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Il Fuoco al culo - Giano Bifronte

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Danilo il Crapa<br />

IL FUOCO<br />

COLLANA MATEREA<br />

Prima edizione anno 2001<br />

B i b l i o t e c a d i E p i s t e m e<br />

Distribuzione Gratuita


“Celuy qui transmua le premier n’avait aucun livre, mais suivait<br />

la nature, regardant comment et avec quoy elle travaille”<br />

NICOLAS VALOIS<br />

“Souvenez-vous, enfant de la Science, que la connaissance de<br />

notre magistère vient plutòt de l’inspiration du Ciel que des<br />

lumières que nous pouvons acquérir par nous- memes”<br />

LIMONJON DE SAINT-DIDIER<br />

“Nous còtoyons souvent le phénomène, voire le miracle,<br />

sans le remarquer, en aveugles et en sourds; que de<br />

merveilles, que de choses insoupconnées<br />

ne découvrirons-nous pas si nous savions disséquer<br />

les mots , en briser l’écorce et libérer l’esprit, divine lumière<br />

qu’ils renferments”<br />

FULCANELLI


IL FUOCO AL CULO<br />

L’interesse della prima parte di questo file è prev<strong>al</strong>entemente storico.<br />

In esso sono riportati i resoconti dei primi esperimenti condotti in occasione<br />

della riattivazione del laboratorio, dopo molti, troppi anni di interruzione.<br />

Prima di questi, tuttavia, si vogliono riportare anche delle riflessioni<br />

teoriche, dei riordinamenti di riflessioni, anch’essi di significato storico: infatti<br />

fu nel 1991, che par<strong>al</strong>lelamente <strong>al</strong>la ripresa dell’attività pratica si ricominciò<br />

anche a scrivere qu<strong>al</strong>cosa sull’ Argomento della mia vita. Molte di queste<br />

idee hanno ancora una loro attu<strong>al</strong>ità: <strong>al</strong>tre sono state decisamente superate dai<br />

fatti.<br />

PREMESSA (14 Ottobre 1991)<br />

Questo deposito di idee e riflessioni sparse sostituisce il vecchio diario cartaceo<br />

per ovvi motivi di comodità. Qui saranno riportate tutte le riflessioni di una<br />

qu<strong>al</strong>che importanza sull’argomento che ci preme, confesso anche con la<br />

speranza che questo possa essere utile a qu<strong>al</strong>cun’<strong>al</strong>tro, non ultimi i nostri figli,<br />

se anche loro dovessero sentire, a loro tempo e spontaneamente, il fascino del<br />

Drago .<br />

ESISTE UNO SPAZIO TEORICO PER L’ALCHIMIA ?<br />

Spieghiamo subito che cosa intendiamo per spazio teorico. L’enorme sviluppo<br />

delle conoscenze scientifiche e tecnologiche é impressionante e la cosa<br />

é t<strong>al</strong>mente ovvia da essere imperdonabilmente ban<strong>al</strong>e anche solo<br />

accennarne.<br />

In questo coacervo titanico esistono ancora <strong>al</strong>le porte del duemila delle aree<br />

inesplorate o quasi dove potrebbe collocarsi il Lapis e quanto lo riguarda, sia<br />

in teoria come in pratica ?<br />

Tuttavia queste innegabilmente vaste cognizioni sono del tutto slegate fra<br />

loro , e la ricerca procede del tutto a compartimenti stagni, in modo che persone<br />

profondamente addentro <strong>al</strong> loro “pozzo di Vermicino “ ignorano del tutto o<br />

quasi quanto magari accade nella porta a fianco del loro studio o <strong>al</strong> piano di<br />

sotto del loro istituto tanto che, per esempio, un insigne genetista qu<strong>al</strong>e Luigi<br />

Cav<strong>al</strong>li Sforza, esperto proprio di gruppi sanguigni per <strong>al</strong>tro, dimostra in un<br />

suo recente articolo (Scientific American , ottobre 1991) di ignorare<br />

completamente la normativa leg<strong>al</strong>e vigente in tema di trasfusioni di sangue<br />

.


