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Stafilo e strepto

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Microbiologia parte speciale<br />

<strong>Stafilo</strong>cocchi<br />

Streptococchi


I Batteri Di Interesse Medico: Criteri<br />

Fondamentali Per Lo Studio<br />

• Inquadramento dei batteri in un contesto generale<br />

• Caratteristiche morfo-funzionali<br />

• Conoscenza del meccanismo dell’azione patogena e dei metodi di<br />

identificazione<br />

Cocco ne deduciamo che:<br />

• È un batterio Gram positivo<br />

• Asporigeno<br />

• Produttore di esotossine


Staphyle = grappolo d’uva


Attualmente 22 specie<br />

<strong>Stafilo</strong>cocco aureus <strong>Stafilo</strong>cocco intermedius<br />

<strong>Stafilo</strong>cocco auricolaris <strong>Stafilo</strong>cocco kloosi<br />

<strong>Stafilo</strong>cocco capitis <strong>Stafilo</strong>cocco lentus<br />

<strong>Stafilo</strong>cocco chromogenes <strong>Stafilo</strong>cocco lugdunensis<br />

<strong>Stafilo</strong>cocco cohinii ssp cohinii <strong>Stafilo</strong>cocco saprophyticus<br />

<strong>Stafilo</strong>cocco cohinii ssp urealyticum <strong>Stafilo</strong>cocco saccharolyticus (schleiferi)<br />

<strong>Stafilo</strong>cocco epidermidis <strong>Stafilo</strong>cocco sciuri<br />

<strong>Stafilo</strong>cocco haemolyticus <strong>Stafilo</strong>cocco simulans<br />

<strong>Stafilo</strong>cocco hominis <strong>Stafilo</strong>cocco warnerii<br />

<strong>Stafilo</strong>cocco hycus <strong>Stafilo</strong>cocco xylosus<br />

<strong>Stafilo</strong>cocco gallinarum <strong>Stafilo</strong>cocco caprae


Gram positivo<br />

Asporigeno<br />

Capsulato<br />

Staphylococcus aureus<br />

Aerobio/anaerobio facoltativo<br />

Produzione carotenoidi<br />

Diffuso uomo e animali<br />

Aspetto microscopico di un preparato di Staphylococcus spp.


Colorazione Colorazione di di Gram Gram<br />

di di Staphylococcus<br />

Staphylococcus aureus aureus in in essudato essudato<br />

Famiglia delle Staphylococcaceae,<br />

compreso nel Genere Staphylococcus.<br />

fermenta glucosio e mannitolo<br />

catalasi positivo<br />

coagulasi positivo<br />

colonie giallo oro su agar MS


Staphylococcus Staphylococcus aureus aureus<br />

Crescono bene in comuni terreni di coltura.<br />

Sono aerobi-anaerobi facoltativi, con la possibilità<br />

d'utilizzo del sistema dei citocromi in presenza di<br />

ossigeno e della fermentazione in anaerobiosi.<br />

Presentano una notevole alofilia sviluppo anche in<br />

ambienti che vedono un'elevata concentrazione (7,5%)<br />

di NaCl


Cute e tessuti<br />

molli:<br />

foruncoli, favi,<br />

Apparato<br />

respiratorio:<br />

polmonite<br />

Apparato<br />

scheletrico:<br />

osteomielite<br />

Apparato<br />

genito<br />

urinario:<br />

ascesso renale,<br />

infezione<br />

basse vie<br />

urinarie<br />

Staphylococcus aureus: i principali quadri patologici<br />

foruncoli<br />

polmonite<br />

vomito<br />

orzaiolo<br />

SSS<br />

sinusite<br />

osteomielite cistite<br />

Diffusione ematica<br />

endocardite<br />

impetigine<br />

diarrea<br />

TSS<br />

Sistema<br />

nervoso centrale:<br />

ascessi cerebrali<br />

ed epidurali<br />

Batteriemia:<br />

complicata da<br />

ascessi<br />

mediastinici<br />

Sindrome da<br />

shock tossico:<br />

TSS-1 e tossine<br />

pirogene<br />

Intossicazione<br />

alimentare:<br />

gastroenterite<br />

(enterotossina)


Determinanti Determinanti di di virulenza virulenza<br />

Gli strumenti dell'azione patogena di S. aureus sono vari<br />

(1) proteine di superficie che promuovono la colonizzazione dei<br />

tessuti dell’ospite (proteine leganti la laminina e la<br />

fibronectina)<br />

(2) invasine che promuovono la diffusione dei batteri (leukocidin,<br />

kinases, hyaluronidase);<br />

(3) fattori di superficie che inibiscono la fagocitosi (capsule,<br />

Protein A);<br />

(4) proprietà biochimiche che favoriscono la sopravvivenza nei<br />

fagociti (carotenoids, catalase);<br />

(5) fattori che determinano alterazioni immunologiche (Protein<br />

A, coagulase, clumping factor);<br />

(6) esotossine capaci di danneggiare le cellule eucariotiche<br />

favorendo la diffusione ai tessuti limitrofi (ma anche distanti) al<br />

luogo dell'infezione primaria. (hemolysins, leukotoxin, leukocidin,<br />

SEA-G, TSST, ET)<br />

(7) resistenza agli agenti antimicrobici (MRSA Methicillin<br />

resistant Staphylococcus aureus).


