11 - Plastidi - Università del Sannio in Benevento
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I plastidi
PLASTIDI<br />
I plastidi sono organuli specifici <strong>del</strong>le cellule vegetali.<br />
I plastidi sono costituiti da un <strong>in</strong>volucro fatto da due membrane bistratificate la<br />
MEMBRANE ESTERNA e la MEMBRANA INTERNA all’<strong>in</strong>terno <strong>del</strong>le quali si<br />
trova lo STROMA o MATRICE, fluido contenente vari metaboliti ed <strong>in</strong>termedi di<br />
reazione, ioni, prote<strong>in</strong>e, ribosomi, DNA, lipidi.
• La MEMBRANA ESTERNA<br />
attua il riconoscimento ed il<br />
trasferimento all’esterno di<br />
componenti plastidiali<br />
s<strong>in</strong>tetizzati all’<strong>in</strong>terno,<br />
mentre la<br />
• MEMBRANA INTERNA<br />
regola il flusso di metaboliti<br />
e ioni <strong>in</strong>organici.<br />
Sulle membrane sono <strong>in</strong>seriti<br />
numerosi enzimi che<br />
partecipano a vari processi<br />
metabolici.<br />
I plastidi hanno ribosomi e DNA<br />
propri rispetto a quelli <strong>del</strong>la<br />
cellula e perciò possono<br />
svolgere s<strong>in</strong>tesi proteica<br />
autonoma.
Nelle cellule giovani, poco differenziate, sono presenti proplastidi, dei plastidi piccoli,<br />
<strong>in</strong>colori o di colore verde pallido, da cui si orig<strong>in</strong>ano i plastidi altamente differenziati.<br />
I plastidi mancano nei funghi e nei procarioti.<br />
Nelle alghe sono <strong>in</strong>dicati con il<br />
term<strong>in</strong>e generico di<br />
cromatofori; salvo alcune<br />
eccezioni, essi sono pochi,<br />
volum<strong>in</strong>osi e di differente<br />
morfologia, centrali o parietali,<br />
unici o variamente perforati<br />
(archeo- e mesoplastidi).<br />
Nelle alghe più evolute e nelle<br />
piante terrestri sono piccoli,<br />
numerosi, di forma lenticolare<br />
e funzionalmente differenziati<br />
(neoplastidi).
Dai proplastidi si differenziano i plastidi che si dividono<br />
a seconda <strong>del</strong>la loro funzione, <strong>del</strong> loro colore, <strong>del</strong>lo sviluppo<br />
<strong>del</strong>le membrane <strong>in</strong>terne e <strong>del</strong> contenuto <strong>del</strong>lo stroma, <strong>in</strong> tre<br />
diversi tipi:<br />
- CLOROPLASTI Funzione: fotos<strong>in</strong>tesi clorofilliana.<br />
Possiedono un’abbondante sistema di membrane<br />
<strong>in</strong>terne pigmentate ( membrane tilacoidali)<br />
- CROMOPLASTI Funzione: pigmentazione di fiori<br />
e frutti, contengono carotenoidi e sono da gialli ad<br />
aranciati. Il cambiamento di colore, durante la<br />
maturazione dei frutti di pomodoro e di peperone, è<br />
dovuto alla trasformazione dei cloroplasti <strong>in</strong> cromoplasti<br />
nelle cellule <strong>del</strong> pericarpo dei frutti<br />
- LEUCOPLASTI Funzione: riserva. Non<br />
contengono pigmenti e sono localizzati nelle cellule dei<br />
tessuti non clorofilliani. Essi possono immagazz<strong>in</strong>are<br />
prote<strong>in</strong>e ed amido. I leucoplasti che contengono<br />
amido sono detti amiloplasti
DIFFERENZIAMENTO dei VARI PLASTIDI<br />
In una cellula vegetale <strong>in</strong>differenziata i plastidi sono presenti anche essi <strong>in</strong> una forma<br />
<strong>in</strong>differenziata.<br />
Questi plastidi “embrionali” sono detti PROPLASTIDI, + piccoli degli altri plastidi e con<br />
sistema di membrane <strong>in</strong>terne poco sviluppato.<br />
Il loro differenziamento, dipende <strong>in</strong> parte da fattori esterni ed <strong>in</strong> parte da meccanismi <strong>in</strong>terni<br />
di regolazione.<br />
Un importantissimo fattore<br />
esterno di regolazione è la LUCE.
