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Copia Omaggio - Supplemento gratuito al mensile Il Punto city life numero 63 - anno X Ottobre 2011 - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L 27/02/2004 N° 46) Art. 1 comma 1 CNS/CBPA-NO-Torino<br />
to u r t r a iL p i e m o n t e<br />
e n o g a s t r o n o m i c o<br />
Le buone quaLità<br />
deL gusto<br />
Lo r e n z o<br />
Br a n c h e t t i<br />
testimoniaL a L L’e ve n t o<br />
ta s t e & Wi n e
Nel salotto si ricevono gli ospiti, si parla amabilmente, indugiando nei piaceri della<br />
vita. È la filosofia che ispira The Cigar Inn: il fashion bar di via San Tommaso 20 a<br />
Torino ha fatto dell’accoglienza e dell’esclusività il proprio fiore all’occhiello. In<br />
un ambiente raffinato, contraddistinto da arredi di studiata eleganza, ci si rilassa,<br />
sorseggiando un calice di champagne, un cocktail preparato dalle mani del barman<br />
esperto. Come da tradizione si celebra il rito del tè, scegliendo tra le miscele più<br />
pregiate. A qualsiasi ora del giorno il palato è stuzzicato dalle proposte create dallo<br />
chef. Salumi, formaggi e prodotti freschi di stagione vengono preparati e tagliati sul<br />
momento. L’ospitalità è curata nel dettaglio: la cigar lounge accoglie chi ama fumare<br />
sigari, sigarette o la pipa. Il ricambio dell’aria è garantito dall’avveniristico sistema<br />
di aspirazione. Da Cigar Inn non si vendono sigari e sigarette ma i clienti che lo desiderano<br />
possono lasciare il proprio Avana in uno speciale scrigno in legno di cedro,<br />
con tanto di targa e chiavetta, al cui interno è assicurata la giusta umidità per una<br />
perfetta conservazione. Cortesie per gli ospiti.
CHI<br />
4 Mattia Poggi<br />
5 Daniel McVicar<br />
6 Monica Brenna<br />
star<br />
7 Lorenzo Branchetti:<br />
Il “pasticcione” della Prova del Cuoco<br />
DOLce<br />
10 Miele, delicate dolcezze<br />
12 Cioccolato, elisir d’amore<br />
saLatO<br />
15 Formaggio, morbida tentazione<br />
18 Italia? La terra dei salumi<br />
amarO<br />
20 Grappa e liquori piaceri riscoperti<br />
22 Caffè, piacere nero bollente<br />
asprO<br />
24 Agrumi, che sapori nell’aria!<br />
26 Aceto: il nobile che fa la differenza<br />
sagre<br />
30 Alba: Fiera internazionale del tartufo bianco<br />
33 Baceno: Mele Miele<br />
36 Banchette: Pignoletto Rosso<br />
39 Montalto Dora: Sagra del Cavolo Verza<br />
foto cover: courtesy rai<br />
direttore resPonsabile: loredana tursi<br />
redazione: ilpunto@editriceset.it<br />
grafica: massimiliano Prencipe<br />
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Per informazioni su redazionali e pubblicità telefonare<br />
allo 011.33.50.411 o inviare la propria richiesta a<br />
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stamPa: stige s.p.a<br />
via Pescarito, 110 - san mauro torinese (to)<br />
4<br />
42 Chieri: Fiera di San Martino<br />
44 Ovada: Vino e Tartufi<br />
47 Mercatini di Natale in Val di Susa<br />
50 Gal Monferrato:<br />
Le Sagre del Basso Monferrato Astigiano<br />
53 Calamandrana: Un paese da scoprire<br />
56 Giaveno: Fiere d’Autunno<br />
DOve<br />
60 Eventi di gusto<br />
62 Nuovi trend e vecchie manie del mangiare fuori<br />
65 Girovagare intorno al cibo<br />
quanDO<br />
70 Tutte le stagioni del gusto<br />
cOme<br />
74 Il cibo non è solo per il palato<br />
78 Libri<br />
80 Golosi di tutto il mondo unitevi!<br />
84 La creatività è servita<br />
88 Vero o falso?<br />
intervista<br />
90 Giuseppe Martelli<br />
sommario<br />
in cantina cOn<br />
92 Il comico Gianluca Impastato<br />
perchè<br />
95 Dieta bandita la tristezza<br />
the cigar inn 2° di cop. - Pag. 1<br />
evento taste & wine Pag. 3<br />
l’alimentari Pag. 14<br />
cascina chicco Pag. 28<br />
sagra baceno mele miele Pag. 35<br />
mais rosso di banchette Pag. 36<br />
ivrea evolution sPort Pag. 38<br />
la sagra del cavolo verza Pag. 41<br />
ovada vino e tartufi Pag. 46<br />
birrificio s. andrea Pag. 49<br />
inserzionisti<br />
fiera monferrato astigiano Pag. 52<br />
macelleria umberto Pag. 55<br />
essentia, centro di naturoPatia Pag. 58-59<br />
birreria coblan Pag. 68-69<br />
rosella mode Pag. 73<br />
atelier madagascar Pag. 77<br />
volver Pag. 83<br />
be brand creative Platform Pag. 87<br />
dott.ssa etta finocchiaro Pag. 94<br />
italiana assicurazioni 3° di cop.<br />
casteggio 4° di cop.<br />
www.ilpuntotorino.it
Quali cibi adorano, di quali non possono fare a meno, quanto tempo dedicano alla cucina:<br />
lo abbiamo chiesto a Mattia Poggi, giovane e brillante chef che conduce da più<br />
stagioni su Alice Tv il programma di cucina ‘Mattia detto fatto’, a Daniel McVicar,<br />
Quali sono gli ingredienti che non mancano mai nel tuo frigo?<br />
“Non mancano mai i pomodori, i cetrioli e la feta, nel caso avessi voglia di un’insalata greca.<br />
Poi l’anguria e qualche formaggio da accompagnare per l’aperitivo alla cachaca”.<br />
Per Quale Piatto italiano vai Pazzo e ti fai Prendere Per la gola?<br />
“Potrei vivere di sola pizza…la adoro! E poi adoro la trippa alla genovese…”.<br />
hai un aneddoto da raccontarci sul cibo che Preferisci?<br />
“Amo così tanto la pizza che ogni volta che vado a mangiare fuori con il mio migliore amico<br />
ne prendiamo tre tipi differenti e ce le dividiamo per assaggiarne e mangiarne il più possibile.<br />
Inoltre adoro il gelato e sono convinto sia un ottimo digestivo...il gelato non basta<br />
mai...”.<br />
cosa ami cucinare Per gli osPiti Quando li inviti a casa?cucini tu o tua moglie?<br />
“Mia moglie Laura non è tipo da cucinare e quindi tocca a me...di solito preparo un risotto,<br />
piace a tutti ed è di grande effetto”.<br />
Quale è il vino che adori?<br />
“Ribolla, decisamente...”.<br />
6<br />
chi<br />
Cosa mangiano… i vip?<br />
Mattia Poggi<br />
di Francesca Martinengo
attore americano che oggi vive a Torino e che – abbiamo scoperto – è anche produttore<br />
di birra, infine a Monica Brenna, alias MonnyB, cuoca e foodblogger torinese, conduttrice<br />
del programma ‘Semplicemente MonnyB’, in onda su Gambero Rosso Channel.<br />
Queste le loro risposte…<br />
Daniel McVicar<br />
Quali sono gli ingredienti che non mancano mai nel tuo frigo?<br />
“Nel nostro frigo ci sono sempre qualche verdura, frutta e magari un po’ di formaggio Blu<br />
del Moncenisio.<br />
Anche un po’ di vino bianco, come l’Arneis e la McVicar Beer (www.mcvicarbeer.com)”.<br />
Per Quale Piatto italiano vai Pazzo e ti fai Prendere Per la gola?<br />
“Ho un debole per pizza e pasta, sono il mio “comfort food”. Adoro la pizza alla diavola e<br />
le trofie al pesto. Poi alla fine c’è sempre il gelato che, come diceva mio nonno, sciogliendosi<br />
riempie “i buchi”.<br />
hai un aneddoto da raccontarci sul cibo che Preferisci?<br />
“Ogni tanto mi piace gustare la cucina americana, ad esempio la torta americana con gelato.<br />
Potrò assaggiarla in occasione del ThanksDinner a novembre qui a Torino. Quest’anno<br />
sarà il terzo di questa iniziativa di charity (www.thanksdinner.org)”.<br />
cosa ami cucinare Per gli osPiti Quando li inviti a casa? cucini tu o virginia?<br />
“Quando cucino io faccio un barbecue con hamburger con cipolle e gorgonzola. Ma Virginia<br />
è proprio brava in cucina e mangio bene in ogni caso”!<br />
7
Monica Brenna<br />
Quali sono gli ingredienti che non mancano mai nel tuo frigo?<br />
“Nel mio frigo non può assolutamente mancare il mio ingrediente “salvavita” per eccellenza:<br />
la pasta sfoglia! È perfetta per gli inviti improvvisi perché mi permette di creare piatti<br />
originali dall’antipasto al dolce, cuoce in brevissimo tempo e non mi fa sporcare troppe padelle!<br />
Ad esempio per un antipasto stuzzicante posso creare salatini o pizzette, come piatto<br />
unico la uso per quiche o fagottini e come dolce delle squisite sfogliatine con la marmellata<br />
e frutta fresca”!<br />
Per Quale Piatto vai Pazza e ti fai Prendere Per la gola?<br />
“Nella vita non bisogna mai rinunciare alla cioccolata, io ne faccio largo uso sia per il puro<br />
piacere di gustarla che come medicina per l’umore: a quadretti quando sono felice e spalmabile<br />
per consolarmi”!<br />
hai un aneddoto da raccontarci sul cibo che Preferisci?<br />
“Ormai giunti alla fine dell’estate i miei ricordi sono orientati al mio frutto preferito: l’anguria.<br />
Posso mangiarla solo per pochissime settimane all’anno e quindi visto che ho poco tempo<br />
ne consumo tonnellate con un piccolo problema… la mia pancia diventa un pallone”!<br />
cosa ami cucinare Per gli osPiti Quando inviti a casa?<br />
“Per i miei ospiti amo cucinare la pasta, per me è il piatto migliore da gustare in compagnia,<br />
poiché si adatta a tutti i gusti, a tutte le stagioni e mi permette di dare pieno sfogo alla fantasia:<br />
servita fredda, al forno, con verdure, carne o pesce… ormai non riesco più a contare<br />
tutte le versioni in cui l’ho preparata”!<br />
Quale è il vino che adori?<br />
“Anche se non è sulla mia tavola tutti i giorni, in un momento speciale per me non può<br />
mancare un buon bicchiere di Barbaresco”.<br />
8
Il “pasticcione”<br />
della Prova del Cuoco<br />
Si definisce proprio così: il pasticcione che il sabato,<br />
durante la trasmissione Rai La prova del<br />
Cuoco, si cimenta nella preparazione di merende<br />
al fianco di Antonella Clerici nello spazio dedicato<br />
ai bambini.<br />
Una esperienza stimolante iniziata già lo scorso<br />
anno per Lorenzo Branchetti, che con i bambini<br />
ha un feeling particolare per via del suo storico<br />
personaggio: il folletto Milo Cotogno, protagoni-<br />
star<br />
LOrenzO<br />
Branchetti<br />
di Loredana Tursi - foto: Rai<br />
sta di successo da otto anni nella fiction per bambini<br />
Melevisione, in onda attualmente sul canale<br />
digitale terrestre Rai YoYo. Sembrano calzargli<br />
benissimo i panni del folletto e del pasticcione<br />
perché Lorenzo, dietro la sua seria professionalità<br />
di attore, è un ragazzo dal volto pulito, molto<br />
spontaneo dalla simpatia tipica della sua terra<br />
toscana, molto determinato, eclettico e iperattivo,<br />
che a soli 30 anni ha vissuto il mondo del teatro,<br />
9
approcciato il cinema recitando anche una parte<br />
seria, in un film di Tinto Brass ed è approdato in<br />
televisione partecipando a diverse fiction.<br />
Una bella gavetta.<br />
Ma da cosa è nata la tua passione per il teatro?<br />
“Forse è nata con me. Ho resistito fino alla fine<br />
delle scuole e a diciotto anni ho studiato recitazione,<br />
danza e canto per il genere musical al<br />
Teatro Politeama di Prato sotto la direzione di Simona<br />
Marchini, da lì sono iniziati i miei spettacoli<br />
un po’ in Toscana un po’ a Roma dove poi mi sono<br />
trasferito per avvicinarmi al mondo del cinema e<br />
della televisione. E’ stata dura, per mantenermi<br />
facevo il gelataio e anche questo come sapete mi<br />
è servito. Sarà stato un segno del destino o forse<br />
perché nel mio dna c’è un po’ di arte e di gusto<br />
avendo una madre pianista che mi ha fatto amare<br />
il canto e la musica e un padre eccellente fornaio<br />
e pasticcere che anche la mia carriera è ricca di<br />
questi ingredienti”.<br />
Chi sono i tuoi fan? “I miei primi fan sono ovvia-<br />
[ LE PASSIONI]<br />
SPORT: Sono un super sportivo e tifoso e ho la fortuna<br />
di vivere nella città della mia squadra, la Juve . Gioco<br />
a calcio anche nella squadra della Rai e mi alleno<br />
appena posso perché me lo sport è un grande sfogo<br />
SEGNI PARTICOLARI: Iperattivo<br />
10<br />
mente i miei genitori ma direi che sono amato,<br />
e questo mi lusinga molto, da un pubblico molto<br />
trasversale, dagli adolescenti ai genitori ai nonni<br />
e tanti hanno con me un rapporto costante soprattutto<br />
su Facebook che io utilizzo molto per<br />
avere uno stretto contatto con il mio pubblico”.<br />
Cosa cercano secondo te i ragazzi oggi in tivù e<br />
come la tivù oggi può essergli veramente utile?<br />
“Purtroppo i ragazzi vogliono superare se stessi
[ IL GUSTO NELLA MIA VITA]<br />
La cucina per te è? Tutto. Mi piace sperimentare soprattutto<br />
nei primi e nei secondi piatti e sono un’ottima<br />
forchetta.<br />
Se dovessi paragonare la tua vita ad un piatto?<br />
Un tortellino pasticciato<br />
Cosa rimpiangi a cena della cucina toscana?<br />
La grande fiorentina<br />
Il piatto piemontese che preferisci?<br />
La bagna couda e gli eccezionali formaggi<br />
Per una cena a lume di candela il tuo piatto forte è?<br />
Un sofisticato risottino o del cibo etnico sempre un<br />
po afrodisiaco<br />
Ad una cena con amici non può mancare?<br />
Un buon vino e spaghetti aglio e olio<br />
Il gusto della vita? Amo il piccante<br />
imitando i protagonisti televisivi che a mio parere<br />
spesso purtroppo sono molto devianti. Quello che<br />
io consiglio sempre è di godersi tutte le meraviglie<br />
di ogni età che mai più torneranno e soprattutto<br />
ai genitori di indirizzare anche le scelte<br />
mediatiche dei figli. Ad esempio Melevisione ha<br />
molto successo perché attraverso la fiaba si racconta<br />
in modo educativo la quotidianità e questo<br />
non crea falsi miti e prospettive, così come nella<br />
Prova del Cuoco si approccia il gusto dei ragazzi<br />
in maniera divertente”.<br />
Quanto c’è di Milo, il folletto responsabile, in Lorenzo?<br />
“Dopo otto anni di convivenza c’è molto<br />
Milo in Lorenzo e viceversa. Siamo cresciuti insieme<br />
e siamo diventati ottimi amici. Milo mi ha<br />
molto responsabilizzato così come lo fa con tutti<br />
i bambini da bravo fratello maggiore e Lorenzo<br />
invece lo ha reso più folle, giocherellone, simpatico”.<br />
Oggi i bambini anche in Italia riscontrano seri<br />
problemi nutrizionali, il tuo ruolo di cuoco pasticcione<br />
all’interno della Prova del Cuoco, oltre<br />
a fornire spunti per nuove ricette per bambini,<br />
educa anche alla cortezza alimentazione? “Il mio<br />
ruolo è molto ludico e simpatico ma cerca proprio<br />
di correggere degli errori alimentari, suggerendo<br />
alle famiglie la preparazione di merende sane,<br />
Testimonial del primo evento<br />
Il Punto Taste & Wine<br />
23 ottobre<br />
Ippodromo di Torino<br />
semplici da fare anche con i bambini coinvolgendoli<br />
per avvicinarli anche all’arte culinaria. Inoltre<br />
una volta al mese in studio è presente anche la<br />
nutrizionista Evelina Flachi che dà delle regole<br />
per una giusta alimentazione che favorisce quindi<br />
anche la crescita”.<br />
Vivi a Torino da diversi anni ma sei sempre un<br />
po’ girovago per via della tua carriera. Quali i<br />
tuoi prossimi progetti? “Continuerò a partecipare<br />
alla Prova del Cuoco fino alla fine del programma<br />
a maggio e girerò nuove puntate di Melevisione,<br />
ma nei week and non mollerò gli spettacoli<br />
dal vivo e i tour nelle varie città italiane con il cast<br />
di Melevisione. Il 23 ottobre mi farà piacere partecipare<br />
come testimonial alla manifestazione Il<br />
Gran premio dei sapori in Piemonte Taste &Wine<br />
proprio qui all’Ippodromo di Torino”.<br />
Il tuo sogno più grande? “Lavorare con il mio<br />
mito nonché concittadino Roberto Benigni”.<br />
[LA MERENDA CONSIGLIATA PER I BAMB<strong>IN</strong>I]<br />
Tiramisù alle fragole , semplice, fresco e privo di alcool.<br />
Frullati allo yougurt<br />
11
12<br />
DOLce<br />
Miele,<br />
delicate dolcezze<br />
di Alessandra Bedin<br />
ORIG<strong>IN</strong>I: L’uso del miele nell’alimentazione<br />
risale a ben prima dell’apicoltura, a quando l’uomo<br />
lo ricercava ancora prodotto dalle api selvatiche.<br />
Tutt’oggi, molti nativi usano procacciarsi il<br />
miele per sopperire ai propri bisogni alimentari.<br />
Il loro metodo di ricerca è simile a quello adottato<br />
dagli antichi, presso i quali l’apicoltura è stata<br />
un’acquisizione tardiva. I primi alveari costruiti<br />
dall’uomo risalgono al neolitico e già tremila anni<br />
prima di Cristo troviamo in Egitto apicoltori che<br />
si spostavano lungo il Nilo per seguire la fioritura<br />
delle piante. Riferimenti a usi e abitudini legati<br />
a questo dolce alimento ci giungono inoltre dalla<br />
Bibbia, dalle testimonianze greche, romane e di<br />
altri popoli.<br />
PROPRIETÀ: Merita soffermarsi su alcune<br />
delle virtù del miele che, insieme agli altri prodotti<br />
delle api (pappa reale, polline e soprattutto<br />
propoli e veleno d’ape), lo fanno impiegare come<br />
terapia per la cura di affezioni reumatiche, ulcere,<br />
artriti e alcune malattie infiammatorie. Le sue<br />
principali proprietà sono: antiossidante, antiradicali<br />
liberi e antimicrobica.<br />
I composti contenuti nel miele possiedono anche<br />
altre specificità di carattere farmacologico, tuttora<br />
fonte di studio, al di là dei rimedi comuni di cui<br />
tutti ne conosciamo le proprietà: dalla cura dei<br />
sintomi influenzali delle vie respiratorie, soprattutto<br />
in casi di tosse grassa, all’impiego al posto<br />
degli zuccheri lavorati.
Miele, pappa reale,<br />
polline e propoli<br />
sono impiegati<br />
come cura di alcune<br />
patologie come affezioni<br />
reumatiche, ulcere,<br />
artriti e alcune malattie<br />
infiammatorie<br />
TIPI: Esistono due categorie di miele: unifloreale<br />
e multifloreale. Il primo deriva da una sola specie<br />
botanica mentre il secondo da raccolte che si<br />
protraggono per un certo periodo e in cui non vi è<br />
una varietà preponderante. Per definire se il miele<br />
è unifloreale è necessario studiare numerosi<br />
campioni dell’origine in questione, provenienti da<br />
diverse zone e rappresentativi di diverse annate.<br />
Attualmente sono stati classificati 18 tipi di miele<br />
unifloreale prodotto in Italia: robinia, cardo, ca-<br />
stagno, erica, agrumi, eucalipto, corbezzolo, erba<br />
medica, rododendro, girasole, sulla, rosmarino,<br />
nespolo del Giappone, tiglio, timo, tarassaco, melata<br />
di Metcalfa e melata di abete. I mieli unifloreali<br />
sono considerati una tipologia privilegiata,<br />
ma in realtà il loro valore non è intrinsecamente<br />
superiore a quello dei millefiori; ad esempio<br />
possono non essere graditi alla maggior parte<br />
dei consumatori per il loro sapore peculiare; per<br />
contro però i mieli uni floreali hanno il vantaggio<br />
di essere tra loro diversi, con caratteristiche costanti<br />
e ben riconoscibili.<br />
BEAUTY: Considerato sostanza miracolosa<br />
anche per i capelli, ecco alcuni consigli che<br />
si scambiano le donne sul web! Sciogliere un<br />
cucchiaino di miele in quattro bicchieri di acqua<br />
calda e applicare la soluzione sui capelli appena<br />
lavati e ancora bagnati; senza sciacquare, tamponare<br />
i capelli fino ad asciugarli e poi procedere<br />
con la piega. Oppure: preparare un impacco con:<br />
una tazza di miele, mezza di olio e due gocce di<br />
limone. Fare riposare per un giorno, poi stendere<br />
e massaggiare dal cuoio capelluto alle punte lasciando<br />
in posa per almeno mezz’ora. Sciacquare<br />
e procede con lo shampoo.<br />
È importate scegliere un miele che non sia troppo<br />
solido, affinché non si indurisca troppo sui<br />
capelli e provare questi “rimedi della nonna” al<br />
fine settimana, così da poter riparare in tempo a<br />
brutte sorprese!<br />
La ricetta<br />
Le rOSe AL MIeLe<br />
<strong>IN</strong>GREdIENTI: 1 etto di farina, 1 uovo, mezzo<br />
cucchiaio d’olio e 1 cucchiaino di sale. Unire gli<br />
ingredienti ottenendo un impasto morbido, stenderlo<br />
come se si dovesse fare la pasta e tagliarlo<br />
a striscioline. Comporre le liste a forma di rose e<br />
friggerli in olio abbondante. Intanto sciogliere il<br />
miele a fuoco basso e una volta raffreddati i nidi,<br />
ricoprirli di miele a volontà.<br />
13
Cioccolato,<br />
elisir d’amore<br />
ORIG<strong>IN</strong>I: Il cacao ha origini antichissime e<br />
lontane. Gli studi botanici fanno risalire questa<br />
pianta a più di 6mila anni fa nella culla del Rio<br />
delle Amazzoni.<br />
Con la scoperta dell’America da parte degli spagnoli,<br />
questo alimento, insieme a molti altri, è<br />
stato portato in Europa.<br />
Per quanto riguarda l’Italia, in primis è a Modica,<br />
all’epoca del protettorato spagnolo, che approda<br />
il cacao. A cavallo tra Cinquecento e Seicento<br />
incomincia la sua espansione nella nostra penisola<br />
a partire dal Piemonte con Caterina, figlia<br />
di Filippo II di Spagna, che sposò nel 1585 Carlo<br />
Emanuele I, duca di Savoia.<br />
14<br />
DOLce<br />
di Alessandra Bedin - foto Regione Piemonte<br />
BENEfIcI: Non tutti sanno che è ricco di antiossidanti,<br />
favorisce il buon umore, fa bene alla
pelle e ai denti. Un toccasana per il cuore, ricco di<br />
energia per chi fa sport e per i più golosi, per un<br />
culmine di gusto e piacere. Soprattutto il cacao<br />
fondente extra è una sorta di golosa medicina per<br />
contrastare l’invecchiamento. Lo stesso cacao è<br />
un’arma di difesa per il cuore: numerosi studi<br />
hanno dimostrato che l’assunzione di un quadratino<br />
di cioccolato fondente al giorno è sufficiente<br />
per assicurarsi una buona dose di polifenoli, che<br />
aiutano a combattere l’insorgenza dei radicali liberi.<br />
Infatti i polifenoli sono in grado di abbassare<br />
il colesterolo e abbassare la pressione per chi ne<br />
soffre.<br />
STRANEzzE: Due ambiziosi ambientalisti<br />
britannici, preoccupati che in questa era non<br />
esista ancora un carburante davvero alternativo<br />
ed efficace, nel 2007,a bordo di un poderoso SUV,<br />
son partiti dal Regno Unito alla volta di Timbuctu<br />
in Mali, utilizzando 2 mila litri di biodiesel ricavati<br />
da 80 mila barre di cioccolato per un totale di 4<br />
tonnellate. Lo scopo non era quello di dimostrare<br />
che le auto, in futuro, dovranno andare a cioccolato,<br />
piuttosto dare prova che possono esistere<br />
carburanti alternativi a basso inquinamento, se<br />
solo si volesse perseguire, seriamente, questa<br />
strada. Peter Landorg, invece, è l’inventore tede-<br />
sco dei dischi di cioccolato che, oltre a riprodurre<br />
vera musica su di essi incisa, sono commestibili<br />
e gustabili. Per finire, quest’anno, 2011, a Torino,<br />
durante la fiera annuale dedicata al cioccolato,<br />
CioccolaTò, è stata esposta un’Italia in miniatura<br />
composta da 14 tonnellate di cacao per 13 metri<br />
di lunghezza, la più grande riproduzione del<br />
nostro paese interamente creata dall’irresistibile<br />
“fondente”.<br />
La ricetta<br />
Le PALL<strong>IN</strong>e dI cIOccOLATO<br />
ALLe VArIANTI PIù SfIzIOSe<br />
PREPARAzIONE: passare i biscotti nel<br />
mixer, mescolarvi il rhum o il latte o<br />
il burro fuso e il cioccolato sciolto<br />
in quantità sufficiente da ottenere<br />
un impasto solido; a questo punto<br />
formare delle palline e passarle nel<br />
cocco grattugiato. Saranno perfette<br />
in qualsiasi momento della giornata!<br />
<strong>IN</strong>GREdIENTI: biscotti savoiardo o gallette, cioccolato<br />
al latte o fondente, rhum o latte o burro e<br />
cocco grattugiato o nocciole.<br />
15
Formaggio<br />
morbida tentazione<br />
di Monica Rosolen<br />
ORIG<strong>IN</strong>I: Il termine deriva dal greco “formos”,<br />
che designava il piccolo contenitore di giunco nel<br />
quale si metteva a colare il latte cagliato.<br />
Il mitico inventore sarebbe stato Aristeo, figlio di<br />
Apollo e di Cirene, che ne avrebbe appreso la lavorazione<br />
dalle ninfe sue nutrici. Omero ne cantò<br />
le lodi nei suoi poemi, ma fu soprattutto nell’antica<br />
Roma che il formaggio diventò un alimento<br />
importantissimo, quando il suo nome latino era<br />
“caseus”, cacio.<br />
Veniva fatto con latte munto da poche ore, al quale<br />
venivano mescolate, per ottenere una rapida<br />
coagulazione, sostanze diverse, come il latte cagliato<br />
tolto dallo stomaco degli animali, il latte di<br />
fico o i fiori di cardo. La cagliata veniva poi aromatizzata<br />
in vari modi e infine versata in speciali<br />
recipienti, affinché il siero potesse colare.<br />
Era molto diffuso il formaggio caprino fresco e<br />
una parte della produzione veniva fatta stagio-<br />
saLatO<br />
nare e conservata per l’inverno. Il formaggio<br />
piccante era consumato con l’aggiunta di aceto e<br />
timo, mosto oppure pesce conservato e sostanze<br />
aromatiche diverse. Con il latte vaccino si confezionava<br />
una specie di mozzarella, immergendo<br />
la cagliata nell’acqua bollente e dandole poi<br />
con le mani una forma tondeggiante. I formaggi<br />
umbri erano a forma di piramide, mentre quello<br />
etrusco dei dintorni di Luni era confezionato in<br />
forme gigantesche che arrivavano a pesare più<br />
di trecento chili.<br />
Esisteva anche un formaggio semiliquido, paragonabile<br />
allo yogurt, detto “melca”, che consisteva<br />
in cagliata mista a grassi fortemente aromatizzata.<br />
È accertata l’importazione di formaggi<br />
dalle Gallie (ma molti secoli più tardi sul finire del<br />
XV secolo) e altre varietà compirono il cammino<br />
inverso passando dall’Italia alla Francia per opera<br />
di artigiani trasferitisi al di là delle Alpi.<br />
17
PER Il BENESSERE<br />
Per il suo alto contenuto di sostanze nutritive<br />
(grassi, proteine, sali minerali e vitamine) il formaggio<br />
rappresenta un alimento di primaria importanza,<br />
che secondo i dietologi può sostituire<br />
vantaggiosamente le uova, il pesce e la carne:<br />
mezzo chilo di pane mangiato con un etto e mezzo<br />
di formaggio costituisce un pasto completo.<br />
Componente principale del formaggio è la paracaseina,<br />
sostanza altamente proteica. Il contenuto<br />
di grassi è notevole anche se varia a seconda<br />
delle qualità; quanto ai sali minerali e<br />
alle vitamine, sono abbondanti il<br />
calcio e il fosforo e presenti in<br />
discreta quantità (soprattutto<br />
nei tipi freschi, a pasta<br />
molle) tutte le vitamine<br />
-esclusa la C- che si<br />
trovano nel latte. Il formaggio<br />
è un ottimo tocco<br />
finale per ogni pasto,<br />
ha infatti un certo effetto<br />
stimolante delle secrezioni<br />
digestive; comunque sono più<br />
digeribili quelli poco o per nulla<br />
fermentati, quelli poco stagionati e<br />
semigrassi. Tutti i formaggi sono altamente indicati<br />
per i diabetici, perché quasi totalmente privi<br />
di idrati di carbonio. Chi ha problemi di linea è<br />
bene che eviti i formaggi grassi e preferisca quelli<br />
semigrassi; particolarmente adatti i formaggini<br />
fusi magri e le ricotte. Per chi segue diete povere<br />
di sale sono da consigliare la mozzarella, i<br />
caprini, l’emmental, la ricotta piemontese e il fior<br />
di latte. Anche per i formaggi esistono delle controindicazioni<br />
che riguardano in modo particolare<br />
gli arteriosclerotici, i cardiopatici, gli ipertesi<br />
e chi è affetto da malattie renali; in questi casi si<br />
devono limitare le quantità dando la preferenza ai<br />
formaggi freschi e semigrassi.<br />
PROdOTTI dEl TOR<strong>IN</strong>ESE<br />
E dEl PIEmONTE<br />
L’elenco comprende la ricotta stagionata Saras<br />
del Fen che proviene dai pascoli delle Valli Valdesi,<br />
la Tuma di Trausella, la Toma di Lanzo e la Tuma<br />
del lait Brusc, dei pascoli delle Valli di Lanzo, di<br />
Susa e Sangone, il Cevrin di Coazze, formaggio<br />
18<br />
caprino della Val Sangone.<br />
La Toma Piemontese, prodotta fin dall’epoca<br />
romana, è un formaggio dall’aroma marcato e<br />
dalla pasta compatta, ottenuto con latte vaccino<br />
lasciato stagionare 60 giorni. Accanto alle Tome<br />
classiche, tra cui il Bra tenero e duro, il Maccagno<br />
(costituisce il condimento della “polenta cônscia<br />
d’Oropa”), il Castelmagno, la Toma d’Alba, la Toma<br />
di Ala, quella del Moncenisio, il rarissimo Bettelmatt,<br />
la nostra regione produce molti formaggi<br />
a base di latte di capra -soprattutto nell’astigiano-<br />
e anche di pecora -prevalentemente<br />
nell’alessandrino; tra questi, sono<br />
ben noti le robiole di Murazzano<br />
(di latte crudo ovino in purezza,<br />
oggi lavorata da una trentina<br />
di produttori), il Testun di<br />
capra, i Tomini del Talucco,<br />
il Raschera d’Alpeggio che<br />
nella sua caratteristica forma<br />
quadrata mischia latte<br />
di mucca e di pecora, la Robiola<br />