Virulence Virulence determinants<br />

determinants of of<br />

Staphylococcus<br />

Staphylococcus aureus aureus<br />

Antigeni specie-specifici:<br />

antigene polisaccaridico (acido d-glucosaminuronico + aa): capsula<br />

Adesine, clumping factor, proteina A


La La capsula capsula<br />

La capsula polisaccaridica è fondamentalmente composta da un polimero di<br />

acidi uronici.<br />

Il suo potere antifagocitario protegge i batteri dall'azione dei neutrofili.<br />

Sono almeno 13 i polisaccaridi distinguibili, dei quali i tipi capsulari 5 e 8<br />

sono posseduti dalla maggioranza (85%) dei batteri isolati nell'uomo.<br />

clumping clumping factor<br />

factor: : antigene antigene della della parete parete<br />

Alla superficie della cellula batterica sono presenti diverse proteine. Esse possiedono<br />

la capacità di interagire con altre strutture proteiche dell'organismo umano (per<br />

esempio il fibrinogeno, il plasminogeno, la laminina ecc.). Queste proteine, proprio<br />

per la capacità posseduta, fungono da adesine.<br />

Tra queste va ricordata una proteina denominata clumping factor che interagisce<br />

con il fibrinogeno, legandolo e inducendone la precipitazione sulla superficie<br />

della cellula batterica. Sul vetrino, in conseguenza di ciò è possibile notare<br />

ammassi di cellule batteriche (da cui deriva il termine clump ). Per osservarli si<br />

deve mescolare su un apposito vetrino una goccia di plasma con un'altra goccia di<br />

una sospensione densa di stafilococchi. (test coagulasi)


La La proteina proteina AA<br />

Situata nella parete cellulare, può legare la<br />

porzione (Fc) di alcune immunoglobuline<br />

provocando diverse conseguenze:<br />

1. Inibizione della fagocitosi del batterio,<br />

2. Attivazione del sistema del complemento<br />

3. Reazioni di stimolazione della moltiplicazione<br />

linfocitaria.


Meccanismo Dell’azione Patogena: Gli Enzimi<br />

Coagulasi: in combinazione con un fattore denominato CRF (coagulase<br />

reacting factor) presente nel plasma di uomo e di altre specie animali provoca la<br />

trasformazione del fibrinigeno in fibrina. E’ in grado di creare la formazione di<br />

uno strato protettivo di fibrina interno alla cellula batterica (ostacolo alla<br />

fagocitosi)<br />

<strong>Stafilo</strong>chinasi: converte il plasminogeno presente nel plasma in plasmina,<br />

permettendo una maggiore invasività<br />

Ialuronidasi: depolimerizza l’acido ialuronico (mucine di origine<br />

mesenchimale). Agisce da fattore diffusore, facilitando la diffusione del<br />

processo infettivo e dei prodotti tossici elaborati dai batteri.<br />

Proteinasi, lipasi, esterasi, fosfatasi e DNAsi. Dnasi: termoresistente e presente<br />

in tutti i ceppi di <strong>Stafilo</strong>cocchi patogeni.


Meccanismo Dell’azione Patogena:<br />

Le citolisine<br />

Tossine proteiche (citolisine o emolisine e leucocidina PV) sono in grado di<br />

ledere le membrane delle cellule bersaglio, provocandone la morte.<br />

Agiscono con due meccanismi di azione:<br />

1) formazioni di pori (Tossina a, Tossina d)<br />

2) azione enzimatica sui lipidi di membrana (tossina b, tossina g, e tossina di<br />

Panton Valentine (PV)<br />

Tossina a<br />

K + Formazione di pori,<br />

perdita dei nutrienti<br />

Morte cellulare


Meccanismo Dell’azione Patogena: Le Tossine<br />

Tossina epidermolitica o tossina esfoliativa: provoca la cosiddetta<br />

sindrome della cute ustionata (scalded skin syndrome) o necrolisi<br />

epidermica acuta (prima infanzia). Scollamento spontaneo di ampie zone<br />

degli strati superficiali dell’epidermide a causa della rottura dei<br />

desmosomi<br />

Aree di scollamento<br />

epidermico superficiale<br />

La tossina epidermolitica (ET detta anche esfoliatina stafilococcica A o B). Essa<br />

provoca la o malattia di Lyell (prima<br />

infanzia) o malattia di Ritter (neonato).


Superantigeni:<br />

Superantigeni: enterotossina<br />

enterotossina e e tossina tossina<br />

della della sindrome sindrome da da shock shock tossico tossico<br />

enterotossina, di cui esistono diversi tipi<br />

antigenici (SE-A, B, C, D, E, G, Q): sono<br />

termostabili<br />

toxic shock syndrome toxin (TSST-1).


