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GIUSEPPE AMATO – COMMENTO AL LIBRO ESODO 1 - Cristo tra noi

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<strong>GIUSEPPE</strong> <strong>AMATO</strong> <strong>–</strong> <strong>COMMENTO</strong> <strong>AL</strong> <strong>LIBRO</strong> <strong>ESODO</strong><br />

E poco dopo Aronne e i figli d’Israele vedono il volto di Mosè “risplendente”. Sono sottigliezze di secondaria<br />

importanza ai fini di poter leggere il testo originale ma fanno sorgere molti dubbi sulla liceità<br />

da parte di alcuni di <strong>tra</strong>durre come loro aggrada e a seconda del momento “ religioso”, del papa o del<br />

concilio ecumenico in corso. Ma torniamo al testo. Sembra che la parte superstite del popolo d’Israele<br />

abbia capito la lezione:<br />

“Secondo quanto il Signore aveva ordinato a Mosè, gli Israeliti avevano eseguito ogni lavoro. Mosè<br />

vide tutta l'opera e riscontrò che l'avevano eseguita come il Signore aveva ordinato. Allora Mosè<br />

li benedisse.”<br />

E finalmente termina l’Esodo mentre ci prepariamo per commentare il Levitico nella speranza (che risulterà<br />

vana) di trovare qualcosa di sereno e di allegro. In quest’ultima parte che abbiamo commentato<br />

abbiamo dovuto raccontare ancora fatti tristi, addirittura omicidi dopo sbandamenti di folla che passa da<br />

Dio all’idolatria ma abbiamo dovuto leggere norme ed istruzioni che prevedono pene severissime per<br />

chi commetterà uno dei peccati previsti: la pena di morte è prevista in moltissimi casi ed il fatto stesso<br />

che vengono elencati svariati tipi di peccato (o, meglio, reati) è dovuto al fatto che venivano commessi<br />

e di frequente (Ib. 40, 36 e segg.):<br />

“Infine eresse il recinto intorno alla Dimora e all'altare e mise la cortina alla porta del recinto.<br />

Così Mosè terminò l'opera. Allora la nube coprì la tenda del convegno e la Gloria del Signore<br />

riempì la Dimora. Mosè non poté en<strong>tra</strong>re nella tenda del convegno, perché la nube dimorava su di<br />

essa e la Gloria del Signore riempiva la Dimora. Ad ogni tappa, quando la nube s'innalzava e lasciava<br />

la Dimora, gli Israeliti levavano l'accampamento. Se la nube non si innalzava, essi non partivano,<br />

finché non si fosse innalzata. Perché la nube del Signore durante il giorno rimaneva sulla<br />

Dimora e durante la notte vi era in essa un fuoco, visibile a tutta la casa d'Israele, per tutto il<br />

tempo del loro viaggio.”<br />

Su questo s<strong>tra</strong>no finale ci si potrebbe lanciare in molte speculazioni di tipo fantascientifico ma non è<br />

questa la sede opportuna.<br />

Di fatto alcuni particolari sono incomprensibili e restano avvolti nel mistero mentre è molto chiaro che<br />

la crudeltà, la bassezza meschina, miserabile e spregevole dell’uomo imbroglione e rissoso, omicida ed<br />

egoista e tutte le porcherie che avevamo già messo in evidenza nel libro della Genesi proseguono nel libro<br />

dell’Esodo, aumentando di intensità quanto a malignità e a quantità.<br />

Ma qui voglio aggiungere una nota “tecnica”: se è vero che il viaggio nel deserto dura quaranta anni,<br />

con cosa vennero nutriti gli animali che si portavano dietro? Non certo con la manna! Ecco perché non<br />

credo ai quarant’anni ma piuttosto all’abile fantasia del signor Mosè sia per quanto riguarda la stesura<br />

del presente esodo sia per quello che è riuscito a “impapucchiare” nel Libro Dcella Genesi.<br />

E nei libri successivi ne vedremo delle belle!<br />

AMEN, AMEN!<br />

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