di Roccaverano.<br />
ROccAVERANO<br />
La ’rbiora o arbiora (così viene chiamata<br />
in dialetto) deve essere ottenuta esclusivamente<br />
con latte di capra, tutt’al più addizionato con<br />
piccole quantità di latte ovino, un procedimento<br />
addirittura millenario. Per chi volesse gustare il<br />
Roccaverano prodotto secondo la più antica tradizione,<br />
a Cessole d’Asti esiste una società, la Arbiora,<br />
nata per salvaguardarne la qualità e farlo<br />
conoscere.<br />
cURIOSITÀ Ed EccEllENzE<br />
Documenti che risalgono ai secoli XII e XIII sono<br />
la testimonianza autentica più antica, la prima al<br />
di là delle leggende, di un formaggio prodotto in<br />
Piemonte. Si tratta del Castelmagno, oggi definito<br />
“Il re dei formaggi”; i documenti attestano<br />
che questo pregiato prodotto, la cui cagliata è<br />
impastata due volte, allora veniva dato come pagamento.<br />
Al Plasentif è dedicato un mercato esclusivo a<br />
Perosa Argentina; il motivo di questo privilegio<br />
è che si tratta di un raro formaggio d’alpeggio<br />
detto “delle viole” per via della delicata sfumatura
del suo sapore dovuta al pascolo di cui si nutrono<br />
le vacche che forniscono il latte.<br />
Attualmente raro è anche il Montebore, di latte<br />
vaccino prodotto nella provincia di Alessandria; la<br />
sua particolarità è la forma a torta nuziale, dovuta<br />
alla sovrapposizione di tre forme dalle dimensioni<br />
digradanti.<br />
RIcERcATO PER mUffA<br />
Inconfondibile per l’aroma fin troppo intenso, per<br />
la pasta morbida e cremosa e il sapore unico dolce<br />
o piccante. Si tratta del Gorgonzola, uno dei<br />
formaggi italiani più diffusi e famosi nel mondo.<br />
Un fungo microscopico, il Penicillium glaucum,<br />
dà origine alle sue caratteristiche striature bluverdi<br />
(che ne fanno un erborinato), protagoniste<br />
di una storia millenaria incominciata intorno<br />
all’anno 879 nell’area di Gorgonzola, alle porte di<br />
Milano. Quello che in origine era chiamato “stracchino<br />
di Gorgonzola” (perché fatto con il latte di<br />
vacche “stracche”, cioè stanche per la transumanza<br />
dagli alpeggi estivi alle praterie della Pianura<br />
Padana dove venivano condotte a svernare)<br />
si trasformò nel Gorgonzola forse per il merito,<br />
involontario, dell’oste “della malora” che servì a<br />
dei clienti ubriachi dello stracchino rancido.<br />
Esistono anche altre leggende che narrano di<br />
mandriani che per un motivo o per l’altro una sera<br />
dimenticarono del latte munto al quale, l’indomani<br />
ormai leggermente acidificato, unirono quello<br />
della mungitura del mattino seguente. Messo a<br />
stagionare in grotte, il formaggio dopo due o tre<br />
mesi presentò all’interno delle forme delle muffe<br />
che ne determinarono subito il successo.<br />
lA lAVORAzIONE<br />
Il segreto del Gorgonzola comunque sta nella<br />
lavorazione, basata sull’unione del latte di due<br />
mungiture diverse: la cagliata ottenuta la sera<br />
veniva lasciata appesa a un trespolo per tutta<br />
la notte ed era proprio durante questa fase che<br />
avveniva la contaminazione della massa caseosa<br />
con le spore fungine; il giorno successivo la<br />
cagliata era riposta in “fascieroli” a strati alterni<br />
con quella del mattino e lasciata maturare. Il<br />
momento determinante era poi quello della foratura<br />
delle forme, destinata a favorire l’ingresso<br />
dell’aria nella pasta e quindi lo sviluppo delle<br />
foto di Michele d’Ottavio<br />
caratteristiche muffe, originate dunque dall’incontro<br />
tra una particolare situazione ambientale<br />
e una tecnica adottata dall’uomo.<br />
Su quella tecnica antica si basa ancor oggi la lavorazione,<br />
tuttavia modernizzata, del centinaio di<br />
caseifici che producono il Gorgonzola; nella zona<br />
natia non sopravvive alcun caseificio, invece la<br />
produzione dal 1955 (anno in cui ottenne il riconoscimento<br />
Doc) avviene principalmente nella provincia<br />
di Novara. Nel 1996 è avvenuta la concessione<br />
marchio Dop europeo. La quasi totalità dei<br />
produttori fa parte del Consorzio per la tutela del<br />
formaggio Gorgonzola il cui marchio, una “g” minuscola<br />
con il cerchietto superiore incompleto in<br />
modo da formare una ”c”, è impresso sulla carta<br />
stagnola che, dopo due o più mesi di stagionatura,<br />
avvolge le forme per limitare il calo provocato<br />
dall’evaporazione e difende la crosta da possibili<br />
rotture, ma soprattutto protegge la pasta anche<br />
in vista della spedizione all’estero, infatti circa il<br />
30 per cento del prodotto viene esportato.<br />
Il RE dI mOlTI mENU<br />
Il Gorgonzola, soprattutto in autunno e inverno,<br />
è l’indiscusso protagonista di piatti fantasiosi,<br />
ingrediente principale della farcitura dei gambi<br />
di sedano, della crema con spinaci per condire<br />
le penne rigate, della farcitura di false arance di<br />
riso e patate, del composto con polpa di avocado,<br />
della crema con cui ricoprire le pere cotte. E<br />
in vista delle feste di fine anno va provato con la<br />
mostarda.<br />
19
saLatO<br />
Italia?<br />
La terra dei salumi<br />
di Monica Rosolen - foto Regione Piemonte<br />
ORIG<strong>IN</strong>I: In tutta la nostra penisola l’uso alimentare<br />
delle carni di maiale, salate e trasformate<br />
in salumi, ha radici antichissime. Nella<br />
salumeria italiana - ricchissima di prodotti, si<br />
dice infatti che siano almeno 666 - si possono distinguere<br />
varie radici storico-geografiche; il Piemonte<br />
appartiene alla zona celtica, la cui tipicità<br />
è costituita da salumi crudi e cotti con limitato<br />
contenuto di sale.<br />
Anticamente, nella zona celtica in particolare, si<br />
allevava il maiale da grasso, ideale per produrre<br />
lardo, che con un’accorta selezione, un’opportuna<br />
alimentazione e adeguati sistemi di allevamento,<br />
è stato via via trasformato nell’attuale maiale da<br />
carne matura o maiale pesante da salumeria<br />
pregiata, che si differenzia dal maiale da carne o<br />
da macelleria allevato in tutto il mondo. Nel corso<br />
degli ultimi cinquant’anni, il maiale pesante è<br />
stato selezionato per la produzione di carni mature<br />
caratterizzate da limitatissimi quantitativi di<br />
20<br />
grassi non solo di copertura, ma anche di struttura;<br />
gli animali raggiungono i 180/200 kg, pesi<br />
elevati indispensabili per la produzione di prodotti<br />
salumieri pregiati come i prosciutti DOP, il culatello,<br />
ecc.<br />
L’alimentazione del maiale in Italia è particolarmente<br />
curata, si utilizzano regimi alimentari ricchi<br />
di mais, soia e altri vegetali, con l’esclusione<br />
di prodotti di riciclo e del siero di latte, perciò le<br />
carni italiane sono poverissime di colesterolo e<br />
ricche di acidi grassi insaturi.<br />
cURIOSITÀ?<br />
Fra tutte le parole salumiere, oggi salame è una<br />
delle più importanti eppure nell’antichità non esisteva.<br />
Il termine può sembrare di origine semplice,<br />
è invece ambigua e contraddittoria; che derivi<br />
dal sale che serve per la sua preparazione non<br />
c’è dubbio, ma non basta, perché con il sale, fin<br />
dall’antichità, si conservano molti alimenti. La
definizione salame per indicare l’insaccato che<br />
conosciamo compare per la prima volta nel manuale<br />
di cucina di Vincenzo Cervio (1581).<br />
cON lA dIETA<br />
Un tempo, per lo stile di vita dei consumatori, si<br />
ricercava nei prodotti salumieri l’apporto di energia<br />
e quindi la presenza di grasso; ora invece la<br />
richiesta predominante è quella di alimenti con<br />
ridotto contenuto calorico e i salumi si sono adeguati.<br />
Così i prodotti italiani contengono quantità<br />
di grassi minime, come nel caso del prosciutto<br />
crudo (parte muscolare) che ne presenta il 3-4%.<br />
I salumi italiani, particolarmente ricchi di parti<br />
muscolari, apportano fattori nutrizionali pregiati<br />
come diversi oligoelementi (ferro, zinco, selenio,<br />
cromo) in forma altamente utilizzabile dall’organismo;<br />
inoltre durante la fermentazione salumiera<br />
si producono pregiate cariche vitaminiche, in<br />
particolare del gruppo B. Infine i prodotti moderni<br />
sono caratterizzati da una diminuzione del sale<br />
tale da essere al limite del mantenimento delle<br />
caratteristiche gastronomiche.<br />
cOmE SI TAGlIANO<br />
Affettare i salumi è una vera arte. Ecco qualche<br />
piccolo consiglio dell’Accademia Italiana di Cucina,<br />
a cominciare dal salame. Innanzitutto se è<br />
ben stagionato deve sbucciarsi facilmente; le fette<br />
devono essere spesse quanto un grano di pepe,<br />
così da poterlo eliminare con facilità. In generale<br />
poi, i prosciutti e gli altri salumi non devono mai<br />
essere tagliati e serviti freddi, altrimenti buona<br />
parte del gusto va persa. Se si usa un’affettatrice<br />
(sempre preferibile), lasciate passare qualche<br />
secondo tra una fetta e l’altra, perché il calore<br />
della lama potrebbe ossidare il grasso.<br />
GlI ABB<strong>IN</strong>AmENTI<br />
Il pane esalta sicuramente il gusto dei salumi.<br />
L’ideale sarebbe accompagnarli con i pani tipici<br />
regionali. Inoltre non si può non tenere conto di<br />
quale vino sia più adatto al tipo di salume che si<br />
consuma. Un discorso a parte merita l’associazione<br />
di salumi e frutta: melone, fichi, uva dolce,<br />
melagrana o frutta esotica come ananas, papaia,<br />
ananas o kiwi.<br />
lA RIScOPERTA dEllE TIPIcITÀ<br />
La rivalutazione della tradizione culinaria ha portato<br />
alla riscoperta dei prodotti tipici delle regioni<br />
italiane. In Piemonte, nel Novarese, nel Vercellese,<br />
in Lomellina si producono i salami d’oca; nelle<br />
stesse zone, dalla carne di suini alimentati con<br />
cereali si ottiene il prelibato salame della duja o<br />
salamin d’la dujia (l’orcio di terracotta invetriata<br />
dove vengono riposti dopo la maturazione e ricoperti<br />
da strutto fuso che protegge e mantiene<br />
morbido l’impasto). Queste sono soltanto due<br />
delle molte specialità del nostro territorio insieme<br />
a salumi prodotti dalla lavorazione della carne<br />
suina, ma anche di manzo, capra, cinghiale,<br />
capriolo, cervo, cavallo, asino e oca. Abbiamo la<br />
bresaola di carne bovina della val d’Ossola (dove<br />
fanno anche una mortadella di puro suino) e<br />
quelle di cavallo o di cervo (la prima della zona<br />
di Borgomanero oltre che del Monferrato, l’altra<br />
della provincia di Novara), le Bale d’aso del<br />
Monregalese, il raro Bisecon di Santo Stefano<br />
Belbo, il Crespone del Monferrato, il Fegatino<br />
sotto grasso prodotto nelle province di Novara e<br />
Vercelli, le polpette a base di frattaglie di maiale<br />
dette Frissa nel Monferrato e Griva nella Langa, il<br />
lardo al rosmarino di Cavour, il prosciutto di Stura<br />
di Demonte (Cn) detto Lonzardo, la mortadella<br />
di fegato o Fidighin delle province orientali della<br />
regione, la Mula, una via di mezzo fra salame e<br />
cotechino, la Muletta, salame monferrino dalla<br />
caratteristica forma a pera che si ottiene dalle<br />
parti migliori del maiale, la Mustardela della Valpellice,<br />
sanguinaccio preparato ancora secondo<br />
una lunga ed elaborata ricetta contadina, i prosciutti<br />
della val d’Ossola e della valle Vigezzo, da<br />
suini portati al pascolo agli alpeggi, o quello di<br />
Canale innaffiato con Arneis e cotto in forno a legna<br />
(un tempo rigorosamente di vite, ora spesso<br />
fieno), il salame crudo a grana grossa ricavato da<br />
suini pesanti delle valli Tortonesi, i salami di cavallo<br />
tipico delle colline tra il Ticino e l’Agogna in<br />
provincia di Novara, del Monferrato e dell’Astigiano<br />
e l’ormai raro salamino di pecora e capra della<br />
zona del cuneese, la salciccia di Bra, il Violino di<br />
camoscio e quello di capra delle valli Ossolane.<br />
21
22<br />
amarO<br />
Grappa e liquori<br />
piaceri riscoperti<br />
di Michele Leone<br />
ORIG<strong>IN</strong>I<br />
Liquori ed acquaviti conosco il loro sviluppo e diffusione<br />
nel medioevo. Tra i primi i medici della<br />
Scuola Salernitana scoprirono che le acquaviti<br />
potevano fungere da solventi per i principi officinali.<br />
Fu così che iniziarono a prodursi per scopo<br />
medico quelli che potremmo definire gli antenati<br />
dei liquori e delle grappe aromatizzate. Nel frattempo<br />
nei monasteri e nelle abbazie il lavoro degli<br />
erboristi si fondeva con quello dei distillatori<br />
producendo nuovi liquori.<br />
Nel XV secolo Michele Savonarola (nonno di Girolamo),<br />
frate padovano, trovò il modo per migliorare<br />
e accelerare le produzioni di acquavite.<br />
Probabilmente il più antico amaro-liquore è il<br />
Bénédictine la cui ricetta è del 1510. La ricetta<br />
nei secoli ha subito alcune variazioni sino a quella<br />
del 1886 che ha portato a 27 il numero di erbe,<br />
radici e spezie. Il Certosino, preparato dai frati<br />
della certosa di Monte Acuto (FI) da molti secoli,<br />
potrebbe essere all’origine del più famoso Chartreuse<br />
(liquore dalle proprietà digestive) che ha<br />
una storia che potrebbe essere narrata in un romanzo.<br />
La ricetta i certosini di Vauvert, l’hanno<br />
sempre tenuta segreta e l’hanno portata con loro<br />
anche quando nel 1904 dovettero lasciare la loro<br />
abbazia e trasferirsi in Tarragona. Oggi ne vengono<br />
prodotti e commercializzati due tipi, quello<br />
giallo con 40° di gradazione e quello bianco con<br />
55° di gradazione.<br />
A Carmagnola è nata una diatriba tra i padri Maristi<br />
locali e quelli giunti dalla Francia nel 1903<br />
sulla paternità della ricetta originale dell’ Apestre<br />
o Arquebuse. Tradizionalmente contiene 33 erbe
tra cui valeriana, tanaceto, genziana, etc.<br />
Ancora oggi nel nostro paese è ricca la produzione<br />
di liquori nei vari monasteri o abbazie.<br />
l’IdEA PER Il dOPOcENA<br />
Per un dopo cena abbinare una torta sbrisolona<br />
(tipico dolce del mantovano di origine contadina)<br />
con una buona grappa o come si usa talvolta inumidire<br />
la torta con la grappa stessa. Dopo aver<br />
bevuto il caffè procedere con rasentin (letteralmente<br />
risciacquo), ovvero versare nella tazza del<br />
caffè vuoto la grappa (abitudine veneta)<br />
GRAPPA O lIqUORE<br />
AllA mElAGRANA<br />
Sistemare su della carta da forno i chicchi di una<br />
melagrana grande e matura. Farli essiccare al<br />
sole per cinque giorni, poi mettrli in un vaso a<br />
chiusura ermetica con la grappa (rigorosamente<br />
bianca e non aromatizzata) o l’alcool, insieme alla<br />
scorza di limone, al miele ed alle spezie. Trascorsi<br />
venti giorni in un luogo asciutto e buio, nei quali<br />
di tanto in tanto si sarà agitato il vaso, si può procedere<br />
all’operazione di mescita in bottiglia, non<br />
prima di aver filtrato almeno due volte. Ingredienti:<br />
un litro di grappa, una melagrana matura,<br />
La ricetta<br />
rISOTTO dI ANATrA e rOSMAr<strong>IN</strong>O ALLA GrAPPA<br />
PREPARAzIONE:<br />
Far saltare la dadolata di anatra (tagliata a cubetti piccoli) in una padella con olio di oliva<br />
extra vergine ed una foglia di alloro versare la grappa e fiammeggiare. Far saltare il riso<br />
in una pentola con burro, olio e scalogno; aggiungere vino rosso ed all’asciugatura continuare<br />
a bagnare con brodo di carne. Verso la fine della cottura unire la dadolata ed il<br />
rosmarino tritato. Mantecare con burro e pepe macinato fresco.<br />
<strong>IN</strong>GREdIENTI:<br />
500 gr. di riso, 350 gr. di petto d’anatra, rosmarino, una foglia di alloro, olio di oliva extra<br />
vergine, grappa, vino rosso, brodo di carne, pepe in grani.<br />
una stecca di cannella, un cucchiaio di miele e la<br />
scorza di un limone.<br />
Il VERmOUTh mAdE <strong>IN</strong> TO<br />
Nel 1786 nel laboratorio della sua bottega di liquori,<br />
sotto i portici di piazza Castello, Antonio<br />
Carpano inventò il Vermouth che è vino aromatizzato<br />
con la china. In breve divenne la “bevanda<br />
preferita del Re”. Questo nome fu scelto riadattando<br />
il tedesco Wermut (assenzio).<br />
Ma non solo il Vermouth, da Antonio Carpano è<br />
nato anche il Punt e Mes (punto e mezzo in piemontese).<br />
La storia vuole che nel 1870 nei locali<br />
di Carpano si incontrasso degli operatori di borsa<br />
per prendere l’aperitivo. Come tutti i clienti abituali<br />
ognuno ordinava i punti di amaro da aggiungere<br />
al Vermouth.<br />
La borsa aveva chiuso con fluttuazioni di un punto<br />
e mezzo ed il barista equivocando chiese se<br />
quella dovesse essere la correzione, la risposta<br />
fu affermativa e così nacque il Punt e Mes. Da<br />
questo episodio nasce anche la curiosa abitudine<br />
di ordinarlo a gesti; basta sollevare il pollice<br />
(un punto, punt) e segnare con la mano una linea<br />
orizzontale nell aria (un mezzo, mes).<br />
Dai monasteri alle Abbazie<br />
ora la grappa si fa in casa.<br />
Rimane un ingrediente<br />
importante per cucinare o<br />
per il dopocena<br />
23
ORIG<strong>IN</strong>I<br />
amarO<br />
Caffè,<br />
piacere nero bollente<br />
Alcune tesi lo vogliono già presente a Troia ad i<br />
tempi di Omero. Un’altra leggenda vuole la scoperta<br />
del caffè nel 600 a.c. quando un pastore<br />
etiope notò che le sue capre zampettavano più<br />
energicamente dopo aver mangiato le bacche di<br />
questa pianta sempreverde.<br />
Nel 1454 era consuetudine berlo nei territori<br />
dell’odierno Yemen ed addirittura il governo ne<br />
approvò il consumo per le qualità corroboranti.<br />
Da qui si diffuse presso tutti i popoli arabi e venne<br />
definito “vino dell’islam” in quanto il vino vero<br />
e proprio era proibito dal corano. Nel 1500 era<br />
già molto diffuso e a Damasco esistevano già due<br />
locali dove berlo: il Caffè delle Rose e il Caffè della<br />
24<br />
di Michele Leone<br />
via della Salvezza.<br />
Il caffè arriva in Italia, e per la precisione a Venezia,<br />
intorno al 1615 e possiamo attribuirne<br />
il merito a Prospero Alpini, medico del console<br />
di Venezia in Egitto. Venezia divenne il punto di<br />
partenza per la diffusione del caffè in Italia ed in<br />
Europa ed ancora oggi passeggiando per le calle<br />
della città lagunare sotto i portici di piazza San<br />
Marco troviamo il Caffè Florian, la più antica caffetteria<br />
d’Europa.<br />
A differenza del mondo arabo, il caffè in Europa<br />
trovò l’ostacolo del clero che la definiva bevanda<br />
del diavolo: venne addirittura chiesto a papa<br />
Clemente VIII di scomunicarla; questo una volta<br />
assaggiata la bevanda non solo non la volle
ScAMPI AL cAffe’<br />
PREPARAzIONE:<br />
prepare il fumetto con 4 tazzine di caffè ristretto, 8 teste di scampi ed un rametto di maggiorana;<br />
dopo una decina di minuti spegnere e filtrare. Soffriggere con un filo d’ olio una<br />
dadolata di scalogno, sedano e carota (circa 200 gr), versare mezzo bicchiere di brandy<br />
e appena sfumato bagnare con il fumetto e aggiungere 250 gr di panna liquida. Salare<br />
quanto basta ed a fuoco lento lasciare sobbollire. Nel frattempo rosolare a fuoco vivo<br />
con una noce di burro gli scampi tagliati per senso verticale e non sgusciati. Una volta<br />
rosolati (pochissimi minuti) trasferirli nella padella con la salsina, lasciare insaporire ed<br />
aggiungere pepe e chicchi di caffè.<br />
scomunicare ma addirittura la definì “bevanda<br />
cristiana”. Da qui il caffè conobbe uno sviluppo<br />
continuo ed inarrestabile legando al suo nome<br />
anche i locali dove si beveva questa bevanda e<br />
frequentati da politici, intellettuali ed artisti.<br />
AlcUNI TIPI<br />
Arabica: è la miscela più diffusa e forse pregiata<br />
di caffè al mondo. È corposa ed aromatica, ha un<br />
sapore dolce e una gradevole punta di amaro. Ha<br />
un contenuto di caffeina relativamente bassa, tre<br />
volte inferiore a quella contenuta nella miscela<br />
Robusta.<br />
Robusta: è un caffè più leggero dell’arabica e<br />
spesso i suoi profumi ricordano le terre in cui<br />
viene coltivato (altitudini di 600/700m s.l.m.).<br />
Liberica: è la varietà più conosciuta tra le meno<br />
coltivate. Si trova sopratutto tra Indonesia e Filippine.<br />
Mauritania: è un caffè nero coltivato sopratutto<br />
nelle isole della Reunione e San Maurizio.<br />
PROPRIETÀ BENEfIchE<br />
Il caffè ha diverse proprietà che possono essere<br />
benefiche per l’organismo e la psiche, che ovviamente<br />
possono divenire dannose se si eccede.<br />
La caffeina ha effetti positivi sull’umore e aiuta<br />
a mantenere la concentrazione ad esempio durante<br />
lo svolgimento di compiti noiosi. La caffeina<br />
facilita la digestione in quanto stimola la secrezione<br />
dei succhi gastrici. Il caffè, stimolando la<br />
dilatazione dei bronchi, potrebbe giovare a chi<br />
soffre di riniti allergiche ed avere anche un effetto<br />
anticarie in quanto sembra che i suoi tannini<br />
contrastino lo sviluppo dei batteri cariogeni. Secondo<br />
alcuni studi l’abitudine di consumare quo-<br />
La ricetta<br />
tidianamente caffè potrebbe prevenire il declino<br />
celebrale dovuto alla età avanzata.<br />
cURIOSITÀ<br />
A Napoli c’è l’usanza di lasciare il “caffè sospeso”:<br />
alcuni avventori pagano due caffè in modo che le<br />
persone meno abbienti possano trovare un caffè<br />
già pagato nella caffetteria. “Il caffè” può essere<br />
considerato il primo periodico italiano fondato da<br />
un gruppo di illuministi tra cui i fratelli Verri e Cesare<br />
Beccaria. Qui si parlava di Arte, vita sociale<br />
e scienze. In Turchia, in passato, se un marito<br />
proibiva di bere caffè alla moglie questa poteva<br />
chiedere il divorzio per “giusta causa”.<br />
<strong>IN</strong> PIEmONTE<br />
Se nell’immaginario popolare il caffè è associato<br />
a Napoli, per storia, tradizione e volume di affari<br />
il caffè è anche piemontese. Basti pensare a Lavazza,<br />
Costadoro e Vergnano. Ma non solo torrefazioni,<br />
a Torino è nata la mitica Victoria Arduino<br />
che potremmo definire la macchina per il caffè<br />
che è divenuta nel tempo uno status symbol.<br />
Il caffè sottovuoto nasce a Torino in casa Lavazza<br />
negli anni ‘60. Quella del caffè piemontese è<br />
una tradizione viva che nel 2010 ha portato delle<br />
grandi soddisfazioni al International Coffee Tasting<br />
che si è tenuta a Brescia.<br />
All’interno del carcere delle Vallette di Torino è<br />
nato nel 2004 il laboratorio di Pausa Cafè una cooperativa<br />
sociale. In un locale di circa 200 metri<br />
quadrati è stato allestito il reparto di torrefazione,<br />
stoccaggio e confezionamento che vede impegnati<br />
alcuni detenuti del carcere.<br />
25
amarO asprO<br />
Agrumi,<br />
che sapori nell’aria!<br />
Limoni, arance, pompelmi, mandarini, cedri,<br />
mandaranci e chinotti: ecco alcuni nomi degli<br />
agrumi più famosi al mondo. Dai colori vivaci e<br />
dal sapore aspro, gli agrumi hanno importanti<br />
impieghi e vantaggi. Sono frutti da mangiare, da<br />
bere e anche bellissimi da ammirare all’aperto,<br />
soprattutto in terrazzi e giardini.<br />
ORIG<strong>IN</strong>I lONTANE<br />
Hanno origini orientali. Anche se i Romani conoscevano<br />
già il limone, la loro grande diffusione<br />
nel Mediterraneo si deve all’espansione araba<br />
verso l’occidente a partire dal 1100.<br />
26<br />
di Liliana Carbone<br />
PROPRIETÀ BENEfIchE<br />
E cURATIVE<br />
Gli agrumi hanno importanti proprietà benefiche<br />
per l’alimentazione giornaliera di grandi e piccini,<br />
La polpa, infatti, che può variare dal color giallo,<br />
rosato, arancio o rosso e molto succosa, è ricca<br />
di vitamine.<br />
Prendiamone alcuni:<br />
- Il limone è ricchissimo di vitamine del gruppo C,<br />
B, A e PP. È ricco di sali minerali, oligoelementi ed<br />
oli essenziali (contenuti nella buccia). Ha un’elevatissima<br />
capacità antibatterica e disinfettante;<br />
è antireumatico, tonico, astringente, deminera
lizzante, antiossidante, anticancerogeno e viene<br />
usato come coadiuvante nelle malattie infettive<br />
e arteriosclerotiche. Protegge anche dall’invecchiamento<br />
perché combatte i radicali liberi.<br />
- L’arancio è ricchissimo di vitamina C, aumenta<br />
la resistenza dell’organismo contro i vari agenti<br />
chimici, fisici ed ambientali sostenendo le difese<br />
immunitarie contro virus e batteri.<br />
Ci protegge da fastidiose malattie come l’angina,<br />
la gengivite, la bronchite, l’emicrania, la cefalea<br />
e i reumatismi, e da malattie ben più gravi come<br />
l’ipertensione, il diabete, i disturbi cardiovascolari<br />
e il tumore.<br />
Favorendo la deposizione del calcio e del fosforo<br />
ci protegge dall’osteoporosi, aiutando l’assorbimento<br />
del ferro, combatte efficacemente l’ane-<br />
mia. Il suo contenuto di vitamine B1 e B2 stimola<br />
l’appetito, l’accrescimento, la digestione e migliora<br />
il sistema respiratorio. I caroteni sono utili<br />
per il sistema visivo.<br />
USI AlTERNATIVI<br />
Gli oli essenziali (estratti dalle foglie e dai fiori)<br />
e i frutti sono largamente impiegati per scopo<br />
cosmetico. Ma l’occhio vuole anche la sua parte:<br />
ecco perché la bellezza di queste piante (bel fogliame,<br />
profumate, con ripetute fioriture e dalla<br />
vistosa e colorata produzione di frutti) ha fatto si<br />
che nel corso dei secoli gli agrumi divenissero<br />
elementi ornamentali di giardini e terrazze.<br />
RIcETTA dA GUSTARE<br />
Vicini al Natale, vi consigliamo Charlotte natalizia<br />
al mandarancio (www.mangiarebene.com), una<br />
delizia per gli occhi e il palato.<br />
lA fESTA<br />
PIù cOlORATA d’ITAlIA<br />
La sagra degli agrumi di Zerfaliu, in Sardegna,<br />
è la principale manifestazione organizzata dalla<br />
pro loco locale Viene pubblicizzata con l’affissione<br />
di mille cartelli, 400 locandine e 5mila depliant<br />
distribuiti nelle attività commerciali di tutta la<br />
Sardegna. Alla domenica nella piazza Trasfigurazione,<br />
vengono distribuiti piatti a base di agrumi,<br />
creme e liquori di limone e di arancio, crostate<br />
e torte e allestita una mostra di circa cinquanta<br />
cultivar di agrumi, molte delle quali coltivate a<br />
Zerfaliu.<br />
27
amarO asprO<br />
Aceto:<br />
il nobile che fa la differenza<br />
Rende stuzzicanti i piatti, come le fantasiose<br />
insalate, alcuni tipi di pesce e tutte le varietà di<br />
carni. Ma apporta benefici anche al nostro corpo.<br />
Come? Scopriamolo insieme.<br />
V<strong>IN</strong>O E BATTERI, l’ORIG<strong>IN</strong>E<br />
L’aceto di vino è nato più di 5mila anni fa. Si ottiene<br />
dalla fermentazione del vino bianco o del<br />
vino nero ed è il prodotto dell’azione dei batteri<br />
Acetobacter che, in presenza di aria, ossidano<br />
l’etanolo contenuto nel vino e lo trasformano in<br />
acido acetico.<br />
Stesso modus operandi per l’aceto di mele: si<br />
28<br />
di Liliana Carbone<br />
ottiene facendo fermentare il succo di mela in<br />
grandi botti di legno fino a quando diventerà sidro;<br />
successivamente si aggiungono i batteri del<br />
genere Acetobacter. Diventerà aceto di mele<br />
lE SUE cARATTERISTIchE<br />
L’aceto è composto per l’80% circa da acqua e da<br />
molti altri composti a seconda del tipo di aceto;<br />
aminoacidi, vitamine, alcoli, tannini, sali minerali<br />
e acidi organici sono le sostanze che gli conferiscono<br />
le proprietà caratteristiche.<br />
Nell’aceto di vino si trovano anidride solforosa,<br />
alcol etilico, ceneri, glicerina, metanolo, minerali
vari come ferro, zinco, calcio, rame e piombo. Tra<br />
gli aminoacidi sono presenti arginina, alanina,<br />
acido aspartico e acido glutammico.<br />
Nell’aceto di mele l’acqua è presente circa al<br />
90%, possiede una maggior varietà di minerali,<br />
potassio in primis, oltre a calcio, sodio, fosforo, e<br />
moltissime vitamine ( A, B, C, D, E, K e J ).<br />
UN AIUTO<br />
PER Il NOSTRO ORGANISmO<br />
Usarlo regolarmente apporta benefici. L’aceto di<br />
mele è diuretico, brucia una parte dei grassi in<br />
eccesso; ha un’azione mineralizzante e riequilibrante<br />
dell’acidità dell’organismo e un’azione<br />
battericida.<br />
In caso di infiammazione bere tre bicchieri al<br />
