Bollettino d'Informazione sui Farmaci n. 6/2007 - Sefap
Bollettino d'Informazione sui Farmaci n. 6/2007 - Sefap
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ANNO XIV N.6 NOVEMBRE-DICEMBRE <strong>2007</strong> Bimestrale - Poste italiane s.p.a. Spedizione in abbonamento postale 70% - DCB Roma<br />
bollettino<br />
d’informazione<br />
<strong>sui</strong> farmaci<br />
ANNO XIV - N. 6 <strong>2007</strong><br />
EDITORIALE<br />
241 Il vantaggio dei medicinali equivalenti<br />
242 Gestire il rischio dei farmaci insieme<br />
ad operatori e pazienti<br />
PANORAMI E PERCORSI<br />
243 Bando AIFA <strong>2007</strong> per la ricerca<br />
indipendente: chiusa la prima fase<br />
di valutazione<br />
245 Gestione del rischio: un sistema europeo<br />
248 Dalle note specialistiche<br />
al Piano Terapeutico AIFA<br />
AGGIORNAMENTI<br />
255 Glitazoni: attenti a quei due<br />
260 Errata corrige - BIF 5/<strong>2007</strong><br />
FARMACOVIGILANZA<br />
261 Piroxicam: ulteriori restrizioni<br />
e avvertenze sulla sicurezza<br />
263 Dear Doctor Letter<br />
• Importanti indicazioni e informazioni di<br />
sicurezza su efedrina, eucaliptolo, essenza<br />
di niaouli (Rinovit Paido ® ), piroxicam,<br />
ranelato di stronzio (Protelos/Osseor ® ),<br />
virus vivo attenuato del morbillo, della<br />
parotite e della rosolia (MMRVaxPRO ® ),<br />
moxifloxacina (Avalox ® /Octegra ® /Actira ® /<br />
Proflox ® ), telbivudina (Sebivo ® )<br />
CONTIENE L’INSERTO<br />
DELL’INDICE GENERALE E ANALITICO<br />
2006-<strong>2007</strong><br />
BIMESTRALE DELL'AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO<br />
DALLA LETTERATURA<br />
265 News e farmaci, le top stories <strong>2007</strong><br />
BENE, BRAVO, BIF<br />
268 Come migliorare la qualità dei<br />
resoconti di studi osservazionali<br />
ROASTBIF<br />
269 Vino e alcolici. Conoscerne i rischi<br />
per apprezzarne i benefici<br />
FARSI UN’IDEA<br />
275 L’informazione nella lotta al doping<br />
FARMACOUTILIZZAZIONE<br />
277 L’uso dei farmaci in Italia nel periodo<br />
gennaio-settembre <strong>2007</strong><br />
ATTIVITÀ EDITORIALI DELL’AIFA<br />
280 Guida all’uso dei farmaci 4 a edizione<br />
STRUMENTI DEL MESTIERE<br />
281 L’inglese medico:<br />
migliorare la capacità di parlare<br />
a proposito di…<br />
262 Atomoxetina e Registro nazionale dell’ADHD<br />
267 Modalità conservazione Decaven ®<br />
285 “Penne” per la somministrazione di farmaci<br />
AGENZIA ITALIANA<br />
DEL FARMACO
Direttore responsabile<br />
Nello Martini<br />
Direttore scientifico<br />
Antonio Addis<br />
Comitato scientifico<br />
Francantonio Bertè<br />
Marco Bobbio<br />
Fausto Bodini<br />
Franca De Lazzari<br />
Albano Del Favero<br />
Nicola Montanaro<br />
Luigi Pagliaro<br />
Paolo Preziosi<br />
Alessandro Rosselli<br />
Alessandro Tagliamonte<br />
Gianni Tognoni<br />
Francesca Tosolini<br />
Massimo Valsecchi<br />
Redazione<br />
Elisabetta Neri<br />
Linda Pierattini<br />
Francesca Rocchi<br />
Carmela Santuccio<br />
Valeria Severi<br />
Segreteria di Redazione<br />
Monica Pirri<br />
bollettino<br />
d’informazione<br />
<strong>sui</strong> farmaci<br />
BIMESTRALE DELL’AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO<br />
Redazione editoriale<br />
Il Pensiero Scientifico Editore<br />
Via Bradano 3/c, 00199 Roma<br />
Tel. 06 86282335<br />
Fax 06 86282250<br />
pensiero@pensiero.it<br />
www.pensiero.it<br />
Responsabile: Manuela Baroncini<br />
Stampa<br />
Istituto Poligrafico<br />
e Zecca dello Stato<br />
Eventuali incongruenze cronologiche<br />
tra il materiale citato e la data di<br />
pubblicazione del BIF sono dovute<br />
alla numerazione in arretrato<br />
del <strong>Bollettino</strong>. Fa testo la data<br />
di chiusura in tipografia.<br />
© Ministero della Salute<br />
La riproduzione e la divulgazione dei<br />
contenuti del BIF sono consentite fatti<br />
salvi la citazione della fonte e il<br />
rispetto dell’integrità dei dati utilizzati.<br />
Questo numero è stato chiuso<br />
in febbraio 2008.<br />
Comunicazioni<br />
e osservazioni<br />
al <strong>Bollettino</strong><br />
dovranno essere<br />
inoltrate presso:<br />
Redazione<br />
<strong>Bollettino</strong> d’Informazione<br />
<strong>sui</strong> <strong>Farmaci</strong><br />
Agenzia Italiana<br />
del Farmaco<br />
Via della Sierra Nevada, 60<br />
00144 Roma<br />
Fax 06 59784657<br />
bif@aifa.gov.it<br />
www.agenziafarmaco.it<br />
A questo numero, oltre ai<br />
componenti del comitato<br />
scientifico e della redazione,<br />
hanno contribuito:<br />
M.C. Barbera, A. Caputi,<br />
M.A. Catania, R. Cuscito,<br />
L. De Fiore, E. Donnarumma,<br />
E. Marotta, A.R. Marra,<br />
L. Masiero, E. Matarangolo,<br />
I. Pagano, A. Oteri, A. Russo,<br />
V. Sabatini, L. Sottosanti,<br />
G. Traversa, G. Trifirò,<br />
F. Trotta, M. Venegoni.
EDITORIALE<br />
Il vantaggio dei medicinali equivalenti<br />
Dei primi venti farmaci per spesa a carico del Servizio<br />
Sanitario Nazionale (SSN) ben 18 nell’arco di 7 anni<br />
perderanno (o hanno già perso) la copertura brevettuale.<br />
Si tratta di un fatto rilevante per l’economia del SSN poiché<br />
tali medicinali hanno rappresentato, solo nel 2006,<br />
circa il 30% dell’intera spesa farmaceutica pubblica. Il fenomeno<br />
non riguarda solo l’Italia, anche se l’aver posticipato<br />
più di altri la scadenza di certi brevetti farà cogliere<br />
solo ora tale vantaggio alla nostra spesa pubblica.<br />
Probabilmente troppo spesso si è parlato di farmaci<br />
equivalenti partendo da questo punto: il risparmio. Ciò<br />
ha creato molte diffidenze, anche tra gli operatori sanitari.<br />
Dalle richieste di informazione che riceviamo,<br />
appare evidente che il prescrittore o il farmacista è stato<br />
portato a pensare che la scelta del SSN di contare sul<br />
medicinale equivalente è basata soprattutto su ragioni<br />
di “cassa”, magari trascurando l’elemento qualità.<br />
Il Bif è tornato più volte sugli aspetti tecnici che<br />
evidenziano l’efficacia e la sicurezza dei farmaci equivalenti<br />
(n. 2/07, pag. 55; n. 4/07, pag. 147).<br />
Vale la pena comunque precisare alcuni aspetti, sottolineando<br />
soprattutto che alcune delle perplessità relative<br />
a questi medicinali vanno lette nell’insieme delle<br />
procedure che verificano la qualità di tutti i farmaci,<br />
coperti da brevetto o meno.<br />
• La purezza delle materie prime, ad esempio, e la<br />
loro qualità sono certificate con procedure identiche<br />
sia per i medicinali equivalenti sia per quelli<br />
coperti da brevetto. Addirittura i fornitori spesso<br />
sono gli stessi. Deve essere chiaro che non è su questo<br />
che si sviluppa il risparmio di prezzo dei medicinali<br />
non “griffati”.<br />
• Anche i controlli nelle procedure di produzione, le<br />
ispezioni e la verifica che ogni medicinale venga<br />
prodotto secondo standard garantiti sono identici<br />
per tutti i farmaci, a prescindere dalla copertura<br />
brevettuale. È importante capire che nessun medicinale<br />
è esattamente identico all’altro, pertanto è<br />
necessario rifarsi a standard rigorosi che garantiscono<br />
che l’eventuale variabilità rimanga all’interno<br />
della differente risposta individuale al medicinale.<br />
Questa è una problematica che chi produce<br />
medicinali affronta indipendentemente dalla copertura<br />
brevettuale della molecola.<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
241<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
• La sostituibilità di un medicinale con un altro va gestita<br />
soprattutto da un punto di vista medico. Ossia,<br />
fatta salva la bioequivalenza dei medicinali coperti<br />
da brevetto con quelli che hanno perso l’esclusività,<br />
possono sussistere delle ragioni “mediche”<br />
per cui il prescrittore preferisce continuare la<br />
cura con una particolare specialità: l’incapacità nel<br />
gestire confezionamenti differenti, la risposta individuale<br />
del paziente, ed altre considerazioni ancora,<br />
possono valere come eccezione alla regola generale.<br />
Ciò naturalmente può accadere sia con i farmaci<br />
equivalenti che con gli “originator” e non può mettere<br />
in discussione le procedure di verifica della qualità<br />
del medicinale che sono, appunto, le stesse.<br />
• È difficile dire quanto sul prezzo di un singolo medicinale<br />
pesi la voce “ricerca e sviluppo” rispetto<br />
alla produzione e alla promozione. Alcune stime<br />
effettuate dal Centro studi dell’AIFA hanno rilevato<br />
che le spese in attività di marketing delle<br />
aziende produttrici di farmaci coperti da brevetto<br />
sono mediamente doppie rispetto a quelle dedicate<br />
alla ricerca e in alcuni casi arrivano fino al<br />
46% dell’intero budget aziendale. È qui che va ricercato<br />
il risparmio dato dal medicinale con brevetto<br />
scaduto e non sulla sua qualità.<br />
La sostituibilità di un medicinale è una decisione dell’operatore<br />
sanitario che tiene conto delle specificità del<br />
paziente. Nonostante ciò, le garanzie, per un medicinale<br />
con lo stesso principio attivo, di essere utilizzabile<br />
nell’ambito di una continuità assistenziale sono valide<br />
nel nostro come in tutti i paesi dell’Unione Europea. Gli<br />
organi regolatori come l’AIFA hanno in primo luogo una<br />
missione di salute pubblica; l’azione di vigilanza sulla<br />
qualità dei medicinali viene esercitata a prescindere dal<br />
fatto che si tratti di medicinali equivalenti o meno.<br />
I farmaci equivalenti liberano risorse dopo aver restituito<br />
la giusta ricompensa a chi ha investito in ricerca.<br />
Per quanto sia comprensibile registrare diffidenze<br />
e scetticismi – non sempre disinteressati – tale economia<br />
non produce solo risparmio, ma anche la possibilità<br />
di acquistare medicinali innovativi senza rinunciare<br />
a terapie efficaci e sicure ormai consolidate. Non<br />
di solo risparmio si tratta dunque.
242<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Gestire il rischio dei farmaci insieme<br />
ad operatori e pazienti<br />
La favola insegna che gridare troppo spesso “al lupo!”<br />
non aiuta l’attenzione di chi deve stare in guardia.<br />
In questo numero del Bif (vedi pag. 246) viene presentato<br />
come le Agenzie regolatorie stanno adottando<br />
programmi innovativi di gestione del rischio, i cosiddetti<br />
Risk Management Plan. Di per sé si tratta di una<br />
buona notizia in quanto il nuovo approccio prevede di<br />
affrontare la gestione dei rischi associati all’utilizzo dei<br />
nuovi medicinali in modo più “attivo”. È un cambiamento<br />
che comporta però anche dei rischi, soprattutto nelle<br />
modalità di attuazione dei Risk Management Plan, e qualora<br />
fin da subito non si pensi di misurare quanto tutto<br />
ciò faccia fare concretamente un passo in avanti nella<br />
conoscenza della sicurezza <strong>sui</strong> nuovi medicinali.<br />
Fino ad oggi i rischi associati all’uso di un nuovo medicinale<br />
nella popolazione generale sono stati prevalentemente<br />
valutati, in fase post-registrativa. Si è trattato quindi<br />
di un metodo per così dire “difensivo” che ha basato il<br />
suo cuore nell’attività di raccolta delle segnalazioni spontanee<br />
delle reazioni avverse.<br />
È stato un approccio che col tempo ha mostrato diverse<br />
lacune, soprattutto nell’individuazione di rischi per<br />
una grande popolazione esposta a farmaci, e non rari.<br />
L’idea attuale è quella invece di avere un piano che<br />
individui tutti i rischi possibili e preventivamente pianifichi<br />
le strategie migliori per controllarli.<br />
È un dato di fatto che per molti medicinali i dati di<br />
sicurezza disponibili al momento della registrazione<br />
sono tali da rendere necessario uno stato di allerta particolare.<br />
Alle volte la popolazione esposta al<br />
nuovo medicinale (donne in gravidanza,<br />
bambini), la forma di somministrazione,<br />
o la situazione clinica del paziente rendono<br />
l’allarme preventivo un passaggio<br />
necessario per fare in modo che il nuovo<br />
trattamento non venga utilizzato senza<br />
tener conto di rischi già potenzialmente<br />
chiari al momento della registrazione.<br />
Alcuni dei Risk Management Plan<br />
prevedono addirittura la raccolta di<br />
informazioni che aiutano a definire meglio<br />
il rischio del medicinale. In questo<br />
caso la collezione prospettica del dato<br />
aiuta ulteriormente a capire chi vera-<br />
“ Per molti<br />
medicinali i dati<br />
di sicurezza<br />
disponibili al<br />
momento della<br />
registrazione<br />
rendono<br />
necessario uno<br />
stato di allerta<br />
particolare ”<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
EDITORIALE<br />
mente riceve, fuori dalla sperimentazione, il nuovo medicinale.<br />
Queste informazioni sono molto utili per la<br />
gestione del rischio.<br />
L’aspetto delicato di tale approccio consiste nel<br />
fatto che questi piani stanno diventando sempre più<br />
frequenti. Risk Management Plan, Education Plan<br />
sono sempre più spesso associati alle nuove registrazioni<br />
europee. Il pericolo quindi potrebbe essere quello<br />
di estendere lo stato d’allerta a così tanti medicinali<br />
da rendere questi programmi poco incisivi, credibili<br />
e non in grado di cogliere reali segnali di rischio.<br />
Il fenomeno è reso ancora più incerto nel vedere<br />
che in realtà alcuni di questi programmi differiscono<br />
di poco da attività promozionali; ossia il materiale<br />
prodotto risulta spesso sbilanciato a favore delle<br />
informazioni che illustrano la novità terapeutica rispetto<br />
a quelle dedicate alla presentazione dei rischi<br />
associati ai nuovi medicinali.<br />
Inoltre, non bisogna dare per scontato che la semplice<br />
definizione di tali programmi potrà garantire una<br />
migliore gestione dei rischi a cui si espongono i pazienti<br />
che assumono un nuovo medicinale. Anche questo approccio<br />
dovrà, quindi, essere sottoposto a valutazione.<br />
Ad esempio, una chiave per capire se e quanto siamo<br />
di fronte ad un nuovo escamotage promozionale o ad<br />
un reale impegno per gestire più correttamente l’uso di<br />
un medicinale sarà la capacità di questi programmi di<br />
coinvolgere realmente gli operatori sanitari – medici,<br />
farmacisti e infermieri – e i pazienti.<br />
Le segnalazioni da parte degli opera-<br />
tori in questo senso diventeranno un vero<br />
e proprio indicatore utile a capire quanto<br />
i programmi, talvolta molto complessi,<br />
pensati in sede europea, rispondano ad<br />
una reale esigenza di gestire l’incertezza<br />
terapeutica a fronte di potenziali rischi<br />
solo teorici, inattesi, o reali e per niente<br />
rari. Quanto verrà prodotto come nuova<br />
conoscenza nel rischio dei medicinali diverrà<br />
a questo punto importante.<br />
In tutto ciò è chiaro che la capacità di<br />
spendere in modo razionale l’attenzione<br />
del prescrittore, del dispensatore e alle<br />
volte addirittura del paziente non dovrà<br />
essere dispersa.
PANORAMI E PERCORSI<br />
Bando AIFA <strong>2007</strong> per la ricerca indipendente:<br />
chiusa la prima fase di valutazione<br />
Alla fine di novembre del <strong>2007</strong> la Commissione<br />
Ricerca e Sviluppo (CRS) dell’AIFA ha concluso<br />
la prima fase di selezione delle 361 lettere di<br />
intenti (LdI) presentate per il bando AIFA <strong>2007</strong> per<br />
la ricerca indipendente <strong>sui</strong> farmaci (tabella I).<br />
Queste LdI sono pervenute da 154 istituzioni differenti<br />
tra Ospedali, IRCCS, Università, Società<br />
scientifiche ed Enti di ricerca. Le LdI ammesse alla<br />
seconda fase di valutazione sono 99, pari al 27%<br />
del totale. Sono state ammesse 41 su 122 (34%)<br />
delle LdI pervenute nell’area tematica 1: “<strong>Farmaci</strong><br />
orfani per malattie rare o farmaci per sottogruppi<br />
di pazienti non responder”; 20 su 100 (20%) delle<br />
LdI dell’area 2: “Confronto fra farmaci e fra<br />
strategie terapeutiche per patologie e condizioni<br />
cliniche ad elevato impatto per la salute pubblica<br />
e per il SSN”; e, infine, 38 su 139 (27%) dell’area<br />
3: “Studi di farmacoepidemiologia sul profilo beneficio-rischio<br />
dei trattamenti e studi sull’impatto<br />
di strategie di miglioramento dell’appropriatezza<br />
delle cure”.<br />
A livello aggregato, la proporzione di progetti<br />
ammessi alla seconda fase nel <strong>2007</strong> è stata simile<br />
a quella osservata nei due anni precedenti (tabella<br />
II). Rispetto agli anni precedenti si riducono<br />
le LdI giudicate non pertinenti: 25% nel <strong>2007</strong><br />
contro il 32% nel 2006 e il 52% del 2005. Tale riduzione<br />
è da attribuire in buona misura al maggior<br />
dettaglio delle informazioni fornite ai ricercatori<br />
fin dal bando 2006.<br />
Tabella I – Lettere di intenti pervenute nelle tre aree.<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
243<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Il giudizio della CRS sulla pertinenza delle LdI<br />
è stato espresso all’unanimità in oltre il 99% dei<br />
casi. Per quanto riguarda la concordanza sull’ammissione<br />
o meno delle proposte alla seconda fase,<br />
la CRS ha formulato un giudizio unanime nel 92%<br />
dei casi e a maggioranza solo nell’8% delle lettere<br />
pertinenti.<br />
Nell’effettuare la selezione, la CRS ha condiviso<br />
a priori criteri e modalità esplicite di valutazione<br />
e ha adottato una linea guida per i casi di<br />
potenziale conflitto di interesse. In particolare,<br />
l’assegnazione del punteggio è avvenuta secondo<br />
i seguenti criteri: qualità scientifica dello studio<br />
(fino a 35 punti); rilevanza per il Servizio Sanitario<br />
Nazionale (fino a 35 punti); qualificazione<br />
scientifica ed esperienza del proponente e delle<br />
unità partecipanti nel settore (fino a 20 punti);<br />
congruità economica (fino a 10 punti).<br />
L’esame delle LdI è avvenuto con un doppio<br />
passaggio: una valutazione svolta singolarmente<br />
dai componenti della CRS per via telematica (“da<br />
casa”) e una discussione all’interno delle sedute<br />
plenarie della CRS. Per ciascuna LdI la valutazione<br />
ha riguardato in primo luogo il giudizio di pertinenza<br />
nei confronti del tema del bando a cui ha<br />
fatto seguito, in caso di pertinenza, il giudizio di<br />
merito: ammesso o non ammesso alla seconda<br />
fase di valutazione.<br />
In tabella III viene presentato il numero delle<br />
LdI per area geografica di provenienza, in assolu-<br />
Area tematica LdI pervenute LdI ammesse<br />
alla study session<br />
N % N %<br />
1 - <strong>Farmaci</strong> orfani per malattie rare o farmaci per sottogruppi<br />
di pazienti non responder 122 34 41 34<br />
2 - Confronto fra farmaci e fra strategie terapeutiche per patologie<br />
e condizioni cliniche ad elevato impatto per la salute pubblica e per il SSN 100 28 20 20<br />
3 - Studi di farmacoepidemiologia sul profilo beneficio-rischio<br />
dei trattamenti e studi sull’impatto di strategie di miglioramento<br />
dell’appropriatezza delle cure 139 38 38 27<br />
Totale 361 100 99 27
244<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Tabella II – Sintesi dei risultati delle votazioni per il bando <strong>2007</strong> e confronto con i bandi 2005 e 2006.<br />
<strong>2007</strong> 2006 2005<br />
Area Ldl Ldl ammesse Ldl Ldl ammesse Ldl Ldl ammesse<br />
pervenute alla study session pervenute alla study session pervenute alla study session<br />
N N % N N % N N %<br />
1 122 41 34 184 38 21 150 31 21<br />
2 100 20 20 121 24 20 80 26 33<br />
3 139 38 27 149 37 25 172 50 29<br />
Totale 361 99 27 454 99 22 402 107 27<br />
to e in rapporto al numero di ricercatori nella regione;<br />
inoltre, viene effettuato anche un confronto<br />
del triennio 2005-<strong>2007</strong>. Nel <strong>2007</strong> vi è stato<br />
un numero leggermente inferiore di LdI presentate<br />
rispetto agli anni precedenti. Tuttavia, è<br />
di interesse notare che mentre si è osservato un<br />
calo dalle regioni del centro, dalle regioni del sud<br />
