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Bollettino d'Informazione sui Farmaci n. 6/2007 - Sefap

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266<br />

Bif XIV N. 6 <strong>2007</strong><br />

<strong>2007</strong>, sono stati condotti diversi<br />

studi per valutare se questi integratori<br />

– in particolare le vitamine che<br />

vengono vendute come antiossidanti<br />

– possano recare giovamento.<br />

I ricercatori di uno studio randomizzato<br />

1 hanno valutato se il trattamento<br />

a lungo termine con un integratore<br />

di vitamina E potesse rallentare<br />

il declino cognitivo nelle<br />

donne anziane (età 65 anni all’ingresso<br />

nello studio). Dopo 10<br />

anni, la funzione cognitiva globale<br />

non differiva nei due gruppi placebo<br />

e vitamina E. Nelle analisi secondarie,<br />

sono state osservate riduzioni<br />

del declino cognitivo statisticamente<br />

significative in diversi sottogruppi<br />

che assumevano vitamina<br />

E (per es. donne con basse somministrazioni<br />

di vitamina E, donne che<br />

facevano attività fisica meno di una<br />

volta alla settimana, e donne senza<br />

diabete), ma queste riduzioni erano<br />

basse e di dubbia rilevanza clinica.<br />

Un altro studio randomizzato 2 ha<br />

coinvolto donne con storia di malattia<br />

cardiovascolare o tre o più fattori<br />

di rischio per patologia cardiovascolare<br />

(CVD). Dopo una media di 9<br />

anni, non è stata rilevata alcuna riduzione<br />

nell’end point cardiovascolare<br />

combinato con integrazioni di<br />

vitamina C, vitamina E, o β-carotene,<br />

assunti sia da soli sia in combinazione.<br />

Nel sottogruppo di donne con<br />

storia di CVD, la vitamina E è stata<br />

associata a una riduzione marginalmente<br />

significativa dell’end point.<br />

In uno studio canadese 3 , i pazienti<br />

sono stati randomizzati a ricevere<br />

un integratore minerale e multivitaminico<br />

o placebo. Nel corso dei 18<br />

mesi di follow up, i due gruppi placebo<br />

e multivitaminico hanno riportato<br />

dati simili relativamente a<br />

infezioni per paziente, visite al<br />

pronto soccorso, ospedalizzazioni.<br />

Infine, in una metanalisi 4 di 68 trial<br />

clinici randomizzati e più di 230.000<br />

pazienti, i ricercatori hanno valutato<br />

l’effetto di β-carotene, vitamina A,<br />

vitamina C, vitamina E, o integrato-<br />

re di selenio, in combinazione o singolarmente,<br />

rispetto a placebo. In generale,<br />

non è stato rilevato alcun beneficio<br />

in quanto a mortalità. Nell’esaminare<br />

47 trial di elevata qualità<br />

metodologica, è stato riscontrato un<br />

aumento significativo del rischio di<br />

mortalità con β-carotene, vitamina<br />

A, vitamina E (rischi relativi rispettivamente<br />

di 1,05; 1,16; 1,04).<br />

Nel complesso, questi studi non<br />

sono riusciti a mostrare alcuna evidenza<br />

a sostegno di benefici associati<br />

agli integratori vitaminici, e non si<br />

possono escludere potenziali danni.<br />

I pazienti dovrebbero essere avvisati<br />

che vi sono poche evidenze a sostegno<br />

dell’impiego degli integratori, se<br />

non per indicazioni specifiche (per<br />

es. l’acido folico in gravidanza).<br />

Bibliografia<br />

1. Kang JH, et al. A randomized trial of<br />

vitamin E supplementation and cognitive<br />

function in women. Arch Intern<br />

Med 2006; 166: 2462-8.<br />

2. Cook NR, et al. A randomized factorial<br />

trial of vitamins C and E and beta<br />

carotene in the secondary prevention<br />

of cardiovascular events in women:<br />

results from the Women’s Antioxidant<br />

Cardiovascular Study. Arch Intern<br />

Med <strong>2007</strong>; 167: 1610.<br />

3. Liu BA, et al. Effect of multivitamin and<br />

mineral supplementation on episodes of<br />

infection in nursing home residents: a<br />

randomized, placebo-controlled study. J<br />

Am Geriatr Soc <strong>2007</strong>; 55: 35-42.<br />

4. Bjelakovic G, et al. Mortality in randomized<br />

trials of antioxidant supplements<br />

for primary and secondary prevention:<br />

systematic review and metaanalysis.<br />

JAMA <strong>2007</strong>; 297: 842-57.<br />

Ricerca pediatrica: gli steroidi<br />

non funzionano nel trattamento<br />

della bronchiolite<br />

Una dose di desametasone per via orale<br />

non si è rivelata diversa dal placebo.<br />

Negli USA la bronchiolite è una della<br />

cause principali di ospedalizzazione<br />

per i neonati. L’impiego di steroidi<br />

nei bambini affetti da bronchioli-<br />

<br />

Agenzia Italiana del Farmaco<br />

DALLA LETTERATURA<br />

te rimane controverso per la mancanza<br />

di studi di alta qualità e sufficiente<br />

potenza. In un trial clinico in<br />

doppio cieco multicentrico, i ricercatori<br />

hanno randomizzato 600 neonati<br />

(con range di età 2-12 mesi), che<br />

si erano presentati al pronto soccorso<br />

senza storia di dispnea e un quadro<br />

clinico di bronchiolite di grado<br />

moderato/grave, a ricevere una singola<br />

dose di desametasone (1mg/kg)<br />

o placebo. L’outcome primario è stato<br />

l’ospedalizzazione 4 ore dopo la<br />

somministrazione del farmaco 1 .<br />

Il numero di bambini ammessi in<br />

ospedale è stato pressoché analogo<br />

nel gruppo trattato con steroidi e in<br />

quello trattato con placebo (rispettivamente<br />

di 39,7% e 41,0%). Non è<br />

emersa alcuna differenza dalle analisi<br />

per sottogruppi dei bambini che<br />

erano risultati positivi al virus sinciziale<br />

respiratorio, di quelli più piccoli<br />

di 6 mesi, o di quei bambini con<br />

storia di eczema o storia familiare di<br />

asma. Nei due gruppi sono risultati<br />

simili sia la durata di degenza per i<br />

bambini ospedalizzati, sia il ricovero<br />

nei 7 giorni successivi all’intervento.<br />

È probabile che questo trial rappresenti<br />

lo studio definitivo sull’impiego,<br />

in ambito ambulatoriale, degli<br />

steroidi per il trattamento della bronchiolite<br />

nei bambini piccoli. Gli steroidi<br />

non apportano alcun beneficio<br />

ai bambini piccoli che non presentano<br />

storia di dispnea. Questi risultati<br />

concordano con una recente linea<br />

guida dell’American Academy of<br />

Pediatrics, la quale indica che i corticosteroidi<br />

non dovrebbero essere<br />

impiegati abitualmente per il trattamento<br />

della bronchiolite 2 .<br />

Bibliografia<br />

1. Corneli HM, et al. A multicenter, randomized,<br />

controlled trial of dexamethasone<br />

for bronchiolitis. N Engl J<br />

Med <strong>2007</strong>; 357: 331-9.<br />

2. Subcommittee on Diagnosis and Management<br />

of Bronchiolitis. Diagnosis<br />

and Management of Bronchiolitis. Pediatrics<br />

2006; 118: 1774-93.

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