giorno di acqua e aceto per una settimana; in<br />
caso di mal di gola fate i gargarismi con acqua<br />
e aceto di mele.<br />
È efficace contro la puntura degli insetti: basta<br />
cospargersi la pelle con aceto di vino bianco, e<br />
se vi hanno punto, tamponate la parte interessata<br />
con cotone imbevuto in aceto di mele per alleviare<br />
bruciore e prurito.<br />
UNA PEllE PIù BEllA<br />
Grazie al suo alto contenuto di minerali e potassio,<br />
l’aceto di mele rallenta il processo di indurimento<br />
dei vasi sanguigni e ha un’azione fluidificante<br />
sul sangue che dona un aspetto migliore<br />
alla nostra pelle.<br />
AmIcO dEllA cASA<br />
Versato su un panno, l’aceto è in grado di pulire<br />
rubinetti, acciaio inossidabile, elettrodomestici,<br />
piani di lavoro e residui di sapone. Rimuove gli<br />
accumuli di calcare, pulisce e rinfresca i tappeti,<br />
rimuove le macchie e gli odori e bilancia il ph del<br />
terreno del nostro giardino.<br />
È perfetto per eliminare gli odori dai contenitori<br />
per gli alimenti. Usate pane bagnato nell’aceto e<br />
lasciatelo per una notte nel contenitore.<br />
<strong>IN</strong> TAVOlA<br />
Provate la salsa di pomodoro, prezzemolo e capperi<br />
(con aceto di vino bianco): accompagna carni<br />
e molluschi, riso lessato o uova; è ideale con<br />
bruschette e per condire insalate estive. Ecco<br />
la salsa alle sardine (con aceto di vino bianco):<br />
accompagna crostacei bolliti, pesce azzurro, verdure<br />
crude o lessate. E ancora: salsa di spezie al<br />
miele (con aceto di mele): accompagna verdure<br />
crude o bollite. Infine, ecco servita la vinaigrette<br />
di aceto e mele (con aceto di mele) per condire<br />
insalate, verdure lessate e bolliti di carne. Buon<br />
appetito!<br />
29
L’AziendA AgricoLA CASC<strong>IN</strong>A CHICCO è interprete orgogLiosA deLLA civiLtà contAdinA deL roero.<br />
oggi conduce direttAmente vigneti rigorosAmente in coLLinA, con produzioni pregiAte di<br />
Arneis, nebbioLo d’ALbA, roero, bArberA d’ALbA, FAvoritA e bAroLo, nei comuni di cAnALe, vezzA,<br />
cAsteLLinALdo e monForte d’ALbA.iL più rigoroso impegno neLLA ricercA deLLA quALità, portA<br />
questi territori Ad unA deLLe Loro mAssime espressioni.<br />
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credits: Fiera internazionale del tartufo bianco di Alba<br />
È Le<br />
festa!<br />
Le piazze dei paesi si animano: riscoprite le tradizioni, gli angoli<br />
più belli del nostro territorio, i sapori genuini che si credevano perduti.<br />
Nelle sagre e nelle fiere si celebra il gusto:<br />
piatti tradizionali e prodotti tipici aspettano gli eno-gastronauti.<br />
Mettetevi in viaggio con noi.<br />
credits: Evento tradizionale del biologico: Mais Rosso di Banchette<br />
31
Alba diventa capitale del gusto: fino al 13 novembre<br />
la città delle Langhe ospita l’81 edizione<br />
della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco. Un<br />
prodotto che è diventato il simbolo del territorio:<br />
non a caso durante la visita ufficiale del Presidente<br />
della Repubblica nella provincia di Cuneo<br />
svoltasi l’8 ottobre scorso, Giorgio Napolitano<br />
32<br />
Fiera Internazionale<br />
del Tartufo Bianco<br />
d’Alba<br />
ALBA: fino al 13 novembre<br />
credits: ente turismo alba bra langhe e roero foto dutto<br />
è stato omaggiato, da parte del sindaco di Alba<br />
Maurizio Marello con la consegna di un “tartufo<br />
d’onore”. Filo rosso della kermesse 2011 sono gli<br />
abbinamenti tra il tartufo e la pasta all’uovo, altra<br />
specialità portabandiera della cucina italiana nel<br />
mondo. La sfida lanciata dagli organizzatori della<br />
Fiera è di sondare i golosi accostamenti che si<br />
possono creare tra questi due mondi. Una sfida<br />
culinaria che coinvolgerà tutti, attraverso un fitto<br />
programma di eventi diffusi sul territorio, importanti<br />
ristoranti della zona, food blogger, istituzioni<br />
ma soprattutto i foodies che raggiungeranno<br />
Alba. Tra i protagonisti c’è Agnesi, sponsor della<br />
manifestazione, uno dei brand di pasta più amati<br />
e apprezzati nel Belpaese. Chi conosce i sapori<br />
piemontesi conoscerà già il livello assoluto di godimento<br />
sensoriale che si crea quando i tajarin, la<br />
pasta fatta a mano tipica delle Langhe,incontrano<br />
il tartufo bianco in un connubio di profumi superbo.<br />
Uno dei momenti più attesi della manifestazione<br />
è fissato per domenica 13 novembre al castello<br />
di Grinzane Cavour con l’asta mondiale del tartufo,<br />
attraverso un collegamento via satellite con<br />
Hong Kong un pubblico selezionato di “generosi<br />
gourmet” internazionali si contenderà gli esem-
plari più pregiati di Tuber magnatum Picum.<br />
L’anno scorso 13 tartufi erano stati battuti per<br />
un prezzo complessivo di 307,2 mila euro, all’asta<br />
aveva presenziato anche il presidente del Senato<br />
Renato Schifani. Una delle trifole più preziose, dal<br />
valore di 105 mila euro, era andata a Jannnie Cho<br />
Lee, autorevole esperta e critica vinicola cinese.<br />
Tra i numerosi appuntamenti da non perdere<br />
assolutamente ci sono i “sabati foodies”: fino al<br />
12 novembre gli appassionati del buon cibo e del<br />
buon vino potranno partecipare ai laboratori di<br />
analisi sensoriale e di cucina dedicate alle migliori<br />
eccellenze del territorio. Si assaggeranno<br />
gli accostamenti tra cioccolato e Barolo chinato<br />
(29 ottobre), il 5 novembre la “fassona” albese e<br />
il bue di Carrù “incontreranno” il Dolcetto d’Alba<br />
mentre sabato 12 la nocciola Tonda Gentile delle<br />
Langhe verrà esaltata dall’abbinamento con il<br />
Moscato d’Asti.<br />
Uno dei cuori pulsanti della rassegna è il Palatartufo<br />
(cortile della Maddalena, orari: sabato e<br />
domenica 9-20, aperture straordinarie 31 ottobre<br />
e 1° novembre), dove si tiene il Mercato Mondiale.<br />
I visitatori possono acquistare trifole certificate.<br />
Ogni prodotto prima della vendita viene infatti<br />
controllato e analizzato da una commissione ad<br />
hoc, che ne certifica la provenienza con il marchio<br />
di Tuber magnatum Picum. Accanto si trova<br />
la rassegna enogastronomica AlbaQualità: oltre<br />
cento stand dove conoscere e acquistare altre<br />
specialità locali come i grandi vini, i salumi, i formaggi<br />
dop, la pasticceria (ingresso 2 euro, ridotto<br />
per gruppi superiori alle 30 persone 1,50 euro,<br />
bambini e ragazzi under 15 gratis).<br />
A rendere ancora più gourmet la Fiera contribuiranno<br />
i locali del “Truffle Club”, il più grande<br />
circuito di ristoranti che ha scelto di aderire a un<br />
preciso codice etico per la selezione, conservazione<br />
il servizio, gli abbinamenti, i modi corretti<br />
di degustare il tartufo bianco. Un patrimonio di<br />
saperi e di tradizioni vincolato da un patto di trasparenza<br />
con il consumatore finale.<br />
Fitto anche il cartellone di mostre che accompagnano<br />
la fiera: fino a dicembre il Museo “Federico<br />
Eusebio” ospita la mostra “Ornamenta femminili<br />
ad Alba e nel Cuneese in età antica” (via Vitto-<br />
33
io Emanuele 19, tel: 0173.292473, orari: martedì<br />
venerdì 15-18, sabato 15-19, domenica e festivi<br />
10-13, 14-17, ingresso gratuito). Il pubblico potrà<br />
ammirare preziosi monili provenienti dalle<br />
necropoli presenti sul territorio. Tra i tanti tesori<br />
esposti sono splendidi per fattura e precisione<br />
dei dettagli gli orecchini in oro e i gioielli in pasta<br />
vitrea ritrovati durante gli scavi nella necropoli<br />
longobarda di Sant’Albano Stura. Al Castello di<br />
Mango fino al 18 novembre si visita “Eros e tartufi<br />
verità nascoste:… messe in evidenza”. La mostra,<br />
curata da Giordano Berti, presenta una carrellata<br />
di opere che evidenziano le proprietà afrodisiache<br />
del tartufo, ulteriormente esaltate da antiche<br />
ricette inserite lungo il percorso di visita. Fino<br />
al 13 novembre il Palazzo Mostre e Congressi di<br />
Alba è sede della mostra “Le Langhe di Camillo<br />
Cavour”. Le trasformazioni del paesaggio, rurale<br />
e urbano, è testimoniato da mappe, vedute e<br />
disegni d’epoca, puntualmente raffrontati con la<br />
situazione odierna. Le varie articolazioni della<br />
società sono rappresentate da ritratti, ex voto e<br />
fotografie, che testimoniano anche delle trasformazioni<br />
del costume e dei modi di vivere. Il rapporto<br />
tra i Cavour e le Langhe è oggetto di una<br />
ricostruzione attenta: le modalità con cui la famiglia<br />
pervenne in possesso di Grinzane, le funzioni<br />
di Sindaco di quel Comune del giovane Camillo, le<br />
sue iniziative come imprenditore agricolo. Un’ultima<br />
parte della mostra riconduce il visitatore ai<br />
luoghi della memoria risorgimentale disseminati<br />
34<br />
nelle Langhe e ai volti e alle vicende di quanti parteciparono<br />
al Risorgimento italiano.<br />
Anche la musica è in primo piano con la VII rassegna<br />
delle corali di Langa e Roero in programma<br />
presso la chiesa di San Domenico (17, 23, 25<br />
novembre, 1° dicembre). Non manca neppure<br />
un appuntamento dedicato allo sport: sabato 6<br />
novembre, alle 9, prenderà il via la seconda Eco<br />
maratona del Barbaresco e del Tartufo Bianco<br />
d’Alba. Un’occasione per scoprire una delle zone<br />
più belle del Piemonte.<br />
TArTUfO deLL’ANNO<br />
Si deve a Giacomo Morra, l’idea di inviare il migliore<br />
esemplare di tartufo a personaggi dell’imprenditoria,<br />
della politica, dello spettacolo. Sono<br />
stati omaggiati star del calibro di Rita Hayworth,<br />
Marilyn Monroe, Winston Churchill. In tempi più<br />
recenti sono venuti ad Alba per ritirare l’ambito<br />
e “profumato” premio Marcello Lippi, Luciano<br />
Pavarotti, Francis Ford Coppola, Sophia Loren,<br />
Alberto di Monaco.<br />
cOMe rAGGIUNGere ALBA<br />
In auto: prendere l’A6 direzione Marene/Cherasco.<br />
Uscire direzione Marene – Bra. Seguire E74<br />
direzione Asti/Alba/Cherasco/Bra/La Morra. Prima<br />
di Bracontinuare sulla SP3Bis direzione Savona/Barolo/Alba<br />
C.so Eeuropa. Prendere l’uscita<br />
Alba.
La sagra Mele Miele,<br />
dolcezze<br />
e naturalezze<br />
Ti accolgono le mele profumatissime che rincorrono<br />
il miele dai mille colori, e tutt’attorno,<br />
i formaggi d’alpeggio, l’elegante Bettelmatt e i<br />
nostrani formaggi locali, produzioni di piccole e<br />
grande aziende agricole. Da dietro l’angolo sbucano<br />
incuriosite le castagne, i salumi di capra e di<br />
asino dondolano, il pane appena sfornato riempie<br />
l’aria: come non fare un assaggio delle torte fatte<br />
in casa dalle mamme e dalle nonne?<br />
E poi c’è il vino e la birra artigianale, le tisane del<br />
consorzio con le erbe officinali coltivate nei campi<br />
tutt’attorno, le caramelle e il necessario per<br />
preparare il liquore digestivo; marmellate, confetture,<br />
creme sfiziose e gustose, da spalmare e<br />
da leccarsi dita e baffi. Sagra Mele Miele è questo:<br />
la mostra del prodotto semplice, di piccola<br />
produzione agricola ma naturale, naturalissimo;<br />
prodotto a Baceno e dintorni, nel Parco Naturale<br />
dell’Alpe Devero, in questa Terra d’Ossola, a due<br />
passi dal confine svizzero. E oltre ai prodotti puoi<br />
trovare l’oggetto artigianale di legno, quello scolpito<br />
sulla pietra o ricamato a mano. 50 bancarelle<br />
in bella mostra, che da più di vent’anni rendono<br />
varia e vera questa Sagra, una delle prime a par-<br />
BAceNO: 29, 30, 31 ottobre - 1 novembre<br />
lare di naturale e di biologico, così di moda oggi.<br />
Ma da alcuni anni Sagra mele miele è incontri,<br />
convegni, musica, laboratori creativi per i bambini,<br />
dialoghi serali con personaggi noti e meno<br />
noti che si ritrovano a parlare di montagna, agricoltura,<br />
natura. Bepi De Marzi, Cristian Ghedi-<br />
35
na, Edoardo Raspelli, Teresio Valsesia sono solo<br />
alcuni dei personaggi che hanno fatto visita alla<br />
Sagra. Ogni anno un tema diverso e quest’anno si<br />
parla di alberi, di foreste, di boschi, in linea con il<br />
2011, l’anno internazionale delle Foreste.<br />
Durante i quattro giorni di sagra, nei ristoranti<br />
locali sarà possibile gustare menu autunnali a<br />
tema “melemiele”. La gola, la pancia, la vista, il<br />
gusto, ringraziano e la dieta… rigorosamente da<br />
mercoledì! Ancora, visite guidate ai musei del<br />
Torchio di Croveo e alla Monumentale Chiesa di<br />
San Gaudenzio di Baceno, camminate agli Orridi<br />
di Uriezzo, piccole e grandi escursioni a cura delle<br />
Guide Naturalistiche.<br />
PArcO NATUrALe VeGLIA deVerO<br />
L’area protetta con una superficie di 86Kmq distesa<br />
su un dislivello che va dai 1600 ai 3550 m<br />
di altitudine tutela i grandi alpeggi di Veglia e di<br />
Devero, due gioielli di rara bellezza incastonati<br />
tra le vette delle Alpi Lepontine occidentali. Dolce<br />
e austero, il paesaggio offre una grande varietà<br />
di ambienti alpini con i verdi pascoli ricchi di<br />
corsi d’acqua, laghi, torbiere e zone umide circondati<br />
da fitti boschi di larice con sottobosco di<br />
rododendri e mirtilli; le praterie d’alta quota che<br />
regalano straordinarie fioriture di rare specie botaniche,<br />
fino al regno delle rocce e dei ghiacciai.<br />
36<br />
Oltre sessanta itinerari segnalati permettono di<br />
esplorare il parco, senza tornare sui propri passi<br />
e sono innumerevoli le possibilità di gite lungo<br />
sentieri adatti a ogni esigenza e preparazione,<br />
dal percorso quasi pianeggiante fino alle ascensioni<br />
alpinistiche<br />
info 0324 72572 Parco www.parcovegliadevero.it<br />
LA SAGrA MeLe MIeLe SI TrOVA:<br />
A dieci minuti dalle Terme di Premia, il centro<br />
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a 30 minuti dal parco Naturale dell’Alpe<br />
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iataltaossola@libero.it<br />
www.melemiele.blogspot.com<br />
www.distrettolaghi.it/eventi<br />
Facebook: Sagra MeleMiele
Tutto è iniziato da un sogno basato su un progetto<br />
tangibile e concreto: fare di una tradizione e<br />
dell’elemento base dell’alimentazione contadina<br />
il veicolo promozionale del paese di Banchette.<br />
A disposizione c’erano appezzamenti di terreno<br />
incolti, un seme autoctono, quello del Pignoletto<br />
Rosso, che era in via di estinzione e la volontà di<br />
riprendere l’antica coltivazione seguendo però la<br />
via del biologico. Il risultato? Un’eccellente farina<br />
macinata a pietra, ottenuta dall’instancabile e paziente<br />
lavoro di un gruppo di agricoltori del paese<br />
38<br />
Evento tradizionale del biologico:<br />
Mais Rosso<br />
di Banchette<br />
BANcHeTTe: 6 novembre<br />
che hanno saputo valorizzare la propria risorsa<br />
locale. Ma non solo. Perché insieme alla farina, la<br />
comunità di Banchette ha trovato il suo simbolo e<br />
un modo nuovo di fare promozione. La manifestazione<br />
dedicata al prodotto tipico locale ha lo scopo<br />
di coinvolgere le persone facendo conoscere la<br />
coltivazione e la raccolta del mais rosso nonché<br />
apprenderne le proprietà in cucina.<br />
Promuovere il Pignoletto Rosso – spiega l’ideatore<br />
del progetto Gianni Sabolo – significa valorizzare<br />
e far conoscere non soltanto Banchette, ma
anche tutta la zona che ci circonda. Crediamo che<br />
questo sia un valore aggiunto per l’intero territorio.<br />
L’utilizzo dei metodi biologici nella coltivazione<br />
ci ha permesso non soltanto di conseguire ottimi<br />
risultati di prodotto, ma soprattutto di sviluppare<br />
una sperimentazione sostenibile e un processo di<br />
lavorazione della farina che con la macinatura a<br />
pietra la rende unica nel suo genere. Non dimentichiamoci<br />
che questo progetto potrebbe in futuro<br />
avere delle rilevanze anche economiche. Molto<br />
dipenderà da quanto sapremo crederci e soprattutto<br />
dall’impegno che svilupperanno i giovani che<br />
su questo territorio vogliono continuare a vivere<br />
occupandosi di agricoltura e cercando nuove<br />
strade per fare impresa.<br />
E infatti il Mais Rosso ha iniziato a fare capolino<br />
non solo nei ristoranti, nelle pasticcerie e nelle<br />
panetterie locali, ma sta crescendo la domanda<br />
anche da parte di distributori che hanno scoperto<br />
le potenzialità del prodotto.<br />
Non sono soltanto i canavesani a poter gustare<br />
la farina di Mais Rosso perchè i confini della sua<br />
distribuzione si stanno via via ampliando anche in<br />
Liguria, Emilia Romagna, Valle d’Aosta, Lombardia,<br />
Marche. Puntuale quindi come ogni anno, dal<br />
4 al 6 novembre, ritorna il scena e soprattutto in<br />
tavola il Mais Rosso, l’antica varietà di mais riscoperta<br />
da un gruppo di agricoltori del paese che<br />
anche quest’anno farà la gioia di ogni palato proponendosi<br />
al pubblico in polente calde e gustose<br />
oppure in dolci stuzzicanti. La versatilità di questo<br />
mais permette infatti di realizzare non soltanto<br />
piatti salati, ma di sposarsi alla perfezione con lo<br />
zucchero. Domenica 6 sarà la volta della tradizionale<br />
polenta che si potrà gustare nelle piole insieme<br />
a merluzzo, cinghiale, formaggi, salsiccia,<br />
moscardini, spezzatino, suet. Ogni anno il Mais<br />
Rosso, già inserito nel Paniere dei Prodotti Tipici<br />
della provincia di Torino e nell’elenco degli Antichi<br />
Mais Piemontesi, acquisisce ulteriori riconoscimenti<br />
e si fregia anche del Marchio Biologico<br />
Certificato (presente sull’etichetta dei pacchetti di<br />
farina) a garanzia della sua ineccepibile qualità.<br />
Soltanto in questo modo, il consumatore potrà<br />
evitare frodi.<br />
Per festeggiare il Mais Rosso, a Banchette, sono<br />
stati organizzati numerosi appuntamenti curati da<br />
altrettante associazioni e gruppi presenti sul territorio<br />
canavesano che daranno vita ad una spumeggiante<br />
festa autunnale con musica, laboratori<br />
del gusto, mostre, mercatino, giochi equestri e<br />
naturalmente buon cibo. E’ stata l’unicità del suo<br />
gusto a facilitare l’ascesa di questa varietà di mais<br />
nelle cucine, apprezzato anche per la sua versatilità<br />
che regala polente calde e gustose e si sposa<br />
alla perfezione anche con lo zucchero. I suoi dolci<br />
infatti indossano i colori dell’autunno e si sposano<br />
con le castagne, i melograni, le arance, i liquori, le<br />
nocciole, il cacao, il latte, mentre il mais offre la<br />
sua inconfondibile nota di sapore.<br />
cOMe ArrIVAre A BANcHeTTe d’IVreA<br />
In auto, da Torino (distanza 48 km), per raggiungere<br />
Banchette basta immettersi sull’autostrada<br />
Torino-Aosta A5 e uscire ad Ivrea. In treno dalla<br />
stazione di “Torino Porta Nuova” prendere il treno<br />
regionale delle Ferrovie dello Stato della linea Chivasso-Ivrea<br />
e scendere alla stazione di “Ivrea”.<br />
cALeNdArIO<br />
dOMENICA 6 NOVEMBRE 2011<br />
ore 9.00 - Vie del Paese<br />
MERCAT<strong>IN</strong>O E PRESENTAzIONE dei prodotti del<br />
Paniere della Provincia di Torino, delle province<br />
di Asti, Biella, Torino e Vercelli, delle regioni Valle<br />
d’Aosta e Lombardia.<br />
ore 9.00 - Salone Emilio Pinchia<br />
MOSTRE: - MOdELLISMO STATICO - STORIA dEL<br />
TRICOLORE 1861-2011.<br />
ore 9.00 - Chiesa di San Giuseppe<br />
dIMOSTRAzIONE dI SCULTURA a cura degli<br />
scultori Sisto Lombardo di Biella e Cozzani Roveno<br />
di Fiorano. dIMOSTRAzIONE LAVORAzIONE<br />
TERRACOTTA AL TORNIO a cura dell’artista Maria<br />
Teresa Rosa di Castellamonte.<br />
ore 10.00 - Vie di Banchette<br />
PASSEGGIATE ECOLOGICHE su carri trainati da<br />
cavalli. ESPOSIzIONE TRATTORI d’EPOCA.<br />
FATTORIA dOMESTICA dAL VIVO a cura di azien-<br />
39
de agricole locali e FATTORIA dIdATTICA a cura<br />
dell’Azienda ortofrutticola “La Braja” rivolte ai<br />
bambini che potranno giocare con gli animali e<br />
prendere parte al laboratorio artistico dedicato al<br />
tema della fattoria.<br />
ore 10.00 - Padiglione allestito sul piazzale del<br />
Municipio. LABORATORIO dEL GUSTO E SALUTE:<br />
“Consigli utili per una sana alimentazione” a base<br />
di Mais Rosso di Banchette con stuzzichini gustosi<br />
e salutari cucinati dallo chef Giovanni Allegro e<br />
offerti dalla Associazione.<br />
ore 12.00 - Piole allestite nel centro storico<br />
dEGUSTAzIONE CIBI A BASE dI POLENTA dI<br />
MAIS ROSSO dI BANCHETTE: Merluzzo, Cinghiale,<br />
Formaggi, Salciccia, Moscardini, Spezzatino,<br />
40<br />
Polenta Concia e Suet ... e altre particolarità come<br />
Miasse, Friceui d’Pom, caldarroste e zabaglione.<br />
Il tutto allietato da “i Cantori” di Loranzè e dal<br />
Gruppo Storico “Ij Ruset” di Pavone Canavese.<br />
ore 14.00 - Vie di Banchette<br />
PASSEGGIATE ECOLOGICHE su carri trainati da<br />
cavalli.<br />
ore 15.00 - Padiglione allestito sul piazzale del<br />
Municipio<br />
LABORATORIO dEL GUSTO E SALUTE: “Mangia<br />
che ti passa - Gusto e salute” con assaggi a base<br />
di Mais Rosso di Banchette cucinati dallo chef<br />
Giovanni Allegro, offerti dall’Associazione e degustazione<br />
di vini doc.<br />
GIOVANNI ALLeGrO<br />
È un famoso chef specializzato in cucina naturale.<br />
È docente a “Cascina rosa”, la scuola di cucina<br />
preventiva presso la fondazione Irccs istituto<br />
nazionale dei tumori di milano. Collabora inoltre<br />
con i centri di prevenzione oncologica di Torino e<br />
Firenze nell’ambito di progetti di ricerca sulla prevenzione.<br />
cONTATTI<br />
www.pignolettorosso.it<br />
cell. 347 2742260
Il Canavese si incontra a Montalto Dora. La 16’<br />
sagra del Cavolo Verza, in programma dal 9 al<br />
13 novembre, porta in piazza le eccellenze agroalimentari,<br />
la cultura e la storia di un intero territorio.<br />
La manifestazione, oltre a far conoscere al grande<br />
pubblico i prodotti tipici della zona, è infatti<br />
riuscita a rievocare la memoria della civiltà<br />
contadina, inesorabilmente travolta dall’avvento<br />
dell’industrializzazione, dallo spopolamento<br />
delle campagne, con il conseguente abbandono<br />
del lavoro agricolo. Come? Attraverso “La notte<br />
delle lanterne”, una grande rievocazione storica,<br />
giunta alla decima edizione, che fa rivivere la vita<br />
quotidiana agli inizi del Novecento, nei paesi del<br />
Canavese. Le vie e le piazze del centro storico di<br />
Montalto Dora si animano, accogliendo centinaia<br />
di persone in abiti tradizionali che ripropongono<br />
un particolare momento della vita di un secolo<br />
fa. Quest’anno l’evento è dedicato ai 150 anni<br />
dell’Unità del Paese: sabato 11 novembre, alle<br />
21, si taglierà in nastro inaugurale de “Il villaggio<br />
dell’Unità”: nell’area centrale dei giardini venti<br />
comuni piemontese e valdostani ricostruiranno<br />
Sagra<br />
del Cavolo Verza<br />
& la Notte<br />
delle Lanterne<br />
MONTALTO dOrA: 9 - 13 novembre<br />
la vita rurale del ‘900, in un ideale percorso tematico<br />
che unisce pianura e montagna. Gli spettatori<br />
potranno toccare con mano macchinari<br />
d’epoca, assistere a vecchi mestieri scomparsi<br />
per sempre, osservare come nascono i prodotti<br />
tipici del posto. Ogni scena è ricostruita con una<br />
precisione filologica. Durante la serata verranno<br />
liberate nel cielo centinaia di lanterne volanti:<br />
molte potranno essere accese direttamente dal<br />
pubblico, ponendo all’interno un desiderio beneaugurante.<br />
In corso Marconi la sezione Associazione<br />
Nazionale Alpini di Ivrea, in rappresentanza<br />
di tutti i gruppi Canavesani allestirà un campo<br />
militare degli Alpini di inizio secolo con attrezzature<br />
e esposizione di divise d’epoca. Sempre<br />
sabato, alle 11, è prevista l’esposizione e la premiazione<br />
delle migliori produzioni di cavolo verza,<br />
mentre alle 18, il centro storico ospita la seconda<br />
edizione del mercato notturno del prodotto tipico<br />
e dell’artigianato di qualità.<br />
Ma sono tanti gli eventi da non perdere: si parte<br />
mercoledì 9, alle 20, presso l’anfiteatro Angelo<br />
Burbatti con la cena di gala preparata dalla cucina<br />
dei ristoranti della tradizione Canavesana. In<br />
41
tavola verrà servito un menù pensato apposta per<br />
celebrare i 150 anni del Paese (costo 40 euro, prenotazione<br />
obbligatorio entro venerdì 4 novembre,<br />
tel: 0125.652771). Giovedì 10 e venerdì 11 sempre<br />
presso l’anfiteatro Angelo Burbatti si terranno le<br />
serate della Bagna caoda, organizzate dall’equipe<br />
del guinness mondiale dei primati (prenotazione<br />
obbligatoria, tel: 0125.650007, 3342815829). Un<br />
classico della cucina piemontese dove le verdure,<br />
e il cavolo verza di Montalto Dora in particolare,<br />
sposano la bagna con olio d’oliva, aglio e acciughe.<br />
Un piatto da gustare in compagnia, un inno<br />
alla convivialità, ma anche l’ennesima testimonianza<br />
della saggezza contadina “applicata” in<br />
cucina: con pochi ma genuini prodotti della terra<br />
ha saputo infatti creare un piatto eccezionale,<br />
ambasciatore del gusto della regione nel mondo.<br />
Altro evento clou è con la grande fiera di domenica<br />
13: dalle 7.30 del mattino il pubblico potrà<br />
aggirarsi tra gli oltre 500 espositori delle vie del<br />
gusto, dove acquistare dei golosi “souvenir” ovvero<br />
prodotti tipici, leccornie e sapori della cucina<br />
canavesana e della Val d’Aosta, dell’artigianato<br />
piemontese e valdostano, e dell’antiquariato minore,<br />
con l’esposizione di pezzi di brocantage e<br />
mobili d’epoca,… Un appuntamento unico per gli<br />
amanti degli oggetti d’antan.<br />
Alle 17 di domenica al Palazzo Municipale è prevista<br />
la premiazione dei Comuni che hanno partecipato<br />
alla Notte delle Lanterne. Durante tutta<br />
la giornata sono in funzione quattro ristoranti: in<br />
piazza del Municipio si assaggiano le specialità<br />
42<br />
del ristoro dei Castellani, in piazza Prat quelle<br />
del ristorante del Carnevale, nella zona vicino<br />
alla chiesa Parrocchiale è in funzione il ristorante<br />
dell’Oratorio, all’Anfiteatro Angelo Burbatti si<br />
provano le specialità del ristorante dei contadini.<br />
Presso il ristorante dell’Associazione dei Coltivatori<br />
del Cavolo Verza verranno servite specialità<br />
come i favolosi agnolotti al cavolo verza.<br />
Fa da corollario alla fiera l’incontro fissato per<br />
sabato 11, alle 16, presso il Palazzo Municipale<br />
sul tema “Il ruolo dei piccoli Comuni fra tradizioni<br />
e identità: come coltivare una memoria storica<br />
condivisa in funzione di una economia turistica<br />
premiante”.<br />
Per scoprire gli scorci naturalistici più belli fatevi<br />
guidare dagli Informatori Turistici Montaldesi<br />
tra le vigne, le colline e i laghi che abbracciano<br />
il paese, uno dei pochi dove l’ambiente è ancora<br />
incontaminato. Alzando lo sguardo vi capiterò di<br />
osservare la lunga striscia della Serra di Ivrea,<br />
l’anfiteatro morenico scavato dal ghiacciaio balteo<br />
milioni di anni fa. Un gigante di terra che separa<br />
Canavese, dal Biellese e dalla Valle d’Aosta,<br />
testimone silenzioso della storia.<br />
IL cAVOLO VerzA, PIU’ dI UN OrTAGGIO<br />
La varietà coltivata a Montalto Dora, una delle migliori<br />
di tutta Italia, è nota con il nome di “sabauda”.<br />
Viene raccolto nella prima metà di novembre.<br />
E’ uno degli ingredienti di alcuni piatti tradizionali<br />
della cucina canavesana come la zuppa d’ pan e<br />
còi, la zuppa di pane e cavoli, piatto povero ma<br />
ricco di gusto, servito nella pentola di terracotta,<br />
i caponet, dove le foglie della verza vengono<br />
farcite da un ripieno di carne tritata, pangrattato,<br />
parmigiano e uova. Non manca mai tra le verdure<br />
da servire con la bagna cauda, è “buona regola”<br />
usare le foglie del cavolo verza per raccogliere più<br />
bagna possibile.<br />
cOMe rAGGIUNGere MONTALdO dOrA<br />
In auto: da Ivrea attraverso le autostrade A4 e A5<br />
e la bretella che le collega e si prosegue oltre, per<br />
pochi chilometri, sulla statale verso Aosta. Per<br />
chi arriva dalla Francia e dalla Svizzera l’uscita<br />
consigliata è Quincinetto, dopodiché si viaggia<br />
sulla statale per poco meno di 10 chilometri.