Meccanismo Dell’azione Patogena: Le<br />

Tossine<br />

Enterotossina: resistente all’azione di numerosi enzimi proteolitici e<br />

mantiene inalterata la sua azione anche dopo esposizione a 100°C.<br />

Sintomatologia nell’uomo: vomito, accompagnato in alcuni casi da<br />

diarrea, dopo 1-6 h dall’ingestione del cibo. Inoltre salivazione, crampi<br />

addominali e prostrazione.<br />

Le enterotossine sono essenzialmente degli emetici, in grado di agire sui<br />

visceri addominali dove lo stimolo raggiunge i nervi simpatici e il vago.


La Sindrome Da Shock Tossico<br />

Colonizzazione vaginale<br />

ad opera di alcuni ceppi,<br />

favorita dal flusso<br />

mestruale e dall’uso di<br />

assorbenti interni. Alcuni<br />

casi anche nell’uomo<br />

come conseguenza di<br />

moltiplicazione del<br />

batterio a livello delle<br />

mucose.<br />

Produzione di una tossina<br />

in grado di funzionare<br />

come superantigene<br />

Casi 1981-1993<br />

La tossina dello shock tossico, causa del cosiddetto<br />

shock tossico da stafilococco che vede la comparsa<br />

di sintomi gravi generalizzati, manifestazioni<br />

eritematose e sintomi da shock emodinamico. La<br />

mortalità è molto elevata.


This figure illustrates examples of<br />

immunomodulatory molecules used<br />

by S. aureus to alter the host<br />

immune response, including the<br />

superantigens (sAgs) enterotoxins<br />

and toxic shock syndrome toxin-1<br />

that bind the MHC class II receptor<br />

to T-cell receptors; protein A, which<br />

binds immunoglobulin M (IgM)<br />

V H3 on B cells; and the MHC class II<br />

analogue protein Map, which binds<br />

the T-cell receptor (TCR)


Metodi Di Identificazione<br />

Campioni: tamponi, materiale purulento, sangue, broncoaspirato e liquor.<br />

Esame microscopico: l’esame microscopico (cocchi Gram-positivi con la tipica<br />

disposizione a grappolo) del campione, purchè si tratti di materiale proveniente da<br />

raccolte ascessuali chiuse o comunque da zone dell’organismo senza comunicazioni<br />

con l’esterno


Metodi Di Identificazione<br />

<strong>Stafilo</strong>cocchi su AGAR SALE MANNITE<br />

TOLLERANO ELEVATE CONCENTRAZIONI DI NaCl (germi ALOFILI);<br />

LA MAGGIOR PARTE DEI CEPPI PATOGENI FERMENTA LA MANNITE<br />

Esame colturale:<br />

AGAR SALE MANNITE: terreno utilizzato per l’isolamento di <strong>Stafilo</strong>cocchi<br />

patogeni:<br />

CONTIENE 7.5% NaCl che inibisce la crescita della maggior parte degli<br />

altri microrganismi.<br />

CONTIENE LA MANNITE COME UNICA FONTE DI CARBONIO<br />

S. epidermidis:<br />

colonie alcaline (rosa);<br />

non fermentanti la<br />

mannite<br />

S. aureus:<br />

colonie acidificanti per<br />

fermentazione della<br />

mannite e viraggio al giallo<br />

dell’indicatore rosso fenolo


Metodi Metodi di di identificazione<br />

identificazione<br />

La differenziazione è richiesta rispetto agli stafilococchi non<br />

patogeni, agli <strong>strepto</strong>cocchi ed ai micrococchi.<br />

S. aureus si differenza delle altre specie non patogene<br />

(S. epidermidis) in quanto positivo al test per la<br />

coaugulasi, e per l’emolisi su blood agar<br />

S. aureus si distingue dagli <strong>strepto</strong>cocchi per la<br />

produzione di catalasi.<br />

Si distingue dai micrococchi, poiché questi ultimi non<br />

sono in grado di fermentare zuccheri, essendo aerobi<br />

obbligati.<br />

S. aureus è capace di utilizzare il glucosio in anaerobiosi


Metodi Di Identificazione<br />

Test della catalasi: una goccia di soluzione al 3% di perossido di<br />

idrogeno viene posta su un vetrino a una piccola quantità della<br />

colonia sospetta viene aggiunta alla soluzione. La formazione di<br />

bolle (rilascio di ossigeno) indica la positività del test. I batteri<br />

produttori di catalasi causano la liberazione di ossigeno che<br />

svolgendosi in forma gassosa provoca la formazione di una<br />

schiuma evidente intorno e sulla patina batterica.<br />

Distinzione con <strong>strepto</strong>cocchi<br />

Negativo Positivo


Metodi Di Identificazione<br />

Test della coagulasi: Per la ricerca della coagulasi si mescola, in una provetta,<br />

una piccola quantità (0,5 ml) di una brodocoltura dello stafilococco in esame con<br />

1 o 2 ml di plasma citrato (preferibilmente di coniglio) e si incuba a 37°C; nel<br />

caso di stafilococchi patogeni, entro 3 ore si produce un evidente coagulo, mentre<br />

gli stafilococchi apatogeni lasciano inalterata la fluidità della miscela.<br />

Test della coagulasi<br />

neg Pos? Pos


Metodi Di Identificazione<br />

Test della DNAsi: significativamente correlata con la patogenicità del<br />

batterio. A questo scopo le colture in esame vengono inoculate su una<br />

piastra di agar-nutritivo che incorpora una certa quantità di DNA (in<br />

genere da timo di vitello), che opacizza il terreno. Intorno alle colture di<br />

batteri con attività DNAsica si produce un alone chiaro per la<br />

depolimerizzazione del DNA.


