mbun.it; www.lagrandainmezzoalpane.it<br />

<strong>IN</strong> PUNTA dI dITA<br />

Abolisce l’uso delle posate e si presta a essere<br />

consumato ovunque e facilmente, sta prendendo<br />

sempre più piede, conquistando fiere di settore<br />

e diventando una tra le più valide alternative alla<br />

cucina tradizionale: è il “finger food”, ossia il cibo<br />

preparato in piccole porzioni pronte da mangiare<br />

in un sol boccone e rigorosamente con le mani.<br />

La scelta è quanto mai vasta: dai vol au vent alle<br />

tartine, dai canestrelli di riso ai piccoli timballi di<br />

pasta passando per tutto ciò che la fantasia può<br />

suggerire. L’importante è saper ridurre il tutto in<br />

porzioni tali da appagare gola e curiosità, quella<br />

che si sprigiona davanti alla possibilità di poter<br />

assaggiare tutto quello che viene proposto nel<br />

ricco e vario buffet. Niente viene trascurato, dai<br />

mini antipasti ai mini dessert, ecco riabilitato il<br />

vizio di “piluccare” in nuovo trend per gustare il<br />

cibo. Anche il mondo del design non si è lascia-<br />

to sfuggire l’occasione per sbizzarrire la fantasia<br />

creativa riguardo agli accessori utili per un perfetto<br />

“finger food party”: dopo le immancabili ciotoline<br />

per servire le piccole porzioni sono nati i<br />

“finger dip”, ditali monouso in lattice naturale per<br />

mangiare con le mani senza la preoccupazione e<br />

il fastidio di sporcarsele. Proposti dal duo italiano<br />

Eleonora Barbareschi e Alessandra Mantovani<br />

dello studio Am&Be, sono igienici, monouso e<br />

anche molto divertenti, disponibili in molteplici<br />

colori. www.finger-dip.it<br />

V<strong>IN</strong>O E ALTA RISTORAzIONE,<br />

B<strong>IN</strong>OMIO dEL GUSTO<br />

Una ricerca realizzata dall’Osservatorio Internazionale<br />

Permanente di S. Pellegrino (il primo<br />

laboratorio di studi e ricerche sui nuovi trend che<br />

emergono dai ristoranti più rinomati ed esclusivi<br />

al mondo), in collaborazione con la Eta Meta<br />

65


Research, ha esaminato le nuove tendenze sul<br />

consumo di vino presenti nell’alta ristorazione.<br />

Negli ultimi dieci anni sono aumentati i consumi<br />

a livello globale, mentre si è rilevata una<br />

contrazione nei soli Paesi europei, nonostante<br />

la più solida tradizione nella produzione vinicola.<br />

Quanto all’export, Francia e Italia segnano il passo<br />

rispetto ai Cabernet Sauvignon, Pinot e Syrah<br />

provenienti dai Paesi emergenti – questi si evidenziano<br />

invece grazie al sapore vellutato e alla<br />

facile beva. I consumatori si dimostrano decisamente<br />

più informati, esigenti e curiosi rispetto<br />

al passato. Persiste un atteggiamento di fedeltà<br />

verso le etichette locali o nazionali, controbilanciato<br />

da un crescente interesse verso proposte<br />

di gusto internazionale. Il vino resta, insieme<br />

all’acqua, la bevanda più consumata. Tuttavia alternative<br />

come il tè, la birra, il sakè e i soft drink<br />

stanno iniziando a essere introdotte stabilmente<br />

anche nei menu dei ristoranti di alto livello. Dalla<br />

stessa ricerca sono emersi tre nuovi modi di<br />

proporre e servire il vino: la cantina a vista come<br />

elemento dominante dell’arredamento, fulcro e<br />

mood del locale; il vino al bicchiere inserito nella<br />

carta dei vini (in Francia, il concetto del vin au<br />

verre sta dimostrandosi una soluzione vincente in<br />

un contesto di generale flessione dei consumi di<br />

vino nella ristorazione); il wine corkage, servizio<br />

che consiste nello stappare e servire al tavolo una<br />

bottiglia di vino che il cliente ha acquistato altrove<br />

e portato con sé. Da segnalare infine la crescente<br />

importanza che viene data oggi al sommelier: secondo<br />

il 58,2% del campione esaminato, il sommelier<br />

ha una primaria importanza ai fini della<br />

cosiddetta “dining experience”, un’importanza<br />

66<br />

che è seconda solo a quella dello chef.<br />

MANGIARE UN CONO, PASSEGGIANdO<br />

Da qualche tempo a questa parte mangiare per<br />

strada non significa più accontentarsi di un tramezzino<br />

freddo o di un gelato che sazia ma non<br />

troppo, ma è possibile gustare veri piatti, caldi, e<br />

che sfiziosi.<br />

Re Calamaro, aperto a Torino in ben due sedi<br />

(via Carlo Alberto e in Piazza Palazzo di Città),<br />

propone la frittura di pesce da passeggio. Coni<br />

di carta con fritto di pesce, anelli di totano, calamari,<br />

gamberetti sgusciati o ancora palline di<br />

baccalà, cipolla e fiori si zucca, solo per citare<br />

qualche piatto! È possibile scegliere tra cono<br />

piccolo o grande, comodi da asporto e ideali per<br />

le pause brevi ma gustose. Stesso concetto per<br />

Pausa pranzo, un delizioso fast food che si trova<br />

in pieno centro, nelle vicinanze di Palazzo Nuovo,<br />

comodissimo anche per gli studenti. Offrono primi<br />

piatti a 3 Euro circa, si sceglie la pasta fresca<br />

e poi il condimento tra i tanti abbinamenti possibili;<br />

da mangiare nel locale o passeggiando sotto<br />

i portici di via Po.