Ritorna uno degli appuntamenti storici nel cartellone<br />
degli eventi che ogni anno anima la cittadina<br />
della collina torinese: dall’11 al 15 novembre Chieri<br />
apre le porte alla Fiera di San Martino. Tema<br />
che farà da filo conduttore all’edizione numero<br />
XXXIII è la tutela dell’ambiente e le energie rinnovabili.<br />
Argomento “caldo”, il pianeta in cui viviamo<br />
deve infatti fare i conti con gli effetti, devastanti,<br />
dell’effetto serra nell’atmosfera: ridurre le emissioni<br />
di CO2, imparare a consumare meno energia,<br />
mettendo in pratica delle politiche ambientali<br />
veramente efficaci diventa quindi prioritario. Per<br />
riuscirvi occorre modificare abitudini e stili di<br />
vita, anche nella vita di tutti i giorni: non a caso<br />
uno degli obiettivi della fiera è la valorizzazione<br />
delle produzioni tipiche locali, agricole e artigianali.<br />
Un invito a riscoprire i sapori di casa nostra,<br />
i prodotti a km 0 facilmente reperibili sul territorio.<br />
Come la carne bovina di razza piemontese,<br />
fiore all’occhiello della gastronomia piemontese.<br />
E proprio in piazza Quarini si tiene uno dei momenti<br />
più attesi e seguiti: la grande esposizione<br />
zootecnica che da anni calamita a Chieri allevatori<br />
e operatori del settore. Attorno all’esposizione<br />
dei capi è infatti cresciuta, fin dagli anni Settanta,<br />
44<br />
Alla fiera<br />
di San Martino<br />
cHIerI: 11-15 novembre<br />
la fiera di San Martino. Nel tempo si sono “aggiunti”<br />
iniziative collaterali come mostre d’arte,<br />
serate danzanti, gare sportive, mostra di macchine<br />
agricole, spettacoli di cabaret, appuntamenti<br />
enogastronomici. Nel 1989, in via Vittorio Emanuele<br />
II, si è addirittura tentato di scrivere il nome<br />
di Chieri nel Guinness dei primati, con la focaccia<br />
più lunga al mondo: ben 130,50 metri. I giornali
accontano di due ali di folla ai lati della pantagruelica<br />
tavolata che attendono con trepidazione<br />
il termine delle operazioni di misurazione della<br />
focaccia, prima di appagare la loro golosità.<br />
Anche oggi Chieri ha in serbo un programma allettante:<br />
in piazza Dante verrà allestito il padiglione<br />
commerciale e enogastronomico, con l’area<br />
ristorazione e spettacoli e lo stand istituzionale<br />
della Città di Chieri. In piazzale Monti il divertimento<br />
dei bambini è assicurato dalle attrazioni<br />
del luna park mentre in via Palazzo di Città si terranno<br />
i mercati straordinari della domenica e del<br />
martedì.<br />
Domenica 6 novembre, dalle 8 alle 19, in piazza<br />
Umberto I, via Carlo Alberto, piazza Mazzini, via<br />
San Giorgio e in via Visca il pubblico potrà ammirare<br />
i pezzi esposti sulle bancarelle della rassegna<br />
antiquaria e del collezionismo “Città di Chieri”<br />
(info: associazione Barrumba).<br />
Domenica 13, dalle 15 alle 18, l’appuntamento è<br />
con “Monumenti aperti”, un tour guidato tra le<br />
principali bellezze architettoniche del posto: la<br />
collegiata di Santa Maria della Scala, le chiese di<br />
San Domenico, San Leonardo, Santa Margherita,<br />
Sant’Antonio Abate e il Museo del Tessile (ingresso<br />
libero, info: 011.9428404, info@carreumpotentia.it,<br />
www.carreumpotentia.it). Durante tutta la<br />
giornata della fiera si susseguiranno le serate<br />
danzanti e musicali, la ristorazione dove gustare<br />
grigliate e piatti tipici del posto (l’ingresso alla fiera<br />
è libero, per info: 011.9428470, www.comune.<br />
chieri.to.it).<br />
I rUBATÀ<br />
Tra le tante sfiziosità da acquistare non lasciatevi<br />
sfuggire i rubatà, i grissini dalla forma “allungata”,<br />
impastati a mano con acqua, farina, lievito,<br />
sale e l’aggiunta di strutto oppure olio e strutto.<br />
La pasta viene tirata fino a raggiungere la lun-<br />
ghezza di circa 40-50 centimetri, poi si passa alla<br />
cottura nel tradizionale forno a legna. Il termine<br />
deriva da robat, un antico attrezzo contadino, formato<br />
da un cilindro in legno, che veniva impiegato<br />
per spianare il terreno.<br />
L’ArcHIVIO STOrIcO fILIPPO GHIrArdI<br />
Sabato 26 novembre il Polo Culturale di via Vittorio<br />
Emanuele II, 1 (ritrovo ore 10, sala accoglienza<br />
della biblioteca civica Nicolò e Paola Francone,<br />
ingresso massimo 20 persone, info: 0119428404,<br />
www.comune.chieri.to.it) è in programma “Sette<br />
secoli di presenza domenicana a Chieri”, organizzato<br />
per il ciclo di incontri “La città di carta: visita<br />
guidata all’archivio storico Filippo Ghirardi”. L’occasione<br />
per scoprire un altro aspetto della città:<br />
l’archivio custodisce infatti la documentazione<br />
prodotta dal Comune fin dal 1194. Tanti gli scritti<br />
importanti: gli Statuti Civili medievali del 1311,<br />
il famoso Libro Rosso, che testimonia i rapporti<br />
con i paesi vicini, la Carta dell’Impiccato, preziosa<br />
mappa del territorio del 1457, il quattrocentesco<br />
Messale Francescano con disegni di Bernardo<br />
Vittone, gli Ordinati Comunali, gli atti del periodo<br />
dell’occupazione napoleonica.<br />
45
Tel. 0143/821043<br />
iat@comune.ovada.al.it<br />
Si fa festa con i prodotti della terra. Succederà<br />
domenica 13 novembre con “Ovada vino e tartufi”:<br />
dalle 9 del mattino fino alle 18 di sera il centro<br />
storico della cittadina dell’Alto Monferrato apre le<br />
porte a una delle manifestazioni più attese dagli<br />
appassionati dell’enogastronomia e non solo.<br />
Organizzata dalla locale Pro Loco, con il Patrocinio<br />
del Comune di Ovada e con la collaborazione<br />
del Consorzio di Tutela del Dolcetto di Ovada<br />
e delle Associazioni di categoria è una vera “full<br />
immersion” tra i colori e i profumi del Piemonte.<br />
Con la famiglia o gli amici, compagni fidati di<br />
“avventure” gourmand, raggiungete Ovada, bella<br />
città dell’alessandrino, e lasciatevi andare ai<br />
tanti golosi assaggi e alle degustazioni proposte<br />
dagli espositori che per tutta la giornata presenteranno<br />
i prodotti simbolo del territorio. Su tutti<br />
spiccano il Dolcetto di Ovada doc, l’Ovada docg<br />
e il tartufo bianco. Andate a zonzo per le strade,<br />
simili ai carrugi liguri: è una delle eredità del passato,<br />
quando nel Cinquecento Ovada passò sotto<br />
il dominio del Ducato di Genova, governata da<br />
Andrea Doria. Nei portoni dei palazzi, una location<br />
davvero suggestiva, le aziende presentano i<br />
grandi vini della zona.<br />
Acquistando i bicchieri ricordo della manifestazione,<br />
con il logo di Ovada, e con la comoda<br />
e simpatica sacchetta, per avere sempre a portata<br />
di mano il proprio calice, si fa il giro delle<br />
46<br />
Ovada<br />
Vino & Tartufi<br />
OVAdA: 12 - 13 novembre<br />
Tel. 0143/821043<br />
iat@comune.ovada.al.it<br />
degustazioni. Nella bella loggia di San Sebastiano,<br />
l’antica parrocchiale, si incontrano i trifolau,<br />
pronti a mostrare il frutto del loro lavoro:<br />
i superbi tartufi bianchi, autentiche “gemme”<br />
gastronomiche. Fatevi raccontare i segreti della<br />
ricerca che ha come protagonista il cane alleato<br />
prezioso nello scovare i preziosi tuber. Volete<br />
scoprire gli abbinamenti culinari migliori? Nello<br />
stand gestito dalla Pro Loco di Ovada vengono<br />
serviti i piatti della tradizione come gli impedibili<br />
agnolotti al vino. Non manca una scelta di numerosi<br />
primi e secondi preparati sempre a base di<br />
tartufo. La giornata è arricchita dalle numerose
ancarelle del mercato con i migliori coltivatori e<br />
aziende agricole e vinicole. I negozi sono “vestiti”<br />
a festa: le vetrine sfoggiano allestimenti studiati<br />
ad hoc per la manifestazione. Per un pausa di<br />
gusto fermatevi nei ristoranti della città: per l’occasione<br />
servono dei piatti a tema, a prezzo fisso.<br />
Protagonista è sempre il tartufo, accompagnato<br />
da bottiglie di Ovada Docg.<br />
Si continua con la castagnata: nel primo pomeriggio<br />
verranno distribuite le caldarroste, preparate<br />
nelle tipiche padelle traforate, sotto un fuoco<br />
scoppiettante. Proprio come accadeva una volta,<br />
quando nelle domeniche d’autunno, si faceva festa<br />
con le castagne e un buon bicchiere di vino.<br />
Sapori di una volta, autentici, sani e genuini che<br />
Ovada aiuta a riscoprire.<br />
OVAdA dOcG e dOLceTTO dI OVAdA dOc:<br />
I GrANdI V<strong>IN</strong>I deL TerrITOrIO<br />
L’Ovada Docg e il Dolcetto di Ovada Doc sono i<br />
due vini pregiati della zona, ricercati da chi ama<br />
bere bene. Il primo, dopo il riconoscimento della<br />
Docg nel 2008, è prodotto a Ovada e in venti comuni<br />
dell’Alto Monferrato.<br />
Ha un colore rosso rubino tendente al granata.<br />
Il sapore è asciutto, con sentori di frutta e mandorla.<br />
Si sposa bene con i piatti di carne e con<br />
“sua maestà” il tartufo bianco. Provatelo in abbinamento<br />
con un piatto di tajarin, con sopra una<br />
grattata del famoso tubero. Il Dolcetto di Ovada<br />
ha invece un bouquet dalle note floreali, il sapore<br />
più asciutto e morbido. Si abbina bene con i primi<br />
e i formaggi.<br />
“SUA MAeSTA’” IL TArTUfO<br />
Il tuber magnatum pico, questo il nome scientifico,<br />
o trifola, come viene chiamato in dialetto<br />
piemontese, è uno dei prodotti regionali più apprezzati<br />
al mondo. Il tartufo bianco arriva dalle<br />
colline attorno a Ovada.<br />
Nei boschi, agli inizi dell’autunno il trifolau, inizia<br />
la ricerca. Nella “caccia al tesoro” gioca un ruolo<br />
fondamentale il cane, capace di scovare, annusando<br />
il terreno, il tartufo. Il profumo intenso e<br />
gradevole ne fa il naturale accompagnamento<br />
per i piatti tipici della cucina regionale: dalla carne<br />
cruda a un classicissimo risotto.<br />
cOMe rAGGIUNGere OVAdA<br />
In auto: autostrada: sulla A26, il casello di Ovada<br />
si trova a:<br />
40 km da Genova<br />
104 km da Milano<br />
110 km da Torino<br />
110 Km da Piacenza<br />
Statale: 30 km da Alessandria.<br />
47
Natale<br />
www.azetaservices.it in Valle di Susa<br />
www.azetaservices.it<br />
L’atmosfera magica del Natale in Valle di Susa ha<br />
un nome: AZeta Services<br />
Creare o gestire un evento è per AZeta Services<br />
motivo di grande emozione: nulla può essere lasciato<br />
al caso. AZetaServices è un’organizzazione<br />
in grado di comunicare e sviluppare qualsiasi<br />
idea affinchè l’obiettivo venga raggiunto, dando<br />
voce, anima e personalità a prodotti, servizi,<br />
aziende.<br />
Nel mese di Dicembre potrete toccare con mano<br />
il loro “mestiere” visitando i MERCAT<strong>IN</strong>I DI NA-<br />
TALE che da oltre dodici anni vengono da loro<br />
organizzati.<br />
La nascita dei mercatini di Natale, viene infatti<br />
fatta risalire al periodo del 1300 circa, quando<br />
l’acquisto di beni, oggetti e prodotti agroalimentari<br />
avveniva esclusivamente per mezzo delle fiere,<br />
di cui quella dell’Avvento era sicuramente la<br />
più importante.<br />
La tradizione dei Mercatini di Natale, rivive ancora<br />
in Valle di Susa con AZETA SERVICES: infatti, in<br />
questi mercatini, vengono esposti migliaia di pro-<br />
dotti , ed oggetti artigianali realizzati a mano, in<br />
legno, ceramica o stoffa, che diventano tante idee<br />
regalo originali. Ma i Mercatini di Natale in Valle di<br />
Susa, non sono solo un’occasione per comprare<br />
le decorazioni natalizie, essi si caratterizzano anche<br />
per la presenza di numerosi stand gastronomici,<br />
nei quali è possibile degustare caldarroste,<br />
biscotti natalizi speziati, dolci e vin brulè, un vero<br />
toccasana per riscaldarsi dal freddo pungente<br />
dell’inverno. E per le numerose rappresentazioni<br />
folcloristiche popolari, musiche, suoni, spettacoli<br />
ed intrattenimento per i più piccoli, che rendono<br />
l’atmosfera dei Mercatini davvero magica.<br />
Il profumo: è quello di cannella e spezie, di legno<br />
di montagna e di dolci fatti in casa, di vin brulè e<br />
di abeti decorati a festa.<br />
La luce: è quella degli espositori tutti ordinati ed<br />
addobbati, è quella che viene dall’albero di Natale,<br />
che brilla negli occhi dei bambini.<br />
Le dolci note: canti natalizi, tradizione in musica,<br />
allegra armonia che si sprigiona nell’aria.<br />
I sapori: dolci doni per il palato, Gofri dolci e sala-<br />
49
ti, biscotti fatti in casa.<br />
Il calore fra le mani: quello della lana cotta, del loden,<br />
delle candele decorate, di una tazza fumante<br />
in compagnia di amici.<br />
I Mercatini di Natale organizzati dall’AZeta Services<br />
sono una festa per tutti e 5 i sensi: ascoltare<br />
e poi ammirare, respirare e poi gustare, toccare<br />
con mano la tradizione, vivere il clima di festa che<br />
avvolge e riscalda. Magiche le sensazioni dove si<br />
respira un’atmosfera di sincero calore, si sente il<br />
valore più vero e profondo del Natale.<br />
GLI APPUNTAMeNTI dA NON Perdere:<br />
SUSA 8-11 dicembre<br />
BUSOLENO 4-8 DICEMBRE<br />
GIVOLETTO 18 Dicembre<br />
SAUZE D’OULX 23 e 24 Dicembre<br />
CASELETTE 11 Dicembre<br />
VOLPIANO 11 - 18 - 24 Dicembre<br />
Per info AzetaServices: tel. 0122.600248,<br />
cell: 3487137070 - www.azetaservices.it<br />
info@azetaservices<br />
50<br />
I GOfrI: I dOLcI dI NATALe<br />
Dalla Val Susa arrivano le dolci cialde, da consumare<br />
durante le feste invernali. Per farli occorre<br />
una particolare piastra detta “gofriera”, uno<br />
stampo speciale, solitamente in ghisa, che darà<br />
la forma caratteristica. L’impasto è semplice:<br />
acqua, farina e lievito, materie prime facilmente<br />
reperibili, segno di una cucina povera ma sapida.<br />
Una volta cotte, bastano pochi secondi, poi spazio<br />
alla fantasia, divertitevi a farcirle con gli ingredienti<br />
che più preferite: marmellata, cioccolato,<br />
miele oppure formaggio e affettati, per una pausa<br />
all’insegna del gusto.<br />
V<strong>IN</strong> BrULe’ Per Br<strong>IN</strong>dAre <strong>IN</strong> ALLeGrIA<br />
Bevanda corroborante per affrontare le giornate<br />
di freddo del lungo inverno piemontese ma anche<br />
per brindare con gli amici. La ricetta prevede vino<br />
rosso, zucchero e spezie come cannella, chiodi<br />
di garofano, vaniglia, pepe nero, cardamomo coriandolo,<br />
alloro,… Il vino, assieme agli altri ingredienti,<br />
viene fatto bollire per circa per 8 minuti,<br />
poi viene filtrato e servito bollente in una tazza.<br />
IL PreSePe PIeMONTeSe<br />
Tra i tanti personaggi che compongono il presepe<br />
non manca un “rappresentante” del Piemonte. E’<br />
il pastore-contadino Gelindo, descritto mentre,<br />
con una pecorella sulle spalle, si incammina verso<br />
la grotta di Betlemme. Secondo la tradizione è<br />
lui ad indicare a Giuseppe e Maria l’umile stalla<br />
dove riposare la notte della Vigilia. Spesso a fargli<br />
compagnia c’è la moglie Alinda, intenta a portare<br />
fasce e indumenti puliti al Bambin Gesù appena<br />
nato. Entrambi sono originari del Monferrato,<br />
come gli abitanti del Piemonte hanno un carattere<br />
schivo ma bonario.
