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Il Regno Oscuro - Altervista

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<strong>Il</strong> <strong>Regno</strong> <strong>Oscuro</strong> – menestrello00@libero.it<br />

Clotilde sfilò la sua tunica ritrovandosi completamente nuda. La sua biancheria e le vesti che sotto<br />

la tunica usava indossare le erano state strappate la prima notte da Anya, che le aveva bruciate in un<br />

braciere. Così era stata costretta ad intraprendere il lungo cammino vestita solo della sua tunica di<br />

lana grezza che le arrossava la pelle così candida e delicata. <strong>Il</strong> ruvido indumento aveva infiammato<br />

la sua pelle sulle spalle, sulle braccia e sugli stinchi. Meno nettamente si individuavano<br />

arrossamente sui seni appuntiti e sulle cosce. Anche il suo culetto piccolo e morbido non era passato<br />

indenne e risultava un po’ arrosato. Erano giorni che portava con se quelle irritazioni e ormai ci<br />

aveva fatto l’abitudine. Si era arresa alla volontà dell’eletta, decisa a servirla in ogni modo, anche i<br />

più assurdi e umilianti. Tuttavia sapeva bene che per quella sera non aveva ancora finito di servirla,<br />

anzi. Ora veniva la parte peggiore.<br />

La stanza era piccola e conteneva due letti di paglia ricoperti da lenzuoli di lana spessa e un angolo<br />

in cui vi era una brocca colma di acqua, una bacinella e una pietra di sapone. Niente di più e niente<br />

di meno. Anya si tolse gli stivali e si avviò nell’angolo con la brocca e afferrò la pietra di sapone.<br />

Secondo un copione ormai noto si andò a stendere sul letto, di schiena. Alzò la gonnellina di ferro<br />

lasciando scoperto il suo sesso, divaricando per bene le gambe. Una peluria poco folta la ricopriva.<br />

Riccioli neri crescevano piuttosto giovani sul pube dell’eletta. Tuttavia quest’ultima si insaponò per<br />

bene le mani con la pietra e iniziò a strofinare quei peli. Clotilde, nuda, doveva rimanere lì, in piedi,<br />

a guardare la scena. Una volta che i riccioli furono bene insaponati e ammorbiditi, Anya estrasse un<br />

coltello affilato dalla cintola e iniziò, con studiata gentilezza e delicatezza, a depilarsi. I peli erano<br />

cresciuti ancora radi e corti, quindi le ci volle poco per completare l’opera. In pochi minuti la sua<br />

vagina era completamente glabra. Era una perfetta incisione. La pelle, poco prima del clitoride, si<br />

separava nei due lembi che formavano le grandi labbra. <strong>Il</strong> clitoride sporgeva appena un po’ in fuori,<br />

una piccola e dolce escrescenza ben arrotondata. Clotilde la osservava senza riuscire a distogliere lo<br />

sguardo.<br />

“Sai cosa fare vero?” le domandò Anya con quella faccia, quella che lei conosceva bene. Ogni volta<br />

che si fermava a guardare l’eletta non poteva fare a meno di notare che il suo volto era un po’<br />

allungato e le labbra sporgevano più del normale rispetto alla linea del volto. Non era una bellezza<br />

fine ed elegante, come si era immaginata che fosse, ma non era per questo brutta. Era carina. Ma<br />

quando si stendeva sul letto a cosce aperte la guardava sempre con quella faccia, con quello<br />

sguardo. La voglia le se leggeva nello sguardo, e con essa il desiderio di sottometterla. Non era più<br />

ne bella ne brutta. Era porca. Porca come non ne aveva mai viste altre prima.<br />

“Devo costringerti?” incalzò Anya vedendola esitare. Clotilde non voleva essere costretta, non di<br />

nuovo. Le prime sere si era ribellata, ma non era servito a nulla. Alla fine aveva dovuto obbedire.<br />

Aveva dovuto darle il suo “spasso serale”. Così avveniva ogni sera, e, ormai, si era quasi<br />

rassegnata. Immaginava che Anya se ne rendesse conto, perché sembrava non essere molto<br />

soddisfatta del suo supino sottomettersi. Cercava sempre nuovi metodi per definire la propria<br />

superiorità.<br />

Lentamente la stregona si inginocchiò ai piedi del letto di Anya e iniziò a giocherellare con le dita<br />

sul suo clitoride. Poi le fece scendere lungo il contorno delle labbra, delicatamente. Cercò di farsi<br />

spazio al suo interno con gentilezza mentre la lingua iniziava il suo lavoro. Prima depose alcuni basi<br />

sul clitoride. Baci solo di labbra all’inizio. Poi a labbra schiuse iniziò a baciare le labbra del sesso di<br />

lei. Un bacio lavorato di lingua e saliva. Sentì il piacere di lei sulla propria lingua. Iniziò a sentirla<br />

bagnarsi. Aveva un sapore strano, quasi dolce. Non aveva mai pensato potessero piacerle le donne,<br />

eppure quel sapore risvegliava in lei desideri nascosti, la intrigava. Quando pensò che era pronta<br />

infilò un primo dita nella sua vagina, concentrando il lavoro di lingua sul clitoride. Lo solleticava<br />

prima con la punta, per poi leccarlo per bene, con tutta la lingua. Dopo un po’ infilò un secondo<br />

dito, il medio che faceva ora compagnia all’indice. <strong>Il</strong> palmo di quella mano era rivolto verso l’alto e<br />

ogni volta che tirava indietro arricciava anche le dita, come a richiuderle, salvo poi riaprirle quando<br />

riaffondava dentro di lei. Con la mano libera salì sul ventre di Anya, fino ad uno dei suoi seni<br />

coperto dall’armatura. L’eletta lo liberò subito dai legacci che lo opprimevano, togliendo la piastra.<br />

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