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Erbe spontanee commestibili e loro riconoscimento - Provincia di ...

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LA CITTA’ DEGLI ORTI<br />

DALLA NATURA ALLA TAVOLA:<br />

LE PIANTE SPONTANEE<br />

“Una società si accresce<br />

quando gli anziani<br />

piantano alberi<br />

sotto la cui ombra non<br />

siederanno mai.”<br />

(proverbio greco)<br />

La pianura ferrarese, intensamente coltivata e povera <strong>di</strong> wilderness, non è<br />

tuttavia priva <strong>di</strong> realtà interessanti per il naturalista – buongustaio.<br />

Si tratta <strong>di</strong> cercare in quei luoghi marginali, o poco sfruttati, dove le piante<br />

<strong>spontanee</strong> si sviluppano rigogliose: è meglio allontanarsi un poco dalle gran<strong>di</strong><br />

vie <strong>di</strong> comunicazione.<br />

In città, qualcosa si può osservare e raccogliere lungo le Mura Estensi, magari<br />

prima che l’erba subisca uno dei frequenti sfalci.<br />

Fuori città, siti d’elezione sono i boschi, sia quelli termofili lungo la costa<br />

(macchie a leccio, pinete, boschi misti), sia quelli umi<strong>di</strong> lungo i fiumi Po e<br />

Reno.<br />

Sono inoltre ricche <strong>di</strong> piante apprezzate le siepi, soprattutto quelle più<br />

sviluppate in altezza e larghezza, con più file <strong>di</strong> alberi e arbusti affiancate e<br />

compenetrate.<br />

Negli spazi aperti le piante alimentari <strong>spontanee</strong> si affermano soprattutto sugli<br />

alti argini dei fiumi, sulle scarpate dei canali, attorno alle valli salmastre.<br />

Questa breve carrellata si propone <strong>di</strong> presentare alcune piante <strong>di</strong> uso<br />

alimentare tra<strong>di</strong>zionale, <strong>di</strong>vise per tipologie, con le <strong>loro</strong> caratteristiche<br />

essenziali e qualche notizia sugli ambienti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione.<br />

1


I GERMOGLI<br />

Gli strigoli o lischi (Silene vulgaris)<br />

Questa pianta risulta inconfon<strong>di</strong>bile al momento della fioritura, anche se per l’uso alimentare<br />

andrebbe raccolta prima, in primavera: i giovani getti teneri hanno foglie verde glauco e si<br />

consumano lessati come le piante che seguiranno.<br />

Si tratta <strong>di</strong> una specie molto comune nei prati ari<strong>di</strong> costieri, lungo gli argini <strong>di</strong> fiumi e canali,<br />

lungo le strade della nostra pianura.<br />

Gli asparagi (Asparagus acutifolius, A. officinalis)<br />

E’ una pianta notissima della tra<strong>di</strong>zione gastronomica italiana,<br />

raccolta allo stato spontaneo oppure coltivata nei terreni sabbiosi.<br />

E’ possibile raccogliere<br />

gli asparagi selvatici<br />

nella tarda primavera, in<br />

tutti i boschi, le macchie<br />

e i cespuglieti verso la<br />

costa, su suolo drenato.<br />

I getti giovani del<br />

comune asparago<br />

pungente (Asparagus<br />

acutifolius) ricordano<br />

molto gli asparagi<br />

coltivati (A. officinalis),<br />

solo un po’ più sottili e<br />

dal gusto più spiccato.<br />

Entrambe le specie si<br />

consumano lessate,<br />

come contorno o<br />

con<strong>di</strong>mento per primi<br />

piatti. Originale la<br />

confettura <strong>di</strong> asparagi.<br />

2


Il pungitopo (Ruscus aculeatus)<br />

Pianta cespugliosa con fusti verde cupo, rigi<strong>di</strong>, da cui si<br />

