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Storie di mare VINCENZO DI STEFANO, UNO DEI SO- PRAVVISSUTI AL NAUFRAGIO, RACCONTA L’ESPERIENZA CHE GLI HA CAMBIATO LA VITA: “LA MORTE MI STAVA PRENDENDO” Se la diffidenza avesse gli occhi, avrebbe i suoi. Intensi, penetranti, aguzzi e scrutanti, gli occhi di Vincenzo Di Stefano raccontano ancora molto di quel 3 agosto di un anno fa. E’ come se avessero fissato ogni attimo su una pellicola, pronti a rieditare ogni emozione, rumore, odore, sussurro di battaglia tra la vita e la morte. “La morte è semplice – dice sottovoce - e tu non puoi sfuggirle. Ti senti impotente perché lo sei. Io stavo per essere preso dalla morte, ma è la vita che mi ha riacchiappato con la sua potenza”. Destino, fatalità? Ed ecco il richiamo a uno di quei particolari che chiama “coincidenze”. “Fino a quel giorno - spiega - avevamo lavorato sul lato sinistro della nave, ma quella mattina abbiamo deciso di lavorare su quello destro. Dall’altro lato, non avremmo visto la Eleni e nessuno avrebbe avuto il tempo di tuffarsi”. Già, tuffarsi verso la salvezza. Era mattina, una mattina come le altre su quella nave oceanografica che per una ventina di giorni si sarebbe dovuta spostare lungo le coste, tra campionamenti, analisi e test. Le attività erano riprese e ognuno era al proprio posto. C’era nebbia, la visibilità era scarsissima. Di Stefano vede quella enorme ombra. E’ lì, vicino alla nave. Si rende conto del pericolo. Grida: “Tuffatevi”. “Mi sono diretto verso prua – racconta - credendo che i miei colleghi mi seguissero. Invece, girandomi vedo due di loro pietrificati. Non me la sono sentita di lasciarli. Sono tornato indietro, inveendo nel tentativo di scuoterli. Pensavo di riuscire a tuffarmi, dopo avere spinto loro, malgrado il tempo scorresse e quella sagoma diventasse sempre più grande. Ma ho sottovalutato la violenza, dell’impatto”. Pochi attimi…il boato, la forza del mare unita a quella di quel mercantile. “Mi sono trattenuto – riprende - con tutta la forza di cui ero capace, ho LA TRAgEdIA dEL 3 AgOSTO 2007 Il 24 luglio di un anno fa, dalle coste di Mazara del Vallo, nel Trapanese, partiva “Do Laser 07, una campagna oceanografica italo-russa. Quattordici persone, a bordo della nave Thetis, sarebbero dovute rimanere in mare fino al 7 agosto. Quella spedizione, però, si concluse prima. E in una tragedia. E’ la mattina del 3 agosto. Verso le 9, mentre tutti sono al lavoro sull’imbarcazione, la collisione. Una nave container, la Msc Eleni, battente bandiera panamense, sperona la Thetis. L’impatto è violentissimo. Il rapporto di forza tra le due navi è tutto a scapito del “piccolo” natante oceanografico. Solo 13 delle 14 persone a bordo si salveranno. Petr Mikhejchik, un ingegnere russo, rimane intrappolato e il suo cadavere verrà recuperato solo il 6 agosto. Dalla ricostruzione, emerge Quel giorno sul Thetis visto un uomo con un binocolo che guardava verso di me dall’interno della Eleni. Ho fatto dei gestacci verso di lui, sono convinto mi abbia visto. Poi, questo muro nero contro, mentre pensavo che presto sarebbe arrivata l’elica e per me non ci sarebbe stato più nulla da fare. Ho fatto appello a tutte le forze per allontanarmi da lei, in modo perpendicolare. Non riuscivo a risalire. Ero a circa 8 metri di profondità, con le contrazioni diaframmatiche dell’apnea. Da lì a pochi secondi, sarei morto”. Ma ecco che la vita è in grado di strapparti alla morte. “Ad un certo punto - continua - mi sono sentito libero dalle turbolenze. Fino a qualche secondo prima, erano di una potenza inaudita. Una nave container mi era passata sopra. Ho provato incredulità. Poi, il bisogno di parlare… e mi sono messo a parlare da solo, dentro quell’atmosfera surreale. Un silenzio mai udito. Non vedevo nulla, nessun relitto, quell’ombra nera non c’era più. Ho pensato ai miei compagni e ho creduto fossero morti. Poi, la forza di continuare. Non potevo essere sfuggito a quel terribile