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Ottobre 2012 Cronaca Emiliana - Romagna<strong>la</strong><br />
NUOVA DEA 15<br />
PARENTOPOLI: PROCURA APRE FASCICOLO. “ABUSO D’UFFICIO”<br />
La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo sull’ipotesi di abuso<br />
d’uffi cio contro ignoti per una presunta “parentopoli” al dipartimento<br />
di Sociologia dell’Università di Bologna. L’atto dovuto<br />
del<strong>la</strong> Procura del<strong>la</strong> Repubblica di Bologna arriva dopo un esposto<br />
presentato da Mara Massai e Silvio Soffritti, due ex ricercatori<br />
dell’Università di Bologna che hanno par<strong>la</strong>to di “radicati rapporti<br />
cliente<strong>la</strong>ri”. A ri<strong>la</strong>nciarlo è stato anche il deputato del Pdl Fabio<br />
Garagnani, che in un’interpel<strong>la</strong>nza denuncia “i molteplici rapporti<br />
di parente<strong>la</strong>” del dipartimento di sociologia, che può contare<br />
su “tre coniugi e tre fi gli di<br />
docenti” nello stesso dipartimento.<br />
Queste le prime righe<br />
dell’esposto:“Sin dal 1992 le<br />
carriere universitarie del Dipartimento<br />
di Sociologia presso<br />
<strong>la</strong> Facoltà di Scienze Politiche<br />
dell’Università di Bologna<br />
apparivano viziate da favoritismi<br />
e rapporti di parente<strong>la</strong>”.<br />
Dito puntano quindi contro gli<br />
ultimi 20 anni di <strong>la</strong>voro del dipartimento che secondo i due avrebbe<br />
selezionato i propri ricercatori “in assenza di trasparenza, mancanza<br />
di regole stabili sui tempi e le modalità di esposizione dei<br />
risultati parziali e totali, e con difformità dei criteri di valutazione”.<br />
Accuse pesanti insomma sulle quali l’Università, per il momento,<br />
non si esprime e aspetta di visionare le carte dell’esposto. Da quasi<br />
due anni, fa sapere l’Uffi cio stampa dell’Università, all’Alma<br />
Mater è in vigore <strong>la</strong> riforma Gelmini. Compreso quindi <strong>la</strong> norma<br />
che non consente “<strong>la</strong> partecipazione alle procedure per <strong>la</strong> chiamata<br />
a coloro che abbiano un grado di parente<strong>la</strong> o di affi nità, sino al 4°<br />
grado compreso, con un professore appartenente al dipartimento o<br />
struttura che effettua <strong>la</strong> chiamata ovvero con il rettore, il direttore<br />
generale o un componente il consiglio di amministrazione dell’ateneo”.<br />
Una norma che metterebbe l’Università al riparo da qualsiasi<br />
accusa di “parentopoli” e che smonterebbe l’esposto. Nelle<br />
22 pagine del documento si descrivono con dovizia di partico<strong>la</strong>ri<br />
casi specifi ci che riguardano soprattutto gli ultimi cicli di dottorato,<br />
compreso l’ultimissimo 2011-2012. Figli, mogli, padri e fi danzate,<br />
fi guranti in concorsi già decisi e pressioni verso chi non sta al<br />
ISPETTORE CAPO POLSTRADA RINVIATO A GIUDIZIO<br />
PER ABUSO D’UFFICIO<br />
Finisce nei guai l’ispettore capo di polizia Giuliano Pierleoni, comandante<br />
del distaccamento del<strong>la</strong> Polizia Stradale che ha sede nel<br />
comune di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna. Secondo<br />
quanto riferisce l’edizione bolognese del Corriere del<strong>la</strong> Sera, <strong>la</strong><br />
procura ha chiesto il rinvio a giudizio per abuso d’uffi cio e falso<br />
ideologico. Il comandante è accusato di aver favorito il fi glio del<strong>la</strong><br />
proprietaria del<strong>la</strong> pa<strong>la</strong>zzina dove si trova <strong>la</strong> stazione del<strong>la</strong> Stradale,<br />
compi<strong>la</strong>ndo documenti falsi. La vicenda risale al 2011. Il 5 agosto,<br />
durante un controllo, <strong>la</strong> polizia ritira <strong>la</strong> patente al fi glio del<strong>la</strong> donna,<br />
amica di Pierleoni, nonché proprietaria del<strong>la</strong> pa<strong>la</strong>zzina sul<strong>la</strong><br />