Viaggiare attraverso il territorio alla scoperta di<br />

tradizioni, storia e meraviglie da gustare.<br />

L’agnello sambucano della Valle Stura, il Castelmagno<br />

della Valle Grana, il marrone della Val di<br />

Susa, il pane nero di Coimo, il salame di capra<br />

della Val d’Ossola, il seirass de fen della Val Pellice,<br />

il tartufo d’Alba, i vini del Monferrato, la tuma<br />

del lait brusc del Parco Naturale Orsiera Rocciavrè<br />

sono solo una minima parte dell’elenco<br />

lunghissimo dei prodotti tipici piemontesi noti in<br />

tutto il mondo. Un territorio ricco di prelibatezze<br />

DOve<br />

girOvagare<br />

intorno al cibo<br />

di Mariella Valente<br />

eno-gastronomiche ma anche di storia, cultura,<br />

tradizioni e bellezze naturali da togliere il fiato.<br />

Allora perché non unire questi tesori, che il Piemonte<br />

offre generosamente ai suoi visitatori, in<br />

diversi itinerari da scoprire di volta in volta? Ve<br />

ne segnaliamo qualcuno, particolarmente adatto<br />

a questo periodo dell’anno e tutti della durata di<br />

un week end, per la gioia del palato e del portafoglio.<br />

Siamo certi di non aver esaudito la vostra<br />

curiosità di conoscerne altri, ma le vie del gusto<br />

in Piemonte sono infinite.. volete scommettere?<br />

67


ANTICHI SAPORI OCCITANI<br />

L’itinerario parte da Borgo San Dalmazzo, sede<br />

della “Fiera Fredda”, che, dal 1569, elegge a regina<br />

della gastronomia la chiocciola, apprezzata in<br />

deliziose ricette. Risalendo la valle seconda tappa<br />

sarà Vinadio, comune alpino storicamente legato<br />

all’allevamento dell’agnello sambucano, qui si<br />

avrà l’opportunità di visitare il Forte Albertino,<br />

splendido esempio di architettura militare alpina,<br />

su tre livelli, con circa dieci chilometri di percorsi<br />

interni. Il giorno successivo a Demonte consigliamo<br />

visitare il Palazzo Bolleris (XVI secolo),<br />

sede del Centro di documentazione, intitolato alla<br />

scrittrice e pittrice Lalla Romano, che nacque<br />

in questo comune. Quindi, attraverso il Vallone<br />

dell’Arma, si lascia la Valle Stura per raggiungere<br />

la Valle Grana. Simbolo religioso e dell’antica<br />

architettura alpina è il santuario di Castelmagno,<br />

borgo che presta il suo nome al prelibato ed<br />

esclusivo formaggio DOP che viene prodotto in<br />

questa località. A Pradleves si potrà degustare,<br />

oltre al castelmagno, i ravioles, deliziosi gnocchi<br />

tipici della cucina occitana, nella piacevole atmosfera<br />

di una locanda. Il viaggio si conclude con<br />

la visita a Caraglio, antica sede romana, al suo<br />

centro storico e al suo filatoio, ora attivo centro<br />

culturale e museale. www.turismoinlanga.it<br />

CURIOSI IT<strong>IN</strong>ERARI NOTTURNI<br />

Se cercate un itinerario insolito alla scoperta delle<br />

eccellenze del Piemonte provateci al buio!<br />

Sono, infatti, le suggestive notti d’autunno, lontano<br />

da occhi indiscreti, il momento migliore per<br />

andare in cerca di tartufi lungo i sentieri nascosti<br />

delle Langhe e del Roero, accompagnati so-<br />

68<br />

lamente dal proprio cane che grazie al suo fiuto<br />

straordinario individuerà il “tesoro” lasciando al<br />

trifolau il compito di estrarlo dal terreno con il<br />

particolare zappettino. Consigliato per i più esigenti<br />

che desiderano scoprire i posti segreti in<br />

cui gli esperti cercatori vanno a ricercare il pregiato<br />

da abbinare a un Barolo d’annata! L’itinerario<br />

include, oltre alla ricerca notturna del prezioso<br />

fungo, degustazioni in cantina e alla mitica distilleria<br />

di Romano Levi, con il grappaiolo Angelico,<br />

cene gourmet nelle migliori trattorie e deliziosi<br />

Un territorio ricco di prelibatezze<br />

enogastronomiche e di tesori<br />

architettonici, scoprite luoghi magici<br />

come il santuario di Castelmagno<br />

borgo che presta il suo nome al<br />

prelibato formaggio dop


agriturismi del territorio. E per concludere, la<br />

merenda Sinoira, per rivivere la tradizione contadina<br />

al tempo della vendemmia con i prodotti delle<br />

Langhe, nella cantina di un autentico casolare<br />

piemontese. www.insolitipercosi.it<br />

SULLE SALITE dEI CAMPIONI<br />

Amate il ciclismo? Questo itinerario che unisce<br />

sport, territorio e buon cibo fa per voi. L’impresa<br />

comincia a Benevello e si prosegue verso Albaretto<br />

Torre per affrontare, sempre in sella alla<br />

vostra bici, la prima sfida: la salita Gino Bartali,<br />

lungo la quale i vigneti del Dolcetto lasciano spazio<br />

ai noccioleti, qui si consiglia una sosta per<br />

la degustazione. Poi l’entusiasmante avventura<br />

prosegue in direzione di Cissone fino alla salita<br />

Louison Bobet e, dopo pochi chilometri, affronterete<br />

la salita Jacques Anquetil, che regala subito<br />

una serie di cinque ripidi tornanti prima di<br />

raggiungere il piano della frazione Lovera, da<br />

dove si può ammirare uno splendido panorama.<br />

Il tracciato torna a salire fino ai confini del paese<br />

di Murazzano, tappa della Strada Romantica delle<br />

Langhe e del Roero, concedetevi a questo punto<br />

uno spuntino a misura di ciclista assaggiando il<br />

celebre Murazzano DOP presso un’azienda casearia.<br />

Il giorno dopo dalla Valle Belbo si affronta<br />

la salita Fausto Coppi: breve e nervosa, porta al<br />

paese più alto delle Langhe, Mombarcaro. Scendendo<br />

fino a Cravanzana dopo la frazione Bosia,<br />

inizia l’epica salita dedicata a Marco Pantani. Si<br />

prosegue sul falso piano in salita fino al paese di<br />

Lequio Berria, sede della Collezione del Pastello<br />

Soffice . Da qu si procede per Borgomale e Trezzo<br />

Tinella, fino alla salita Charly Gaul, immersa nei<br />

vigneti del Moscato DOCG. Per terminare concedetevi<br />

un brindisi con questo delizioso vino, al<br />

campione che c’è in voi! www.turismoinlanga.it<br />

69


BIRRERIA<br />

PIZZERIA<br />

RISTORANTE<br />

APPUNTAMENTO AL<br />

“COBLAN”<br />

Stile british? Sì, grazie. Soprattutto se si parla del felice<br />

connubio ristorazione-divertimento. Se l’indirizzo della<br />

vostra scelta è questo, e se siete alla ricerca di garanzie<br />

nella qualità del servizio, nel cuore del centro storico di<br />

Grugliasco trovate un esempio tra i più significativi del settore:<br />

un angolo elegante ed accogliente che da anni è il<br />

punto di ritrovo di moltissimi affezionati. È il Coblan Pub,<br />

locale caratterizzato da un inconfondibile stile inglese che<br />

da sempre fa della cordialità e dell’accoglienza due punti<br />

di chiave della propria filosofia, dall’alto di una “carriera”<br />

ormai consacrata nella ristretta cerchia delle “icone” cittadine.<br />

Un ambiente caldo e raffinato accoglie il cliente<br />

immergendolo in un’atmosfera suggestiva: da subito,<br />

varcando l’ingresso del locale, ci si trova a proprio agio.<br />

Lo spazio è sapientemente organizzato, tutto è curato e<br />

disposto nei modi giusti. Il pub si sviluppa su tre locali:<br />

una prima sala che ospita il bancone ed accoglie il cliente,<br />

un ampio dehor privato sul retro - capace di ospitare fino<br />

a 160 persone - ed un’ulteriore sala al piano inferiore. Nel<br />

complesso, uno spazio capace di ospitare comodamente<br />

fino a 250 persone. Va ricordato, inoltre, che il locale si affaccia<br />

proprio davanti ad un ampio parcheggio e pertanto<br />

non si pone nemmeno una delle questioni più spinose delle<br />

uscite serali: trovare un posto macchina. Dietro a tanta at-


tenzione c’è l’impegno costante di uno staff collaudatissimo,<br />

formato dal signor Luciano, la moglie<br />

Graziella e la figlia Monica. Le caratteristiche<br />

della loro gestione hanno conquistato i visitatori<br />

nel tempo fino a diventare un autentico “marchio<br />

di fabbrica”: i tre hanno instaurato un rapporto<br />

di amicizia e reciproca stima con la clientela più<br />

abituale, e non mancano di mostrare allegria e<br />

cordialità con chiunque entri nel locale per la prima<br />

volta. Atteggiamento, questo, corredato da<br />

una qualità del servizio sempre puntuale ed impeccabile.<br />

Perché la felicità del cliente è la felicità<br />

dei titolari. Un impegno del resto riconosciuto<br />

anche dagli “addetti ai lavori”: nel 2000, infatti, il<br />

Coblan Pub ha conquistato il premio “Italia che<br />

lavora” per l’attualità e la qualità del servizio offerto<br />

alla clientela, sempre messa in primo piano.<br />

Certo, il “menu” dell’offerta del locale di Grugliasco<br />

- aperto ininterottamente tutti i giorni dalle<br />

19 alle 4 di mattina - è capace di soddisfare le<br />

esigenze dei clienti più esigenti, a partire dalla<br />

birra, garanzia di tradizione e pregevole qualità:<br />

a Tennent’s, sicuramente tra i più noti marchi<br />

inglesi. In cucina, oltre ai classici hamburger, pa-<br />

Birreria<br />

pizzeria<br />

ristOrante<br />

nini e patatine, uno dei piatti forti è sicuramente<br />

la pizza, sfiziosa e richiestissima, ma c’è ampio<br />

spazio anche per le specialità “regine” della<br />

grande tradizione italiana: primi a base di pasta<br />

fresca e secondi di ogni tipo, tra cui le stuzzicanti<br />

e celebri grigliate di carne o pesce (per le<br />