Schema <strong>del</strong>lo sviluppo di diversi<br />
tipi di plastidi.<br />
La via pr<strong>in</strong>cipale corrisponde allo<br />
sviluppo di un proplastidio e <strong>del</strong><br />
plastidio <strong>in</strong>iziale <strong>in</strong> un plastidio<br />
fotos<strong>in</strong>teticamente attivo.<br />
Quest’ultimo si può trasformare<br />
<strong>in</strong> un amiloplasto con funzione di<br />
riserva di amido. Può anche<br />
degenerare, trasformandosi <strong>in</strong><br />
cromoplasto(frutti <strong>in</strong><br />
maturazione).<br />
Al buio si formano degli<br />
ezioplasti che, si trasformano <strong>in</strong><br />
cloroplasti <strong>in</strong> presenza di luce.<br />
Nei tessuti non clorofilliani i<br />
plastidi <strong>in</strong>iziali e proplastidi<br />
evolvono direttamente <strong>in</strong><br />
amiloplasti, leucoplasti o<br />
cromoplasti.
La luce è un fattore necessario ma non<br />
sufficiente per la trasformazione dei<br />
proplastidi <strong>in</strong> cloroplasti.<br />
La sviluppo dei plastidi è qu<strong>in</strong>di<br />
governato anche da fattori genetici che<br />
sono organo-specifici e tessuto-<br />
specifici.
LEUCOPLAST<br />
•amyloplasts - colorless plant<br />
organelle related to starch<br />
production & storage<br />
• aleuroplasts - colorless plant<br />
organelle related to prote<strong>in</strong><br />
production & storage<br />
•elaioplats - colorless plant<br />
organelle related to oil & lipid<br />
production & storage
La famiglia dei plastidi…<br />
Ezioplasti<br />
•Senza clorofilla<br />
LUCE<br />
BUIO<br />
Cloroplasti<br />
•Clorofilla<br />
•Fotos<strong>in</strong>tesi<br />
Gerontoplasti<br />
•Cloroplasti senescenti<br />
•(foglie <strong>in</strong>vernali)<br />
Proplastidi<br />
•Indifferenziati<br />
•Senza colore<br />
Amiloplasti<br />
•Accumulo di amido<br />
•Senza colore<br />
Cromoplasti<br />
•pigmenti rossi-gialli<br />
(carotenoidi→vitam<strong>in</strong>a A)<br />
In foglie, steli Radici, semi, frutti. Petali, frutti.
AMILOPLASTI<br />
LEUCOPLASTI<br />
ELAIOPLASTI<br />
*In piante germ<strong>in</strong>ate al buio<br />
**Nelle radici<br />
PROPLASTIDIO<br />
EZIOPLASTI<br />
PROTEOPLASTI<br />
- luce<br />
*<br />
**<br />
+ luce<br />
CROMOPLASTI<br />
CLOROPLASTI<br />
<strong>in</strong>vecchiamento <strong>del</strong>la<br />
cellula
Nella foto <strong>in</strong> alto<br />
abbiamo uno<br />
schema<br />
tridimensionale di<br />
una cellula<br />
vegetale<br />
contenente<br />
cloroplasti.<br />
Cloroplasti<br />
Sono i siti <strong>del</strong>la fotos<strong>in</strong>tesi, contengono<br />
clorofilla e pigmenti carotenoidi.<br />
I pigmenti clorofilliani, recettori necessari per<br />
la fotos<strong>in</strong>tesi, sono responsabili <strong>del</strong> colore verde<br />
di questi plastidi.<br />
Tale colore si manifesta perché la molecola è <strong>in</strong><br />
grado di assorbire le radiazioni rosse e quelle<br />
violette (entrambe complementari rispetto al colore<br />
verde).<br />
Generalmente essi si dispongono con la<br />
superficie più ampia, parallela alla parete<br />
cellulare, anche se sotto l’<strong>in</strong>fluenza <strong>del</strong>la luce<br />
essi possono riorientarsi a seconda <strong>del</strong> caso.<br />
In realtà il term<strong>in</strong>e cloroplasto è specifico solo<br />
dei plastidi fotos<strong>in</strong>tetizzanti verdi.
Cellula di foglia di grano (TEM) che mostra una cellula con un grande vacuolo<br />
che pressa il citoplasma contro la periferia <strong>del</strong>la cellula-notare i cloroplasti.