staccano brevi rami (fillocla<strong>di</strong>) espansi simili a foglie,<br />

acuminati (da cui il nome comune). Le foglie sono<br />

ridotte a squame, anche i fiori sono insignificanti; i frutti<br />

sono invece vistose bacche rosse.<br />

Il luppolo (Humulus lupulus)<br />

Pianta conosciutissima, viene coltivata per<br />

ricavarne l’aromatizzazione amara della birra. E’<br />

tuttavia anche molto <strong>di</strong>ffusa allo stato spontaneo,<br />

come liana dei boschi umi<strong>di</strong> e delle siepi.<br />

I giovani getti primaverili si consumano come<br />

gli asparagi selvatici, ai quali somigliano<br />

parecchio anche se più scuri. Risultano più<br />

lunghi da cuocere e forse un po’ più coriacei,<br />

ma il sapore è eccellente, anche nelle frittate.<br />

Le foglie palmato-lobate vagamente simili a quelle<br />

della vite, le infiorescenze femminili pendenti, la<br />

crescita attorcigliata attorno a qualsiasi sostegno,<br />

rendono questa pianta inconfon<strong>di</strong>bile.<br />

Si consumano i getti giovani lessati, da soli o in<br />

altre preparazioni (“bruscandul”).<br />

Il congenere<br />

luppolo<br />

giapponese<br />

(H.<br />

japonicus) è<br />

un’infestante<br />

dei boschi<br />

fluviali.<br />

3


La barba <strong>di</strong> becco (Tragopogon porrifolius)<br />

Si tratta <strong>di</strong> una sorta <strong>di</strong> margheritone viola, alto e<br />

slanciato, con lunghe foglie lineari appena<br />

ondulate. Cresce ai bor<strong>di</strong> delle strade e negli<br />

incolti e fiorisce dalla primavera all’estate.<br />

Si consumano i getti primaverili, lessati, come gli<br />

asparagi; in alcune varietà coltivate si consuma<br />

anche la ra<strong>di</strong>ce, simile alla carota (scorzobianca).<br />

LE FOGLIE La portulaca o porcellana (Portulaca oleracea)<br />

Cruda in insalata, o lessata come gli spinaci, la porcellana è una delle più<br />

comuni erbe commensali delle colture sarchiate, presente nei terreni incolti,<br />

soggetti a <strong>di</strong>sturbo, presso gli abitati e su cumuli <strong>di</strong> terra <strong>di</strong> riporto.<br />

4


L’ortica (Urtica <strong>di</strong>oica)<br />

A <strong>di</strong>spetto delle foglie urticanti,<br />

l’ortica è una delle più deliziose<br />

piante <strong>spontanee</strong> alimentari. Se<br />

raccolta con attenzione, ben<br />

lavata e sbollentata, si può<br />

consumare come contorno, nelle<br />

frittate o nelle paste ripiene.<br />

La cicoria (Cichorium intybus)<br />

Le foglie basali spuntano in autunno, si<br />

mantengono in inverno e si seccano<br />

durante la fioritura. Sono picciolate, <strong>di</strong><br />

forma lanceolata e allungata, con il<br />

margine roncinato.<br />

Le foglie caulinari sono più piccole delle<br />

basali, lanceolate e sessili.<br />

Basta sfiorare le foglie per<br />

riconoscerla, i fiori sono invece<br />

insignificanti.<br />

Frequenta boschi, siepi,<br />

cespuglieti, incolti e luoghi<br />

<strong>di</strong>sturbati, ricchi <strong>di</strong> nitrati.<br />

Da non confondere con le labiate<br />

del genere Lamium (“falsa<br />

ortica”), non certo pericolose, ma<br />

dal poco gradevole sapore<br />

erbaceo. I fiori sono tuttavia<br />

molto <strong>di</strong>fferenti.<br />

Coltivata e apprezzata per il sapore amaro delle<br />

foglie, la cicoria è anche una comune pianta dei<br />

seminativi, orti, incolti e luoghi <strong>di</strong>sturbati.<br />

5


Il tarassaco o dente <strong>di</strong> leone<br />

(Taraxacum officinale aggr.)<br />

L’infiorescenza a capolino, ricca <strong>di</strong> fiori ligulati giallo<br />

oro, è inconfon<strong>di</strong>bile, come i frutti provvisti <strong>di</strong> pappo<br />

