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Contenuto di purine in diversi<br />
alimenti<br />
ALTO<br />
MEDIO<br />
BASSO<br />
<strong>Purine</strong>: solo uno dei fattori della gotta<br />
In anni di difficoltà la gotta è rara, in anni di abbondanza e<br />
benessere più frequente. Si parte dal dato per cui l’1– 2%<br />
della popolazione media soffre di gotta e che circa il 3% di<br />
tutti gli uomini che raggiungono il 65° anno di età, subiscono<br />
un attacco di gotta.<br />
Le purine negli alimenti non sono la causa principale della<br />
gotta, ma, se esiste una predisposizione a questa malattia<br />
ne influenzano negativamente il decorso. I fattori principali<br />
della concentrazione di acido urico nel sangue sono l’età,<br />
il sesso e l’alimentazione. L’uomo raggiunge i valori più alti<br />
di acido urico tra i 20 e i 24 anni, dopo di che il tasso nel<br />
sangue rimane costante ( a parità di peso corporeo) per<br />
tutta la vita. Nella donna l’acido urico del siero, dopo un<br />
moderato aumento tra i 15 e i 19 anni, e dopo un periodo<br />
piatto, sale di nuovo nel periodo della menopausa. Anche<br />
se non si hanno ancora spiegazioni certe per queste differenze<br />
di età e di sesso, i fattori ormonali giocano un ruolo<br />
determinante.<br />
Ai pazienti affetti da gotta il medico vieta il consumo di alcool<br />
e una riduzione dell’apporto alimentare di purine.<br />
Spesso li prodotti esorta ad assumere meno calorie e grassi.<br />
I ricchi di amidi (pane, cereali, patate) sono da preferire<br />
e si deve bere molto. Le terapie a lungo termine contro la<br />
gotta mirano a ridurre definitivamente il valore di acido<br />
urico nel corpo.<br />
Prudenza anche con cavoli e lenticchie<br />
Normalmente una dieta povera di purine viene calcolata in<br />
500 milligrammi di acido urico al giorno, risp. 3000 alla settimana.<br />
A lungo termine può essere osservata senza difficoltà<br />
in caso di gotta. Il paziente ha luce verde per un consumo<br />
giornaliero di circa 100 g di carne, salsicce o pesce,<br />
albumine sotto forma di latte o latticini e vegetali poveri di<br />
purine, tè, caffè e acqua. Luce rossa per frattaglie come<br />
fegato, rognoni, animelle e cuore, determinati pesci e crostacei.<br />
Leguminose ed altri vegetali ricchi di purine come<br />
cavolo, cavolfiore, lenticchie e lieviti sono pure da evitare. Si<br />
deve in ogni caso limitare il consumo di alcool. Dopo attacchi<br />
acuti di gotta o in presenza di un tasso di acido urico<br />
molto elevato viene prescritta una dieta stretta povera di<br />
purine (300 milligrammi al giorno di acido urico). L’albumina<br />
viene apportata con il latte e latticini e con vegetali poveri di<br />
purine. Due, tre volte la settimana sono permessi 100 g di<br />
carne o pesce. E’ preferibile cucinare questi alimenti, visto<br />
che con la cottura una parte delle purine passa nell’acqua<br />
di cottura. Una dieta del genere è molto difficile da osservare<br />
nell’attuale società del benessere e richiede una rigida<br />
autodisciplina da parte del paziente.<br />
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