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Antologia degli autori più rappresentativi della sociologia

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Storia del pensiero sociologico<br />

40<br />

Scrive infatti: «Raramente mi avete capito e raramente io ho capito voi. Solo se ci<br />

trovassimo nel le tame potremmo capirci al meglio».<br />

Questa differenza di livello fra il soggetto individuo e il soggetto massa si estende a<br />

tutta la vita sociale ed è tal mente ricca di implicazioni da spingermi ad elencare qualche<br />

altro parere: soprattutto di quelle personalità che, trovandosi in una posizione<br />

particolare – ancorché diversa –, seppero accumulare una vasta esperienza in materia<br />

di relazioni pubbliche. Solone pare abbia detto che i suoi ateniesi erano tante volpi<br />

astute, ma una volta riuniti sul Pnyx si trasformavano in un gregge di pecore. Nelle<br />

sue memorie, descrivendo le sedute del parlamen to di Parigi all’epoca <strong>della</strong> fronda,<br />

il Cardinale di Retz osserva che molte corporazioni, pur contenendo anche <strong>degli</strong><br />

esponenti autorevoli e istruiti, in sede di consulta zione comune solevano comportarsi<br />

come la plebe e obbedivano ai suoi stessi istinti e alle medesime passioni. Come<br />

Solone, anche Federico il Grande dichiara che i suoi generali, se presi ad uno ad uno,<br />

sono le persone <strong>più</strong> razionali del mondo: ma una volta riuniti in un con siglio di guerra<br />

si comportano come tante pecore. Identico è il parere dello storico inglese Freeman,<br />

che osser va come la Camera Bassa – a giudicare dal rango dei suoi esponenti – sia<br />

una corporazione aristocratica: ma durante le sedute non ha nulla di diverso da<br />

un’accoz zaglia di democratici. Il massimo studioso delle corpo razioni inglesi rileva<br />

come nelle loro assemblee di massa si prendano delle decisioni tanto assurde e dannose<br />

da indurre la maggior parte delle Unions a rinunciarvi e a preferire le assemblee<br />

di delegati.<br />

Vediamo dunque come, da una varietà di osservazioni, emerga un parere concorde.<br />

Esse, d’altronde, a prescin dere dal contenuto, hanno una rilevanza sociologica non<br />

solo per la loro generalità, ma anche perché sim boleggiano delle situazioni e dei fenomeni<br />

di grande importanza storica. Il mangiare e il bere (ossia le funzioni <strong>più</strong> antiche,<br />

ma anche le meno elevate sul piano intellettuale) possono essere il trait d’union<br />

(spesse volte il solo) fra persone e gruppi del tutto eterogenei. Nei circoli per soli<br />

uomini, anche se culturalmente elevati, ci si abbandona spesso al racconto di storielle<br />

oscene. Nei gruppi giovanili, la gioia <strong>più</strong> scatenata e l’unione <strong>più</strong> stretta fra membro<br />

e membro si ottiene con dei giochi di società, il cui carattere è spesso dei <strong>più</strong><br />

triviali e pri mitivi. La necessità di appartenenza ad una grande massa (e di restarvi il<br />

<strong>più</strong> a lungo possibile) torna così a detri mento del carattere. Essa infatti spoglia il<br />

singolo <strong>della</strong> sua cultura individuale e lo costringe a scendere tanto in basso da potersi<br />

associare con chiunque. […] Le azioni <strong>della</strong> massa puntano dritto allo scopo e<br />

cercano di raggiungerlo per la via <strong>più</strong> breve: questo fa sì che, a dominarle, sia sempre<br />

una sola idea, la <strong>più</strong> semplice possibile. Capita assai di rado che, nelle loro coscienze,<br />

i membri di una grande massa ab biano un vasto campionario di idee in comune<br />

con gli altri. Inoltre, data la complessità <strong>della</strong> realtà contem poranea, ogni idea semplice<br />

deve anche essere la <strong>più</strong> ra dicale ed esclusiva. Ciò spiega il successo dei partiti<br />

ra dicali nei periodi di grandi turbolenze di massa e la de bolezza dei partiti moderati,<br />

nel loro sforzo di risolvere le vertenze con gli strumenti del diritto. […] La<br />

massa non mente né simula mai, anche perché, data la sua struttura psichica, le manca<br />

il benché minimo senso del la responsabilità.<br />

[…] In generale, chiunque abbia voluto agire sulla massa lo ha sempre fatto con un<br />

appello ai sentimenti e solo di rado si è servito di argomenti teorici. Questo vale<br />

principalmente per una massa che si trovi concen trata in un sol luogo. In tal caso<br />

assistiamo ad un fe nomeno che potremmo indicare come suscettibilità col lettiva.<br />

Tipica <strong>della</strong> grande massa è assai spesso una passione, un’eccentricità, un’irritabilità

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