Metodi Metodi di di identificazione<br />

identificazione<br />

Altre prove utilizzabili sono quelle di agglutinazione<br />

passiva mirate verso la proteina A e il clumping factor.<br />

Infine è possibile anche l'identificazione precisa degli<br />

stipiti produttori di una determinata tossina,<br />

ricercando appunto la stessa nel liquido di coltura del<br />

campione in esame. Per fare ciò si utilizzano tecniche<br />

di agglutinazione passiva (con l'impiego di piccole<br />

particelle di lattice la cui superficie viene ricoperta<br />

previamente di anticorpi anti-tossina) ma anche<br />

attraverso l'impiego di tecniche immunoenzimatiche.


Sensibilità Agli Antibiotici E Chemioterapici<br />

Lo <strong>Stafilo</strong>cocco è uno dei batteri che più<br />

frequentemente presenta il fenomeno della<br />

farmaco-resistenza (soprattutto nell’ambito dei<br />

ceppi diffusi in ambito ospedaliero) a causa<br />

dell’uso indiscriminato di antibiotici<br />

Staphylococcus aureus rappresenta la prima<br />

causa delle infezioni ospedaliere negli Stati Uniti<br />

(resistenza alla vancomicina)<br />

Resistenza alla meticillina: il 20% degli stipiti<br />

isolati in ambiente ospedaliero presenta<br />

meticillino-resistenza (e verso tutte le penicilline<br />

semisintetiche resistenti alle penicillinasi:<br />

cloxacillina, nafcillina etc)


Staphylococcus aureus<br />

Ceppi resistenti a Vancomicina e Meticillino<br />

sono frequenti.<br />

La determinazione della corretta scelta<br />

terapeutica deve basarsi necessariamente<br />

sull'antibiogramma.


<strong>Stafilo</strong>cocchi resistenti all’oxacillina in pazienti in terapia intensiva<br />

Proportion SUPERBACTERIA of S. aureus<br />

Nosocomial Infections<br />

Resistant to Oxacillin (MRSA) Among<br />

Intensive classe Oxacillin-resistant Care Unit Staphylococcus Patients,1989-2001<br />

aureus (ORSA).<br />

L'oxacillina è efficace contro gli enzimi penicillinasi prodotti da alcuni batteri,<br />

quali Staphylococcus aureus. Tuttavia sono stati identificati ceppi resistenti, inseriti nella<br />

Percent Resistance<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

1989 1991 1993 1995 1997 1999 2001<br />

Source: NNIS data<br />

Year<br />

CDC (Centers for Disease Control)


Sorveglianza di laboratorio delle infezioni causate da ceppi MRSA<br />

Caratteristiche HA-MRSA CA-MRSA<br />

Clinica Infezione dei siti<br />

chirurgici, invasivo<br />

Epidemiologica Anziani, strutture di<br />

assistenza sanitaria,<br />

Resistenza Resistenza a più<br />

all’antibiotico farmaci<br />

Markers molecolari PVL-<br />

SCCMEC I-III<br />

MLST-TIPING CC5, CC45,CC22<br />

CC8, CC30<br />

Infezione di cute, punture<br />

d’insetto, raramente invasivo,<br />

multiplo, ricorrente<br />

Giovani, atleti,<br />

tossicodipendenti, prigionieri e<br />

militari<br />

Resistenza ai β-lattamici<br />

PVL+<br />

SCCMEC IV,V<br />

CC8, CC30,<br />

Matouskova et al., (2008) Biomed Pap Med Fac Univ Palachy Olomouc Czech Repub. 152(2):192-202


Frequenza relativa delle specie o gruppi batterici riscontrati in campioni<br />

clinici di “ “inpatient inpatient” ” ed “ “outpatient outpatient”<br />

“Inpatient”:Staphylococcus aureus (18,7%)<br />

Escherichia coli (17,3%)<br />

“Outpatient”: Escherichia coli (38,6%)<br />

Staphylococcus aureus (14,7%)<br />

Styers et al., (2006) Annals of Clinical Microbiology and Antimicrobials, 2006, 5:2doi:10.1186/1476-0711-5-2<br />

31


Frequenza dei ceppi MRSA in relazione al tipo di paziente<br />

Styers et al., (2006) Annals of Clinical Microbiology and Antimicrobials, 2006, 5:2doi:10.1186/1476-0711-5-2<br />