quali è gradita la prenotazione telefonica). Non<br />

può mancare, ovviamente, una degustazione di<br />

vini riservata per occasioni particolari. Insomma,<br />

ce n’è abbastanza per far concorrenza anche ai<br />

ristoranti più rinomati, a partire dai prezzi, davvero<br />

accessibili a tutti. Ma, si sa, uno degli ingredienti<br />

più importanti a tavola è la compagnia. A<br />

questo proposito l’atmosfera del Coblan è uno<br />

splendido invito a passare dei piacevolissimi momenti<br />

insieme ad amici e parenti, grazie alla disponibilità<br />

di giochi da tavolo, e per vivere tutte le<br />

emozioni del grande calcio, grazie alla presenza<br />

degli schermi sintonizzati sugli anticipi e posticipi<br />

del campionato di Serie A. Di fronte alle ammalianti<br />

proposte del pub, non c’è scusa che tenga:<br />

parafrasando un celebre refrain di Ligabue, ci vediamo<br />

da Coblan. Il posto giusto per una serata<br />

davvero unica.<br />

Dehors estivo e invernale<br />

Via Cravero, 67 - 10095 Grugliasco (TO) - Tel. 011 787212 - Cell. 338 8408725


Arriva l’autunno e le nostre tavole si colorano<br />

con ortaggi e frutta di stagione, che cuciniamo<br />

davanti al tepore dei primi caminetti accesi. Ma<br />

quali sono questi prodotti? Dalle castagne, ai<br />

funghi, la nota varietà dei porcini al tartufo, alla<br />

zucca, e tanti altre leccornie, questo è un periodo<br />

particolarmente florido per la nostra salute e il<br />

benessere. Andiamo a scoprire come…<br />

AUTUNNO, dALLA TerrA ALLA TAVOLA<br />

È importante che gli alimenti che consumiamo<br />

siano stagionali, altrimenti essi risultano insapori<br />

e di bassa qualità. Consumare prodotti di stagio-<br />

72<br />

quanDO<br />

tutte<br />

le stagioni del gusto<br />

di Silvia Calvi - foto Regione Piemonte<br />

ne significa prediligere alimenti che hanno tutte<br />

le migliori qualità nutritive, prodotti freschi, sani<br />

e più ricchi di vitamine, genuini, in linea con la<br />

stagionalità e la provenienza geografica di frutta<br />

e verdura. I prodotti stagionali influiscono sullo<br />

stato di salute aiutano a ridurre di un terzo il rischio<br />

di insorgenza di malattie metaboliche e di<br />

patologie cardiovascolari, sia a prevenire alcuni<br />

tumori. Acquistare prodotti di stagione comporta<br />

anche una minore spesa, perché quelli fuori<br />

stagione sono importati o richiedono comunque<br />

tecniche particolari. Se ne convenga che è preferibile,<br />

oltre che salutare, consumare prodotti di


stagione. Ma quali sono i prodotti da ricercare in<br />

autunno tra mercati e bazar? Le bietole da cucinare<br />

crude e in insalata, i broccoli per condire la<br />

pasta, i carciofi da cucinare in padella, le carote<br />

da sgranocchiare con un filo d’olio crudo, i cavolfiori<br />

da passare “gratin” al forno, i cavoli, il cavolo<br />

cappuccio, il cavolo verza, i cetrioli e le cicorie per<br />

un’insalata più saporita che mai. E poi ancora i<br />

fagiolini, i finocchi, i funghi, le melanzane, le onnipresenti<br />

patate; i peperoni, il radicchio, la rapa,<br />

i ravanelli, gli spinaci, le zucchine e la famosa<br />

zucca, ormai inflazionata per ricorrenze oltreoceano<br />

come “Halloween”.<br />

Ed è proprio sulla zucca, regina dell’autunno, che<br />

ci concentreremo, fornendovi alcune deliziose e<br />

semplici ricette di leccornie da preparare a casa<br />

in un attimo, soddisfacendo i palati più raffinati e<br />

non contravvenendo alla regola della stagionalità<br />

del cibo.<br />

LA zUccA, Le PrOPrIeTÀ BeNefIcHe<br />

Utilizzata non solo in cucina, ma anche in cosmesi<br />

e in medicina, la zucca viene persino usata<br />

come contenitore e come utensile.<br />

La zucca appartiene alla grande famiglia delle<br />

Cucurbitacee, molto ricca di varietà, sia per<br />

quanto riguarda la forma, che per il colore. Le<br />

specie più note sono la Cucurbita maxima (zucca<br />

dolce) e la Cucurbita moschata (zucca torta<br />

o zucca pepona), da non confondere con la Cucurbita<br />

pepo, specie cui appartengono le comuni<br />

zucchine. Nella Cucurbita maxima il “frutto”,<br />

considerato la zucca per eccellenza, ha una forma<br />

voluminosa e appiattita in alto, caratterizzata<br />

da una spessa buccia verde solcata da striature<br />

longitudinali. Generalmente è di grandi dimensioni<br />

(può arrivare a pesare anche 80 kg), mentre<br />

la Cucurbita maxima presenta una polpa di colore<br />

giallo-arancio farinosa e dolciastra. La Cucurbita<br />

moschata invece, ha una forma allungata,<br />

cilindrica, un po’ “gonfia” all’estremità, è di colore<br />

verde/arancione, di dimensioni medie ed ha una<br />

polpa dolce e tenera. In Italia, le varietà di zucche<br />

più coltivate sono la Marina di Chioggia, molto<br />

diffusa nel Nord, e la Lunga di Napoli.<br />

come si sceglie una buona zucca?<br />

La zucca viene seminata in primavera e arriva a<br />

maturazione in agosto. Al momento dell’acquisto<br />

è importante che il prodotto sia fresco, ben maturo<br />

e sodo. Basta “colpirla” con le nocche della<br />

mano e verificare che emetta un suono sordo.<br />

Inoltre, il picciolo, inoltre, deve essere morbido e<br />

ben “attaccato” alla zucca e la buccia deve essere<br />

pulita e senza ammaccature. Visto che, generalmente<br />

le sue dimensioni sono enormi, la zucca<br />

viene venduta a tranci o fette, ma occorre tener<br />

presente che la buccia e semi rappresentano<br />

uno scarto del 30-35%. Specialmente nel caso in<br />

cui venga acquistata a fette, occorrerà verificare<br />

bene che la parte tagliata ed esposta all’aria non<br />

sia eccessivamente asciutta.<br />

come si conservano le zucche?<br />

Acquistata una zucca intera, la si può conservare<br />

per tutto l’inverno, in un ambiente buio, fresco<br />

e asciutto. Secondo la tradizione, le zucche<br />

andrebbero mangiate entro carnevale. I pezzi di<br />

zucca cruda, si conservano invece nel frigorifero,<br />

generalmente nello scomparto delle verdure, avvolti<br />

nella carta trasparente: in questo caso però,<br />

vanno consumate entro alcuni giorni poiché facilmente<br />

“si disidratano”. Se invece la si vuole conservare<br />

nel congelatore, si dovrà limare la buccia,<br />

tagliare la zucca a dadini e “sbollentarla” un po’,<br />

prima di congelarla.<br />

Le proprietà nutrizionali:<br />

La zucca è in grado di “riempire” un intero menù,<br />

dall’antipasto al dolce, poiché molte sono le sue<br />

“virtù” ed ogni piatto risulterà quindi gustoso e<br />

salutare. Ecco le proprietà nutrizionali della zucca,<br />

riferite a 100 grammi di prodotto<br />

73


74<br />

Le ricette della nonna<br />

La zucca Tart<br />

Ingredienti: 500 g zucca mantovana, 150 g patate farinose, 50 g parmigiano reggiano, 25 g burro, 4 uova, pane grattugiato,<br />

1 vasetto di fonduta ossolana, Brencio.<br />

Preparazione: Sbucciare la zucca e tagliarla a pezzetti, metterla in una teglia e cuocerla<br />

in forno a 200°C tenendola coperta con un foglio di alluminio e aggiungendo<br />

del sale grosso. A cottura ultimata passarla al setaccio e unirla alle patate passate<br />

e in precedenza lessate. Aromatizzate con parmigiano, fiocchetti di burro e uova.<br />

Nel frattempo scaldate la fonduta a fuoco basso e girate spesso.<br />

Mettete il composto in stampini imburrati e passati nel pangrattato ed infornate a<br />

bagnomaria a 180°C per circa 20 minuti. Servite lo sformatino caldo accompagnato<br />

dalla fonduta.<br />

Ossibuchi brasati al vino rosso<br />

Ingredienti per 6 persone: 6 Ossibuchi di vitello, 300 ml di Barbera d’Alba superiore,<br />

150 g di cipolla, 150 g di funghi alla boscaiola QB, 100 g carote, 80 g sedano,<br />

2 cucchiai farina grano tenero BIO Antico Molino, 4 cucchiai di olio extravergine di<br />

oliva, Sale, Pepe in grani.<br />

Preparazione: Infarinate leggermente gli ossibuchi, quindi rosolateli in padella, a<br />

fuoco vivo, nell’olio caldo. Trasferiteli poi in una teglia con il loro fondo di cottura,<br />

aggiungete il sedano, la carota, la cipolla, il tutto tagliato a tocchetti, il vino, un pizzico<br />

di sale e alcuni grani di pepe.<br />

Passate in forno a 200°C per 50 minuti circa.<br />

Nel frattempo sgocciolate bene dal loro olio i funghi e riscaldateli in padella aggiungendo qualche fogliolina di prezzemolo<br />

alla fine. Ultimata la cottura in forno, trasferite gli ossibuchi con il loro saporito intingolo in un piatto da portata e<br />

serviteli accompagnati dai funghi e, volendo, con un morbido purè di patate.<br />

Gelato di castagna<br />

Ingredienti per 6 persone: 1 litro di latte, 15 g di amido, 400 g di zucchero, 6 tuorli<br />

d’uovo, 200 g crema di marroni alla vaniglia QB, 1 bastoncino di cannella Castagne<br />

sciroppate QB.<br />

Preparazione: In una pentola sciogliete l’amido nel latte freddo e profumate il tutto<br />

con la cannella. Passate il composto sul fuoco e portatelo ad ebollizione.<br />

In un altra casseruola montate i tuorli d’uovo, aggiungete lo zucchero e diluiteli con<br />

il latte dal quale si dovrà togliere il bastoncino di cannella. Lasciate raffreddare ed<br />

incorporate la crema di castagne. Amalgamate bene il tutto. Versate la crema in<br />

uno stampo e mettetelo nel freezer. Potete servirlo a fette, decorato con le castagne sciroppate.