e isole vi è stato un aumento di LdI sia in assoluto<br />
che in proporzione sul complesso.<br />
Si ricorda che il bando prevedeva la partecipazione<br />
come proponente a una sola LdI per ricercatore<br />
e che non poteva essere presentata una LdI<br />
da parte di coloro che avevano avuto un progetto<br />
finanziato nell’ambito dei precedenti bandi<br />
AIFA 2005 e 2006. Infine, è stato anche calcolato<br />
il rapporto maschi/femmine nella presentazione<br />
delle LdI che è risultato essere di 3 a 1 (tabella IV).<br />
In particolare, la proporzione di LdI ammesse alla<br />
seconda fase di valutazione è stata del 21% per le<br />
ricercatrici e del 30% per i ricercatori.<br />
Entro il 31 gennaio 2008 i ricercatori che hanno<br />
superato la prima fase di selezione hanno dovuto<br />
presentare un protocollo completo, redatto<br />
in lingua inglese. I protocolli saranno quindi va-<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
PANORAMI E PERCORSI<br />
Tabella III – Lettere di intenti per 1000 ricercatori: bando <strong>2007</strong> e confronto con i bandi 2005 e 2006.<br />
Ldl<br />
Bando <strong>2007</strong> Bando 2006 Bando 2005<br />
Area N % N ogni 1000 N % N ogni 1000 N % N ogni 1000<br />
geografica ricercatori ricercatori ricercatori<br />
Nord 184 51 5,3 222 49 6,4 187 47 5,4<br />
Centro 93 26 2,6 154 34 4,3 154 38 4,3<br />
Sud e isole 84 23 3,2 78 17 3,0 61 15 2,3<br />
Totale 361 100 3,7 454 100 4,7 402 100 4,2<br />
Per tutti i bandi sono stati utilizzati gli stessi denominatori: numero ricercatori al 2004. Dati ISTAT 2004.<br />
lutati durante la seconda fase del bando dalla<br />
study session che è composta da circa 24 esperti<br />
indipendenti, diversi dai membri della CRS, per<br />
metà italiani e per metà stranieri.<br />
Entro 3 mesi dalla pubblicazione dei risultati<br />
della study session si prevede la stipula dei contratti<br />
e l’avvio dei finanziamenti. In meno di un anno,<br />
quindi, come per gli anni precedenti, si prevede di<br />
completare l’iter valutativo e di entrare nella fase<br />
operativa che riguarda l’inizio degli studi.<br />
Tabella IV – Ricercatori proponenti del bando <strong>2007</strong>:<br />
analisi per genere.<br />
Ricercatori proponenti N %<br />
F 87 24<br />
M 274 76<br />
Totale 361 100
ollettino d’informazione <strong>sui</strong> farmaci<br />
Gestione del rischio: un sistema europeo<br />
Il Risk Management Plan rappresenta una nuova procedura nell’ambito della “Strategia europea di gestione del rischio”<br />
ed è costituito da un insieme di misure di farmacovigilanza volte ad ottimizzare la gestione dei problemi di sicurezza<br />
dei farmaci nella fase immediatamente successiva all’autorizzazione alla immissione in commercio in aggiunta ai dati<br />
raccolti con la segnalazione spontanea per la identificazione dei segnali. Il presente articolo illustra gli scenari e le<br />
aspettative dei nuovi approcci per la gestione dei rischi associati all’uso dei medicinali.<br />
La gestione del rischio correlato all’uso dei<br />
farmaci è un’attività complessa che richiede la<br />
condivisione di informazioni, metodologie e un<br />
approccio multidisciplinare, volti alla continua e<br />
attenta sorveglianza dei rischi noti e potenziali<br />
dei farmaci.<br />
Negli ultimi anni è stata sempre di più avvertita<br />
da parte delle agenzie regolatorie europee la<br />
necessità di definire e adottare una strategia comune<br />
per la gestione del rischio.<br />
In generale, al momento del rilascio dell’autorizzazione<br />
all’immissione in commercio (AIC)<br />
di un medicinale, le informazioni sulla sua sicurezza<br />
sono relativamente limitate; tutto ciò è dovuto<br />
ad una molteplicità di fattori quali il ridotto<br />
numero di soggetti arruolati nei trial clinici necessari<br />
per l’autorizzazione stessa, le restrizioni legate<br />
all’età, al sesso, all’etnia, alla co-morbilità,<br />
alle condizioni d’uso del medicinale, alla breve<br />
durata di esposizione al farmaco.<br />
Questo è tanto più vero nello scenario attuale<br />
in cui lo sviluppo dei “nuovi medicinali”, quelli derivati<br />
dalla biotecnologia e destinati a patologie importanti<br />
o rare, porta spesso ad un’accelerazione<br />
dei tempi di registrazione e, quindi, ad un maggiore<br />
spostamento della valutazione approfondita<br />
del profilo di sicurezza nella fase post-registrativa.<br />
Il ritiro dal mercato della cerivastatina ha portato<br />
l’Europa a rivedere tutto il sistema<br />
di monitoraggio della sicurezza<br />
dei farmaci e delle azioni previste<br />
ai fini della minimizzazione del rischio.<br />
Naturalmente per la realizzazione<br />
di un unico sistema valido ed<br />
efficiente in grado di analizzare e valutare<br />
complessivamente i dati di sicurezza<br />
dei farmaci bisogna superare<br />
alcune barriere, come la diversa<br />
organizzazione e distribuzione delle<br />
risorse all’interno dei sistemi di farmacovigilanza<br />
propri di ciascun Paese.<br />
Inoltre, è necessario far riferimento<br />
a degli standard comuni.<br />
Pertanto, sono stati individuati i<br />
“ Il ritiro dal<br />
mercato della<br />
cerivastatina ha<br />
portato l’Europa<br />
a rivedere tutto il<br />
sistema di<br />
monitoraggio<br />
della sicurezza<br />
dei farmaci ”<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
245<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
punti di forza e i punti di debolezza del vecchio<br />
sistema al fine di definire una strategia europea<br />
di gestione del rischio per tendere verso un sistema<br />
di farmacovigilanza “paneuropeo”.<br />
La precedente normativa europea prevedeva<br />
norme e linee guida per la conduzione della farmacovigilanza,<br />
ma tutte si riferivano alla fase<br />
post-autorizzativa.<br />
La revisione normativa del 2001, che si è conclusa<br />
con la pubblicazione della Direttiva<br />
2004/27 recepita a livello nazionale con il D.Lgs<br />
219/06, introduce il concetto di sistema di gestione<br />
del rischio (Risk Management System) cioè<br />
la pianificazione, al momento dell’AIC, di un insieme<br />
di attività di farmacovigilanza e di interventi,<br />
su problemi prodotto-specifici, destinati<br />
alla identificazione, descrizione, prevenzione e<br />
minimizzazione dei rischi correlati a quel medicinale,<br />
inclusa la valutazione della efficacia degli<br />
interventi messi in atto.<br />
Il concetto chiave è che la salute pubblica è<br />
meglio protetta da un intervento predefinito delle<br />
attività di farmacovigilanza attraverso accordi<br />
formalizzati con i titolari delle AIC sulle strategie<br />
di minimizzazione del rischio prima del rilascio<br />
dell’autorizzazione.<br />
Un programma di questo tipo si basa sulle conoscenze<br />
acquisite del profilo di sicurezza del farmaco<br />
durante la fase di sperimentazione<br />
e porta ad una gestione del rischio<br />
più efficace e conseguentemen-<br />
te ad una più efficace protezione della<br />
salute pubblica.<br />
La nuova normativa prevede, pertanto,<br />
che la documentazione presentata<br />
a sostegno del rilascio di una<br />
nuova AIC includa una proposta di<br />
Piano di gestione del rischio del medicinale<br />
(Product Risk Management<br />
Plan – Product RMP) o una giustificata<br />
motivazione qualora non sia ritenuto<br />
necessario.<br />
La presentazione del Piano di gestione<br />
del rischio del medicinale è ob
246<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
bligatoria per la registrazione di:<br />
• nuove entità chimiche e prodotti<br />
di derivazione biotecnologica;<br />
• farmaci orfani;<br />
• farmaci ad uso pediatrico;<br />
• modifiche significative in medicinali<br />
già autorizzati (nuovi<br />
dosaggi, nuove forme farmaceutiche/vie<br />
di somministrazione,<br />
nuovi processi di fabbricazione<br />
per i prodotti di biotecnologica);<br />
• estensione dell’uso di farmaci<br />
già noti a nuove popolazioni,<br />
in particolare la popolazione<br />
pediatrica o autorizzazione di<br />
nuove importanti indicazioni;<br />
• ri-classificazione di medicinali noti da farmaci<br />
con obbligo di prescrizione a senza obbligo<br />
di prescrizione medica.<br />
Il Piano di gestione del rischio deve essere discusso<br />
con l’autorità regolatoria prima della presentazione<br />
della richiesta di registrazione del medicinale<br />
e si compone essenzialmente di tre elementi:<br />
specifiche di sicurezza, piano di farmacovigilanza,<br />
piano di minimizzazione del rischio.<br />
Le specifiche di sicurezza (safety specifications)<br />
rappresentano l’insieme dei rischi identificati o<br />
potenziali e le informazioni importanti non disponibili<br />
al momento del rilascio dell’AIC. Attraverso<br />
un’attenta disamina dei dati raccolti negli<br />
studi pre-clinici e clinici del farmaco, il titolare<br />
dell’AIC deve individuare quali aspetti necessitano<br />
di essere ulteriormente studiati o monitorati<br />
per ridurre al minimo i rischi assicurando al massimo<br />
il beneficio del trattamento.<br />
A titolo di esempio, relativamente agli studi<br />
pre-clinici, per un farmaco potenzialmente utilizzabile<br />
nelle donne in età fertile potrebbero non<br />
essere completi gli studi di tossicologia riproduttiva<br />
negli animali. Potrebbero essere necessarie<br />
maggiori informazioni sulle interazioni farmacologiche<br />
o sulla possibile azione del farmaco sull’intervallo<br />
Q-T dell’elettrocardiogramma. Per<br />
quanto riguarda gli studi clinici, potrebbero essere<br />
necessari ulteriori dati su popolazioni poco<br />
studiate o escluse dagli studi sperimentali pre-registrativi,<br />
quali la popolazione geriatrica o la popolazione<br />
di pazienti affetti da patologie preesistenti<br />
come cardiopatie, insufficienza renale, diabete,<br />
depressione, insufficienza epatica.<br />
“ Il Piano di<br />
gestione del<br />
rischio deve<br />
essere discusso<br />
con l’autorità<br />
regolatoria<br />
prima della<br />
presentazione<br />
della richiesta di<br />
registrazione del<br />
medicinale ”<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
PANORAMI E PERCORSI<br />
Il titolare dell’AIC, tenendo conto<br />
di questi elementi, deve predisporre<br />
il Piano di farmacovigilanza (pharmacovigilance<br />
plan) che consiste nella<br />
progettazione di uno o più protocolli<br />
di studio con l’obiettivo di raccogliere<br />
ulteriori dati relativamente ai<br />
punti critici individuati. A seconda<br />
delle circostanze, gli studi possono<br />
andare da veri e propri studi clinici a<br />
studi epidemiologici osservazionali,<br />
valutazione di banche dati esistenti e<br />
quanto altro ritenuto opportuno.<br />
Il Piano di minimizzazione del rischio<br />
(Risk minimization plan – RmP)<br />
deve essere proposto nei casi in cui il<br />
titolare dell’AIC, tenendo conto delle<br />
specifiche di farmacovigilanza, ritenga necessario<br />
adottare ulteriori misure, oltre quelle routinarie di<br />
farmacovigilanza, quali il riassunto delle caratteristiche<br />
del prodotto (RCP), le note informative<br />
importanti, i bollettini, il sito dell’Agenzia Italiana<br />
del Farmaco (AIFA), il foglio illustrativo e un<br />
appropriato e specifico materiale educazionale.<br />
In questo modo la minimizzazione del rischio<br />
è essenzialmente ottenuta attraverso l’informazione<br />
e l’educazione di tutti coloro che ruotano<br />
attorno al farmaco: medici, farmacisti e pazienti.<br />
L’applicazione di un vero e proprio piano educazionale<br />
ha come obiettivi 1 :<br />
• aumentare la diffusione delle informazioni<br />
sul rischio specifico correlato a quel farmaco;<br />
• migliorare la comprensione delle misure<br />
volte a ridurre sia la frequenza sia la gravità<br />
delle reazioni avverse considerate;<br />
• permettere una diagnosi precoce e, se possibile,<br />
intraprendere il trattamento della reazione<br />
avversa;<br />
• informare e sensibilizzare i pazienti sulla necessità<br />
di adottare precauzioni supplementari.<br />
Il piano educazionale può comprendere:<br />
• comunicazioni dirette agli operatori sanitari;<br />
• guida per la prescrizione rivolta ai medici;<br />
• guida alla dispensazione per i farmacisti;<br />
• brochure ed opuscoli esplicativi per pazienti;<br />
• programmi di formazione specifici.<br />
Un esempio di piano educazionale è quello relativo<br />
all’isotretinoina che, come è noto, è un farmaco<br />
altamente teratogeno 2 . Nell’ambito dell’attività<br />
di minimizzazione del rischio, l’AIFA nel<br />
2005 ha approvato un programma di prevenzione
ollettino d’informazione <strong>sui</strong> farmaci<br />
del rischio teratogeno 2 rivolto ai medici, farmacisti<br />
e aziende produttrici in cui sono indicate le modalità<br />
di prescrizione, dispensazione e distribuzione<br />
dei medicinali contenenti isotretinoina ad uso<br />
sistemico, le informazioni per le pazienti <strong>sui</strong> rischi<br />
associati all’impiego del farmaco e sulla necessità<br />
di misure contraccettive adeguate, il monitoraggio<br />
e la gestione degli eventuali casi di gravidanza e/o<br />
di sospetta esposizione embrio-fetale verificatasi.<br />
La minimizzazione del rischio può essere raggiunta<br />
agendo contemporaneamente su diversi<br />
fronti: da un lato sensibilizzando maggiormente<br />
attraverso un programma informativo tutti i soggetti<br />
(medici, pazienti e farmacisti) coinvolti nell’uso<br />
del farmaco e, dall’altro, ponendo una serie<br />
di vincoli di prescrizione e dispensazione in modo<br />
da evitare un uso non controllato del medicinale.<br />
Tuttavia, è stato riscontrato che l’impiego di<br />
materiale educazionale non sempre riesce a raggiungere<br />
gli obiettivi prefissati. Proprio nel caso<br />
dell’isotretinoina, infatti, molti medici non sono<br />
a conoscenza del programma di prevenzione del<br />
rischio teratogeno.<br />
In base ai dati forniti dall’Agenzia Europea dei<br />
Medicinali (EMEA), dal 1 settembre del 2005, su<br />
un totale di 107 nuove autorizzazioni, sono stati<br />
attuati 89 RMP e 13 RmP. Relativamente ai farmaci<br />
già autorizzati i RMP sono 64 con 4 RmP.<br />
È ancora presto per fare un’analisi delle possibili<br />
ricadute di questa nuova procedura; la speranza<br />
è che non venga trasformata in uno mero<br />
strumento per accorciare i tempi di registrazione<br />
rinviando la conduzione di studi alla fase postautorizzativa<br />
e che possa risultare un ulteriore importante<br />
strumento di protezione per la salute<br />
pubblica.<br />
Bibliografia<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
247<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
1. Pharmacovigilance for Medicinal Products for Human Use<br />
(versione aprile <strong>2007</strong>). Volume 9, Eudralex.<br />
2. Determinazione AIFA 28 ottobre 2005. “Modalità di prescrizione,<br />
dispensazione e distribuzione dei medicinali contenenti<br />
isotretinoina ad uso sistemico ed implementazione di un<br />
programma di prevenzione del rischio teratogeno”. S.O. n.<br />
179 alla G.U. n. 261 del 9/11/2005.<br />
bif-iller Questione di priorità<br />
[...] la quale (la conservazione della salute) è, senza dubbio, il primo bene e fondamento di tutti gli altri<br />
beni in questa vita: poiché anche il nostro spirito è così legato al temperamento e alla disposizione degli<br />
organi corporei che, s’è possibile trovare qualche mezzo per rendere comunemente gli uomini più saggi e<br />
più abili a questo riguardo, credo che bisogna cercarlo nella Medicina.<br />
Quella ora in uso contiene poche cose di cui l’utilità sia abbastanza notevole. Non voglio mancar di rispetto<br />
a nessuno, ma coloro stessi che ne fanno professione dovranno convenire che tutto quel che di essa si<br />
sa è quasi niente rispetto a ciò che rimane a sapere, e che si potrebbe esser esenti da un’infinità di malattie,<br />
tanto del corpo quanto dello spirito, e forse anche dall’indebolimento della vecchiaia, se si avesse sufficiente<br />
conoscenza delle loro cause e dei rimedi di cui la natura stessa ci ha provvisti.<br />
Da: Cartesio (R. Descartes). Discorso sul metodo. Bari: Laterza, 1962.
248<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Dalle note specialistiche<br />
al Piano Terapeutico AIFA<br />
Il Piano Terapeutico AIFA (PT-Template) è stato<br />
introdotto per la prima volta con la pubblicazione<br />
delle nuove note limitative AIFA <strong>2007</strong>.<br />
Adottato per la prescrizione del clopidogrel (ex<br />
nota 9-bis), è ora stato esteso anche ai farmaci<br />
compresi nelle note specialistiche 12, 32, 32 bis<br />
(G.U. n. 45 del 22/02/2008).<br />
Il PT- Template ha lo scopo di definire con precisione<br />
le condizioni cliniche per le quali i farmaci<br />
presenti nelle ex note di riferimento sono a<br />
carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), differenziando<br />
i percorsi prescrittivi della medicina<br />
generale dalla prescrizione originata in ambito<br />
specialistico.<br />
L’adozione di un PT unico per le note specialistiche<br />
si è resa necessaria per rendere coerente<br />
ed omogenea la prescrizione di farmaci utilizzati<br />
per patologie particolarmente critiche, che necessitano<br />
di un continuo monitoraggio da parte<br />
dello specialista. Dal punto di vista strettamente<br />
regolatorio, il carattere vincolante del PT, invece,<br />
limita la rimborsabilità di questi farmaci<br />
alle condizioni cliniche supportate da evidenze<br />
scientifiche.<br />
L’adozione di un PT unico risolve le due principali<br />
criticità emerse nel tempo con l’applicazione<br />
delle note specialistiche:<br />
- la differenziazione nei criteri di definizione e<br />
di compilazione del PT in modelli regionali;<br />
- l’equivoco normativo che sembrava aver legittimato<br />
una prescrizione a carico del SSN<br />
di indicazioni ancora non registrate.<br />
Il PT si propone inoltre come strumento di comunicazione<br />
tra specialista e medico di medicina<br />
generale nell’ambito della continuità assistenziale<br />
e terapeutica.<br />
Nella definizione del PT-Template e delle condizioni<br />
cliniche che consentono la rimborsabilità<br />
sono state riviste le indicazioni terapeutiche secondo<br />
uno schema più fedele a quanto riportato<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
PANORAMI E PERCORSI<br />
nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto<br />
(RCP) e nel contempo per non privare i pazienti<br />
di opportunità terapeutiche, con provvedimenti<br />
specifici, sono state inserite nelle liste dei<br />
farmaci off-label 648/96, quindi a carico del<br />
SSN, le indicazioni dei farmaci comprese nelle<br />
ex note di riferimento e non ancora ufficializzate,<br />
ma supportate dalla pratica clinica, e ritenute<br />
ormai efficaci.<br />
In breve si riportano le principali novità introdotte<br />
con la pubblicazione dei template AIFA, che<br />
contestualmente al provvedimento aboliscono le<br />
note corrispondenti.<br />
Ex Nota 12. È stata inserita, per l’eritropoietina<br />
alfa e beta, una nuova condizione clinica ammessa<br />
alla rimborsabilità: trattamento per incrementare<br />
la quantità di sangue autologo nell’ambito<br />
di programmi di predonazione (nell’ambito<br />
delle limitazioni riportate nell’RCP).<br />
L’indicazione “trattamento dell’anemia nei<br />
pazienti trapiantati di fegato e HIV” è ora rimborsabile<br />
nell’ambito della Legge 648/96.<br />
Ex Nota 32. Il PT-Template definisce con precisione<br />
le condizioni cliniche e gli interferoni<br />
rimborsabili dal SSN. È stata ampliata la rimborsabilità<br />
dell’interferone alfa 2a peghilato per l’epatite<br />
C, anche ai pazienti con transaminasi nella<br />
norma.<br />
Ex Nota 32 bis. L’impiego della lamivudina nel<br />
post-trapianto è rimborsabile nell’ambito della<br />
legge 648/96 e non con il PT-Template AIFA.<br />
Le uniche note specialistiche che rimangono<br />
in vigore sono la nota 30 e la 30 bis, il relativo<br />
PT-Template verrà pubblicato a breve, contestualmente<br />
all’inserimento nella legge 648/96 dei<br />
fattori di crescita emopoietici. Si riportano di seguito<br />
i PT-Template pubblicati.