32


Streptococchi<br />

Aspetto microscopico di un preparato di Streptococcus spp. colorato<br />

con la tecnica di Gram: cocchi Gram positivi disposti a catenella.<br />

Le specie più patogene sono<br />

anaerobie aerotolleranti:<br />

hanno un metabolismo<br />

energetico fermentativo di tipo<br />

lattico ma possono crescere<br />

anche in presenza di O2


Streptococchi<br />

Streptococchi a-emolitici: alone ristretto di emolisi incompleta,<br />

con colorazione verdastra (dovuta ad un prodotto di<br />

trasformazione metabolica dell’emoglobina)<br />

Streptococchi b-emolitici: alone evidente di emolisi completa<br />

Streptococchi g-emolitici: nessuno alone di emolisi<br />

a :Streptococcus mitis<br />

:Streptococcus piogenes<br />

g :Streptococcus salivarius


Clasifficazione di Lancefield<br />

Classificazione degli <strong>strepto</strong>cocchi basata sull’analisi di un<br />

antigene polisaccaridico gruppo-specifico contenuto nella parete<br />

(antigene C o antigene di Lancefield), che induce Abs<br />

precipitanti.<br />

La variabilità antigenica del polisaccaride C (estratto dalle cellule<br />

batteriche mediante idrolisi acida a caldo, oppure opportuni<br />

trattamenti enzimatici) consente di suddividere gli <strong>strepto</strong>cocchi<br />

in una ventina di gruppi indicati con le lettere maiuscole<br />

dell’alfabeto (A-W).<br />

NB:<br />

S. pneumoniae non possiede antigene di Lancefield.<br />

L’antigene di Lancefield è presente negli enterococchi (gruppo D)<br />

e nei lattococchi (gruppo N) oggi non più classificati come<br />

Streptococchi.<br />

Dr. Rebecca Lancefield


Caratteristiche aratteristiche degli Streptococchi<br />

importanti nella patologia umana<br />

!!!


Principali quadri patologici sostenuti da<br />

Streptococcus pyogenes bb emolitico di gruppo A<br />

Forme infiammatorie acute<br />

1. Angina <strong>strepto</strong>coccica<br />

2. Scarlattina<br />

3. Infezioni cutanee<br />

4. Fascite necrotizzante<br />

4. Sindrome da shock tossico<br />

5. Infezioni post-partum (febbre puerperale)<br />

Sequele “non suppurative”<br />

1. Glomerulonefrite post-<strong>strepto</strong>coccica<br />

2. Febbre reumatica acuta<br />

3. Eritema nodoso


Angina <strong>strepto</strong>coccica e scarlattina<br />

Rinofaringite con tonsillite, febbre elevata e adenopatia satellitare.<br />

L’angina strepotococcica, nei casi in cui lo stipite infettante sia in grado di<br />

produrre tossina eritrogenica si accompagna ad un caratteristico<br />

esantema e prende il nome di scarlattina.<br />

Complicanze localizzate: ascesso peritonsillare.<br />

Complicanze a distanza: otite media, mastoidite, polmonite meningite,<br />

endocardite acuta ulcerativa.


Infezioni cutanee e sindrome indrome da shock tossico<br />

Impetigene, erisipela, piodermiti<br />

Le infezioni cutanee provocate da<br />

alcuni sierotipi M, produttori di<br />

tossine eritrogeniche, possono<br />

provocare, in soggetti con elementi<br />

predisponenti, una sindrome da shock<br />

tossico, clinicamente non distinguibile<br />

da quella provocata da Staphilococcus<br />

aureus, con estese lesioni<br />

infiammatorie e necrotiche dei tessuti<br />

sottocutanei (fascite necrotizzante)<br />

Ascesso cutaneo (in alto) e fascite<br />

necrotizzante ( in basso) causati<br />

da Streptococcus pyogenes


Streptococcus pyogenes : strutture superficiali<br />

La cellula batterica presenta una capsula (formata da acido ialuronico, che<br />

simile a quello dell’ospite è immunologicamente tollerato e quindi non ha<br />

potere antigenico) ben evidente, dotata di potere antifagociario, e le fibrille,<br />

formate dalla proteina M, complessata con acidi lipoteoici, che si proiettano<br />

all’esterno.<br />

Fibrille (adesione alle mucose)<br />

Proteina M (azione antifagocitaria, fattore di<br />

virulenza)<br />

Acido lipotecoico<br />

La presenza della capsula è correlata al potere patogeno: presente nel 3% degli<br />

Streptococchi isolati da faringiti, nel 21% dagli <strong>strepto</strong>cocchi isolati da infezioni gravi<br />

e nel 42% degli stipiti isolati da pazienti con febbre reumatica


Struttura della proteina M<br />

Principale determinante di patogenicità di S. pyogenes.<br />

Inibisce l’attivazione del complemento.<br />

Gli Abs anti-protein M conferiscono immunità di lunga<br />

durata ma tipo-specifica.<br />

La proteina M è il prototipo di una categoria di proteine<br />

di superficie comuni nei gram-positivi (un altro esempio<br />

e la proteina A di S. aureus), costituite da due catene<br />

polipeptidiche uguali complessate in un alfa elica e<br />

caratterizzate nella loro sequenza da diversi blocchi<br />

aminoacidici ripetuti.<br />

Sono ancorate alla cellula con l’estremità C-terminale,<br />

idrofobica, contenete un motivo eptapeptidico<br />

conservato.<br />

La porzione N-terminale è variabile, ed ipervariabile nel<br />

tratto più distale.<br />

Questa variabilità è alla base della molteplicità dei<br />

sierotipiM. Sono oltre 100 i sierotipi oggi noti, identificati<br />

in base alla reattività sierologica della proteina, e alla<br />

sequenza dei geni emm, che codificano le diverse varianti<br />

della proteina M.