A pensarci bene il cibo è sempre stato sinonimo di<br />

salute. Nel nostro Meridione, così come in Africa,<br />

le donne devono vantare qualche chilo di troppo<br />

per ostentare il loro benessere, e per piacere di<br />

più agli uomini anche. In Sud America poi persino<br />

le icone dello spettacolo mettono in mostra curve<br />

mozzafiato, che sono potente mezzo di seduzione<br />

e sensualità. E al cibo si torna, nelle ricette più<br />

tradizionali, come rimedio di bellezza e salute.<br />

Proviamo a fare un viaggio virtuale alla scoperta<br />

di segreti e pozioni.<br />

76<br />

cOme<br />

iL ciBO<br />

non è solo per il palato<br />

di Alfonsa Sabatino<br />

L’OrO deL MArOccO<br />

L’Olio di Argan ha un gusto molto forte ed è utilizzato<br />

nella cucina marocchina per condire il pane,<br />

le insalate o per preparare l’ amlou con mandorle<br />

pestate e miele, un dolce servito spesso agli invitati<br />

più graditi che oltre ad essere molto buono<br />

sembra avere grandi virtù afrodisiache. L’olio<br />

prodotto dai semi della pianta d’argan, nella zona<br />

sud occidentale del Marocco, è utilizzato da sempre<br />

dalle donne per i suoi benefici nutrizionali e<br />

cosmetici. Ingrediente immancabile nella cucina


nella preparazione di tajine di pesce e di carne,<br />

l’olio, ricco di vitamina E (il doppio dell’olio d’oliva)<br />

e di acidi essenziali, è sorprendente anche per la<br />

cura dei capelli e della pelle, che nutre e rivitalizza<br />

dando lucentezza e freschezza. Da usare dopo<br />

il tradizionale hammam o dopo una semplicissima<br />

doccia, l’olio di Argan è prodotto da diverse<br />

cooperative di donne, che sono state sostenute<br />

nel tempo dallo stesso governo marocchino.<br />

www.olio-argan.com/produzione-olio-argan<br />

www.etoiledargan.it<br />

Le LeNTIccHIe NON SOLO A cAPOdANNO<br />

In ayurveda i legumi sono considerati alimenti in<br />

grado di purificare e di dare struttura, contengono<br />

pochi grassi, molte fibre, ferro e sali minerali:<br />

per questo non devono mancare nella nostra dieta.<br />

Non solo nel piatto, anche nei momenti che<br />

dedichiamo alla cura del nostro corpo. Le polveri<br />

Dal nostro Meridione<br />

all’America Latina<br />

il cibo è sinonimo di benessere,<br />

e nelle ricette tradizionali<br />

di mezzo mondo<br />

sono gli alimenti il rimedio<br />

di bellezza e salute.<br />

ricavate dalla farina di legumi (farina di lenticchie<br />

rosse o riso, soia verde, e di ceci o mais a seconda<br />

del nostro dosha) vengono mescolate con olii<br />

vegetali ed olii essenziali fino a ricavarne una pasta<br />

cremosa da applicare su tutto il corpo: questo<br />

procedimento distende, tonifica e può contribuire<br />

a riattivare la microcircolazione del tessuto muscolare,<br />

lasciando la pelle distesa e soffice.<br />

LA cereTTA è dOLce<br />

Caramel è uno dei film libanesi più famosi (2007,<br />

diretto dall’attrice Nadine Labaki) e prende il titolo<br />

dal metodo di epilazione usata in Medioriente,<br />

che usa zucchero, acqua e succo di limone riscaldati<br />

assieme. Lasciando stupite anche le più<br />

scettiche, la ceretta al caramello sta prendendo<br />

77


piede anche da noi.<br />

Basta far bollire due<br />

manciate di zucchero<br />

con mezzo bicchiere<br />

d’acqua, quando il caramello<br />

acquista un colore<br />

dorato bisogna aggiungere<br />

alcune gocce di limone e 2<br />

cucchiai di miele. Immergere<br />

la pasta nell’acqua fredda<br />

per farla intiepidire e poi lavorarla<br />

fino a ottenere una<br />

palla di caramello. La cera è<br />

fatta: è sufficiente stendere<br />

la pasta sulle gambe e dal<br />

basso verso l’alto, e strappare<br />

con gesto deciso. Questa tecnica<br />

naturale al 100% ha un effetto che<br />

dura tre settimane, è consigliata alle<br />

donne che hanno i capillari fragili perché<br />

più delicata, per la temperatura moderata e<br />

per il piacevole massaggio provocato dalla palla.<br />

LA rIceTTA deLLe ANde<br />

La quinoa (Chenopodium quinoa) viene coltivata<br />

da oltre 5000 anni sugli altipiani pietrosi delle<br />

Ande a 4000 metri sul livello del mare ed è cibo<br />

essenziale per le popolazioni andine. Inevitabilmente<br />

resistente, la pianta non richiede particolari<br />

trattamenti e produce una spiga ricca di semi<br />

rotondi, simili a quelli del miglio. Usato nella cucina<br />

al posto di riso o miglio, ottima nelle zuppe e<br />

nelle insalate, la quinoa è un alimento ricco di proprietà<br />

nutritive: contiene fibre e minerali, come<br />

fosforo, magnesio, ferro e zinco, ed è un’ottima<br />

fonte di proteine vegetali. I grassi contenuti nella<br />

78<br />

quinoa sono prevalentemente insaturi e non<br />

contenendo glutine è un alimento leggero,<br />

adatto sia agli adulti che ai bambini. Per le sue<br />

proprietà nutritive e ricostituenti, riconosciute<br />

già dagli antichi Incas, viene utilizzata anche in<br />

estetica e la società del Karitè propone la CREMA<br />

di QU<strong>IN</strong>OA, che utilizza i principi attivi dell’antico<br />

cereale sudamericano per un trattamento di<br />

morbidezza ed idratazione. Altra fragranza<br />

lanciata sul mercato è quella a base<br />

di RISO E MIELE, che combina<br />

le proprietà<br />

emollienti del<br />

latte di riso e<br />

la dolcezza del<br />

miele che garantisconoidratazione<br />

e vitalità.<br />

www.karite.it, www.<br />

altromercato.it<br />

IL PIccANTe<br />

Per eSSere BeLLI e <strong>IN</strong> fOrMA<br />

Le proprietà del peperoncino mettono d’accordo<br />

la Calabria con la lontana Cina, la Turchia con il<br />

Messico, che riconoscono i benefici del potente<br />

cornetto rosso. A differenza del pepe nero, che<br />

non sembra fare molto bene alla salute, il peperoncino<br />

facilita la digestione, soprattutto se preparato<br />

in infuso con camomilla e miele. Ricco di<br />

vitamina C e E, il peperoncino è un potente anticancro,<br />

previene infarti e malattie cardiovascolari,<br />

abbassa il colesterolo, rafforza arterie e cuore.<br />

Fatto macerare nell’alcol e usato come impacco<br />

sulle zone doloranti in caso di artriti e reumatismi<br />

aiuta ad alleviare il dolore; dicono essere utile per<br />

i postumi di una sbronza, è un ottimo afrodisiaco<br />

e secondo la medicina cinese è un efficace rimedio<br />

contro la depressione. Ancora, nelle cure di<br />

bellezza, il peperoncino viene usato in maschera<br />

contro l’acne, per avere una pelle giovane e<br />

fresca; le lozioni a base di alcol e peperoncino<br />

vanno tamponate sulla cute per rinforzare i capelli<br />

e contro la calvizia e fanghi a base di argilla e<br />

peperoncino in polvere sono ottimi per impacchi<br />

contro l’adiposità in eccesso.<br />

www.peperoncino.org


Direttamente<br />

a Porta Palazzo,<br />

le 25 spezie<br />

del Madagascar<br />

Atelier Madagascar<br />

Via Borgo Dora 21, Torino<br />

www.vanigliabourbon.net<br />

Tel. 011 276 74 79<br />

Cell. 338 255 87 35<br />

info@vanigliabourbon.net<br />

Edith Elise Jaomazava è in Italia da 14 anni e dopo aver fatto<br />

la mamma a tempo pieno e aver cresciuto i suoi quattro bambini<br />

si è trovata con tanta voglia di lavorare e una bellissima idea di<br />

progetto. Insignita del Money Gram Award nel 2010, come miglior<br />

imprenditore immigrato dell’anno, è originaria del Madagascar.<br />

Ha pensato di portare qui un po’ dei colori e dei sapori della sua<br />

terra e così ha iniziato a importare e vendere vaniglia e cannella.<br />

“Anche nella cucina italiana si utilizzano le nostre spezie e puntando<br />

sulla qualità della produzione e delle tipicità del Madagascar ho<br />

iniziato questa piccola attività”. Una piccola attività divenuta<br />

grande e oggi sono 25 le spezie che l’Atelier Madagascar vende<br />

all’ingrosso e al dettaglio e presto si farà promotrice di un’intera<br />

cultura e tradizione. Nel mese di novembre, infatti, verrà inaugurato<br />

il negozio di via Borgo Dora 21, in piena Porta Palazzo, che<br />

sarà uno spazio di vendita, ma anche e soprattutto di incontro:<br />

“abbiamo in mente un calendario fitto di appuntamenti e iniziative<br />

culturali, di degustazione di diversi tipi di the e magari del vin brulé<br />

fatto con le nostre spezie durante il Gran Balon nelle domeniche<br />

invernali. In questi anni tante persone si sono interessate agli usi e<br />

alle proprietà delle spezie del Madagascar che vendiamo e così ho<br />

deciso di organizzare, una volta al mese, una conferenza proprio per<br />

raccontare le ricette in cucina, per la salute e bellezza a base delle<br />

nostre spezie”. Ottimo il gelato alla vaniglia per il palato e il the<br />

con un po’ di zenzero contro il raffreddore. Allora muniti di carta e<br />

penna, come in uno dei tanti romanzi di moda di questi ultimi anni,<br />

possiamo andare all’atelier e ritrovare un angolo di paradiso, di<br />

tradizione e cultura speziatissima e golosa.


[ IL PePerONc<strong>IN</strong>O]<br />

[ IL PIAcere deL V<strong>IN</strong>O]<br />

80<br />

LiBri<br />

di Silvia dallo<br />

Lorena fiorni<br />

Newton Compton Editore<br />

447 pagine<br />

Il peperoncino, una spezia<br />

amata in molte parti<br />

del mondo e in Italia, con<br />

indubbie qualità terapeutiche.<br />

Un rimedio naturale<br />

con una storia estremamente<br />

antica. L’autrice<br />

propone non solo ricette<br />

dall’antipasto al dessert<br />

caratterizzate dalla presenza<br />

del peperoncino,<br />

ma anche una sezione<br />

in cui suggerisce rimedi attraverso i quali curare<br />

i più comuni malesseri attraverso l’utilizzo di questa<br />

spezia, malesseri come l’artrite, la cefalea, la<br />

depressione e altre ancora. Non esclude neppure<br />

suggerimenti che riguardano la bellezza. Un volume<br />

divertente e piacevole, tutto rosso, dalla copertina al<br />

colore del testo.<br />

Paola Gho – Giovanni ruffa<br />

Slow <strong>Food</strong> Editore<br />

303 pagine<br />

Un libro che ci insegna a<br />

bere meglio, spiegandoci<br />

l’universo sensoriale<br />

e i cinque gusti coinvolti<br />

nella degustazione, cosa<br />

significa degustare un<br />

vino, quali sono i ferri del<br />

mestiere e in che ambiente<br />

geografico l’uva<br />

cresce meglio. Spiega poi<br />

come l’uva venga lavorata,<br />

come si trasforma in vino e i vari modi in cui si<br />

presenta ai nostri occhi: colore, limpidezza, fluidità.<br />

Un capitolo a parte è dedicato ai profumi e al gusto<br />

e alle tecniche di degustazione. Altrettanto interessanti<br />

gli approfondimenti sui tappi e sulla letteratura<br />

che lo riguarda, ma anche sulle etichette più<br />

prestigiose e antiche.<br />

[ UNA MeLA AL GIOrNO: MA qUALe?I]<br />

Augusto Innocenti - carlo Prunet<br />

Espress Edizioni<br />

238 pagine<br />

Sempre più spesso si<br />

parla di etichette dei cibi<br />

confezionati, etichette che<br />

corrispondono alle direttive<br />

europee, ma sono di<br />

difficile comprensione, e<br />

non è sempre facile capire<br />

il loro significato. Questo<br />

interessante volume<br />

del biologo nutrizionista<br />

Innocenti e dello psicologo e psicoterapeuta Pruneti<br />

cerca, appunto, di aiutare i consumatori a destreggiarsi<br />

di fronte a queste piccole, ma fondamentali,<br />

etichette. Un manuale che ci aiuta a comprenderle<br />

per poter scegliere cosa vogliamo mettere in tavola<br />

con consapevolezza, sicuri di aver capito cosa troviamo<br />

scritto nelle etichette.<br />

[ LA cUc<strong>IN</strong>A deLLA SALUTe]<br />

Laura rangoni<br />

Newton Compton Editore<br />

431 pagine<br />

Autrice di diversi volumi<br />

di cucina e giornalista,<br />

Laura Rangoni<br />

propone, questa volta,<br />

un volume suddiviso<br />

mese per mese, con<br />

l’obiettivo di sfruttare al<br />

meglio la cucina di stagione.<br />

Per ogni mese<br />

indica quindi i prodotti<br />

più tipici, le loro caratteristiche,<br />

come si conservano e le curiosità che li<br />

riguardano, prima di passare alle ricette per cucinarli.<br />

Un volume interessante e utile. Soprattutto<br />

perchè, spesso, i prodotti di stagione sono anche<br />

quelli più a buon prezzo.