ollettino d’informazione <strong>sui</strong> farmaci<br />
PIANO TERAPEUTICO AIFA<br />
PER PRESCRIZIONE SSN DI ERITROPOIETINE (ex Nota 12)<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
249<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Centro prescrittore _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Medico prescrittore (nome e cognome) _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Recapito telefonico _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ e-mail _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Paziente (nome e cognome) _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Data di nascita _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
sesso M F Codice fiscale _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Residente a _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Tel. _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Regione _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
AUSL di residenza _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Prov. _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Medico di Medicina Generale _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
LA PRESCRIZIONE DI ERITROPOIETINE È A CARICO DEL SSN PER LE SEGUENTI CONDIZIONI CLINICHE:<br />
Trattamento dell’anemia ( Hb
250<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
PIANO TERAPEUTICO AIFA<br />
PER PRESCRIZIONE SSN DI INTERFERONI (Ex Nota 32)<br />
Centro prescrittore _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Medico prescrittore (nome e cognome) _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Recapito telefonico _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ e-mail _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Paziente (nome e cognome) _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Data di nascita _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
sesso M F Codice fiscale _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Residente a _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Tel. _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Regione _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
AUSL di residenza _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Prov. _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Medico di Medicina Generale _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
LA PRESCRIZIONE DI INTERFERONI È A CARICO DEL SSN PER LE SEGUENTI CONDIZIONI CLINICHE:<br />
EPATITE CRONICA B:<br />
Epatite cronica B HBV-DNA-positiva, con ipertransaminemia.<br />
Principi attivi: interferone alfa-2a ricombinante; interferone alfa-2b ricombinante; interferone alfa-2a<br />
peghilato; interferone alfa naturale leucocitario*.<br />
Epatite cronica B-delta (monoterapia).<br />
Principi attivi: interferone alfa-2a ricombinante; interferone alfa-2b ricombinante; interferone alfa naturale<br />
leucocitario*.<br />
*Interferone alfa naturale leucocitario è previsto solo in caso di intolleranza agli interferoni ricombinanti (presenza di<br />
documentata intolleranza soggettiva o neutropenia o piastrinopenia con conta dei neutrofili persistentemente inferiori a<br />
750/mmc e/o piastrine persistentemente inferiori a 50.000/mmc, che compaiano in corso di terapia con altri interferoni,<br />
e che ne impediscano la prosecuzione in presenza di risposta terapeutica)<br />
EPATITE C:<br />
PANORAMI E PERCORSI<br />
In combinazione con ribavirina o in monoterapia, se esistono controindicazioni alla ribavirina,<br />
trattamento dell’epatite cronica C in pazienti adulti con ipertransaminasemia e positività per<br />
HCV-RNA, inclusi pazienti con malattia epatica avanzata (cirrosi epatica compensata – Child A)<br />
e/o con coinfezione da HIV, mai trattati in precedenza con interferoni o in recidiva dopo precedente<br />
trattamento con interferoni.<br />
Principi attivi: interferone alfa-2a peghilato; interferone alfa-2b peghilato; interferone alfa-2a ricombinante;<br />
interferone alfa-2b ricombinante.<br />
Nota: vi sono evidenze in letteratura di maggiore efficacia degli interferoni peghilati rispetto agli interferoni ricombinanti.<br />
segue→<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco
ollettino d’informazione <strong>sui</strong> farmaci<br />
EPATITE C:<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
251<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
In combinazione con ribavirina o in monoterapia, se esistono controindicazioni alla ribavirina,<br />
trattamento dell’epatite cronica C, senza ipertransaminasemia, in soggetti senza scompenso epatico,<br />
positivi per HCV-RNA sierico, mai trattati in precedenza con interferoni o in recidiva dopo<br />
precedente trattamento con interferoni.<br />
Principio attivo: interferone alfa-2a peghilato.<br />
In combinazione con ribavirina o in monoterapia, se esistono controindicazioni alla ribavirina, trattamento<br />
dell’epatite cronica C in pazienti adulti con ipertransaminasemia e positività per HCV-<br />
RNA: da riservare a pazienti con problemi di intolleranza agli interferoni (presenza di documentata<br />
intolleranza soggettiva o neutropenia o piastrinopenia con conta dei neutrofili persistentemente inferiori<br />
a 750/mmc e/o piastrine persistentemente inferiori a 50.000/mmc, che compaiano in corso di terapia<br />
con altri interferoni, e che ne impediscano la prosecuzione in presenza di risposta terapeutica). Non<br />
utilizzare nei pazienti non responders a precedenti cicli di trattamento con interferoni.<br />
Principi attivi: interferone alfa naturale leucocitario.<br />
In monoterapia nel trattamento dell’epatite acuta da HCV<br />
Principi attivi: interferone alfa-2a ricombinante; interferone alfa-2b ricombinante.<br />
Leucemia a cellule capellute<br />
ALTRE PATOLOGIE:<br />
Principi attivi: interferone alfa-2a ricombinante; interferone alfa-2b ricombinante; interferone alfa naturale<br />
leucocitario*.<br />
Leucemia mieloide cronica<br />
Principi attivi: interferone alfa-2a ricombinante; interferone alfa-2b ricombinante; interferone alfa naturale<br />
alfa leucocitario*.<br />
Sarcoma di Kaposi correlato all’AIDS o ad altre condizioni cliniche di immunodepressione<br />
Principi attivi: interferone alfa-2a ricombinante; interferone alfa-2b ricombinante; interferone alfa naturale<br />
leucocitario*.<br />
Linfoma non Hodgkin follicolare<br />
Principi attivi: interferone alfa-2a ricombinante; interferone alfa-2b ricombinante; interferone alfa naturale<br />
leucocitario*.<br />
Melanoma maligno<br />
Principi attivi: interferone alfa-2a ricombinante; interferone alfa-2b ricombinante; interferone alfa naturale<br />
leucocitario*.<br />
segue→
252<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Carcinoma renale avanzato<br />
Principio attivo: interferone alfa-2a ricombinante; interferone alfa naturale leucocitario*.<br />
Linfoma cutaneo a cellule T<br />
Principio attivo: interferone alfa-2a ricombinante.<br />
Mieloma multiplo<br />
Principio attivo: interferone alfa-2b ricombinante; interferone alfa naturale leucocitario*.<br />
Tumore carcinoide<br />
Principio attivo: interferone alfa-2b ricombinante.<br />
Micosi fungoide<br />
Principio attivo: interferone alfa naturale leucocitario.<br />
*Nota: da impiegare in caso di intolleranza agli interferoni ricombinanti (in presenza di documentata intolleranza soggettiva<br />
o neutropenia o piastrinopenia con conta dei neutrofili persistentemente inferiori a 750/mmc e/o piastrine persistentemente<br />
inferiori a 50.000/mmc, che compaiano in corso di terapia con altri interferoni, e che ne impediscano la prosecuzione in presenza<br />
di risposta terapeutica).<br />
FARMACO PRESCRITTO:<br />
Interferone alfa-2a ricombinante Interferone alfa-2b ricombinante<br />
Interferone alfa-2a peghilato Interferone alfa-2b peghilato<br />
Interferone alfa naturale leucocitario<br />
Dose/die: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Durata prevista del trattamento: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Prima prescrizione Prosecuzione della cura<br />
PANORAMI E PERCORSI<br />
Data _____/_____/______ Timbro e firma del clinico prescrittore<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco
ollettino d’informazione <strong>sui</strong> farmaci<br />
PIANO TERAPEUTICO AIFA<br />
PER PRESCRIZIONE SSN DI LAMIVUDINA (ex Nota 32 bis)<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
253<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Centro prescrittore _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Medico prescrittore (nome e cognome) _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Recapito telefonico _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ e-mail _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Paziente (nome e cognome) _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Data di nascita _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
sesso M F Codice fiscale _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Residente a _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Tel. _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Regione _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
AUSL di residenza _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Prov. _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Medico di Medicina Generale _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
LA PRESCRIZIONE DI LAMIVUDINA È A CARICO DEL SSN PER LE SEGUENTI CONDIZIONI CLINICHE:<br />
Epatite cronica B HBV-DNA-positiva, con malattia avanzata<br />
(con riscontro istologico di ponti porto-centrali e/o diagnosi clinica di cirrosi) in cui l’interferone sia controindicato,<br />
o non tollerato o inefficace, come terapia soppressiva senza limiti temporali né di associazione.<br />
Epatite cronica B HBV-DNA positiva senza malattia avanzata<br />
come terapia di durata definita e senza limiti di associazione.<br />
Portatori cronici di HBsAg<br />
per il trattamento e per la prevenzione delle riesacerbazioni dell’epatite B conseguenti a terapie con chemioterapici<br />
antitumorali o farmaci immunosoppressivi o a trapianto di midollo o di organo solido, senza<br />
limiti temporali né di associazione.<br />
Soggetti HBsAg negativi<br />
portatori di anticorpi anti HBV per la prevenzione delle riesacerbazioni dell’epatite B conseguenti a terapie<br />
con chemioterapici antitumorali o farmaci immunosoppressivi in grado di causare importante<br />
immunodepressione, senza limiti temporali.<br />
FARMACO PRESCRITTO:<br />
lamivudina cp 100 mg lamivudina sospensione 5 mg/ml<br />
Dose/die: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ Durata prevista del trattamento: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />
Prima prescrizione Prosecuzione della cura<br />
Data _____/_____/______ Timbro e firma del clinico prescrittore
254<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Bibliografia (ex nota 12) pag. 250<br />
1. Furuland H, Linde T, et al. A randomized<br />
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2. Vanrenterghem Y, Bárány P, Mann JF,<br />
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alfa for treatment of renal anemia<br />
at a reduced dose frequency compared<br />
with rHuEPO in dialysis patients.<br />
Kidney Int 2002; 62: 2167-75.<br />
3. Bohlius J, Wilson J, Seidenfeld J, et al.<br />
Recombinant human erythropoietins<br />
and cancer patients: updated metaanalysis<br />
of 57 studies including 9353<br />
patients. J Natl Cancer Inst 2006; 98:<br />
708-14.<br />
4. Bohlius J, Wilson J, Seidenfeld J, et al.<br />
Erythropoietin or darbepoetin for<br />
patients with cancer. Cochrane<br />
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CD003407.<br />
5. Gombotz H, Gries M, Sipurzynski S,<br />
Fruhwald S, Rehak P. Preoperative<br />
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erythropoietin or predeposit of autologous<br />
blood in women undergoing<br />
primary hip replacement. Acta<br />
Anaesthesiol Scand 2000; 44: 737-42.<br />
Bibliografia (ex nota 32) pag. 251<br />
1. Stroffolini T, Sagnelli E, Mele A,<br />
Craxi A, Almasio P; Italian Hospitals<br />
Collaborating Group. The aetiology<br />
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Dig Liver Dis 2004; 36: 829-33.<br />
2. National Institutes of Health consensus<br />
development conference statement:<br />
management of hepatitis<br />
C: 2002 – June 10-12 2002.<br />
Hepatology 2002; 36: S3-S20.<br />
3. Yoshida H, Arakawa Y, Sata M, et al.<br />
Interferon therapy prolonged life<br />
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C patients Gastroenterology 2002;<br />
123: 483-91.<br />
4. Kasahara A, Tanaka H, Okanoue T,<br />
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Hepat 2004; 11: 148-56.<br />
5. Lok ASF, McMahon BJ. Chronic<br />
hepatitis B. Update of recommendations.<br />
Hepatology 2004; 39: 1-5.<br />
6. Keeffe EB, Dieterich DT, Han SH, et<br />
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virus infection in the United States:<br />
an update. Clin Gastroenterol<br />
Hepatol 2006; 4: 936-62.<br />
7. Dienstag JL, McHutchison JG.<br />
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Association medical position statement<br />
on the management of hepatitis<br />
C. Gastroenterology 2006;<br />
130: 225-30.<br />
8. Alberti A. Towards more individualised<br />
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normal alanineaminotransferase<br />
levels. J Hepatol 2005; 42: 266-74.<br />
9. Shiffman ML. Retreatment of<br />
patients with chronic hepatitis C.<br />
Hepatology 2002; 36: S128-S34.<br />
10. Shiffman ML, Di Bisceglie AM,<br />
Lindsay KL, et al., The HALT-C Trial<br />
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ribavirin in patients with chronic<br />
hepatitis C who have failed prior<br />
treatment. Gastroenterology 2004;<br />
126: 1015-23.<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
PANORAMI E PERCORSI<br />
Bibliografia (ex nota 32 bis) pag. 254<br />
1. Kef EB, Dieterich DT, Han SH, Tobias<br />
H, Wright TL. A treatment algorithm<br />
for the management of chronic hepatitis<br />
B virus infection in the United<br />
States: an update. Clin Gastroenterol<br />
Hepatol 2006; 4: 936-62.<br />
2. Leung NWY, Lai CL, Chang TT, et al.<br />
Extended lamivudine treatment in<br />
patients with chronic hepatitis B<br />
enhances hepatitis B e antigen seroconversion<br />
rates: results after 3 years<br />
of therapy. Hepatology 2001; 33:<br />
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3. Schalm SW, Heathcote J, Cianciara J,<br />
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combination treatment of<br />
patients with chronic hepatitis B virus<br />
infection: a randomised trial. Gut<br />
2000; 46: 562-8.<br />
4. Bonino F, Lau G, Marcellin P, et al. The<br />
first detailed analysis of predictors of<br />
response in HBeAg-negativechronic<br />
hepatitis B: data from multicentre randomized,<br />
partially double blind study<br />
of peginterferon-alfa-2°(40KD)<br />
(Pegasys) alone or in combination<br />
with lamivudine vs. lamivudine alone.<br />
Hepatology 2004; 40: 4; 659A.<br />
5. Liaw YF, Sung JJY, Chow WC, et al.<br />
Lamivudine for patients with chronic<br />
hepatitis B and advanced liver disease.<br />
N Engl J Med 2004; 351:1521-31.
AGGIORNAMENTI<br />
Glitazoni: attenti a quei due<br />
L’allarme lanciato dalla comunità scientifica <strong>sui</strong> rischi associati all’assunzione di rosiglitazone e pioglitazone ha reso necessario<br />
richiamare l’attenzione di medici, farmacisti e pazienti sull’importanza di effettuare un’attenta valutazione del<br />
rischio individuale dei soggetti già in trattamento e dei possibili candidati alla terapia. Scopo di questo approfondimento è<br />
quello di definire le principali reazioni avverse legate alla terapia con glitazoni, delineando il profilo dei pazienti più a rischio.<br />
Riassunto<br />
I glitazoni, o tiazolidindioni (TDZ), sono una classe<br />
di farmaci, utilizzati nel trattamento del diabete mellito<br />
di tipo II, che agiscono aumentando la sensibilità dei<br />
tessuti all’azione dell’insulina. Appartengono a questa<br />
classe di farmaci il rosiglitazone e il pioglitazone.<br />
Negli anni successivi alla loro commercializzazione,<br />
sono state segnalate nuove reazioni avverse associate all’assunzione<br />
di questi farmaci, quali edema maculare<br />
con diminuzione della vista, fratture distali e infarto del<br />
miocardio per quanto concerne il rosiglitazone, e<br />
cancro alla vescica per il pioglitazone. Queste segnalazioni<br />
hanno stimolato l’attenzione della comunità<br />
scientifica e hanno portato le agenzie regolatorie a rivalutare<br />
il rapporto rischio-beneficio di questi farmaci.<br />
I glitazoni si sono aggiunti ad un’ampia lista di<br />
agenti ipoglicemizzanti di uso consolidato nella terapia<br />
del diabete, quali biguanidi, sulfoniluree, meglitinidi e<br />
inibitori dell’alfa glicosidasi, oltre all’insulina che<br />
rimane un’ottima alternativa al trattamento orale.<br />
In accordo alle recenti disposizioni dell’Agenzia<br />
Europea dei Medicinali (EMEA), la prescrizione e l’assunzione<br />
dei glitazoni, quando ritenute necessarie,<br />
devono seguire un’attenta valutazione del rischio individuale<br />
di ogni paziente.<br />
Abstract<br />
Thiazolidinediones are a drug class that<br />
is used in the treatment of type II diabetes<br />
mellitus, due to their ability to increase the<br />
tissutal insulin sensitivity. Rosiglitazone<br />
and pioglitazone belong to this new pharmaceutical<br />
class.<br />
Since their marketing, several new<br />
adverse reactions attribute to thiazolidinediones<br />
have been reported, such as macular<br />
edema, bone fracture and cardiovascular<br />
events for rosiglitazone, and bladder cancer<br />
for pioglitazone. These reports have raised<br />
the attention of scientific community and<br />
prompted the regulatory agencies to reassess the thiazolidinediones<br />
benefit-risk profile.<br />
Thiazolidinediones have been added to a list of oral hypoglycemic<br />
drugs widely used in the treatment of diabetes<br />
mellitus, as biguanides, sulfonylureas, alpha-glucosidase<br />
inhibitors, in addition to insulin which is still a valid alternative<br />
option to the oral hypoglycemic therapy.<br />
Whenever necessary, both prescription and administration<br />
of thiazolidinediones should follow an accurate assessment<br />
of the individual risk of patients, according to the<br />
recent EMEA recommendations.<br />
Introduzione<br />
“ Negli anni<br />
seguenti la loro<br />
commercializzazione,<br />
sono<br />
state segnalate<br />
nuove reazioni<br />
avverse associate<br />
all’assunzione di<br />
questi farmaci ”<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
255<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
I<br />
glitazoni, o tiazolidindioni (TDZ) 1 , sono una<br />
classe di farmaci ipoglicemizzanti che agisce aumentando<br />
la sensibilità dei tessuti all’azione dell’insulina.<br />
Appartengono a questa classe il rosiglitazone<br />
e il pioglitazone.<br />
I TZD si legano e attivano recettori nucleari che<br />
regolano l’espressione di geni insulino-responsivi<br />
importanti nel metabolismo di glicidi e lipidi, i Peroxisomes<br />
Proliferator-Activated Receptors (PPARs).<br />
La classe dei recettori PPARs comprende vari<br />
sottotipi recettoriali, α, γ e δ; PPARγ è principalmente<br />
espresso nelle cellule del tessuto adiposo<br />
e dell’endotelio vascolare, nelle cellule<br />
β del pancreas e nei macrofagi; PPARα<br />
è invece presente nelle cellule<br />
epatiche, cardiache, del muscolo scheletrico<br />
e delle pareti vascolari.<br />
Rosiglitazone e pioglitazone possiedono<br />
una diversa affinità per i sottotipi<br />
γ e α e ciò si riflette nelle differenti<br />
caratteristiche farmacodinamiche dei<br />
due farmaci. Il rosiglitazone è un agonista<br />
puro del recettore PPARγ, mentre<br />
il pioglitazone si lega ai sottotipi α e γ.<br />
Nel tessuto muscolare i TZD migliorano<br />
la risposta all’insulina facilitando<br />
la captazione di glucosio e incrementando<br />
l’attività di glicogeno-
256<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
sintesi. Inoltre, nel tessuto adiposo aumentano l’espressione<br />
di geni coinvolti nel processo di deposito<br />
dei lipidi. I glitazoni esercitano altresì un’azione<br />
protettiva sulle cellule β‚ attraverso un aumento<br />
della secrezione di insulina.<br />
L’Agenzia Europea dei Medicinali (EMEA) ha<br />
approvato nel 2000 la commercializzazione di rosiglitazone<br />
2 e di pioglitazone 3 per il trattamento<br />
dei pazienti affetti da diabete mellito di tipo II, per<br />
i quali la metformina non è indicata. I due farmaci<br />
possono essere assunti anche in associazione a<br />
metformina e solfanilurea e, in triplice terapia,<br />
anche con insulina, al fine di ottenere un maggior<br />
controllo glicemico.<br />
Negli anni successivi alla loro commercializzazione,<br />
sono state segnalate nuove reazioni<br />
avverse associate all’assunzione di questi farmaci<br />
quali edema maculare con diminuzione della<br />
vista, fratture distali, infarto del miocardio per<br />
quanto concerne il rosiglitazone e cancro alla<br />
vescica per il pioglitazone 4,5 . Le segnalazioni<br />
raccolte e l’attenzione crescente della comunità<br />
scientifica hanno portato le agenzie regolatorie a<br />
rivalutare il profilo di sicurezza dei glitazoni e ad<br />
indicare avvertenze e precauzioni all’utilizzo di<br />
tali farmaci, al fine di limitare gli eventuali danni<br />
conseguenti a terapie inappropriate (vedi tabella).<br />
Di seguito, verranno descritte le principali<br />
reazioni avverse associate all’uso dei glitazoni, con<br />
particolare attenzione ai punti più salienti della discussione<br />
scientifica in corso.<br />
Infarto del miocardio<br />
Le evidenze più recenti hanno mostrato come il<br />
rosiglitazone sia associato ad un aumentato rischio<br />
di Infarto Miocardico Acuto (IMA); rischio non del<br />
tutto appurato per il pioglitazone, in quanto<br />
mancano dati sufficienti a chiarire questo aspetto.<br />
In una recente metanalisi, Nissen e Wolski 6<br />
hanno analizzato i risultati di 42 trial clinici randomizzati<br />
e controllati in cui erano stati valutati<br />
l’insorgenza di IMA e il decesso per cause cardiovascolari<br />
in soggetti trattati con rosiglitazone o in<br />
gruppi di controllo (metformina o sulfanilurea o<br />
insulina o placebo o combinazione di più farmaci).<br />
Rispetto al controllo, i pazienti trattati con rosiglitazone<br />
mostravano un aumento significativo del<br />
rischio di IMA (OR: 1,43; IC 95%: 1,03-1,98) ed un<br />
aumento (non statisticamente significativo) del<br />
rischio di decesso per cause cardiovascolari (OR:<br />
1,64; IC 95%: 0,98- 2,74).<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
In un recente dibattito, Nissen ha asserito 7 che<br />
complessivamente esisteva un incremento del<br />
rischio cardiovascolare di 1,8 volte già nei trial registrativi<br />
del rosiglitazone, non disegnati per valutare<br />
adeguatamente anche gli effetti del rosiglitazone<br />
sulle complicanze micro e macrovascolari<br />
del diabete 8 . Il rosiglitazone non sembra essere<br />
l’unico agente della sua classe associato a tale<br />
rischio, in quanto dati pubblicati in passato<br />
avevano già mostrato per un altro agonista del recettore<br />
PPAR, il muriglitazar, una correlazione con<br />
un’elevata incidenza di decessi, eventi avversi cardiovascolari<br />
maggiori (infarto, stroke e TIA) e<br />
scompenso cardiaco, portando così ad ipotizzare<br />
un effetto di classe 6,9 .<br />
Lo studio PROactive (Prospective Pioglitazone<br />
Clinical Trial in Macrovascular Events) aveva valutato<br />
l’effetto del pioglitazone sull’incidenza di<br />
eventi cardiovascolari 10 , mostrando una potenziale<br />
riduzione del rischio di evento cardiovascolare,<br />
anche se non statisticamente significativo, rispetto<br />
al placebo (rischio relativo: 0,90; p=0,095), valutato<br />
su end-point primari (eventi ischemici coronarici e<br />
periferici) e secondari (IMA, ictus e decesso da qualunque<br />
causa).<br />
Edema e scompenso cardiaco<br />
AGGIORNAMENTI<br />
Fin dalla loro commercializzazione, rosiglitazone<br />
e pioglitazone sono stati controindicati nei<br />
soggetti con scompenso cardiaco congestizio<br />
poiché provocano ritenzione idrica. Tale effetto,<br />
che potrebbe comportare un maggiore stress per il<br />
cuore in soggetti in cui la funzionalità cardiaca<br />
risulta essere già fortemente compromessa, è noto<br />
ormai da tempo 11 , tanto da richiamare l’attenzione<br />
sia delle agenzie regolatorie sia di alcune società<br />
scientifiche 12 per garantire un’appropriata gestione<br />
di questi farmaci nei pazienti a più alto rischio,<br />
come quelli affetti da scompenso cardiaco.<br />
In uno studio condotto su pazienti diabetici con<br />
scompenso cardiaco 13 , il 17% di quelli trattati con glitazoni<br />
mostrava segni e sintomi di ritenzione idrica.<br />
Una maggiore incidenza di edema è stata osservata<br />
in pazienti trattati sia con rosiglitazone 14<br />
(rispetto a metformina e glibenclamide), sia con<br />
pioglitazone 10 (rispetto al placebo).<br />
Inzucchi et al. 15 hanno calcolato che i pazienti<br />
diabetici con scompenso cardiaco, trattati con glitazoni<br />
rispetto ai controlli trattati con altri ipoglicemizzanti,<br />
incorrono in un maggiore rischio di<br />
riammissione in ospedale per scompenso [rischio
ollettino d’informazione <strong>sui</strong> farmaci<br />
relativo = 1,15 (IC 95%: 0,97-1,38)]. Anche altri<br />
studi 16,17 sembrano confermare tale dato.<br />
Una metanalisi 18 condotta per valutare il<br />
rischio complessivo di sviluppare edema durante<br />
una terapia con glitazoni ha evidenziato un OR di<br />
2,26 (IC95%: 2,02-2,53); inoltre, stratificando i risultati<br />
per le due molecole, si osserva come l’uso<br />
di rosiglitazone sia associato ad un rischio più alto<br />
rispetto al pioglitazone.<br />
Rispetto agli altri ipoglicemizzanti orali, i glitazoni<br />
aumentano il rischio di scompenso sia in<br />
monoterapia 19 , sia in associazione. L’aumento del<br />
rischio è stato identificato solo con il rosiglitazone,<br />
mentre per il pioglitazone non è stato possibile<br />
valutare tale outcome a causa del piccolo<br />
numero di pazienti trattati. Non è stata rilevata<br />
alcuna differenza nel rischio di scompenso per i<br />
pazienti con meno di 5 anni di malattia diabetica<br />
rispetto a quelli con una storia più lunga. Tutto<br />
ciò ribadisce l’influenza del farmaco nell’insorgenza<br />
di tale reazione avversa, nonostante la<br />
presenza di una patologia già per sua natura<br />
dannosa a livello cardiovascolare.<br />
Riduzione della densità ossea<br />
L’impiego dei glitazoni è stato associato ad un<br />
aumento del rischio di fratture nelle donne. I segmenti<br />
ossei maggiormente interessati sono il tratto<br />
distale degli arti superiori (avambraccio, mano<br />
e polso) o inferiori (piede, anca, perone e tibia).<br />
Le fratture da glitazoni sono state evidenziate<br />
per la prima volta nello studio ADOPT 14 nel quale<br />
veniva segnalato un maggior numero di fratture<br />
dell’omero e della mano nei trattati con rosiglitazone<br />
rispetto a pazienti trattati<br />
con metmorfina o gliburide. Anche<br />
se il meccanismo di perdita di osso<br />
non è del tutto chiaro, si ipotizza<br />
che, poiché osteoblasti ed adipociti<br />
hanno un comune progenitore mesenchimale,<br />
i glitazoni possano favorire<br />
l’adipogenesi a scapito della<br />
formazione di osteoblasti 20-23 . È stato<br />
anche ipotizzato un effetto inibitorio<br />
da parte dei glitazoni sulla biosintesi<br />
di estrogeni ed androgeni 24, 25 .<br />
Secondo una recente revisione sistematica<br />
26 , nessuno degli studi condotti<br />
aveva considerato come outcome<br />
l’incidenza delle fratture associate<br />
a terapia con glitazoni, mentre erano<br />
“ Rispetto<br />
agli altri<br />
ipoglicemizzanti<br />
orali, i glitazoni<br />
aumentano<br />
il rischio di<br />
scompenso sia<br />
in monoterapia,<br />
sia in<br />
associazione ”<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
contemplati end point surrogati come densità minerale<br />
ossea o marker di turnover osseo, per valutare<br />
gli effetti dei glitazoni sul metabolismo osseo.<br />
Il gruppo di Grey 27 ha condotto il primo trial<br />
clinico randomizzato in doppio cieco su donne<br />
non diabetiche in post-menopausa per valutare gli<br />
effetti del rosiglitazone <strong>sui</strong> livelli dei marker di turnover<br />
osseo e sulla densità minerale ossea. Nel<br />
gruppo trattato con rosiglitazone si è verificata, rispetto<br />
al placebo, una riduzione significativa dei livelli<br />
dei marker e della densità minerale ossea a livello<br />
dell’anca. Quindi, il rosiglitazone inibirebbe<br />
la formazione ossea e ne aumenterebbe la perdita.<br />
Sebbene il diabete sia un fattore di rischio indipendente<br />
di fratture 27, 28 , appare evidente che la<br />
terapia con glitazoni di per sé contribuirebbe alla<br />
perdita ossea soprattutto nelle donne 27,29 ma anche<br />
negli uomini 30 .<br />
Aumento di peso<br />
257<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
L’aumento della massa grassa è un comune<br />
effetto avverso dei glitazoni, legato al loro meccanismo<br />
d’azione 31 .<br />
In due trial clinici che mettevano a confronto<br />
il pioglitazone con la metformina in pazienti già<br />
in trattamento con una sulfanilurea, i soggetti che<br />
assumevano il glitazone mostravano un significativo<br />
aumento ponderale a 4 e a 12 mesi dall’inizio<br />
della terapia 32,33 .<br />
Nello studio PROactive 10 è stato registrato un<br />
incremento di 4 kg in 3 anni nel gruppo trattato<br />
con pioglitazone rispetto al placebo; nello<br />
studio ADOPT 14 l’aumento osservato è stato di<br />
4,8 kg in 4 anni nei soggetti trattati con rosiglitazone,<br />
7,7 kg in più di quelli trattati<br />
con metformina, che avevano invece<br />
perso 2,9 kg. L’incremento della<br />
massa grassa aveva inoltre determinato<br />
un aumento della circonfe-<br />
renza della vita di 4 cm. L’aumento<br />
di peso favorisce ovviamente il rischio<br />
di complicanze correlate all’obesità.<br />
In particolare, l’accumulo di<br />
adipe incrementa il rischio di neoplasie<br />
a carico di mammella, colon,<br />
prostata, endometrio, rene e vescica,<br />
forse mediante un meccanismo ormone-dipendente.<br />
Inoltre, il sovrappeso<br />
e l’obesità contribuiscono in<br />
misura considerevole all’insorgenza<br />
di osteoartrosi 34 .
