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Annuale 2009 - Polizia Penitenziaria

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dal Mondo...<br />

STATI UNITI<br />

Detenuta muore dopo 4 ore al sole<br />

Una donna di 48 anni è morta dopo essere<br />

stata lasciata per quattro ore in pieno sole<br />

in una cella a cielo aperto di un carcere di<br />

Phoenix, in Arizona. Marcia Powell, prostituta<br />

che stava scontando una pena di 27<br />

mesi, doveva stare temporaneamente in<br />

quel luogo per poi essere trasferita in<br />

un'unità psichiatrica. Ma l'esposizione<br />

prolungata al sole a 42 gradi l'ha uccisa.<br />

Il fatto ha suscitato la collera di un'associazione<br />

in difesa dei carcerati.<br />

Rinchiusa all'aperto e lasciata al sole, la<br />

detenuta prima ha perso conoscenza, poi<br />

è stata trasportata in ospedale, dove è<br />

morta qualche ora più tardi. Sull'accaduto<br />

l'amministrazione panitenziaria dello Stato<br />

ha aperto un'inchiesta e ha provveduto a<br />

chiudere le 233 celle simili sparse nelle<br />

dieci prigioni dell'Arizona.<br />

Per far luce sulla vicenda e chiarire senza<br />

dubbi le cause del decesso, con molta<br />

probabilità verrà effettuata l'autopsia sul<br />

corpo della 48enne, ma al momento il giudice<br />

competente non ha ancora deciso il<br />

da farsi. Nel frattempo le associazioni per<br />

i diritti dei detenuti si sono fatte avanti per<br />

protestare contro le violenze subite dai<br />

carcerati e le difficili condizioni di detenzione<br />

in Arizona.<br />

Detenuto chiede i danni<br />

per un'erezione non curata<br />

Fa causa al carcere dove è rimasto detenuto<br />

per 55 anni perchè gli è stata mal<br />

curata una erezione durata ben 55 ore!<br />

É quanto accaduto a Dawud Yaduallah, che<br />

in seguito all’assunzione di psicofarmaci si<br />

è trovato di fronte a questo spiacevole<br />

episodio; come riportato dal New York<br />

Post il carcerato ha chiesto aiuto dopo 14<br />

ore di erezione e l’infermiera pare avergli<br />

consigliato di mettere del ghiaccio, così,<br />

dopo altri due giorni, è stato condotto in<br />

ospedale e da allora lamenta vari disturbi<br />

tipo eiaculazione precoce, dolore durante<br />

i rapporti e disfunzioni varie.<br />

Fuga da Alcatraz? Ora è una gara<br />

Erano duemila i partecipanti che alle 8 di<br />

domenica hanno partecipato alla 29esima<br />

edizione della Escape from Alcatraz, la<br />

Fuga da Alcatraz in versione triathlon che<br />

si corre a San Francisco dal 1980. La prova<br />

più importante della manifestazione è stata<br />

ovviamente la prima, cioè la nuotata<br />

dall''isola penitenziario che sta in mezzo<br />

alla Baia, a 1,5 miglia dalle coste cittadine.<br />

Quasi 2 chilometri e mezzo di bracciate<br />

nell'acqua gelida, piena di correnti e infestata<br />

dagli squali che hanno sempre scoraggiato<br />

la fuga di tutti i detenuti del carcere<br />

che fu anche di Al Capone. Tutti tranne quel<br />

temerario, che in realtà non si è certi se sia<br />

sopravvissuto o meno, che ispirò l'omonimo<br />

film, Fuga da Alcatraz (1979) con<br />

Clint Eastwood.<br />

CANADA<br />

Fuga dal carcere di Kingston,<br />

è caccia all'uomo<br />

È riuscito a fuggire dal carcere di Kingston<br />

il 42enne Andrew John Wood, condannato<br />

all’ergastolo per l’omicidio di un 21enne<br />

di Etobicoke, Robert Ryan Glenn.<br />

La polizia penitenziaria del Frontenac Institution<br />

si è accorta della fuga dell’uomo<br />

sabato mattina.<br />

L’ipotesi è che Wood sia riuscito a lasciare<br />

l’istituto tra le sette e trenta e le undici e<br />