passaggio inutilmente. Qualcuno mi avrebbe trovato. E lì l’attesa, mentre la rabbia saliva... devastante. Mi sono sentito abbandonato, lì a morire in mare, da altri miei simili. E’ questo ciò che ancora non riesco a mandare giù”. E il ricordo va a un’altra esperienza. “Il mare fa parte anche dei miei hobby - racconta - e un giorno, mentre ero sulla mia barchetta con altre persone, abbiamo visto un cane in acqua. A volte capita che sui pescherecci tengano dei cani e forse quel cane era caduto da un natante. Lo abbiamo recuperato, rischiando di farci mordere perché era spaventatissimo. Una volta recuperato, si è rannicchiato dentro l’imbarcazione ma, appena abbiamo toccato terra, si è volatilizzato. Noi, quel cane, non lo abbiamo lasciato in acqua a morire. Io ho visto quell’uomo con il binocolo. Avevo gli occhi imbrattati di carburante, ma l’ho visto… mentre mi lasciava lì… a morire”. di Caterina Mangiaracina “ABBIAMO PERSO TUTTO” Molti gli obiettivi scientifici della spedizione denominata “Do laser 07”. Primo fra tutti il test e la calibrazione di alcuni prototipi. Come il lasertrap, uno strumento che serve a misurare la distribuzione degli organismi nel mare. “Grazie a questi rilevamenti – spiega Giusy Buscaino, responsabile della spedizione e sopravvissuta al naufragio – è possibile capire se il mare è produttivo. Petr, il nostro compagno morto nel naufragio, aveva sviluppato sia l’hardware sia il software di questo strumento”. Ma c’erano anche altri strumenti da testare. Come quelli utilizzati per allontanare i delfini dalle zone di pesca. “Dovevamo fare – continua la Buscaino – sia dei test meccanici, per vedere fino a quale profondità questi strumenti potevano essere usati, sia gli effetti di questi strumenti sull’allontanamento e sul comportamento dei delfini”. Infine, la fase della documentazione. Purtroppo, di quel progetto è ormai rimasto poco. “Noi – sottolinea la ricercatrice - abbiamo perso tutto. Abbiamo perso un ricercatore, gli strumenti. Andiamo avanti, ma sia dal punto di vista umano sia dal punto di vista scientifico abbiamo perso moltissimo. Alcune cose si sono fermate lì, sono ancora in fondo al mare. Altre devono continuare. La linea della ricerca del laser-trap è ferma. I russi verranno in occasione dell’anniversario e dobbiamo capire se andare avanti. In questo caso, sarà necessario formare una persona che sostituisca Petr. Inoltre, noi non siamo più gli stessi. Io, ad esempio, non riesco più ad imbarcarmi sulle navi oceanografiche e lo stesso vale per i miei compagni”. Un capitolo non ancora chiuso, dunque, che, per la ricerca, si trova a fare i conti anche con i finanziamenti. “Abbiamo esaurito i fondi – conclude la Buscaino - e solo più avanti potremo verificare se ci saranno le condizioni per riprendere”. (cm) la segnalazione che la guardia costiera aveva fatto alla container. Innanzitutto per la velocità di viaggio e poi perché sulla sua rotta c’erano ben 35 bersagli. Uno dei quali proprio la Thetis. Dal mercantile una risposta in inglese: “Non preoccupatevi. Li vediamo”. Ma l’impatto non è stato evitato. Né la Eleni si è fermata dopo la collisione. Solo più tardi, il mercantile verrà bloccato dalla guardia costiera. Le indagini sono ancora in corso. La capitaneria di porto di Mazara del Vallo ha concluso l’inchiesta sommatoria e trasmesso gli atti agli organi superiori di Palermo, che si occuperanno dell’inchiesta formale. Ci sarà ancora da attendere, dunque, per conoscere la verità sulle responsabilità che hanno trasformato una campagna scientifica in sciagura. (cm) PAGINA 4 EDIZIONE STRAORDINARIA agosto 2008