258<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
“ La terapia con<br />
glitazoni<br />
contribuisce alla<br />
perdita ossea<br />
soprattutto nelle<br />
donne, ma anche<br />
negli uomini ”<br />
Anemia<br />
I glitazoni possono<br />
causare una riduzione<br />
della concentrazione<br />
di emoglobina<br />
31 . Nei trial clinici,<br />
l’anemia è stata<br />
osservata nell’8,5%<br />
dei pazienti obesi<br />
trattati con l’associazionerosiglitazone-<br />
metformina 35 e, sulla base di quanto riportato nel<br />
Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto statunitense,<br />
questa reazione interessa l’1,2% dei pazienti<br />
trattati con pioglitazone-metformina 36 .<br />
Cancro<br />
Una revisione della Food and Drug Administration<br />
(FDA), che ha preso in esame gli studi condotti<br />
su roditori esposti per 2 anni a 11 PPAR agonisti,<br />
ha mostrato che i tumori si sviluppano in vari tessuti,<br />
similmente alla distribuzione dei recettori<br />
PPAR 37 . Gli agonisti del PPAR sono cancerogeni in<br />
diverse specie animali, in entrambi i sessi e a vari<br />
livelli 38,39 . In particolare, cancro della vescica e leio-<br />
Tabella – Informazioni dalle agenzie regolatorie.<br />
miosarcoma sono stati associati a pioglitazone, lipoma<br />
e cancro del colon al rosiglitazone. Il muraglitazar,<br />
glitazone mai immesso in commercio, provoca<br />
cancro alla vescica, alla colecisti e all’utero 40 .<br />
Due trial placebo controllati, della durata di 3<br />
anni, hanno rilevato, su 3656 pazienti trattati con<br />
pioglitazone, 16 casi di cancro alla vescica, rispetto<br />
a 5 casi riportati tra i 3679 controlli 41 .<br />
Altri effetti avversi<br />
I glitazoni sono stati associati anche a disturbi<br />
epatici e biliari di vario tipo (non dimentichiamo<br />
che il troglitazone è stato ritirato dal commercio proprio<br />
per la sua epatotossicità) 42 . Da tempo sono inoltre<br />
noti gli effetti avversi di tipo oculare, come edema<br />
della macula e riduzione dell’acuità visiva 43,44 .<br />
Conclusioni<br />
AGGIORNAMENTI<br />
I glitazoni si sono aggiunti ad un’ampia lista di<br />
agenti ipoglicemizzanti di uso consolidato nella terapia<br />
del diabete, quali biguanidi, sulfoniluree, meglitinidi<br />
e inibitori dell’alfa glicosidasi, oltre all’insulina<br />
che rimane un’ottima alternativa al tratta-<br />
Agenzia Periodo Avvertenza<br />
EMEA Ottobre <strong>2007</strong> Introduzione di una nuova avvertenza: uso del rosiglitazone nei pazienti con malattia<br />
(Europa) cardiaca ischemica solo dopo valutazione del rischio individuale. Evitare combinazione<br />
rosiglitazone e insulina. Nessuna avvertenza per il pioglitazone.<br />
ARGPM Dicembre <strong>2007</strong> Introduzione di una nuova avvertenza: uso del rosiglitazone nei pazienti con malattia<br />
(Australia) cardiaca ischemica solo dopo valutazione del rischio individuale.<br />
FDA Novembre <strong>2007</strong> Note informative importanti:<br />
(Stati Uniti) • in alcuni pazienti il rosiglitazone può causare ischemia del miocardio<br />
• è sconsigliata la co-somministrazione di rosiglitazone ed insulina<br />
• il rosiglitazone è sconsigliato nei pazienti cardiopatici in trattamento con nitrati.<br />
PHAC Novembre <strong>2007</strong> Nuove importanti restrizioni all’uso di rosiglitazone:<br />
(Canada) • il rosiglitazone non è più approvato in monoterapia per il diabete di tipo 2, eccetto<br />
nei casi in cui l’uso della metformina è controindicato o non tollerato<br />
• il rosiglitazone non è più approvato per uso combinato con una sulfonilurea, eccetto<br />
nei casi in cui l’uso della metformina è controindicato o non tollerato<br />
• il trattamento con tutti i prodotti a base di rosiglitazone è controindicata nei pazienti<br />
a qualsiasi stadio di insufficienza cardiaca<br />
• l’uso di rosiglitazone non è indicato con insulina.<br />
New Zealand Medicines Novembre <strong>2007</strong> Nota informativa: i glitazoni possono causare ritenzione idrica, in modo dose-dipendente<br />
and Medical Devices e più spesso quando utilizzati in associazione a insulina o sulfoniluree.<br />
Safety Authority Di conseguenza si può verificare un peggioramento o insorgenza di insufficienza cardiaca<br />
(Nuova Zelanda) ed edema maculare. Il pioglitazone e il rosiglitazone sono controindicati nei pazienti con<br />
insufficienza cardiaca di classe III e IV in base alla classificazione NYHA e sono sconsigliati<br />
nei pazienti con insufficienza cardiaca sintomatica.<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco
ollettino d’informazione <strong>sui</strong> farmaci<br />
mento con ipoglicemizzanti orali. Infatti, da un’analisi<br />
delle principali linee guida italiane ed internazionali<br />
sulla prevenzione e sul trattamento del<br />
diabete mellito di tipo II, condotta dall’Istituto Superiore<br />
di Sanità, in collaborazione con il Centro<br />
per la Valutazione dell’Efficacia dell’Assistenza Sanitaria<br />
(CeVEAS) 45 , emerge una concordanza di<br />
opinioni sul trattamento farmacologico, individuando<br />
la metformina come farmaco di elezione<br />
per i pazienti in sovrappeso ed una sulfonilurea per<br />
i pazienti normopeso. Qualora questi approcci terapeutici<br />
in monosomministrazione o in associazione<br />
non garantiscano un efficace controllo glicemico<br />
si consiglia l’assunzione di insulina.<br />
Al momento il profilo rischio-beneficio e la valutazione<br />
dell’efficacia e della sicurezza di questi farmaci<br />
sono sottoposti ad un’attenta rivalutazione da<br />
parte delle agenzie regolatorie (EMEA, FDA).<br />
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45. Programma Nazionale Linee Guida: www.pnlg.it/db/<br />
diabete/ (ultimo accesso 10-1-08).<br />
La Redazione ha ricevuto delle osservazioni in merito all’articolo “Efficacia dei vaccini anti-HPV” pubblicato sul BIF<br />
n.5/<strong>2007</strong>, pag. 200-205. Sono state segnalate alcune imprecisioni sulle quali riteniamo opportuno fare chiarezza con<br />
il seguente “Errata corrige”.<br />
VERSIONE IMPRECISA<br />
Riassunto riga 14<br />
(…) quando nell’analisi si includono anche ragazze che<br />
hanno già iniziato l’attività sessuale (efficacia del 18%).<br />
Versione inglese del riassunto<br />
This decrease is more evident if patients who have a sexual activity<br />
are also included in the analysis (efficacy of 18%).<br />
Scenario 1 riga 4<br />
si stima che circa il 50% delle donne sessualmente attive<br />
contragga un’infezione da HPV nei tre anni successivi all’inizio<br />
dell’attività sessuale.<br />
Scenario 2 riga 8<br />
Distinguere le ragazze già immuni o con infezione da quelle<br />
suscettibili per offrire la vaccinazione selettivamente solo a<br />
queste ultime non è oggi realizzabile<br />
Conclusioni riga 10<br />
è necessario adeguare la formazione dei pediatri che vaccinano.<br />
Tabella I, legenda<br />
GW= escrescenze<br />
Vain= neoplasia intraepiteliale genitale<br />
Tabella II, intestazione della 4 a colonna<br />
% (IC 95%)<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
VERSIONE CORRETTA<br />
Infine, quando l’analisi viene effettuata sull’intera coorte<br />
arruolata negli studi, che include anche le ragazze che hanno<br />
già acquisito l’infezione, viene stimata un’efficacia del 18%.<br />
Finally, efficacy is estimated at 18% when the analysis is carried<br />
out in the whole cohort of patients enrolled, including women<br />
who have already acquired HPV infection.<br />
si stima che circa il 50% delle donne sessualmente attive<br />
contragga un’infezione da HPV nei due anni successivi all’inizio<br />
dell’attività sessuale.<br />
Distinguere le ragazze già immuni da quelle suscettibili per<br />
offrire la vaccinazione selettivamente solo a queste ultime<br />
non è oggi realizzabile<br />
è necessario adeguare la formazione dei pediatri e dei medici<br />
ed operatori dei servizi vaccinali.<br />
GW= condilomi genitali<br />
Vain= neoplasia intraepiteliale vaginale<br />
Efficacia del vaccino nella clearance virale % (IC 95%).
FARMACOVIGILANZA<br />
Piroxicam: ulteriori restrizioni e avvertenze<br />
sulla sicurezza<br />
Il piroxicam è un farmaco anti-infiammatorio<br />
non-steroideo (FANS) con proprietà anti-infiammatorie,<br />
analgesiche e antipiretiche. È stato<br />
autorizzato nell’Unione Europea sulla base di procedure<br />
di immissione in commercio di tipo nazionali.<br />
Nel 2005 il Comitato scientifico per i medicinali<br />
per uso umano (CHMP – Committee for human<br />
medicinal Products) dell’Agenzia europea dei<br />
medicinali (EMEA) ha riesaminato la sicurezza cardiovascolare,<br />
gastrointestinale e cutanea di tutti i<br />
FANS non selettivi.<br />
Da questa valutazione, che si è conclusa nell’ottobre<br />
2005, non sono emerse particolari e nuove<br />
problematiche di sicurezza per la classe dei<br />
FANS non selettivi, nel suo complesso, se non per<br />
tre molecole: ketorolac trometamina, ketoprofene<br />
e piroxicam.<br />
Sono state quindi adottate delle raccomandazioni<br />
che hanno portato a modificare le informazioni<br />
sul prodotto (i cosiddetti “elementi<br />
chiave”) dei FANS non selettivi e si è<br />
deciso di procedere ad una ulteriore<br />
valutazione del rapporto beneficiorischio<br />
specifica per le tre molecole<br />
sopra elencate.<br />
A giugno 2006, ovvero al termine<br />
della revisione dei dati epidemiologici<br />
e di segnalazione spontanea, è<br />
emerso un aumentato rischio di reazioni<br />
gastrointestinali e cutanee per<br />
piroxicam rispetto agli altri FANS<br />
non selettivi.<br />
Dei risultati di questa valutazione<br />
è stata informata anche la Commissione<br />
Europea, che ha ritenuto utile<br />
per la salute pubblica procedere a una<br />
nuova valutazione globale del rapporto<br />
beneficio-rischio di piroxicam.<br />
Il 2 agosto 2006 questa decisione<br />
è stata notificata all’EMEA e il 21 settembre<br />
2006 è stata avviata una procedura<br />
di referral, ai sensi dell’articolo<br />
31 della direttiva 2001/83/CE e<br />
successive modifiche. Sostanzial-<br />
“ Il rapporto<br />
beneficio-rischio<br />
è positivo solo<br />
per il trattamento<br />
sintomatico di<br />
osteoartrosi,<br />
artrite<br />
reumatoide<br />
o spondilite<br />
anchilosante<br />
e non per il<br />
trattamento<br />
acuto del<br />
dolore ”<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
261<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
mente, con l’avvio di questa procedura, la Commissione<br />
europea ha chiesto al CHMP di esprimere<br />
un parere sulla necessità o meno di mantenere,<br />
modificare, sospendere o revocare le autorizzazioni<br />
all’immissione in commercio di tutti i<br />
medicinali contenenti piroxicam.<br />
Il CHMP ha quindi riesaminato i dati presentati<br />
dai titolari delle autorizzazioni all’immissione<br />
in commercio, provenienti da studi clinici, studi<br />
epidemiologici e segnalazioni spontanee di reazioni<br />
avverse al farmaco.<br />
Il 21 giugno <strong>2007</strong> il CHMP ha concluso la valutazione<br />
ed ha ritenuto che il rapporto beneficio-rischio<br />
è positivo solo per il trattamento sintomatico<br />
di osteoartrosi, artrite reumatoide o<br />
spondilite anchilosante e non per la condizione<br />
di trattamento acuto del dolore, che è stata revocata.<br />
Dagli studi epidemiologici è infatti emerso<br />
che le formulazioni sistemiche di piroxicam<br />
sono associate a un più elevato rischio di grave<br />
tossicità gastrointestinale rispetto ad altri FANS<br />
e a un più elevato rischio di gravi reazioni<br />
cutanee rispetto ai FANS non<br />
“oxicami”.<br />
Nel Riassunto delle Caratteristiche<br />
del Prodotto e del Foglio illustrativo<br />
di piroxicam sono state anche inserite<br />
delle restrizioni d’uso ed avvertenze<br />
e sono state rafforzate le controindicazioni<br />
in relazione alla sicurezza<br />
gastrointestinale e cutanea.<br />
Le conclusioni del CHMP riguardano<br />
solo le formulazioni sistemiche<br />
di piroxicam e non quelle topiche per<br />
le quali è stato concordato che non<br />
sono necessarie restrizioni. L’uso dei<br />
FANS topici è infatti accompagnato da<br />
un’esposizione sistemica marcatamente<br />
ridotta rispetto ai dosaggi sistemici<br />
e, pertanto, si prevede un minor tasso<br />
di eventi avversi sistemici in seguito<br />
all’uso di formulazioni topiche.<br />
Le principali raccomandazioni<br />
adottate dal CHMP per il piroxicam<br />
sono state le seguenti:
262<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
• Non è un FANS di prima scelta.<br />
• I benefici sono superiori ai rischi solo nel<br />
trattamento sintomatico di 3 condizioni patologiche:<br />
osteoartrite, artrite reumatoide e<br />
spondilite anchilosante.<br />
• Non deve essere usato nel trattamento di condizioni<br />
acute, per le quali sono disponibili altre<br />
terapie altrettanto efficaci e più sicure.<br />
• La prescrizione deve essere iniziata da un<br />
medico esperto nella diagnosi e nel trattamento<br />
di pazienti con malattie reumatiche<br />
infiammatorie o degenerative.<br />
• La dose massima giornaliera raccomandata<br />
è di 20 mg.<br />
• La prima prescrizione deve coprire solo 2 settimane<br />
di terapia, dopo tale periodo il trattamento<br />
deve essere riesaminato. In ogni<br />
caso, tutti i pazienti in trattamento devono<br />
essere frequentemente riesaminati.<br />
• La prescrizione non deve essere effettuata in pazienti<br />
che hanno una maggiore probabilità di<br />
sviluppare effetti indesiderati, come quelli con<br />
una storia di disturbi gastrointestinali associati<br />
a sanguinamento, o quelli che hanno avuto<br />
reazioni cutanee causate da altri medicinali.<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
FARMACOVIGILANZA<br />
• Deve essere sempre tenuta in considerazione<br />
l’opportunità di associare un agente gastroprotettore,<br />
come misoprostolo o un inibitore<br />
di pompa protonica.<br />
• Non deve essere prescritto in associazione ad<br />
altro FANS o a un anticoagulante.<br />
In Italia, le modifiche al Riassunto delle Caratteristiche<br />
del Prodotto e del Foglio illustrativo dei<br />
medicinali contenenti piroxicam sono in corso di<br />
implementazione e riguardano le sezioni “Indicazioni<br />
terapeutiche”, “Posologia e modo di somministrazione”,<br />
“Controindicazioni” e “Avvertenze<br />
speciali e precauzioni di impiego”.<br />
A livello europeo è stata anche predisposta una<br />
Nota Informativa Importante (NII) al fine di comunicare<br />
a tutti gli operatori sanitari il potenziale<br />
rischio di complicazioni gastrointestinali e cutanee<br />
conseguenti all’uso di piroxicam. La NII<br />
oltre ad essere stata pubblicata sul sito internet<br />
dell’AIFA (http://www.agenziafarmaco.it) è<br />
stata distribuita a più di 110.000 tra medici di medicina<br />
generale, cardiologi, geriatri, internisti, ginecologi,<br />
otorinolaringoiatri, fisiatri, reumatologi,<br />
ortopedici, urologi e odontoiatri.<br />
a proposito di… Atomoxetina e Registro nazionale dell’ADHD<br />
La prescrizione e la somministrazione in età pediatrica della specialità medicinale contenente atomoxetina (Strattera ® ),<br />
così come per il metilfenidato (Ritalin ® ), sono sottoposte a rigide misure che fanno capo al Registro nazionale dell’ADHD.<br />
Tale Registro, infatti, vincola la somministrazione di metilfenidato e atomoxetina ad uno specifico piano terapeutico semestrale<br />
a cui il paziente viene sottoposto una volta iscritto e preso in carico, a garanzia di un percorso diagnostico e terapeutico<br />
certo e responsabile quanto all’appropriatezza della cura e alla sicurezza dell’impiego dei medicinali nel trattamento<br />
farmacologico.<br />
Il paziente viene seguito presso Centri clinici accreditati individuati dalle singole Regioni, che interagiscono a loro volta con<br />
i neuro-psichiatri infantili ed i pediatri di base. È presso i Centri che avviene l’elaborazione del piano terapeutico semestrale<br />
e solo questi ultimi sono preposti all’eventuale dispensazione dei medicinali nel caso di terapia farmacologica. Gli<br />
stessi garantiscono inoltre la verifica dell’efficacia e dell’opportunità della cura, attraverso controlli periodici a una, quattro<br />
settimane e successivamente ogni mese fino allo scadere del semestre.<br />
Il Registro è gestito dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’Agenzia Italiana del Farmaco, ed è attivo da<br />
circa sei mesi.<br />
Maggiori informazioni su di esso e sul modello italiano per la cura della sindrome da ADHD sono disponibili sul sito dedicato<br />
www.iss.it/adhd
DEAR DOCTOR LETTER<br />
Specialità:<br />
RINOVIT PAIDO ®<br />
(GOCCE NASALI E POMATA)<br />
Principio attivo:<br />
efedrina, eucaliptolo, essenza<br />
di Niaouli<br />
Azienda:<br />
Laboratorio Farmaceutico SIT<br />
Indicazioni: Decongestionante nasale<br />
nelle riniti (raffreddori), sinusiti,<br />
adenoiditi, rinofaringiti.<br />
Informazioni di sicurezza: introduzione<br />
di una nuova controindicazione<br />
al di sotto dei 12 anni<br />
di età e modifica del regime di fornitura<br />
con passaggio da farmaco<br />
da banco a obbligo di ricetta ripetibile.<br />
La controindicazione è stata<br />
introdotta a seguito di una rivalutazione<br />
del rapporto beneficio-rischio<br />
condotta dall’AIFA e risultata<br />
sfavorevole nei bambini al<br />
di sotto dei 12 anni, per Rinovit<br />
Paido ® gocce nasali e pomata così<br />
come per tutti gli altri decongestionanti<br />
nasali simpaticomimetici<br />
per uso topico.<br />
settembre <strong>2007</strong><br />
Specialità:<br />
ELENCO COMPLETO DELLE FOR-<br />
MULAZIONI SISTEMICHE CONTE-<br />
NENTI PIROXICAM DISPONIBILE<br />
SUL PORTALE DELL’AIFA<br />
Principio attivo:<br />
piroxicam<br />
Azienda:<br />
Varie<br />
Indicazioni: trattamento sintomatico<br />
di osteoartrosi, artrite reumatoide<br />
o spondilite anchilosante. Non<br />
di prima scelta.<br />
Informazioni di sicurezza: evidenze<br />
epidemiologiche di alcuni studi<br />
osservazionali hanno suggerito<br />
che piroxicam può essere associato<br />
ad un rischio elevato di grave<br />
tossicità gastrointestinale e a<br />
complicanze a livello cutaneo.<br />
Sono state introdotte nuove raccomandazioni<br />
terapeutiche, nuove<br />
controindicazioni, avvertenze<br />
speciali e restrizioni sull’uso di piroxicam.<br />
novembre <strong>2007</strong><br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
Specialità:<br />
PROTELOS/OSSEOR ®<br />
Principio attivo:<br />
ranelato di stronzio<br />
Azienda:<br />
Les Laboratoires Servier<br />
263<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Si pubblicano di seguito, in forma sintetica, Dear Doctor Letter (DDL) recentemente inviate ai medici per diffondere<br />
tempestivamente nuove evidenze sulla sicurezza di alcuni medicinali.<br />
Le DDL sono concordate con l’ AIFA che quindi ne condivide i contenuti; con la loro pubblicazione sul <strong>Bollettino</strong><br />
d’Informazione <strong>sui</strong> <strong>Farmaci</strong> si intende sottolinearne l’importanza e facilitarne l’archiviazione. Le versioni integrali<br />
sono disponibili sul portale dell’AIFA (www.agenziafarmaco.it) nella sezione dedicata alla Farmacovigilanza.<br />
Si ricorda inoltre che per ulteriori informazioni ci si può rivolgere via fax all’Ufficio Farmacovigilanza:<br />
06/59784142 o al numero verde del Servizio d’Informazione sul Farmaco <strong>Farmaci</strong>-line: 800 571661.<br />
Indicazioni: osteoporosi postmenopausale,<br />
per ridurre il rischio di fratture<br />
vertebrali e dell’anca.<br />
Informazioni di sicurezza: in tre<br />
anni di commercializzazione sono<br />
stati segnalati 16 casi, inclusi due<br />
con esito fatale, di sindrome da ipersensibilità<br />
conosciuta come sindrome<br />
di DRESS (Drug Rash with Eosinophilia<br />
and Systemic Symptoms).<br />
Questo deve essere inquadrato alla<br />
luce di una esposizione totale di circa<br />
570.000 pazienti/anno. Il tempo<br />
di insorgenza è stato generalmente<br />
di circa 3-6 settimane dall’inizio della<br />
terapia. In caso di comparsa di<br />
reazioni cutanee il trattamento deve<br />
essere immediatamente interrotto.<br />
novembre <strong>2007</strong>
264<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Specialità:<br />
MMRVAXPRO ®<br />
Principio attivo:<br />
virus vivo attenuato del morbillo,<br />
della parotite e della rosolia<br />
Azienda:<br />
Sanofi Pasteur MSD<br />
Indicazioni: vaccinazione simultanea<br />
contro morbillo, parotite e rosolia<br />
in soggetti di età pari o superiore<br />
a 12 mesi.<br />
Informazioni di sicurezza: divieto<br />
di utilizzo di 3 lotti (NG04170,<br />
NG15530, NG16090) a seguito di<br />
6 casi di sospetta anafilassi, verificatisi<br />
in Canada, in pazienti che<br />
avevano ricevuto un lotto diverso<br />
(1529U) di questo vaccino, ma che<br />
contiene alcuni componenti comuni<br />
ai tre lotti sopracitati in commercio<br />
in Italia. La sospensione è<br />
da considerarsi temporanea in attesa<br />
che vengano completate la valutazione<br />
dei 6 casi e le analisi sul<br />
lotto coinvolto.<br />
dicembre <strong>2007</strong><br />
Specialità:<br />
AVALOX ® /OCTEGRA ® /<br />
ACTIRA ® /PROFLOX ®<br />
Principio attivo:<br />
moxifloxacina<br />
Azienda:<br />
Bayer S.p.A., Innova Pharma,<br />
Sigma-Tau, Bayer A.G.<br />
Indicazioni: riacutizzazione di<br />
bronchite cronica; polmonite acquisita<br />
in comunità, con l’esclusione<br />
delle forme gravi; sinusite<br />
acuta batterica, qualora siano sostenute<br />
da batteri sensibili alla<br />
moxifloxacina.<br />
Informazioni di sicurezza: una recente<br />
valutazione europea delle<br />
reazioni avverse correlate alla<br />
moxifloxacina ha portato alle raccomandazioni<br />
seguenti: il trattamento<br />
con moxifloxacina è associato<br />
al rischio di sviluppare manifestazioni<br />
pericolose per la vita del<br />
paziente come epatite fulminante,<br />
che potenzialmente può portare<br />
ad insufficienza epatica, e reazioni<br />
cutanee bollose come la Sindrome<br />
di Stevens-Johnson o la<br />
necrolisi epidermica tossica. I pazienti<br />
devono interrompere il trattamento<br />
e contattare il medico<br />
qualora si manifestino segni e sintomi<br />
iniziali di queste reazioni.<br />
febbraio 2008<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
DEAR DOCTOR LETTER<br />
Specialità:<br />
SEBIVO ®<br />
Principio attivo:<br />
telbivudina<br />
Azienda:<br />
Novartis Europharm Limited<br />
Indicazioni: trattamento dell’epatite<br />
cronica B in pazienti adulti con<br />
malattia epatica compensata ed evidenza<br />
di replicazione virale, con livelli<br />
persistentemente elevati dell’alanina<br />
aminotransferasi sierica ed<br />
evidenza istologica di infiammazione<br />
attiva e/o fibrosi.<br />
Informazioni di sicurezza: i dati di<br />
uno studio registrativo di fase III<br />
hanno evidenziato un aumento del<br />
rischio di neuropatia periferica in<br />
pazienti con epatite cronica B trattati<br />
con telbivudina. Un secondo<br />
studio ha messo in evidenza che rischio<br />
di neuropatia periferica è aumentato<br />
quando telbivudina e interferone<br />
alfa-2a pegilato sono<br />
somministrati in associazione. Sulla<br />
base della revisione di questi dati<br />
è stato deciso di interrompere il<br />
braccio di trattamento in associazione<br />
mentre sta continuando il<br />
trattamento dei pazienti nei bracci<br />
in monoterapia.<br />
febbraio 2008<br />
L’AIFA coglie l’occasione per ricordare a tutti i medici l’importanza della segnalazione delle reazioni avverse da<br />
farmaci, quale strumento indispensabile per confermare un rapporto beneficio rischio favorevole nelle loro<br />
reali condizioni di impiego. Le segnalazioni di sospetta reazione avversa da farmaci devono essere inviate al Re-<br />
sponsabile di Farmacovigilanza della Struttura di appartenenza.
