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HIMed - Anno 3, numero 1 - Maggio 2012 - SIOMI

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CONTRIBUTI ORIGINALI<br />

cardiovascolari. Non potendo sottrarsi alle dinamiche<br />

della crescita economica, nel momento in cui la produzione<br />

e l’offerta di farmaci sono diventate superiori alla<br />

domanda espressa normalmente dalla società, le aziende<br />

farmaceutiche hanno dovuto crearsi una domanda aggiuntiva.<br />

A tal fine hanno indotto ad abbassare progressivamente<br />

le soglie degli indicatori di alcune malattie,<br />

trasformando in patologici alcuni valori precedentemente<br />

considerati normali. Sicché la stessa industria farmaceutica<br />

non può essere interessata alla prevenzione<br />

delle cause di malattie per cui produce le medicine, in<br />

quanto la logica della crescita non lo consente.<br />

Alla ricerca delle “chiavi” per comprendere la salute e la<br />

malattia, la ricerca scientifica si è inoltrata dentro l’organismo,<br />

i tessuti, le cellule, il DNA e, quasi paradossalmente,<br />

questo viaggio verso le basi della vita ha mostrato<br />

l’importanza dei processi di regolazione dell’insieme e ha<br />

condotta ad una concezione dell’uomo come sistema<br />

complesso di reti dove le parti si spiegano in relazione al<br />

tutto. In questo contesto l’attività mentale ha cominciato<br />

ad uscire da una dimensione troppo evanescente ed indefinita<br />

per assumere connotati più precisi: in relazione<br />

sia all’interdipendenza mente-cervello, sia al ruolo evolutivo<br />

della mente nella mediazione tra ambiente interno<br />

ed esterno all’organismo e nella modulazione dei processi<br />

biologici. Se la scienza del XX secolo ci ha consegnato le<br />

premesse per spiegare l’unità psicosomatica dell’uomo,<br />

quella del XXI secolo deve compiere il passaggio dal modello<br />

biochimico a quello biopsicosociale della salute e<br />

della malattia. E senza enfasi o modalità esclusivamente<br />

medicalizzanti. Su questo, crediamo, oggi occorre riflettere<br />

molto attentamente. g<br />

HOMEOPATHY AND INTEGRATED MEDICINE | maggio <strong>2012</strong> | vol. 3 | n. 1<br />

LETTURE SELEZIONATE<br />

AAVV: L’industria della salute, Ed. Franco Angeli, Milano,<br />

2010.<br />

Adelé S., Jalali R.: Guida per i consumatori di integratori<br />

per lo sport. Alimentazione completa per uno stile<br />

di vita attivo, Ed. Olympian’s News, Roma, 2009.<br />

Bissolo G., Fazzi L. (a cura di): Costruire l’integrazione<br />

sociosanitaria. Attori, strumenti, metodi, Ed. Carocci,<br />

Milano, 2002.<br />

Bologna M.: Il cancro si può evitare. Il fumo, l’alcool, la<br />

dieta ed altri fattori carcinogeni ambientali possono<br />

essere controllati, Ed. Verduci, Roma, 1989.<br />

De Mauro L.: Malati di farmaci. Perché l’Industria Farmaceutica<br />

vende farmaci, inventa malattie e specula<br />

sul cancro, Ed. Decrescita Felice, Roma, 2010.<br />

De Mauro L.: Malati di farmaci. Come difendere la propria<br />

salute dalle medicine inutili e pericolose, Ed.<br />

Riuniti, Torino, 2007.<br />

Di Stanislao C.: Argomenti di Medicina. Il dialogo e l’integrazione<br />

fra culture e modeli, Ed. Fondazione Silone,<br />

L’Aquila-Roma, 2007.<br />

Lazzari D.: Mente e salute. Evidenze, ricerche e modelli<br />

per l’integrazione, Ed. Franco Angeli, Milano, 2007.<br />

Manghi S.: Il medico, il paziente e l’altro. Un’indagine<br />

sull’interazione comunicativa nelle pratiche mediche,<br />

Ed. Franco Angeli, Milano, 2005.<br />

Moynihan R., Cassels A.: I farmaci che ammalano, Ed.<br />

Nuovi Mondi Media, Roma, <strong>2012</strong>.<br />

Shah S.: Cacciatori di corpi. La verità su farmaci killer e<br />

medicina corrotta, Ed. Plus, Milano, 2007.<br />

Luciano Proietti - Mi permetto di intervenire in questo interessante<br />

forum della medicina integrata che, in quanto tale, non disdegna terapie<br />

convenzionali quando quelle “alternative” (brutta denominazione)”non<br />

funzionano”: spero che arriveremo presto a smettere<br />

questa assurda divisione manichea tra i puri e gli impuri, i buoni e i cattivi, i veri e i falsi: il medico dovrebbe imparare ad usare qualsiasi<br />

elemento utile a curare il sintomo o la malattia a partire dai più semplici fino ai più invasivi (aria, acqua, sale, sole, terra, fiori, piante, essenze,<br />

cibo, rimedi omeopatici, massaggio, antibiotici, cortisone, chirurgia, etc).<br />

Dalle pagine di OmeopatiaOnline...<br />

Ma dovrebbe soprattutto imparare ad evitare la malattia imparando i meccanismi biologici e le leggi evolutive che regolano il funzionamento<br />

del nostro meraviglioso e complesso organismo. (...) La patologia, di cui si parla, penso sia il megacolon congenito, definito morbo di Hirschsprung<br />

essendo il bambino stato operato alla nascita: è una patologia caratterizzata dalla mancata o ridotta innervazione di un tratto più<br />

o meno lungo del retto-colon con conseguente ridotta o assente motilità peristaltica. Il risultato clinico è una stipsi ostinata risolvibile solo<br />

con enteroclismi continui e, se non si interviene chirurgicamente nelle prime settimane di vita, possono prodursi forme di enterocolite gravissime<br />

ad esito infausto. I sintomi riferiti nel caso riportato, feci dure alternate a liquide, non sono altro che l’effetto dell’ intervento chirurgico (di<br />

discreta complessità) che ha risolto solo in parte l’alterazione congenita. Non conoscendo il bambino, la sua storia, la tecnica chirurgica utilizzata,<br />

l’alimentazione praticata, etc., posso dare come possibili interpretazioni: a) una non completa rimozione chirurgica del tratto agangliare; b)<br />

una non adeguata educazione e attenzione all’alvo; c) una non corretta alimentazione.<br />

Simonetta Bernardini - Concordo pienamente con te, su tutto. Riguardo alle mutande sporche di cacca, va anche detto, tuttavia, che sono<br />

molti i bambini normali che si scordano di fare la cacca (e la pipì): devono giocare, non è quello il momento giusto (asili, scuola), stipsi. Le<br />

"mutande sudice" non patologia vanno distinte da quella che è la patologia e che tu hai perfettamente inquadrato.<br />

Francesco Macrì - Ritengo molto opportuno l'intervento di Luciano, che richiama giustamente all'ordine. Ma non siamo noi i primi ad affermare<br />

che in caso di scarse possibilità di successo con l'omeopatia ed affini è il caso di metterle da parte? E questo non è vero soprattutto nel caso di<br />

patologie organiche? Tuttavia ritengo che le caratteristiche della nostra lista siano tali da dare anche spazio a dissertazioni che, senza voler<br />

essere applicative, hanno sicuramente rilevanza dal punto di vista anche o esclusivamente dottrinale, in tal caso astratto.<br />

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