Dettaglio <strong>del</strong> cloroplasto.<br />
Identifica la locazione <strong>del</strong>le reazioni che avvengono alla luce ed al buio, tilacoidi stromatici e grana.
Un dettaglio dei grana. Identifica lo spazio <strong>in</strong>tra-tilacoidale, il compartimento nel quale I protoni<br />
sono pompati durante le reazioni di trasporto degli elettroni (reazioni lum<strong>in</strong>ose).<br />
Il complesso ATPasico, che dissipa il gradiente protonico è anche localizzato <strong>in</strong> queste<br />
membrane. Nota anche la doppia membrana <strong>del</strong> cloroplasto, che gioca un ruolo importante nel<br />
controllo <strong>del</strong> trasporto degli acidi organici e degli zuccheri.
È <strong>del</strong>imitato da 2 membrane unitarie che costituiscono l’<strong>in</strong>volucro plastidiale e sono<br />
separate da uno spazio periplastidiale.<br />
Le 2 membrane sono specializzate per funzioni molto diverse.<br />
La membrana esterna è co<strong>in</strong>volta essenzialmente nei meccanismi di riconoscimento e di<br />
trasferimento all’<strong>in</strong>terno <strong>del</strong>l’organello, di componenti strutturali e funzionali,<br />
s<strong>in</strong>tetizzati <strong>in</strong> altri compartimenti cellulari.<br />
Quella <strong>in</strong>terna, <strong>in</strong>vece, regola il flusso di metaboliti e ioni organici tra citoplasma e<br />
stroma plastidiale.
La struttura <strong>in</strong>terna <strong>del</strong><br />
cloroplasto è complessa.<br />
Lo stroma è attraversato da<br />
un elaborato sistema di<br />
tilacoidi, formato da<br />
“grana”-serie di tilacoidi a<br />
forma di disco somiglianti a<br />
pile di monete- e “tilacoidi<br />
stromatici” (<strong>in</strong>tergranari)<br />
che, attraversano lo stroma tra<br />
i grana, parallelamente<br />
all’asse maggiore <strong>del</strong><br />
cloroplasto.
Struttura particolata <strong>del</strong>le mebrane tilacoidali, rivelate dal metodo <strong>del</strong><br />
“congelamento-frattura”(freeze-fracture)(70000X). Una sospensione di<br />
tilacoidi è stata surgelata, il blocco di ghiaccio è stato spaccato ed è stata<br />
preaparata ed esam<strong>in</strong>ata al microscopio elettronico una replica <strong>del</strong>la<br />
superficie fratturata. L’illustrazione mostra le grandi particelle tipicamente<br />
associate alla porzione <strong>in</strong>terna(più vic<strong>in</strong>a allo spazio <strong>del</strong> tilacoide) <strong>del</strong>la<br />
membrana <strong>del</strong> tilacoide e le particelle più piccole associate alla porzione<br />
esterna(più vic<strong>in</strong>e allo stroma) <strong>del</strong>la membrana <strong>del</strong> tilacoide. Le particelle più<br />
grandi sono state associate all’attività <strong>del</strong> fotosistema II, le più piccole<br />
all’attività <strong>del</strong> fotosistema I.
E' stato ipotizzato che tutti i tilacoidi siano, <strong>in</strong> qualche modo,<br />
collegati tra di loro, <strong>in</strong> modo da formare un’unica cavità <strong>in</strong>terna.<br />
Questo spazio <strong>in</strong>terno servirebbe (come vedremo, <strong>in</strong> seguito)<br />
da sito di accumulo per gli ioni H + liberati nella prima fase <strong>del</strong>la<br />
fotos<strong>in</strong>tesi (il gradiente formato dai quali, ai due lati <strong>del</strong>la<br />
membrana dei tilacoidi, è assai importante per fornire energia<br />
alla s<strong>in</strong>tesi chemiosmotica di ATP).
