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INTERVISTA A FRANCO,
CAMPEGGIATORE PER PIACERE E NECESSITÀ
anche e soprattutto un buon cliente. Il fatto è che alla mattina presto c’è troppa gente e non ci riesco a
fare una camminata. Esco con questa faccia? Mi vergogno! Non vedi che faccia ci ho?
Potresti passare parte della mattinata disegnando?
Ma io ve l’ho già detto tante volte, che non sono mai stato bravo con le matite o i pennelli. Potrei scrivere
di me, dei miei ricordi? Io, in realtà, una cosa simile non l’ho mai fatta in vita mia! E poi, lo ripeto, con
questa faccia che ci ho, vorrei dimenticarmi di me stesso!
(Ma quale faccia avrà mai?)
E’ questa una domanda che gli inviati di CH pongono a se stessi, soprattutto Gabriella, che è molto impressionata
e pensa che probabilmente la mancanza di autostima dipenda dalle difficoltà relazionali di Franco
con i parenti. Spesso si mette nei guai, spende e spande, fa debiti e niente altro, non ha interessi veri e propri.
Gabriella, quasi dimentica di continuare a fare domande al Nostro e segue il filo dei propri pensieri, finché
Marianna l’interrompe scherzando: “Francone è sempre Francone, perché è forte come un toro, anche se lui
pensa che non sia vero!”. Qualcun altro nota che però Franco ha un inserimento lavorativo come operatore
ecologico e che attualmente è sospeso perché era ricoverato presso la clinica, finché il piccolo dibattito si
ferma e l’intervista riprende.
Perché non tieni un diario?
Lo tenevo tanto tempo fa, ma adesso non più.
Con le sigarette ed altri generi di prima necessità come fai?
Ne ho un scorta, sesso zero, bevo tanta acqua, perché è caldo. Spesso ricevo la visita degli amici di Asiamente.
Maurizio, per esempio, oggi se n’è andato a magnà al ristorante “Il Forcone”. Ma per me la cosa
migliore di giorno è, come dicevo, stare al bar con un ‘gelatino’. Purtroppo i soldi volano, ma l’esperienza
continua da varie settimane: nella roulotte, fuori e dentro il frigo, con la radio, il tavolo bianco, la tanica
dell’acqua di sorgente e poi viene Mirco, il mio amico infermiere e poi Roberto e… sono finalmente
soddisfatto!
E’ come se ti fossi creato attorno a te uno spazio intimo e familiare, che ti appartiene, fatto di cose,
di oggetti e di persone e tutto ciò sembra riempirti la giornata in modo semplice ed autentico.
Boh, sarà come dici te!
L’intervista a Franco termina qui, ma il suo soggiorno è continuato, anche se poi Mirco e il dottore sono dovuti
andare a riprenderlo per riportarlo Jesi. C’era da decidere il suo futuro prossimo perché il campeggio chiudeva
a metà settembre. Dove andrà ad abitare il nostro eroe? Lui vorrebbe rimanere in montagna, però in attesa
di trovare una casa in affitto potrebbe andare ad abitare con S a Jesi, una volta che l’appartamento prescelto
sarà finalmente lasciato libero. Nel frattempo Franco si sta arrangiando tra l’Ostello di Jesi, un albergo nel
suo amato Pian dell’Elmo e la Casa delle Genti appena fuori Jesi. Una cosa sembra certa comunque: i quattro
mesi di clinica Franco non vorrebbe più ripeterli, non ne ha più nessuna nostalgia, soprattutto adesso che ha
provato che cosa significhi non sentirsi un problema, ma al contrario parte accettata e riconosciuta di una
comunità.•
Capo Horn 14 - dicembre 2009