Streptococcus pyogenes : caratteri antigenici<br />

Proteina M: fattore di virulenza: in grado di promuovere l’accumulo dei<br />

batteri nel sito di infezione (fenomeno di co-aggregazione di cellule<br />

batteriche).<br />

Classe I: queste proteine M possiedono sequenze ripetute con analogie di<br />

sequenza aminoacidica con numerose proteine fibrillari umane (febbre<br />

reumatica).Base teorica della presenza di (auto)anticorpi cross reattivi con<br />

tessuti dell’ospite nelle sequele autoimmuni.<br />

Classe II: la presenza di questa classe di proteine M è associata alla<br />

produzione di opacity factor: una lipoproteasi capace di attaccare le<br />

lipoproteine presenti nel siero inducendo opacizzazione del terreno di crescita<br />

Proteina F: (adesina): adesione alle cellule epiteliali; interazione con la<br />

fibronectina presente nello spazio intercellulare.


Angina <strong>strepto</strong>coccica: forme piogeniche acute<br />

Azione antifagocitaria della capsula, proteina M e proteina F, esotossine, esoenzimi, tossine<br />

pirogene<br />

ESOTOSSINE:<br />

Streptolisina O (ossigeno labile) viene prodotta in vivo. Le emolisine O sono dette tossine tioloattivate,<br />

poiché la loro attività dipende dall’integrità di gruppi- SH, che sono rapidamente<br />

alterati dall’ossigeno. Azione sulla membrana cellulare (formazione di pori). Notevole potere<br />

immunogeno: induce anticorpi rivelabili con il TAOS. Azione sui cheratinociti (risposta<br />

infiammatoria localizzata della cute), leucociti, piastrine<br />

Streptolisina S (ossigeno stabile): piccolo peptide con scarso o assente potere antigenico.<br />

Citotossica. La sua produzione si evidenzia in vitro in piastre di agar sangue (alone b<br />

emolisi)


Angina <strong>strepto</strong>coccica: forme piogeniche acute<br />

ESOENZIMI.<br />

Streptochinasi in grado di catalizzare la trasformazione del plasminogeno in plasmina.<br />

Cisteino-proteasi: converte il precursore dell’il2b in forma attiva.<br />

Ialuronidasi (spreading factor): permette la diffusione del batterio nei tessuti<br />

circostanti.<br />

C5a-peptidasi: distrugge il c5a del complemento eliminando, quindi, l’azione di fattore<br />

chemiotattitco positivo.<br />

NAD glicoidrolasi: danneggia i leucociti che hanno fagocitato il batterio.<br />

Dnasi (varianti A, B, C, D): depolimerizza gli accumuli viscosi di DNA che si formano<br />

nelle lesioni ascessuali , favorendo la diffusione del batterio.<br />

Neuroaminidasi: depolimerizza le secrezioni mucose presenti nelle prime vie<br />

respiratorie favorendo al colonizzazione degli epiteli.


Angina <strong>strepto</strong>coccica: mmeccanismo<br />

dell’azione patogena: forme piogeniche acute<br />

TOSSINE PIROGENE o SPE<br />

Diverse varianti<br />

Costituiscono una famiglia di superantigeni <strong>strepto</strong>coccici<br />

SPE-A e SPE-C (note come tossina eritrogenica) potente azione pirogena e<br />

responsabile dell’eritema caratteristico della scarlattina. Sono in grado di<br />

indurre, nei soggetti predisposti un incremento della risposta di<br />

ipersensibilità di tipo ritardato a vari prodotti <strong>strepto</strong>coccici ai quali<br />

l’organismo si era sensibilizzato.<br />

SPE-B: una proteasi in grado di attaccare la fibronectina e la vitronectina e il<br />

precursore della IL-b1 (potenziamento del processo infiammatorio e genesi<br />

dello shock tossico da <strong>strepto</strong>cocco).<br />

SPE-F: azione lesiva sugli endoteli polmonari (insufficienza respiratoria<br />

acuta).