mezza del mattino.<br />

Un portavoce di Correctional Services<br />

Canada ha spiegato che il carcere non è<br />

direttamente controllato da guardie all’esterno.<br />

Si tratta infatti di un carcere di<br />

minima sicurezza. Il 42enne era stato assegnato<br />

al Frontenac perché ritenuto non<br />

pericoloso, nonostante la condanna all’ergastolo<br />

per omicidio di secondo grado.<br />

Andrew John Wood è stato giudicato<br />

colpevole per l’omicidio del 21enne di Etobicoke,<br />

colpito con un proiettile alla testa,<br />

nel 1989. Al momento dell’arresto, l’uomo<br />

viveva a North York, tra la 401 e Don Mills<br />

Road. La polizia ha lanciato una caccia all’uomo<br />

in tutto l’Ontario.<br />

SVIZZERA<br />

Un detenuto scappa facendo<br />

un buco nel muro<br />

Un 21enne in detenzione preventiva è riuscito<br />

ad evadere dopo aver scavato un buco<br />

nel muro del carcere di Sciaffusa.<br />

L'evaso era stato arrestato un mese prima<br />

perché sospettato di traffico di droga e non<br />

è stato considerato pericoloso.<br />

Gli agenti hanno scoperto un buco di 25<br />

per 35 centimetri sulla facciata in arenaria<br />

del carcere.<br />

<strong>Polizia</strong> <strong>Penitenziaria</strong> - SG&S n. 163 - giugno <strong>2009</strong><br />

La parete ha uno spessore di 60 centimetri.<br />

Il detenuto ha probabilmente utilizzato<br />

pezzi del mobilio della sua cella per forare<br />

il muro, secondo il portavoce della polizia<br />

Patrick Caprez.<br />

Il 21enne era stato arrestato il 12 maggio<br />

a Basilea per un presunto traffico di droga<br />

ed è stato subito a Sciaffusa per il rischio<br />

di collusione.<br />

È ora ricercato dalla polizia a livello<br />

nazionale.<br />

Il carcere di Sciaffusa è da tempo considerato<br />

vetusto, ma nessuno ha mai pensato<br />

che fosse possibile forare una parete per<br />

scappare.<br />

La tecnica del buco non è tuttavia un''esclusiva<br />

delle vecchie carceri. Un episodio<br />

analogo si è verificato nel 2007 a Frauenfeld,<br />

nel canton Turgovia, in una prigione<br />

costruita negli anni '90.<br />

Un romeno che si trovava in preventiva da<br />

dieci giorni era riuscito ad evadere dopo<br />

aver asportato alcuni mattoni del muro<br />

della sua cella.<br />

GRAN BRETAGNA<br />

Caccia all'evasa da 5 giorni:<br />

era nascosta in carcere<br />

Si pensava che fosse fuggita dal carcere, e<br />

per cinque giorni la polizia l'ha cercata in<br />

ogni dove. Ma in verità era molto più vicina<br />

di quanto si pensasse: nel carcere stesso.<br />

Aishatu Ishaku, una nigeriana di 35 anni<br />

nata in Russia, è stata trovata in una specie<br />

di soppalco, all'interno del centro educativo<br />

dell'istituto di pena.<br />

Subito dopo essersi accorti della sua assenza,<br />

venerdì scorso, i poliziotti hann fatto<br />

partire una caccia all'uomo, con tanto di<br />

elicottero.<br />

La sua foto segnaletica è stata distribuita nei<br />

porti e negli aeroporti. Ma della donna, che<br />

doveva scontare una condanna per frode,<br />

non c'era nessuna traccia.<br />

Tra l'altro, la sua evasione era la prima<br />

dopo 12 anni, nel carcere di Holloway (a<br />

Londra).<br />

Alla fine, l'amara sorpresa, con tanto di comunicato<br />

stampa del ministero della Giustizia<br />

inglese: la prigioniera era stata trovata<br />

nell'istituto stesso.<br />

Nei cinque giorni, si era nutrita con acqua<br />

e cibo di cui aveva fatto ampia scorta.<br />

Il carcere, intanto, ha fatto partire<br />

un'indagine interna per capire come sia<br />

potuta accadere qualcosa del genere.

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