Un tuffo nel Monferrato alla “riscoperta” delle<br />
tradizioni, dei saperi, della propria identità attraverso<br />
le antiche fiere storiche…<br />
Per coloro che desiderano assaporare prodotti<br />
tipici, gustosi piatti della cucina tradizionale accompagnati<br />
da vini eccellenti l’invito è di venire<br />
nel Monferrato. Il 16 ottobre con la fiera “L’Asino<br />
Vola” di Calliano, sarà possibile assistere al<br />
Palio Ragliante dove a sfidarsi sono i dieci rioni<br />
del paese i cui rispettivi asini si misurano fra<br />
loro guidati da due esperti palafrenieri. L’evento<br />
è interamente dedicato all’animale più generoso,<br />
docile e resistente delle nostre campagne: l’asino.<br />
Immersi in un paesaggio collinare suggestivo,<br />
dove i vigneti di barbera e grignolino regalano<br />
nella stagione autunnale le loro migliori sfumature,<br />
fatevi dunque coinvolgere dall’appassionante<br />
“Palio Ragliante” e dalle scenografiche acrobazie<br />
degli Sbandieratori. Non perdete l’occasione<br />
di scoprire gli splendidi monumenti di Calliano,<br />
ricco paese monferrino che per secoli fu conteso<br />
tra il fiero Comune di Asti e i potenti Marchesi<br />
del Monferrato. Nell’ambito della Fiera, a partire<br />
dalle ore 10, alcune guide professioniste saranno<br />
52<br />
Le sagre<br />
del basso<br />
Monferrato Astigiano<br />
a vostra disposizione per accompagnarvi gratuitamente<br />
in una suggestiva passeggiata tra i vicoli<br />
e le chiese di Calliano, svelandone leggende e<br />
curiosità.<br />
Il percorso, della durata di un’ora circa, vi aiuterà<br />
a leggere la particolarissima struttura del centro<br />
storico, disteso a gradoni intorno alla rocca che<br />
ospitava il castello, toccherà la Parrocchiale settecentesca<br />
intitolata al SS. Nome di Maria, che<br />
conserva diverse opere d’arte di notevole pregio,<br />
tra cui alcune tele del noto pittore Guglielmo Caccia,<br />
detto il Moncalvo, e la suggestiva chiesetta<br />
romanica di San Pietro, fondata addirittura nel<br />
IX secolo. In particolare verrà narrata la storia<br />
di questa terra, legata anche alle antiche cave di<br />
gesso, tanto da essere recentemente denominata<br />
“Le colline del gesso”. Per informazioni: Coop<br />
“La pervinca – Agenzia Viaggi “Turismo e Territorio”,<br />
tel: 0141 1765082 – 339 5315104 - info@<br />
welcomepiemonte.it – www.welcomepiemonte.it,<br />
GAL Basso Monferrato Astigiano - www.monferratoastigiano.it.<br />
Ma durante tutto l’anno il Basso Monferrato è terra<br />
di sagre e manifestazioni: ad aprile, Cocconato<br />
ospita “Riviera in fiore”, l’antica fiera di San Mar-
co. Durante la giornata si potrà acquistare uno<br />
dei prodotti tipici del posto: la robiola di Cocconato,<br />
fatta con puro latte vaccino, da consumare<br />
fresca. In bocca ha un sapore tendente al dolce.<br />
A maggio si fa tappa a Buttigliera per “Le contrade<br />
del Freisa”, la festa di primavera celebra<br />
il vino locale: dai vitigni abbarbicati sulle colline<br />
si ottiene il Freisa, dal caratteristico color rosso<br />
rubino e dal sapore aromatico, con note di lampone.<br />
Sempre a maggio Villafranca d’Asti propone<br />
“Maiale d’autore”, dove assaggiare piatti a<br />
base di suino, uno degli animali indispensabili<br />
della vita contadina. Montemagno apre le porte<br />
a “Pane al Pane”, l’alimento più semplice della<br />
nostra alimentazione viene declinato in mille forme<br />
diverse. Un invito a riscoprire l’importanza e<br />
l’importanza di materie prime biologiche.<br />
Giugno si inaugura con “Stelle in Stalla” a Tigliole,<br />
fiera zootecnica nata per valorizzare la razza bovina<br />
piemontese, una delle migliori.<br />
Ad agosto si fa tappa a Cinaglio per “Dolci e colline”,<br />
dove provare specialità come i canestrelli,<br />
preparati con dei particolari ferri per dare la tipica<br />
forma a cialda. Friabili dalla forma sottile,<br />
sono citati in un documento del XVII secolo. Il paese<br />
è noto anche per il miele, uno dei migliori che<br />
si possa trovare nel territorio.<br />
A settembre Piea fa festa con “La zucca delle<br />
meraviglie”, mentre a ottobre occorre spostarsi<br />
a Villanova per ammirare i migliori esemplari di<br />
gallina bionda piemontese, riconoscibile per il<br />
folto piumaggio tendente al dorato, protagonista<br />
di “Elogio della bionda”. Castellaro diventa invece<br />
la “Città della nocciola”, un occasione per parlare<br />
dei molteplici utilizzi di questo prezioso frutto.<br />
A dicembre sono in scena due piatti della cucina<br />
piemontese: Moncalvo presenta “Sua Maestà il<br />
bue grasso” mentre a San Damiano c’è “Cappone<br />
in festa”, un grande classico della tavola delle<br />
festività<br />
cALeNdArIO<br />
17 aprile, Cocconato: Riviera in Fiera<br />
1 maggio, Buttigliera: Le Contrade del Freisa<br />
14 e 15 maggio, Villafranca: Maiale d’Autore<br />
29 maggio, Montemagno: Pane al Pane<br />
12 giugno, Tigliole: Stelle in Stalla<br />
28 agosto, Cinaglio: Dolci e Colline<br />
25 settembre, Piea: La Zucca delle Meraviglie<br />
2 ottobre, Villanova: Elogio della Bionda<br />
9 ottobre, Castellero: Città della Nocciola<br />
16 ottobre, Calliano: L’asino vola<br />
7 dicembre, Moncalvo:Sua Maestà il Bue Grasso<br />
12 dicembre, San Damiano: Il Cappone in festa<br />
Per info: www.welcomepiemonte.it,<br />
info@welcomepiemonte.it<br />
53
Sono mille i motivi per programmare una gita a<br />
Calamandrana, borgo storico dell’Astigiano. Appena<br />
arrivati godetevi il panorama: la vista spazia<br />
dalle colline delle Langhe a quelle del Monferrato,<br />
in un susseguirsi di paesi e vigne che incorniciano<br />
l’orizzonte. Riscoprite il piacere di vivere<br />
“slow”: a passo lento ammirate i tanti tesori architettonici<br />
e naturalistici del posto. Camminate<br />
tra i vicoli, osservate le facciate delle case e poi<br />
emozionatevi dinnanzi alla chiesetta romanica di<br />
San Giovanni delle Conche, l’edificio, costruito in<br />
muratura, custodisce affreschi e pitture e vanta<br />
una bella torre campanaria dalla pianta quadrata.<br />
Altro sosta culturale è davanti al Castello:<br />
distrutto, costruito e poi rimaneggiato nel corso<br />
dei secoli testimonia, con la sua mole di pietra, la<br />
storia di Calamandrana. Si raggiunge dopo aver<br />
superato una ripida e tortuosa strada, poi, superato<br />
il caratteristico ponte levatoio, si entra nella<br />
struttura, abbracciata da un grande parco. Segni<br />
del passato ritornano nelle cantine, nei camminamenti,<br />
nella cisterna dell’antica fortezza e nella<br />
torre angolare che presidia il territorio. Anche la<br />
chiesa della Concezione di Maria Vergine merita<br />
una visita meditata: la parrocchiale vanta infatti<br />
una architettura barocca di pregevole fattura.<br />
Calamandrana,<br />
un paese<br />
da scoprire<br />
LA BOTTeGA deL V<strong>IN</strong>O<br />
Si trova nella ex cantina sociale, in piazza Martiri<br />
della Liberazione (è aperta al pubblico il sabato<br />
e la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle<br />
18, tel: 0141.75390). La bottega del vino è una associazione<br />
tra produttori vinicoli di Calamandrana,<br />
la zona può infatti contare su una superficie<br />
coltivata a vite di 350 are. Visitandola si possono<br />
55
degustare, imparando a conoscerne ogni segreto,<br />
bicchieri di Barbera, dal sapore sapido e robusto,<br />
Dolcetto, dall’inconfondibile colore rosso<br />
rubino, Grignolino, dal bouquet profumato. Tra<br />
i bianchi spiccano il Cortese, che bene si sposa<br />
con gli antipasti, dal profumo delicato. Il tour tra<br />
i sapori si chiude con le note dolci del Moscato, il<br />
vino da dessert per antonomasia. Ottimi anche<br />
la Freisa, indicato per chi apprezza i vini vivaci,<br />
a bassa gradazione alcolica, e il Brachetto d’Acqui,<br />
leggermente frizzante e dai sentori spiccati<br />
di rosa. Nella bottega del vino si possono trovare<br />
numerose etichette di produttori locali, ogni bottiglia<br />
nasconde una storia. Fatevela raccontare.<br />
IL MercATO deLLA TerrA AMIcA<br />
Inaugurato il 26 giugno 2010 il mercato si svolge<br />
ogni sabato dalle 9 alle 13 nel piazzale della<br />
Stazione. Durante i mesi invernali viene ospitato<br />
in una sede coperta. E’ stato voluto dal Comune<br />
di Calamandrana, con il contributo della Regione<br />
Piemonte e la partecipazione della fondazione<br />
Campagna Amica di Coldiretti, della Cia, di Slow<br />
<strong>Food</strong> e della Bottega del Vino di Calamandrana.<br />
Il mercato è uno spettacolo di colori e profumi:<br />
sulle bancarelle sono esposti frutta e verdura<br />
di stagione, vino, miele, formaggi, salumi, erbe<br />
56<br />
aromatiche,… I produttori arrivano dalla Langa<br />
astigiana, dall’alessandrino, dalla vicina Nizza<br />
Monferrato. Tra le tante specialità provate la<br />
Bèlécauda, la tradizionale farinata di ceci cotta<br />
nel forno a legna. Una leccornia da assaggiare<br />
mentre fate la spesa. Tra gli acquisti non dimenticate<br />
di portare a casa il cardo gobbo di Nizza<br />
Monferrato, presidio Slow <strong>Food</strong>, croccante e dal<br />
gusto unico, è una delle verdure immancabili da<br />
accompagnare con la bagna cauda, e la Robiola<br />
di Roccaverano, un formaggio fresco, di latte<br />
vaccino, citato anche da Plinio il Vecchio nella sua<br />
Naturalis Historia.<br />
Le MANIfeSTAzIONI<br />
Il cartellone di eventi è nutritissimo. Uno dei più<br />
attesi è il festival Teatro e colline, in programma<br />
a luglio. Ogni anno sono protagoniste compagnie<br />
di primo piano del teatro contemporaneo. Per la<br />
XXI edizione sono saliti sul palco Federica Fracassi,<br />
Oscar De Summa, i tedeschi Woog Riots, la<br />
compagnia Zaches…Il festival, diretto da Stefano<br />
Labate, gode del patrocinio e del contributo del<br />
comune e della Regione Piemonte. Ma in ogni<br />
periodo dell’anno Calamandrana sa come attrarre<br />
i turisti: la terza domenica di gennaio si assiste<br />
al raduno dei trifolau, i cercatori di tartufo, il primo<br />
lunedì del mese di agosto viene organizzato il<br />
mercato dei bovini di razza piemontese, uno dei<br />
più importanti della regione, giunto alla 55 edizione.<br />
cOMe rAGGIUNGere cALAMANdrANA<br />
In auto: da Torino prendere la A55, seguire la<br />
direzione A21 Piacenza e continuare sulla A21/<br />
E70. Uscire ad Asti Est, in prossimità di Asti continuare<br />
sulla SS231/E74 e prendere l’uscita Nizza<br />
Monferrato/Canelli e poi proseguire per Calamandrana.
57<br />
La MACELLERIA UMBERTO ha pensato un nuovo servizio<br />
CATER<strong>IN</strong>G rivolto alla ristorazione che offre, oltre alla qualità<br />
e cortesia di sempre, tutta una gamma di prodotti pronti di sua<br />
produzione, forniti sottovuoto o confezionati, anche a domicilio.<br />
Hamburger - Rollatine - Spiedini<br />
Salsiccia - Bistecche<br />
Carni bianche - Carni bovine - Carni Suine<br />
Carne avicola<br />
Linea Salumi - Precotti - Bon Roll<br />
Via Acciarini 7 - Torino - c/o supermercato U2<br />
Viale dei Mughetti 426 - Torino - c/o supermercato UNES<br />
Tel. 349 6933215 - umbi43@tiscali.it<br />
57
Autunno caldo a Giaveno, l’evento di Fungo in<br />
Festa appena concluso nella sua espressione<br />
massima di degustazioni a base di fungo porcino<br />
nei RistoFungo della Val Sangone e di offerta di<br />
prodotto nel Mercato dei Funghi Freschi spontanei<br />
apre la via a quanto in sapori e colori Giaveno<br />
offre nelle prossime settimane.<br />
Una cornice di boschi e radure e di sentieri che li<br />
attraversano, passando vicino alle oltre 100 borgate<br />
di Giaveno, insediamenti del passato rivalutati<br />
e abitati oggi da chi ama ed è alla ricerca di<br />
formule di vita più vicine ai ritmi della natura e<br />
ad una quotidianità slow nei sapori, insieme ad<br />
un centro cittadino vivace di negozi, caffè e ristoranti,<br />
accolgono i frequentatori abituali e non di<br />
Giaveno e della sua valle. Una valle che rivela un<br />
territorio montano ed alpino, dolce ed accogliente,<br />
capace di coccolare il turista e il visitatore offrendogli<br />
relax e un paniere di bontà semplici di<br />
gusto eccellente.<br />
Ogni giorno in Viale Regina Elena il Mercato dei<br />
Prodotti Locali propone frutta, verdura e formaggi<br />
delle Aziende Agricole locali, una spesa a chilometri<br />
zero di patate, cipolle, insalata, mele, pere,<br />
castagne, formaggi freschi e stagionati, miele,<br />
58<br />
Giaveno<br />
autunno in festa<br />
prodotti legati alla stagionalità acquistabili anche<br />
direttamente in Cascina dove è possibile trovare<br />
anche il latte “alla spina”, yogurt, gelati, piccoli<br />
frutti, farina di mais lavorati artigianalmente. La<br />
città vanta inoltre cioccolato e pasticceria di qualità,<br />
pane, grissini e prodotti da forno graditi ed<br />
affermati oltre l’ambito locale.<br />
“Va detto - spiega Carlo Giacone, Vice Sindaco e<br />
Assessore al Turismo della Città di Giaveno - e lo<br />
si riscontra che vi è sempre più frequentemente<br />
voglia di gustare cibi sani e genuini che possano<br />
raccontare il territorio dal quale provengono, in<br />
questo senso i prodotti locali assumono un’importanza<br />
strategica per valorizzare le risorse turistiche<br />
proprie di ogni realtà”.<br />
Fra i prodotti non alimentari da conoscere e apprezzare<br />
vanno segnalate le lavorazioni artigianali<br />
della ceramica, della decorazione, del legno<br />
e in particolare il ricamo.<br />
In questo contesto la Città di Giaveno, l’Assessorato<br />
al Turismo a regia diretta e in collaborazione<br />
con le associazioni del territorio organizza per i<br />
prossimi mesi una prosecuzione di manifestazione<br />
che completano la ricca programmazione<br />
che da febbraio e soprattutto da giugno a ottobre
fanno di Giaveno una meta d’attrazione per un<br />
vasto pubblico.<br />
Da non perdere gli appuntamenti di domenica<br />
23 ottobre, in piazza a partire dalle ore 12 la Pro<br />
Loco distribuirà il piatto che maggiormente rappresenta<br />
il Piemonte a tavola, la Bagna Cauda,<br />
servita in terrina e accompagnata dalle verdure<br />
miste, e proposta in novità quest’anno abbinata<br />
ad un fumante Bollito misto, anch’esso un piatto<br />
che rivela le peculiarità di questa regione. Toma<br />
locale per chiudere e in bicchiere Barbera Doc.<br />
La manifestazione si svolge sotto piazza Mautino,<br />
un’area coperta nel centro cittadino molto ampia<br />
e prossima agli altri spazi che domenica 23 saranno<br />
animati.<br />
Come ogni quarta domenica del mese – escluso<br />
dicembre – nel Centro Storico si svolgerà il Mercato<br />
delle Pulci, oltre 70 le bancarelle presenti<br />
con mobili, quadri, libri, oggetti e articoli per curiose<br />
collezioni. Un passatempo interessante per<br />
scoprire rarità e trovare quello che si è sempre<br />
cercato per rendere unica la propria casa, per<br />
darle quel non so che di personale ed artistico.<br />
In piazza verrano preparate inoltre le castagne<br />
“brusatà”, l’Associazione Veciu e Bocia con l’Associazione<br />
Amici del Cavallo organizza la 17° Sagra<br />
della Castagna, il sacchettino di calde gustose<br />
proposte con del vino rosso, ci riscalderanno dal<br />
primo freddo. Autunno caldo a Giaveno domenica<br />
23, anche per i ritmi caraibici che presso il Palazzatto<br />
dello Sport vivranno il terzo trofeo Latin<br />
Diablos e la quarta e ultima prova del Gran Prix di<br />
Coppa Italia e Master Professionisti, organizzata<br />
dall’Associazione Sportiva Scuola di Danza El<br />
Diablo Latin in collaborazione con l’Associazione<br />
Italiana Danze Caraibiche e la Città di Giaveno.<br />
Provenienti da tutta l’Italia scenderanno in pista<br />
i migliori ballerini a disputarsi la quarta e ultima<br />
prova a punteggio elevato del Gran Prix di Coppa<br />
Italia 2011, da un’età compresa dai 6 anni agli<br />
over 62, ma il massimo della manifestazione sarà<br />
quando scenderanno in pista i Master Professionisti<br />
a disputarsi il gradino più alto del podio<br />
tricolore, e saranno loro a mandare in delirio il<br />
numeroso pubblico, che come nelle passate edizioni<br />
a gremito le gradinate del Palazzetto dello<br />
Sport di Giaveno. A novembre, domenica 27 Mercato<br />
delle Pulci nelle vie e piazzette del cuore cittadino,<br />
con l’avvicinarsi del Natale l’occasione è<br />
buona per iniziare a fare i primi regali, cogliendo<br />
al volo la possibilità di comprare presenti originali<br />
e del tempo passato capaci di stupire.<br />
A novembre e dicembre il panorama di eventi<br />
punta ai concerti, quelli delle Bande Musicali,<br />
della Banda Musicale Giaveno e Vasl Sangone e<br />
della Leone XIII, e alle atmosfere del Natale rese<br />
brillanti dal grande albero illuminato a fianco della<br />
Torre dell’Orologio, dalle luci e dagli scintillii<br />
delle vie e dei negozi e dai mercatini di Natale,<br />
con piccoli e grandi oggetti creati a mano; auguri<br />
con Babbo Natale, panettone e cioccolata calda.<br />
<strong>IN</strong>fOrMAzIONI<br />
Il programma dettagliato degli appuntamenti sarà<br />
presto disponibile su www.giaveno.it e contattando<br />
l’Ufficio Turistico Comunale:<br />
Tel. 011.9374053 – infoturismo@giaveno.it.<br />
Città di Giaveno - Palazzo Marchini:<br />
Tel. 011.9326400 - Fax 011.9364039<br />
Assessorato al Turismo Tel. 011.9326402<br />
59
Essentia Centro di Naturopatia<br />
DIMAGRIRE SENZA PERDERE IL SORRISO<br />
Perdere peso è una scelta che molti rinunciano ad<br />
affrontare. La sola parola dieta evoca rinunce e sofferenze,<br />
ricorda tentativi falliti, beveroni e barrette sostitutive<br />
del pasto sgranocchiate nella speranza, vana,<br />
di liberarsi in pochi giorni dei chili di troppo. Nessuno<br />
rinuncia al piacere del cibo, l’ultimo “bene rifugio” rimasto<br />
in un’epoca avara di soddisfazioni. E nessuno deve<br />
rinunciarvi, come spiega la nutrizionista Marina Luciani,<br />
collaboratrice del Centro Essentia di Torino.<br />
Perché farsi aiutare da un nutrizionista? “Il tema<br />
dell’alimentazione è molto serio perchè è strettamente<br />
legato alla salute, sia in termini di prevenzione che in<br />
termini di cura per specifiche patologie. Oggi purtroppo<br />
chiunque si improvvisa esperto su questo tema, basta<br />
pensare a quello che ci arriva ogni giorno dai mass<br />
media, pubblicità ingannevoli e promesse di miracoli<br />
affidati a prodotti o diete assurde se non pericolose.<br />
Quando ci sono problemi di peso, disturbi gastrointestinali,<br />
intolleranze, allergie, specifiche patologie<br />
oppure condizioni come la gravidanza, la menopausa<br />
è doveroso affidarsi ad un nutrizionista professionista<br />
per evitare pericolosi “fai da te” che andrebbero solo a<br />
danno della propria salute”.<br />
Spesso stress, ansia e tensioni emotive sono tra le<br />
cause del sovrappeso. Come affrontarle e rimuoverle?<br />
“Uno stress cronico sia di tipo fisico che psichico<br />
ha un effetto negativo sulla nostra salute in quanto<br />
provoca importanti alterazioni a livello sia ormonale<br />
che immunologico. Una variazione della composizione<br />
corporea come per esempio l’aumento della massa<br />
grassa, in particolare a livello addominale (la classica<br />
“pancia”), è molto spesso una delle tante manifestazioni,<br />
e peraltro non la sola, di un disequilibrio ormonale<br />
che va corretto per evitare conseguenze peggiori (malattie<br />
cardiovascolari, diabete...). Ottimi risultati<br />
nel fronteggiare questa situazione si ottengono<br />
a cura della dott.ssa Marina Luciani<br />
Biologa Nutrizionista<br />
con un approccio integrato, ovvero stabilire un percorso<br />
che preveda da un lato l’intervento nutrizionale, indispensabile<br />
per utilizzare adeguatamente il cibo come<br />
modulatore ormonale, dall’altro un aiuto psicologico,<br />
tecniche antistress, attività fisica...che permettano una<br />
migliore gestione dello stress”.<br />
Dimagrire è anche una questione di testa? “Purtroppo<br />
sì, nel bene e nel male. Cominciare una dieta richiede<br />
motivazione e determinazione e quando arrivano<br />
i primi risultati questi rafforzano la nostra volontà nel<br />
perseverare. È però anche vero che persone sottoposte<br />
a stress cronico aumentano la ricerca di cibo, in<br />
particolare quello ad alto contenuto di zuccheri e grassi<br />
come “conforto”. Ecco allora che la testa non riesce<br />
a fare a meno di tale gratificazione e piacere, e le restrizioni<br />
dietetiche alimentano ulteriormente lo stress,<br />
pregiudicando i risultati. Come già ricordato la gestione<br />
dello stress è parte integrante del lavoro da fare”.<br />
Seguiamo una dieta ma i risultati non arrivano.<br />
Come mai? “Siamo abituati a pensare che seguire una<br />
dieta significhi dover mangiare meno. In realtà le diete<br />
ipocaloriche purtroppo spesso falliscono perchè il problema<br />
nella maggior parte dei casi non sono le troppe<br />
calorie ingerite, ma errati comportamenti e stili di vita<br />
che alterano il corretto e armonico funzionamento del<br />
nostro organismo il quale mette in atto meccanismi di<br />
difesa di cui una variazione di peso, per esempio, ne è<br />
una manifestazione evidente e per taluni soggetti, specie<br />
di sesso femminile, la più antipatica. In questi casi<br />
occorre individuare strategie mirate di recupero della<br />
funzionalità dell’organismo e ciò non può che essere<br />
fatto rivolgendosi ad un nutrizionista”.<br />
Seguire il ciclo della natura, mangiando frutta e verdura<br />
di stagione, aiuta?<br />
“Assolutamente sì,<br />
frutta e verdura vanno
consumate in abbondanza e rigorosamente di stagione.<br />
Così facendo avremo maggiori garanzie sulla loro<br />
genuinità, potremo evitare la monotonia delle nostre<br />
scelte alimentari e sarà anche una buona abitudine con<br />
cui educare i più piccoli, insegnando loro a conoscere<br />
la stagionalità di tutti i prodotti che la natura ci offre”.<br />
Meglio i prodotti biologici o quelli ipocalorici?<br />
“Come già detto è sbagliato ritenere le calorie la fonte<br />
di tutti i mali, molto più spesso è un problema di qualità<br />
dei prodotti che mangiamo e della loro frequenza di assunzione,<br />
quindi rifugiarsi nel cibo ipocalorico spesso<br />
non risolve e a volte diventa la scusante per mangiare<br />
di più. Meglio puntare sulla qualità. Il biologico ha<br />
molti meriti, primo fra tutti il fatto che è l’unico sistema<br />
alimentare controllato e garantito per legge “dal seme<br />
al piatto”, tuttavia le etichette a volte sono ingannevoli<br />
e compriamo per biologico un prodotto che non lo è,<br />
quindi attenzione!<br />
La scelta del biologico può essere consigliata ma non<br />
imposta, visto che oltretutto i costi sono più elevati rispetto<br />
ai prodotti tradizionali. A mio avviso una buona<br />
regola di base potrebbe essere quella dell’imparare a<br />
comprare sempre meno al supermercato e molto più<br />
nei mercati!”.<br />
Ci sono degli alimenti da “bandire” assolutamente?<br />
“Divieti assoluti non ci sono, i problemi nascono in realtà<br />
più da un discorso di ripetitività. Non arreca danno<br />
mangiare occasionalmente cibi considerati “cattivi”,<br />
come fritti, grassi di origine animale, piatti ipercalorici,<br />
il danno si ha quando questi cibi vengono assunti ripetutamente<br />
diventando la nostra abitudine alimentare”.<br />
Abbiamo raggiunto il nostro peso forma. Ora come<br />
mantenerlo, evitando di ricadere nelle cattive abitudini<br />
alimentari di prima?<br />
“Se siamo stati seguiti da un nutrizionista sicuramente<br />
il lavoro svolto si è protratto per più mesi, avendo puntato<br />
più sull’educazione/rieducazione che su severe<br />
restrizioni. In tale percorso quindi avremo imparato un<br />
nuovo modo di mangiare che facendoci stare meglio<br />
sarà il nostro nuovo stile di vita che difficilmente vorremo<br />
abbandonare”.<br />
Oggi anche molti bambini devono fare i conti con i<br />
chili in eccesso. Quali le conseguenze sulla salute?<br />
“L’obesità infantile è in continuo aumento, in molti paesi<br />
Europei 1 bambino su 5 è in sovrappeso o obeso<br />
e questo è un grave problema poiché l’obesità dell’infanzia<br />
è una malattia pediatrica cronica con possibili<br />
complicanze immediate e a lungo termine, sia fisiche<br />
che psicologiche. L’obesità infantile si associa spesso<br />
a diabete, ipercolesterolemia, ipertensione, iperinsulinemia<br />
e inoltre i bambini obesi sviluppano spesso<br />
un’immagine corporea negativa e denotano una scarsa<br />
autostima”.<br />
Come impostare una dieta corretta per i bambini?<br />
“È complesso e delicato il discorso e dipende molto<br />
dall’età. In linea di massima si tende ad evitare severe<br />
restrizioni dietetiche e a puntare più sull’educazione<br />
suggerendo regole di buona alimentazione che coinvolgano<br />
tutta la famiglia in scelte più sane: aumento del<br />
consumo di cibi ricchi di fibre, riduzione dei cibi ad alto<br />
contenuto di grassi e zuccheri semplici, incentivazione<br />
dell’attività fisica ed eventuale supporto psicologico”.<br />
Sport, come scegliere quello più indicato? “La sedentarietà<br />
è tra i fattori di rischio più sicuri nel favorire<br />
l’insorgenza dell’obesità e del diabete di tipo 2 e purtroppo<br />
rappresenta uno stile di vita diffuso tanto tra i<br />
bambini quanto tra gli adulti.<br />
Accanto ad una corretta alimentazione è indispensabile<br />
associare la pratica di una regolare attività fisica,<br />
spontanea o sportiva che sia. Vanno consigliate tutte<br />
quelle attività in grado di migliorare l’efficienza cardiovascolare,<br />
quindi attività quali corsa, bicicletta, nuoto,<br />
di lunga durata e media intensità. In tutti i casi, l’attività<br />
più facilmente realizzabile è camminare, per 30 minuti<br />
al giorno o più, quanti più giorni possibili alla settimana,<br />
meglio se tutti i giorni”.<br />
C.so A. De Gasperi n. 32 - 10129 Torino - Tel: 011 0568573<br />
www.centroessentia.it - www.naturopatiaessentia.com
Negli ultimi decenni sono nati molti eventi di<br />
rilievo internazionale che hanno come comun<br />
denominatore l’amore per la buona tavola e il<br />
vino. Tra i vari appuntamenti ci sarà a Rimini<br />
Fiera SAPORE 2012 tasting experience, dal 25<br />
al 28 febbraio. La scorsa edizione ha contato<br />
79.823 visitatori professionali e 731 giornalisti<br />
accreditati. Numeri esorbitanti per un contesto<br />
internazionale dedicato ai gusti, riti e tendenze<br />
della ristorazione extradomestica. Un nuovo lay<br />
out della fiera vedrà per quest’edizione sezioni<br />
dedicate alle birre speciali artigianali italiane e<br />
straniere, sezioni per il catering, per la filiera ittica<br />
e per gli alimenti surgelati. Novità dell’anno<br />
sarà il Sapore grand prix, che premierà le novità<br />
pronte ad invadere il mercato per soddisfare una<br />
domanda mutevole e attenta alle tendenze tipica<br />
di questi anni, attraverso l’International chef<br />
contest. Tra i vari appuntamenti legati a Sapore<br />
ritorna anche Cooking pasta, il campionato italiano<br />
della ristorazione che mette in gara giovani<br />
62<br />
DOve<br />
eventi Gusto<br />
di gusto<br />
di Marta del Buono<br />
in Scena - Lugano<br />
pastai accompagnati da maestri pastai e giovani<br />
chef accompagnati da chef stellati, su proposte<br />
innovative dalle diverse regioni d’Italia. Nel mondo<br />
del food and beverage ritorna anche la manifestazione<br />
GUSTO <strong>IN</strong> SCENA, tenutasi l’anno<br />
scorso a Lugano, che nel 2012 si svolgerà dal 15<br />
al 17 aprile. Il bilancio dell’anno scorso si è chiuso<br />
con numeri significativi per esser stata la prima<br />
edizione, circa 500 visitatori al giorno principalmente<br />
professionisti del settore e amatori d’elite<br />
e 70 giornalisti. La location si è rivelata perfetta,<br />
il Palazzo dei Congressi ha permesso di avere<br />
molto spazio tra un tavolo e l’altro consentendo<br />
ai visitatori di prendere contatto con gli espositori<br />
in modo riservato personale. Questo evento<br />
è un festival di eccellenze sia a livello culinario<br />
che enologico, inoltre è una scuola per i giovani,<br />
circa duecento, che possono essere ospitati alla<br />
manifestazione per imparare l’arte del gusto dai<br />
più grandi maestri europei. Meno internazionale<br />
ma radicata nelle tradizioni del territorio è la
Sagra dell’Ulivo e dell’Olio di Brisighella il il 27<br />
novembre 2011. Giunta alla 52° edizione vanta<br />
l’eccellenza dell’olio extravergineche che si potrà<br />
gustare appena uscito dal frantoio della C.A.B.<br />
insieme ai prodotti tipici del C.o.p.a.f. accompagnati<br />
da complessi musicali per tutto il pomeriggio,<br />