Ma nonostante questa grave pecca, che pure ben pochi scienziati illuminati<br />

ammetterebbero come t<strong>al</strong>e, in quanto per solito fà molto chic “ circoscrivere<br />

l’ambito delle proprie ricerche “ “riconoscere l’assoluta impossibilità di seguire<br />

sia pure per sommi capi il progredire della scienza in tutti i campi “ e <strong>al</strong>tre<br />

cose ritrite del genere , atteggiamento che porterà presto e fin<strong>al</strong>mente ! Ad<br />

avere per esempio in medicina e chirurgia speci<strong>al</strong>isti dell’arto inferiore destro<br />

e speci<strong>al</strong>isti dell’arto inferiore sinistro , pure il monte di “acquisizioni “é cosi<br />

‘vasto che approssimativamente si potrebbe pensare che davvero tutto é<br />

già stato inventato, studiato, cat<strong>al</strong>ogato: il caso é chiuso archiviato,<br />

dimenticato. L’inchiesta é chiusa.<br />

Già é molto se si ammette che qu<strong>al</strong>cosa potrebbe venir fuori collegando<br />

semplicemente fatti vecchi con idee nuove ( o più vecchie dei fatti nuovi ).<br />

Non siamo però del tutto nel giusto affermando questo .In effetti forse, come<br />

dire ...Un supplemento d’istruttoria , qu<strong>al</strong>che indagine più approfondita ?<br />

Certamente che si può .<br />

Dateci qu<strong>al</strong>che trilione di dollari per costruire un’accelleratore iperbolico da<br />

qu<strong>al</strong>che milione di Tera elettron volt (1tera = 1 Milione di Giga elettron volt<br />

) e il gioco sarà fatto .Contati i peli della barba d’Ezechiele.<br />

O forniteci centosessantatré grammi di quark stabilizzati (freschi , mi<br />

raccomando) e il carro di Elia sarà riprodotto.<br />

O dateci un c<strong>al</strong>colatore qu<strong>al</strong>che miliardo di volte più veloce di quelli più<br />

rapidi che abbiamo, natur<strong>al</strong>mente ad architettura super par<strong>al</strong>lela, e vi<br />

simuleremo il diagramma di stato della spada fiammeggiante del cherubino.<br />

Si tratta di un ban<strong>al</strong>e plasma , in fondo.<br />

E’questione solo di mezzi. Ne occorrono però purtroppo di spaventosi:<br />

cosi’ costosi da poter essere concepiti solo come frutto della collaborazione<br />

di decine di nazioni , perché una sola o poche che é lo stesso non possono<br />

permettersi la spesa.<br />

Solo l’idea di poter scoprire qu<strong>al</strong>cosa di grandioso con mezzi semplici ,<br />

elementari da hobbista diremmo é puro delirio .<br />

Tuttavia la scienza moderna nacque per hobby .Gli studiosi seri si occupavano<br />

d’<strong>al</strong>tro ,un tempo .Teologia , per esempio .O mor<strong>al</strong>e .<br />

Lo stesso De Vigènère nella premessa <strong>al</strong> suo trattato del fuoco e del s<strong>al</strong>e<br />

attribuisce <strong>al</strong>l’Alchimia solo il terzo posto , nella sc<strong>al</strong>a dell’importanza delle<br />

Scienze :prima viene la Teologia , e poi la mor<strong>al</strong>e .<br />

Dunque scoprire qu<strong>al</strong>cosa di importante con mezzi relativamente semplici<br />

? Neanche a parlarne con gli addetti ai lavori. Ragazzo mio togliti dai piedi:<br />

non mi fare girare i coglioni che già per quello ci pensa la materia oscura<br />

dell’Universo.<br />

Fila o ti impicco a una super stringa .<br />

Anche nel campo medico é cosi’. Pensare di scoprire il più piccolo purgante<br />

re<strong>al</strong>mente nuovo senza come minimo l’appoggio di una multinazion<strong>al</strong>e<br />

farmaceutica é assoluta follia.