In effetti, rispetto alla membrana che ricopre il<br />
cloroplasto, la<br />
membrana dei tilacoidi presenta diverse peculiarità. In<br />
particolare, nella membrana tilacoidale troviamo tre<br />
gruppi di<br />
molecole importantissime.<br />
1.I fotosistemi, di cui il PS II presente soprattutto<br />
sulla<br />
membrana dei tilacoidi impilati <strong>in</strong> grana e il PS I<br />
più esterno per<br />
essere accessibile al NADP+ nello stroma.<br />
Per "fotosistema" si <strong>in</strong>tende l'<strong>in</strong>sieme dei pigmenti<br />
fotos<strong>in</strong>tetici, che comprende i pigmenti antenna<br />
(accessori) e i pigmenti <strong>del</strong> centro di reazione (tra<br />
cui la<br />
cosiddetta "coppia speciale" di molecole di<br />
clorofilla a, che fa partire le reazioni <strong>del</strong>la fase<br />
lum<strong>in</strong>osa).
L'ampio sviluppo superficiale di cui è dotata, il rapporto al<br />
piccolo volume racchiuso nello spazio <strong>in</strong>terno dei tilacoidi,<br />
permette alla membrana di sfruttare al meglio la luce<br />
ricevuta, creando rapidamente un'alta concentrazione di<br />
ioni H +.<br />
2.Il sistema di trasporto elettronico <strong>del</strong> cloroplasto, <strong>in</strong> grado<br />
di ricevere gli elettroni perduti dalla clorofilla, <strong>in</strong> seguito<br />
all'assorbimento di luce.<br />
3.I complessi proteici <strong>del</strong>l'ATP-s<strong>in</strong>tetasi, <strong>in</strong> grado di sfruttare<br />
il gradiente di ioni H + , creatosi tra lo spazio <strong>in</strong>terno dei<br />
tilacoidi e lo stroma, per produrre molecole di ATP con<br />
meccanismo chemiosmotico.
Il cloroplasto ha numerosi compiti nella cellula:<br />
Deve catturare l’energia lum<strong>in</strong>osa e<br />
convertirla <strong>in</strong> energia chimica- reazioni<br />
lum<strong>in</strong>ose<br />
• Deve usare l’energia chimica per guidare un<br />
numero di vie bios<strong>in</strong>tetiche - come la riduzione<br />
<strong>del</strong> diossido di carbonio, nitrato e solfato <strong>in</strong><br />
molecole organiche come zuccheri ed am<strong>in</strong>oacidi.<br />
• Deve esprimere un numero di geni codificante<br />
per prote<strong>in</strong>e strutturali ed enzimatiche.<br />
• Deve regolare il flusso di piccole molecole dal e<br />
verso il citoplasma<br />
• Deve permettere la diffusione di O2 e di CO2<br />
• Deve comunicare con il resto <strong>del</strong>la cellula anche<br />
per esempio la sua scomparsa (come quando<br />
<strong>in</strong>vecchia).
Pigmenti Fotos<strong>in</strong>tetici<br />
Le clorofille e i pigmenti carotenoidi che sono <strong>in</strong>clusi nelle membrane dei tilacoidi sono<br />
responsabili <strong>del</strong>la cattura <strong>del</strong>la luce, che dà l’avvio alla fotos<strong>in</strong>tesi clorofilliana<br />
che, può essere def<strong>in</strong>ita come il processo biologico di<br />
conversione <strong>del</strong>l’energia radiante <strong>in</strong> energia chimica (fase<br />
lum<strong>in</strong>osa), utilizzata poi (fase buia) per la trasformazione<br />
di composti a basso livello <strong>in</strong> composti ad alto livello di<br />
energia libera, con un rifornimento f<strong>in</strong>ale di energia<br />
potenziale chimica all’organismo.<br />
Nell’assorbimento <strong>del</strong>l’energia radiante utile per la conduzione <strong>del</strong><br />
processo fotos<strong>in</strong>tetico, sono co<strong>in</strong>volte tre classi differenti di<br />
pigmenti:<br />
le clorofille, i carotenoidi, le ficobiliprote<strong>in</strong>e.<br />
I pigmenti <strong>del</strong>le prime due classi sono ubiquitari tra gli organismi<br />
fotos<strong>in</strong>tetizzanti, le ficobiliprote<strong>in</strong>e, <strong>in</strong>vece, sono specifiche di<br />
alcuni gruppi algali (cianobatteri, alghe rosse, criptoficee).<br />
Nei pigmenti fotos<strong>in</strong>tetici possono venire eccitati solo elettroni di doppi legami<br />
coniugati (per esempio quelli <strong>del</strong>l'anello porfir<strong>in</strong>ico nelle clorofille).