[ 365 VOLTe PIeMONTe]<br />

M.Bonavero-B.Gambarotta-d.Musci-c.Santacroce<br />

Il Punto Editrice<br />

573 pagine<br />

Un volume elegantemente<br />

rilegato che ripercorre<br />

la tradizione<br />

culinaria<br />

del Piemonte.<br />

La parte storica<br />

fotografa i menù<br />

consumati in occasioni storiche di rilievo, mentre<br />

una seconda parte riporta alla luce oggetti e strumenti<br />

utilizzati in un passato non poi così lontano.<br />

Esiste uno spazio anche per le ricette della tradizione.<br />

Un libro curioso e interessante, che apre più di<br />

una finestra sul passato e sul presente.<br />

[ rIceTTe Per cASAL<strong>IN</strong>GHI dISPerATI ]<br />

Paola Balducchi<br />

Newton Compton Editore<br />

527 pagine<br />

L’autrice ed esperta di<br />

ricette antiche e moderte<br />

ha scelto di scrivere<br />

questo volume venendo in<br />

soccorso a tutti quei single<br />

che hanno abitudini,<br />

esigenze e tempi diversi<br />

da chi vive in famiglia. Un<br />

ricettario pensato per chi<br />

vive da solo ma non vuole<br />

rinunciare ai piaceri della buona tavola. L’autrice ha<br />

diviso l’universo dei single in undici profili, e ad essi<br />

suggerisce le sue ricette. Nel volume troveremo,<br />

quindi, quelle per il vegetariano, per il carnivoro, per<br />

il frettoloso, per il risparmiatore e il raffinato, per il<br />

festaiolo e il goloso...<br />

[ LA cUc<strong>IN</strong>A deLLe STAGIONI <strong>IN</strong> cITTÀ]<br />

francesco Passalacqua – federica Giacobino<br />

Blu Edizioni<br />

62 pagine<br />

Un libro di ricette<br />

incentrato sull’importanza<br />

di seguire<br />

la stagionalità dei<br />

prototti. Cucinare,<br />

insomma, ciò che è<br />

di stagione. Il volume,<br />

suddiviso nelle<br />

quattro stagioni,<br />

propone per ciascuna<br />

ricette semplici ma antiche, tipiche della tradizione,<br />

dove verdura e spezie acquistano un valore<br />

fondamentale. Le illustrazioni di Federica Giacobino<br />

rendono ancora più accattivanti le ricette del famoso<br />

cuoco Francesco Passalacqua.<br />

[ IL PIAcere deLL’OrTO]<br />

Alberto Arossa<br />

Slow <strong>Food</strong> Editore<br />

300 pagine<br />

Un invito a coltivare un<br />

orto buono, pulito e giusto,<br />

perché racconta<br />

come fare crescere le<br />

piante migliori per il territorio<br />

in cui si abita, con<br />

tecniche meno dispendiose<br />

e più ecologiche.<br />

Senza dimenticare che<br />

l’orto, prima di ogni altra<br />

cosa, deve gratificare a chi lo cura. Completa il libro<br />

la guida alla scelta degli ortaggi con 56 schede illustrate<br />

e 15 proposte di attività ludiche per le scuole e<br />

i più giovani e utili appendici finali.<br />

81


La buona cucina parla un linguaggio internazionale<br />

che viene apprezzato in maniera indistinta.<br />

Ecco allora alcuni piatti assolutamente da provare…<br />

C’è chi desidera preparare manicaretti e c’è<br />

chi invece vuole assaggiarli. La sottoscritta appartiene<br />

alla seconda categoria e non ha alcun<br />

problema a sperimentare menù originali e fuori<br />

dal comune, magari provenienti da paesi lontani.<br />

Curiosando qua e là sul web ho scoperto alcune<br />

ricette sfiziose e interessanti, firmate da chef<br />

82<br />

cOme<br />

gOLOsi<br />

di tutto il mondo unitevi!<br />

di Barbara Odetto<br />

rinomati, che suggerisco a quanti invece amano<br />

dilettarsi tra i fornelli. Prima di iniziare questo


viaggio gastronomico, però, vi pongo una domanda:<br />

lo sapete che alcuni cuochi sono considerati<br />

delle vere celebrities e vengono pagati come le<br />

star di Hollywood?<br />

Beati loro e beati quanti possono gustare una<br />

delle loro costosissime portate.<br />

Nobuyuki Matsuhisa, ad esempio, è considerato<br />

a pieno titolo il massimo esperto di sushi del<br />

pianeta e possiede circa venti ristoranti in tutto il<br />

mondo che fanno parte della catena Nobu e che<br />

sono spesso frequentati da attori del calibro di<br />

Robert De Niro.<br />

Oltre che per la capacità di interpretare in maniera<br />

innovativa il sashimi, lo chef giapponese è celebre<br />

anche per il Merluzzo nero in salsa di Miso<br />

e per i Gamberetti in funghi di mare e fagiolini<br />

verdi: ricette tanto appetitose quanto impossibili<br />

da imitare, purtroppo.<br />

(dosi per 6-8 persone)<br />

Tempo di preparazione: 10 minuti<br />

Tempo di cottura: 45 minuti<br />

difficoltà: facile<br />

Casseruola di gamberi e riso<br />

Ingredienti:<br />

1 chilogrammo di gamberi già sgusciati - peperone - 1 cipolla -<br />

prezzemolo tritato - 2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva - 50<br />

grammi di burro - 2 bicchieri di - unghi secchi - 2 tazze di formaggio<br />

cheddar cheese o parmigiano - 4 bicchieri d riso<br />

Lo chef Monny B<br />

Se invece desiderate cimentarvi in portate diverse<br />

da quelle classiche che potete trovare nei libri<br />

di cucina più consultati, ecco alcune idee originali<br />

e… very international. Per stupire i vostri ospiti<br />

con sapori speciali!<br />

Lo chef Paula deen<br />

Preparazione<br />

In una casseruola far soffriggere nell’olio extra vergine d’oliva il prezzemolo, il peperone e la cipolla sino a quando<br />

questa non sarà dorata e il peperone morbido. Aggiungere i gamberi precedentemente lavati, bolliti e sgusciati. Nel<br />

frattempo ammorbidire i funghi essiccati in acqua e, una volta pronti, sminuzzarli in modo da renderli una crema.<br />

Versare la crema di funghi nel tegame e mescolare a lungo. Aggiungere una tazza di cheddar cheese oppure di parmigiano,<br />

mescolare nuovamente e versare tutto il riso. Quando questo sarà quasi cotto aggiungere il restante formaggio<br />

e mescolare in modo da creare un composto omogeneo. Dopo aver cosparso il tutto con il burro, infornare e cuocere a<br />

250 gradi con ventilazione per mezz’ora-quarantacinque minuti al massimo.<br />

Lo chef<br />

Originaria della Georgia, l’americana Paula Deen non è solo considerata una cuoca d’eccellenza, ma un vero fenomeno<br />

a stelle e strisce. Dopo la morte dei suoi genitori e la separazione dal marito, la donna soffrì a lungo di agorafobia. La<br />

passione per la cucina la salvò dal baratro: inaugurò infatti The Bag Lady, un servizio di consegna a domicilio di pietanze<br />

preparate in maniera casalinga che in poco tempo conquistò il Paese. Oggi Paula conduce due trasmissioni televisive<br />

dedicate all’arte culinaria e i suoi libri di ricette, così come le biografie, sono ogni volta un best seller di successo.<br />

83


(dosi per 6 persone)<br />

Tempo di preparazione: 1 ora e 10 minuti<br />

Tempo di cottura: 40 minuti<br />

difficoltà: facile<br />

84<br />

Polpettone ai carciofi e spinaci<br />

Ingredienti:<br />

400 grammi di carne tritata - 3 carciofi - 300 grammi di spinaci lessati - 1 limone - 1 scalogno - 1 mazzetto di prezzemolo<br />

- 1 spicchio di aglio - mollica di pane - latte qb - 100 grammi di prosciutto cotto in 1 sola fetta - 100 grammi di<br />

mortadella in 1 sola fetta -1 uovo - 150 grammi di speck a fette spesse - olio extravergine di oliva sale e pepe qb.<br />

Preparazione<br />

Pulire i carciofi eliminando i gambi, le foglie esterne più dure e le punte. Tagliarli a spicchi e metterli in acqua acidulata<br />

con succo di limone per evitare che anneriscano. Soffriggere in poco olio lo scalogno tritato, unire i carciofi e gli spinaci<br />

e cuocerli per circa 20 minuti, dopo averli cosparsi di prezzemolo e aglio tritati molto finemente. Preriscaldare il forno a<br />

180 gradi. Bagnare la mollica di pane con un po’ di latte e metterla nel mixer assieme alla carne e a tutti gli ingredienti<br />

tranne lo speck, quindi condire con sale e pepe. Foderare uno stampo rettangolare con le fette di speck, facendole<br />

uscire dal bordo, e riempirlo con il polpettone preparato, cercando di dargli una forma rotonda. Ripiegare le fette di<br />

speck sul polpettone e passarlo in forno per 40 minuti.<br />

Lo chef<br />

MonnyB non è una cuoca stellata, ma una donna creativa che ha fatto della cucina un’arte. Perché saper mixare il<br />

poco tempo che ognuna di noi ha per preparare le pietanze con i sapori più sfiziosi, la fantasia nell’esecuzione dei piatti<br />

con l’aspetto economico è davvero un’arte. MonnyB è anche una mamma attenta ad un’alimentazione buona, sana e<br />

rispettosa del bilancio familiare, un’amica che rimane a lungo tra i fornelli per soddisfare gli ospiti e uno chef molto<br />

seguito sul blog www.monnyb.it e in televisione nel programma Semplicemente Monnyb. Da poco è in libreria con il suo<br />

primo titolo: La cucina senza tempo (da perdere).


NoveNo Cumpleaños<br />

NoNo CompleaNNo<br />

NiNth birthday<br />

Neuvième aNNiversaire<br />

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La tavola degli italiani si tinge di colori, si personalizza,<br />

si reinventa per essere sempre di più<br />

lo specchio dell’anima del padrone di casa. Così,<br />

anche al di fuori di occasioni comandate come<br />

comunioni, battesimi, pranzi e cene di Natale e<br />

di Santo Stefano, anche quotidianamente una tavola<br />

addobbata secondo gusti e fantasia di chi la<br />

governa con amore, può essere eclettica, romantica,<br />

raffinata, senza mai però eccedere in quella<br />

“ingessatura” da bon ton. Insomma, la tavola diventa<br />

sempre di più originale e “divertente”.<br />

Già, accomodarsi a tavola oggi è sempre più<br />

86<br />

cOme<br />

La creatività<br />

è servita<br />

di Liliana Carbone<br />

conviviale e attorno ad essa si respira allegria,<br />

serenità e quel tocco di glamour che non passa<br />

inosservato. Complici servizi di piatti, posate e<br />

di bicchieri e novità in fatto di pentole che portano<br />

aria nuova sulla tavola del 2011. Ma non solo.<br />

“Oggi apparecchiare una tavola significa metterci<br />

del proprio – spiega Donatella Galli, presidente<br />

dell’associazione “ART- Arti della tavola e del<br />

Regalo” -, è il frutto della propria personalità e<br />

dell’amore per ciò che si fa. Ecco perché si può<br />

creare una tavola coordinata ed originale anche<br />

senza essere grandi maestri di stile”.


