Umanisti e cultura classica nella Sardegna del - UnissResearch ...
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Enzo Cadoni<br />
contro la proprietà, che sono così frequenti, invece, in tutte le parti <strong>del</strong>l'isola.<br />
L'esordio di questa lettera è particolarmente interessante, perché introduce<br />
il tema attraverso una circonlocuzione, né attacca frontalmente come<br />
in genere accade al Parragues, che non si concede ambagi: «Tenerme hia<br />
por reo ante Dios si las vezes que se offresçe occasion de servir a Vuestra<br />
Magestad principalmente en cosas tocantes al descargo de su Real conçiencia<br />
y bien <strong>del</strong> Reyno donde me allo, no diesse noticia a V. M. de lo que<br />
me paresce importar y no poco. No dubdo que muchas vezes havran molestado<br />
a V. M. los negoçios Sardescos y algunos le havran dicho que tienen<br />
mal remedio las desordenes de aca, principalmente en robatorios y atrevimientos,<br />
y no me maravillo porque al principio yo era desta mesma opinion,<br />
pero agora ... entiendo y conozco que todo el mal que se haze en este<br />
Reyno se deve atribujr a los que en el goviernan ... si. .. los otros magistrados<br />
y varones governassen estaria todo el Reyno bien governado y no ha-<br />
. vria latroçinios ni otros <strong>del</strong>ictos 2s ••• ».<br />
Questa lettera è datata da Cagliari al 5 Gennaio 1562, ma non era occorso<br />
al presule tanto tempo dal suo arrivo per scontrarsi con il potere politico<br />
e, <strong>nella</strong> fattispecie, con il viceré don Alvaro de Madrigal. La prima<br />
occasione risale probabilmente già agli ultimi mesi <strong>del</strong> 1559, all'atto stesso<br />
<strong>del</strong>l'ingresso <strong>del</strong> presule in Cagliari, quando era sorto un contrasto fra il<br />
clero e i consiglieri civici circa la cerimonia di insediamento, oppure probabilmente<br />
già da prima, quando il Parragues, ancora a Sassari, aveva scritto<br />
al viceré deplorando la presenza, fra i suoi ufficiali, di eretici e scomunicatF6:<br />
non sappiamo - ché naturalmente egli non lo dice - dove e da<br />
chi il prelato abbia ricevuto tali informazioni, ma il fatto stesso che abbia<br />
voluto avvertire <strong>del</strong>la cosa il potere politico significa che egli non ne temeva,<br />
forse anzi ne auspicava lo scontro. Comprendiamo così con quale animus<br />
il Nostro giungeva in <strong>Sardegna</strong>, dopo aver subìto - almeno a suo dire<br />
-le percosse <strong>del</strong>la sorte da parte <strong>del</strong> potere politico e dunque pronto e disposto<br />
ad una fiera rivalsa contro di esso; se a ciò si aggiunge il rigorismo<br />
morale e dogmatico <strong>del</strong> quale era dotato ed il timore di veder attecchire anche<br />
nell'isola l'eresia, allora si comprende facilmente come il nuovo arcivescovo,<br />
a qualsiasi sede fosse stato destinato, dovesse fatalmente scontrarsi<br />
con il potere politico. Certo, la situazione di effettivo degrado <strong>cultura</strong>le e<br />
2S Ibid., p. 187. In un'altra lettera non datata, ma spedita da Cagliari allo stesso sovrano<br />
Parragues precisa che « ... sea servi do V. M. de entender como por los tiempos que corren<br />
y por algunas consideraçiones no de poco momento, aunque entre el Virrey deste Reyno, Ciudades<br />
y Cavalleros concurran al presente differencias y cosas donde facilmente podrian resultar<br />
grandes inconvenientes, inquietud y detrimiento deste Reyno en desservicio de Dios y de<br />
V. M.» (il corsivo è nostro): ibid., p. 193.'<br />
26 Ibid., pp. 91-92, scritta a Sassari il 23 Ottobre 1559.