Angina <strong>strepto</strong>coccica: sequele non suppurative<br />

1. Glomerulonefrite post-<strong>strepto</strong>coccica: conseguente alla formazione di<br />

una notevole quantità di complessi antigene-anticorpo solubili, che si<br />

depositano a livello dei glomeruli renali con richiamo e attivazione del<br />

complemento (processo infiammatorio localizzato)<br />

2. Febbre reumatica acuta: estese lesioni dei tessuti o delle articolazioni:<br />

localizzazione di auto-anticorpi in tessuti connettivi o articolari<br />

3. Malattia cardiaca reumatica: lesioni dei tessuti connettivi e/o muscolari<br />

con probabile componente autoimmune<br />

4. Eritema nodoso: deposito di immunocomplessi a livello dei capillari<br />

cutanei (prcesso infiammatorio localizzato)


Diagnosi di infezione<br />

Materiale patologico: essudato faringeo o prelievi di zone cutanee infette (esame<br />

batteroscopico)<br />

Isolamento: agar sangue<br />

Identificazione: sensibilità alla bacitracina, pyr test<br />

Reazioni sierologiche: Ricerca di anticorpi prodotti contro la <strong>strepto</strong>lisina O = titolo<br />

anti<strong>strepto</strong>lisinico (TAOS) (evidenziabile dopo 2-3 settimane dall’avvenuta infezione e<br />

positivo per un lungo periodo di tempo: utile nella diagnosi delle sequele non<br />

suppurative : malattia reumatica, glomeronefrite)


Streptococcus pyogenes<br />

all’esame batterioscopico<br />

A gram stain of a sample of body fluid


Isolamento di Streptococcus pyogenes<br />

bb-emolitico emolitico su agar sangue


Test Test di di sensibilità sensibilità alla alla bacitracina<br />

bacitracina<br />

E’ il metodo più comune per identificare gli <strong>strepto</strong>cocchi di gruppo A.<br />

Isolare una colonia sospetta in una piastra di agar sangue creando una<br />

patina confluente. Porre con una pinza un dischetto di carta imbevuto di<br />

bacitracina al centro dell’isolamento. Incubare a 37° per 18-24 ore.<br />

L’inibizione della crescita attorno al dischetto e l’emolisi caratteristica<br />

identificano il batterio come <strong>strepto</strong>cocco di gruppo A (o beta<br />

emolitico o pyogenes).


PYR TEST: PRODUZIONE DI PIRROLIDONIL ARILAMIDASI<br />

A rapid test for group A strep, all other streps are negative, a more reliable test<br />

for Group A Strep than bacitracin, the L-pyrrolidonyl -B-napthylamide<br />

impregnated disks serve as a substrate for the detection of pyrrolidonyl<br />

peptidase, positives turn red, takes only 3 minutes, on large 3/8" disks, includes<br />

PYR reagent (cinnamaldehyde).


Streptococcus pneumoniae<br />

Gram +, generalmente appaiati a due a due in corte catenelle, di<br />

forma lanceolata. Capsulati, asporigeni, a-emolitici<br />

E’ un ospite frequente delle prime vie respiratorie (30-70% dei<br />

soggetti umani sono portatori faringei del batterio)<br />

Streptococcus pneumoniae Gram-stain of blood broth culture. CDC<br />

Scanning Electron Micrograph<br />

of Streptococcus pneumoniae.


Principali quadri patologici sostenuti da<br />

Streptococcus pneumoniae<br />

Portatore prime vie respiratorie seni nasali e orecchio medio<br />

concause predisponenti<br />

Vie respiratorie profonde<br />

mastoiditi e meningiti<br />

polmonite (lesioni polmonari) linfonodi mediastinici<br />

circolazione generale e localizzazione dell’infezione<br />

(pericardio, miocardio, peritoneo, meningi)


Meccanismo dell’azione patogena<br />

Capsula: conferisce resistenza alla afagocitosi e all’opsonizzazione<br />

IgA-1 proteasi: favorisce la sopravvivenza dello pneumococco sulla<br />

superficie delle mucose per la capacità di idrolizzare gli anticorpi secretori<br />

IgA di classe 1.<br />

Pneumolisina: appartiene al gruppo delle emolisine O tiolo-dipendenti<br />

Neuroaminidasi: attacco delle glicoproteine e glicolipidi della membrana<br />

cellulare<br />

Jaluronidasi : diffusione dell’infezione nei tessuti.<br />

Autolisina (LytA):contribuisce alla patogenicità, in seguito ad autolisi della<br />

parete cellulare libera frammenti di peptidoglicano e acidi tecoici, dotati di<br />

potere tossico.


Capsula dello pneumococco:<br />

esperimenti di Griffith<br />

E’ il principale fattore di patogenicità dello pneumococco


Capsula dello pneumococco


Capsula dello pneumococco<br />

Streptococcus pneumoniae in spinal fluid. FA stain


Diagnosi di infezione<br />

Materiale patologico: esame batterioscopico di espettorato di origine<br />

profonda, materiale purulento o liquor<br />

Semina in agar sangue<br />

Test dell’optochina<br />

Agglutinazione con sieri polivalenti o monospecifici anticapsulari (non<br />

utilizzata in diagnostica ma per la tipizzazione sierologica)<br />

Alone di alfa emolisi su agar sangue Diplococchi Gram+ e PMN


Test Test di di sensibilità sensibilità alla alla optochina optochina<br />

L’optochina a concentrazioni molto basse (5ug/ml) inibisce selettivamente<br />

la crescita di Str. pneumoniae.<br />

Isolare una colonia sospetta in una piastra di agar sangue creando una<br />

patina confluente. Porre con una pinza un dischetto di carta imbevuto di<br />

optochina al centro dell’isolamento. Incubare a 37° per 18-24 ore.<br />

L’inibizione della crescita attorno al dischetto identifica lo<br />

<strong>strepto</strong>cocco come pneumaniae se l’alone formato è superiore a 14 mm.