Perché in fondo il segreto sta in queste parole:<br />

“Il primo ospite di casa tua sei tu, perché ci sei<br />

tutti i giorni, e per un ospite si hanno sempre i<br />

migliori riguardi!”.<br />

PIATTI: fOrMe e cOLOrI SI MeScOLANO<br />

Preparare tavola non è mai stato così creativo!<br />

La parola d’ordine è mescolare, perché solo in<br />

questo modo si porta agli occhi dei commensali<br />

quell’allure di originalità che fa bello e gradevole<br />

un pranzo o una cena in famiglia o con amici.<br />

«Il servizio di piatti, realizzato in porcellana, ceramica<br />

o in stoneware è un tripudio di forme e di<br />

colori che si sposano con armonia e complicità»<br />

spiega Donatella Galli. “Dal servizio di piatti più<br />

semplice a quello più prestigioso (per l’aggiunta<br />

di decori raffinati e ricercati), la tavola si reinventa<br />

con armonia”.<br />

Armonico è l’accostamento dei piatti di portata<br />

che hanno forme diverse. “Così – prosegue<br />

Donatella Galli -, ecco il piatto piano quadrato, il<br />

piatto frutta rotondo e il piatto fondo a forma di<br />

foglia”.<br />

Anche i colori si combinano felicemente. “Si incontrano<br />

nei servizi di piatti punte di bianco su<br />

fondi colorati, e viceversa. Anche gli accessori<br />

della tavola sono decorati e colorati”.<br />

La parola d’ordine è mescolare:<br />

solo così si porta<br />

agli occhi dei commensali<br />

quell’allure di originalità<br />

che fa bello e gradevole<br />

un pranzo in famiglia.<br />

87


NUOVe TONALITÀ Per feSTeGGIAre<br />

IL NATALe<br />

Ma c’è di più. A Natale, oltre ai consueti e tradizionali<br />

rosso, verde, oro e argento, faranno bella<br />

mostra di sé nuove tonalità come il blu e il viola,<br />

spesso attraversati dal bianco. «La rivoluzione<br />

dei colori interesserà i servizi di piatti ma anche<br />

le tovaglie e i tovaglioli» spiega Galli. «Al via dunque<br />

accostamenti raffinati tra il blu e l’argento,<br />

passando per il viola e bianco che dà luminosità<br />

all’insieme. La tavola si personalizza con gusto e<br />

divertimento».<br />

Ad OGNUNO LA SUA POSATA<br />

Colorate quanto basta, in acciaio, in argento (si<br />

può lavare in lavastoviglie e non si aspettano Natale<br />

o ricorrenze speciali per metterlo in mostra!),<br />

oppure in acrilico colorato, in corno o in legno, le<br />

posate hanno la loro importanza. Al punto che<br />

alle forchette e ai cucchiai oggi si aggiunge anche<br />

un coltello fatto apposta per tagliare la carne. Ebbene<br />

sì, anche in fatto di posate nasce l’esigenza<br />

di avere sotto il naso uno strumento specifico per<br />

il piatto che andremo a gustare. Così potremmo<br />

trovare accanto al piatto di ceramica a forma<br />

quadrata un affilato coltello per tagliare il nostro<br />

“filetto alle cento erbe”.<br />

SeNzA GAMBO O PIù BASSO?<br />

Torna il bicchiere basso senza gambo per l’acqua<br />

minerale, ma restano fedeli al bon ton il flute<br />

88<br />

e la coppa di champagne. Anche per i bicchieri<br />

degustare un buon vino diventa un momento unico,<br />

al punto che berremo un vino bianco in una<br />

specifica forma di calice e un rosso nero d’Avola<br />

in un bicchiere apposito.<br />

Al bando bottiglie d’acqua di plastica sulla tavo-


la! “Servitevi – consiglia Donatella Galli – di una<br />

semplice brocca. Sulla tavola ha un suo perché<br />

anche una semplice brocca contenente della normale<br />

acqua minerale”.<br />

TOVAGLIe: VOGLIA dI cOTONe,<br />

L<strong>IN</strong>O e fIANdre MA ANcHe dI PrATIcITÀ<br />

Senza tempo e sempre amate sono le tovaglie di<br />

cotone, di lino e di fiandra. Fresche e classiche<br />

e sempre attuali non perdono mai la loro importanza<br />

in un momento di convivialità a tavola. Accanto<br />

a questi tessuti però la novità non è solo la<br />

tovaglia di lino antimacchia o quelle in versione<br />

“enduit” (materiale lavabile e pratico per tutti i<br />

giorni o per scampagnate in giardino). La tovaglia<br />

si presenta sotto l’effetto stropicciato del froissé,<br />

proposto in mille colori. I tovaglioli invece? Rigorosamente<br />

di cotone.<br />

TeNdeNze cHe BOLLONO <strong>IN</strong> PeNTOLA<br />

Non più manici di pentole che scottano! Da WMF<br />

arriva il brevetto mondiale „Cool+“ che impedisce<br />

il surriscaldamento dei manici di una pentola<br />

molto speciale. Il suo nome? “Premium One”<br />

che è stata presentata a Macef, il “Salone internazionale<br />

della Casa” (8-11 settembre).<br />

Funzioni innovative, squisito design ad opera<br />

di Peter Ramminger e lavorazione eccellente<br />

“made in Germany”: questi sono i presupposti<br />

della nuova serie di pentole “Premium One”<br />

adatte per friggere, cucinare al vapore, bollire,<br />

cuocere carne o verdure, scaldare il latte. E se si<br />

tocca non brucia perché la tecnologia brevettata<br />

“Cool+” applicata ai manici (di pentola e coperchio)<br />

assicura che durante la cottura rimangano<br />

davvero “cool”.<br />

La tecnologia “Cool+” è riconoscibile sulle pentole<br />

dai “cool-dots”, elementi di silicone tra la pentola<br />

e i manici che si fanno notare per il colore<br />

rosso acceso che dà alla pentola un inconfondibile<br />

segno di design. Il nuovo sfiato per il vapore<br />

sui coperchi inoltre impedisce fuoriuscite incontrollate<br />

evitando ustioni provocate dal vapore o<br />

da zampilli d’acqua bollente. E poi la forma delle<br />

pentole è studiata per permettere di impilarle per<br />

risparmiare spazio.<br />

Via Ventimiglia, 65 Torino<br />

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89


1 - L’a c q u a d i s c o l at u r a d e l l a pa s ta m a c c h i a<br />

l e p e n t o l e?<br />

Falso. L’acqua di scolatura è un ottimo sgrassante<br />

se usata ancora calda per lavare le stoviglie grazie<br />

all’alto contenuto di amido.<br />

2 - Il l i m o n e b r u c i a l’e p i d e r m i d e?<br />

Falso. è un ottimo rimedio naturale per avere la<br />

pelle morbida e proteggerla contro agenti esterni<br />

3 - Il l i m o n e è u n potente s g r a ss ato r e?<br />

Vero. Toglie anche gli odori fastidiosi dei cibi, come<br />

il pesce, durante il lavaggio.<br />

4 - È v e r o c h e l’ac e to è efficace p e r l ava r e i v e t r i?<br />

Vero. E col tempo noterete che gli specchi tendono<br />

ad appannarsi molto meno.<br />

5 - La cenere delle sigarette fa b e n e alle p i a n t e?<br />

Falso. La cenere di cui si parla come fertilizzante<br />

è cenere di legna e foglie, nelle sigarette sono contenuti<br />

decine di prodotti chimici dannosissimi.<br />

6 - Le fo g l i e d i ta b ac c o s o n o u n antiparassitario?<br />

Vero. Nel caso di foglie macerate. Vaporizzando il<br />

composto ottenuto sulle foglie allontana parassiti<br />

e gli afidi.<br />

7 - Ll f u m o d i s i g a r e t ta fa m a l e a l l e p i a n t e?<br />

Falso. Il fumo contribuisce ad aumentare il tasso di<br />

anidride carbonica che aiuta le piante nel processo<br />

di produzione dell’ossigeno.<br />

90<br />

VERO? ? ?<br />

8 - Il s a l e d a c u c i n a fa m a l e a l lo s c a r i c o<br />

d e l l a v a n d i n o p e r v i a d e l c a lc a r e?<br />

Falso. Mescolando il sale col bicarbonato in parti<br />

uguali e facendolo scorrere con acqua bollente nello<br />

scarico lo stura e lo mantiene libero.<br />

9 – La m a n d o r l a fa b e n e alla pelle?<br />

Vero. Mischiata con aloe, argilla e lavanda contribuisce<br />

a pulire e nutrire la pelle.<br />

10 - l b i c a r b o n at o fa b e n e a i d e n t i?<br />

Falso. Alla lunga corrode lo smalto e sensibilizza i denti.<br />

11 – L’ac e to r e n d e i capelli più lu c i d i?<br />

Vero. Deterge a fondo e protegge contro gli agenti<br />

esterni.<br />

12 – Il c i o c c o l ato p r i m a d i a n d a r e a d o r m i r e<br />

fa b e n e?<br />

Falso. Il cacao contiene caffeina, teobromina serotonina<br />

e feniletilamina, che essendo sostanze eccitanti<br />

rovinano il sonno.<br />

13 - Il l i m o n e è u n b u o n d e t e r g e n t e p e r il<br />

f o r n o a m i c r o o n d e?<br />

Vero. Lasciato 5 minuti nel forno acceso con<br />

dell’acqua pulisce a fondo e disinfetta.<br />

14 – L’a c e to d i s i d r o fa d i m a g r i r e?<br />

Vero. L’acido acetico, contenuto in misura maggiore<br />

in questa variante di aceto, aiuta a liberare<br />

l’energia dei grassi e dei glucidi.<br />

? ? ?<br />

?


? ?15<br />

– Il r a v a n e l l o fa b e n e a l l a p e l l e d e l v i s o?<br />

Vero. Tritato dopo averlo lasciato in un colino con<br />

del sale, per eliminare l’acqua interna, diventano<br />

un’ottima maschera per il viso adatta per attenuare<br />

le macchie lasciate dall’abbronzatura estiva.<br />

16 – L’o l i o d i l i n o fa b e n e ai m o b i l i?<br />

Vero. L’olio di lino mischiato con alcool diventa un<br />

ottimo detergente e nutriente per mobili in legno.<br />

17 – be r e t r o p p o tè n e r o fa m a l e ?<br />

Falso. Da recenti studi giapponesi risulta un ottimo<br />

antinfluenzale.<br />

18 – La cottura fa p e r d e r e la vitamina a n e i c i b i.<br />

Falso. La vitamina A si disperde con la luce e a<br />

contatto con l’aria, non con la cottura.<br />

19 – Le m a c c h i e d i ciliegia s o n o difficili<br />

d a t o g l i e r e?<br />

Falso. Le macchie di ciliegia si toglono molto facilmente<br />

immergendo, prima del lavaggio, la parte<br />

sporca nel latte.<br />

20 – I c h i o d i d i g a r o fa n o s o n o u n ot t i m o rimedio<br />

a l l’o d o r e d i m u f fa n e g l i a r m a d i?<br />

Vero. Le nostre nonne usavano principalmente<br />

questo metodo negli anni passati.<br />

21 – Le u n g h i e m a c c h i at e d i c i b o d i v e n ta n o p u l i t e<br />

