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Umanisti e cultura classica nella Sardegna del - UnissResearch ...

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Introduzione 49<br />

senza di una ventina di trattati di natura teologica: si tratta talora di volumi<br />

che denunciano chiaramente la loro qualità di testi scolastici - ad esempio<br />

quello intitolato De dec/aratione dif icilium terminorum theologie et<br />

philosophie stampato a Basilea, cfr. il n. 1079, o quello intitolato De locis<br />

theologicis, cfr. il n. 1128 - mentre altre volte siamo di fronte a trattati<br />

di approfondimento di temi particolari ed inerenti la teologia cattolica quali,<br />

ad esempio, il significato <strong>del</strong>la parola divina (nn. 1096 e 1444), la predestinazione<br />

(n. 1462), la certezza <strong>del</strong>la grazia divina (n. 1463), l'umiltà <strong>del</strong>la<br />

persona <strong>del</strong> Cristo (n. 1134), il mistero <strong>del</strong>la fede cristiana (n. 1093) e altri<br />

argomenti consimili III.<br />

Le opere di carattere dottrinario, di edificazione e di fede sono ancora<br />

più frequenti: anche se, come abbiamo spesso accennato, l'estrema concisione<br />

<strong>del</strong> redattore non sempre ci permette di indicarne il titolo preciso -<br />

né questo è il còmpito specifico che ci proponiamo con il presente lavoro,<br />

preferendo lasciarlo all'indagine di più esperti bibliofili e bibliografi - tuttavia<br />

è possibile individuare la presenza di testi ed autori di larga diffusione<br />

nel Cinquecento, da Giovanni Driedon a Giovanni Gerson, al cardinale Stanislao<br />

Osio e a Reginaldo Polo 112 , ai pontefici Leone I, Adriano VI e Innocenzo<br />

III (nn. 989, 1132, 1332 e 1000). E, ancora, troviamo opere generali<br />

di carattere dottrinario - exempla di vizi e virtù, trattati sulla dottrina cristiana,<br />

predicazioni, sermoni, mariali ovverossia trattati di laudi <strong>del</strong>la Ver­<br />

gine etc. 1I3<br />

- e poi omelie, «Discursi predicabili», opere di religione e<br />

filosofia, martirologii: fra esse quelle di alcuni autori non <strong>del</strong> tutto ignoti<br />

come Federico Nausea, Johann Eck, Giovanni Arboreo, Francesco Maufolico<br />

e Giovanni TOfquemada 1l4 (cfr. rispettivamente i nn. 1017, 1129,<br />

Ili Cfr. ancora i nn. 1224, 1321, 1327, 1395, 1422 e 1457. Al n. 1076 l'annotazione <strong>del</strong><br />

titolo, come di norma in questo inventario, è talmente sintetica da non permetterci di individuare<br />

il volume con assoluta sicurezza: si tratta però, con tutta probabilità - e ci basiamo<br />

sulla concordanza <strong>del</strong> luogo di edizione e <strong>del</strong> formato - <strong>del</strong>l'opera di Jodocus Clichtoveus,<br />

De vera nobilitate pubblicata a Parigi, in 8°, nel 1540.<br />

112 Cfr. i nn. 1326, 1331 e 1014: queste opere sono possedute anche da Fara (cfr. <strong>Umanisti</strong><br />

Sassaresi ... cit., nn. 105, 137, 93 e 153) e Canyelles (cfr. <strong>Umanisti</strong> e <strong>cultura</strong> <strong>classica</strong> ...<br />

l., nn. 506, 623, 631, 752, 492 e 497). Certo è che malgrado l'estrema approssimazione con<br />

la quale il notaio redige l'inventario, l'indicazione «Opera Stanislai Osii, Colonie, in folio»<br />

non può riflettere l'edizione coloniense <strong>del</strong> 1584 che Parragues non poteva più acquistare, mentre<br />

la telegrafica rubricazione <strong>del</strong> n. 1477, «Mes Reginaldus Polus, in octavo, Venetiis, in pergameno»<br />

può invece riferirsi alle opere De concilio. De baptismo Constantini. Reformalio AngUae<br />

pubblicate in uno stesso volume, a Venezia, nell'officina di I. Zileto. E' anche a causa<br />

<strong>del</strong>l'estrema difficoltà ad individuare le edizioni precise indicate nel nostro inventario che abbiamo<br />

rinunciato ad affrontare quest'aspetto <strong>del</strong>la ricerca che <strong>del</strong> resto - lo abbiamo già detto<br />

- non riflette gli interessi specifici di chi scrive.<br />

113 Cfr. rispettivamente i nn. 1387, 1407, 1380, 1405, 1430, 1432 e 1402: gli ultimi tre volumi<br />

indicati sono di uno stesso autore, Sancho Porta.<br />

114 Non si tratta <strong>del</strong> famoso inquisitore - di nome, invece, Tommaso - ma di Giovanni,<br />

cardinale ed autore di opere dottrinarie, dogmatiche e giuridiche, vissuto fra il 1388 e il 1468.

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