molecola di clorofilla<br />
Le molecole di clorofilla hanno un<br />
anello porfir<strong>in</strong>ico idrofilo e<br />
una catena idrofoba.<br />
L'anello porfir<strong>in</strong>ico è costituito da 4<br />
eterocicli collegati da ponti CH e<br />
con i 4 N rivolti verso l'<strong>in</strong>terno<br />
che coord<strong>in</strong>ano lo ione metallico<br />
al centro.<br />
Qui è rappresentata la clorofilla a.<br />
La clorofilla b è di poco diversa:<br />
ha un formile (-CHO) al posto<br />
di un metile (-CH3).<br />
I tratt<strong>in</strong>i azzurri <strong>in</strong>dicano le<br />
posizioni dei doppi legami.
I carotenoidi sono pigmenti di colore giallo o<br />
arancione la cui molecola ha due anelli<br />
esagonali (aperti o chiusi) collegati fra loro<br />
da una lunga catena isoprenica con doppi<br />
legami coniugati.<br />
Sono idrofobi, essendo generalmente<br />
costituiti esclusivamente da C ed H.
APPARATO FOTOSINTETICO DEI CIANOBATTERI<br />
-Occupa gran parte <strong>del</strong> citoplasma e si presenta come un<br />
grosso sistema di lamelle o sacculi appiattiti e paralleli, detti<br />
tilacoidi, prodotti per ripetute <strong>in</strong>vag<strong>in</strong>azioni <strong>del</strong><br />
plasmalemma, nei quali si trovano immersi i pigmenti<br />
fotos<strong>in</strong>tetici, cioè clorofilla a, carotenoidi e xantofille, di tipo<br />
diverso da quelle degli eucarioti.<br />
-I tilacoidi dei cianobatteri sono ricoperti dai ficobilisomi,<br />
piccole granulazioni formate da prote<strong>in</strong>e e pigmenti<br />
accessori detti ficobil<strong>in</strong>e, di colore azzurro (ficocian<strong>in</strong>a e<br />
alloficocian<strong>in</strong>a) e di colore rosso (ficoeritr<strong>in</strong>a), che spesso<br />
mascherano il colore verde <strong>del</strong>la clorofilla.<br />
-Le ficobil<strong>in</strong>e, come gli altri pigmenti accessori, svolgono<br />
l'importante funzione di captare radiazioni lum<strong>in</strong>ose di<br />
lunghezza d'onda diversa da quella assorbibile dalla clorofilla<br />
e di trasmetterla a quest'ultima per lo svolgimento <strong>del</strong><br />
processo fotos<strong>in</strong>tetico.<br />
-A differenza degli altri batteri fotos<strong>in</strong>tetici e come <strong>in</strong> tutti i<br />
vegetali eucariotici, nei cianobatteri sono presenti entrambi i<br />
tipi di fotosistemi (PS I e PS II), i quali funzionano<br />
adoperando l'acqua come donatore di elettroni per la<br />
produzione di energia chimica (ATP e NADPH) con<br />
liberazione di ossigeno<br />
Filamentous<br />
cyanobacteria<br />
show<strong>in</strong>g<br />
fluorescence of<br />
photosyntetic<br />
pigment <strong>in</strong> green<br />
light.
La capacità di formare i cloroplasti ed i pigmenti ad essi associati, implica il contributo sia <strong>del</strong><br />
DNA nucleare, che di quello plastidiale che è circolare e ha dimensioni tra 120-190 Kb nelle<br />
vascolari, tra 85-300Kb nelle alghe.<br />
Il DNA plastidiale e l’<strong>in</strong>tero macch<strong>in</strong>ario per la traduzione e trascrizione <strong>del</strong>le <strong>in</strong>formazioni<br />
genetiche ( ribosomi, tRNA, am<strong>in</strong>oacidi ecc.), si trovano nello stroma <strong>del</strong> cloroplasto assieme<br />
agli enzimi solubili <strong>del</strong>le vie biochimiche; tra questi, troviamo gli enzimi <strong>del</strong>la fase buia <strong>del</strong>la<br />
fotos<strong>in</strong>tesi - Ciclo di Calv<strong>in</strong>-e quelli <strong>del</strong> metabolismo <strong>del</strong>l’amido.<br />
La prote<strong>in</strong>a stromatica + abbondante è la Rubisco<br />
che conduce la reazione carbossilativa di<br />
fissazione <strong>del</strong>la CO 2sul ribulosio-1-5 bisfosfato.