strada provinciale che ospita <strong>la</strong> stazione del<strong>la</strong> Stradale, dopo che il<br />
giovane si era rifi utato di sottoporsi al test dell’etilometro. Secondo<br />
l’accusa, Pierleoni a quel punto, in accordo con il ragazzo, avrebbe<br />
preparato una falsa denuncia di smarrimento del<strong>la</strong> patente, retrodatando<strong>la</strong><br />
di due giorni rispetto al ritiro, così da poter ri<strong>la</strong>sciargli<br />
un permesso provvisorio di guida. Ora che le indagini sono chiuse<br />
il comandante del<strong>la</strong> polizia stradale rischia di fi nire a processo. Il<br />
pm del<strong>la</strong> procura di Bologna, Antonio Gustapane, ha infatti chiesto<br />
gioco. Questo il tono del documento che addirittura si dilunga nel<strong>la</strong><br />
descrizione di una “vasta rete commerciale di scambio di titoli<br />
accademici, incarichi e convenzioni”. “Le prove orali – recita l’esposto<br />
– si svolgevano a porte chiuse con espresso rifi uto da parte<br />
del<strong>la</strong> Commissione del<strong>la</strong> richiesta di uno dei candidati di assistere<br />
ad una delle prove orali di altri”. Poi il lunghissimo elenco dei rapporti<br />
di parente<strong>la</strong> all’interno del dipartimento. Docenti citati solo<br />
nelle iniziali, ma facilmente riconoscibili vista <strong>la</strong> mole di dettagli<br />
forniti. Infi ne l’elenco dei concorsi viziati da giudizi accademici<br />
che Massai e Soffritti ritengono arbitrari<br />
e viziati da “rapporti di parente<strong>la</strong><br />
e baronato universitario”.Al di là delle<br />
accuse specifi che sono proprio le regole<br />
dei concorsi che <strong>la</strong>sciano spazio<br />
alle critiche dei due. “Da anni le procedure<br />
concorsuali sono viziate in origine<br />
dall’assenza dei criteri standard<br />
per <strong>la</strong> valutazione e <strong>la</strong> comunicazione<br />
dei risultati – racconta Massai – Per<br />
questo siamo convinti dell‘illegittimità<br />
di tutte le scorse selezioni. Se non si fanno più prove scritte, ad<br />
esempio, <strong>la</strong> scelta dei ricercatori è <strong>la</strong>sciata al<strong>la</strong> discrezionalità e<br />
al<strong>la</strong> dispotica arbitrarietà delle commissioni che esaminano a porte<br />
chiuse. Come si fa allora a par<strong>la</strong>re ancora di concorso pubblico?”<br />
Una domanda che Massai e Soffritti rifaranno pubblicamente<br />
in un’assemblea cittadina in programma entro <strong>la</strong> prima metà di<br />
novembre.“Ancora non ho visto l’esposto. Sarei però felice se <strong>la</strong><br />
magistratura si muovesse per verifi care tutte le accuse contenute in<br />
quelle carte. Il nostro è un signor dipartimento ai primi posti delle<br />
c<strong>la</strong>ssifi che italiane e internazionali. Da nascondere non abbiamo<br />
proprio nul<strong>la</strong>, e siamo disposti ad andare fi no in fondo a questa<br />
faccenda, se qualcuno ce lo chiederà”, spiega Giovanni Pieretti,<br />
direttore del dipartimento di sociologia. Nemmeno il preside di<br />
scienze politiche, il prof. Fabio Giusberti, ha visionato l’esposto.<br />
“Posso solo dire che bisognerà valutare caso specifi co per caso<br />
specifi co e capire bene quali sono le accuse contenute nell’esposto.<br />
Detto questo non ho mai sentito <strong>la</strong>mentele da parte di nessuno, mi<br />
sembra molto strano che di colpo ci sia tutta questa agitazione. Noi<br />
restiamo sereni”.<br />
il rinvio a giudizio. Non è <strong>la</strong> prima volta che il nome di Pierleoni<br />
fi nisce sui giornali. Nel 2009, infatti, un servizio del<strong>la</strong> trasmissione<br />
Striscia <strong>la</strong> notizia mostrò come nel vialetto del<strong>la</strong> caserma da lui<br />
diretta, venissero messi in mostra alcuni cani allevati da un amico<br />
del comandante e destinati al<strong>la</strong> vendita.<br />
inviato Casoli Lucio