Bollettino d'Informazione sui Farmaci n. 6/2007 - Sefap
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Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />
bligatoria per la registrazione di:<br />
• nuove entità chimiche e prodotti<br />
di derivazione biotecnologica;<br />
• farmaci orfani;<br />
• farmaci ad uso pediatrico;<br />
• modifiche significative in medicinali<br />
già autorizzati (nuovi<br />
dosaggi, nuove forme farmaceutiche/vie<br />
di somministrazione,<br />
nuovi processi di fabbricazione<br />
per i prodotti di biotecnologica);<br />
• estensione dell’uso di farmaci<br />
già noti a nuove popolazioni,<br />
in particolare la popolazione<br />
pediatrica o autorizzazione di<br />
nuove importanti indicazioni;<br />
• ri-classificazione di medicinali noti da farmaci<br />
con obbligo di prescrizione a senza obbligo<br />
di prescrizione medica.<br />
Il Piano di gestione del rischio deve essere discusso<br />
con l’autorità regolatoria prima della presentazione<br />
della richiesta di registrazione del medicinale<br />
e si compone essenzialmente di tre elementi:<br />
specifiche di sicurezza, piano di farmacovigilanza,<br />
piano di minimizzazione del rischio.<br />
Le specifiche di sicurezza (safety specifications)<br />
rappresentano l’insieme dei rischi identificati o<br />
potenziali e le informazioni importanti non disponibili<br />
al momento del rilascio dell’AIC. Attraverso<br />
un’attenta disamina dei dati raccolti negli<br />
studi pre-clinici e clinici del farmaco, il titolare<br />
dell’AIC deve individuare quali aspetti necessitano<br />
di essere ulteriormente studiati o monitorati<br />
per ridurre al minimo i rischi assicurando al massimo<br />
il beneficio del trattamento.<br />
A titolo di esempio, relativamente agli studi<br />
pre-clinici, per un farmaco potenzialmente utilizzabile<br />
nelle donne in età fertile potrebbero non<br />
essere completi gli studi di tossicologia riproduttiva<br />
negli animali. Potrebbero essere necessarie<br />
maggiori informazioni sulle interazioni farmacologiche<br />
o sulla possibile azione del farmaco sull’intervallo<br />
Q-T dell’elettrocardiogramma. Per<br />
quanto riguarda gli studi clinici, potrebbero essere<br />
necessari ulteriori dati su popolazioni poco<br />
studiate o escluse dagli studi sperimentali pre-registrativi,<br />
quali la popolazione geriatrica o la popolazione<br />
di pazienti affetti da patologie preesistenti<br />
come cardiopatie, insufficienza renale, diabete,<br />
depressione, insufficienza epatica.<br />
“ Il Piano di<br />
gestione del<br />
rischio deve<br />
essere discusso<br />
con l’autorità<br />
regolatoria<br />
prima della<br />
presentazione<br />
della richiesta di<br />
registrazione del<br />
medicinale ”<br />
<br />
Agenzia Italiana del Farmaco<br />
PANORAMI E PERCORSI<br />
Il titolare dell’AIC, tenendo conto<br />
di questi elementi, deve predisporre<br />
il Piano di farmacovigilanza (pharmacovigilance<br />
plan) che consiste nella<br />
progettazione di uno o più protocolli<br />
di studio con l’obiettivo di raccogliere<br />
ulteriori dati relativamente ai<br />
punti critici individuati. A seconda<br />
delle circostanze, gli studi possono<br />
andare da veri e propri studi clinici a<br />
studi epidemiologici osservazionali,<br />
valutazione di banche dati esistenti e<br />
quanto altro ritenuto opportuno.<br />
Il Piano di minimizzazione del rischio<br />
(Risk minimization plan – RmP)<br />
deve essere proposto nei casi in cui il<br />
titolare dell’AIC, tenendo conto delle<br />
specifiche di farmacovigilanza, ritenga necessario<br />
adottare ulteriori misure, oltre quelle routinarie di<br />
farmacovigilanza, quali il riassunto delle caratteristiche<br />
del prodotto (RCP), le note informative<br />
importanti, i bollettini, il sito dell’Agenzia Italiana<br />
del Farmaco (AIFA), il foglio illustrativo e un<br />
appropriato e specifico materiale educazionale.<br />
In questo modo la minimizzazione del rischio<br />
è essenzialmente ottenuta attraverso l’informazione<br />
e l’educazione di tutti coloro che ruotano<br />
attorno al farmaco: medici, farmacisti e pazienti.<br />
L’applicazione di un vero e proprio piano educazionale<br />
ha come obiettivi 1 :<br />
• aumentare la diffusione delle informazioni<br />
sul rischio specifico correlato a quel farmaco;<br />
• migliorare la comprensione delle misure<br />
volte a ridurre sia la frequenza sia la gravità<br />
delle reazioni avverse considerate;<br />
• permettere una diagnosi precoce e, se possibile,<br />
intraprendere il trattamento della reazione<br />
avversa;<br />
• informare e sensibilizzare i pazienti sulla necessità<br />
di adottare precauzioni supplementari.<br />
Il piano educazionale può comprendere:<br />
• comunicazioni dirette agli operatori sanitari;<br />
• guida per la prescrizione rivolta ai medici;<br />
• guida alla dispensazione per i farmacisti;<br />
• brochure ed opuscoli esplicativi per pazienti;<br />
• programmi di formazione specifici.<br />
Un esempio di piano educazionale è quello relativo<br />
all’isotretinoina che, come è noto, è un farmaco<br />
altamente teratogeno 2 . Nell’ambito dell’attività<br />
di minimizzazione del rischio, l’AIFA nel<br />
2005 ha approvato un programma di prevenzione