La RUBISCO, il più importante enzima plastidiale co<strong>in</strong>volto nella fotos<strong>in</strong>tesi è<br />
formata da 8 subunità proteiche grandi e 8 subunità piccole.<br />
L’<strong>in</strong>formazione genica per costruire la subunità grande è contenuta nel DNA dei<br />
cloroplasti mentre quella per costruire la subunità piccola nel DNA <strong>del</strong> nucleo.
Sub-unità piccole Sub-unità grandi
Alcune prote<strong>in</strong>e <strong>del</strong><br />
cloroplasto sono codificate o<br />
rese specifiche dal DNA<br />
plastidiale e sono s<strong>in</strong>tetizzate<br />
nel cloroplasto stesso.<br />
Molte prote<strong>in</strong>e sono tuttavia<br />
codificate dal DNA nucleare,<br />
s<strong>in</strong>tetizzate nel citosol e poi<br />
trasportate nel cloroplasto.
Quando i cloroplasti fotos<strong>in</strong>tetizzano rapidamente, producono una grande quantità di<br />
zuccheri superiore alle necessità <strong>del</strong>la cellula e l’eccesso viene temporaneamente<br />
polimerizzato a formare granuli d’amido (AMIDO PRIMARIO) all’<strong>in</strong>terno dei cloroplasti<br />
stessi.<br />
se la pianta resta al buio per almeno 24h, l’amido viene scisso per fornire zucchero alla<br />
pianta, che <strong>in</strong> queste condizioni non è <strong>in</strong> grado di fotos<strong>in</strong>tetizzare. I granuli di amido<br />
ricompaiono poi dopo 3 o 4 ore di esposizione <strong>del</strong>la pianta alla luce.
I cloroplasti, non solo sono i siti <strong>del</strong>la fotos<strong>in</strong>tesi, ma sono anche co<strong>in</strong>volti<br />
nella s<strong>in</strong>tesi degli amm<strong>in</strong>oacidi e degli acidi grassi e, come è già stato detto,<br />
accumulano temporaneamente l’amido (a. primario o fotos<strong>in</strong>tetico).
AMIDO<br />
L’amido è un polimero ad alto peso molecolare <strong>del</strong> GLUCOSIO.<br />
La sua s<strong>in</strong>tesi avviene nei cloroplasti<br />
L’AMIDO è l’unione di due diversi polimeri:<br />
l’AMILOSIO e l’AMILOPECTINA entrambi formati da GLUCOSIO.<br />
L’amilosio è LINEARE e il legame tra le molecole di glucosio viene chiamato α-1,4<br />
glucosidico:<br />
l’-OH legato al carbonio <strong>in</strong> posizione 1 <strong>del</strong>la prima molecola di glucosio reagisce con l’-OH<br />
legato al carbonio <strong>in</strong> posizione 4 <strong>del</strong>la molecola di glucosio seguente.<br />
A causa <strong>del</strong> modo <strong>in</strong> cui le due molecole di glucosio sono orientate (entrambe nella stessa<br />
direzione) il legame viene def<strong>in</strong>ito α<br />
Le molecole di amilosio possono essere formate da circa 1000 residui di glucosio anche se c’è<br />
una certa variabilità nella loro lunghezza.
L’amilopect<strong>in</strong>a è un polimero <strong>del</strong> glucosio RAMIFICATO: ad alcune molecole di<br />
amilosio vengono attaccati <strong>in</strong> posizione 6 altre molecole di glucosio (legame α-1,6).<br />
Da tali molecole la polimerizzazione proseguirà mediante legami α-1,4 costruendo<br />
catene laterali costituite da circa 25 residui di glucosio.
Le percentuali dei due polimeri variano a seconda <strong>del</strong>l’organismo vegetale: maggiore concentrazione di<br />
AMILOPECTINA causa la maggiore tendenza a trattenere acqua e qu<strong>in</strong>di il rigonfiamento <strong>del</strong>le cellule.<br />
Es. patata 78% di amilopect<strong>in</strong>a
AMIDO PRIMARIO
Cromoplasto<br />
Sono plastidi provvisti di pigmenti, hanno<br />
forma variabile, mancano di clorofilla ma<br />
s<strong>in</strong>tetizzano ed accumulano pigmenti<br />
carotenoidi.<br />
Responsabili <strong>del</strong> colore di molti fiori, <strong>del</strong>le<br />
foglie senescenti, di alcuni frutti e radici,<br />
come le carote.<br />
Le funzioni precipue dei cromoplasti non<br />
sono state ancora chiarite, anche se è noto che<br />
le cellule che li contengono attirano a volte<br />
<strong>in</strong>setti ed altri animali.