DALLA LETTERATURA<br />
News e farmaci, le top stories <strong>2007</strong><br />
All’inizio di ogni anno gli editori di Journal Watch (www.jwatch.org) presentano nella loro rivista una selezione di Top<br />
Medical Stories sugli argomenti più rilevanti apparsi in campo medico-scientifico nei dodici mesi appena trascorsi. Di<br />
seguito riportiamo alcune delle notizie più importanti rilevate nel settore farmaceutico durante il <strong>2007</strong>.<br />
Un pessimo anno<br />
per le eritropoetine<br />
Le epoetine sono farmaci preziosi ma<br />
devono essere usati con cautela.<br />
Le eritropoetine, come epoetina e<br />
darboepoetina, vengono impiegate<br />
per il trattamento dell’anemia sintomatica<br />
associata ad insufficienza<br />
renale cronica (IRC) e chemioterapia<br />
oncologica. Tuttavia, recenti<br />
studi hanno evidenziato problemi<br />
relativi alla sicurezza di questi farmaci,<br />
in particolare quando vengono<br />
usati per indurre i livelli di emoglobina<br />
(Hb) > 12g/dL.<br />
In uno studio internazionale, 603<br />
pazienti IRC non dializzati con livelli<br />
Hb di 11-12,5 g/dL sono stati<br />
randomizzati a ricevere epoetina β<br />
per correggere in maniera completa<br />
l’anemia (livelli target di Hb, 13-15<br />
g/dL) o a ricevere epoetina β quando<br />
i livelli Hb scendevano sotto 10,5<br />
mg/dL (livelli target di Hb, 10,5-<br />
11,5 g/dL). L’eventualità che si verificassero<br />
eventi cardiovascolari era<br />
la stessa in entrambi i gruppi. È risultato<br />
significativamente più probabile<br />
che andassero incontro ad<br />
emicrania e ipertensione e richiedessero<br />
emodialisi i pazienti del<br />
gruppo sottoposto a correzione<br />
completa dell’anemia 1-3 .<br />
In uno studio americano, 1432 pazienti<br />
IRC non dializzati con livelli<br />
di Hb < 11 g/dL sono stati randomizzati<br />
a ricevere epoetina α per<br />
raggiungere livelli target di Hb di<br />
13,5 g/dL o 11,3 mg/dL. Il trial è stato<br />
interrotto prematuramente, dal<br />
momento che i pazienti con target<br />
alto di Hb sono andati incontro ad<br />
eventi estremi significativamente<br />
maggiori (decesso, infarto del miocardio,<br />
insufficienza cardiaca e<br />
stroke) rispetto al gruppo con target<br />
basso 1-3 . Una metanalisi di nove<br />
trial randomizzati (compresi i due<br />
sopra descritti) ha confermato esiti<br />
inferiori nei pazienti IRC che sono<br />
stati trattati per raggiungere target<br />
alti di Hb, rispetto a pazienti simili<br />
i cui target erano più bassi 4 .<br />
Anche i risultati di studi recenti hanno<br />
sollevato preoccupazioni circa la<br />
sicurezza delle eritroepoetine nei pazienti<br />
oncologici. Ad esempio, in<br />
uno di questi trial, i pazienti con carcinoma<br />
polmonare non a piccole<br />
cellule avanzato e livelli di Hb 12<br />
g/dL sono stati randomizzati a ricevere<br />
epoetina α (livelli target di Hb,<br />
12-14 g/dL) o placebo. Il trial è stato<br />
interrotto prematuramente poiché<br />
un’analisi ad interim dei dati ha<br />
rilevato una sopravvivenza mediana<br />
significativamente più breve nel<br />
gruppo trattato con epoetina rispetto<br />
al gruppo placebo 5 .<br />
Queste scoperte hanno spinto la<br />
Food and Drug Administration<br />
(FDA) ad emettere, nel <strong>2007</strong>, nuovi<br />
comunicati sull’impiego delle eritropoetine.<br />
La FDA avvisa che questi<br />
farmaci possono stimolare la crescita<br />
del tumore e abbassare le possibilità<br />
di sopravvivenza dei pazienti<br />
oncologici, possono anche aumentare<br />
il rischio di decesso e di<br />
eventi avversi cardiovascolari quando<br />
vengono somministrati per raggiungere<br />
livelli di Hb >12 g /dL. La<br />
FDA raccomanda di usare la dose efficace<br />
più bassa di eritropoetine al<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
fine di evitare trasfusioni di sangue;<br />
raccomanda, inoltre, di interrompere<br />
il trattamento con questi farmaci<br />
in caso di livelli di Hb >12<br />
g/dL. L’ultimo alert della FDA è disponibile<br />
sul sito dell’agenzia 6 .<br />
Bibliografia<br />
265<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
1. Singh AK, et al. Correction of anemia<br />
with epoetin alfa in chronic kidney<br />
disease. N Engl J Med 2006;<br />
355: 2085-98.<br />
2. Drüeke TB, et al. Normalization of<br />
hemoglobin level in patients with<br />
chronic kidney disease and anemia.<br />
N Engl J Med 2006; 355: 2071-84.<br />
3. Remuzzi G, Ingelfinger JR. Correction<br />
of anemia. Payoffs and problems. N<br />
Engl J Med 2006; 355: 2144-6.<br />
4. Phrommintikul A, et al. Mortality and<br />
target haemoglobin concentrations<br />
in anaemic patients with chronic kidney<br />
disease treated with erythropoietin:<br />
a meta-analysis. Lancet <strong>2007</strong>;<br />
369: 381-8.<br />
5. Wright JR, et al. Randomized, double-blind,<br />
placebo-controlled trial of<br />
erythropoietin in non-small-cell lung<br />
cancer with disease-related anemia. J<br />
Clin Oncol <strong>2007</strong>; 25: 1027-32.<br />
6. www.fda.gov/cder/drug/InfoSheets<br />
/HCP/RHE<strong>2007</strong>HCP.pdf (ultimo<br />
accesso 12 febbraio 2008).<br />
Gli integratori alimentari non<br />
prevengono il declino cognitivo,<br />
le patologie cardiovascolari o le<br />
infezioni<br />
Numerosi studi e metanalisi hanno<br />
portato alla stessa conclusione:<br />
nessun beneficio.<br />
Nel 2006, solo negli USA le vendite<br />
di integratori alimentari hanno superato<br />
i 4,5 miliardi di dollari. Nel
266<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
<strong>2007</strong>, sono stati condotti diversi<br />
studi per valutare se questi integratori<br />
– in particolare le vitamine che<br />
vengono vendute come antiossidanti<br />
– possano recare giovamento.<br />
I ricercatori di uno studio randomizzato<br />
1 hanno valutato se il trattamento<br />
a lungo termine con un integratore<br />
di vitamina E potesse rallentare<br />
il declino cognitivo nelle<br />
donne anziane (età 65 anni all’ingresso<br />
nello studio). Dopo 10<br />
anni, la funzione cognitiva globale<br />
non differiva nei due gruppi placebo<br />
e vitamina E. Nelle analisi secondarie,<br />
sono state osservate riduzioni<br />
del declino cognitivo statisticamente<br />
significative in diversi sottogruppi<br />
che assumevano vitamina<br />
E (per es. donne con basse somministrazioni<br />
di vitamina E, donne che<br />
facevano attività fisica meno di una<br />
volta alla settimana, e donne senza<br />
diabete), ma queste riduzioni erano<br />
basse e di dubbia rilevanza clinica.<br />
Un altro studio randomizzato 2 ha<br />
coinvolto donne con storia di malattia<br />
cardiovascolare o tre o più fattori<br />
di rischio per patologia cardiovascolare<br />
(CVD). Dopo una media di 9<br />
anni, non è stata rilevata alcuna riduzione<br />
nell’end point cardiovascolare<br />
combinato con integrazioni di<br />
vitamina C, vitamina E, o β-carotene,<br />
assunti sia da soli sia in combinazione.<br />
Nel sottogruppo di donne con<br />
storia di CVD, la vitamina E è stata<br />
associata a una riduzione marginalmente<br />
significativa dell’end point.<br />
In uno studio canadese 3 , i pazienti<br />
sono stati randomizzati a ricevere<br />
un integratore minerale e multivitaminico<br />
o placebo. Nel corso dei 18<br />
mesi di follow up, i due gruppi placebo<br />
e multivitaminico hanno riportato<br />
dati simili relativamente a<br />
infezioni per paziente, visite al<br />
pronto soccorso, ospedalizzazioni.<br />
Infine, in una metanalisi 4 di 68 trial<br />
clinici randomizzati e più di 230.000<br />
pazienti, i ricercatori hanno valutato<br />
l’effetto di β-carotene, vitamina A,<br />
vitamina C, vitamina E, o integrato-<br />
re di selenio, in combinazione o singolarmente,<br />
rispetto a placebo. In generale,<br />
non è stato rilevato alcun beneficio<br />
in quanto a mortalità. Nell’esaminare<br />
47 trial di elevata qualità<br />
metodologica, è stato riscontrato un<br />
aumento significativo del rischio di<br />
mortalità con β-carotene, vitamina<br />
A, vitamina E (rischi relativi rispettivamente<br />
di 1,05; 1,16; 1,04).<br />
Nel complesso, questi studi non<br />
sono riusciti a mostrare alcuna evidenza<br />
a sostegno di benefici associati<br />
agli integratori vitaminici, e non si<br />
possono escludere potenziali danni.<br />
I pazienti dovrebbero essere avvisati<br />
che vi sono poche evidenze a sostegno<br />
dell’impiego degli integratori, se<br />
non per indicazioni specifiche (per<br />
es. l’acido folico in gravidanza).<br />
Bibliografia<br />
1. Kang JH, et al. A randomized trial of<br />
vitamin E supplementation and cognitive<br />
function in women. Arch Intern<br />
Med 2006; 166: 2462-8.<br />
2. Cook NR, et al. A randomized factorial<br />
trial of vitamins C and E and beta<br />
carotene in the secondary prevention<br />
of cardiovascular events in women:<br />
results from the Women’s Antioxidant<br />
Cardiovascular Study. Arch Intern<br />
Med <strong>2007</strong>; 167: 1610.<br />
3. Liu BA, et al. Effect of multivitamin and<br />
mineral supplementation on episodes of<br />
infection in nursing home residents: a<br />
randomized, placebo-controlled study. J<br />
Am Geriatr Soc <strong>2007</strong>; 55: 35-42.<br />
4. Bjelakovic G, et al. Mortality in randomized<br />
trials of antioxidant supplements<br />
for primary and secondary prevention:<br />
systematic review and metaanalysis.<br />
JAMA <strong>2007</strong>; 297: 842-57.<br />
Ricerca pediatrica: gli steroidi<br />
non funzionano nel trattamento<br />
della bronchiolite<br />
Una dose di desametasone per via orale<br />
non si è rivelata diversa dal placebo.<br />
Negli USA la bronchiolite è una della<br />
cause principali di ospedalizzazione<br />
per i neonati. L’impiego di steroidi<br />
nei bambini affetti da bronchioli-<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
DALLA LETTERATURA<br />
te rimane controverso per la mancanza<br />
di studi di alta qualità e sufficiente<br />
potenza. In un trial clinico in<br />
doppio cieco multicentrico, i ricercatori<br />
hanno randomizzato 600 neonati<br />
(con range di età 2-12 mesi), che<br />
si erano presentati al pronto soccorso<br />
senza storia di dispnea e un quadro<br />
clinico di bronchiolite di grado<br />
moderato/grave, a ricevere una singola<br />
dose di desametasone (1mg/kg)<br />
o placebo. L’outcome primario è stato<br />
l’ospedalizzazione 4 ore dopo la<br />
somministrazione del farmaco 1 .<br />
Il numero di bambini ammessi in<br />
ospedale è stato pressoché analogo<br />
nel gruppo trattato con steroidi e in<br />
quello trattato con placebo (rispettivamente<br />
di 39,7% e 41,0%). Non è<br />
emersa alcuna differenza dalle analisi<br />
per sottogruppi dei bambini che<br />
erano risultati positivi al virus sinciziale<br />
respiratorio, di quelli più piccoli<br />
di 6 mesi, o di quei bambini con<br />
storia di eczema o storia familiare di<br />
asma. Nei due gruppi sono risultati<br />
simili sia la durata di degenza per i<br />
bambini ospedalizzati, sia il ricovero<br />
nei 7 giorni successivi all’intervento.<br />
È probabile che questo trial rappresenti<br />
lo studio definitivo sull’impiego,<br />
in ambito ambulatoriale, degli<br />
steroidi per il trattamento della bronchiolite<br />
nei bambini piccoli. Gli steroidi<br />
non apportano alcun beneficio<br />
ai bambini piccoli che non presentano<br />
storia di dispnea. Questi risultati<br />
concordano con una recente linea<br />
guida dell’American Academy of<br />
Pediatrics, la quale indica che i corticosteroidi<br />
non dovrebbero essere<br />
impiegati abitualmente per il trattamento<br />
della bronchiolite 2 .<br />
Bibliografia<br />
1. Corneli HM, et al. A multicenter, randomized,<br />
controlled trial of dexamethasone<br />
for bronchiolitis. N Engl J<br />
Med <strong>2007</strong>; 357: 331-9.<br />
2. Subcommittee on Diagnosis and Management<br />
of Bronchiolitis. Diagnosis<br />
and Management of Bronchiolitis. Pediatrics<br />
2006; 118: 1774-93.
ollettino d’informazione <strong>sui</strong> farmaci<br />
Effetti della terapia inalatoria<br />
sulla mortalità da BPCO<br />
Le terapie attive non hanno abbassato<br />
in maniera significativa la<br />
mortalità a 3 anni, ma alcuni outcome<br />
sono risultati migliori con la terapia<br />
combinata o con la monoterapia di βagonisti<br />
a lunga durata d’azione piuttosto<br />
che con la monoterapia steroidea.<br />
I corticosteroidi per via inalatoria e<br />
i β-agonisti a lunga durata d’azione<br />
diminuiscono la mortalità nei pazienti<br />
con broncopneumopatia cronica<br />
ostruttiva (BPCO)? Per rispondere<br />
alla questione, ricercatori sponsorizzati<br />
dall’industria hanno condotto<br />
lo studio TORCH, che ha incluso<br />
6000 pazienti con BPCO (FEV 1<br />
268<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Come migliorare la qualità dei resoconti<br />
di studi osservazionali<br />
Chi fa ricerca clinica deve disporre di linee guida per riferire i risultati degli studi: si tratta di indicazioni utili sia per<br />
chi deve preparare gli articoli sia per chi deve valutarne il contenuto. Il lavoro della STROBE Initiative* si inserisce nella<br />
cornice delineata dalle diverse équipe che negli ultimi anni hanno lavorato a documenti simili: dall'AGREE al CONSORT<br />
al GRADE. Definire standard formali e sostanziali è una garanzia in più per la qualità della letteratura scientifica ma,<br />
prima ancora, della ricerca.<br />
Intervista con Erik von Elm 1 , per la<br />
STROBE Initiative<br />
Qual è l’obiettivo che si prefigge<br />
il network di esperti in metodologia<br />
clinica, di ricercatori e direttori<br />
di riviste scientifiche che<br />
hanno sviluppato le raccomandazioni<br />
sintetizzate nel documento<br />
STROBE?<br />
L’obiettivo è semplicemente<br />
quello di fornire una guida su come<br />
riportare correttamente la ricerca osservazionale:<br />
queste raccomandazioni<br />
non sono prescrizioni su come<br />
disegnare o condurre gli studi. Inoltre,<br />
mentre la chiarezza nel riferire i<br />
risultati è un prerequisito per la loro<br />
valutazione, la checklist non è uno<br />
strumento per valutare la qualità<br />
della ricerca osservazionale.<br />
Lo statement STROBE è stato sviluppato<br />
per aiutare gli autori nella<br />
fase in cui redigono studi osservazionali<br />
analitici, per supportare lo<br />
staff editoriale e i revisori mentre<br />
considerano la pubblicabilità di<br />
questi lavori scientifici e per dare<br />
una mano ai lettori che vogliono<br />
leggere con spirito critico gli articoli<br />
pubblicati. Abbiamo sviluppato la<br />
checklist attraverso un procedimento<br />
aperto, facendo buon uso dell’esperienza<br />
fatta nelle iniziative precedenti,<br />
in particolare quella del<br />
CONSORT.<br />
Perché gli studi osservazionali sono<br />
così importanti nella ricerca clinica?<br />
Sono molte e diverse le problematiche<br />
esaminate con studi osservazionali.<br />
Molta della ricerca delle<br />
cause di malattia fa affidamento sugli<br />
studi di coorte, caso-controllo o<br />
trasversali. Gli studi osservazionali<br />
giocano un ruolo anche nella ricerca<br />
su benefici e danni degli interventi<br />
sanitari. Le sperimentazioni controllate<br />
randomizzate non possono rispondere<br />
a interrogativi importanti<br />
su determinati interventi. Per esempio,<br />
gli studi osservazionali sono più<br />
adatti a far emergere effetti indesiderati<br />
rari o tardivi di alcune terapie ed<br />
è più probabile che forniscano indicazioni<br />
<strong>sui</strong> risultati raggiunti nella<br />
pratica clinica quotidiana.<br />
Gli studi osservazionali sono utili a<br />
una serie di scopi, in un continuum dalla<br />
scoperta di nuovi dati alla conferma<br />
o al rigetto di precedenti presunte conquiste.<br />
Alcuni studi sono essenzialmente<br />
esplorativi e sollevano ipotesi interessanti.<br />
Altri perseguono ipotesi definite<br />
con chiarezza su dati disponibili.<br />
Nel vostro articolo sostenete che<br />
nella ricerca osservazionale pubblicata<br />
molte informazioni mancano o<br />
sono poco chiare. Può farci qualche<br />
esempio?<br />
Un’analisi degli studi epidemiologici<br />
pubblicata sulle riviste di medici-<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
bene, bravo, bif!<br />
na generale e specialistica ha messo in<br />
luce come il razionale che sottostava<br />
alla scelta di variabili potenzialmente<br />
confondenti spesso non era riportato.<br />
Solo pochi report di studi caso-controllo<br />
in psichiatria spiegavano i metodi<br />
usati per identificare i casi e i controlli.<br />
In una panoramica degli studi<br />
longitudinali sullo stroke, 17 su 49 articoli<br />
(il 35%) non specificavano i criteri<br />
di eleggibilità. Altri hanno sostenuto<br />
che senza una sufficiente chiarezza<br />
nel riportare i risultati, i benefici<br />
della ricerca emergono più lentamente<br />
e per questo sono necessarie indicazioni<br />
più precise riguardo alle modalità<br />
per riportare alla comunità scientifica<br />
i risultati degli studi osservazionali.<br />
Da parte vostra, siete convinti<br />
che lo statement STROBE non debba<br />
essere interpretato come un tentativo<br />
di obbligare ad un formato di<br />
esposizione rigido chi riporta la ricerca<br />
osservazionale…<br />
Sì, secondo noi i testi non devono<br />
essere “STROBEd”, nel senso che non<br />
vogliamo imporre delle regole alla<br />
preparazione di articoli o documenti,<br />
che si tratti di stile o di terminologia.<br />
Vogliamo incoraggiare gli autori a<br />
usare elementi narrativi, compresa la<br />
descrizione di casi esemplari, per integrare<br />
le informazioni essenziali riguardanti<br />
il loro studio così da rendere<br />
l’articolo una lettura interessante.<br />
1 Institute of Social and Preventive Medicine (ISPM), University of Bern, Switzerland.<br />
*Von Elm E, Altman DG, Egger M, Pocock SJ, Goetzsche PC, Vandenbroucke JP, for the STROBE Initiative. Strenghthening the reporting of observational<br />
studies in epidemiology (STROBE) statement: guidelines for reporting observational studies. PLOS Med <strong>2007</strong>; 4: e296. 10.1371/journal.pmed.0040296
oastbif<br />
Vino e alcolici. Conoscerne i rischi<br />
per apprezzarne i benefici<br />
Da qualche anno, diversi studi epidemiologici dimostrano un effetto benefico per la salute con un consumo di alcol<br />
moderato. Tuttavia, sappiamo bene che le bevande alcoliche, pur procurando in generale una sensazione di benessere,<br />
sono anche espressione di disgrazie e drammi accompagnati da danni fisici e problemi comportamentali responsabili<br />
di incidenti e violenze.<br />
La dipendenza dall’alcol rappresenta un serio<br />
problema sociale, di stile di vita, e di coscienza,<br />
che richiede interventi importanti.<br />
Nella sua forma cronica, l’abitudine ad assumere<br />
alcol in quantità eccessive può trasformarsi<br />
in una vera e propria forma di tossicomania e può<br />
essere causa di morte precoce. Si sviluppa progressivamente,<br />
in un periodo di tempo più o<br />
meno lungo, e comporta una serie di conseguenze<br />
a livello fisico, psichico e sociale. Possiamo parlare<br />
di danni fisici di tipo epatico, neurologico,<br />
cardiaco o sessuale; danni psichici quali ansia, depressione,<br />
psicosi, disturbi della personalità; danni<br />
sociali come incidenti stradali, violenza <strong>sui</strong> minori,<br />
infortuni sul lavoro.<br />
Il consumo di alcol, inoltre, è notevolmente<br />
aumentato tra le giovani generazioni. Nell’immaginario<br />
collettivo dei giovani, l’alcol viene associato<br />
a momenti di gioia e benessere anziché essere<br />
percepito come un fattore di rischio.<br />
Il fenomeno risulta sempre più sganciato dal<br />
modello culturale mediterraneo caratterizzato<br />
da consumi moderati e strettamente legati ai pasti,<br />
appare piuttosto orientato verso un modello<br />
di consumo “binge<br />
drinking” (bere<br />
per ubriacarsi), do-<br />
“ Un consumo<br />
moderato<br />
di alcol è<br />
associato<br />
ad un minore<br />
rischio<br />
cardiovascolare,<br />
soprattutto<br />
coronarico ”<br />
vuto anche alla necessità<br />
di affrontare<br />
difficoltà personali<br />
(timidezza, paura,<br />
imbarazzo). Il bere<br />
determinato da tale<br />
necessità rappresenta<br />
una modalità di<br />
utilizzo che espone<br />
alla possibilità di<br />
sviluppare abuso o<br />
dipendenza. L’aumento<br />
del numero<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
269<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
di coloro che ne abusano è testimoniato dall’elevata<br />
frequenza di problemi alcol-correlati.<br />
Secondo i dati raccolti dall’Organizzazione<br />
Mondiale della Sanità, l’alcol è la prima causa di<br />
morte tra i giovani europei: un decesso su quattro,<br />
tra i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 29 anni,<br />
è dovuto al consumo di alcol, per un totale di 55<br />
mila morti l’anno a causa di incidenti stradali, avvelenamento,<br />
<strong>sui</strong>cidio indotto dal bisogno di liberarsi<br />
dall’alcolismo, omicidi legati allo stesso fenomeno<br />
1 .<br />
Secondo un’analisi dei dati di diversi studi<br />
epidemiologici recentemente condotta dalla rivista<br />
francese Prescrire 2 , un consumo moderato<br />
di alcol, nell’ordine di un bicchiere al giorno, è<br />
però associato ad un minore rischio cardiovascolare,<br />
soprattutto coronarico. Non si esclude,<br />
tuttavia, che determinati fattori che influenzano<br />
talvolta la morbilità e il consumo di alcol<br />
contribuiscano all’effetto osservato. Inoltre, il livello<br />
di evidenza di questo effetto è inferiore<br />
nelle donne rispetto agli uomini, e gli esiti riscontrati<br />
non possono essere associati agli adulti<br />
giovani. Infatti, nella maggior parte degli studi<br />
a favore di un effetto protettore dell’alcol in<br />
dosi moderate, i soggetti studiati avevano un’età<br />
superiore ai 50 anni.<br />
Vediamo ora nel dettaglio gli studi presi in esame<br />
dalla rivista francese.<br />
A piccole dosi, un rischio coronarico inferiore<br />
In diversi paesi sono stati condotti studi prospettici<br />
per valutare il rischio cardiovascolare associato<br />
all’uso di alcol.<br />
In Francia, sono state analizzate le conseguenze<br />
del consumo di vino e birra sulla salute di<br />
36.250 uomini tra i 40 e i 60 anni dal 1978 al<br />
1983, con un follow up di 12-18 anni 3 .
