Antologia degli autori più rappresentativi della sociologia
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Storia del pensiero sociologico<br />
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Scrive infatti: «Raramente mi avete capito e raramente io ho capito voi. Solo se ci<br />
trovassimo nel le tame potremmo capirci al meglio».<br />
Questa differenza di livello fra il soggetto individuo e il soggetto massa si estende a<br />
tutta la vita sociale ed è tal mente ricca di implicazioni da spingermi ad elencare qualche<br />
altro parere: soprattutto di quelle personalità che, trovandosi in una posizione<br />
particolare – ancorché diversa –, seppero accumulare una vasta esperienza in materia<br />
di relazioni pubbliche. Solone pare abbia detto che i suoi ateniesi erano tante volpi<br />
astute, ma una volta riuniti sul Pnyx si trasformavano in un gregge di pecore. Nelle<br />
sue memorie, descrivendo le sedute del parlamen to di Parigi all’epoca <strong>della</strong> fronda,<br />
il Cardinale di Retz osserva che molte corporazioni, pur contenendo anche <strong>degli</strong><br />
esponenti autorevoli e istruiti, in sede di consulta zione comune solevano comportarsi<br />
come la plebe e obbedivano ai suoi stessi istinti e alle medesime passioni. Come<br />
Solone, anche Federico il Grande dichiara che i suoi generali, se presi ad uno ad uno,<br />
sono le persone <strong>più</strong> razionali del mondo: ma una volta riuniti in un con siglio di guerra<br />
si comportano come tante pecore. Identico è il parere dello storico inglese Freeman,<br />
che osser va come la Camera Bassa – a giudicare dal rango dei suoi esponenti – sia<br />
una corporazione aristocratica: ma durante le sedute non ha nulla di diverso da<br />
un’accoz zaglia di democratici. Il massimo studioso delle corpo razioni inglesi rileva<br />
come nelle loro assemblee di massa si prendano delle decisioni tanto assurde e dannose<br />
da indurre la maggior parte delle Unions a rinunciarvi e a preferire le assemblee<br />
di delegati.<br />
Vediamo dunque come, da una varietà di osservazioni, emerga un parere concorde.<br />
Esse, d’altronde, a prescin dere dal contenuto, hanno una rilevanza sociologica non<br />
solo per la loro generalità, ma anche perché sim boleggiano delle situazioni e dei fenomeni<br />
di grande importanza storica. Il mangiare e il bere (ossia le funzioni <strong>più</strong> antiche,<br />
ma anche le meno elevate sul piano intellettuale) possono essere il trait d’union<br />
(spesse volte il solo) fra persone e gruppi del tutto eterogenei. Nei circoli per soli<br />
uomini, anche se culturalmente elevati, ci si abbandona spesso al racconto di storielle<br />
oscene. Nei gruppi giovanili, la gioia <strong>più</strong> scatenata e l’unione <strong>più</strong> stretta fra membro<br />
e membro si ottiene con dei giochi di società, il cui carattere è spesso dei <strong>più</strong><br />
triviali e pri mitivi. La necessità di appartenenza ad una grande massa (e di restarvi il<br />
<strong>più</strong> a lungo possibile) torna così a detri mento del carattere. Essa infatti spoglia il<br />
singolo <strong>della</strong> sua cultura individuale e lo costringe a scendere tanto in basso da potersi<br />
associare con chiunque. […] Le azioni <strong>della</strong> massa puntano dritto allo scopo e<br />
cercano di raggiungerlo per la via <strong>più</strong> breve: questo fa sì che, a dominarle, sia sempre<br />
una sola idea, la <strong>più</strong> semplice possibile. Capita assai di rado che, nelle loro coscienze,<br />
i membri di una grande massa ab biano un vasto campionario di idee in comune<br />
con gli altri. Inoltre, data la complessità <strong>della</strong> realtà contem poranea, ogni idea semplice<br />
deve anche essere la <strong>più</strong> ra dicale ed esclusiva. Ciò spiega il successo dei partiti<br />
ra dicali nei periodi di grandi turbolenze di massa e la de bolezza dei partiti moderati,<br />
nel loro sforzo di risolvere le vertenze con gli strumenti del diritto. […] La<br />
massa non mente né simula mai, anche perché, data la sua struttura psichica, le manca<br />
il benché minimo senso del la responsabilità.<br />
[…] In generale, chiunque abbia voluto agire sulla massa lo ha sempre fatto con un<br />
appello ai sentimenti e solo di rado si è servito di argomenti teorici. Questo vale<br />
principalmente per una massa che si trovi concen trata in un sol luogo. In tal caso<br />
assistiamo ad un fe nomeno che potremmo indicare come suscettibilità col lettiva.<br />
Tipica <strong>della</strong> grande massa è assai spesso una passione, un’eccentricità, un’irritabilità