per la <strong>di</strong>sseminazione (“soffioni”).<br />

Le rosette fogliari primaverili, utilizzate crude in<br />

insalata o lessate, si confondono invece con quelle<br />

<strong>di</strong> molte altre composite, come la cicoria, il piattello<br />

(Hypochoeris ra<strong>di</strong>cata), ecc. Sono tuttavia<br />

attivamente raccolte e consumate. La foglia del<br />

tarassaco è tipicamente roncinata.<br />

La pimpinella (Sanguisorba minor)<br />

Pianta dei prati inconfon<strong>di</strong>bile per le foglie<br />

imparipennate con numerose foglioline tondeggianti<br />

dal margine dentato, che si consumano in insalata.<br />

I fiori rossastri sono invece insignificanti.<br />

6


Il papavero o rosolaccio (Papaver rhoeas)<br />

E’ uno dei più noti fiori della<br />

primavera-estate, periodo in cui le<br />

messi pronte per il raccolto sono<br />

costellate <strong>di</strong> puntini rossi (almeno,<br />

dove non sia stato praticato un<br />

<strong>di</strong>serbo selvaggio …)<br />

Tra<strong>di</strong>zionalmente, i semi <strong>di</strong> papavero<br />

sono utilizzati per decorare ed<br />

aromatizzare alcuni tipi <strong>di</strong> pane e<br />

prodotti da forno, soprattutto nelle<br />

regioni alpine.<br />

La rucola selvatica o rughetta<br />

(Diplotaxis tenuifolia)<br />

Lo citiamo qui per un altro motivo: le rosette fogliari,<br />

raccolte prima della fioritura, si consumano crude in<br />

insalata oppure lessate come la cicoria o il<br />

tarassaco, ed hanno un gusto gradevole.<br />

Le foglie verdegrigiastre<br />

sono<br />

pennate o<br />

bipennatosette,<br />

ricoperte <strong>di</strong> peli<br />

rigi<strong>di</strong>.<br />

Con<strong>di</strong>vide il nome comune con la rucola<br />

coltivata (Eruca sativa), ma chi l’ha provata<br />

conosce bene la <strong>di</strong>fferenza. Le foglie sono da<br />

intere, a lobate, a finemente pennatopartite,<br />

da tenere a coriacee. Il sapore è più marcato<br />

e piccante, una vera delizia.<br />

Vive nei terreni sabbiosi lungo la costa, sugli<br />

argini <strong>di</strong> fiumi e canali, lungo le strade <strong>di</strong><br />

campagna.<br />

Ravviva qualsiasi<br />

insalata e dona un<br />

gusto particolare<br />

alla pizza.<br />

7


I FRUTTI<br />

Le more <strong>di</strong> gelso, sia nella forma <strong>di</strong> colore chiaro che scuro, sono<br />

deliziosi frutti del mese <strong>di</strong> giugno, adatti sia per il consumo fresco<br />

che per marmellate.<br />

Molto simili alle more <strong>di</strong> rovo, ma più tenere e meno conservabili,<br />

si raccolgono da un albero coltivato, soprattutto in passato, per il<br />

fogliame, verde lucido, <strong>di</strong> cui si nutrivano i bachi da seta.<br />

Il gelso è oggi subspontaneo ai margini dei boschi, coltivato nelle<br />

siepi, nei parchi e nei giar<strong>di</strong>ni.<br />

Il rovo (Rubus<br />

ulmifolius)<br />

Il gelso<br />

(Morus alba)<br />

Le more <strong>di</strong> rovo, più sostenute e conservabili <strong>di</strong> quelle del gelso,<br />

