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Quattro Colonne numero 9 (Febbraio 2010) - Scuola di Giornalismo ...

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4 UMBRIA<br />

FEBBRAIO <strong>2010</strong><br />

Processo. Il giu<strong>di</strong>ce d’indagine preliminare Massimo Ricciarelli ha rinviato a giu<strong>di</strong>zio quasi tutti gli imputati nell’affaire<br />

Quegli appalti decisi a tavolino<br />

Il pm: «Una “cupola” dal funzionamento simile a quello della mafia». La linea <strong>di</strong>fensiva: «Va valutata la rilevanza dei singoli episo<strong>di</strong>»<br />

Una vera “cupola” per decidere gli<br />

appalti <strong>di</strong> lavori <strong>di</strong> manutenzione,<br />

bitumatura e realizzazione delle<br />

strade della Provincia <strong>di</strong> Perugia. Un vertice<br />

<strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tori che gestiva le gare, decidendo<br />

non solo chi avrebbe dovuto vincerle,<br />

ma in<strong>di</strong>rizzando anche le imprese<br />

che vi avrebbero dovuto partecipare, pagando<br />

i funzionari provinciali che avrebbero<br />

permesso lo svolgimento della gara secondo<br />

quanto deciso. Oppure semplici ed<br />

eventuali “casi isolati”, quando esistenti effettivamente,<br />

da giu<strong>di</strong>care volta per volta.<br />

La prima ipotesi, portata avanti dal pubblico<br />

ministero Manuela Como<strong>di</strong>, è quella<br />

che è stata accolta quasi “in toto” dal giu<strong>di</strong>ce<br />

<strong>di</strong> u<strong>di</strong>enza preliminare Massimo Ricciarelli.<br />

Con un decreto lungo 27 pagine,<br />

il gup ha <strong>di</strong>sposto 47 rinvii a giu<strong>di</strong>zio. A<br />

partire dal 5 luglio si dovranno presentare in tribunale,<br />

riunito in forma collegiale, 42 singoli indagati e 5 responsabili<br />

civili.<br />

Una bomba scoppiata nel giugno del 2008, dopo la<br />

segnalazione arrivata da una lettera firmata con lo pseudonimo<br />

“Cosimo Vecchi”, nella quale si parlava <strong>di</strong> gestione<br />

irregolare degli appalti. «Un esposto particolarmente<br />

dettagliato – spiega il pm Como<strong>di</strong><br />

– dove erano riportati nomi,<br />

“<br />

cognomi, in<strong>di</strong>rizzi e si prevedeva anche<br />

il risultato <strong>di</strong> una gara che si sarebbe<br />

<strong>di</strong>sputata <strong>di</strong> lì a poco. Una descrizione<br />

tanto puntuale e precisa che<br />

il fascicolo è stato ad<strong>di</strong>rittura iscritto<br />

come calunnia a carico <strong>di</strong> ignoti dal<br />

procuratore della Repubblica, per cui<br />

è previsto l’utilizzo <strong>di</strong> intercettazioni<br />

telefoniche. L’obiettivo era in<strong>di</strong>viduare<br />

l’autore dell’esposto e, nello stesso<br />

tempo, verificare la veri<strong>di</strong>cità <strong>di</strong> quanto raccontato.<br />

Abbiamo dunque segnalato l’urgenza <strong>di</strong> monitorare<br />

l’andamento della gara citata, che si stava per svolgere».<br />

Oltre alle intercettazioni, continua il pm, sono stati <strong>di</strong>sposti<br />

dei servizi <strong>di</strong> appostamento della squadra mobile<br />

<strong>di</strong> polizia: «Gli appuntamenti erano nei luoghi più<br />

strani, più isolati, negli orari più improbabili, e avvenivano<br />

degli scambi. Inoltre, viene fuori chiaramente dalle<br />

intercettazioni che si trattava <strong>di</strong> un sistema consolidato,<br />