passeggiando tra gli stand delle prelibatezze<br />
locali. Più internazionale e frequentatissimo tornarà<br />
il biennale Salone del Gusto di Torino con<br />
la sua decima edizione a Torino. La data non è<br />
ancora stata stabilita ma si terrà probabilmente<br />
le ultime settimane di ottobre. Questo salone è<br />
particamente l’unico al mondo dove piccole realtà<br />
contadine incontrano artigiani e professionisti intessendo<br />
reti d’amicizia fittissime che hanno dato<br />
vita a presidi locali per mantenere viva l’arte del<br />
gusto di una volta. Terra Madre è il fiore all’occhiello<br />
della manifestazione e ospita personaggi<br />
da tutto il mondo per creare una diffusa sensibilità<br />
per il rispetto e la valorizzazione della diversità<br />
sia culturale che culinaria. Inoltre il Salone ad<br />
ogni edizione dona un forte impulso al progetto<br />
Slow <strong>Food</strong> che promuove una cultura sana e attenta<br />
alle forme di coltivazione e allevamento che<br />
con le attività intensive abbiamo perso. I numeri<br />
dell’ultima edizione sono esorbitanti, 20000 visitatori<br />
da tutto il mondo e più di 900 espositori tra<br />
nazionali e internazionali. L’Italia si è aggiudicata<br />
per il 2012 anche l’evento International Wine<br />
Tourism Conference And Workshop che si terrà<br />
dal 30 gennaio al 2 febbraio a Perugia nella medievale<br />
piazza Italia. Giunto alla quarta edizione<br />
ospiterà oltre quaranta esperti del settore e farà<br />
vivere esperienze di gusto intense grazie a workshop,<br />
conferenze e laboratori enogastronomici.<br />
Tra gli appuntamenti d’Oltralpe e d’Oltreoceano<br />
ricordiamo brevemente anche l’Internationale<br />
Grüne Woche dal 20 al 29 gennaio 2012 dedicata<br />
Sapore gran prix<br />
Sapore gran prix<br />
all’alimentazione, all’agricoltura e all’orticoltura<br />
che vanta 76 edizioni alle spalle. Questo evento<br />
consente la vendita diretta dai produttori ai consumatori<br />
in uno spazio dedicato alla produzione<br />
biologica denominato Bio Markt. Molti i temi delle<br />
conferenze, risorse rinnovabili, ricerca scientifica<br />
nei campi dell’allevamento del bestiame e coltivazioni<br />
biologiche. Dal 2 al 21 marzo si terrà il<br />
ventesimo Melbourne food and wine festival, indimenticabile<br />
viaggio tra ristoranti e terrazze che<br />
per l’occasione si apriranno ai turisti provenienti<br />
da ogni parte del mondo. Una delle manifestazioni<br />
più importanti a livello planetario che prevede<br />
l’organizzazione ci oltre 250 deliziosi eventi collegati.<br />
Cento tra gli chef più quotati del mondo<br />
terranno seminari e dimostrazioni di alta cucina<br />
per professionisti e appassionati. Compie 10 anni<br />
il Madrid Fusion, dal 24 al 26 gennaio verranno<br />
svelate tutte le novità e le tecniche della cucina<br />
fusion. Gare tra giovani chef decreteranno i cuochi<br />
migliori dell’anno facendo di questo eappuntamento<br />
l’evento enogastronomico più importante<br />
d’Europa. Per i golosi aggiungiamo che le<br />
prelibatezze saranno a disposizione dei visitatori<br />
presso il Palazzo municipale dei congressi di Madrid.<br />
Non molto lontano in linea d’area ma decisamente<br />
più vicino come data è il salone di San<br />
Sebastiàn dal 20 al 23 novembre 2011. 5 mila metri<br />
quadrati di stand su tre piani ospiteranno oltre<br />
130 espositori presso il Palacio Kursaal. Questo<br />
evento è il referente commerciale del networking<br />
nazionale ed estero dei professionisti del settore<br />
ed è famoso per essere il luogo privilegiato<br />
per la nascita di molte collaborazioni tra i leader<br />
dell’enogastronomia europea.<br />
63
nuOvi trenD<br />
e vecchie manie del mangiare fuori casa<br />
FAST FOOd, GOOd FOOd<br />
L’abbinamento “hamburger e patatine fritte” è<br />
un menù molto amato, ma quello proposto nei<br />
classici fast food è ormai risaputo non essere<br />
ideale nell’ambito di un’alimentazione sana. Per<br />
non rinunciare al gusto e alla soddisfazione di<br />
addentare questo sfizioso pasto veloce sono nate<br />
le hamburgherie che preparano cibi dagli ingredienti<br />
biologici tratti da coltivazioni e allevamenti<br />
locali certificati. Due recenti esempi torinesi sono<br />
il “M**BUN” di Corso Siccardi 8/A e “La Granda<br />
64<br />
DOve<br />
di Claudia Villani<br />
in mezzo al Pane” di Piazza Solferino 16/a, centralissime<br />
sedi del panino farcito con carne che si<br />
propongono come preferibile alternativa alle più<br />
note catene di ristorazione legate a questo alimento.<br />
La prima applica poche semplici regole,<br />
quelle del ritorno all’uso di prodotti sani e gustosi<br />
che provengano dal territorio con filiera corta<br />
e la seconda è “figlia” del progetto “Eataly”, con<br />
hamburger di carne della Granda, associazione<br />
di allevatori di una razza bovina piemontese alimentata<br />
secondo un disciplinare che garantisce
una carne che si è guadagnata il presidio Slow<br />
<strong>Food</strong>. In entrambi i casi, l’offerta per un mangiare<br />
etico si accompagna alla scelta di non trascurare<br />
anche i particolari: piatti, posate, bicchieri biodegradabili<br />
e compostabili e spazi pensati apposta<br />
per i più piccini rendono queste hamburgherie<br />
luoghi sempre più vicini a una forma di consumo<br />
sostenibile. www.mbun.it; www.lagrandainmezzoalpane.it<br />
<strong>IN</strong> PUNTA dI dITA<br />
Abolisce l’uso delle posate e si presta a essere<br />
consumato ovunque e facilmente, sta prendendo<br />
sempre più piede, conquistando fiere di settore<br />
e diventando una tra le più valide alternative alla<br />
cucina tradizionale: è il “finger food”, ossia il cibo<br />
preparato in piccole porzioni pronte da mangiare<br />
in un sol boccone e rigorosamente con le mani.<br />
La scelta è quanto mai vasta: dai vol au vent alle<br />
tartine, dai canestrelli di riso ai piccoli timballi di<br />
pasta passando per tutto ciò che la fantasia può<br />
suggerire. L’importante è saper ridurre il tutto in<br />
porzioni tali da appagare gola e curiosità, quella<br />
che si sprigiona davanti alla possibilità di poter<br />
assaggiare tutto quello che viene proposto nel<br />
ricco e vario buffet. Niente viene trascurato, dai<br />
mini antipasti ai mini dessert, ecco riabilitato il<br />
vizio di “piluccare” in nuovo trend per gustare il<br />
cibo. Anche il mondo del design non si è lascia-<br />
to sfuggire l’occasione per sbizzarrire la fantasia<br />
creativa riguardo agli accessori utili per un perfetto<br />
“finger food party”: dopo le immancabili ciotoline<br />
per servire le piccole porzioni sono nati i<br />
“finger dip”, ditali monouso in lattice naturale per<br />
mangiare con le mani senza la preoccupazione e<br />
il fastidio di sporcarsele. Proposti dal duo italiano<br />
Eleonora Barbareschi e Alessandra Mantovani<br />
dello studio Am&Be, sono igienici, monouso e<br />
anche molto divertenti, disponibili in molteplici<br />
colori. www.finger-dip.it<br />
V<strong>IN</strong>O E ALTA RISTORAzIONE,<br />
B<strong>IN</strong>OMIO dEL GUSTO<br />
Una ricerca realizzata dall’Osservatorio Internazionale<br />
Permanente di S. Pellegrino (il primo<br />
laboratorio di studi e ricerche sui nuovi trend che<br />
emergono dai ristoranti più rinomati ed esclusivi<br />
al mondo), in collaborazione con la Eta Meta<br />
65
Research, ha esaminato le nuove tendenze sul<br />
consumo di vino presenti nell’alta ristorazione.<br />
Negli ultimi dieci anni sono aumentati i consumi<br />
a livello globale, mentre si è rilevata una<br />
contrazione nei soli Paesi europei, nonostante<br />
la più solida tradizione nella produzione vinicola.<br />
Quanto all’export, Francia e Italia segnano il passo<br />
rispetto ai Cabernet Sauvignon, Pinot e Syrah<br />
provenienti dai Paesi emergenti – questi si evidenziano<br />
invece grazie al sapore vellutato e alla<br />
facile beva. I consumatori si dimostrano decisamente<br />
più informati, esigenti e curiosi rispetto<br />
al passato. Persiste un atteggiamento di fedeltà<br />
verso le etichette locali o nazionali, controbilanciato<br />
da un crescente interesse verso proposte<br />
di gusto internazionale. Il vino resta, insieme<br />
all’acqua, la bevanda più consumata. Tuttavia alternative<br />
come il tè, la birra, il sakè e i soft drink<br />
stanno iniziando a essere introdotte stabilmente<br />
anche nei menu dei ristoranti di alto livello. Dalla<br />
stessa ricerca sono emersi tre nuovi modi di<br />
proporre e servire il vino: la cantina a vista come<br />
elemento dominante dell’arredamento, fulcro e<br />
mood del locale; il vino al bicchiere inserito nella<br />
carta dei vini (in Francia, il concetto del vin au<br />
verre sta dimostrandosi una soluzione vincente in<br />
un contesto di generale flessione dei consumi di<br />
vino nella ristorazione); il wine corkage, servizio<br />
che consiste nello stappare e servire al tavolo una<br />
bottiglia di vino che il cliente ha acquistato altrove<br />
e portato con sé. Da segnalare infine la crescente<br />
importanza che viene data oggi al sommelier: secondo<br />
il 58,2% del campione esaminato, il sommelier<br />
ha una primaria importanza ai fini della<br />
cosiddetta “dining experience”, un’importanza<br />
66<br />
che è seconda solo a quella dello chef.<br />
MANGIARE UN CONO, PASSEGGIANdO<br />
Da qualche tempo a questa parte mangiare per<br />
strada non significa più accontentarsi di un tramezzino<br />
freddo o di un gelato che sazia ma non<br />
troppo, ma è possibile gustare veri piatti, caldi, e<br />
che sfiziosi.<br />
Re Calamaro, aperto a Torino in ben due sedi<br />
(via Carlo Alberto e in Piazza Palazzo di Città),<br />
propone la frittura di pesce da passeggio. Coni<br />
di carta con fritto di pesce, anelli di totano, calamari,<br />
gamberetti sgusciati o ancora palline di<br />
baccalà, cipolla e fiori si zucca, solo per citare<br />
qualche piatto! È possibile scegliere tra cono<br />
piccolo o grande, comodi da asporto e ideali per<br />
le pause brevi ma gustose. Stesso concetto per<br />
Pausa pranzo, un delizioso fast food che si trova<br />
in pieno centro, nelle vicinanze di Palazzo Nuovo,<br />
comodissimo anche per gli studenti. Offrono primi<br />
piatti a 3 Euro circa, si sceglie la pasta fresca<br />
e poi il condimento tra i tanti abbinamenti possibili;<br />
da mangiare nel locale o passeggiando sotto<br />
i portici di via Po.
Viaggiare attraverso il territorio alla scoperta di<br />
tradizioni, storia e meraviglie da gustare.<br />
L’agnello sambucano della Valle Stura, il Castelmagno<br />
della Valle Grana, il marrone della Val di<br />
Susa, il pane nero di Coimo, il salame di capra<br />
della Val d’Ossola, il seirass de fen della Val Pellice,<br />
il tartufo d’Alba, i vini del Monferrato, la tuma<br />
del lait brusc del Parco Naturale Orsiera Rocciavrè<br />
sono solo una minima parte dell’elenco<br />
lunghissimo dei prodotti tipici piemontesi noti in<br />
tutto il mondo. Un territorio ricco di prelibatezze<br />
DOve<br />
girOvagare<br />
intorno al cibo<br />
di Mariella Valente<br />
eno-gastronomiche ma anche di storia, cultura,<br />
tradizioni e bellezze naturali da togliere il fiato.<br />
Allora perché non unire questi tesori, che il Piemonte<br />
offre generosamente ai suoi visitatori, in<br />
diversi itinerari da scoprire di volta in volta? Ve<br />
ne segnaliamo qualcuno, particolarmente adatto<br />
a questo periodo dell’anno e tutti della durata di<br />
un week end, per la gioia del palato e del portafoglio.<br />
Siamo certi di non aver esaudito la vostra<br />
curiosità di conoscerne altri, ma le vie del gusto<br />
in Piemonte sono infinite.. volete scommettere?<br />
67
ANTICHI SAPORI OCCITANI<br />
L’itinerario parte da Borgo San Dalmazzo, sede<br />
della “Fiera Fredda”, che, dal 1569, elegge a regina<br />
della gastronomia la chiocciola, apprezzata in<br />
deliziose ricette. Risalendo la valle seconda tappa<br />
sarà Vinadio, comune alpino storicamente legato<br />
all’allevamento dell’agnello sambucano, qui si<br />
avrà l’opportunità di visitare il Forte Albertino,<br />
splendido esempio di architettura militare alpina,<br />
su tre livelli, con circa dieci chilometri di percorsi<br />
interni. Il giorno successivo a Demonte consigliamo<br />
visitare il Palazzo Bolleris (XVI secolo),<br />
sede del Centro di documentazione, intitolato alla<br />
scrittrice e pittrice Lalla Romano, che nacque<br />
in questo comune. Quindi, attraverso il Vallone<br />
dell’Arma, si lascia la Valle Stura per raggiungere<br />
la Valle Grana. Simbolo religioso e dell’antica<br />
architettura alpina è il santuario di Castelmagno,<br />
borgo che presta il suo nome al prelibato ed<br />
esclusivo formaggio DOP che viene prodotto in<br />
questa località. A Pradleves si potrà degustare,<br />
oltre al castelmagno, i ravioles, deliziosi gnocchi<br />
tipici della cucina occitana, nella piacevole atmosfera<br />
di una locanda. Il viaggio si conclude con<br />
la visita a Caraglio, antica sede romana, al suo<br />
centro storico e al suo filatoio, ora attivo centro<br />
culturale e museale. www.turismoinlanga.it<br />
CURIOSI IT<strong>IN</strong>ERARI NOTTURNI<br />
Se cercate un itinerario insolito alla scoperta delle<br />
eccellenze del Piemonte provateci al buio!<br />
Sono, infatti, le suggestive notti d’autunno, lontano<br />
da occhi indiscreti, il momento migliore per<br />
andare in cerca di tartufi lungo i sentieri nascosti<br />
delle Langhe e del Roero, accompagnati so-<br />
68<br />
lamente dal proprio cane che grazie al suo fiuto<br />
straordinario individuerà il “tesoro” lasciando al<br />
trifolau il compito di estrarlo dal terreno con il<br />
particolare zappettino. Consigliato per i più esigenti<br />
che desiderano scoprire i posti segreti in<br />
cui gli esperti cercatori vanno a ricercare il pregiato<br />
da abbinare a un Barolo d’annata! L’itinerario<br />
include, oltre alla ricerca notturna del prezioso<br />
fungo, degustazioni in cantina e alla mitica distilleria<br />
di Romano Levi, con il grappaiolo Angelico,<br />
cene gourmet nelle migliori trattorie e deliziosi<br />
Un territorio ricco di prelibatezze<br />
enogastronomiche e di tesori<br />
architettonici, scoprite luoghi magici<br />
come il santuario di Castelmagno<br />
borgo che presta il suo nome al<br />
prelibato formaggio dop
agriturismi del territorio. E per concludere, la<br />
merenda Sinoira, per rivivere la tradizione contadina<br />
al tempo della vendemmia con i prodotti delle<br />
Langhe, nella cantina di un autentico casolare<br />
piemontese. www.insolitipercosi.it<br />
SULLE SALITE dEI CAMPIONI<br />
Amate il ciclismo? Questo itinerario che unisce<br />
sport, territorio e buon cibo fa per voi. L’impresa<br />
comincia a Benevello e si prosegue verso Albaretto<br />
Torre per affrontare, sempre in sella alla<br />
vostra bici, la prima sfida: la salita Gino Bartali,<br />
lungo la quale i vigneti del Dolcetto lasciano spazio<br />
ai noccioleti, qui si consiglia una sosta per<br />
la degustazione. Poi l’entusiasmante avventura<br />
prosegue in direzione di Cissone fino alla salita<br />
Louison Bobet e, dopo pochi chilometri, affronterete<br />
la salita Jacques Anquetil, che regala subito<br />
una serie di cinque ripidi tornanti prima di<br />
raggiungere il piano della frazione Lovera, da<br />
dove si può ammirare uno splendido panorama.<br />
Il tracciato torna a salire fino ai confini del paese<br />
di Murazzano, tappa della Strada Romantica delle<br />
Langhe e del Roero, concedetevi a questo punto<br />
uno spuntino a misura di ciclista assaggiando il<br />
celebre Murazzano DOP presso un’azienda casearia.<br />
Il giorno dopo dalla Valle Belbo si affronta<br />
la salita Fausto Coppi: breve e nervosa, porta al<br />
paese più alto delle Langhe, Mombarcaro. Scendendo<br />
fino a Cravanzana dopo la frazione Bosia,<br />
inizia l’epica salita dedicata a Marco Pantani. Si<br />
prosegue sul falso piano in salita fino al paese di<br />
Lequio Berria, sede della Collezione del Pastello<br />
Soffice . Da qu si procede per Borgomale e Trezzo<br />
Tinella, fino alla salita Charly Gaul, immersa nei<br />
vigneti del Moscato DOCG. Per terminare concedetevi<br />
un brindisi con questo delizioso vino, al<br />
campione che c’è in voi! www.turismoinlanga.it<br />
69
BIRRERIA<br />
PIZZERIA<br />
RISTORANTE<br />
APPUNTAMENTO AL<br />
“COBLAN”<br />
Stile british? Sì, grazie. Soprattutto se si parla del felice<br />
connubio ristorazione-divertimento. Se l’indirizzo della<br />
vostra scelta è questo, e se siete alla ricerca di garanzie<br />
nella qualità del servizio, nel cuore del centro storico di<br />
Grugliasco trovate un esempio tra i più significativi del settore:<br />
un angolo elegante ed accogliente che da anni è il<br />
punto di ritrovo di moltissimi affezionati. È il Coblan Pub,<br />
locale caratterizzato da un inconfondibile stile inglese che<br />
da sempre fa della cordialità e dell’accoglienza due punti<br />
di chiave della propria filosofia, dall’alto di una “carriera”<br />
ormai consacrata nella ristretta cerchia delle “icone” cittadine.<br />
Un ambiente caldo e raffinato accoglie il cliente<br />
immergendolo in un’atmosfera suggestiva: da subito,<br />
varcando l’ingresso del locale, ci si trova a proprio agio.<br />
Lo spazio è sapientemente organizzato, tutto è curato e<br />
disposto nei modi giusti. Il pub si sviluppa su tre locali:<br />
una prima sala che ospita il bancone ed accoglie il cliente,<br />
un ampio dehor privato sul retro - capace di ospitare fino<br />
a 160 persone - ed un’ulteriore sala al piano inferiore. Nel<br />
complesso, uno spazio capace di ospitare comodamente<br />
fino a 250 persone. Va ricordato, inoltre, che il locale si affaccia<br />
proprio davanti ad un ampio parcheggio e pertanto<br />
non si pone nemmeno una delle questioni più spinose delle<br />
uscite serali: trovare un posto macchina. Dietro a tanta at-
tenzione c’è l’impegno costante di uno staff collaudatissimo,<br />
formato dal signor Luciano, la moglie<br />
Graziella e la figlia Monica. Le caratteristiche<br />
della loro gestione hanno conquistato i visitatori<br />
nel tempo fino a diventare un autentico “marchio<br />
di fabbrica”: i tre hanno instaurato un rapporto<br />
di amicizia e reciproca stima con la clientela più<br />
abituale, e non mancano di mostrare allegria e<br />
cordialità con chiunque entri nel locale per la prima<br />
volta. Atteggiamento, questo, corredato da<br />
una qualità del servizio sempre puntuale ed impeccabile.<br />
Perché la felicità del cliente è la felicità<br />
dei titolari. Un impegno del resto riconosciuto<br />
anche dagli “addetti ai lavori”: nel 2000, infatti, il<br />
Coblan Pub ha conquistato il premio “Italia che<br />
lavora” per l’attualità e la qualità del servizio offerto<br />
alla clientela, sempre messa in primo piano.<br />
Certo, il “menu” dell’offerta del locale di Grugliasco<br />
- aperto ininterottamente tutti i giorni dalle<br />
19 alle 4 di mattina - è capace di soddisfare le<br />
esigenze dei clienti più esigenti, a partire dalla<br />
birra, garanzia di tradizione e pregevole qualità:<br />
a Tennent’s, sicuramente tra i più noti marchi<br />
inglesi. In cucina, oltre ai classici hamburger, pa-<br />
Birreria<br />
pizzeria<br />
ristOrante<br />
nini e patatine, uno dei piatti forti è sicuramente<br />
la pizza, sfiziosa e richiestissima, ma c’è ampio<br />
spazio anche per le specialità “regine” della<br />
grande tradizione italiana: primi a base di pasta<br />
fresca e secondi di ogni tipo, tra cui le stuzzicanti<br />
e celebri grigliate di carne o pesce (per le<br />
quali è gradita la prenotazione telefonica). Non<br />
può mancare, ovviamente, una degustazione di<br />
vini riservata per occasioni particolari. Insomma,<br />
ce n’è abbastanza per far concorrenza anche ai<br />
ristoranti più rinomati, a partire dai prezzi, davvero<br />
accessibili a tutti. Ma, si sa, uno degli ingredienti<br />
più importanti a tavola è la compagnia. A<br />
questo proposito l’atmosfera del Coblan è uno<br />
splendido invito a passare dei piacevolissimi momenti<br />
insieme ad amici e parenti, grazie alla disponibilità<br />
di giochi da tavolo, e per vivere tutte le<br />
emozioni del grande calcio, grazie alla presenza<br />
degli schermi sintonizzati sugli anticipi e posticipi<br />
del campionato di Serie A. Di fronte alle ammalianti<br />
proposte del pub, non c’è scusa che tenga:<br />
parafrasando un celebre refrain di Ligabue, ci vediamo<br />
da Coblan. Il posto giusto per una serata<br />
davvero unica.<br />
Dehors estivo e invernale<br />
Via Cravero, 67 - 10095 Grugliasco (TO) - Tel. 011 787212 - Cell. 338 8408725
Arriva l’autunno e le nostre tavole si colorano<br />
con ortaggi e frutta di stagione, che cuciniamo<br />
davanti al tepore dei primi caminetti accesi. Ma<br />
quali sono questi prodotti? Dalle castagne, ai<br />
funghi, la nota varietà dei porcini al tartufo, alla<br />
zucca, e tanti altre leccornie, questo è un periodo<br />
particolarmente florido per la nostra salute e il<br />
benessere. Andiamo a scoprire come…<br />
AUTUNNO, dALLA TerrA ALLA TAVOLA<br />
È importante che gli alimenti che consumiamo<br />
siano stagionali, altrimenti essi risultano insapori<br />
e di bassa qualità. Consumare prodotti di stagio-<br />
72<br />
quanDO<br />
tutte<br />
le stagioni del gusto<br />
di Silvia Calvi - foto Regione Piemonte<br />
ne significa prediligere alimenti che hanno tutte<br />
le migliori qualità nutritive, prodotti freschi, sani<br />
e più ricchi di vitamine, genuini, in linea con la<br />
stagionalità e la provenienza geografica di frutta<br />
e verdura. I prodotti stagionali influiscono sullo<br />
stato di salute aiutano a ridurre di un terzo il rischio<br />
di insorgenza di malattie metaboliche e di<br />
patologie cardiovascolari, sia a prevenire alcuni<br />
tumori. Acquistare prodotti di stagione comporta<br />
anche una minore spesa, perché quelli fuori<br />
stagione sono importati o richiedono comunque<br />
tecniche particolari. Se ne convenga che è preferibile,<br />
oltre che salutare, consumare prodotti di
stagione. Ma quali sono i prodotti da ricercare in<br />
autunno tra mercati e bazar? Le bietole da cucinare<br />
crude e in insalata, i broccoli per condire la<br />
pasta, i carciofi da cucinare in padella, le carote<br />
da sgranocchiare con un filo d’olio crudo, i cavolfiori<br />
da passare “gratin” al forno, i cavoli, il cavolo<br />
cappuccio, il cavolo verza, i cetrioli e le cicorie per<br />
un’insalata più saporita che mai. E poi ancora i<br />
fagiolini, i finocchi, i funghi, le melanzane, le onnipresenti<br />
patate; i peperoni, il radicchio, la rapa,<br />
i ravanelli, gli spinaci, le zucchine e la famosa<br />
zucca, ormai inflazionata per ricorrenze oltreoceano<br />
come “Halloween”.<br />
Ed è proprio sulla zucca, regina dell’autunno, che<br />
ci concentreremo, fornendovi alcune deliziose e<br />
semplici ricette di leccornie da preparare a casa<br />
in un attimo, soddisfacendo i palati più raffinati e<br />
non contravvenendo alla regola della stagionalità<br />
del cibo.<br />
LA zUccA, Le PrOPrIeTÀ BeNefIcHe<br />
Utilizzata non solo in cucina, ma anche in cosmesi<br />
e in medicina, la zucca viene persino usata<br />
come contenitore e come utensile.<br />
La zucca appartiene alla grande famiglia delle<br />
Cucurbitacee, molto ricca di varietà, sia per<br />
quanto riguarda la forma, che per il colore. Le<br />
specie più note sono la Cucurbita maxima (zucca<br />
dolce) e la Cucurbita moschata (zucca torta<br />
o zucca pepona), da non confondere con la Cucurbita<br />
pepo, specie cui appartengono le comuni<br />
zucchine. Nella Cucurbita maxima il “frutto”,<br />
considerato la zucca per eccellenza, ha una forma<br />
voluminosa e appiattita in alto, caratterizzata<br />
da una spessa buccia verde solcata da striature<br />
longitudinali. Generalmente è di grandi dimensioni<br />
(può arrivare a pesare anche 80 kg), mentre<br />
la Cucurbita maxima presenta una polpa di colore<br />
giallo-arancio farinosa e dolciastra. La Cucurbita<br />
moschata invece, ha una forma allungata,<br />
cilindrica, un po’ “gonfia” all’estremità, è di colore<br />
verde/arancione, di dimensioni medie ed ha una<br />
polpa dolce e tenera. In Italia, le varietà di zucche<br />
più coltivate sono la Marina di Chioggia, molto<br />
diffusa nel Nord, e la Lunga di Napoli.<br />
come si sceglie una buona zucca?<br />
La zucca viene seminata in primavera e arriva a<br />
maturazione in agosto. Al momento dell’acquisto<br />
è importante che il prodotto sia fresco, ben maturo<br />
e sodo. Basta “colpirla” con le nocche della<br />
mano e verificare che emetta un suono sordo.<br />
Inoltre, il picciolo, inoltre, deve essere morbido e<br />
ben “attaccato” alla zucca e la buccia deve essere<br />
pulita e senza ammaccature. Visto che, generalmente<br />
le sue dimensioni sono enormi, la zucca<br />
viene venduta a tranci o fette, ma occorre tener<br />
presente che la buccia e semi rappresentano<br />
uno scarto del 30-35%. Specialmente nel caso in<br />
cui venga acquistata a fette, occorrerà verificare<br />
bene che la parte tagliata ed esposta all’aria non<br />
sia eccessivamente asciutta.<br />
come si conservano le zucche?<br />
Acquistata una zucca intera, la si può conservare<br />
per tutto l’inverno, in un ambiente buio, fresco<br />
e asciutto. Secondo la tradizione, le zucche<br />
andrebbero mangiate entro carnevale. I pezzi di<br />
zucca cruda, si conservano invece nel frigorifero,<br />
generalmente nello scomparto delle verdure, avvolti<br />
nella carta trasparente: in questo caso però,<br />
vanno consumate entro alcuni giorni poiché facilmente<br />
“si disidratano”. Se invece la si vuole conservare<br />
nel congelatore, si dovrà limare la buccia,<br />
tagliare la zucca a dadini e “sbollentarla” un po’,<br />
prima di congelarla.<br />
Le proprietà nutrizionali:<br />
La zucca è in grado di “riempire” un intero menù,<br />
dall’antipasto al dolce, poiché molte sono le sue<br />
“virtù” ed ogni piatto risulterà quindi gustoso e<br />
salutare. Ecco le proprietà nutrizionali della zucca,<br />
riferite a 100 grammi di prodotto<br />
73
74<br />
Le ricette della nonna<br />
La zucca Tart<br />
Ingredienti: 500 g zucca mantovana, 150 g patate farinose, 50 g parmigiano reggiano, 25 g burro, 4 uova, pane grattugiato,<br />
1 vasetto di fonduta ossolana, Brencio.<br />
Preparazione: Sbucciare la zucca e tagliarla a pezzetti, metterla in una teglia e cuocerla<br />
in forno a 200°C tenendola coperta con un foglio di alluminio e aggiungendo<br />
del sale grosso. A cottura ultimata passarla al setaccio e unirla alle patate passate<br />
e in precedenza lessate. Aromatizzate con parmigiano, fiocchetti di burro e uova.<br />
Nel frattempo scaldate la fonduta a fuoco basso e girate spesso.<br />
Mettete il composto in stampini imburrati e passati nel pangrattato ed infornate a<br />
bagnomaria a 180°C per circa 20 minuti. Servite lo sformatino caldo accompagnato<br />
dalla fonduta.<br />
Ossibuchi brasati al vino rosso<br />
Ingredienti per 6 persone: 6 Ossibuchi di vitello, 300 ml di Barbera d’Alba superiore,<br />
150 g di cipolla, 150 g di funghi alla boscaiola QB, 100 g carote, 80 g sedano,<br />
2 cucchiai farina grano tenero BIO Antico Molino, 4 cucchiai di olio extravergine di<br />
oliva, Sale, Pepe in grani.<br />
Preparazione: Infarinate leggermente gli ossibuchi, quindi rosolateli in padella, a<br />
fuoco vivo, nell’olio caldo. Trasferiteli poi in una teglia con il loro fondo di cottura,<br />
aggiungete il sedano, la carota, la cipolla, il tutto tagliato a tocchetti, il vino, un pizzico<br />
di sale e alcuni grani di pepe.<br />
Passate in forno a 200°C per 50 minuti circa.<br />
Nel frattempo sgocciolate bene dal loro olio i funghi e riscaldateli in padella aggiungendo qualche fogliolina di prezzemolo<br />
alla fine. Ultimata la cottura in forno, trasferite gli ossibuchi con il loro saporito intingolo in un piatto da portata e<br />
serviteli accompagnati dai funghi e, volendo, con un morbido purè di patate.<br />
Gelato di castagna<br />
Ingredienti per 6 persone: 1 litro di latte, 15 g di amido, 400 g di zucchero, 6 tuorli<br />
d’uovo, 200 g crema di marroni alla vaniglia QB, 1 bastoncino di cannella Castagne<br />
sciroppate QB.<br />
Preparazione: In una pentola sciogliete l’amido nel latte freddo e profumate il tutto<br />
con la cannella. Passate il composto sul fuoco e portatelo ad ebollizione.<br />
In un altra casseruola montate i tuorli d’uovo, aggiungete lo zucchero e diluiteli con<br />
il latte dal quale si dovrà togliere il bastoncino di cannella. Lasciate raffreddare ed<br />
incorporate la crema di castagne. Amalgamate bene il tutto. Versate la crema in<br />
uno stampo e mettetelo nel freezer. Potete servirlo a fette, decorato con le castagne sciroppate.