si raccolgono invece da un arbusto sarmentoso dai rami spinosi.<br />

Le foglie,<br />

composte, formate<br />

da 3-5 foglioline a<br />

margine dentato,<br />

hanno un picciolo<br />

ugualmente<br />

spinoso e sono<br />

affiancate dai fiori,<br />

gran<strong>di</strong>, nei toni del<br />

bianco e del rosa.<br />

A questi seguono i<br />

frutti, dapprima<br />

ver<strong>di</strong>, poi rossi e<br />

infine neri, che<br />

giungono a<br />

maturazione verso<br />

agosto.<br />

Sono ideali per<br />

conserve e<br />

marmellate, oltre<br />

che per il<br />

consumo fresco.<br />

8


Il prugnolo<br />

(Prunus spinosa)<br />

Una nuvola <strong>di</strong> fiori bianchi in marzo, prima delle<br />

proprie foglie e degli altri cespugli.<br />

Il prugnolo è uno dei tipici arbusti delle siepi,<br />

delle macchie, dei margini dei boschi <strong>di</strong> pianura.<br />

La nuvola <strong>di</strong> fiori bianchi in<br />

estate <strong>di</strong>venta un addensarsi <strong>di</strong><br />

piccole susine tonde blu scuro,<br />

coperte da una pruina chiara.<br />

Il sapore è tremendamente<br />

aspro, e non si consumano<br />

fresche. Ma raccolte dopo la<br />

prima gelata, e poste in<br />

infusione con alcool e<br />

zucchero, aromatizzano uno<br />

squisito liquore: il “bargnolino”<br />

dell’Appennino Parmense.<br />

Due frutti coloratissimi, accomunati dall’utilizzo quasi esclusivo per marmellate dal gusto fresco.<br />

L’olivello spinoso<br />

(Hippophae rhamnoides)<br />

Poco comune sui suoli sabbiosi della<br />

costa, nei retroduna e nei cespuglieti,<br />

produce in estate bacche arancione<br />

dolciastro-acidule.<br />

La rosa <strong>di</strong> macchia<br />

(Rosa canina)<br />

Molto più <strong>di</strong>ffusa, nelle macchie, siepi e<br />

anche in ambienti <strong>di</strong>sturbati: i falsi frutti<br />

(cinorro<strong>di</strong>) si sviluppano in estate dai bei fiori<br />

bianco-rosati.<br />

9


FIORI E ALTRO<br />

Il sambuco (Sambucus nigra)<br />

Si tratta <strong>di</strong> un cespuglio comune<br />

nelle siepi, lungo gli argini e presso<br />

i boschi, che dalla primavera<br />

all’estate <strong>di</strong> ricopre <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

infiorescenze bianche ad ombrella<br />

composta.<br />

Si utilizzano i fiori, che si possono<br />

friggere con una pastella oppure<br />

sciroppare in acqua e zucchero per<br />

preparare una bibita <strong>di</strong>ssetante.<br />

Con i frutti blu maturi si preparano<br />

marmellate, oppure si lasciano<br />

fermentare (vino <strong>di</strong> sambuco).<br />

Attenzione al congenere ebbio (S.<br />

ebulus), che è invece una grande<br />

pianta erbacea degli stessi<br />

ambienti, dall’odore sgradevole e<br />

velenosa: le foglie composte hanno<br />

7-11 foglioline, invece delle 5 del<br />

sambuco nero.<br />

Il cipollaccio o lampascione<br />

(Muscari comosum)<br />

Questa pianta, molto elegante per il ciuffo <strong>di</strong> fiori sterili<br />

azzurri, tipica dei prati soleggiati, cresce negli incolti<br />

sabbiosi costieri, ma compare occasionalmente anche a<br />

Ferrara e nei <strong>di</strong>ntorni, sugli argini.<br />

Si raccolgono i bulbi, carnosi, simili a cipolline, ricoperti<br />

da un involucro cartaceo che va rimosso prima del<br />

consumo. I lampascioni hanno un gusto amarognolo,<br />

che va mitigato con una sbollentatura.<br />

In molte regioni dell’Italia<br />

meri<strong>di</strong>onale sono considerati<br />

una specialità, e venduti<br />

sott’olio.<br />

10


Il topinambur (Helianthus tuberosus) Questa splen<strong>di</strong>da margheritona gialla,<br />

originaria dell’America del nord, e ormai<br />

spontaneizzata in tutta Italia, fiorisce in<br />

settembre colorando i fossi e i margini<br />

stradali.<br />

www.pimpinella.it/index.html<br />

Alla base della pianta, sotto terra,<br />

crescono degli organi <strong>di</strong> riserva, dei<br />

rizomi, chiamati appunto topinambur, e<br />

come tali venduti da alcuni ortolani.<br />

Sono ricchi <strong>di</strong> amido e <strong>di</strong> inulina (un altro<br />

polisaccaride simile) e si possono<br />

utilizzare lessati, come le patate, anche se<br />

il sapore è un po’ dolciastro, caratteristico.<br />

Sono adatti all’alimentazione <strong>di</strong> bambini,<br />

convalescenti e anziani, nonché per i<br />

<strong>di</strong>abetici.<br />

“Troverai più nei boschi che nei libri, gli alberi e le rocce<br />

t'insegneranno cose che nessun maestro ti <strong>di</strong>rà.”<br />

(S. Bernardo)<br />

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