IL 30 GIUGNO è STATO ELETTO PRI- MO CITTADINO. IL 17 LUGLIO HA INDOSSATO LA FASCIA TRICOLORE. E SUBITO HA PORTATO IL PICCOLO CENTRO DEL BELICE ALLA RIBAL- TA DEI GRANDI MEDIA NAZIONALI: “CON ME è ARRIVATA LA LUCE” Salemi caput mundi. Da quando il capo della giunta comunale risponde al nome di Vittorio Sgarbi, la cittadina del Trapanese è stata più volte sotto i riflettori della stampa nazionale. Abbiamo sentito l’estroso critico d’arte a cinque giorni dal suo insediamento. Salemi caput mundi Cos’è cambiato in città da quando lei è stato eletto? Salemi era in una situazione di oblio dagli ultimi dieci o dodici anni e, quando era ricordata, lo era per il terremoto e per i cugini Salvo. Avere dato sui giornali nazionali e internazionali, e sulle televisioni, l’idea che Salemi è un luogo pieno di attrattive e di felicità possibile, anche per la presenza di persone che vengono da ogni parte d’Italia e che vogliono stabilire qui le loro attività, è stata un’operazione grandiosa. Basta citare il caso di Oliviero Toscani, che qui farà il suo laboratorio di creatività. Insomma, ho compiuto un’operazione di comunicazione senza averla neanche premeditata. E questo non ha prezzo. La Calabria ha speso più di dieci milioni di euro per quello che io ho fatto, praticamente gratis, in 5 giorni. Quindi, almeno da questo punto di vista, se dovessi già valutare ciò che è stato fatto, direi che io ho riportato a Salemi la luce. Potrei anche già salutare e andar via. Quali sono state le sue prime azioni da sindaco? Non posso dire nulla, perché non ho ancora cominciato la mia attività: di fatto, l’unico atto ufficiale è stato l’insediamento del Consiglio comunale che, non per colpa mia, ma per quanto prescrive la legge, è stato il 17 luglio. Abbiamo comunque già prodotto dei progetti, abbiamo aperto dei capitoli, come quello ‘comunicazione a costo zero ma con grandi risultati’. Diciamo che la prima azione è stata un’azione immateriale, ma eccezionale. Oggi si parla di Salemi, non di Palermo o Catania. Adesso è una città che incuriosisce. Mi ha chiamato Vittorio Feltri, mi ha chiamato Nicholas Farrell, il giornalista che l’estate scorsa fece una clamorosa intervista a Berlusconi. E ancora: mi ha telefonato Matteo Collura, ma anche Remo Girone che vuole venire in città, così come Alessandro Quasimodo, figlio di Salvatore, che mi ha proposto di celebrare qui l’anniversario della morte del padre. Tutte persone che non sarebbero mai venute a Salemi senza quest’operazione di comunicazione portata a compimento in 5 giorni. E adesso faremo quattro cose per l’estate. Di che si tratta? Della bella estate di Salemi. Abbiamo deciso alcuni interventi, programmati in brevissimo tempo: dall’arrivo del presidente dell’Inter Massimo Moratti, a quello di un famoso illusionista che si chiama Raptus, fino alle previste visite di Katia Ricciarelli e Alessandro Quasimodo. Insomma, l’abbiamo fatto per rendere amena l’estate e allietare le notti degli abitanti di Salemi. Crocetta sembra avere seguito le sue orme nel dire un no assoluto agli impianti eolici... Sì, senza dubbio. E - tra le altre cose - ho ricevuto anche il presidente di una società di impianti eolici e gli ho spiegato che finché ci sarò io qui, non ci saranno autorizzazioni in tal senso. Secondo me Crocetta è una persona intelligente. Le pale eoliche sono il punto più visibile della mafia. Con questo non voglio dire che c’è la mafia dietro gli impianti eolici, ma sono EDIZIONE STRAORDINARIA agosto 2008 ChI è/il C r i t i C o-m at tat o r e Umberto Antonio Maria Sgarbi nasce a Ferrara l’8 maggio 1952, sotto il segno del Toro. Sulla sua carta d’identità, alla voce professione c’è scritto: critico d’arte. Si laurea in filosofia con una specializzazione in storia dell’arte all’università di Bologna e qualche anno dopo diviene ispettore della Sovrintendenza ai beni storici e artistici in Veneto. Debutta in tv come ospite del Costanzo Show: durante la trasmissione tiene lezioni d’arte e inveisce nei confronti degli altri ospiti. Nel ‘90 si candida senza successo a sindaco di Pesaro per il Partito comunista. Qualche mese dopo diventa consigliere comunale di San Severino Marche con il Partito socialista e quindi nel ‘92 primo cittadino, sostenuto dalla Democrazia cristiana e dal Movimento sociale. Sempre nel ‘92 è deputato nazionale