A pensarci bene il cibo è sempre stato sinonimo di<br />
salute. Nel nostro Meridione, così come in Africa,<br />
le donne devono vantare qualche chilo di troppo<br />
per ostentare il loro benessere, e per piacere di<br />
più agli uomini anche. In Sud America poi persino<br />
le icone dello spettacolo mettono in mostra curve<br />
mozzafiato, che sono potente mezzo di seduzione<br />
e sensualità. E al cibo si torna, nelle ricette più<br />
tradizionali, come rimedio di bellezza e salute.<br />
Proviamo a fare un viaggio virtuale alla scoperta<br />
di segreti e pozioni.<br />
76<br />
cOme<br />
iL ciBO<br />
non è solo per il palato<br />
di Alfonsa Sabatino<br />
L’OrO deL MArOccO<br />
L’Olio di Argan ha un gusto molto forte ed è utilizzato<br />
nella cucina marocchina per condire il pane,<br />
le insalate o per preparare l’ amlou con mandorle<br />
pestate e miele, un dolce servito spesso agli invitati<br />
più graditi che oltre ad essere molto buono<br />
sembra avere grandi virtù afrodisiache. L’olio<br />
prodotto dai semi della pianta d’argan, nella zona<br />
sud occidentale del Marocco, è utilizzato da sempre<br />
dalle donne per i suoi benefici nutrizionali e<br />
cosmetici. Ingrediente immancabile nella cucina
nella preparazione di tajine di pesce e di carne,<br />
l’olio, ricco di vitamina E (il doppio dell’olio d’oliva)<br />
e di acidi essenziali, è sorprendente anche per la<br />
cura dei capelli e della pelle, che nutre e rivitalizza<br />
dando lucentezza e freschezza. Da usare dopo<br />
il tradizionale hammam o dopo una semplicissima<br />
doccia, l’olio di Argan è prodotto da diverse<br />
cooperative di donne, che sono state sostenute<br />
nel tempo dallo stesso governo marocchino.<br />
www.olio-argan.com/produzione-olio-argan<br />
www.etoiledargan.it<br />
Le LeNTIccHIe NON SOLO A cAPOdANNO<br />
In ayurveda i legumi sono considerati alimenti in<br />
grado di purificare e di dare struttura, contengono<br />
pochi grassi, molte fibre, ferro e sali minerali:<br />
per questo non devono mancare nella nostra dieta.<br />
Non solo nel piatto, anche nei momenti che<br />
dedichiamo alla cura del nostro corpo. Le polveri<br />
Dal nostro Meridione<br />
all’America Latina<br />
il cibo è sinonimo di benessere,<br />
e nelle ricette tradizionali<br />
di mezzo mondo<br />
sono gli alimenti il rimedio<br />
di bellezza e salute.<br />
ricavate dalla farina di legumi (farina di lenticchie<br />
rosse o riso, soia verde, e di ceci o mais a seconda<br />
del nostro dosha) vengono mescolate con olii<br />
vegetali ed olii essenziali fino a ricavarne una pasta<br />
cremosa da applicare su tutto il corpo: questo<br />
procedimento distende, tonifica e può contribuire<br />
a riattivare la microcircolazione del tessuto muscolare,<br />
lasciando la pelle distesa e soffice.<br />
LA cereTTA è dOLce<br />
Caramel è uno dei film libanesi più famosi (2007,<br />
diretto dall’attrice Nadine Labaki) e prende il titolo<br />
dal metodo di epilazione usata in Medioriente,<br />
che usa zucchero, acqua e succo di limone riscaldati<br />
assieme. Lasciando stupite anche le più<br />
scettiche, la ceretta al caramello sta prendendo<br />
77
piede anche da noi.<br />
Basta far bollire due<br />
manciate di zucchero<br />
con mezzo bicchiere<br />
d’acqua, quando il caramello<br />
acquista un colore<br />
dorato bisogna aggiungere<br />
alcune gocce di limone e 2<br />
cucchiai di miele. Immergere<br />
la pasta nell’acqua fredda<br />
per farla intiepidire e poi lavorarla<br />
fino a ottenere una<br />
palla di caramello. La cera è<br />
fatta: è sufficiente stendere<br />
la pasta sulle gambe e dal<br />
basso verso l’alto, e strappare<br />
con gesto deciso. Questa tecnica<br />
naturale al 100% ha un effetto che<br />
dura tre settimane, è consigliata alle<br />
donne che hanno i capillari fragili perché<br />
più delicata, per la temperatura moderata e<br />
per il piacevole massaggio provocato dalla palla.<br />
LA rIceTTA deLLe ANde<br />
La quinoa (Chenopodium quinoa) viene coltivata<br />
da oltre 5000 anni sugli altipiani pietrosi delle<br />
Ande a 4000 metri sul livello del mare ed è cibo<br />
essenziale per le popolazioni andine. Inevitabilmente<br />
resistente, la pianta non richiede particolari<br />
trattamenti e produce una spiga ricca di semi<br />
rotondi, simili a quelli del miglio. Usato nella cucina<br />
al posto di riso o miglio, ottima nelle zuppe e<br />
nelle insalate, la quinoa è un alimento ricco di proprietà<br />
nutritive: contiene fibre e minerali, come<br />
fosforo, magnesio, ferro e zinco, ed è un’ottima<br />
fonte di proteine vegetali. I grassi contenuti nella<br />
78<br />
quinoa sono prevalentemente insaturi e non<br />
contenendo glutine è un alimento leggero,<br />
adatto sia agli adulti che ai bambini. Per le sue<br />
proprietà nutritive e ricostituenti, riconosciute<br />
già dagli antichi Incas, viene utilizzata anche in<br />
estetica e la società del Karitè propone la CREMA<br />
di QU<strong>IN</strong>OA, che utilizza i principi attivi dell’antico<br />
cereale sudamericano per un trattamento di<br />
morbidezza ed idratazione. Altra fragranza<br />
lanciata sul mercato è quella a base<br />
di RISO E MIELE, che combina<br />
le proprietà<br />
emollienti del<br />
latte di riso e<br />
la dolcezza del<br />
miele che garantisconoidratazione<br />
e vitalità.<br />
www.karite.it, www.<br />
altromercato.it<br />
IL PIccANTe<br />
Per eSSere BeLLI e <strong>IN</strong> fOrMA<br />
Le proprietà del peperoncino mettono d’accordo<br />
la Calabria con la lontana Cina, la Turchia con il<br />
Messico, che riconoscono i benefici del potente<br />
cornetto rosso. A differenza del pepe nero, che<br />
non sembra fare molto bene alla salute, il peperoncino<br />
facilita la digestione, soprattutto se preparato<br />
in infuso con camomilla e miele. Ricco di<br />
vitamina C e E, il peperoncino è un potente anticancro,<br />
previene infarti e malattie cardiovascolari,<br />
abbassa il colesterolo, rafforza arterie e cuore.<br />
Fatto macerare nell’alcol e usato come impacco<br />
sulle zone doloranti in caso di artriti e reumatismi<br />
aiuta ad alleviare il dolore; dicono essere utile per<br />
i postumi di una sbronza, è un ottimo afrodisiaco<br />
e secondo la medicina cinese è un efficace rimedio<br />
contro la depressione. Ancora, nelle cure di<br />
bellezza, il peperoncino viene usato in maschera<br />
contro l’acne, per avere una pelle giovane e<br />
fresca; le lozioni a base di alcol e peperoncino<br />
vanno tamponate sulla cute per rinforzare i capelli<br />
e contro la calvizia e fanghi a base di argilla e<br />
peperoncino in polvere sono ottimi per impacchi<br />
contro l’adiposità in eccesso.<br />
www.peperoncino.org
Direttamente<br />
a Porta Palazzo,<br />
le 25 spezie<br />
del Madagascar<br />
Atelier Madagascar<br />
Via Borgo Dora 21, Torino<br />
www.vanigliabourbon.net<br />
Tel. 011 276 74 79<br />
Cell. 338 255 87 35<br />
info@vanigliabourbon.net<br />
Edith Elise Jaomazava è in Italia da 14 anni e dopo aver fatto<br />
la mamma a tempo pieno e aver cresciuto i suoi quattro bambini<br />
si è trovata con tanta voglia di lavorare e una bellissima idea di<br />
progetto. Insignita del Money Gram Award nel 2010, come miglior<br />
imprenditore immigrato dell’anno, è originaria del Madagascar.<br />
Ha pensato di portare qui un po’ dei colori e dei sapori della sua<br />
terra e così ha iniziato a importare e vendere vaniglia e cannella.<br />
“Anche nella cucina italiana si utilizzano le nostre spezie e puntando<br />
sulla qualità della produzione e delle tipicità del Madagascar ho<br />
iniziato questa piccola attività”. Una piccola attività divenuta<br />
grande e oggi sono 25 le spezie che l’Atelier Madagascar vende<br />
all’ingrosso e al dettaglio e presto si farà promotrice di un’intera<br />
cultura e tradizione. Nel mese di novembre, infatti, verrà inaugurato<br />
il negozio di via Borgo Dora 21, in piena Porta Palazzo, che<br />
sarà uno spazio di vendita, ma anche e soprattutto di incontro:<br />
“abbiamo in mente un calendario fitto di appuntamenti e iniziative<br />
culturali, di degustazione di diversi tipi di the e magari del vin brulé<br />
fatto con le nostre spezie durante il Gran Balon nelle domeniche<br />
invernali. In questi anni tante persone si sono interessate agli usi e<br />
alle proprietà delle spezie del Madagascar che vendiamo e così ho<br />
deciso di organizzare, una volta al mese, una conferenza proprio per<br />
raccontare le ricette in cucina, per la salute e bellezza a base delle<br />
nostre spezie”. Ottimo il gelato alla vaniglia per il palato e il the<br />
con un po’ di zenzero contro il raffreddore. Allora muniti di carta e<br />
penna, come in uno dei tanti romanzi di moda di questi ultimi anni,<br />
possiamo andare all’atelier e ritrovare un angolo di paradiso, di<br />
tradizione e cultura speziatissima e golosa.
[ IL PePerONc<strong>IN</strong>O]<br />
[ IL PIAcere deL V<strong>IN</strong>O]<br />
80<br />
LiBri<br />
di Silvia dallo<br />
Lorena fiorni<br />
Newton Compton Editore<br />
447 pagine<br />
Il peperoncino, una spezia<br />
amata in molte parti<br />
del mondo e in Italia, con<br />
indubbie qualità terapeutiche.<br />
Un rimedio naturale<br />
con una storia estremamente<br />
antica. L’autrice<br />
propone non solo ricette<br />
dall’antipasto al dessert<br />
caratterizzate dalla presenza<br />
del peperoncino,<br />
ma anche una sezione<br />
in cui suggerisce rimedi attraverso i quali curare<br />
i più comuni malesseri attraverso l’utilizzo di questa<br />
spezia, malesseri come l’artrite, la cefalea, la<br />
depressione e altre ancora. Non esclude neppure<br />
suggerimenti che riguardano la bellezza. Un volume<br />
divertente e piacevole, tutto rosso, dalla copertina al<br />
colore del testo.<br />
Paola Gho – Giovanni ruffa<br />
Slow <strong>Food</strong> Editore<br />
303 pagine<br />
Un libro che ci insegna a<br />
bere meglio, spiegandoci<br />
l’universo sensoriale<br />
e i cinque gusti coinvolti<br />
nella degustazione, cosa<br />
significa degustare un<br />
vino, quali sono i ferri del<br />
mestiere e in che ambiente<br />
geografico l’uva<br />
cresce meglio. Spiega poi<br />
come l’uva venga lavorata,<br />
come si trasforma in vino e i vari modi in cui si<br />
presenta ai nostri occhi: colore, limpidezza, fluidità.<br />
Un capitolo a parte è dedicato ai profumi e al gusto<br />
e alle tecniche di degustazione. Altrettanto interessanti<br />
gli approfondimenti sui tappi e sulla letteratura<br />
che lo riguarda, ma anche sulle etichette più<br />
prestigiose e antiche.<br />
[ UNA MeLA AL GIOrNO: MA qUALe?I]<br />
Augusto Innocenti - carlo Prunet<br />
Espress Edizioni<br />
238 pagine<br />
Sempre più spesso si<br />
parla di etichette dei cibi<br />
confezionati, etichette che<br />
corrispondono alle direttive<br />
europee, ma sono di<br />
difficile comprensione, e<br />
non è sempre facile capire<br />
il loro significato. Questo<br />
interessante volume<br />
del biologo nutrizionista<br />
Innocenti e dello psicologo e psicoterapeuta Pruneti<br />
cerca, appunto, di aiutare i consumatori a destreggiarsi<br />
di fronte a queste piccole, ma fondamentali,<br />
etichette. Un manuale che ci aiuta a comprenderle<br />
per poter scegliere cosa vogliamo mettere in tavola<br />
con consapevolezza, sicuri di aver capito cosa troviamo<br />
scritto nelle etichette.<br />
[ LA cUc<strong>IN</strong>A deLLA SALUTe]<br />
Laura rangoni<br />
Newton Compton Editore<br />
431 pagine<br />
Autrice di diversi volumi<br />
di cucina e giornalista,<br />
Laura Rangoni<br />
propone, questa volta,<br />
un volume suddiviso<br />
mese per mese, con<br />
l’obiettivo di sfruttare al<br />
meglio la cucina di stagione.<br />
Per ogni mese<br />
indica quindi i prodotti<br />
più tipici, le loro caratteristiche,<br />
come si conservano e le curiosità che li<br />
riguardano, prima di passare alle ricette per cucinarli.<br />
Un volume interessante e utile. Soprattutto<br />
perchè, spesso, i prodotti di stagione sono anche<br />
quelli più a buon prezzo.
[ 365 VOLTe PIeMONTe]<br />
M.Bonavero-B.Gambarotta-d.Musci-c.Santacroce<br />
Il Punto Editrice<br />
573 pagine<br />
Un volume elegantemente<br />
rilegato che ripercorre<br />
la tradizione<br />
culinaria<br />
del Piemonte.<br />
La parte storica<br />
fotografa i menù<br />
consumati in occasioni storiche di rilievo, mentre<br />
una seconda parte riporta alla luce oggetti e strumenti<br />
utilizzati in un passato non poi così lontano.<br />
Esiste uno spazio anche per le ricette della tradizione.<br />
Un libro curioso e interessante, che apre più di<br />
una finestra sul passato e sul presente.<br />
[ rIceTTe Per cASAL<strong>IN</strong>GHI dISPerATI ]<br />
Paola Balducchi<br />
Newton Compton Editore<br />
527 pagine<br />
L’autrice ed esperta di<br />
ricette antiche e moderte<br />
ha scelto di scrivere<br />
questo volume venendo in<br />
soccorso a tutti quei single<br />
che hanno abitudini,<br />
esigenze e tempi diversi<br />
da chi vive in famiglia. Un<br />
ricettario pensato per chi<br />
vive da solo ma non vuole<br />
rinunciare ai piaceri della buona tavola. L’autrice ha<br />
diviso l’universo dei single in undici profili, e ad essi<br />
suggerisce le sue ricette. Nel volume troveremo,<br />
quindi, quelle per il vegetariano, per il carnivoro, per<br />
il frettoloso, per il risparmiatore e il raffinato, per il<br />
festaiolo e il goloso...<br />
[ LA cUc<strong>IN</strong>A deLLe STAGIONI <strong>IN</strong> cITTÀ]<br />
francesco Passalacqua – federica Giacobino<br />
Blu Edizioni<br />
62 pagine<br />
Un libro di ricette<br />
incentrato sull’importanza<br />
di seguire<br />
la stagionalità dei<br />
prototti. Cucinare,<br />
insomma, ciò che è<br />
di stagione. Il volume,<br />
suddiviso nelle<br />
quattro stagioni,<br />
propone per ciascuna<br />
ricette semplici ma antiche, tipiche della tradizione,<br />
dove verdura e spezie acquistano un valore<br />
fondamentale. Le illustrazioni di Federica Giacobino<br />
rendono ancora più accattivanti le ricette del famoso<br />
cuoco Francesco Passalacqua.<br />
[ IL PIAcere deLL’OrTO]<br />
Alberto Arossa<br />
Slow <strong>Food</strong> Editore<br />
300 pagine<br />
Un invito a coltivare un<br />
orto buono, pulito e giusto,<br />
perché racconta<br />
come fare crescere le<br />
piante migliori per il territorio<br />
in cui si abita, con<br />
tecniche meno dispendiose<br />
e più ecologiche.<br />
Senza dimenticare che<br />
l’orto, prima di ogni altra<br />
cosa, deve gratificare a chi lo cura. Completa il libro<br />
la guida alla scelta degli ortaggi con 56 schede illustrate<br />
e 15 proposte di attività ludiche per le scuole e<br />
i più giovani e utili appendici finali.<br />
81
La buona cucina parla un linguaggio internazionale<br />
che viene apprezzato in maniera indistinta.<br />
Ecco allora alcuni piatti assolutamente da provare…<br />
C’è chi desidera preparare manicaretti e c’è<br />
chi invece vuole assaggiarli. La sottoscritta appartiene<br />
alla seconda categoria e non ha alcun<br />
problema a sperimentare menù originali e fuori<br />
dal comune, magari provenienti da paesi lontani.<br />
Curiosando qua e là sul web ho scoperto alcune<br />
ricette sfiziose e interessanti, firmate da chef<br />
82<br />
cOme<br />
gOLOsi<br />
di tutto il mondo unitevi!<br />
di Barbara Odetto<br />
rinomati, che suggerisco a quanti invece amano<br />
dilettarsi tra i fornelli. Prima di iniziare questo
viaggio gastronomico, però, vi pongo una domanda:<br />
lo sapete che alcuni cuochi sono considerati<br />
delle vere celebrities e vengono pagati come le<br />
star di Hollywood?<br />
Beati loro e beati quanti possono gustare una<br />
delle loro costosissime portate.<br />
Nobuyuki Matsuhisa, ad esempio, è considerato<br />
a pieno titolo il massimo esperto di sushi del<br />
pianeta e possiede circa venti ristoranti in tutto il<br />
mondo che fanno parte della catena Nobu e che<br />
sono spesso frequentati da attori del calibro di<br />
Robert De Niro.<br />
Oltre che per la capacità di interpretare in maniera<br />
innovativa il sashimi, lo chef giapponese è celebre<br />
anche per il Merluzzo nero in salsa di Miso<br />
e per i Gamberetti in funghi di mare e fagiolini<br />
verdi: ricette tanto appetitose quanto impossibili<br />
da imitare, purtroppo.<br />
(dosi per 6-8 persone)<br />
Tempo di preparazione: 10 minuti<br />
Tempo di cottura: 45 minuti<br />
difficoltà: facile<br />
Casseruola di gamberi e riso<br />
Ingredienti:<br />
1 chilogrammo di gamberi già sgusciati - peperone - 1 cipolla -<br />
prezzemolo tritato - 2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva - 50<br />
grammi di burro - 2 bicchieri di - unghi secchi - 2 tazze di formaggio<br />
cheddar cheese o parmigiano - 4 bicchieri d riso<br />
Lo chef Monny B<br />
Se invece desiderate cimentarvi in portate diverse<br />
da quelle classiche che potete trovare nei libri<br />
di cucina più consultati, ecco alcune idee originali<br />
e… very international. Per stupire i vostri ospiti<br />
con sapori speciali!<br />
Lo chef Paula deen<br />
Preparazione<br />
In una casseruola far soffriggere nell’olio extra vergine d’oliva il prezzemolo, il peperone e la cipolla sino a quando<br />
questa non sarà dorata e il peperone morbido. Aggiungere i gamberi precedentemente lavati, bolliti e sgusciati. Nel<br />
frattempo ammorbidire i funghi essiccati in acqua e, una volta pronti, sminuzzarli in modo da renderli una crema.<br />
Versare la crema di funghi nel tegame e mescolare a lungo. Aggiungere una tazza di cheddar cheese oppure di parmigiano,<br />
mescolare nuovamente e versare tutto il riso. Quando questo sarà quasi cotto aggiungere il restante formaggio<br />
e mescolare in modo da creare un composto omogeneo. Dopo aver cosparso il tutto con il burro, infornare e cuocere a<br />
250 gradi con ventilazione per mezz’ora-quarantacinque minuti al massimo.<br />
Lo chef<br />
Originaria della Georgia, l’americana Paula Deen non è solo considerata una cuoca d’eccellenza, ma un vero fenomeno<br />
a stelle e strisce. Dopo la morte dei suoi genitori e la separazione dal marito, la donna soffrì a lungo di agorafobia. La<br />
passione per la cucina la salvò dal baratro: inaugurò infatti The Bag Lady, un servizio di consegna a domicilio di pietanze<br />
preparate in maniera casalinga che in poco tempo conquistò il Paese. Oggi Paula conduce due trasmissioni televisive<br />
dedicate all’arte culinaria e i suoi libri di ricette, così come le biografie, sono ogni volta un best seller di successo.<br />
83
(dosi per 6 persone)<br />
Tempo di preparazione: 1 ora e 10 minuti<br />
Tempo di cottura: 40 minuti<br />
difficoltà: facile<br />
84<br />
Polpettone ai carciofi e spinaci<br />
Ingredienti:<br />
400 grammi di carne tritata - 3 carciofi - 300 grammi di spinaci lessati - 1 limone - 1 scalogno - 1 mazzetto di prezzemolo<br />
- 1 spicchio di aglio - mollica di pane - latte qb - 100 grammi di prosciutto cotto in 1 sola fetta - 100 grammi di<br />
mortadella in 1 sola fetta -1 uovo - 150 grammi di speck a fette spesse - olio extravergine di oliva sale e pepe qb.<br />
Preparazione<br />
Pulire i carciofi eliminando i gambi, le foglie esterne più dure e le punte. Tagliarli a spicchi e metterli in acqua acidulata<br />
con succo di limone per evitare che anneriscano. Soffriggere in poco olio lo scalogno tritato, unire i carciofi e gli spinaci<br />
e cuocerli per circa 20 minuti, dopo averli cosparsi di prezzemolo e aglio tritati molto finemente. Preriscaldare il forno a<br />
180 gradi. Bagnare la mollica di pane con un po’ di latte e metterla nel mixer assieme alla carne e a tutti gli ingredienti<br />
tranne lo speck, quindi condire con sale e pepe. Foderare uno stampo rettangolare con le fette di speck, facendole<br />
uscire dal bordo, e riempirlo con il polpettone preparato, cercando di dargli una forma rotonda. Ripiegare le fette di<br />
speck sul polpettone e passarlo in forno per 40 minuti.<br />
Lo chef<br />
MonnyB non è una cuoca stellata, ma una donna creativa che ha fatto della cucina un’arte. Perché saper mixare il<br />
poco tempo che ognuna di noi ha per preparare le pietanze con i sapori più sfiziosi, la fantasia nell’esecuzione dei piatti<br />
con l’aspetto economico è davvero un’arte. MonnyB è anche una mamma attenta ad un’alimentazione buona, sana e<br />
rispettosa del bilancio familiare, un’amica che rimane a lungo tra i fornelli per soddisfare gli ospiti e uno chef molto<br />
seguito sul blog www.monnyb.it e in televisione nel programma Semplicemente Monnyb. Da poco è in libreria con il suo<br />
primo titolo: La cucina senza tempo (da perdere).
NoveNo Cumpleaños<br />
NoNo CompleaNNo<br />
NiNth birthday<br />
Neuvième aNNiversaire<br />
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La tavola degli italiani si tinge di colori, si personalizza,<br />
si reinventa per essere sempre di più<br />
lo specchio dell’anima del padrone di casa. Così,<br />
anche al di fuori di occasioni comandate come<br />
comunioni, battesimi, pranzi e cene di Natale e<br />
di Santo Stefano, anche quotidianamente una tavola<br />
addobbata secondo gusti e fantasia di chi la<br />
governa con amore, può essere eclettica, romantica,<br />
raffinata, senza mai però eccedere in quella<br />
“ingessatura” da bon ton. Insomma, la tavola diventa<br />
sempre di più originale e “divertente”.<br />
Già, accomodarsi a tavola oggi è sempre più<br />
86<br />
cOme<br />
La creatività<br />
è servita<br />
di Liliana Carbone<br />
conviviale e attorno ad essa si respira allegria,<br />
serenità e quel tocco di glamour che non passa<br />
inosservato. Complici servizi di piatti, posate e<br />
di bicchieri e novità in fatto di pentole che portano<br />
aria nuova sulla tavola del 2011. Ma non solo.<br />
“Oggi apparecchiare una tavola significa metterci<br />
del proprio – spiega Donatella Galli, presidente<br />
dell’associazione “ART- Arti della tavola e del<br />
Regalo” -, è il frutto della propria personalità e<br />
dell’amore per ciò che si fa. Ecco perché si può<br />
creare una tavola coordinata ed originale anche<br />
senza essere grandi maestri di stile”.
