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amarO<br />
Grappa e liquori<br />
piaceri riscoperti<br />
di Michele Leone<br />
ORIG<strong>IN</strong>I<br />
Liquori ed acquaviti conosco il loro sviluppo e diffusione<br />
nel medioevo. Tra i primi i medici della<br />
Scuola Salernitana scoprirono che le acquaviti<br />
potevano fungere da solventi per i principi officinali.<br />
Fu così che iniziarono a prodursi per scopo<br />
medico quelli che potremmo definire gli antenati<br />
dei liquori e delle grappe aromatizzate. Nel frattempo<br />
nei monasteri e nelle abbazie il lavoro degli<br />
erboristi si fondeva con quello dei distillatori<br />
producendo nuovi liquori.<br />
Nel XV secolo Michele Savonarola (nonno di Girolamo),<br />
frate padovano, trovò il modo per migliorare<br />
e accelerare le produzioni di acquavite.<br />
Probabilmente il più antico amaro-liquore è il<br />
Bénédictine la cui ricetta è del 1510. La ricetta<br />
nei secoli ha subito alcune variazioni sino a quella<br />
del 1886 che ha portato a 27 il numero di erbe,<br />
radici e spezie. Il Certosino, preparato dai frati<br />
della certosa di Monte Acuto (FI) da molti secoli,<br />
potrebbe essere all’origine del più famoso Chartreuse<br />
(liquore dalle proprietà digestive) che ha<br />
una storia che potrebbe essere narrata in un romanzo.<br />
La ricetta i certosini di Vauvert, l’hanno<br />
sempre tenuta segreta e l’hanno portata con loro<br />
anche quando nel 1904 dovettero lasciare la loro<br />
abbazia e trasferirsi in Tarragona. Oggi ne vengono<br />
prodotti e commercializzati due tipi, quello<br />
giallo con 40° di gradazione e quello bianco con<br />
55° di gradazione.<br />
A Carmagnola è nata una diatriba tra i padri Maristi<br />
locali e quelli giunti dalla Francia nel 1903<br />
sulla paternità della ricetta originale dell’ Apestre<br />
o Arquebuse. Tradizionalmente contiene 33 erbe