Antologia degli autori più rappresentativi della sociologia
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Storia del pensiero sociologico<br />
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si tratti di un fatto necessario o di mezzi efficaci cui l’organizzazione sociale ricorre<br />
in particolari circostanze. Ne conseguono alcune importanti implicazioni.<br />
Quando si agisce su gruppi di individui, accade che essi siano controllati da un personale<br />
la cui principale attività non risulta la guida o il controllo periodico (come può<br />
es sere in molti rapporti fra datore di lavoro e lavoratore), quanto piuttosto un tipo di<br />
sorveglianza particolare, quale quella di chi controlla che ciascun membro faccia ciò<br />
che gli è stato chiesto di fare, in una situazione dove si tenderà a puntualizzare l’infrazione<br />
dell’uno contrapponendola all’evidente zelo dell’altro che, per questo, verrà<br />
costante mente messo in evidenza. Che sia il gruppo di persone controllate a precedere<br />
il costituirsi del piccolo staff con trollore o viceversa, non è questo il problema; ciò<br />
che con ta è che l’uno è fatto per l’altro.<br />
Nelle istituzioni totali c’è una distinzione fondamentale fra un grande gruppo di persone<br />
controllate, chiamate op portunamente «internati», e un piccolo staff che controlla.<br />
Gli internati vivono generalmente nell’istituzione con limitati contatti con il<br />
mondo da cui sono separati, men tre lo staff presta un servizio giornaliero di otto ore<br />
ed è socialmente integrato nel mondo esterno. Ogni gruppo tende a farsi un’immagine<br />
dell’altro secondo stereotipi li mitati e ostili: lo staff spesso giudica gli internati<br />
malevo li, diffidenti e non degni di fiducia; mentre gli internati ri tengono spesso che<br />
il personale sì conceda dall’alto, che sia di mano lesta e spregevole. Lo staff tende a<br />
sentirsi superiore e a pensare di aver sempre ragione; mentre gli in ternati, almeno in<br />
parte, tendono a ritenersi inferiori, de boli, degni di biasimo e colpevoli. (Nelle situazioni<br />
in cui si richiede allo staff di vivere nell’istituzione, è presumibile che esso<br />
avverta di essere sottoposto ad una particolare privazione, oltre al fatto di essere<br />
soggetto ad una condizione di dipendenza che supera ogni aspettativa).<br />
(Erving Goffman, Asylums, Einaudi, Torino 1969)<br />
❱❱ 13. Scientificizzazione <strong>della</strong> politica e opinione pubblica<br />
La scientificizzazione <strong>della</strong> politica oggi non denota ancora un dato di fatto, ma indica<br />
pur sempre una tendenza, a dimo strazione <strong>della</strong> quale si possono citare dei dati:<br />
sono soprattutto l’ampiezza <strong>della</strong> ricerca eseguita su ordinazione statale e l’am montare<br />
di consulenza scientifica nei servizi pubblici che segnano tale sviluppo. Veramente<br />
fin dall’inizio lo Stato moderno, for matosi in connessione con il traffico mercantile<br />
di economie na zionali e territoriali emergenti, a partire dai bisogni di un’amministrazione<br />
finanziaria centrale, dovette ricorrere alla competenza di funzionari con<br />
formazione giuridica. Questi però disponevano di un sapere tecnico, che nel suo<br />
genere non si distingue sostan zialmente dalla competenza, per esempio, dei militari.<br />
Come que sti dovevano organizzare gli eserciti permanenti, così i giuristi dovevano<br />
organizzare l’amministrazione permanente; il loro com pito consisteva <strong>più</strong> nell’esercizio<br />
di un’arte che nell’applica zione di una scienza. Soltanto a partire da una generazione<br />
circa, anzi, in grande stile solo a partire dalla seconda Guerra mon diale, burocrati,<br />
militari e politici si orientano nell’esercizio delle loro funzioni pubbliche in<br />
base a rigorose raccomandazioni scien tifiche. Così viene raggiunto un nuovo livello<br />
di quella «razio nalizzazione», alla luce <strong>della</strong> quale Max Weber ha interpretato il<br />
formarsi del dominio burocratizzato <strong>degli</strong> Stati moderni. Non che gli scienziati abbiano<br />
conquistato il potere nello Stato, però l’esercizio del dominio all’interno e<br />
l’affermazione <strong>della</strong> potenza contro nemici esterni non sono <strong>più</strong> razionalizzati sol-