valido per tutte le gare, che andava avanti da anni.<br />

Le imprese erano coinvolte a più livelli; è uscito fuo-<br />

complessa». Così il<br />

comandante dei carabinieri<br />

«Un’indagine<br />

della compagnia dell’ispettorato<br />

del lavoro <strong>di</strong> Perugia Angelo Borsellini<br />

definisce l’inchiesta che, a fine gennaio,<br />

portò al fermo <strong>di</strong> sei <strong>di</strong>pendenti della<br />

Provincia con l’accusa <strong>di</strong> truffa aggravata e<br />

continuata ai danni della Pubblica<br />

Amministrazione. Una notizia che occupò<br />

le prime pagine <strong>di</strong> tutti i giornali nazionali<br />

come una sorta <strong>di</strong> spot per la campagna del<br />

ministro Renato Brunetta contro i fannulloni<br />

nel settore pubblico. L’indagine, iniziata a<br />

settembre e coor<strong>di</strong>nata dal Pm Giuseppe<br />

Petrazzini, aveva un prologo nella vicenda<br />

<strong>di</strong> quella impiegata che nel maggio scorso<br />

venne fermata perché al suo ufficio <strong>di</strong> via<br />

Palermo preferiva la piscina. Ed è proprio il<br />

caso <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>pendente 44enne, in attesa dell’u<strong>di</strong>enza<br />

preliminare prevista per marzo, ad aver<br />

messo in allerta i carabinieri. «Pensavamo che questo<br />

atteggiamento fosse piuttosto <strong>di</strong>ffuso – racconta<br />

Borsellini. – Così abbiamo iniziato un’attività articolata<br />

che andava dal monitoraggio al pe<strong>di</strong>namento dei<br />

sospettati, dall’utilizzo <strong>di</strong> materiale fotografico ai<br />

rilevamenti satellitari». Il risultato sono stati i sei<br />

mandati <strong>di</strong> arresto a carico <strong>di</strong> Jacquelin Moretti,<br />

Cristian Buratti, Fabrizio Valeri, Loretta Picchioni,<br />

Marcella Cresti, Enrico Masciolini. Una misura cautelare<br />

che è stata tramutata dal gip, subito dopo l’interrogatorio<br />

<strong>di</strong> garanzia, in una sospensione dal lavoro<br />

per due mesi.<br />

Se l’indagine è stata complessa, molto più sempli-<br />

IL PALAZZO DELLA PROVINCIA IN PIAZZA ITALIA<br />

ri che molti rivestivano incarichi incrociati in <strong>di</strong>verse<br />

società in gara». Oltre alle intercettazioni e agli appostamenti,<br />

durante la fase delle indagini alcuni impren<strong>di</strong>tori<br />

più piccoli avrebbero confermato l’esistenza della<br />

“cupola”; ma, <strong>di</strong>ce il pm, «salvo rare eccezioni sono<br />

restii a denunciare perché convinti che, alla fine, tutto<br />

tornerà come prima. I pagamenti non avevano la caratteristica<br />

del “pizzo”», cioè il fatto<br />

che, se non si rientrava nel “giro”<br />

pagando, non si poteva lavorare.<br />

Anche i “piccoli”, allora, vi sarebbero<br />

entrati volontariamente. Ma<br />

allora la denuncia anonima a chi<br />

può essere attribuita? «La sensazione<br />

è che comunque “Cosimo<br />

Vecchi” faccia parte <strong>di</strong> quell’ambiente<br />

– afferma il pm – come nel<br />

”<br />

funzionamento del sistema mafioso,<br />

probabilmente esiste uno scontro<br />

tra “famiglie” che litigano per il controllo del settore,<br />

del territorio. Quando una <strong>di</strong> esse ha la peggio, potrebbe<br />

decidere <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>carsi».<br />

Proprio sulla <strong>di</strong>fferenza car<strong>di</strong>ne tra corruzione e<br />

concussione e sull’utilizzabilità delle intercettazioni telefoniche<br />

si basano alcune linee <strong>di</strong>fensive. Nel decreto<br />

<strong>di</strong> rinvio a giu<strong>di</strong>zio, il gup sostiene che ci si trova <strong>di</strong><br />