s o lo c o n i s o lv e n t i?<br />

Falso. Le unghie macchiate di cibo tornano pulitissime<br />

se tenute a bagno nello yogurt per qualche<br />

minuto.<br />

O FALSO? ? ?<br />

26 – L’a lo e è u n ot t i m o rimedio c o n t r o<br />

l e b r u c i at u r e.<br />

Vero. Ricco di elementi aiuta la pelle a rigenerarsi<br />

molto velocemente.<br />

22 – La c e n e r e d i s i g a r e t ta to g l i e l e m a c c h i e<br />

d e l l a t i n ta d a l v i s o?<br />

Vero. Immergendo un batuffolo di cotone in acqua<br />

tiepida e poi passato nella cenere risulta efficace<br />

per togliere macchie di tinte dal viso, ma non dai<br />

vestiti.<br />

23 – pe r p u l i r e l e stoviglie in r a m e b a s ta<br />

d e l l’a c e to?<br />

Falso. Il rame ritrova il suo splendore se trattato<br />

con farina gialle, sale e solo in fine l’aceto.<br />

22 – Il b r o c c o lo è u n c i b o c o n p r o p r i e tà<br />

a n t i c a n c e r o g e n e?<br />

Vero. Insieme al cavolfiore è il più ricco di elementi<br />

anticancerogeni.<br />

23 – Pe p e r o n c i n o i n f i a m m a lo s t o m a c o ?<br />

Falso. Stimola la digestione e fornisce un alto apporto<br />

di vitamina C.<br />

? ?<br />

24 – Il s u c c o d i m e l e r e n e t t e a i u ta a m a n t e n e r e<br />

l a p i e g a d e i ca p e l l i p i ù a l u n g o?<br />

Vero. Usato al posto del balsamo ridona anche vigore<br />

al cuoio capelluto<br />

91


Casa e famiglia a Galliate, valigia sempre a portata<br />

di mano, pronto a partire per annunciare<br />

la “buona novella” del vino italiano. Non è pleonastico<br />

né esagerato descrivere così Giuseppe<br />

Martelli, galliatese di 61 anni, una vita dedicata<br />

ai problemi dell’enologia. È lui l’ambasciatore nel<br />

mondo del prodotto Made in Italy, da 31 anni alla<br />

guida dell’Associazione Enologi Enotecnici italiani,<br />

che oltre a rappresentare i tecnici del settore<br />

vitivinicolo, ne salvaguardia l’immagine: più di<br />

quattromila professionisti, che nel 2011 hanno<br />

celebrato i 120 anni di costituzione della categoria<br />

più antica al mondo nello specifico settore.<br />

92<br />

intervista<br />

amBasciatOre<br />

del Made in Italy<br />

di Gianfranco Quaglia - Fonte: NOI (Mensile Novarese) numero di ottobre 2011<br />

Martelli, diplomato in enologia a Conegliano e<br />

laureato in biologia all’Università di Pavia, è anche<br />

presidente del Comitato nazionale per la tutela<br />

e la valorizzazione delle denominazioni d’origine<br />

e delle indicazioni geografiche tipiche dei<br />

vini in seno al Ministero delle Politiche Agricole.<br />

Insomma, la massima autorità in materia.<br />

Attualmente è anche presidente onorario<br />

dell’Union Internationale des Oenologues, guidato<br />

per sei anni, e a dicembre il ministro dell’Agricoltura<br />

francese gli consegnerà le insegne di<br />

“Cavaliere al merito agricolo”.<br />

Quando Martelli parla a Pechino, piuttosto che a


Shangai, Hong Kong, Nuova Delhi, oppure Bombai,<br />

New York, Montreal, Toronto, Budapest, Parigi,<br />

Saigon (tanto per citare alcune delle tappe<br />

delle sue frequenti missioni all’estero) è come se<br />

apponesse un timbro sul passaporto per il vino<br />

italiano.<br />

Lei gira il mondo per illustrare l’alto livello del<br />

settore vitivinicolo nazionale. Quanto è difficile<br />

difendere la nostra produzione? “È dura. Il fatturato<br />

dell’intero settore è di oltre 14 miliardi di<br />

euro, di cui 4 dati dall’esportazione. Abbiamo lavorato<br />

molto, con professionalità e umiltà e i risultati<br />

non sono mancati. Anche oggi, nonostante<br />

la crisi, stiamo meglio di altri. Basti pensare che<br />

dopo aver chiuso un brillante 2010, i primi sei<br />

mesi del 2011 hanno fatto registrare un aumento<br />

del 15% in valore e del 16,5% in volume”.<br />

Non le capita, quando è lontano, di aver nostalgia<br />

di Galliate? “Le radici non si dimenticano<br />

mai. Del resto nonostante abbia vissuto per lungo<br />

tempo in Sardegna, in Veneto e gli uffici siano<br />

sempre stati a Milano, la mia residenza è sempre<br />

stata a Galliate. Una delle cose che mi pesa di più<br />

è proprio quella di non riuscire a vivere il territorio<br />

come vorrei e di frequentarlo. Di incontrare gli<br />

amici di un tempo, di dedicarmi al Lions, di cui<br />

sono socio fondatore. Insomma di vivere la mia<br />

novaresità con gioia e professionalità. Quando<br />

Novara ha chiamato però ho sempre risposto sia<br />

professionalmente che personalmente”.<br />

Che cosa significa per lei il mondo dell’enologia?<br />

“Non per imposizione, ma per scelta, sono<br />

sempre stato un uomo-azienda. Casa e bottega<br />

per intenderci. Quando il lavoro ti piace è normale<br />

che ti coinvolga e che tu ti appassioni al di là delle<br />

tue responsabilità professionali”.<br />

Tutto questo gran lavorare colme si concilia<br />

con la vita privata e familiare? “Certe volte molto<br />

male. Ho però una famiglia meravigliosa che<br />

fin dall’inizio ha creduto nelle mie scelte e mi ha<br />

spronato ad andare avanti. Sia io che mia moglie<br />

arriviamo da famiglie che hanno sempre dato importanza<br />

al lavoro, che non si sono mai concesse<br />

più di quanto potevano permettersi, nella filosofia<br />

che prima di fare un gradino devi consolidare<br />

quello precedente. Hobby? Non ne ho più, ho dovuto<br />

abbandonare il tennis, lo sci, le camminate<br />

in montagna. Mi rimangono la musica classica,<br />

pochi amici e molti libri da leggere, per il momento,<br />

ancora tutti rigorosamente di viticoltura<br />

e di enologia”. Un sogno nel cassetto, magari<br />

per quando smetterà? “Ristrutturare casa mia<br />

per viverci senza valigia in mano, sono anni che<br />

ci penso”.<br />

Ma noi sappiamo che quel momento è lontano,<br />

perché il vino italiano deve fare ancora molta<br />

strada e ha bisogno di lui.<br />

[ ASSOCIAZIONE eNOLOGI eNOTecNIcI ITALIANI]<br />

L’Assoenologi venne costituita ad Asti il 7 maggio<br />

1891. Il padre fondatore fu Arturo Marescalchi. Oggi<br />

i tecnici sono 4400, di cui il 40% inquadrato con responsabilità<br />

direttive in aziende cooperative o private,<br />

il 50% è costituito da impiegati e il 10% svolge la libera<br />

professione. Il lavoro dell’enologo si è modellato<br />

durante gli anni sul mutato panorama del patrimonio<br />

viticolo italiano, passato da 1,2 milioni di ettari degli<br />

anni ‘80 ai 640 mila attuali, mentre la produzione di<br />

vino è passata da una media di 63,6 milioni di ettolitri<br />

nel periodo 1986-95 ai 45,5 milioni di ettolitri<br />

dell’ultimo triennio. la dimensione minima richiesta a<br />

un’azienda per poter giustificare e sostener ei lricorso<br />

a un enologo è di 30 ettari. In Italia operano circa<br />

un milione di aziende vitivinicole, ma quelle che raggiungono<br />

tale standard sono meno di 5 mila.<br />

93


in cantina cOn:<br />

Il comico<br />

Gianluca Impastato<br />

Il vino è cosa seria: schiere di sommelier non mancano di ricordarlo,<br />

decantando con termini aulici, le virtù nascoste in un bicchiere. Il mondo<br />

ovattato degli intenditori, o presunti tali, è diventato terreno fertile per<br />

le incursioni comiche di Gianluca Impastato. Membro dei Turbolenti, i<br />

fantastici quattro del cabaret di Colorado Cafè, ha portato sul palco della<br />

trasmissione Chicco d’Oliva, intenditore ciarlatano, svelando il lato divertente<br />

che gravita attorno al mondo dell’enologia.<br />

Come il tuo alter<br />

ego Chicco d’oliva<br />

condividi la passione<br />

per il vino? “Sì,<br />

sono un amante del<br />

bere bene. Il personaggio<br />

che ho<br />

portato a Colorado<br />

Cafè, nasce osservando<br />

i tanti esperti<br />

che popolano le trasmissioni<br />

televisive<br />

dedicate all’enogastronomia.<br />

La mia<br />

fonte d’ispirazione<br />

è stata Paolo Luciani,<br />

il sommelier<br />

della rubrica Gusto<br />

del TG 5. Quel suo<br />

modo di parlare<br />

forbito, elegante,<br />

suadente mi ha<br />

suggerito la figura<br />

dell’intenditore Chicco d’oliva. L’anno scorso ho pubblicato “Che tracannata<br />

signori”, una divertente guida ai vini con la postazione firmata<br />

proprio da Paolo Luciani”.<br />

Come smascherare un falso intenditore? “Basta domandar loro quale<br />

vino preferiscono. Al posto di citare l’etichetta, con la casa produttrice<br />

solitamente rispondono dicendo la barbera o il nome del vitigno. E<br />

l’aspirante sommelier è smascherato. Nel nostro Paese troviamo tanti<br />

vitigni autoctoni, alcuni portano nomi “imbarazzanti” come “Passerina”<br />

presente nelle Marche, o l’uva “Pecorino”. Un materiale a cui ho attinto<br />

per il mio personaggio”.<br />

94<br />

di Filippo Vernetti


Gli italiani un popolo di aspiranti sommelier? “Siamo un popolo di “tuttologi”, abituati a seguire<br />

il vento imposto delle mode. Di volta in volta ci scopriamo allenatori di calcio, metereologi,<br />

economisti. Durante l’America’s Cup abbiamo scoperto il fascino della regata, anche se in pochissimi<br />

capivano come si svolgevano le gare. Con i Turbolenti abbiamo portato sul palcoscenico<br />

una nostra versione di Luna Rossa, l’imbarcazione italiana del team Prada, prontamente<br />

ribattezzata Luna Rosa, raccontavamo le avventure marinare di un equipaggio gay”.<br />

Un vino da assaggiare assolutamente? “Sono diversi, restando in Piemonte ho apprezzato il<br />