per il Partito liberale e, poco dopo, si avvicina al Partito radicale di Marco Pannella, con cui sarà alleato nelle coalizioni guidate da Silvio Berlusconi nel ‘94 e nel ‘96. Il 7 aprile ‘95 legge al Tg5 una lettera sui “veri colpevoli” dell’assassinio di don Pino Puglisi, senza rivelare le generalità dell’autore e attribuendola a un amico del prete ucciso; la missiva accusava il procuratore Giancarlo Caselli di essere il mandante dell’omicidio, e Leoluca Orlando e Michele Santoro di esserne gli esecutori materiali. Il 21 marzo del 1999 nasce il movimento “I Liberal Sgarbi-I libertari”. Nello stesso anno passa a Forza Italia, con cui diviene sottosegretario ai Beni culturali dal 2001 al giugno del 2002, quando l’incarico gli viene revocato dal Consiglio dei Ministri a causa di numerose polemiche e tensioni con l’allora ministro Urbani. In seguito fonda, in vista delle elezioni europee del 2004, la lista “Liberal Sgarbi”, che si allea col Partito repubblicano. Alle elezioni politiche del 2006 decide di candidarsi con la Lista Consumatori che appoggia la coalizione di centrosinistra, senza essere tuttavia eletto. Nel 2006 corre a primo cittadino di Milano, ma poi si accorda con la candidata della Cdl Letizia Moratti e si ritira dalla competizione: dopo la vittoria dell’ex ministro dell’Istruzione ottiene l’incarico di assessore alla Cultura. Nel maggio 2008 la nomina gli viene revocata dal sindaco in seguito a vari diverbi, e Sgarbi ricorre al Tar (che proprio nei giorni scorsi gli ha dato ragione, ma lui si è già dimesso da assessore). Infine, sostenuto dall’Udc, dalla Dc e da una lista civica di centro, il 30 giugno viene eletto sindaco di Salemi, superando al ballottaggio l’esponente del Pd Alberto Scuderi. (jt) PAGINA 5 Attualita’ Intervista al sindaco Vittorio Sgarbi di Junio Tumbarello comunque il simbolo della sopraffazione mafiosa. La mafia è la violenza a una persona inerme e in questo caso la violenza è fatta contro dei paesaggi bellissimi, fatta da queste macchine diaboliche e immonde. Passiamo ad altro. Cosa ha in mente per l’arte della città di cui è sindaco? Nulla. Non voglio occuparmi d’arte. Tanto c’è Gibellina vicina. Non c’è ne bisogno. C’è già chi se ne occupa. Come è stato per lei, che ha sempre sparato a zero sul matrimonio, celebrarne uno? Ho cercato di dissuaderli. Ho detto loro che pensavo fossero dei matti. Ma non c’è stato modo di convincerli. Felice Cavallaro, facendo un po’ di gossip sul Corriere della Sera, ha scritto che già molte donne del Paese l’hanno adocchiata. È vero? Sono un uomo-oggetto l’ho sempre detto. Il mio ministero è quello delle Pari opportunità. È quasi una vocazione naturale. Allora le sue prossime fiamme saranno tutte siciliane? Si, ma devo confessare che già ho diversi ricordi in tal senso. Tempo fa sono stato nominato commissario a Piazza Armerina e a Noto, quindi ho già avuto modo di conoscere alcune bellezze siciliane e le loro indubbie qualità. UNA gIUNTA d’ECCEZIONE Un Comune illuminato. Ecco cosa vuole Sgarbi. Il critico dice che il Municipio di Salemi sarà “l’opposto di quello di Milano”. Tra i suoi assessori il primo cittadino ha scelto Alain Elkann, giornalista e scrittore, e Graziano Cecchini, l’artista che l’anno scorso ha rivendicato come atto futurista la tintura della Fontana di Trevi. Il vicesindaco è invece Nino Scalisi, docente in pensione. Mentre il fotografo Oliviero Toscani ha la delega ai Diritti umani, comunicazione, creatività e ambiente. Al centro storico va Bernardo Tortorici di Raffadali, presidente dell’ associazione Dimore storiche. Vincenzo Lo Castro, imprenditore di Salemi, è l’assessore al Commercio, industria e bilancio. In giunta anche l’ingegnere Giuseppe Ilardi, con deleghe all’Informatica e sanità, l’architetto Peter Glidewell, assessore alla Cultura ma anche all’Agricoltura, e l’avvocato Caterina Bivona, responsabile Legalità e lavori pubblici. (jt)
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