fronte al primo caso, «in quanto non si constano <strong>di</strong>retti<br />

contatti dei funzionari con gli aggiu<strong>di</strong>catari, bensì<br />

modalità operative consolidate, connotate dalla partecipazione<br />

alla gara secondo uno schema noto e pre-<br />

L’indagine è<br />

partita da una<br />

fonte anonima,<br />

forse un<br />

impren<strong>di</strong>tore<br />

ce era per i sei fermati simulare la presenza<br />

al lavoro: bastava registrarsi con “<br />

il badge nel sistema meccanizzato che<br />

controlla l’orario <strong>di</strong> presenza e che,<br />

ovviamente, determina le retribuzioni<br />

dei <strong>di</strong>pendenti provinciali: così, mentre<br />

tutti risultavano <strong>di</strong>ligentemente seduti<br />

al proprio posto, c’era chi andava a fare<br />

la spesa, chi a trovare i genitori e chi a<br />

giocare alle slot machine. E ora tutti<br />

loro rischiano una pena compresa tra<br />

uno e cinque anni <strong>di</strong> reclusione.<br />

«Bisogna stare attenti, però – precisa<br />

Simone Pillon, legale <strong>di</strong> uno degli indagati – a non<br />

fare <strong>di</strong> tutta l’erba un fascio. Al mio cliente è stata<br />

costituito, cui seguiva una dazione richiesta<br />

da Lupini (uno degli imputati,<br />

ndr), quale collettore del compenso<br />

che il vertice voleva assicurarsi che<br />

fosse versato a vantaggio dei funzionari<br />

compiacenti…Gli impren<strong>di</strong>tori<br />

aggiu<strong>di</strong>catari sapevano <strong>di</strong> sottostare<br />

non tanto alla volontà con<strong>di</strong>zionante<br />

dei funzionari, quanto a quella dei<br />

privati che si trovavano al vertice del<br />

sodalizio».<br />

Ma la maggior parte degli impren<strong>di</strong>tori<br />

coinvolti, tramite i loro legali,<br />

sostengono l’inesistenza sia del sistema<br />

<strong>di</strong> mazzette che <strong>di</strong> gestione degli<br />

appalti, contestando tra l’altro l’utilizzazione<br />

delle intercettazioni telefoniche,<br />

che sarebbero la prova principe<br />

<strong>di</strong> tutta l’inchiesta. L’avvocato Francesco<br />

Falcinelli, <strong>di</strong>fensore <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi imputati, sottolinea<br />

“l’incompletezza” dei profili ricavati dalle intercettazioni<br />

telefoniche; «una sorta <strong>di</strong> generalizzazione della<br />

responsabilità soggettiva si è evidenziata in relazione<br />

a tale profilo, facendo risaltare la mancanza <strong>di</strong> prove<br />

sugli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> corruzione contestati, mettendo in<br />

luce che in realtà si verteva nell’ambito dei rapporti tra<br />

soggetti privati». In pratica, <strong>di</strong>ce l’avvocato, viene contestata<br />

«l’esistenza <strong>di</strong> associazione per delinquere configurata<br />

dall’accusa attraverso la lettura non con<strong>di</strong>visibile<br />

delle intercettazioni telefoniche; quin<strong>di</strong> non ci sarebbe<br />

nessuna attività <strong>di</strong> sistema, dovendosi valutare<br />

la rilevanza dei singoli episo<strong>di</strong>». Insomma, si tratterebbe<br />

eventualmente <strong>di</strong> “condotte in<strong>di</strong>viduali”: «La responsabilità,<br />

se c’è - continua Falcinelli - è in<strong>di</strong>viduale.<br />

Anche le imprese che a volte si consorziavano stavano<br />

utilizzando uno strumento <strong>di</strong> impresa legittimo; associazioni<br />

