PASSAGGIO PASSAGGIO A NORD - Carote e Lilla

convinse a sciogliere i lacci del pastrano e così mostrò ad
Ivan la caviglia destra. Egli la prese fra le mani - Carolina
nel frattempo aveva aperto anche l’altro occhio - e la
caviglia, illuminata da tutta quell’attenzione, emise una
nuvoletta, sagomata come un fumetto, all’interno della
quale scorrevano veloci alcune immagini in sequenza: si
distingueva la notte, che avvolgeva l’altro camper della
carovana, sul quale viaggiava Maria Luisa la notte
precedente, Enrica al volante accanto a Francy, Manu e
Luca insieme a lei dietro, prima seduti, poi in piedi – Ma
che ci fanno in piedi in camper durante il viaggio? - poi una
strettoia, i lavori in corso subito dopo la frontiera fra la
Svizzera e la Germania, poi una frenata, e Maria Luisa che
cade all’indietro, Luca che si trova alle sue spalle e cerca di
attutirle la caduta, la caviglia che s’arrossa, la testa di Luca
che batte sullo stipite del lettino basso, diverse nuvolette
grigie che intasano i canali di comunicazione fra le persone
e ne mischiano le parole, come le tessere di un puzzle
sparse sul pavimento del camper e Ivan,– “Ma era in
camper con noi, ieri sera!”, esclama Carolina, “io ero al
suo fianco, Silvia, Ezio e Claudio dormivano dietro, ne
sono certa. Come fa ad essere anche sull’altro camper?”-
proprio Ivan che, divenuto una specie di cometa luminosa,
morbida ed elastica, si era introdotto nella scena passando
attraverso la caviglia, per raccogliere ad una ad una le mille
tessere che aveva trovato sparse ovunque nello spaziotempo
circostante alla scena, per ricomporle in un unico
disegno, rispettandone incastri e forme, donando loro nuova
armonia: per prima cosa aveva tenuto il piede di Maria
Luisa mentre cadeva, di modo che la caviglia non subisse
torsioni, poi aveva posto un cuscino all’altezza della testa di
Luca, affinché la sua azione proteggesse il corpo di Maria
Luisa senza ferirsi. Infine, era uscito di scena, lasciando la
nuvoletta della caviglia scorrere pulita verso il futuro.
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