L'osservazione dei cromoplasti è<br />
molto semplice, basta staccare<br />
con attenzione uno strato sottile<br />
(praticamente unicellulare)<br />
<strong>del</strong>l'epidermide di un pomodoro<br />
o di un peperone maturo,<br />
mettere il pezzetto di epidermide<br />
su un vetr<strong>in</strong>o coprioggetto con<br />
una goccia d'acqua o di glicer<strong>in</strong>a,<br />
coprire il tutto con un vetr<strong>in</strong>o<br />
coprioggetto ed osservare al<br />
microscopio.<br />
La foto riprodotta di lato è stata<br />
ottenuta con questa tecnica e<br />
mostra una cellula di epidermide<br />
di peperone rosso <strong>in</strong>grandita 400<br />
volte.<br />
I numerosi corpi di colore rosso<br />
aranciato sono appunto i<br />
cromoplasti.
Sono plastidi colorati per la presenza di abbondanti pigmenti chiamati CAROTENOIDI<br />
o XANTOFILLE che conferiscono loro i colori giallo, arancione e rosso. Non sono<br />
fotos<strong>in</strong>tetici.<br />
Nei cromoplasti è presente un sistema esteso di membrane, non ci sono grana ed i<br />
pigmenti possono essere associati alle membrane o essere nello stroma sotto forma di<br />
cristalli, corpi filamentosi o gocciol<strong>in</strong>e.<br />
Sono presenti <strong>in</strong> fiori, frutti <strong>in</strong> maturazione (pomodori, peperoni etc), foglie senescenti e<br />
radici.
I cromoplasti possono derivare o direttamente dai proplastidi oppure possono rappresentare la<br />
fase senescente dei cloroplasti.<br />
Nel secondo caso la colorazione di caroteni e xantofille (arancione-rossa ) appare solo a<br />
seguito <strong>del</strong>la degradazione <strong>del</strong>le clorofille (verdi) <strong>del</strong> cloroplasto che mascherano il colore degli<br />
altri pigmenti quando il cloroplasto è ancora funzionale.
Leucoplasti: plastidi senza pigmenti<br />
Tra i plastidi maturi, sono i meno differenziati: mancano di pigmenti e di un<br />
elaborato sistema di membrane <strong>in</strong>terne.<br />
Alcuni noti come amiloplasti, s<strong>in</strong>tetizzano amido secondario<br />
L’amido primario che si forma durante la<br />
fotos<strong>in</strong>tesi nei cloroplasti dove è deposto <strong>in</strong><br />
piccoli granuli, durante la notte quando non si<br />
ha fotos<strong>in</strong>tesi viene idrolizzato <strong>in</strong> dimeri di<br />
saccarosio (un glucosio + un fruttosio) i quali<br />
vengono poi trasferiti negli organi di riserva<br />
dove si ripolimerizzano nei leucoplasti a<br />
formare l’amido secondario.
Ciclo <strong>del</strong>l’amido: il<br />
glucosio prodotto<br />
durante la fotos<strong>in</strong>tesi,<br />
viene polimerizzato <strong>in</strong><br />
una forma <strong>in</strong>solubile<br />
(amido primario),<br />
osmoticamente <strong>in</strong>erte e<br />
poco <strong>in</strong>gombrante.<br />
Lo stesso deve essere<br />
necessariamente<br />
traslocato attraverso il<br />
sistema conduttore <strong>del</strong>la<br />
pianta (floema) <strong>in</strong> una<br />
forma solubile<br />
(saccarosio) per poi<br />
essere ripolimerizzato<br />
una volta giunto agli<br />
organi di riserva (amido<br />
secondario).
I granuli di amido secondario vengono deposti all’<strong>in</strong>terno degli amiloplasti a partire da un centro<br />
proteico detto ILO attorno al quale l’amido viene deposto <strong>in</strong> strati concentrici.<br />
Hanno una forma diversa a seconda <strong>del</strong>le varie piante e possono essere semplici o composti e<br />
vengono per questo motivo anche utilizzati nel riconoscimento <strong>del</strong>le sofisticazioni alimentari<br />
<strong>del</strong>le far<strong>in</strong>e.