temporanee <strong>di</strong> imprese per eseguire lavori<br />

che richiedono <strong>di</strong>verse professionalità». Nessuna dazione,<br />

nessun pagamento. Nessuna condotta illecita.<br />

Questa la linea <strong>di</strong>fensiva che molti dei legali porteranno<br />

in <strong>di</strong>battimento. E, soprattutto, saranno sollevate eccezioni<br />

sull’utilizzabilità delle intercettazioni, che, per<br />

ora, il gup ha ritenuto lecita «secondo la prevalente giurisprudenza…(per<br />

cui) vale anche per reati che teoricamente<br />

non consentirebbero il ricorso alla captazione,<br />

una volta che possa porsi alla base <strong>di</strong> essa un provve<strong>di</strong>mento<br />

legittimamente emesso per reato che invece<br />

lo consentiva». La battaglia si sposterà in tribunale,<br />

il prossimo luglio. VALENTINA ANTONELLI<br />

Assenteismo in Provincia: sospesi in sei<br />

La decisione presa dal gip dopo l’interrogatorio <strong>di</strong> garanzia. «Ma non tutte le posizioni sono uguali»<br />

LA SEDE DI VIA PALERMO DOVE LAVORANO GLI IMPIEGATI SOTTO INDAGINE<br />

contestata un’assenza <strong>di</strong> sei ore in<br />

sei mesi: il tempo che impiegava<br />

ogni giorno per fare colazione al<br />

bar davanti alla Provincia».<br />

L’assistito <strong>di</strong> Pillon è l’unico tra gli<br />

indagati ad aver dato la propria<br />

<strong>di</strong>sponibilità a risarcire per il danno<br />

arrecato: «Ammettiamo che si tratti<br />

<strong>di</strong> uno sbaglio su un piano etico:<br />

ma da qui a <strong>di</strong>re che il danno per la<br />

Provincia sussista davvero è un<br />

altro <strong>di</strong>scorso». Per l’avvocato,<br />

quin<strong>di</strong>, si è fatto troppo rumore<br />

per nulla. «Non è una montatura. –<br />

<strong>di</strong>ce – Penso però che quando si<br />

vogliono svegliare le coscienze si<br />

cerca sempre un capro espiatorio,<br />

un mostro da sbattere in prima<br />

pagina. Purtroppo la Pubblica<br />

Amministrazione è incapace <strong>di</strong> vigilare<br />

su se stessa: il Pm ha semplicemente<br />

sopperito a questa mancanza.<br />

E quando interviene la magistratura<br />

lo fa con i propri strumenti».<br />

«A noi interessa constatare che<br />

alcune persone non erano al loro<br />

posto <strong>di</strong> lavoro. – precisa il comandante<br />

Borsellini – È chiaro che non<br />

tutti gli indagati si sono comportati<br />

”<br />

alla stessa maniera, che ci sono varie<br />

tonalità <strong>di</strong> grigio. Ma sarà il giu<strong>di</strong>ce<br />

a definire l’entità del danno e a fare tutti i <strong>di</strong>stinguo<br />

del caso». GIORGIO SPECCHIA<br />

Chi vuole<br />

risvegliare<br />

le coscienze<br />

cerca sempre<br />

un capro<br />

espiatorio<br />

L’opinione dei citta<strong>di</strong>ni e dei colleghi<br />

“I fannulloni sono<br />

una minoranza”<br />

’Umbria non è terra <strong>di</strong> fannulloni». È il mes-<br />

«L saggio lanciato dal procuratore della sezione<br />

umbra della Corte dei Conti, Agostino Chiappiniello,<br />

in occasione dell’inaugurazione dell’anno giu<strong>di</strong>ziario<br />

<strong>2010</strong>. «A fare notizia non sono i comportamenti<br />

virtuosi, ma i casi negativi, che rappresentano<br />

una percentuale minima rispetto all’entità complessiva<br />

<strong>di</strong> tutta l’attività posta in essere dall’amministrazione<br />

pubblica in Umbria».<br />

Una presa <strong>di</strong> posizione in <strong>di</strong>fesa dei <strong>di</strong>pendenti<br />