Poi qu<strong>al</strong>cuno tipo Brotzu trova un’antibiotico rivoluzionario nell’acqua del<br />

mare di Cagliari: quietamente ,tranquillamente se lo vende in Inghilterra e ci<br />

fa svariate montagne di quattrini. Sono nate le cef<strong>al</strong>osporine .Questo é<br />

un’esempio recente .Preferite un classico ?<br />

Augusto Righi dice a Marconi che gli ha rotto le b<strong>al</strong>le con le sue applicazioni<br />

pratiche delle Onde Hertziane.<br />

E siccome come uditore Marconi é fastidioso (tutte quelle domande!) lo butta<br />

fuori d<strong>al</strong>l’aula di Fisica dell’università di Bologna, e lo diffida, pena il ricorso<br />

<strong>al</strong>la forza pubblica, d<strong>al</strong> disturbare di nuovo le sue lezioni : ha un programma<br />

da svolgere lui , e non può permettersi di perdere tempo con un illuso .<br />

Come sanno tutti gli addetti ai lavori( Marconi non é un addetto ai lavori : con<br />

il caratteraccio e la testaccia che ha non é riuscito neanche a prendere il diploma<br />

di scuola media superiore , per questo segue da uditore e non da studente<br />

regolare) le onde hertziane non possono avere nessuna applicazione pratica .<br />

Anzi Righi , che é un sant’uomo ed ha responsabilità politiche importanti<br />

invierà una relazione <strong>al</strong> governo del Regno <strong>al</strong>lo scopo di evitare proprio lo<br />

sperpero di danaro pubblico in deliranti ricerche sulle applicazioni pratiche<br />

delle oscillazioni elettriche.<br />

Due <strong>al</strong>tri p<strong>al</strong>linucci e poi basta : “non possono cadere pietre d<strong>al</strong> cielo perché<br />

non ci sono pietre in cielo”<br />

“<strong>Il</strong> più pesante dell’aria non volerà mai “<br />

Ma questa é roba passata! Ora non si fanno più errori del genere! La scienza<br />

moderna da questo punto di vista pecca di una vanagloria spaventosa :conosce<br />

bene questi aneddoti :li usa per lardellare prolusioni lezioni e libri di testo ;<br />

nello stesso tempo , <strong>al</strong>meno in linea di massima, non nega che la storia é<br />

ripetizione continua : pur tuttavia non dubita della propria inf<strong>al</strong>libilità :<br />

ammette solamente e <strong>al</strong> massimo e per <strong>al</strong>tro da ben pochi anni una continua<br />

perfettibilità dei propri risultati, ma solo grazie agli arcispaventosi mezzi<br />

succitati .<br />

Se un <strong>al</strong>locco con due cazzarole contestasse il CERN di Ginevra vedremmo<br />

risorgere , poco ma sicuro , i fasti della migliore inquisizione .<br />

Del tutto recentemente Fleischman e Pons hanno provato quanto può il<br />

corruccio dell’accademia.<br />

Leggiamo insieme questo pezzettino di Scientific American estratto d<strong>al</strong>l’articolo<br />

“Fossili e frodi” pag.8 , ottobre 1991<br />

“Va per<strong>al</strong>tro detto che spesso basta il sospetto per trasformare un ricercatore<br />

in un intelletto presumibilmente mediocre e in un traditore della nobile<br />

missione di cui era investito, dimenticando che anch’egli é prima di tutto un<br />

uomo, soggetto a errori, pressioni, invidie.<br />

Si pensi solo ai recenti casi di Jacques Benveniste (la memoria dell’acqua)<br />

che coinvolse anche la prestigiosa rivista Nature e di M.Fleischman e S.Pons<br />

(la fusione fredda ).


