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Il Regno Oscuro - Altervista

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<strong>Il</strong> <strong>Regno</strong> <strong>Oscuro</strong> – menestrello00@libero.it<br />

strani rumori. Qualcuno era entrato e la madre ci stava discutendo. I toni si stavano alzando. Sua<br />

madre urlò.<br />

“No! Non ho nessuna figlia!”<br />

“Taci donna!” disse una voce maschile “Sappiamo che qui vi è una giovane donna vergine di nome<br />

Alba. Ci hanno detto che ha superato i venti anni e quindi, per ordine dell’Imperatore, deve essere<br />

deflorata”<br />

“No!” proseguì la madre cercando di interporsi tra i soldati e la porta della stanza delle figlie “Voi<br />

non potete!”<br />

I soldati, quattro, la spostarono in malo modo e fecero irruzione nella stanza. Seduta sul letto con<br />

uno sguardo spaurito trovarono Giada. La ragazza reggeva un lembo della gonna con cui fingeva di<br />

volersi nascondere il volto. Intanto questa operazione lasciava scoperte le gambe fino a metà coscia.<br />

Era chiaro non indossasse la biancheria intima, che solitamente arrivava fino al ginocchio.<br />

“E’ lei! E’ Alba… la vergine” pronunciò un soldato avvicinandosi alla ragazza.<br />

Indossavano l’armatura d’ordinanza del regno. Grigia, che terminava alla cintola, lasciando il<br />

membro in bella vista, eretto e duro. Tutti e quattro le si avvicinarono. <strong>Il</strong> primo cercò di afferrarla<br />

per un braccio. Giada cercò di divincolarsi dalla presa, ma era troppo salda. Anche il secondo la<br />

afferrò per l’altro braccio. In breve l’avevano immobilizzata e tra loro ridevano divertiti della scena.<br />

La ragazza continuava a cercare di divincolarsi. L’avevano bloccata sul letto, a pancia in giù. Le<br />

gambe tuttavia fuoriuscivano oltre il bordo, finendo con le ginocchia al suolo. Uno dei soldati le<br />

bloccò il busto sul letto, tenendole strette le braccia. Un altro le alzò la gonna, lasciando scoperto il<br />

suo sedere tondo e pallido. Giada continuava a dimenarsi, come cercando di liberarsi. Ciò non<br />

faceva altro che rendere ancora più appetibile il suo culetto sodo. Era un bocconcino molto invitante<br />

agli occhi dei soldati.<br />

“Forza… Tocca a te… Sbattiglielo dentro!” tuonò uno dei soldati rivolto al più giovane della<br />

compagnia.<br />

“Ma lei non vuole… Mi sembra una ingiustizia… Dovrebbe essere un gesto d’amore, in cui vi sia<br />

consenso”<br />

“Ma che cazzo dici finocchio?” gli urlò contro quello che probabilmente era il capo dei quattro<br />

“Scopatela e non rompere”<br />

<strong>Il</strong> giovane si mise in ginocchio dietro la ragazza e afferrò il proprio membro dalla base,<br />

indirizzandolo verso il sesso di lei. Tuttavia non se la sentì di entrare, e rimase immobile a guardare<br />

quel sedere così invitante.<br />

“Non me la sento. E’ una violenza di cui non voglio essere fautore”<br />

“Ragazzino. Ubbidisci oppure il Generale te la farà pagare… Lo sai che lo farà”<br />

“Lo so, ma… non me la sento… è troppo”<br />

“Diamine vuoi fottermi si o no?!” urlò alla fine Giada agitandosi ancora mentre gli altri due la<br />

bloccavano.<br />

<strong>Il</strong> ragazzo rimase un attimo interdetto a quelle parole, ma subito dopo spinse il proprio pene tra le<br />

gambe di lei. La trovò già pronta e bagnata. Si aspettava di addentrarsi in un antro stretto e<br />

difficoltoso. Invece si muoveva liberamente e agevolmente in quella vagina così bagnata e larga. Le<br />

afferrò le natiche per darsi maggiore slancio ed entrare all’interno di lei fino alla base. Giada iniziò<br />

a gemere di piacere e afferrò il lenzuolo con le mani, stringendolo con forza, mentre sentiva il<br />

soldato continuare a possederla senza sosta, sempre più rapido. Lentamente gli altri soldati la<br />

lasciarono andare, rendendosi conto di quanto mansueta e arrendevole risultasse la ragazza.<br />

Seguendo il ritmo del rapporto, Giada cercò di alzare il busto lentamente, spingendo sul letto con le<br />

mani. <strong>Il</strong> giovane soldato glielo impedì spingendola verso il letto, per mantenerla in quella posizione<br />

sottomessa. Affondò le proprio mani poi nelle natiche di lei, stringendole forte, fino a farla<br />

mugugnare di dolore. In pochi minuti il soldato sfogò in lei tutto il piacere che stava provando.<br />

Giada si sentì riempire dal seme di lui. Sentì gli schizzi colpire le pareti della sua vagina mentre il<br />

pene pulsava, si contraeva, ogni volta che nuovo sperma fuoriusciva.<br />

“Bene… qui abbiamo finito” disse quindi il giovane con la voce rotta dalla fatica.<br />

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