Tipizzazione sierologica<br />

Nella reazione di Neufeld, si fa interagire la<br />

sospensione batterica con anticorpi specifici<br />

anticapsulari (antisiero antipneumococcico<br />

polivalente o di tipo) mescolati a blu di metilene.<br />

In caso di positività del test, la capsula, che<br />

normalmente appare come un alone chiaro (in<br />

quanto non lega i coloranti), si mostra<br />

notevolmente ingrossta in conseguenza della<br />

precipitazione del materiale capsulare che<br />

diventa più eviedente.<br />

Attualmente sono stati riconosciuti oltre 90<br />

sierotipi (raggruppati in 40 sierogruppi),<br />

importanti per valutare i tipi di pneumococco<br />

epidemiologicamente più coinvolti nelle diverse<br />

patologie e prevalenti nelle diverse aree<br />

geografiche.


Tipizzazione sierologica<br />

La maggioranza dei casi di infezione da S.<br />

pneumoniae è sostenuta da una minoranza di<br />

sierotipi:<br />

in tutte le età, più dell’80% dei ceppi isolati da<br />

pazienti con infezione invasiva da pneumococco<br />

appartiene a 12 sierotipi (14, 6, 19, 3, 23, 1, 9, 4,<br />

8, 18, 7, 5)<br />

mentre, al di sotto dei 6 anni d’età, l’80% dei<br />

casi, almeno per quanto riguarda i paesi<br />

dell’America del nord, è sostenuta da sei sierotipi<br />

(14– 6– 19– 18- 23– 4– 9).


Vaccini antipneumococco<br />

Sono disponibili al momento attuale:<br />

− un vaccino polisaccaridico 7-valente coniugato (in cui cioè l'antigene<br />

polisaccaridico è coniugato ad una proteina carrier, nel caso specifico il<br />

tossoide difterico) contenente i ceppi 4, 6B, 9V, 14, 18C, 19F e 23 F dello S.<br />

pneumoniae. Tale vaccino si è mostrato efficace nel prevenire le forme di infezione<br />

invasive (meningite, polmonite, sepsi), più rare; mentre l’efficacia nelle più frequenti<br />

forme non invasive, tra cui le otiti medie acute, è stata valutata essere pari al 7-10%<br />

− un vaccino polisaccaridico 23-valente, indicato per la prevenzione delle<br />

infezioni pneumococciche, in particolare respiratorie, nei soggetti di età<br />

superiore a 2 anni a maggior rischio di forme invasive.<br />

Entrambi i vaccini hanno dimostrato di avere caratteristiche di efficacia e<br />

tollerabilità, ma il vaccino 23-valente, che contiene i sierotipi 1, 2, 3, 4, 5, 6B,<br />

7F, 8, 9N, 9V, 10A, 11A, 12, 14, 15B, 17F, 18C, 19A, 19F, 20, 22F, 23F, 33F, non<br />

è indicato nei bambini al di sotto dei due anni perché il sistema immunitario<br />

di questi non risponde efficacemente a antigeni polisaccaridici non coniugati.


Vaccini antipneumococco<br />

Vaccino antipneumococcico 13 valente, parere positivo dell'Fda<br />

L’ agenzia americana Fda ha dato parere favorevole all'approvazione del nuovo vaccino<br />

antipneumococcico 13 valente. Entro il 30 dicembre, l'Fda prenderà la decisione finale circa<br />

l'approvazione del farmaco. Una volta in commercio il vaccino prenderà il nome di Prevnar 13.<br />

Pfizer ha chiesto l'approvazione per un regime di vaccinazione basato su quattro iniezioni di<br />

farmaco da somministrarsi all'età di 2, 4, 6, e 12-15 mesi.<br />

Oltre ai 7 sierotipi già presenti nel vaccino Prevnar (4, 6B, 9V, 14, 18C, 19F and 23F), Prevnar 13<br />

include altri 6 sierotipi: 1, 3, 5, 6A, 7F e 19A. Si tratta di sierotipi, in particolare il 19A, associati a<br />

ceppi patogeni emergenti che in molte regioni del mondo iniziano a costituire un problema<br />

sanitario.<br />

Si stima che i sei sierotipi aggiuntivi sono responsabili del 62% dei casi di malattia pneumococcica<br />

invasiva registrati nel 2007 nei bambini di età inferiore a 5 anni


Sensibilità ad antibiotici<br />

S. pneumoniae è sensibile alle penicilline e alla vancomicina. (restano farmaci di 1° scelta)<br />

Negli ultimi tempi però si è registrato un preoccupante aumento della resistenza a penicilline,<br />

tetracicline ed eritromicina. Il meccanismo di resistenza alle penicilline è dovuto ad<br />

alterazioni delle PBP

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