Fu frode o un attimo di avventata superfici<strong>al</strong>ità ? Esprimere un giudizio può<br />

essere più arduo di quanto non sembri , come si impara d<strong>al</strong>la mirabile<br />

ricostruzione fatta da Arthur Koestler (il caso del rospo ostetrico ) del caso di<br />

Paul Kammerer, biologo austriaco morto suicida in seguito <strong>al</strong>le accuse di frode<br />

scientifica che gli erano state mosse , laddove molto presumibilmente di una<br />

frode egli fu vittima.”<br />

L’articoletto prosegue citando poi il caso di Jacques Deprat studioso di<br />

fama internazion<strong>al</strong>e che nel giugno 1919, con l’accusa di avere inserito “trilobiti<br />

di provenienza europea nell’unità tettonica del Tonchino ... Veniva radiato<br />

d<strong>al</strong>la società geologica di Francia e definitivamente <strong>al</strong>lontanato d<strong>al</strong>la<br />

direzione del Servizio geologico di Hanoi . (Cioé buttato in mezzo ad una<br />

strada :nota mia ) Ora ...<br />

“Grazie <strong>al</strong>le indagini della sua sezione storica, a oltre settant’anni di<br />

distanza , la Società geologica di Francia ha riconosciuto il proprio errore di<br />

v<strong>al</strong>utazione ecc.ecc.”<br />

Si noti che questo riconoscimento, pur tardivo <strong>al</strong>quanto, é una cosa cosi’ insolita<br />

che Scientific American gli dedica un articolo.<br />

Chissà come sarà contento adesso, il Deprat !<br />

Si noti pure che nel caso della fusione fredda non c’é <strong>al</strong>ternativa: o frode o<br />

errore : e per fortuna viviamo in un’epoca di tolleranza e rispetto reciproci !<br />

E quegli indelicati di Fleischman e Pons non si sono manco suicidati.<br />

Che si sia saputo , <strong>al</strong>meno .Ma che fine hanno fatto ? Per la loro esperienza<br />

vedi il file Fusione Fredda e non sciuperai né gli occhi né il tuo tempo.<br />

Ma siccome nulla ci interessa di meno che raddrizzare le gambe <strong>al</strong>la prassi<br />

metodologica della filosofia della scienza contemporanea , vogliamo<br />

semplicemente elencare qu<strong>al</strong>che p<strong>al</strong>linaccio indigesto agli scientifici denti<br />

attu<strong>al</strong>i, qu<strong>al</strong>che terra dei Dragoni che per quanto <strong>al</strong>meno ci consta non é di<br />

certo stata esplorata a fondo .<br />

Noi si ritiene, magari a torto, che qu<strong>al</strong>che romantica progenie del vecchio<br />

Ermete prorio li’ possa essersi andata a cacciare. Ora passa <strong>al</strong> file Teoria.<br />

QESTO FILE E’LA PROSECUZIONE DEL FILE PREMESSA E VA LETTO<br />

DOPO DI ESSO<br />

REAZIONI DI INTERFACCIA :qu<strong>al</strong>siasi libro di chimica teorico dice <strong>al</strong><br />

principio che svela i misteri delle reazioni “in fase omogenea “e cioè svolgentesi<br />

in un mezzo tutto liquido o tutto gassoso ,e sono i casi più frequenti, o tutto<br />

solido.<br />

E qui ci troviamo nel campo della met<strong>al</strong>lurgia propriamente detta : le leghe<br />

met<strong>al</strong>liche sono


soluzioni <strong>al</strong>lo stato solido.<br />

E le reazioni chimiche che avengono in mezzo NON omogeneo ? Quelle per<br />

esempio fra uno o più solidi o liquidi o gas ad un tempo ?<br />

Norm<strong>al</strong>mente si ignora che per la zona di interfaccia ( fase non omogenea<br />

quindi) fra corpi diversi la chimica scolastica deve essere ampiamente superata<br />