270<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Un consumo medio di vino, da 2 a 5 bicchieri<br />
standard*, al giorno è stato associato ad un rischio<br />
minore di mortalità globale (33% inferiore;<br />
p
ollettino d’informazione <strong>sui</strong> farmaci<br />
sembra diminuire allorché ci si allontana dall’area<br />
del Mediterraneo. Questa osservazione potrebbe<br />
trovare spiegazione nelle abitudini del consumo di<br />
alcol dei diversi paesi europei: quotidiano nei paesi<br />
mediterranei, intermittente (e soprattutto durante<br />
il weekend) nei paesi anglosassoni.<br />
La correlazione con le patologie<br />
cardiovascolari<br />
Meno mortalità post-infarto<br />
Secondo uno studio prospettico condotto su<br />
Box<br />
GLI EFFETTI NEGATIVI DELL’ALCOL<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
271<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
1913 uomini e donne, un consumo moderato di<br />
alcol (meno di 10 “bicchieri standard” a settimana)<br />
durante l’anno che ha preceduto un infarto<br />
del miocardio è stato associato ad una diminuzione<br />
della mortalità nei 4 anni successivi all’infarto,<br />
tenendo conto anche di altri fattori di rischio<br />
11 . Questa associazione è stata rilevata in entrambi<br />
i sessi e per tutti i tipi di alcol.<br />
In 5358 uomini con storia di infarto del miocardio,<br />
uno studio prospettico della durata di 5<br />
anni ha messo in evidenza un tasso di mortalità inferiore<br />
(e statisticamente significativo) tra coloro<br />
che consumavano scarse quantità di bevande al-<br />
Il consumo regolare e eccessivo di alcol comporta un rischio di dipendenza, che è spesso accompagnato da degrado psicosociale e<br />
problemi comportamentali.<br />
Certi organi vengono danneggiati in caso di un elevato consumo di alcolici. Gli organi principalmente colpiti sono il fegato, il sistema<br />
nervoso, le vie aerodigestive superiori e il pancreas.<br />
Fegato. L’evoluzione della tossicità dell’alcol sul fegato passa per tre stadi: steatosi, epatite alcolica, cirrosi. La cirrosi viene solitamente<br />
diagnosticata tra i 50 e i 60 anni. La durata media di intossicazione prima della diagnosi di cirrosi è stimata tra i 20 e 25 anni. La soglia<br />
del consumo di alcol al di là della quale il rischio di cirrosi è moltiplicato da 3 a 4 volte sembra essere di circa 30 g/die per le donne e<br />
50 g/die per gli uomini. Il 40-80% dei pazienti colpiti da cirrosi alcolica decede in 5 anni circa.<br />
Sistema nervoso. Il consumo di alcol comporta disturbi cognitivi: più del 50% dei consumatori dipendenti dall’alcol presenta problemi<br />
di memoria e danni alle capacità di elaborazione. Ansia, insonnia e depressione sono anch’esse talvolta legate all’alcol. In casi<br />
estremi, l’alcol causa encefalopatia di Wernicke, alterazioni della coscienza, segni oculari e problemi di equilibrio. Se trascurata, questa<br />
sindrome può evolversi in una sindrome di Korsakoff. L’alcol può essere anche causa di lesioni neurologiche periferiche: in Europa<br />
è la seconda causa di polineuropatia dopo il diabete.<br />
Tumori aerodigestivi. L’alcol è connesso ad un aumento dei casi di tumore delle vie aerodigestive superiori (bocca, faringe, laringe,<br />
esofago), così come di cancro al fegato. L’associazione al tabacco aumenta le possibilità di cancro delle vie aerodigestive superiori:<br />
il rischio di tumore alla bocca e alla faringe è moltiplicato per 2 in caso di consumo cronico quotidiano superiore a 45 g di alcol; è<br />
moltiplicato per 15 quando questo consumo è associato a più di 40 sigarette al giorno.<br />
Ipertensione arteriosa. Oltre i due bicchieri standard al giorno, la pressione arteriosa aumenta sia nell’uomo sia nella donna. Negli<br />
uomini, la frequenza di ipertensione arteriosa è più elevata con un consumo da 3 a 5 bicchieri standard al giorno 12,13 . Diversi studi sostengono<br />
l’aumento del rischio di eventi vascolari cerebrali, soprattutto emorragici, con consumi di alcol elevati.<br />
Rischio congenito. La concentrazione di alcol etilico nel liquido amniotico comporta per il feto dei valori analoghi a quelli materni. Gli<br />
effetti teratogeni dell’alcol espongono ad una sindrome di alcolismo fetale in caso di consumo da parte della madre. L’alcol risulta aumentare<br />
il rischio di confusione mentale o neurologica nel bambino a partire da un consumo di 2 bicchieri standard al giorno. Dati sperimentali<br />
dimostrano che i picchi di alcolemia comportano danni maggiori rispetto alla stessa dose ingerita in giorni diversi.<br />
Mortalità nei giovani. Uno studio prospettico svedese, condotto in 49.618 uomini di età compresa tra i 17 e i 20 anni all’entrata nello<br />
studio e seguiti per 25 anni, ha mostrato un aumento del rischio di decesso del 14% con un consumo di alcol 15 g/die rispetto alla<br />
totale assenza di consumo, e tenendo conto anche di altri fattori di rischio 14 .<br />
Alcol e farmaci. L’alcol etilico è responsabile di numerose interazioni con farmaci. Può aumentare l’effetto sedativo di farmaci come<br />
le benzodiazepine, gli antistaminici, alcuni antidepressivi triciclici, i neurolettici e certi antalgici. Il metabolismo di alcuni farmaci è accelerato<br />
con un consumo elevato e regolare di alcol. In un forte consumatore di alcol, questo può diminuire la durata dell’effetto antalgico<br />
del paracetamolo e aumentarne il rischio tossico. La cinetica dell’assorbimento dell’alcol è modificata con l’impiego di numerosi<br />
farmaci.<br />
Dipendenza dall’alcol. L’uso di alcolici espone al rischio di aumento del consumo e di dipendenza dall’alcol. Lo studio di un campione<br />
di 32.333 adulti, rappresentativi della popolazione inglese, mostra un’associazione tra il consumo medio di alcol della popolazione<br />
e la prevalenza di consumi dovuti a determinati problemi. Questa associazione si traduce in un aumento del rischio di dipendenza<br />
dall’alcol in caso di incentivazione generale al consumo di alcolici 15 .
272<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
coliche (da 2 a 6 bicchieri alla settimana) rispetto<br />
a coloro che non bevevano (se non raramente) alcolici.<br />
La mortalità è stata del 21% nel gruppo che<br />
non consumava (o consumava raramente) alcol.<br />
Per un consumo da 2 a 6 bicchieri alla settimana,<br />
il rischio di decesso per tutte le cause è stato inferiore<br />
al 28% 16 .<br />
Meno insufficienza cardiaca nei soggetti anziani<br />
Uno studio prospettico ha seguito per circa 14<br />
anni 2235 persone anziane (età media iniziale di<br />
74 anni) indenni da insufficienza cardiaca all’ingresso<br />
nello studio e che non bevevano più di 5<br />
bicchieri standard al giorno 17 . I risultati di questo<br />
studio sono stati a favore di un rischio inferiore di<br />
insufficienza cardiaca nei pazienti con un consumo<br />
moderato di alcol (da 1 a 1,5 bicchieri standard<br />
di alcol), rispetto a coloro che non ne consumavano.<br />
Una recente analisi della coorte americana<br />
di Framingham ha rilevato risultati simili,<br />
negli uomini seguiti per 16-23 anni 18 .<br />
Meno eventi ischemici cerebrali e meno<br />
morti improvvise<br />
Diversi studi prospettici hanno analizzato il legame<br />
tra il consumo di alcol e il rischio di evento<br />
ischemico cerebrale 19-22 . L’insieme dei risultati è a favore<br />
di un minore rischio di evento ischemico cerebrale<br />
con un consumo moderato di alcol (in media<br />
1-2 bicchieri standard al giorno), e di un rischio di<br />
evento cerebrovascolare maggiore con dei consumi<br />
superiori ai 5 bicchieri standard al giorno.<br />
Uno studio prospettico condotto in Scozia ha<br />
mostrato un rischio di mortalità per eventi cerebrovascolari<br />
maggiore negli uomini che bevevano<br />
almeno 5 bicchieri standard di alcol al<br />
giorno (12 g per bicchiere) 21 .<br />
Secondo uno studio caso-controllo australiano,<br />
al di sopra di un consumo di 60 g di alcol al giorno<br />
il rischio di emorragia intracerebrale aumenta 23 .<br />
Uno studio prospettico svedese condotto in<br />
49.618 uomini giovani (di età compresa tra i 17 e i<br />
20 anni all’entrata nello studio) seguiti per un periodo<br />
di 25 anni e l’analisi dei dati della coorte<br />
americana dello studio Framingham non hanno<br />
messo in evidenza un’associazione statisticamente<br />
significativa tra consumo moderato di<br />
alcol e rischio di evento vascolare cerebrale, salvo<br />
nella fascia di età dai 60 ai 69 anni 24,25 .<br />
In uno studio prospettico americano (21.537<br />
medici di sesso maschile seguiti per 12 anni), il rischio<br />
di morte improvvisa dovuto al consumo di<br />
alcol può essere tradotto con una curva a “U”, con<br />
un rischio minimo per un consumo da 2 a 6 bicchieri<br />
la settimana (con valore più basso, in maniera<br />
statisticamente significativa, del rischio di<br />
morte improvvisa di coloro che non avevano mai<br />
consumato, se non raramente, alcol) 26 .<br />
Lo studio prospettico dei medici americani ha<br />
mostrato un rischio minore di arterite degli arti inferiori<br />
negli uomini che consumavano alcol rispetto<br />
a coloro che non ne consumavano 27 .<br />
Anche nei diabetici<br />
Parecchi studi prospettici hanno rilevato gli stessi<br />
risultati sia nei diabetici che nei non-diabetici, con<br />
un’incidenza di coronopatia più bassa nei diabetici<br />
che consumavano alcol in modo moderato rispetto<br />
a coloro che non ne consumavano affatto 28-31 .<br />
Le fonti di bias<br />
Molti di questi studi epidemiologici sono di<br />
buona qualità metodologica. Tuttavia, alcuni<br />
studi incorrono nel rischio di bias: il gruppo di persone<br />
con un consumo di alcol moderato differisce<br />
dal gruppo che non consuma affatto alcol per numerosi<br />
altri fattori, che possono essi stessi contribuire<br />
a delle differenze nella mortalità e nella morbilità.<br />
Conclusioni<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
roastbif<br />
Sulla base dei numerosi studi epidemiologici<br />
condotti, un moderato consumo di alcol, per un<br />
periodo di circa 10-15 anni, sembra associato ad<br />
un inferiore rischio cardiovascolare, soprattutto<br />
coronarico. Un numero più ridotto di studi mostra<br />
anche una correlazione favorevole sulla mortalità<br />
totale. L’impossibilità di tener conto di tutti i fattori<br />
che possono influenzare la correlazione tra rischio<br />
cardiovascolare e consumo di bevande alcoliche<br />
non consente di constatare un legame di causalità.<br />
Le persone arruolate in questi studi sono,<br />
data l’età, i sopravvissuti a importanti cause di<br />
morbi-mortalità legate all’alcol. La durata del<br />
follow-up non esclude effetti negativi a più lungo<br />
termine.<br />
Non sembra esservi una diretta correlazione tra<br />
il moderato consumo di alcol e particolari effetti<br />
dannosi in soggetti sani di età superiore a 50 anni.<br />
Tuttavia, il rischio di sviluppare dipendenza all’alcol<br />
non è facile da determinare.<br />
In pratica, non è consigliabile raccomandare<br />
un consumo moderato di alcol all’intera popo
ollettino d’informazione <strong>sui</strong> farmaci<br />
lazione adulta, in particolare ai giovani o a persone<br />
con storia di malattia epatica o di dipendenza<br />
dall’alcol. Questi dati possono però aiutare<br />
a dare consigli ad altre categorie di pazienti<br />
32-34 . Gli adulti con più di 50 anni possono<br />
essere rassicurati che un consumo moderato di<br />
alcol, nell’ordine di un bicchiere standard al<br />
giorno, sembra essere senza pericolo, forse perfino<br />
benefico per la salute.<br />
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Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Inviare a:<br />
FAX N: 02.24860139<br />
oppure<br />
E-MAIL: poligrafico@eu.dendrite.com<br />
SCHEDA VARIAZIONE DATI ANAGRAFICI<br />
COGNOME ……………………………………………………………………………….. NOME …………………………………………………<br />
COD. FISCALE cccccccccccccccc<br />
DOVE ESERCITA LA SUA ATTIVITÀ:<br />
*DENOMINAZIONE STRUTTURA 1 ……………………………………………………………………………………………………………………..….<br />
*DENOMINAZIONE REPARTO 2 ……………………………………………………………………………………………………………………………<br />
INDIRIZZO................................................................................................................................... N. CIVICO………………………………..<br />
CAP ccccc LOCALITÀ ...................................................................................................................................PROV. cc<br />
*TEL……………………………………… *FAX……………………………………… *E-MAIL…………………………………………………………..<br />
DOVE DESIDERA RICEVERE LE NOSTRE COMUNICAZIONI SCRITTE (compilare se indirizzo diverso dal precedente):<br />
INDIRIZZO................................................................................................................................... N. CIVICO………………………………..<br />
CAP ccccc LOCALITÀ ...................................................................................................................................PROV. cc<br />
*TEL……………………………………… *FAX……………………………………… *E-MAIL…………………………………………………………..<br />
Legenda: 1 studio medico, ospedale, poliambulatorio, ecc.; 2 reparto di geriatria, di chirurgia, ecc.<br />
Attività esercitata:<br />
c Medico c <strong>Farmaci</strong>sta ospedaliero<br />
c <strong>Farmaci</strong>sta privato (titolare) c <strong>Farmaci</strong>sta privato (collaboratore)<br />
Attività professionale prevalente (Medico di Medicina Generale, Pediatra di Libera Scelta, Medico Ospedaliero o altro):<br />
c MMG c PdLS c Med. Osp. c Altro:……….....................................<br />
*Specializzazione accademica in:<br />
SCHEDA VARIAZIONE DATI ANAGRAFICI<br />
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />
………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….<br />
Luogo e data …………………………………...... Firma……………………………………………………………..<br />
*Campi facoltativi<br />
Informativa ai sensi del D.LGS 196/2003 (Codice sulla Privacy)<br />
Per favore legga con attenzione la seguente informativa<br />
I dati acquisiti attraverso la presente scheda saranno trattati da Dendrite Italia SrL, con sede in Sesto San Giovanni – MI, Piazza Indro Montanelli 20, nella sua qualità di Titolare del trattamento,<br />
esclusivamente per le finalità connesse alla consegna del <strong>Bollettino</strong> d’informazione <strong>sui</strong> farmaci, commissionata dall’AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco - Ministero della Salute, e con modalità anche<br />
automatizzate che ne garantiscono in ogni caso la riservatezza.<br />
Ai sensi dell'art. 7 del D.LGS 196/2003 Lei potrà in ogni momento chiedere la conferma dell’esistenza di dati personali; consultare i dati stessi; avere conoscenza dell’origine dei dati nonché della<br />
logica e delle finalità del trattamento; ottenere l’individuazione delle categorie di soggetti a cui i dati possono essere comunicati; ottenere la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il<br />
blocco dei dati trattati in violazione di legge, nonché l’aggiornamento, la rettifica o, avendo interesse, l’integrazione dei dati; opporsi, in tutto o in parte, per motivi legittimi, al trattamento; nonché<br />
opporsi a che tali dati vengano utilizzati ai fini di informazioni commerciali, pubblicitarie o di marketing. Per esercitare i Suoi diritti o per ogni necessità, potrà contattare il Responsabile del trattamento<br />
all’indirizzo e-mail privacy@eu.dendrite.com o scrivendo all’Ufficio Privacy presso la sede di Dendrite Italia s.r.l..<br />
* * *<br />
Inviando il presente modulo Lei acconsente al trattamento dei Sui dati per le finalità e con le modalità di cui all’informativa sopra riportata.<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco
FARSI UN’IDEA<br />
L’informazione nella lotta al doping<br />
Il doping non è più un problema di<br />
salute sportiva ma di salute pubblica.<br />
Tale fenomeno infatti non è<br />
più circoscritto agli sportivi professionisti,<br />
ma coinvolge in misura sempre<br />
maggiore le categorie amatoriali<br />
e giovanili che sono le meno controllate<br />
e quindi le più esposte ai rischi<br />
di reazioni avverse.<br />
Ad oggi il principale strumento<br />
per prevenire o limitare la diffusione<br />
del fenomeno tra coloro che non<br />
praticano lo sport a livello professionistico<br />
è rappresentato da campagne<br />
di sensibilizzazione e informazione.<br />
Volendo fornire un’idea dell’attività<br />
di informazione e delle fonti oggi<br />
attualmente disponibili, per quanto<br />
riguarda l’aspetto normativo è possibile rintracciare<br />
dati ed elementi utili alla tematica <strong>sui</strong> siti del<br />
Ministero della Salute1 e del CONI2 .<br />
In particolare nella sezione antidoping del sito<br />
del Ministero è possibile reperire, oltre alla lista<br />
aggiornata delle sostanze vietate, anche tutte le<br />
informazioni di carattere regolatorio di interesse<br />
per operatori sportivi e sanitari (medici, farmacisti),<br />
aziende produttrici di medicinali e grossisti.<br />
“ Dai pochi dati<br />
a disposizione<br />
emerge che la<br />
maggior parte<br />
delle reazioni<br />
avverse rilevate<br />
(135) negli ultimi<br />
50 anni è legata<br />
all’esposizione<br />
a steroidi<br />
anabolizzanti ”<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
275<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
In tale sezione sono pubblicate anche<br />
notizie relative a campagne informative<br />
e di comunicazione e ai bandi<br />
di programmi di ricerca su tematiche<br />
specifiche individuate come prioritarie<br />
dalla Commissione per la Vigilanza<br />
ed il Controllo sul Doping e per la<br />
Tutela della Salute (CVD).<br />
La modulistica necessaria per richiedere<br />
l’esenzione a fini terapeutici<br />
di farmaci vietati per doping è disponibile<br />
nel sito del CONI. Presso il<br />
CONI infatti è istituita una struttura<br />
medica (CEFT) preposta all’attuazione<br />
delle procedure inerenti la concessione<br />
delle esenzioni terapeutiche.<br />
Sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità,<br />
nella sezione dell’Osservatorio<br />
Fumo, Alcol e Droga (OssFAD) 3 , sono pubblicati<br />
quei dati rilevati attraverso il programma di monitoraggio<br />
Repoting System Doping Antidoping.<br />
In particolare nel Reporting System si trovano<br />
informazioni riguardanti: i controlli antidoping;<br />
i laboratori antidoping riconosciuti e autorizzati<br />
ad operare dall’Agenzia Mondiale Antidoping<br />
(WADA) 4 e l’iter procedurale dell’unico<br />
laboratorio italiano accreditato WADA; l’attività<br />
di contrasto al doping; il fenomeno della “medicalizzazione”<br />
(abuso di farmaci e prodotti salutistici<br />
il cui uso non è vietato per doping); il<br />
rischio di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) nel<br />
calcio; gli eventi avversi correlati all’uso di sostanze<br />
(o al ricorso di pratiche mediche) vietate<br />
per doping.<br />
Ciò che emerge dalla trattazione degli eventi<br />
doping-correlati (compresi quelli dagli esiti fatali)<br />
è la carenza di dati epidemiologici, che non consente<br />
di definire le reali dimensioni del fenomeno.<br />
Nonostante ciò, diverse analisi portano a pensare<br />
che il fenomeno sia certamente sottostimato.<br />
Dai pochi dati a disposizione emerge che la<br />
maggior parte delle reazioni avverse rilevate (135)<br />
negli ultimi 50 anni è legatae all’esposizione a steroidi<br />
anabolizzanti (SSA) ed è soprattutto di natura<br />
psichiatrica (depressione) e cardiovascolare<br />
(infarto del miocardio). Gli SSA costituiscono la
276<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
classe farmacologica correlata al maggior numero<br />
di casi di morte da agenti dopanti.<br />
Nell’ottica di un maggior sviluppo di programmi<br />
di monitoraggio del fenomeno del doping,<br />
al fine di incrementare le informazioni relative<br />
agli eventi avversi ad esso associati è stato<br />
recentemente attivato il sito del Sistema Informativo<br />
Eventi Doping Correlati 5 . La banca dati di<br />
tale sistema è alimentata dai dati trasmessi da soggetti<br />
e/o istituzioni coinvolte nella lotta al doping<br />
(ad es. medici dello sport, la CVD stessa, procura<br />
antidoping del Coni, procure della Repubblica<br />
presso i tribunali, Regioni, responsabili dei laboratori<br />
antidoping, ecc.).<br />
In tale sito sono inoltre riportate le schede di<br />
segnalazione e le modalità di adesione al progetto<br />
per la rilevazione e individuazione degli eventi<br />
avversi associati al doping.<br />
Nell’ambito della lotta al doping, soprattutto<br />
tra le categorie giovanili e amatoriali, è importante<br />
il ruolo delle varie componenti della società<br />
sportiva e del medico (nonché degli istituti scolastici),<br />
al fine di mettere in guardia l’atleta dai rischi<br />
associati al doping.<br />
Questo richiede un livello di educazione e professionalità<br />
degli operatori sportivi e sanitari sem-<br />
pre più alto che può essere perseguito attraverso una<br />
continua attività di informazione e formazione.<br />
Bibliografia<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
1. Ministero della Salute, sezione antidoping: www.ministero<br />
salute.it/antiDoping/antiDoping.jsp (ultimo accesso verificato<br />
il 14/01/08).<br />
2. Coni, sezione antidoping: www.coni.it/index.php?id=34<br />
(ultimo accesso verificato il 14/01/08).<br />
3. Istituto Superiore di Sanità, sezione Osservatorio fumo,<br />
alcol e droga: www.iss.it/ofad/index.php?lang=1 (ultimo<br />
accesso verificato il 14/01/08).<br />
4. World Anti-doping Agency: www.wada-ama.org/en/ (ultimo<br />
accesso verificato il 14/01/08).<br />
5. Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni,<br />
sezione Reporting System Doping-Antidoping: www.sim<br />
laweb.com/main/index.php?parent=614&node=620<br />
(ultimo accesso verificato il 14/01/08).<br />
Ulteriori approfondimenti<br />
FARSI UN’IDEA<br />
• Doping: soluzione o inganno chimico? <strong>Bollettino</strong><br />
d’Informazione <strong>sui</strong> farmaci 2006, 4: 154-60.<br />
• www.olympic.org/uk/index_uk.asp (ultimo accesso verificato<br />
il 14/01/08).<br />
• www.coe.int/defaultIT.asp (ultimo accesso verificato il<br />
14/01/08).<br />
bif-iller “Tutto quello che si conosce”<br />
[...] L’interno della casa, illuminato da due finestre aperte sul mare grande, era arredato col preziosismo<br />
vizioso di uno scapolo incallito. Tutto lo spazio era occupato da una fragranza di balsami che induceva<br />
a credere nell’efficacia della medicina. C’erano una scrivania in ordine e una cristalliera piena di boccette<br />
di porcellana con etichette in latino. Relegata in un angolo c’era l’arpa medicinale coperta di una polvere<br />
dorata. Ma si notavano soprattutto i libri, molti in latino, con coste istoriate. Ce n’erano in scaffali a<br />
vetri e senza, o messi per terra in ordine, e il medico camminava attraverso le strettoie di carta con la facilità<br />
di un rinoceronte fra le rose. Il marchese era esterrefatto per la loro quantità.<br />
“Tutto quello che si conosce deve trovarsi in questa stanza” disse.<br />
“I libri non servono a nulla” disse Abrenuncio di buonumore. “Ho trascorso la vita a curare le malattie che<br />
causano gli altri medici con i loro farmaci”.<br />
Da: Gabriel Garcia Marquez. Dell’amore e di altri demoni. Milano: Mondatori, 1994.
