04.06.2013 Views

Bollettino d'Informazione sui Farmaci n. 6/2007 - Sefap

Bollettino d'Informazione sui Farmaci n. 6/2007 - Sefap

Bollettino d'Informazione sui Farmaci n. 6/2007 - Sefap

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

246<br />

Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />

bligatoria per la registrazione di:<br />

• nuove entità chimiche e prodotti<br />

di derivazione biotecnologica;<br />

• farmaci orfani;<br />

• farmaci ad uso pediatrico;<br />

• modifiche significative in medicinali<br />

già autorizzati (nuovi<br />

dosaggi, nuove forme farmaceutiche/vie<br />

di somministrazione,<br />

nuovi processi di fabbricazione<br />

per i prodotti di biotecnologica);<br />

• estensione dell’uso di farmaci<br />

già noti a nuove popolazioni,<br />

in particolare la popolazione<br />

pediatrica o autorizzazione di<br />

nuove importanti indicazioni;<br />

• ri-classificazione di medicinali noti da farmaci<br />

con obbligo di prescrizione a senza obbligo<br />

di prescrizione medica.<br />

Il Piano di gestione del rischio deve essere discusso<br />

con l’autorità regolatoria prima della presentazione<br />

della richiesta di registrazione del medicinale<br />

e si compone essenzialmente di tre elementi:<br />

specifiche di sicurezza, piano di farmacovigilanza,<br />

piano di minimizzazione del rischio.<br />

Le specifiche di sicurezza (safety specifications)<br />

rappresentano l’insieme dei rischi identificati o<br />

potenziali e le informazioni importanti non disponibili<br />

al momento del rilascio dell’AIC. Attraverso<br />

un’attenta disamina dei dati raccolti negli<br />

studi pre-clinici e clinici del farmaco, il titolare<br />

dell’AIC deve individuare quali aspetti necessitano<br />

di essere ulteriormente studiati o monitorati<br />

per ridurre al minimo i rischi assicurando al massimo<br />

il beneficio del trattamento.<br />

A titolo di esempio, relativamente agli studi<br />

pre-clinici, per un farmaco potenzialmente utilizzabile<br />

nelle donne in età fertile potrebbero non<br />

essere completi gli studi di tossicologia riproduttiva<br />

negli animali. Potrebbero essere necessarie<br />

maggiori informazioni sulle interazioni farmacologiche<br />

o sulla possibile azione del farmaco sull’intervallo<br />

Q-T dell’elettrocardiogramma. Per<br />

quanto riguarda gli studi clinici, potrebbero essere<br />

necessari ulteriori dati su popolazioni poco<br />

studiate o escluse dagli studi sperimentali pre-registrativi,<br />

quali la popolazione geriatrica o la popolazione<br />

di pazienti affetti da patologie preesistenti<br />

come cardiopatie, insufficienza renale, diabete,<br />

depressione, insufficienza epatica.<br />

“ Il Piano di<br />

gestione del<br />

rischio deve<br />

essere discusso<br />

con l’autorità<br />

regolatoria<br />

prima della<br />

presentazione<br />

della richiesta di<br />

registrazione del<br />

medicinale ”<br />

<br />

Agenzia Italiana del Farmaco<br />

PANORAMI E PERCORSI<br />

Il titolare dell’AIC, tenendo conto<br />

di questi elementi, deve predisporre<br />

il Piano di farmacovigilanza (pharmacovigilance<br />

plan) che consiste nella<br />

progettazione di uno o più protocolli<br />

di studio con l’obiettivo di raccogliere<br />

ulteriori dati relativamente ai<br />

punti critici individuati. A seconda<br />

delle circostanze, gli studi possono<br />

andare da veri e propri studi clinici a<br />

studi epidemiologici osservazionali,<br />

valutazione di banche dati esistenti e<br />

quanto altro ritenuto opportuno.<br />

Il Piano di minimizzazione del rischio<br />

(Risk minimization plan – RmP)<br />

deve essere proposto nei casi in cui il<br />

titolare dell’AIC, tenendo conto delle<br />

specifiche di farmacovigilanza, ritenga necessario<br />

adottare ulteriori misure, oltre quelle routinarie di<br />

farmacovigilanza, quali il riassunto delle caratteristiche<br />

del prodotto (RCP), le note informative<br />

importanti, i bollettini, il sito dell’Agenzia Italiana<br />

del Farmaco (AIFA), il foglio illustrativo e un<br />

appropriato e specifico materiale educazionale.<br />

In questo modo la minimizzazione del rischio<br />

è essenzialmente ottenuta attraverso l’informazione<br />

e l’educazione di tutti coloro che ruotano<br />

attorno al farmaco: medici, farmacisti e pazienti.<br />

L’applicazione di un vero e proprio piano educazionale<br />

ha come obiettivi 1 :<br />

• aumentare la diffusione delle informazioni<br />

sul rischio specifico correlato a quel farmaco;<br />

• migliorare la comprensione delle misure<br />

volte a ridurre sia la frequenza sia la gravità<br />

delle reazioni avverse considerate;<br />

• permettere una diagnosi precoce e, se possibile,<br />

intraprendere il trattamento della reazione<br />

avversa;<br />

• informare e sensibilizzare i pazienti sulla necessità<br />

di adottare precauzioni supplementari.<br />

Il piano educazionale può comprendere:<br />

• comunicazioni dirette agli operatori sanitari;<br />

• guida per la prescrizione rivolta ai medici;<br />

• guida alla dispensazione per i farmacisti;<br />

• brochure ed opuscoli esplicativi per pazienti;<br />

• programmi di formazione specifici.<br />

Un esempio di piano educazionale è quello relativo<br />

all’isotretinoina che, come è noto, è un farmaco<br />

altamente teratogeno 2 . Nell’ambito dell’attività<br />

di minimizzazione del rischio, l’AIFA nel<br />

2005 ha approvato un programma di prevenzione

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!