Perché in fondo il segreto sta in queste parole:<br />
“Il primo ospite di casa tua sei tu, perché ci sei<br />
tutti i giorni, e per un ospite si hanno sempre i<br />
migliori riguardi!”.<br />
PIATTI: fOrMe e cOLOrI SI MeScOLANO<br />
Preparare tavola non è mai stato così creativo!<br />
La parola d’ordine è mescolare, perché solo in<br />
questo modo si porta agli occhi dei commensali<br />
quell’allure di originalità che fa bello e gradevole<br />
un pranzo o una cena in famiglia o con amici.<br />
«Il servizio di piatti, realizzato in porcellana, ceramica<br />
o in stoneware è un tripudio di forme e di<br />
colori che si sposano con armonia e complicità»<br />
spiega Donatella Galli. “Dal servizio di piatti più<br />
semplice a quello più prestigioso (per l’aggiunta<br />
di decori raffinati e ricercati), la tavola si reinventa<br />
con armonia”.<br />
Armonico è l’accostamento dei piatti di portata<br />
che hanno forme diverse. “Così – prosegue<br />
Donatella Galli -, ecco il piatto piano quadrato, il<br />
piatto frutta rotondo e il piatto fondo a forma di<br />
foglia”.<br />
Anche i colori si combinano felicemente. “Si incontrano<br />
nei servizi di piatti punte di bianco su<br />
fondi colorati, e viceversa. Anche gli accessori<br />
della tavola sono decorati e colorati”.<br />
La parola d’ordine è mescolare:<br />
solo così si porta<br />
agli occhi dei commensali<br />
quell’allure di originalità<br />
che fa bello e gradevole<br />
un pranzo in famiglia.<br />
87
NUOVe TONALITÀ Per feSTeGGIAre<br />
IL NATALe<br />
Ma c’è di più. A Natale, oltre ai consueti e tradizionali<br />
rosso, verde, oro e argento, faranno bella<br />
mostra di sé nuove tonalità come il blu e il viola,<br />
spesso attraversati dal bianco. «La rivoluzione<br />
dei colori interesserà i servizi di piatti ma anche<br />
le tovaglie e i tovaglioli» spiega Galli. «Al via dunque<br />
accostamenti raffinati tra il blu e l’argento,<br />
passando per il viola e bianco che dà luminosità<br />
all’insieme. La tavola si personalizza con gusto e<br />
divertimento».<br />
Ad OGNUNO LA SUA POSATA<br />
Colorate quanto basta, in acciaio, in argento (si<br />
può lavare in lavastoviglie e non si aspettano Natale<br />
o ricorrenze speciali per metterlo in mostra!),<br />
oppure in acrilico colorato, in corno o in legno, le<br />
posate hanno la loro importanza. Al punto che<br />
alle forchette e ai cucchiai oggi si aggiunge anche<br />
un coltello fatto apposta per tagliare la carne. Ebbene<br />
sì, anche in fatto di posate nasce l’esigenza<br />
di avere sotto il naso uno strumento specifico per<br />
il piatto che andremo a gustare. Così potremmo<br />
trovare accanto al piatto di ceramica a forma<br />
quadrata un affilato coltello per tagliare il nostro<br />
“filetto alle cento erbe”.<br />
SeNzA GAMBO O PIù BASSO?<br />
Torna il bicchiere basso senza gambo per l’acqua<br />
minerale, ma restano fedeli al bon ton il flute<br />
88<br />
e la coppa di champagne. Anche per i bicchieri<br />
degustare un buon vino diventa un momento unico,<br />
al punto che berremo un vino bianco in una<br />
specifica forma di calice e un rosso nero d’Avola<br />
in un bicchiere apposito.<br />
Al bando bottiglie d’acqua di plastica sulla tavo-
la! “Servitevi – consiglia Donatella Galli – di una<br />
semplice brocca. Sulla tavola ha un suo perché<br />
anche una semplice brocca contenente della normale<br />
acqua minerale”.<br />
TOVAGLIe: VOGLIA dI cOTONe,<br />
L<strong>IN</strong>O e fIANdre MA ANcHe dI PrATIcITÀ<br />
Senza tempo e sempre amate sono le tovaglie di<br />
cotone, di lino e di fiandra. Fresche e classiche<br />
e sempre attuali non perdono mai la loro importanza<br />
in un momento di convivialità a tavola. Accanto<br />
a questi tessuti però la novità non è solo la<br />
tovaglia di lino antimacchia o quelle in versione<br />
“enduit” (materiale lavabile e pratico per tutti i<br />
giorni o per scampagnate in giardino). La tovaglia<br />
si presenta sotto l’effetto stropicciato del froissé,<br />
proposto in mille colori. I tovaglioli invece? Rigorosamente<br />
di cotone.<br />
TeNdeNze cHe BOLLONO <strong>IN</strong> PeNTOLA<br />
Non più manici di pentole che scottano! Da WMF<br />
arriva il brevetto mondiale „Cool+“ che impedisce<br />
il surriscaldamento dei manici di una pentola<br />
molto speciale. Il suo nome? “Premium One”<br />
che è stata presentata a Macef, il “Salone internazionale<br />
della Casa” (8-11 settembre).<br />
Funzioni innovative, squisito design ad opera<br />
di Peter Ramminger e lavorazione eccellente<br />
“made in Germany”: questi sono i presupposti<br />
della nuova serie di pentole “Premium One”<br />
adatte per friggere, cucinare al vapore, bollire,<br />
cuocere carne o verdure, scaldare il latte. E se si<br />
tocca non brucia perché la tecnologia brevettata<br />
“Cool+” applicata ai manici (di pentola e coperchio)<br />
assicura che durante la cottura rimangano<br />
davvero “cool”.<br />
La tecnologia “Cool+” è riconoscibile sulle pentole<br />
dai “cool-dots”, elementi di silicone tra la pentola<br />
e i manici che si fanno notare per il colore<br />
rosso acceso che dà alla pentola un inconfondibile<br />
segno di design. Il nuovo sfiato per il vapore<br />
sui coperchi inoltre impedisce fuoriuscite incontrollate<br />
evitando ustioni provocate dal vapore o<br />
da zampilli d’acqua bollente. E poi la forma delle<br />
pentole è studiata per permettere di impilarle per<br />
risparmiare spazio.<br />
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89
1 - L’a c q u a d i s c o l at u r a d e l l a pa s ta m a c c h i a<br />
l e p e n t o l e?<br />
Falso. L’acqua di scolatura è un ottimo sgrassante<br />
se usata ancora calda per lavare le stoviglie grazie<br />
all’alto contenuto di amido.<br />
2 - Il l i m o n e b r u c i a l’e p i d e r m i d e?<br />
Falso. è un ottimo rimedio naturale per avere la<br />
pelle morbida e proteggerla contro agenti esterni<br />
3 - Il l i m o n e è u n potente s g r a ss ato r e?<br />
Vero. Toglie anche gli odori fastidiosi dei cibi, come<br />
il pesce, durante il lavaggio.<br />
4 - È v e r o c h e l’ac e to è efficace p e r l ava r e i v e t r i?<br />
Vero. E col tempo noterete che gli specchi tendono<br />
ad appannarsi molto meno.<br />
5 - La cenere delle sigarette fa b e n e alle p i a n t e?<br />
Falso. La cenere di cui si parla come fertilizzante<br />
è cenere di legna e foglie, nelle sigarette sono contenuti<br />
decine di prodotti chimici dannosissimi.<br />
6 - Le fo g l i e d i ta b ac c o s o n o u n antiparassitario?<br />
Vero. Nel caso di foglie macerate. Vaporizzando il<br />
composto ottenuto sulle foglie allontana parassiti<br />
e gli afidi.<br />
7 - Ll f u m o d i s i g a r e t ta fa m a l e a l l e p i a n t e?<br />
Falso. Il fumo contribuisce ad aumentare il tasso di<br />
anidride carbonica che aiuta le piante nel processo<br />
di produzione dell’ossigeno.<br />
90<br />
VERO? ? ?<br />
8 - Il s a l e d a c u c i n a fa m a l e a l lo s c a r i c o<br />
d e l l a v a n d i n o p e r v i a d e l c a lc a r e?<br />
Falso. Mescolando il sale col bicarbonato in parti<br />
uguali e facendolo scorrere con acqua bollente nello<br />
scarico lo stura e lo mantiene libero.<br />
9 – La m a n d o r l a fa b e n e alla pelle?<br />
Vero. Mischiata con aloe, argilla e lavanda contribuisce<br />
a pulire e nutrire la pelle.<br />
10 - l b i c a r b o n at o fa b e n e a i d e n t i?<br />
Falso. Alla lunga corrode lo smalto e sensibilizza i denti.<br />
11 – L’ac e to r e n d e i capelli più lu c i d i?<br />
Vero. Deterge a fondo e protegge contro gli agenti<br />
esterni.<br />
12 – Il c i o c c o l ato p r i m a d i a n d a r e a d o r m i r e<br />
fa b e n e?<br />
Falso. Il cacao contiene caffeina, teobromina serotonina<br />
e feniletilamina, che essendo sostanze eccitanti<br />
rovinano il sonno.<br />
13 - Il l i m o n e è u n b u o n d e t e r g e n t e p e r il<br />
f o r n o a m i c r o o n d e?<br />
Vero. Lasciato 5 minuti nel forno acceso con<br />
dell’acqua pulisce a fondo e disinfetta.<br />
14 – L’a c e to d i s i d r o fa d i m a g r i r e?<br />
Vero. L’acido acetico, contenuto in misura maggiore<br />
in questa variante di aceto, aiuta a liberare<br />
l’energia dei grassi e dei glucidi.<br />
? ? ?<br />
?
? ?15<br />
– Il r a v a n e l l o fa b e n e a l l a p e l l e d e l v i s o?<br />
Vero. Tritato dopo averlo lasciato in un colino con<br />
del sale, per eliminare l’acqua interna, diventano<br />
un’ottima maschera per il viso adatta per attenuare<br />
le macchie lasciate dall’abbronzatura estiva.<br />
16 – L’o l i o d i l i n o fa b e n e ai m o b i l i?<br />
Vero. L’olio di lino mischiato con alcool diventa un<br />
ottimo detergente e nutriente per mobili in legno.<br />
17 – be r e t r o p p o tè n e r o fa m a l e ?<br />
Falso. Da recenti studi giapponesi risulta un ottimo<br />
antinfluenzale.<br />
18 – La cottura fa p e r d e r e la vitamina a n e i c i b i.<br />
Falso. La vitamina A si disperde con la luce e a<br />
contatto con l’aria, non con la cottura.<br />
19 – Le m a c c h i e d i ciliegia s o n o difficili<br />
d a t o g l i e r e?<br />
Falso. Le macchie di ciliegia si toglono molto facilmente<br />
immergendo, prima del lavaggio, la parte<br />
sporca nel latte.<br />
20 – I c h i o d i d i g a r o fa n o s o n o u n ot t i m o rimedio<br />
a l l’o d o r e d i m u f fa n e g l i a r m a d i?<br />
Vero. Le nostre nonne usavano principalmente<br />
questo metodo negli anni passati.<br />
21 – Le u n g h i e m a c c h i at e d i c i b o d i v e n ta n o p u l i t e<br />
s o lo c o n i s o lv e n t i?<br />
Falso. Le unghie macchiate di cibo tornano pulitissime<br />
se tenute a bagno nello yogurt per qualche<br />
minuto.<br />
O FALSO? ? ?<br />
26 – L’a lo e è u n ot t i m o rimedio c o n t r o<br />
l e b r u c i at u r e.<br />
Vero. Ricco di elementi aiuta la pelle a rigenerarsi<br />
molto velocemente.<br />
22 – La c e n e r e d i s i g a r e t ta to g l i e l e m a c c h i e<br />
d e l l a t i n ta d a l v i s o?<br />
Vero. Immergendo un batuffolo di cotone in acqua<br />
tiepida e poi passato nella cenere risulta efficace<br />
per togliere macchie di tinte dal viso, ma non dai<br />
vestiti.<br />
23 – pe r p u l i r e l e stoviglie in r a m e b a s ta<br />
d e l l’a c e to?<br />
Falso. Il rame ritrova il suo splendore se trattato<br />
con farina gialle, sale e solo in fine l’aceto.<br />
22 – Il b r o c c o lo è u n c i b o c o n p r o p r i e tà<br />
a n t i c a n c e r o g e n e?<br />
Vero. Insieme al cavolfiore è il più ricco di elementi<br />
anticancerogeni.<br />
23 – Pe p e r o n c i n o i n f i a m m a lo s t o m a c o ?<br />
Falso. Stimola la digestione e fornisce un alto apporto<br />
di vitamina C.<br />
? ?<br />
24 – Il s u c c o d i m e l e r e n e t t e a i u ta a m a n t e n e r e<br />
l a p i e g a d e i ca p e l l i p i ù a l u n g o?<br />
Vero. Usato al posto del balsamo ridona anche vigore<br />
al cuoio capelluto<br />
91
Casa e famiglia a Galliate, valigia sempre a portata<br />
di mano, pronto a partire per annunciare<br />
la “buona novella” del vino italiano. Non è pleonastico<br />
né esagerato descrivere così Giuseppe<br />
Martelli, galliatese di 61 anni, una vita dedicata<br />
ai problemi dell’enologia. È lui l’ambasciatore nel<br />
mondo del prodotto Made in Italy, da 31 anni alla<br />
guida dell’Associazione Enologi Enotecnici italiani,<br />
che oltre a rappresentare i tecnici del settore<br />
vitivinicolo, ne salvaguardia l’immagine: più di<br />
quattromila professionisti, che nel 2011 hanno<br />
celebrato i 120 anni di costituzione della categoria<br />
più antica al mondo nello specifico settore.<br />
92<br />
intervista<br />
amBasciatOre<br />
del Made in Italy<br />
di Gianfranco Quaglia - Fonte: NOI (Mensile Novarese) numero di ottobre 2011<br />
Martelli, diplomato in enologia a Conegliano e<br />
laureato in biologia all’Università di Pavia, è anche<br />
presidente del Comitato nazionale per la tutela<br />
e la valorizzazione delle denominazioni d’origine<br />
e delle indicazioni geografiche tipiche dei<br />
vini in seno al Ministero delle Politiche Agricole.<br />
Insomma, la massima autorità in materia.<br />
Attualmente è anche presidente onorario<br />
dell’Union Internationale des Oenologues, guidato<br />
per sei anni, e a dicembre il ministro dell’Agricoltura<br />
francese gli consegnerà le insegne di<br />
“Cavaliere al merito agricolo”.<br />
Quando Martelli parla a Pechino, piuttosto che a
Shangai, Hong Kong, Nuova Delhi, oppure Bombai,<br />
New York, Montreal, Toronto, Budapest, Parigi,<br />
Saigon (tanto per citare alcune delle tappe<br />
delle sue frequenti missioni all’estero) è come se<br />
apponesse un timbro sul passaporto per il vino<br />
italiano.<br />
Lei gira il mondo per illustrare l’alto livello del<br />
settore vitivinicolo nazionale. Quanto è difficile<br />
difendere la nostra produzione? “È dura. Il fatturato<br />
dell’intero settore è di oltre 14 miliardi di<br />
euro, di cui 4 dati dall’esportazione. Abbiamo lavorato<br />
molto, con professionalità e umiltà e i risultati<br />
non sono mancati. Anche oggi, nonostante<br />
la crisi, stiamo meglio di altri. Basti pensare che<br />
dopo aver chiuso un brillante 2010, i primi sei<br />
mesi del 2011 hanno fatto registrare un aumento<br />
del 15% in valore e del 16,5% in volume”.<br />
Non le capita, quando è lontano, di aver nostalgia<br />
di Galliate? “Le radici non si dimenticano<br />
mai. Del resto nonostante abbia vissuto per lungo<br />
tempo in Sardegna, in Veneto e gli uffici siano<br />
sempre stati a Milano, la mia residenza è sempre<br />
stata a Galliate. Una delle cose che mi pesa di più<br />
è proprio quella di non riuscire a vivere il territorio<br />
come vorrei e di frequentarlo. Di incontrare gli<br />
amici di un tempo, di dedicarmi al Lions, di cui<br />
sono socio fondatore. Insomma di vivere la mia<br />
novaresità con gioia e professionalità. Quando<br />
Novara ha chiamato però ho sempre risposto sia<br />
professionalmente che personalmente”.<br />
Che cosa significa per lei il mondo dell’enologia?<br />
“Non per imposizione, ma per scelta, sono<br />
sempre stato un uomo-azienda. Casa e bottega<br />
per intenderci. Quando il lavoro ti piace è normale<br />
che ti coinvolga e che tu ti appassioni al di là delle<br />
tue responsabilità professionali”.<br />
Tutto questo gran lavorare colme si concilia<br />
con la vita privata e familiare? “Certe volte molto<br />
male. Ho però una famiglia meravigliosa che<br />
fin dall’inizio ha creduto nelle mie scelte e mi ha<br />
spronato ad andare avanti. Sia io che mia moglie<br />
arriviamo da famiglie che hanno sempre dato importanza<br />
al lavoro, che non si sono mai concesse<br />
più di quanto potevano permettersi, nella filosofia<br />
che prima di fare un gradino devi consolidare<br />
quello precedente. Hobby? Non ne ho più, ho dovuto<br />
abbandonare il tennis, lo sci, le camminate<br />
in montagna. Mi rimangono la musica classica,<br />
pochi amici e molti libri da leggere, per il momento,<br />
ancora tutti rigorosamente di viticoltura<br />
e di enologia”. Un sogno nel cassetto, magari<br />
per quando smetterà? “Ristrutturare casa mia<br />
per viverci senza valigia in mano, sono anni che<br />
ci penso”.<br />
Ma noi sappiamo che quel momento è lontano,<br />
perché il vino italiano deve fare ancora molta<br />
strada e ha bisogno di lui.<br />
[ ASSOCIAZIONE eNOLOGI eNOTecNIcI ITALIANI]<br />
L’Assoenologi venne costituita ad Asti il 7 maggio<br />
1891. Il padre fondatore fu Arturo Marescalchi. Oggi<br />
i tecnici sono 4400, di cui il 40% inquadrato con responsabilità<br />
direttive in aziende cooperative o private,<br />
il 50% è costituito da impiegati e il 10% svolge la libera<br />
professione. Il lavoro dell’enologo si è modellato<br />
durante gli anni sul mutato panorama del patrimonio<br />
viticolo italiano, passato da 1,2 milioni di ettari degli<br />
anni ‘80 ai 640 mila attuali, mentre la produzione di<br />
vino è passata da una media di 63,6 milioni di ettolitri<br />
nel periodo 1986-95 ai 45,5 milioni di ettolitri<br />
dell’ultimo triennio. la dimensione minima richiesta a<br />
un’azienda per poter giustificare e sostener ei lricorso<br />
a un enologo è di 30 ettari. In Italia operano circa<br />
un milione di aziende vitivinicole, ma quelle che raggiungono<br />
tale standard sono meno di 5 mila.<br />
93
in cantina cOn:<br />
Il comico<br />
Gianluca Impastato<br />
Il vino è cosa seria: schiere di sommelier non mancano di ricordarlo,<br />
decantando con termini aulici, le virtù nascoste in un bicchiere. Il mondo<br />
ovattato degli intenditori, o presunti tali, è diventato terreno fertile per<br />
le incursioni comiche di Gianluca Impastato. Membro dei Turbolenti, i<br />
fantastici quattro del cabaret di Colorado Cafè, ha portato sul palco della<br />
trasmissione Chicco d’Oliva, intenditore ciarlatano, svelando il lato divertente<br />
che gravita attorno al mondo dell’enologia.<br />
Come il tuo alter<br />
ego Chicco d’oliva<br />
condividi la passione<br />
per il vino? “Sì,<br />
sono un amante del<br />
bere bene. Il personaggio<br />
che ho<br />
portato a Colorado<br />
Cafè, nasce osservando<br />
i tanti esperti<br />
che popolano le trasmissioni<br />
televisive<br />
dedicate all’enogastronomia.<br />
La mia<br />
fonte d’ispirazione<br />
è stata Paolo Luciani,<br />
il sommelier<br />
della rubrica Gusto<br />
del TG 5. Quel suo<br />
modo di parlare<br />
forbito, elegante,<br />
suadente mi ha<br />
suggerito la figura<br />
dell’intenditore Chicco d’oliva. L’anno scorso ho pubblicato “Che tracannata<br />
signori”, una divertente guida ai vini con la postazione firmata<br />
proprio da Paolo Luciani”.<br />
Come smascherare un falso intenditore? “Basta domandar loro quale<br />
vino preferiscono. Al posto di citare l’etichetta, con la casa produttrice<br />
solitamente rispondono dicendo la barbera o il nome del vitigno. E<br />
l’aspirante sommelier è smascherato. Nel nostro Paese troviamo tanti<br />
vitigni autoctoni, alcuni portano nomi “imbarazzanti” come “Passerina”<br />
presente nelle Marche, o l’uva “Pecorino”. Un materiale a cui ho attinto<br />
per il mio personaggio”.<br />
94<br />
di Filippo Vernetti
Gli italiani un popolo di aspiranti sommelier? “Siamo un popolo di “tuttologi”, abituati a seguire<br />
il vento imposto delle mode. Di volta in volta ci scopriamo allenatori di calcio, metereologi,<br />
economisti. Durante l’America’s Cup abbiamo scoperto il fascino della regata, anche se in pochissimi<br />
capivano come si svolgevano le gare. Con i Turbolenti abbiamo portato sul palcoscenico<br />
una nostra versione di Luna Rossa, l’imbarcazione italiana del team Prada, prontamente<br />
ribattezzata Luna Rosa, raccontavamo le avventure marinare di un equipaggio gay”.<br />
Un vino da assaggiare assolutamente? “Sono diversi, restando in Piemonte ho apprezzato il<br />
Barolo Monfortino annata 2003 di Giacomo Conterno e il Barbaresco etichetta rossa del 1982<br />
di Bruno Giacosa, Barbera d’Alba Riserva Vigneto Pozzo dell’Annunziata”.<br />
Quanto sei disposto a spendere per una bottiglia? “Notoriamente ho le mani bucate ma negli<br />
ultimi tempi ho abbassato il budget: per acquistare bottiglie importanti si spendono delle<br />
cifre considerevoli. Per la mia cantina mi faccio consigliare da amici o dai produttori, visito le<br />
aziende, cammino nelle vigne, seguo e mi faccio spiegare i momenti della vendemmia, dell’imbottigliamento<br />
e dell’invecchiamento. È un modo per conoscere in profondità ogni aspetto del<br />
vino che finisce nel bicchiere. Non seguo le guide perché non sempre rispecchiano i<br />
miei gusti”.<br />
Preferisci gli italiani o gli stranieri? Produciamo il miglior vino al mondo. In<br />
enoteca ma anche negli ipermercati si trovano delle etichette di fascia media<br />
proposte a prezzi interessanti. I cugini d’Oltralpe vantano una tradizione<br />
secolare nell’enologia e probabilmente sono più bravi di noi nella vendita dei<br />
loro prodotti”.<br />
Scendiamo nella tua cantina. Come è composta? “Attualmente ho circa<br />
300-400 bottiglie. Ogni tanto mi capita tra le mani un pezzo pregiato,<br />
un vino invecchiato che non ricordavo di avere. Festeggio la scoperta<br />
stappandola con gli amici o in occasioni speciali”.<br />
Un personaggio del mondo dello spettacolo cultore del buon vino?<br />
“Diego Abatantuono, quando si presenta a cena porta sempre dei<br />
vini interessanti”.<br />
E tra i Turbolenti? “Abbiamo tutti uno spirito godereccio, quando<br />
si tratta di dedicarci ai piaceri della buona tavola non ci tiriamo indietro.<br />
L’unico che ha un passione per i vini è Stefano Vogogna”.<br />
Quali sono i prossimi progetti lavorativi che ti attendono in autunno?<br />
“A ottobre uscirà nei cinema “Bar sport”, diretto da Massimo<br />
Martelli, con Claudio Bisio, Giuseppe Battiston, Angela Finocchiaro,<br />
tratto dall’omonimo libro di Stefano Benni. Un cast importante,<br />
sono felice di farne parte. Il romanzo di Benni racconta del calcio<br />
degli anni ’70, quando l’atmosfera che si percepiva attorno al mondo<br />
del pallone era più divertente, rilassata di quella che si respira<br />
oggi. Forse c’era più ingenuità ma sicuramente meno isterismi attorno<br />
al tifo di una squadra”.<br />
Hai mai pensato di scrivere un film tuo, seguendo le orme di alcuni colleghi<br />
comici? “No, nel cassetto ho delle proposte per altri progetti. Un<br />
sogno che vorrei realizzare è pubblicare un libro. Ho già scritto la bozza.<br />
Amo leggere, soprattutto romanzi, tra i miei scrittori preferiti ci sono Mario<br />
Vargas Llosa e Dan Brown, e libri di storia. Vedremo”.<br />
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in a u t u n n o,<br />
il r i e n t r o della l i n e a<br />
Superata la prova bikini, eccoci di nuovo davanti<br />
allo specchio perché rimanere in linea è importante<br />
tutto l’anno e con l’autunno si rinnovano gli<br />
impegni di lavoro, dieta e sport.<br />
Sempre più si parla di frutta e verdura di stagione,<br />
ottima per la qualità, eticamente corretta e<br />
decisamente più saporita. Esistono diete stagionali?<br />
Non proprio, ma tutte le diete tengono conto<br />
e consigliano prodotti di stagione che sono evidentemente<br />
più ricchi di sali minerali e antiossidanti.<br />
Mangiare frutta e verdura di stagione e locale non<br />
è solo una scelta eticamente corretta, che riduce i<br />
passaggi intermedi quindi i costi, l’inquinamento e<br />
che favorisce le economie locali, ma è anche garanzia<br />
di qualità: i chilometri che i prodotti fuori stagione<br />
o esotici percorrono fanno perdere sapore e<br />
gusto ai cibi e sono meno sani, perché trattati per<br />
la lunga conservazione. La natura ha offerto una<br />
varietà stagionale dei suoi prodotti e non per caso:<br />
sembra banale, ma è una grande verità che noi professionalmente<br />
dobbiamo rispettare.<br />
Meglio i prodotti biologici o ipocalorici? Sono<br />
prodotti dalle caratteristiche molto diverse. Il biologico<br />
prevede una coltivazione molto attenta, non<br />
trattata e i prodotti sono meno velenosi, più ricchi,<br />
in tutti i sensi.<br />
Le linee di cibi ipocalorici sono, per moda e per<br />
esigenza, molto attenti alla linea e ad un basso<br />
contenuto calorico. È importante stare attenti alla<br />
quantità di grassi che, soprattutto chi inizia una<br />
dieta, introduce, ma è altrettanto evidente che a<br />
fronte di una grande manipolazione per la riduzione<br />
di grassi, la qualità diminuisce. Per questo<br />
bisogna controllare bene le etichette ed evitare gli<br />
alimenti manipolati dall’industria alimentare. Una<br />
cosa però posso dirla: da qualche anno a questa<br />
parte possiamo rilevare una maggiore attenzione<br />
agli alimenti ipocalorici, sono meno grassi e con<br />
più proteine.<br />
In autunno ci si iscrive in palestra e si cominciano<br />
i corsi sportivi dopo la pausa: come sce-<br />
gliere lo sport ideale e quanto l’attività fisica è<br />
importante nella riuscita di una dieta? Non solo<br />
è importante, ma fondamentale iniziare un’attività<br />
fisica insieme all’inizio di una dieta. L’attività sportiva<br />
garantisce una riduzione della massa grassa e<br />
l’aumento del dispendio energetico. Di qualunque<br />
sport e disciplina si tratti, noi consigliamo di andare<br />
2/3 volte a settimana per allenamenti da 45<br />
minuti/ 1 ora alla volta.<br />
Mantenere i risultati e i successi di una dieta:<br />
come? Oltre all’attività fisica costante è necessario,<br />
per mantenere i risultati a lungo termine, seguire<br />
un regime dietetico variato, modificando le ricette<br />
e i piatti e seguendo i ritmi delle stagioni.<br />
Un cambiamento dello stile di vita deve comprendere<br />
una dieta equilibrata, sana con alimenti<br />
offerti dalla stagione e un’attività fisica costante<br />
nel tempo,in questo modo si avranno risultati duraturi.<br />
Dott.ssa Etta Finocchiaro<br />
Studio Solferino Gran Madre - Via Gioanetti 7/A Torino - Tel. 011 8399088<br />
Via Beaumont 42 Torino - Tel. 011 4342651 - efinocchiaro@libero.it
Dieta,<br />
bandita<br />
la tristezza<br />
di Alessandra Bedin<br />
Quante volte ci si alza affaticati dopo<br />
un pasto? Quante volte arrivano i sensi<br />
di colpa dopo scorpacciate di dolci?<br />
Quante volte ci si sente gonfi e fuori<br />
forma? Ecco alcuni semplici consigli<br />
che gli esperti suggeriscono per<br />
un’alimentazione sana. 14 regole<br />
d’oro da seguire evitando le diete fai<br />
da te: 1)bere ogni giorno acqua in<br />
abbondanza; 2) a tavola variare le<br />
proprie scelte ad ogni pasto; 3) fare<br />
sempre una sana prima colazione<br />
evitando di saltare i pasti; 4) consumare<br />
almeno 2 porzioni di frutta e<br />
2 porzioni di verdura ogni giorno; 5)<br />
consumare quotidianamente dei cereali,<br />
intesi come pane, pasta, riso ecc., in<br />
una quantità adeguata al proprio peso-forma;<br />
6) mangiare pesce un paio di volte la settimana;<br />
7) consumare altrettante volte i legumi, che forniscono<br />
proteine di buona qualità e fibre; 8) limitare<br />
invece il consumo di grassi, soprattutto quelli di<br />
origine animale, privilegiando l’olio extravergine<br />
di oliva; 9) non eccedere con il sale (spesso è<br />
cattiva abitudine salare gli alimenti prima di assaggiarli);<br />
10) controllare il consumo di dolci e di<br />
bevande caloriche e gassate; 11)limitare (per non<br />
dire “evitare”) il consumo di bevande alcoliche;<br />
perchè<br />
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Oltre ad una dieta equilibrata<br />
e a piccoli accorgimenti<br />
educativi nell’approccio<br />
al rituale dei pasti,<br />
è consigliato<br />
fare quotidianamente<br />
un po’ di attività fisica.<br />
12) limitare la carne rossa, prediligendo quella<br />
bianca (pollo o tacchino); 13) evitare la carne<br />
di maiale e tutti i tipi di insaccati; 14) masticare<br />
adeguatamente ogni boccone e prendere il giusto<br />
tempo per i pasti principali, al fine di poter permettere<br />
all’apparato digestivo di compiere senza<br />
fatica il processo di assorbimento dei cibi. In<br />
questo modo ci si sentirà sazi con porzioni meno<br />
abbondanti e la sensazione di pesantezza e gonfiore<br />
post pasto non si presenterà più.<br />
Oltre ad una dieta equilibrata e a piccoli accorgimenti<br />
educativi nell’approccio al rituale dei pasti,<br />
è consigliato fare quotidianamente un po’ di attività<br />
fisica. Se non si ha tempo o voglia di andare<br />
in palestra o iscriversi allo sport amato, una bel-<br />
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la passeggiata casa-ufficio potrebbe essere un<br />
buon compromesso! Insomma, dedicare almeno<br />
una mezz’ora al giorno ad una camminata sostenuta,<br />
potrebbe essere un discreto allenamento<br />
base.<br />
Polemizzato dalla cultura del consumismo e esaltato<br />
dalle filosofie di alimentazione “alternativa”,<br />
il digiuno è un’altra pratica che, se svolta correttamente,<br />
può portare a molti benefici. In questo<br />
caso si fa riferimento al digiuno depurativo, quello<br />
breve, che a seconda del soggetto, della sua<br />
costituzione e di ciò di cui ha bisogno, può durare<br />
da un minimo di 24 ore ad un massimo di 5 giorni.<br />
Digiunando si cessa di apportare alimenti al<br />
corpo motivandolo a sviluppare una nuova strategia<br />
per ottenere energia.<br />
La sua strategia è quella di rivolgersi alle riserve:<br />
ispeziona tutti i tessuti per inventariare i grassi,<br />
le proteine, le vitamine e i minerali di riserva che<br />
può usare senza farsi male. Elenca e distrugge<br />
(grazie al processo di autolisi) i tessuti usurati,<br />
danneggiati o in eccesso, riciclando le parti riutilizzabili<br />
ed eliminando le scorie nocive. Il digiuno<br />
accelera inoltre la pulizia dei vasi sanguigni, delle<br />
cellule e dell’ambiente nel quale queste ultime<br />
vivono.