Barolo Monfortino annata 2003 di Giacomo Conterno e il Barbaresco etichetta rossa del 1982<br />

di Bruno Giacosa, Barbera d’Alba Riserva Vigneto Pozzo dell’Annunziata”.<br />

Quanto sei disposto a spendere per una bottiglia? “Notoriamente ho le mani bucate ma negli<br />

ultimi tempi ho abbassato il budget: per acquistare bottiglie importanti si spendono delle<br />

cifre considerevoli. Per la mia cantina mi faccio consigliare da amici o dai produttori, visito le<br />

aziende, cammino nelle vigne, seguo e mi faccio spiegare i momenti della vendemmia, dell’imbottigliamento<br />

e dell’invecchiamento. È un modo per conoscere in profondità ogni aspetto del<br />

vino che finisce nel bicchiere. Non seguo le guide perché non sempre rispecchiano i<br />

miei gusti”.<br />

Preferisci gli italiani o gli stranieri? Produciamo il miglior vino al mondo. In<br />

enoteca ma anche negli ipermercati si trovano delle etichette di fascia media<br />

proposte a prezzi interessanti. I cugini d’Oltralpe vantano una tradizione<br />

secolare nell’enologia e probabilmente sono più bravi di noi nella vendita dei<br />

loro prodotti”.<br />

Scendiamo nella tua cantina. Come è composta? “Attualmente ho circa<br />

300-400 bottiglie. Ogni tanto mi capita tra le mani un pezzo pregiato,<br />

un vino invecchiato che non ricordavo di avere. Festeggio la scoperta<br />

stappandola con gli amici o in occasioni speciali”.<br />

Un personaggio del mondo dello spettacolo cultore del buon vino?<br />

“Diego Abatantuono, quando si presenta a cena porta sempre dei<br />

vini interessanti”.<br />

E tra i Turbolenti? “Abbiamo tutti uno spirito godereccio, quando<br />

si tratta di dedicarci ai piaceri della buona tavola non ci tiriamo indietro.<br />

L’unico che ha un passione per i vini è Stefano Vogogna”.<br />

Quali sono i prossimi progetti lavorativi che ti attendono in autunno?<br />

“A ottobre uscirà nei cinema “Bar sport”, diretto da Massimo<br />

Martelli, con Claudio Bisio, Giuseppe Battiston, Angela Finocchiaro,<br />

tratto dall’omonimo libro di Stefano Benni. Un cast importante,<br />

sono felice di farne parte. Il romanzo di Benni racconta del calcio<br />

degli anni ’70, quando l’atmosfera che si percepiva attorno al mondo<br />

del pallone era più divertente, rilassata di quella che si respira<br />

oggi. Forse c’era più ingenuità ma sicuramente meno isterismi attorno<br />

al tifo di una squadra”.<br />

Hai mai pensato di scrivere un film tuo, seguendo le orme di alcuni colleghi<br />

comici? “No, nel cassetto ho delle proposte per altri progetti. Un<br />

sogno che vorrei realizzare è pubblicare un libro. Ho già scritto la bozza.<br />

Amo leggere, soprattutto romanzi, tra i miei scrittori preferiti ci sono Mario<br />

Vargas Llosa e Dan Brown, e libri di storia. Vedremo”.<br />

95


in a u t u n n o,<br />

il r i e n t r o della l i n e a<br />

Superata la prova bikini, eccoci di nuovo davanti<br />

allo specchio perché rimanere in linea è importante<br />

tutto l’anno e con l’autunno si rinnovano gli<br />

impegni di lavoro, dieta e sport.<br />

Sempre più si parla di frutta e verdura di stagione,<br />

ottima per la qualità, eticamente corretta e<br />

decisamente più saporita. Esistono diete stagionali?<br />

Non proprio, ma tutte le diete tengono conto<br />

e consigliano prodotti di stagione che sono evidentemente<br />

più ricchi di sali minerali e antiossidanti.<br />

Mangiare frutta e verdura di stagione e locale non<br />

è solo una scelta eticamente corretta, che riduce i<br />

passaggi intermedi quindi i costi, l’inquinamento e<br />

che favorisce le economie locali, ma è anche garanzia<br />

di qualità: i chilometri che i prodotti fuori stagione<br />

o esotici percorrono fanno perdere sapore e<br />

gusto ai cibi e sono meno sani, perché trattati per<br />

la lunga conservazione. La natura ha offerto una<br />

varietà stagionale dei suoi prodotti e non per caso:<br />

sembra banale, ma è una grande verità che noi professionalmente<br />

dobbiamo rispettare.<br />

Meglio i prodotti biologici o ipocalorici? Sono<br />

prodotti dalle caratteristiche molto diverse. Il biologico<br />

prevede una coltivazione molto attenta, non<br />

trattata e i prodotti sono meno velenosi, più ricchi,<br />

in tutti i sensi.<br />

Le linee di cibi ipocalorici sono, per moda e per<br />

esigenza, molto attenti alla linea e ad un basso<br />

contenuto calorico. È importante stare attenti alla<br />

quantità di grassi che, soprattutto chi inizia una<br />

dieta, introduce, ma è altrettanto evidente che a<br />

fronte di una grande manipolazione per la riduzione<br />

di grassi, la qualità diminuisce. Per questo<br />

bisogna controllare bene le etichette ed evitare gli<br />

alimenti manipolati dall’industria alimentare. Una<br />

cosa però posso dirla: da qualche anno a questa<br />

parte possiamo rilevare una maggiore attenzione<br />

agli alimenti ipocalorici, sono meno grassi e con<br />

più proteine.<br />

In autunno ci si iscrive in palestra e si cominciano<br />

i corsi sportivi dopo la pausa: come sce-<br />

gliere lo sport ideale e quanto l’attività fisica è<br />

importante nella riuscita di una dieta? Non solo<br />

è importante, ma fondamentale iniziare un’attività<br />

fisica insieme all’inizio di una dieta. L’attività sportiva<br />

garantisce una riduzione della massa grassa e<br />

l’aumento del dispendio energetico. Di qualunque<br />

sport e disciplina si tratti, noi consigliamo di andare<br />

2/3 volte a settimana per allenamenti da 45<br />

minuti/ 1 ora alla volta.<br />

Mantenere i risultati e i successi di una dieta:<br />

come? Oltre all’attività fisica costante è necessario,<br />

per mantenere i risultati a lungo termine, seguire<br />

un regime dietetico variato, modificando le ricette<br />

e i piatti e seguendo i ritmi delle stagioni.<br />

Un cambiamento dello stile di vita deve comprendere<br />

una dieta equilibrata, sana con alimenti<br />

offerti dalla stagione e un’attività fisica costante<br />

nel tempo,in questo modo si avranno risultati duraturi.<br />

Dott.ssa Etta Finocchiaro<br />

Studio Solferino Gran Madre - Via Gioanetti 7/A Torino - Tel. 011 8399088<br />

Via Beaumont 42 Torino - Tel. 011 4342651 - efinocchiaro@libero.it


Dieta,<br />

bandita<br />

la tristezza<br />

di Alessandra Bedin<br />

Quante volte ci si alza affaticati dopo<br />

un pasto? Quante volte arrivano i sensi<br />

di colpa dopo scorpacciate di dolci?<br />

Quante volte ci si sente gonfi e fuori<br />

forma? Ecco alcuni semplici consigli<br />

che gli esperti suggeriscono per<br />

un’alimentazione sana. 14 regole<br />

d’oro da seguire evitando le diete fai<br />

da te: 1)bere ogni giorno acqua in<br />

abbondanza; 2) a tavola variare le<br />

proprie scelte ad ogni pasto; 3) fare<br />

sempre una sana prima colazione<br />

evitando di saltare i pasti; 4) consumare<br />

almeno 2 porzioni di frutta e<br />

2 porzioni di verdura ogni giorno; 5)<br />

consumare quotidianamente dei cereali,<br />

intesi come pane, pasta, riso ecc., in<br />

una quantità adeguata al proprio peso-forma;<br />

6) mangiare pesce un paio di volte la settimana;<br />

7) consumare altrettante volte i legumi, che forniscono<br />

proteine di buona qualità e fibre; 8) limitare<br />

invece il consumo di grassi, soprattutto quelli di<br />

origine animale, privilegiando l’olio extravergine<br />

di oliva; 9) non eccedere con il sale (spesso è<br />

cattiva abitudine salare gli alimenti prima di assaggiarli);<br />

10) controllare il consumo di dolci e di<br />

bevande caloriche e gassate; 11)limitare (per non<br />

dire “evitare”) il consumo di bevande alcoliche;<br />

perchè<br />

97


Oltre ad una dieta equilibrata<br />

e a piccoli accorgimenti<br />

educativi nell’approccio<br />

al rituale dei pasti,<br />

è consigliato<br />

fare quotidianamente<br />

un po’ di attività fisica.<br />

12) limitare la carne rossa, prediligendo quella<br />

bianca (pollo o tacchino); 13) evitare la carne<br />

di maiale e tutti i tipi di insaccati; 14) masticare<br />

adeguatamente ogni boccone e prendere il giusto<br />

tempo per i pasti principali, al fine di poter permettere<br />

all’apparato digestivo di compiere senza<br />

fatica il processo di assorbimento dei cibi. In<br />

questo modo ci si sentirà sazi con porzioni meno<br />

abbondanti e la sensazione di pesantezza e gonfiore<br />

post pasto non si presenterà più.<br />

Oltre ad una dieta equilibrata e a piccoli accorgimenti<br />

educativi nell’approccio al rituale dei pasti,<br />

è consigliato fare quotidianamente un po’ di attività<br />

fisica. Se non si ha tempo o voglia di andare<br />

in palestra o iscriversi allo sport amato, una bel-<br />

98<br />

la passeggiata casa-ufficio potrebbe essere un<br />

buon compromesso! Insomma, dedicare almeno<br />

una mezz’ora al giorno ad una camminata sostenuta,<br />

potrebbe essere un discreto allenamento<br />

base.<br />

Polemizzato dalla cultura del consumismo e esaltato<br />

dalle filosofie di alimentazione “alternativa”,<br />

il digiuno è un’altra pratica che, se svolta correttamente,<br />

può portare a molti benefici. In questo<br />

caso si fa riferimento al digiuno depurativo, quello<br />

breve, che a seconda del soggetto, della sua<br />

costituzione e di ciò di cui ha bisogno, può durare<br />

da un minimo di 24 ore ad un massimo di 5 giorni.<br />

Digiunando si cessa di apportare alimenti al<br />

corpo motivandolo a sviluppare una nuova strategia<br />

per ottenere energia.<br />

La sua strategia è quella di rivolgersi alle riserve:<br />

ispeziona tutti i tessuti per inventariare i grassi,<br />

le proteine, le vitamine e i minerali di riserva che<br />

può usare senza farsi male. Elenca e distrugge<br />

(grazie al processo di autolisi) i tessuti usurati,<br />

danneggiati o in eccesso, riciclando le parti riutilizzabili<br />

ed eliminando le scorie nocive. Il digiuno<br />

accelera inoltre la pulizia dei vasi sanguigni, delle<br />

cellule e dell’ambiente nel quale queste ultime<br />

vivono.

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