Commento al Vangelo del giorno - 11 Novembre 2012 - Padre Lino ...
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loro condotta natur<strong>al</strong>e di belve. Quando rifiutiamo il regno di Dio, cadiamo immediatamente sotto il potere <strong>del</strong> demonio,<br />
che "è stato omicida fin da principio" (Gv 8,44).<br />
Venerdì 23 <strong>Novembre</strong> <strong>2012</strong><br />
Lc 19,45-48<br />
Avete fatto <strong>del</strong>la casa di Dio un covo di ladri.<br />
45 Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, 46 dicendo loro: «Sta<br />
scritto:<br />
La mia casa sarà casa di preghiera.<br />
Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».<br />
47 Ogni <strong>giorno</strong> insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo<br />
morire e così anche i capi <strong>del</strong> popolo; 48 ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il<br />
popolo pendeva d<strong>al</strong>le sue labbra nell'ascoltarlo.<br />
Il viaggio di Gesù a Gerus<strong>al</strong>emme si conclude nel tempio. Egli entra nei cortili <strong>del</strong> tempio non tanto per pregare,<br />
quanto per compiere un rito di purificazione <strong>del</strong>la casa <strong>del</strong> <strong>Padre</strong>. Scaccia tutti i commercianti e pronuncia contro di<br />
loro severe parole di biasimo e di condanna. La casa di Dio non deve essere adibita a luogo di mercato e la religione<br />
non può essere pretesto e paravento di operazioni commerci<strong>al</strong>i.<br />
A differenza dei suoi sacerdoti, Dio non vende i suoi favori a chi cerca di conquistarselo con prestazioni religiose<br />
o addirittura con il denaro. Il peccato più grave contro di lui è quello di voler comperare il suo amore: è come<br />
trattarlo da prostituta. Egli è il <strong>Padre</strong> pieno di grazia e di misericordia. La s<strong>al</strong>vezza è suo dono gratuito <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e rispondiamo<br />
con un amore fili<strong>al</strong>e gratuito. Questo è il vero culto spiritu<strong>al</strong>e, gradito a Dio (cfr Rm 12,1). La cattiva immagine<br />
di Dio è l’origine di tutti i m<strong>al</strong>i <strong>del</strong>l’uomo.<br />
Il culto di mammona cerca sempre di sostituirsi a quello <strong>del</strong> vero Dio. Ma Gesù ci ha detto senza mezzi termini<br />
che non possiamo servire a due signori (cfr Lc 16,13). Infatti Dio e mammona sono inconciliabili tra loro, come il<br />
dono e il possesso, la vita e la morte, l’amore e l’egoismo.<br />
Il profeta Zaccaria aveva preannunciato la venuta <strong>del</strong> Messia con queste parole: "In quel <strong>giorno</strong> non vi sarà<br />
neppure un mercante nella casa di Dio" (14,21). Permane sempre anche per la Chiesa il pericolo di diventare una<br />
spelonca di ladri <strong>al</strong>la ricerca <strong>del</strong> turpe guadagno (1Pt 5,2). La povertà e la gratuità sono le due condizioni indispensabili<br />
che Gesù ha posto per l’annuncio <strong>del</strong> vangelo (cfr Lc 9,1ss; 10,1ss). Esse manifestano l’essenza di Dio che è<br />
amore. E l’amore dà gratuitamente tutto ciò che è e ha.<br />
Con la predicazione nel tempio Gesù si inimica i capi <strong>del</strong> giudaismo, i qu<strong>al</strong>i decidono subito di farlo morire. Ma il<br />
popolo si schiera d<strong>al</strong>la sua parte e ascolta le sue parole. Da queste persone usciranno i primi elementi per edificare<br />
il nuovo popolo di Dio che è la Chiesa.<br />
Sabato 24 <strong>Novembre</strong> <strong>2012</strong><br />
Lc 20,27-40<br />
Dio non è dei morti, ma dei viventi.<br />
27 Gli si avvicinarono <strong>al</strong>cuni sadducei - i qu<strong>al</strong>i dicono che non c'è risurrezione - e gli posero<br />
questa domanda: 28 «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qu<strong>al</strong>cuno<br />
che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza <strong>al</strong><br />
proprio fratello. 29 C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì<br />
senza figli. 30 Allora la prese il secondo 31 e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza<br />
lasciare figli. 32 Da ultimo morì anche la donna. 33 La donna dunque, <strong>al</strong>la risurrezione, di<br />
chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie». 34 Gesù rispose loro: «I figli<br />
di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35 ma quelli che sono giudicati degni<br />
<strong>del</strong>la vita futura e <strong>del</strong>la risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito:<br />
36 infatti non possono più morire, perché sono ugu<strong>al</strong>i agli angeli e, poiché sono figli <strong>del</strong>la<br />
risurrezione, sono figli di Dio. 37 Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a<br />
proposito <strong>del</strong> roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di<br />
Giacobbe. 38 Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».<br />
39 Dissero <strong>al</strong>lora <strong>al</strong>cuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». 40 E non osavano più rivol-<br />
gergli <strong>al</strong>cuna domanda.<br />
La risurrezione non è soltanto un insegnamento di Gesù, è anche un annuncio <strong>del</strong>la Scrittura (v. 37).<br />
L’affermazione: "Io sono il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe" lascia intendere che il mondo dei defunti è un<br />
mondo di persone viventi. Il problema <strong>del</strong>la continuità <strong>del</strong>l’esistenza si è affacciato già nelle ultime pagine<br />
<strong>del</strong>l’Antico Testamento, ma è diventato il messaggio centr<strong>al</strong>e <strong>del</strong>la predicazione cristiana.<br />
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