FARMACOUTILIZZAZIONE<br />
L’uso dei farmaci in Italia nel periodo<br />
gennaio-settembre <strong>2007</strong><br />
Nel mese di dicembre <strong>2007</strong> è stato presentato<br />
il Rapporto dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego<br />
dei Medicinali (OsMed) relativo al consumo<br />
dei farmaci in Italia nel periodo gennaiosettembre<br />
<strong>2007</strong>.<br />
La versione completa della pubblicazione è disponibile<br />
sul sito web www.agenziafarmaco.it,<br />
mentre di seguito viene riportata una sintesi dei<br />
risultati più rilevanti.<br />
Analisi della prescrizione farmaceutica<br />
Nei primi 9 mesi del <strong>2007</strong> la spesa pubblica<br />
lorda di classe A-SSN è diminuita del 7,7% rispetto<br />
allo stesso periodo del 2006 (tabella I e figura 1),<br />
questo in ragione dei diversi provvedimenti di<br />
contenimento della spesa farmaceutica entro i<br />
limiti fissati dalla legge, attuati a livello nazionale<br />
e regionale. Le dosi prescritte sono state circa 880<br />
ogni mille abitanti con un aumento del 2,6%.<br />
Analizzando i fattori che influenzano l’andamento<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
277<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
della spesa farmaceutica pubblica si nota come, ad<br />
eccezione delle quantità, tutti gli altri indici fanno<br />
rilevare una diminuzione: -8,0% i prezzi, -2,6%<br />
l’effetto mix e -10,5% il costo medio per giornata<br />
di terapia (figura 2). Tali andamenti risentono del<br />
massiccio ricorso da parte delle Regioni della distribuzione<br />
diretta e di quella per conto per i<br />
farmaci ad alto costo, della scadenza del brevetto<br />
di alcune importanti molecole e dell’introduzione<br />
del prezzo di riferimento per gli inibitori di pompa<br />
in alcune realtà regionali. Nel corso dell’anno <strong>2007</strong><br />
è stata data applicazione alla normativa della<br />
Legge Finanziaria <strong>2007</strong>, che aveva previsto la possibilità,<br />
per le aziende farmaceutiche, di chiedere<br />
all’AIFA, in alternativa alla riduzione di prezzo del<br />
5% la possibilità di un versamento in contanti alle<br />
Regioni (pay back) del relativo valore economico.<br />
Il pay back è stato accolto da circa il 46,8% delle<br />
aziende interessate, per un valore economico pari<br />
a circa 251 milioni di euro. La spesa a carico dei<br />
cittadini aumenta del 4,3% a causa di una consistente<br />
crescita della spesa privata per farmaci di<br />
classe A (+28% rispetto al 2006). Tutte le Regioni<br />
hanno registrato una diminuzione della spesa<br />
pubblica di classe A-SSN, con una variabilità che<br />
Milioni di euro<br />
Figura 1 – Spesa farmaceutica territoriale in Italia nel<br />
periodo 1985-<strong>2007</strong>.<br />
16.000<br />
14.000<br />
12.000<br />
10.000<br />
8000<br />
6000<br />
4000<br />
2000<br />
1985<br />
1986<br />
1987<br />
1988<br />
1989<br />
1990<br />
1991<br />
1992<br />
1993<br />
1994<br />
1995<br />
1996<br />
0<br />
Spesa lorda pubblica Spesa privata<br />
1997<br />
1998<br />
1999<br />
2000<br />
2001<br />
2002<br />
2003<br />
2004<br />
2005<br />
2006<br />
<strong>2007</strong>*<br />
*Stimato sulla base dell’andamento dei primi 9 mesi.<br />
Fonte: elaborazione OsMed su dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze e<br />
IMS Health.
278<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Spesa lorda 2002 2003 2004 2005 2006 <strong>2007</strong> ∆% ∆% ∆% ∆% ∆%<br />
(milioni) (milioni) (milioni) (milioni) (milioni) (milioni) 03/02 04/03 05/04 06/05 07/06<br />
1 Classe A-SSN* 9514 9183 10116 9932 10267 9469 -3,5 10,2 -1,8 3,3 -7,7<br />
2 Classe A privato** 423 582 497 694 497 636 37,5 -14,5 40,5 -28,4 28,0<br />
1+2 Totale 9937 9765 10613 10626 10759 10105 -1,7 8,7 0,1 1,3 -6,1<br />
Quota a carico SSN (%) 96 94 95 93 95 94<br />
FARMACOUTILIZZAZIONE<br />
Tabella I – Spesa farmaceutica territoriale e volume di consumi: confronto fra i primi 9 mesi del periodo 2002-<strong>2007</strong>.<br />
3 Classe C con ricetta 1983 2288 2255 2331 2273 2300 15,4 -1,5 3,4 -2,5 1,2<br />
4 Automedicazione (SOP e OTC) 1392 1531 1536 1583 1570 1591 10,0 0,4 3,0 -0,8 1,3<br />
2+3+4 Totale spesa privata 3797 4401 4288 4608 4341 4527 15,9 -2,6 7,6 -5,8 4,3<br />
1+2+3+4 Totale spesa farmaceutica 13.311 13.583 14.403 14.540 14.603 13.996 2,0 6,0 1,0 0,4 -4,2<br />
Confezioni 2002 2003 2004 2005 2006 <strong>2007</strong> ∆% ∆% ∆% ∆% ∆%<br />
(milioni) (milioni) (milioni) (milioni) (milioni) (milioni) 03/02 04/03 05/04 06/05 07/06<br />
1 Classe A-SSN* 652 629 666 668 712 725 -3,5 6,0 0,2 6,5 1,9<br />
2 Classe A privato** 55 68 67 99 84 98 25,5 -2,5 48,1 -14,5 15,8<br />
1+2 Totale 706 697 733 767 796 822 -1,2 5,1 4,6 3,8 3,3<br />
3 Classe C con ricetta 210 238 224 235 223 222 13,2 -6,0 4,9 -5,1 -0,1<br />
4 Automedicazione (SOP e OTC) 223 234 225 228 231 233 5,1 -3,7 1,1 1,4 1,1<br />
*Nell’anno 2002 in questa voce sono stati ricompresi i farmaci di classe A e B.<br />
**Il dato relativo alla spesa privata di farmaci rimborsabili dal SSN è ricavato per differenza tra la spesa totale (stimata da IMS) e la spesa di classe SSN (ottenuta dai dati OsMed)<br />
Fonte: elaborazione OsMed su dati IMS Health (per i dati di spesa privata).<br />
Figura 2 – Andamento dei fattori che influenzano la<br />
spesa farmaceutica pubblica.<br />
Variazione % primi 9 mesi<br />
<strong>2007</strong>-2006<br />
4<br />
2<br />
0<br />
-2<br />
-4<br />
-6<br />
-8<br />
-10<br />
-12<br />
-7,7<br />
2,6<br />
Spesa<br />
Dosi<br />
-8<br />
-2,6<br />
Prezzi<br />
Mix<br />
Costo medio DDD<br />
-10,5<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
va dal -2,2% del Piemonte a -15,1% del Lazio. I<br />
livelli di esposizione tra le Regioni sono compresi<br />
tra le 675 DDD di Bolzano e le 1048 DDD del<br />
Lazio.<br />
I farmaci del sistema cardiovascolare continuano<br />
ad essere la categoria farmaceutica più<br />
prescritta, rappresentando il 37% della spesa ed<br />
il 49% delle dosi. Aumenti nella prescrizione si<br />
osservano per i farmaci gastrointestinali (+4,3%)<br />
e del sangue (+3,0%), mentre si evidenzia una<br />
importante diminuzione per gli antineoplastici<br />
ed immunomodulatori (-15,0%). Dal quadro<br />
complessivo dei principi attivi più prescritti, sia<br />
in termini di spesa sia di esposizione, si osserva<br />
che il ramipril è la sostanza a maggior prescrizione<br />
del <strong>2007</strong> (40 DDD/1000 abitanti die)<br />
seguita dall’acido acetilsalicilico (38,1 DDD),<br />
mentre l’atorvastatina si conferma la sostanza<br />
con la spesa più elevata. L’uso dei farmaci equivalenti<br />
è aumentato del 24,1% e rappresenta
ollettino d’informazione <strong>sui</strong> farmaci<br />
circa il 30% del consumo totale in termini di<br />
DDD (il 18,7% della spesa). La scadenza della copertura<br />
brevettuale relativa ad importanti molecole<br />
ha modificato in maniera significativa lo<br />
scenario dei farmaci equivalenti, fra queste ricordiamo<br />
la simvastatina e il doxazosin che risultano<br />
essere tra i principi attivi a maggior<br />
spesa. È importante sottolineare il consistente<br />
aumento nel consumo di lansoprazolo (da 6,7<br />
DDD nel 2006 a 16,8 DDD nel <strong>2007</strong>), e della<br />
metformina (+15,8% rispetto allo stesso periodo<br />
del 2006). La quota di farmaci unbranded è<br />
elevata sia per molecole il cui brevetto è scaduto<br />
da più tempo (ticlopidina) sia per quelle con<br />
scadenza più recente (lansoprazolo). I farmaci<br />
con nota AIFA registrano una diminuzione del<br />
12,5% della spesa e un aumento del 6,4% delle<br />
DDD. La prescrizione relativa a questi farmaci<br />
rappresenta circa un quinto delle dosi. Il peso<br />
maggiore, come atteso, è quello relativo ai<br />
farmaci per le dislipedemie (nota 13) e a quelli<br />
per la gastroprotezione (note 01 e 48).<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
bif-iller Un granellino<br />
di sabbia<br />
279<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
[…] “Volevo solamente ricordarle che ho il<br />
diritto di disporre della mia vita. L'uomo può<br />
disporre della propria vita, no? Questo diritto,<br />
Lei me lo riconosce?” La (dott.ssa) Doncova<br />
guardava la cicatrice sinuosa e scolorita sul<br />
viso di Kostoglotov e taceva. Egli proseguì:<br />
“Lei parte subito da una premessa sbagliata:<br />
una volta che il paziente è entrato qui dentro,<br />
siete voi che pensate per lui. Pensano per lui<br />
le vostre istruzioni, i vostri conciliaboli, il programma,<br />
il piano e l'onore del vostro istituto<br />
ospedaliero. E anche qui, come al campo, io<br />
sono un granellino di sabbia, anche qui non<br />
c'è nulla che dipenda da me”.<br />
“Prima dell'operazione la clinica richiede il<br />
consenso scritto dei pazienti”, gli ricordò la<br />
Doncova.<br />
Da: A. Solzenicyn. Reparto C. Torino: Einaudi,<br />
1969.<br />
bif-iller Una dotta dissertazione<br />
Il dottore gli tastò il polso; quindi, […] propinò una lunga, dotta dissertazione in cui si parlava di ingorgo d’umori<br />
vischiosi, di oppilazione e di anemia cerebrale in seguito a trauma psichico, con conseguente obnubilamento<br />
dei sensi.<br />
“Smettetela con questi termini dotti! – l’interruppe l’ava, impaziente. – Noialtri siamo profani e non possiamo<br />
seguire le vostre teorie. Anzitutto vogliamo sapere: il suo stato è preoccupante?<br />
[…] Più volte durante la notte l’ava si fece portar notizie dell’infermo; e quando seppe dei suoi vaneggiamenti,<br />
ordinò di somministrargli quanto di meglio poteva offrire la farmacia del palazzo in fatto di<br />
pillole di cinabro e polveri magiche, energici rimedi per scacciare i demoni malvagi e per ripulire gli orifizi<br />
ostruiti del corpo, sgombrando la via agli spiriti buoni.<br />
Da: Ts’ao Hsüeh-Ch’in. Il sogno della camera rossa. Torino: Einaudi, 2006.
280<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
La Guida all’uso dei farmaci 4 a edizione<br />
Agenzia Italiana del Farmaco ha recente-<br />
L’ mente aggiornato il volume Guida all’Uso dei<br />
<strong>Farmaci</strong> (GUF), per offrire a medici e farmacisti italiani<br />
la quarta edizione aggiornata della Guida. È,<br />
infatti, solo attraverso l’aggiornamento continuo e<br />
il confronto delle esperienze che è possibile offrire<br />
ai pazienti la certezza di ricevere cure appropriate,<br />
efficaci e sicure, basate sulle evidenze cliniche più<br />
accreditate. Un impegno di particolare rilievo al<br />
quale non si può rinunciare se si vogliono ottenere<br />
positive ricadute sul miglioramento della salute<br />
dei malati e sulla loro qualità di vita.<br />
Come le precedenti edizioni, la Guida nasce<br />
dalla traduzione e dall’adattamento alla realtà<br />
italiana del British National Formulary (BNF), prestigiosa<br />
pubblicazione realizzata in Gran Bretagna<br />
dalla collaborazione tra la British Medical Association<br />
e la Royal Pharmaceutical Society of Great<br />
Britain. La GUF n. 4 è tratta dal BNF n. 53.<br />
La Guida italiana si distingue anche questa<br />
volta per un’impostazione originale rispetto ai<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
ATTIVITÀ EDITORIALI DELL’AIFA<br />
formulari spesso presenti sulle scrivanie del<br />
medico e del farmacista, viene infatti ribaltato<br />
l’ordine classico con il nome commerciale del<br />
farmaco e il marchio dell’azienda produttrice in<br />
primo piano. La GUF parte dalle categorie terapeutiche<br />
e dai principi attivi fino ad arrivare ai<br />
prodotti e alle confezioni disponibili sul<br />
mercato.<br />
La Guida è organizzata in 15 capitoli, suddivisi<br />
in base al distretto anatomico o alla condizione<br />
clinica e fornisce le informazioni essenziali per<br />
una corretta prescrizione e una corretta dispensazione<br />
del farmaco (tipo di ricetta, nota CUF, indicazione<br />
di farmaco generico, interazioni tra<br />
farmaci, avvertenze in caso di insufficienza<br />
epatica o renale, allattamento, gravidanza).<br />
Un manuale, quindi, di facile consultazione,<br />
che, oltre a raccogliere le informazioni più rilevanti<br />
<strong>sui</strong> principi attivi presenti nei medicinali<br />
in commercio nel nostro Paese, fornisce anche un<br />
sintetico inquadramento delle malattie per cui<br />
sono indicati e preziose avvertenze per la prescrizione<br />
in categorie di pazienti a rischio di<br />
reazioni indesiderate come anziani, bambini, e<br />
malati affetti da patologie croniche che richiedono<br />
la somministrazione contemporanea di<br />
più farmaci.<br />
È importante sottolineare che il testo tradotto<br />
non impegna alcun aspetto regolatorio o normativo<br />
delle diverse specialità, ma tratta ogni argomento<br />
con completezza scientifica, proponendosi<br />
come strumento di rapida consultazione<br />
per il personale sanitario.<br />
Per questo motivo riteniamo che la Guida rappresenti<br />
un contributo utile per gli operatori del<br />
settore ai fini di un corretto uso dei medicinali.<br />
Oltre alla versione cartacea della GUF, è<br />
presente anche una versione elettronica sul sito<br />
www.guidausofarmaci.it
STRUMENTI DEL MESTIERE<br />
L’inglese medico:<br />
migliorare la capacità di parlare<br />
Con la puntata su come migliorare la capacità di parlare, si chiude la serie di strumenti del mestiere dedicata all’inglese<br />
medico. A presto con nuovi pratici consigli!<br />
Introduzione<br />
Come la scrittura, il parlare è un processo «produttivo».<br />
Implica la comunicazione di un<br />
messaggio orale ad uno o più interlocutori:<br />
PARLANTE (ASCOLTATORE)<br />
Messaggio<br />
ASCOLTATORE<br />
(PARLANTE)<br />
Nella comunicazione del messaggio orale, la<br />
lingua parlata svolge due funzioni principali. La<br />
prima funzione (chiamata «transazionale») è lo<br />
scambio di informazioni. Uno scambio transazionale<br />
tipico potrebbe essere il seguente:<br />
JOE « What time is it?»<br />
FRED « About 5 o’clock»<br />
In questo caso il parlante vuole avere un’informazione<br />
e il suo interlocutore gliela fornisce.<br />
La seconda funzione (chiamata «interazionale»)<br />
riguarda il mantenimento dei rapporti<br />
sociali. Un esempio di scambio interazionale potrebbe<br />
essere:<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
JOE « Morning, Fred. How are you today?»<br />
FRED «Joe, what are you doing here?»<br />
In questo caso il parlante non sta effettivamente<br />
chiedendo notizie sulla salute del suo<br />
amico ma sta semplicemente porgendo un saluto,<br />
come per dire «eccoci qua di nuovo». Questo è dimostrato<br />
dal fatto che il suo interlocutore ignora<br />
la domanda: «How are you today?» e risponde con<br />
un’altra domanda: «What are you doing here?».<br />
Non è però sufficiente per il medico essere consapevole<br />
di queste due funzioni. Si ha bisogno innanzitutto<br />
di impadronirsi dei tratti caratteristici<br />
e delle tecniche essenziali del parlare.<br />
Problemi e soluzioni nel parlare<br />
281<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Fondamentale per la capacità di parlare è la conoscenza<br />
dei significati delle parole e della grammatica<br />
della lingua parlata. Altrettanto importanti<br />
sono i tratti fonologici (pronuncia, accento, intonazione,<br />
pausa, tono) e paralinguistici (l’espressione<br />
del viso, il movimento delle labbra, la posizione del<br />
corpo, l’utilizzo della gestualità che accompagna le<br />
parole), nonché gli aspetti contestuali del discorso<br />
(il ruolo del parlante e dell’interlocutore ed il<br />
contesto fisico in cui si trovano). Il medico deve<br />
essere consapevole del tipo di discorso appropriato<br />
ad un particolare contesto (ad esempio se deve utilizzare<br />
un linguaggio formale o informale). Tale<br />
consapevolezza implica soprattutto una conoscenza<br />
della differenza tra il linguaggio parlato e il linguaggio<br />
scritto. L’inglese orale è caratterizzato da<br />
una notevole «sconnessione». Le trascrizioni della<br />
lingua parlata rivelano soprattutto una serie di false<br />
partenze, esitazioni, ripetizioni e ridondanze che<br />
non appaiono nella lingua scritta.<br />
Per dare un’idea della complessità della capacità<br />
di parlare, esaminiamo da vicino un<br />
contesto in cui essa si deve esercitare. Un caso particolarmente<br />
sentito nell’ambito medico è la pre-
282<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
sentazione orale di una relazione ad un congresso<br />
o ad un seminario. La presentazione orale è una<br />
capacità comunicativa di notevole complessità<br />
che merita un’attenzione particolare.<br />
La presentazione orale<br />
La presentazione orale ha molteplici funzioni comunicative.<br />
Può essere utilizzata per presentare una<br />
tesi («Oggi vorrei sostenere che la fusione fredda è<br />
impossibile») o per descrivere un fenomeno particolarmente<br />
interessante («Oggi vorrei parlare della<br />
fusione fredda»). Anche se entrambi i tipi di presentazione<br />
avranno degli aspetti in comune, la<br />
prima, trattandosi di una tesi, è sostenuta da un filo<br />
logico mentre la seconda, trattandosi di una descrizione,<br />
da un argomento o una materia.<br />
Presentare una tesi o una lezione<br />
Nella presentazione di una tesi o di una lezione<br />
ci sono quattro stadi principali da seguire attentamente:<br />
• Introduzione<br />
È essenziale all’inizio della presentazione affermare<br />
quale sarà la vostra tesi/argomento e descrivere<br />
come si intende svilupparla durante la<br />
presentazione:<br />
TESI<br />
Si introduce subito la tesi<br />
• In this presentation/This morning, I will be<br />
arguing that the use of marijuana should be legalised<br />
• My argument today is that the use of marijuna<br />
should be legalised<br />
oppure si introduce prima l’argomento e successivamente<br />
la tesi<br />
• In this presentation/This morning, I will be discussing<br />
the drug market and arguing that the<br />
use of marijuana should be legalised<br />
• The subject of this talk is... and I will be arguing<br />
that...<br />
• My topic today is... and I will be arguing that...<br />
STRUMENTI DEL MESTIERE<br />
Nell’apprendimento della capacità di parlare esistono dei forti contrasti tra lo studente che preferisce parlare speditamente<br />
(fluency), facendo però degli errori lessicali e grammaticali, e chi sacrifica la fluency per una maggiore<br />
correttezza lessico-grammaticale (accuracy). Tra questi due diversi atteggiamenti l’uno non è più efficace dell’altro.<br />
Il medico deve tener presente che sia la fluency che l’accuracy sono cruciali per il miglioramento della capacità di<br />
parlare ed è quindi importante non trascurare l’una a discapito dell’altra.<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
• Today I’m going to talk about... and I will be<br />
arguing that...<br />
La tesi (e non l’argomento) deve essere messa<br />
particolarmente in risalto.<br />
LEZIONE<br />
Si introduce subito l’argomento<br />
• The subject of this talk/presentation is...<br />
• My topic today is...<br />
• Today I’m going to talk about…<br />
• What I’d like to do this morning is describe/discuss...<br />
• What I’m going to explain today is...<br />
L’argomento deve essere messo particolarmente<br />
in risalto.<br />
• Indicare il percorso<br />
Dopo aver presentato la tesi/argomento si dovrebbe<br />
indicare al pubblico I’ordine secondo il<br />
quale verrà sviluppata/o. Ciò attirerà l’attenzione<br />
del pubblico verso i punti che si vogliono mettere<br />
in risalto e si impedirà una eventuale deviazione<br />
dal percorso prestabilito. Alcune frasi utili:<br />
• I’ll be developing three main points. First(ly)...,<br />
Second(ly)..., Third(ly)..., (Lastly)...<br />
• My presentation will be in two parts. In the first<br />
part, I’ll discuss/deal with... In the second,...<br />
• I’m going to deal with three aspects of this<br />
subject...<br />
• First I shall deal with..., I shall then go on to<br />
say... Finally I shall look at...<br />
• Sviluppare la tesi<br />
Nel corso dello sviluppo della vostra tesi/lezione<br />
è estremamente importante segnalare al pubblico<br />
se e quando vi state spostando da una sezione<br />
del discorso ad un’altra e ricordare ciò che<br />
è stato già detto. Alcune utili frasi «marcatrici»:<br />
PER INDICARE LA FINE DI UNA SEZIONE<br />
• That’s all I have to say about...<br />
• That concludes my... examination/comparison/account/summary<br />
of...<br />
... report/commentary on...