ORIGINE DEI PLASTIDI<br />
TEORIA AUTOGENA: i procarioti hanno dato orig<strong>in</strong>e agli eucarioti<br />
divenendo sempre più complessi e sviluppando un sistema di<br />
endomembrane da cui si orig<strong>in</strong>ano i plastidi ed i mitocondri.<br />
TEORIA ENDOSIMBIONTICA<br />
Questa teoria ipotizza che i plastidi ed i mitocondri possano essere derivati<br />
da procarioti <strong>in</strong>globati all’<strong>in</strong>terno <strong>del</strong>le cellule eucariotiche.<br />
Infatti i plastidi ed i mitocondri hanno <strong>in</strong> comune alcune caratteristiche<br />
con i procarioti:<br />
1) Presenza di un proprio DNA: molecola piccola, circolare e non<br />
organizzata dentro un nucleo<br />
2) ribosomi 70S (e non 80S come quelli classici presenti nel citoplasma<br />
degli eucarioti) sensibili agli stessi antibiotici dei procarioti<br />
(streptomic<strong>in</strong>a) SONO perciò <strong>in</strong> grado di s<strong>in</strong>tetizzare prote<strong>in</strong>e a<br />
partire dal proprio DNA<br />
3) si dividono per scissione b<strong>in</strong>aria<br />
così come i procarioti<br />
4) hanno una doppia membrana e<br />
non posseggono microtubuli.
• Le prime piante si sono evolute <strong>in</strong>globando un procariote fotos<strong>in</strong>tetico <strong>in</strong><br />
un eucariote aerobico. Da questo evento <strong>in</strong>iziale si sono evoluti due gruppi<br />
importanti <strong>del</strong> regno vegetale - le alghe verdi e le alghe rosse.<br />
• Dopo questa unione endosimbiotica primaria, si sono presentate una<br />
secondaria e perf<strong>in</strong>o una terziaria - cellule d'alga <strong>in</strong>globano le precedenti<br />
formando altri gruppi d'alghe.
I cloroplasti si sarebbero orig<strong>in</strong>ati da un unico evento di endosimbiosi<br />
La cellula risultante si sarebbe presto diversificata<br />
nelle due l<strong>in</strong>ee evolutive primarie <strong>del</strong>le alghe eucariotiche:<br />
Glaucophyta (Cyanophora)<br />
Mantengono la parete di peptidoglicano<br />
Piante verdi/alghe rosse<br />
perdono la parete
Simbiogenesi secondaria:<br />
Cellule di una alga rossa e, <strong>in</strong> due eventi dist<strong>in</strong>ti, di alghe verdi<br />
sarebbero andate <strong>in</strong>contro a simbiosi con un ospite biciliato<br />
orig<strong>in</strong>ando altri tre gruppi di alghe eucariotiche
Una endosimbiosi recente<br />
Analizzando le sequenze di DNA contenute<br />
nei plastidi <strong>del</strong>l’ameba Paul<strong>in</strong>ella<br />
chromatophora, un gruppo di ricercatori<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> <strong>del</strong>lo Iowa e<br />
<strong>del</strong>l’<strong>Università</strong> di Colonia, <strong>in</strong> Germania,<br />
ha <strong>in</strong>fatti scoperto che esse sono quasi<br />
identiche a quelle dei cianobatteri dei<br />
generi Prochlorococcus Synechococcus,<br />
a testimonianza che <strong>in</strong> questo caso<br />
l’endosimbiosi si è verificata molto più<br />
recentemente.<br />
Gli autori <strong>del</strong>la scoperta – e <strong>del</strong>l’articolo su<br />
Current Biology <strong>in</strong> cui ne danno notizia<br />
– sottol<strong>in</strong>eano che ciò fa di Paul<strong>in</strong>ella<br />
chromatophora un mo<strong>del</strong>lo ideale per<br />
un progetto di sequenziazione completa<br />
<strong>del</strong> suo genoma, al f<strong>in</strong>e di identificare i<br />
tratti genetici presenti nel nucleo che<br />
sottostanno ai cambiamenti cellulari che<br />
sono seguiti all’evento endosimbiontico.
CELLULA PROCARIOTE
Cellule fotos<strong>in</strong>tetiche di foglia di<br />
Elodea.
Cromoplasti
Leucoplasti