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Il Regno Oscuro - Altervista

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<strong>Il</strong> <strong>Regno</strong> <strong>Oscuro</strong> – menestrello00@libero.it<br />

Clotilde iniziò così a massaggiarle il seno, con particolare attenzione per il capezzolo. Lo prese tra<br />

indice e pollice, strizzandolo prima delicatamente, poi man mano più forte.<br />

Intanto l’altra mano aumentava il ritmo. All’indice e al medio si unì l’anulare che, senza nessuna<br />

difficoltà, si fece spazio nella vagina. Iniziò a dolerle la spalla tanto era la velocità e il ritmo con<br />

faceva entrare e uscire le dita. La lingua continuava poi quel lavoro intenso, di punta e di piatto,<br />

stuzzicando il clitoride sempre più velocemente. Ogni tanto si interrompeva, succhiandoglielo tra le<br />

labbra, facendolo strusciare contro i denti lievemente. I gemiti di Anya iniziarono a riempire il<br />

silenzio notturno. L’eletta portò la propria mano destra sulla nuca della stregona, afferrandola per i<br />

capelli, tenendola ben stretta tra le sue cosce, come per assicurarsi che lei non smettesse di<br />

leccargliela. Questo indicava che c’era quasi, era sull’orlo del piacere e dell’orgasmo. Clotilde<br />

allora accellerò ancora di più. La lingua senza tregua leccava il clitoride, accompagnando il<br />

movimento con la testa, per renderlo più ampio e profondo. Con le dita quasi usciva dalle grandi<br />

labbra per poi rifiondarsi al suo interno, rapida e lunga in ogni movimento. L’altra mano continuava<br />

a martoriarle il seno, stringendole il capezzolo, facendolo roteare tra indice e pollice.<br />

All’improvviso Anya trattenne il fiato e strinse con forza le cosce, l’una verso l’altra. Clotilde si<br />

sentì intrappolata, sentendo la calda pelle di lei stringerla da entrambe le direzioni, facendole quasi<br />

male in quella morsa di sottomissione. Tuttavia sapeva che quella era la fine. Non si fermò, anzi<br />

continuò con maggiore foga, riempendosi la lingua di sapori e umori, affondando così tanto la testa<br />

tra le sue cosce da inumidirsi tutto il volto.<br />

“Ahhhhhh!!!” fu un urlo liberatorio quello di Anya che rilassò tutti muscoli. Clotilde lentamente<br />

lasciò il seno di lei ed estrasse le dita dalla sua figa, ma sapeva che non doveva smettere di leccarla<br />

se non voleva farla arrabbiare. Dopo alcuni secondi, Anya sollevò un ginocchio e poggio il proprio<br />

piede nudo sul volto della stregona che ancora la leccava. Con forza e senza grazia al spinse via.<br />

Clotilde si ritrovò spinta al suolo, seduta a terra. Nuda e arrossata per via della tunica grezza. Col<br />

braccio che le doleva per l’intenso lavoro e il volto, coperto da quel sottile strato di lentigini, sporco<br />

degli umori di lei. Si leccò le labbra togliendone la maggior parte e osservò l’eletta che si voltò su<br />

un fianco e iniziò a dormire. Come un cane bastonato andò anch’ella verso il suo letto e cercò di<br />

addormentarsi.<br />

La sala del trono era piena di nobili quella sera. La schiava non aveva mai visto tutte quelle persone<br />

accalcate in quella sala, davanti all’Imperatore possente e con la sua solita armatura brunita.<br />

All’inizio era stato traumatico per lei mostrarsi quasi nuda, davanti a tanti estranei, e mettersi a<br />

succhiare il cazzo all’Imperatore. Poi si era abituata, ma non aveva mai avuto una platea così<br />

nutrita. Mentra la trascinavano verso il trono notò numerosi nobili tra le prime file dei convenuti,<br />

circondati dalle guardie del trono nelle loro armature grigie. Molti erano dei grassoni sudati e<br />

sporchi. Altri eleganti uomini in abiti raffinati. La sua attenzione fu attratta per un istante da una<br />

donna bellissima, alta e mora di pelle. Era la prima volta che vedeva qualcuno di quella carnagione.<br />

Tuttavia non le fu permesso indugiare troppo a guardare il pubblico. Fu subito costretta a dar loro le<br />

spalle, inginocchiarsi sul suo solito cuscino e chinarsi sul membro del suo padrone. Sapeva che<br />

probabilmente tutti ora stavano guardando il suo sesso e il suo sedere, ben esposti. Che presto tutti<br />

avrebbero indugiato a guardare gli umori che già scorrevano tra le sue cosce fino a macchiare il<br />

cuscino. Lo sapeva ma non le importava più nulla. Afferrò il turgido membro del suo Imperatore<br />

con entrambe le mani e iniziò a muoverle su e giù, ruotando i polsi in sensi opposti. Poi la sua<br />

lingua indugiò sulla gonfia cappella, leccandola e baciandola, prima di infilarsela tutta in bocca.<br />

Mentre la teneva tutta tra le labbra, al lingua iniziò a stuzzicare il buchino all’estremità del glande.<br />

“Lord Franz” la voce dell’Imperatore era dura e per nulla influenzata dal servizio di bocca che stava<br />

ricevendo “Fatti avanti”.<br />

<strong>Il</strong> nobile grassoccio fece un paio di passi avanti e si inchinò davanti al trono. Era sudato, più del<br />

solito, e nervoso. Tanto nervoso che nemmeno indugiò sui primi umori che iniziavano a scorrere<br />

nell’internocoscia destro della schiava.<br />

“Ditemi mio Imperatore” rispose con la voce tremante il Lord.<br />

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