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Gita a Gubbio
La meta ora è chiara: l’entroterra del pesarese per
una sagra paesana, più annessa possibilità di visita
al locale museo archeologico. “No, basta musei,
please!” chiede a gran voce L. “E’ vero, - conferma A
- poi tocca pure pagare!”. Ah, questi soldi, dannata
invenzione.
Ma intanto il viaggio prosegue, il pulmino arranca
in salita, sbuffa e incalza le sinuose tortuosità
del nostro entroterra. Ai nostri lati filari di viti
si inseguono su tutte le tonalità del verde,
disegnando linee convesse e morbide; la luce
nitida illumina senza ombre le geometrie dei
campi arati; intanto paesi, frazioni, antichi borghi
si avvicendano. Da lontano scorgiamo il profilo di
un paese abbarbicato sulla sommità della collina. I
Gita a Esanatoglia
cartelli all’ingresso svelano l’arcano: è la nostra
meta. Siamo giunti.
Si arriva nella piazza principale, ci vuole poco a
localizzare il primo bar.
“Soddisfare i bisogni primari!” dice sorridendo
G e si entra in massa. Caffè, gelato, pizza, acqua
e il bagno. Scusi, dov’è il bagno? E la sigaretta?
Resto fuori a fumare, io… E’ un’allegra e farsesca
baraonda, quella che sconvolge i ritmi sempre
uguali di questo caffè di paese. I pensionati, intenti
alla briscola, non sembrano infastiditi più di tanto;
nei loro occhi nient’altro che curiosità. Altro
privilegio del viaggio, mi dico. L’incontro fugace,
che genera nuovi mutamenti di prospettiva. Ma
non c’è tempo da perdere: il museo da visitare per
i pochi temerari. E poi non ce lo facciamo un giro
per le viuzze del centro?
“Gli stand della sagra aprono alle sette e mezza”
ci informa F. “Qui bisognerebbe tornarci stasera,
altroché!” esclama pronto G.
Ma è ancora il tempo che incalza, è quasi
l’imbrunire. Bisogna far ritorno prima o poi…•
Gita a Gubbio
Capo Horn 14 - dicembre 2009