.<br />

Lo studio dei fenomeni di interfaccia é di una complessità estrema ma la<br />

cat<strong>al</strong>isi (che ancora fa consumare di molti cachet anti m<strong>al</strong> di testa ai chimici ) e<br />

le reazioni delle membrane biologiche , e cioé della vita , sono proprio di<br />

questo tipo .Un tipo di reazioni di interfaccia che qui ci interessa<br />

particolarmente é rappresentato d<strong>al</strong>le :<br />

REAZIONI DI STRATUM SUPER STRATUM :un tempo assai in onore come<br />

soggetto di studio fino <strong>al</strong>l’incirca <strong>al</strong> XVII secolo , poi decadute nell’ interesse<br />

dei ricercatori con l’avvento della chimica di Lavoisier .<br />

Sono quelle interazioni che avvengono fra più corpi disposti in strato sottile<br />

: per solito, ma non sempre, finissime lamine met<strong>al</strong>liche con o senza un<br />

mezzo composito interposto .<br />

Queste reazioni richiedono temperature moderatamente elevate ma si badi<br />

bene, é assolutamente imperativo evitare la fusione dei materi<strong>al</strong>i, in quanto<br />

l’omogeneizazione causata d<strong>al</strong>la fusione distrugge l’effetto di interfaccia ,<br />

che é invece proprio quello che interessa in questo caso.<br />

Le interazioni sfruttanti questo tipo di effetto sono il fondamento a detta di<br />

Fulcanelli, di esperienze di archimia e voarcadumia tipo l’oro delle due<br />

cementazioni e quant’<strong>al</strong>tro. Orbene strade solo molto parzi<strong>al</strong>mente an<strong>al</strong>oghe<br />

sono percorse da ben pochi ricercatori e da ben poco tempo e solo<br />

limitatamente ai materi<strong>al</strong>i crist<strong>al</strong>lini impiegati nei semiconduttori , e anche<br />

qui solo limitatamente <strong>al</strong> comportamento degli elettroni : quello che interessa<br />

per produrre effetti elettronici utili.<br />

Per <strong>al</strong>tro queste ricerche si limitano ulteriormente <strong>al</strong> solo campo delle basse e<br />

bassissime temperature (superconduttori , vedi file apposito) e non<br />

contemplano punto l’uso di gas reattivi ad <strong>al</strong>ta pressione “gli spiriti “ liberati<br />

d<strong>al</strong> cemento di cui parla Fulcanelli.<br />

Infine si studiano solo le interazioni fra due soli elementi per volta, vista<br />

l’estrema difficoltà di capirci qu<strong>al</strong>cosa.<br />

Ma nell’oro delle due cementazioni, tanto per fare un esempio, troviamo<br />

invece un sacco di bella gente :<strong>al</strong>meno l’oro d’origine (A), l’argento (B), il<br />

rame (C) , l’oro prodotto (D) più tutti i costituenti del primo cemento , che<br />

ignoriamo in numero e in qu<strong>al</strong>ità e chiameremo (N)x - n sta per numero di<br />

ingredienti di x - più infine tutti i componenti del secondo cemento (N)y<br />

più l’azione d’interfaccia fra ogni singolo materi<strong>al</strong>e e le pareti del recipiente di<br />

reazione nonché l’azione di eventu<strong>al</strong>i complessi intermedi, fra di loro e con i<br />

reattivi princip<strong>al</strong>i : chiameremo quest’ultimo complesso di azioni (W!) (W


fattori<strong>al</strong>e)<br />

Vi faccio grazia poi di tutte le considerazioni circa le condizioni gener<strong>al</strong>i di<br />

reazione : temperatura pressione, influenza dei raggi cosmici, del magnetismo<br />

terrestre, fasi lunari, 4H e cosi’ via.<br />

Una reazione di interfaccia tipo A+B+C+D+(N)x+(N)y+(W!) é<br />

tranquillamente e ampiamente fuori della portata di ogni tentativo di<br />

spiegazione o simulazione <strong>al</strong> c<strong>al</strong>colatore o quello che si vòle degli studiosi<br />

attu<strong>al</strong>i di “ effetto giunzione” come si chiama adesso lo SSS (Stratum Super<br />