pubblici, alla luce delle recenti vicende <strong>di</strong> corruzione<br />

che si sono verificate a livello nazionale e che riportano<br />

in primo piano anche gli episo<strong>di</strong> spiacevoli<br />

che hanno coinvolto<br />

alcuni funzionari<br />

della Provincia <strong>di</strong><br />

Perugia.<br />

Il polverone alzato<br />

da “appaltopoli”<br />

e dallo scandalo degli<br />

impiegati che si<br />

assentavano dal lavoro<br />

è, per Chiappiniello,<br />

frutto <strong>di</strong><br />

comportamenti iso-<br />

lati, che comunque<br />

non intaccano «l’alto<br />

livello <strong>di</strong> buon governo (dell’amministrazione umbra,<br />

ndr) rispetto alla me<strong>di</strong>a nazionale».<br />

Un’opinione generalmente con<strong>di</strong>visa anche dai citta<strong>di</strong>ni<br />

perugini. «Penso che in Umbria la pubblica<br />

amministrazione sia più efficiente che in altre regioni<br />

– <strong>di</strong>ce Giancarlo Lunghi – La maggior parte dei<br />

<strong>di</strong>pendenti pubblici sono persone che lavorano.<br />

Quelli che si comportano male sono una minoranza.<br />

Dal mio punto <strong>di</strong> vista, però, ci sono troppi lavoratori<br />

negli enti locali: magari sarebbe meglio averne <strong>di</strong><br />

meno e pagarli <strong>di</strong> più»<br />

«Non posso lamentarmi dei servizi nella regione»,<br />

è l’opinione <strong>di</strong> Giorgio Tamion, <strong>di</strong>pendente dell’azienda<br />

ospedaliera <strong>di</strong> Perugia, anch’essa nell’occhio<br />

del ciclone per un caso <strong>di</strong> assenteismo che, un paio<br />

<strong>di</strong> anni fa, riguardò do<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>pendenti. Tamion racconta<br />

la sensazione <strong>di</strong> sentirsi sotto controllo: «Dopo<br />

quanto accaduto all’ospedale ci si guarda. Ci sentiamo<br />

sotto pressione, c’è sempre paura. Anche chi<br />

fa onestamente il proprio dovere ha timore <strong>di</strong> essere<br />

ad<strong>di</strong>tato dalla<br />

gente come uno che<br />

non ha voglia <strong>di</strong> lavorare».<br />

Ma come vivono i<br />

<strong>di</strong>pendenti della<br />

Provincia questo<br />

particolare momento?<br />

«Di primo acchitto<br />

ci sono rimasta<br />

malissimo – <strong>di</strong>ce<br />

Melania Rossini –<br />

nonostante sia convinta<br />

che si tratti <strong>di</strong><br />

GIANCARLO LUNGHI<br />

GIORGIO TAMION<br />

un comportamento che riguarda pochissimi. Io e i<br />

miei colleghi siamo consapevoli <strong>di</strong> lavorare in una situazione<br />

privilegiata; purtroppo, però, c’è qualcuno<br />

che se ne approfitta e questi pochi casi sono sicuramente<br />

da condannare. Il brutto è che adesso tutti ci<br />

danno addosso».<br />

La preoccupazione più grande dei funzionari della<br />

Provincia sembra essere l’opinione che i citta<strong>di</strong>ni<br />

hanno <strong>di</strong> chi lavora nella pubblica amministrazione.<br />

«È tutto molto triste – commenta Maura Macchiarini<br />

– perché adesso veniamo tacciati <strong>di</strong> essere dei<br />

fannulloni, quando in realtà tutto <strong>di</strong>pende dal comportamento<br />

del singolo. Fra i colleghi indagati ci sono<br />

persone brave e preparate, ed è questo che <strong>di</strong>spiace.<br />

Noi sappiamo che non possiamo abbandonare<br />

la scrivania neanche per andare a prendere un caffè<br />

durante l’orario d’ufficio. Esistono delle regole che<br />

vanno rispettate».<br />

VALENTINA ANTONELLI<br />

GIORGIO SPECCHIA

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