ollettino d’informazione <strong>sui</strong> farmaci<br />
PER INDICARE L’INIZIO DI UNA SEZIONE<br />
NUOVA<br />
• The next aspect I’d like to consider is…<br />
• Moving on now to (my second point)…<br />
• Turning next to (my second point)…<br />
• I’d now like to turn to (my second point)…<br />
• That brings me to my next point…<br />
• The second question I’d like to discuss is…<br />
• Concludere la tesi/lezione<br />
La vostra conclusione dovrebbe contenere una<br />
sintesi breve per ricordare la vostra tesi/lezione al<br />
pubblico e un’affermazione conclusiva. Alcune<br />
frasi utili a questo scopo.<br />
FRASI DI RICAPITOLAZIONE<br />
• So, to remind you of/sum up what / have covered<br />
so far,...<br />
• To recapitulate, we have looked at...<br />
we have seen that...<br />
• At this stage I’d like to go over/run through...<br />
• So, as we’ve seen,...<br />
• As I have explained...<br />
FRASI DI CHIUSURA<br />
• So, to conclude, I would argue that...<br />
• Thank you for your attention. I would now<br />
welcome your comments.<br />
L’utilizzo di lucidi/diapositive<br />
• Preparare il pubblico<br />
I lucidi o le diapositive che accompagnano una<br />
presentazione devono essere integrati/e con alcune<br />
parole introduttive per preparare il pubblico su<br />
quello che sta per vedere. I due vantaggi che si<br />
traggono da questa preparazione è che il pubblico<br />
è pronto e si ha tempo per posizionare i lucidi correttamente.<br />
Alcune frasi utili:<br />
• For..., the situation is very different<br />
• Let’s move on now and look at the figures for...<br />
• Now I’ll show you the...<br />
• The next slide/transparency shows...<br />
• I will now turn to the...<br />
• Spiegare che cosa indicano i lucidi/le diapositive<br />
Una spiegazione del lucido aiuta a focalizzare<br />
l’attenzione del pubblico e ad evitare incomprensioni.<br />
Alcune frasi utili:<br />
• This chart compares...<br />
• The upper part of the transparency gives information<br />
about...<br />
• You can see here the development over the past year<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
283<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
• As you can see in this chart,... / This diagram<br />
shows that...<br />
• If you look at this map, you’ll see that... / In this<br />
diagram, X represents...<br />
• You can see from this chart that... / It is clear from<br />
this graph that...<br />
• Commentare il lucido/la diapositiva<br />
Alcune frasi utili:<br />
• You can see the…<br />
• What is interesting here is…<br />
• I’d like to draw your attention to…<br />
• Notice the…<br />
• Observe the…<br />
• It is important/interesting to notice that…<br />
• Commentare il lucido/la diapositiva<br />
Nei commenti che accompagnano i lucidi:<br />
• indicate solo le informazioni-chiave sulle<br />
quali si vuole focalizzare l’attenzione del<br />
pubblico;<br />
• riformulate i fatti-chiave che il lucido<br />
indica invece di leggere le informazioni<br />
parola per parola: questo aiuta a rinforzare<br />
il messaggio;<br />
• aggiungete altre informazioni non presenti<br />
sul lucido; date un’interpretazione.<br />
È molto importante che il lucido abbia un solo<br />
titolo (grande) e non contenga troppe informazioni<br />
scritte (non si ha tempo per leggere tutto).<br />
La scrittura/il grafico deve essere molto chiara/o.<br />
Discussione di una tesi/lezione<br />
La discussione di una lezione di solito avviene<br />
sotto forma di domanda e risposta.<br />
• Fare domande<br />
Si possono utilizzare numerose strategie nel<br />
fare domande dopo una presentazione:<br />
INDICARE IL TEMA<br />
• I would like to ask something about X...<br />
• You mentioned X,... ?<br />
• You referred to X,... ?<br />
• I would like to question your last point about...<br />
CHIEDERE CHIARIFICAZIONI<br />
• Could I ask what you meant by... ?<br />
• I didn’t understand your last sentence... - is that<br />
what you mean?<br />
• Did you say that…?<br />
• You said…, didn’t you?
284<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
• Could you speak up?<br />
• Could you say that again?<br />
• Could you slow down a bit?<br />
• Could you repeat the bit about…?<br />
CHIEDERE ULTERIORI CHIARIFICAZIONI<br />
• I’m sorry, I’m still not quite clear about...<br />
• I’m sorry, I still don’t understand what you mean by...<br />
• l’m sorry I still don’t understand what you meant<br />
when you said...<br />
SOLLECITARE OPINIONI<br />
• Do you think that... ?<br />
• What do you think about... (noun phrase)...<br />
CAMBIARE DISCORSO<br />
• What about... ?<br />
• How about... ?<br />
• We haven’t talked about...<br />
• Dare risposte<br />
Prima di rispondere a una domanda, assicuratevi<br />
di averla capita. Alcune strategie utili:<br />
CHIEDERE UNA RIPETIZIONE<br />
• l’m sorry, I didn’t hear, could you repeat your question?<br />
• Sorry, could you repeat that?<br />
RIFORMULARE LA DOMANDA ORIGINALE<br />
• So, what you’re asking is...<br />
• If I understand the question correctly, you would<br />
like to know...<br />
CHIEDERE UN CHIARIMENTO ULTERIORE<br />
• When you say...., do you mean... ?<br />
• Evitare domande<br />
Ci sono varie strategie che si possono utilizzare<br />
per evitare domande difficili od ostili:<br />
MOSTRARE COMPRENSIONE<br />
• Yes, I quite see your point<br />
• That’s an accurate observation<br />
INTRODURRE UN PUNTO DI VISTA ALTER-<br />
NATIVO<br />
• However, I know you’ll appreciate...<br />
• On the other hand, if we consider...<br />
NON ACCETTARE LA RESPONSABILITÀ DI<br />
RISPONDERE<br />
• I’m afraid I’m not the right person to answer that<br />
• X is a much better person than I am to answer that<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
RITARDARE LA RISPOSTA<br />
• Could we leave that till later?<br />
• I’m not sure this is the right place/time to discuss<br />
that particular question<br />
II dibattito (seminario/tavola rotonda)<br />
• Prendere posizione<br />
Quando si deve discutere una tesi insieme ad altri<br />
oppure offrire un contributo ad un seminario/una<br />
tavola rotonda, si propone la propria opinione<br />
sempre in relazione all’opinione di un altro. Si è<br />
quindi obbligati ad esprimere la propria posizione relativamente<br />
ad un’altra (essere d’accordo o in disaccordo)<br />
prima di esprimere l’opinione in sé.<br />
Per queste prese di posizione ci sono delle<br />
forme convenzionali:<br />
MOSTRARE ACCORDO<br />
• Yes, that’s right<br />
• That’s a good point<br />
• I think so, too<br />
• Exactly<br />
• I agree with you<br />
• I feel that X is right<br />
MOSTRARE DISACCORDO<br />
• I don’t agree<br />
• I don’t think so<br />
• That’s no proof<br />
• That’s not the point<br />
• But surely...<br />
• I’m afraid I disagree<br />
ESPRIMERE DUBBIO<br />
• (Well,) I have my doubts (about that)<br />
• (Well,) I’m not convinced (about that)<br />
• It’s very doubtful whether...<br />
APPREZZARE LA POSIZIONE PRECEDENTE<br />
PRIMA DI DISSENTIRE<br />
• Yes, but...<br />
• I see what you mean but don’t you think that... ?<br />
• I see your point but...<br />
• I see what you’re getting at but...<br />
• Esprimere opinioni<br />
Per esprimere la propria opinione esistono numerose<br />
convenzioni linguistiche:<br />
INTRODURRE OPINIONI<br />
• I (don’t) think...<br />
• I feel...<br />
• It seems to me that...<br />
• In my opinion...<br />
STRUMENTI DEL MESTIERE
ollettino d’informazione <strong>sui</strong> farmaci<br />
ESPRIMERE UN’OPINIONE CERTA<br />
• I’m (absolutely) certain/sure that...<br />
• He/she/it is/was definitely...<br />
• He/she/it must have...<br />
ESPRIMERE DUBBIO<br />
• Perhaps... It looks as though... might...<br />
• He/she/it may/might/could have...<br />
• There may be...<br />
Si vede chiaramente da questa dettagliata descrizione<br />
che la maggiore o minore capacità di<br />
parlare non è solo una questione di non «conoscere<br />
abbastanza la grammatica» o di «non conoscere<br />
parole a sufficienza». Si tratta piuttosto di<br />
una capacità molto complessa che richiede certamente<br />
conoscenze lessicali/grammaticali ma soprattutto<br />
una preparazione pragmatica/funzionale:<br />
sapere come orientare un discorso ed<br />
esercitarsi in questo senso.<br />
La capacità di parlare bene implica quindi<br />
avere dimestichezza con tutti questi aspetti del<br />
messaggio parlato allo stesso tempo. Arrivare<br />
ad ottenere una tale padronanza richiede<br />
molto esercizio. Non è sufficiente sapere che le<br />
conoscenze sono molteplici e complicate.<br />
Bisogna attivare i meccanismi che le portano<br />
alla luce.<br />
In sintesi<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
285<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Il medico che vuole migliorare la propria capacità<br />
di esprimersi in inglese dovrebbe:<br />
• Conoscere le funzioni del parlare e gli<br />
elementi essenziali (lessicali, grammaticali,<br />
fonologici, pragmatici) che caratterizzano il<br />
messaggio parlato.<br />
• Prestare particolare attenzione alla presentazione<br />
orale e all’intervento in pubblico.<br />
• Avere accesso al materiale didattico e autentico<br />
consigliato per il miglioramento della<br />
capacità di parlare.<br />
• Avere un sistema di esercitazione per il parlare.<br />
• Avere un sistema di registrazione di quanto<br />
è stato appreso.<br />
• Avere un sistema di verifica di quanto è stato<br />
appreso.<br />
a proposito di… “Penne” per la somministrazione di farmaci<br />
In seguito a numerose segnalazioni pervenute all’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), relative al malfunzionamento del dispositivo<br />
per la somministrazione di farmaci a base di insuline, interferone, darbepoetina, ormone della crescita, l’AIFA vuole richiamare<br />
l’attenzione di tutti gli operatori sanitari e dei grossisti circa il rispetto delle corrette condizioni di trasporto nonché di stoccaggio<br />
dei farmaci in questione; l’AIFA ritiene inoltre di dover sottolineare l’importanza del rispetto delle istruzioni presenti nei fogli illustrativi<br />
e, per quanto riguarda il caso specifico, delle corrette modalità di utilizzo e di conservazione anche da parte degli utilizzatori<br />
finali del farmaco, chiedendo che gli operatori sanitari, direttamente a contatto con i pazienti, richiamino gli stessi ad una<br />
maggiore attenzione.
286<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Scheda unica di segnalazione<br />
di sospetta reazione avversa<br />
(da compilarsi a cura dei medici o degli altri operatori sanitari e da inviare al Responsabile<br />
di farmacovigilanza della struttura sanitaria di appartenenza)<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
SCHEDA<br />
La guida alla compilazione è consultabile on line all’indirizzo www.agenziafarmaco.it
GUIDA<br />
Guida alla compilazione<br />
della scheda di segnalazione<br />
Premessa<br />
La segnalazione spontanea è una comunicazione<br />
relativa all’insorgenza di una reazione avversa<br />
che si sospetta si sia verificata dopo l’assunzione di<br />
un farmaco. È uno strumento semplice, pratico ed<br />
economico applicabile a tutte le tipologie di pazienti<br />
e a tutti i farmaci, che consente di rilevare<br />
potenziali segnali di allarme. A tal fine la qualità e<br />
la completezza delle informazioni riportate sono<br />
fondamentali. La qualità dell’informazione è determinata<br />
dalla congruità dei dati, dalla loro completezza<br />
e dalla precisione con cui sono riportati.<br />
Ogni sezione della scheda ha una ragione di esistere<br />
e dovrebbe essere adeguatamente compilata.<br />
Una scheda incompleta non consente di valutare<br />
il nesso di causalità tra farmaco e reazione.<br />
Indipendentemente dall’algoritmo che verrà usato<br />
non si può fare a meno di conoscere la relazione<br />
temporale, se esistono o meno spiegazioni<br />
alternative sia per quanto riguarda le condizioni<br />
cliniche che per quanto riguarda l’utilizzo di altri<br />
prodotti, e cosa ha determinato la sospensione del<br />
farmaco ritenuto sospetto. È stata quindi eliminata<br />
la differenziazione in campi obbligatori e facoltativi,<br />
prevista nel precedente modello, in<br />
quanto essa poteva portare ad una compilazione<br />
parziale che non consentiva di fatto la valutazione<br />
del nesso di causalità tra farmaco e reazione.<br />
Infine è predisposto un unico modello di scheda<br />
per segnalare le sospette reazioni avverse a tutti<br />
i farmaci inclusi i vaccini. I vaccini sono infatti<br />
soggetti al doppio monitoraggio della farmacovigilanza<br />
(come per tutti i farmaci) e della prevenzione,<br />
con il principale obiettivo di identificare<br />
e correggere rapidamente eventuali errori nel<br />
programma di immunizzazione al fine di garantire,<br />
in modo più efficiente e più sicuro, quel diritto<br />
alla salute rappresentato dalle vaccinazioni.<br />
L’adozione di un modello unico di scheda, che tiene<br />
conto degli standard internazionali, semplifica la segnalazione<br />
di reazione avversa a vaccino, limita i possibili<br />
duplicati e velocizza le operazioni di inserimento<br />
in banca dati essendo previsto il suo invio al responsabile<br />
di farmacovigilanza della struttura sanitaria.<br />
Compilazione<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
287<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
Vengono di seguito riportate alcune motivazioni<br />
relative all’esistenza dei diversi campi che<br />
dovrebbero essere tenute in considerazione durante<br />
la compilazione.<br />
Paziente e data di insorgenza: i dati di questa<br />
sezione sono importanti per l’identificazione del<br />
caso ed il riconoscimento di duplicati (insieme alle<br />
informazioni su farmaco e reazione).<br />
Per motivi di privacy non è possibile scrivere per<br />
esteso il nome e cognome del paziente; sarà comunque<br />
sufficiente riportare prima la lettera iniziale del<br />
nome seguita dalla lettera iniziale del cognome. L’indicazione<br />
della data di nascita, invece che dell’età, risulta<br />
essere particolarmente importante in caso di segnalazioni<br />
di reazioni avverse a vaccino: infatti, le<br />
vaccinazioni dell’età evolutiva vengono somministrate,<br />
di norma, ad età prestabilite. Le iniziali, insieme<br />
alla data di nascita, consentono di distinguere i casi,<br />
operazione necessaria soprattutto in occasione di segnalazioni<br />
di cluster di reazioni avverse da vaccini derivanti<br />
da una stessa struttura.<br />
Inoltre la data di insorgenza della reazione insieme<br />
alle date di inizio e fine terapia sono indispensabili<br />
perché consentono di stabilire la correlazione temporale<br />
tra assunzione del farmaco e reazione avversa.<br />
Il campo codice della reazione va compilato dal responsabile<br />
di farmacovigilanza dopo l’avvenuto inserimento<br />
della scheda in banca dati.<br />
Reazione: la compilazione di questo campo è ovviamente<br />
fondamentale, oltre alla descrizione della<br />
reazione è prevista anche la sua diagnosi ed i risultati<br />
di eventuali accertamenti diagnostici. È opportuno<br />
che tale descrizione avvenga nel modo più chiaro e<br />
meno fantasioso possibile considerato che la descrizione<br />
dovrà poi essere interpretata e codificata da un<br />
altro operatore all’atto dell’inserimento della scheda<br />
in banca dati. Nel caso di segnalazione di reazioni avverse<br />
a vaccini è necessario riportare anche l’orario<br />
di insorgenza della reazione. Di seguito sono riportati<br />
alcuni suggerimenti relativi alla descrizione delle<br />
reazioni da vaccino e alla definizione di caso.<br />
Nella sezione “esami di laboratorio e strumentali”<br />
vanno riportati i risultati, rilevanti ai fini della reazione
288<br />
Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
avversa, degli esami effettuati e possibilmente le date<br />
a cui si riferiscono. La sola citazione dell’esame senza<br />
conoscere il risultato non è dirimente.<br />
È importante anche precisare se la reazione è stata<br />
trattata e come. Il segnalatore può allegare alla<br />
scheda eventuali referti, lettere di dimissioni ospedaliera,<br />
relazioni cliniche rispettando comunque la tutela<br />
della privacy del paziente.<br />
Gravità: l’importanza di una reazione avversa<br />
varia anche in relazione alla sua gravità; va ricordato<br />
che la gravità non deve essere stabilita su base soggettiva<br />
per cui non hanno senso le affermazioni: media<br />
gravità o gravità moderata, ecc.<br />
Una reazione è grave solo se:<br />
• è fatale<br />
• ha provocato o prolungato l’ospedalizzazione<br />
• ha provocato invalidità grave o permanente<br />
• ha messo in pericolo la vita del paziente.<br />
Sono da considerare gravi anche le anomalie congenite<br />
e i difetti alla nascita in neonati le cui madri<br />
avevano assunto i farmaci sospetti in gravidanza.<br />
In questo ultimo caso la scheda sarà compilata con<br />
i dati della madre, ma alla scheda stessa dovrà essere<br />
allegata un’accurata relazione clinica che oltre ai<br />
dati anamnestici dettagli la reazione a carico del feto<br />
o del neonato e l’esito della stessa.<br />
Esito: analogamente alla gravità è importante riportare<br />
l’esito della reazione facendo attenzione alle<br />
voci poste al di sotto dell’esito “decesso”: infatti ad<br />
esempio le frasi “il farmaco può aver contribuito” oppure<br />
“ non dovuto al farmaco” sono relativi ai casi fatali.<br />
Nel campo “esito” andranno riportate anche le<br />
date di guarigione o di decesso.<br />
Farmaco sospetto: è importante riportare il<br />
nome commerciale del farmaco e non solo il principio<br />
attivo, sia per consentire eventuali accertamenti legati<br />
alla produzione dello stesso sia per consentire alle<br />
aziende farmaceutiche titolari del farmaco sospetto di<br />
assolvere ai numerosi obblighi di farmacovigilanza<br />
nazionale ed internazionale previsti dalla legge. Inoltre<br />
nel caso dei farmaci generici, al nome del principio<br />
attivo deve essere aggiunto il nome dell’azienda.<br />
Senza questa informazione non sarà possibile procedere<br />
all’identificazione del medicinale coinvolto.<br />
Deve essere indicato il dosaggio e non solo l’unità<br />
posologica (infatti per un dato farmaco potrebbero ad<br />
esempio esserci compresse da 250, 500 o 1000 mg).<br />
In questa sezione è importante fornire anche le<br />
informazioni relative all’eventuale miglioramento della<br />
reazione avversa dopo la sospensione del farmaco<br />
e quando disponibile anche il dato sulla risomministrazione<br />
del farmaco (rechallenge).<br />
Nel caso di segnalazione di reazioni avverse a vac-<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
GUIDA<br />
cini è necessario riportare anche l’ora della somministrazione<br />
ed il numero di dose (I, II III o di richiamo).<br />
Inoltre vanno specificati il lotto e la data di scadenza.<br />
Non va tralasciata l’indicazione terapeutica per la<br />
quale il farmaco è stato assunto: da tale indicazione potrebbero<br />
emergere spiegazioni alternative all’insorgenza<br />
della reazione osservata che potrebbe essere in realtà un<br />
aspetto della patologia trattata. Anche le indicazioni<br />
vanno riportate nel modo più preciso possibile tenendo<br />
presente la classificazione internazionale delle malattie<br />
(ICD IX: international classification disease).<br />
Condizioni predisponenti: la disponibilità di<br />
queste informazioni consente di accertare la presenza o<br />
meno di cause alternative al farmaco nel determinare la<br />
reazione avversa. In particolare nel caso di segnalazione<br />
di reazioni avverse a vaccini è necessario riportare i<br />
dati anamnestici, la storia clinica e farmacologica rilevante.<br />
È opportuno anche specificare la sede dove è avvenuta<br />
la vaccinazione: ASL, studio privato, scuola, altro<br />
(specificare) ed il sito di inoculo del vaccino.<br />
<strong>Farmaci</strong> concomitanti: l’informazione di<br />
eventuali farmaci concomitanti va acquisita soprattutto<br />
in relazione alle possibili interazioni. Nell’apposita<br />
sezione andrebbero riportate anche le altre possibili<br />
interazioni con integratori alimentari, prodotti erboristici,<br />
ecc. Nel caso di segnalazione di reazioni avverse<br />
a vaccini è necessario riportare anche i vaccini<br />
somministrati nelle 4 settimane precedenti alla somministrazione.<br />
Fonte e segnalatore: il segnalatore deve essere<br />
chiaramente identificabile, anche se i suoi dati sono tutelati,<br />
in primo luogo perché spesso c’è la necessità di<br />
contattare il segnalatore per chiarimenti o follow-up ed<br />
inoltre perché non sono accettabili schede anonime. Qualora<br />
la fonte venga riportata come “Altro” deve essere<br />
specificata chiaramente la tipologia di segnalatore.<br />
Per le reazioni gravi, tanto più se non previste<br />
nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto<br />
(RCP) o per le quali l’esito non è conosciuto al momento<br />
della segnalazione stessa, è opportuno far<br />
seguire la segnalazione iniziale da un aggiornamento<br />
sul caso. La scheda compilata va inviata al<br />
responsabile di farmacovigilanza della struttura<br />
sanitaria di appartenenza per i successivi adempimenti<br />
ai sensi del D.lgs. 95/2003.<br />
Per approfondimenti sulla Farmacovigilanza si<br />
rimanda alla lettura del volume IX di EudraLex disponibile<br />
all’indirizzo:<br />
http://pharmacos.eudra.org/F2/eudralex/in<br />
dex.htm<br />
I suggerimenti relativi alla descrizione di sospetta reazione avversa<br />
a vaccino sono disponibili sul sito www.agenziafarmaco.it
farmaciline@aifa.gov.it<br />
Il Servizio "<strong>Farmaci</strong>-line" risponde a quesiti inerenti il farmaco.<br />
Svolge attività di consulenza relativamente a:<br />
» Efficacia clinica;<br />
» Quesiti clinico-farmacologici;<br />
» Farmacocinetica;<br />
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» Reazioni avverse;<br />
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» Chiarimenti sull'applicazione delle Note CTS-AIFA;<br />
» <strong>Farmaci</strong> inseriti nel Prontuario Farmaceutico Nazionale.<br />
Prescrizioni per indicazioni<br />
non autorizzate<br />
19/06/<strong>2007</strong> - È stata introdotta una<br />
nuova sezione nell’elenco della Legge<br />
648/96<br />
Il Servizio <strong>Farmaci</strong>-line non risponde a quesiti riguardanti:<br />
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» Tracciabilità del farmaco.
http://aifa.progettoecce.it<br />
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