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TASTE & WINE - Food IN

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definizione salame per indicare l’insaccato che<br />

conosciamo compare per la prima volta nel manuale<br />

di cucina di Vincenzo Cervio (1581).<br />

cON lA dIETA<br />

Un tempo, per lo stile di vita dei consumatori, si<br />

ricercava nei prodotti salumieri l’apporto di energia<br />

e quindi la presenza di grasso; ora invece la<br />

richiesta predominante è quella di alimenti con<br />

ridotto contenuto calorico e i salumi si sono adeguati.<br />

Così i prodotti italiani contengono quantità<br />

di grassi minime, come nel caso del prosciutto<br />

crudo (parte muscolare) che ne presenta il 3-4%.<br />

I salumi italiani, particolarmente ricchi di parti<br />

muscolari, apportano fattori nutrizionali pregiati<br />

come diversi oligoelementi (ferro, zinco, selenio,<br />

cromo) in forma altamente utilizzabile dall’organismo;<br />

inoltre durante la fermentazione salumiera<br />

si producono pregiate cariche vitaminiche, in<br />

particolare del gruppo B. Infine i prodotti moderni<br />

sono caratterizzati da una diminuzione del sale<br />

tale da essere al limite del mantenimento delle<br />

caratteristiche gastronomiche.<br />

cOmE SI TAGlIANO<br />

Affettare i salumi è una vera arte. Ecco qualche<br />

piccolo consiglio dell’Accademia Italiana di Cucina,<br />

a cominciare dal salame. Innanzitutto se è<br />

ben stagionato deve sbucciarsi facilmente; le fette<br />

devono essere spesse quanto un grano di pepe,<br />

così da poterlo eliminare con facilità. In generale<br />

poi, i prosciutti e gli altri salumi non devono mai<br />

essere tagliati e serviti freddi, altrimenti buona<br />

parte del gusto va persa. Se si usa un’affettatrice<br />

(sempre preferibile), lasciate passare qualche<br />

secondo tra una fetta e l’altra, perché il calore<br />

della lama potrebbe ossidare il grasso.<br />

GlI ABB<strong>IN</strong>AmENTI<br />

Il pane esalta sicuramente il gusto dei salumi.<br />

L’ideale sarebbe accompagnarli con i pani tipici<br />

regionali. Inoltre non si può non tenere conto di<br />

quale vino sia più adatto al tipo di salume che si<br />

consuma. Un discorso a parte merita l’associazione<br />

di salumi e frutta: melone, fichi, uva dolce,<br />

melagrana o frutta esotica come ananas, papaia,<br />

ananas o kiwi.<br />

lA RIScOPERTA dEllE TIPIcITÀ<br />

La rivalutazione della tradizione culinaria ha portato<br />

alla riscoperta dei prodotti tipici delle regioni<br />

italiane. In Piemonte, nel Novarese, nel Vercellese,<br />

in Lomellina si producono i salami d’oca; nelle<br />

stesse zone, dalla carne di suini alimentati con<br />

cereali si ottiene il prelibato salame della duja o<br />

salamin d’la dujia (l’orcio di terracotta invetriata<br />

dove vengono riposti dopo la maturazione e ricoperti<br />

da strutto fuso che protegge e mantiene<br />

morbido l’impasto). Queste sono soltanto due<br />

delle molte specialità del nostro territorio insieme<br />

a salumi prodotti dalla lavorazione della carne<br />

suina, ma anche di manzo, capra, cinghiale,<br />

capriolo, cervo, cavallo, asino e oca. Abbiamo la<br />

bresaola di carne bovina della val d’Ossola (dove<br />

fanno anche una mortadella di puro suino) e<br />

quelle di cavallo o di cervo (la prima della zona<br />

di Borgomanero oltre che del Monferrato, l’altra<br />

della provincia di Novara), le Bale d’aso del<br />

Monregalese, il raro Bisecon di Santo Stefano<br />

Belbo, il Crespone del Monferrato, il Fegatino<br />

sotto grasso prodotto nelle province di Novara e<br />

Vercelli, le polpette a base di frattaglie di maiale<br />

dette Frissa nel Monferrato e Griva nella Langa, il<br />

lardo al rosmarino di Cavour, il prosciutto di Stura<br />

di Demonte (Cn) detto Lonzardo, la mortadella<br />

di fegato o Fidighin delle province orientali della<br />

regione, la Mula, una via di mezzo fra salame e<br />

cotechino, la Muletta, salame monferrino dalla<br />

caratteristica forma a pera che si ottiene dalle<br />

parti migliori del maiale, la Mustardela della Valpellice,<br />

sanguinaccio preparato ancora secondo<br />

una lunga ed elaborata ricetta contadina, i prosciutti<br />

della val d’Ossola e della valle Vigezzo, da<br />

suini portati al pascolo agli alpeggi, o quello di<br />

Canale innaffiato con Arneis e cotto in forno a legna<br />

(un tempo rigorosamente di vite, ora spesso<br />

fieno), il salame crudo a grana grossa ricavato da<br />

suini pesanti delle valli Tortonesi, i salami di cavallo<br />

tipico delle colline tra il Ticino e l’Agogna in<br />

provincia di Novara, del Monferrato e dell’Astigiano<br />

e l’ormai raro salamino di pecora e capra della<br />

zona del cuneese, la salciccia di Bra, il Violino di<br />

camoscio e quello di capra delle valli Ossolane.<br />

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