Stratum ).<br />

Pur con tutte le limitazioni su indicate , tuttavia si é già notato che può succedere<br />

di tutto; del resto tutti i semiconduttori, d<strong>al</strong> transistor, <strong>al</strong> diodo tunnel <strong>al</strong> led<br />

hanno <strong>al</strong>la base un qu<strong>al</strong>che tipo di effetto giunzione . D’<strong>al</strong>tro canto la pila di<br />

Volta era uno stratum super stratum di rame e zinco con un liquido interposto;<br />

e anche una pila atomica in funzione ha più dello SSS che dell’omogeneo<br />

.<br />

Anzi : se e quando una pila atomica si omogenizza par proprio tocchi “ dar<br />

opra a’ c<strong>al</strong>cagni “<br />

LA FRETTA PUO’ ESSERE UNA CATTIVA CONSIGLIERA OVVERO IL<br />

FUOCO AL CULO CHIMICO : Cosa intendiamo dire con questa<br />

espressione umoristica ?<br />

Nessuno potrà negare che uno dei requisiti fondament<strong>al</strong>i della ricerca<br />

chimica attu<strong>al</strong>e é che la reazione <strong>al</strong>lo studio sia relativamente rapida, e<br />

questo princip<strong>al</strong>mente in chimica inorganica: i biochimici sono un pò più<br />

pazienti, ma non molto di più .<br />

In chimica industri<strong>al</strong>e poi non vi é interesse se non per processi effettuabili<br />

in ciclo continuo, e soprattutto nella chimica delle <strong>al</strong>te temperature .<br />

Ebbene Naxagora afferma che in una esperienza , per <strong>al</strong>tro egregiamente<br />

condotta, di aumentazione del grano fisso del piombo il processo comincia ad<br />

avviarsi, e i primi effetti diventano appena debolmente avvertibili, dopo non<br />

meno di quindici giorni di fusione ininterrotta: assolutamente continua, giorno<br />

e notte.<br />

Qu<strong>al</strong>e ricercatore di met<strong>al</strong>lurgia attu<strong>al</strong>e può permettersi attese cosi’<br />

lunghe ?<br />

I tempi in cui Sir Robert Boyle condusse la sua famosa esperienza di mantenere<br />

dell’oro in fusione per una quarantina di giorni in una fornace da vetrai (vedi<br />

il chimico scettico) sono molto lontani, ormai.<br />

Una questione che qui potrebbe essere il caso di porre é se questo tempo cosi’<br />

lungo sia richiesto proprio d<strong>al</strong>la reazione, o non sia piuttosto necessario per<br />

l’attesa dell’evento stocastico cosmico che avvia la reazione stessa, come<br />

sostenuto da Pauwels e Berger : in t<strong>al</strong> caso una volta la reazione avviata<br />

essa procederebbe con relativa rapidità.<br />

Non si può certo fornire una risposta : tuttavia in effetti le reazioni <strong>al</strong>chemiche


parrebbero non essere lineari : cioé dopo un tempo di latenza -T grande<br />

-anche molto lungo gli effetti si susseguono poi con relativa rapidità in un<br />

tempo t piccolo che é una frazione molto piccola di T grande.<br />

Concretamente :la via lunga richiederebbe circa tre anni: gli effetti diciamo”<br />

insoliti “dovrebbero essere tutti concentrati forse nelle ultime tre settimane<br />

o giù di li’.<br />

Sicuramente per i primi due anni , due anni e mezzo forse non sarebbe dato<br />

di percepire <strong>al</strong>cun movimento o azione nel compost : la vita met<strong>al</strong>lica ha le sue<br />

leggi . Si ricordi la sc<strong>al</strong>a dei tempi di Gurdjeff:la vita di un uomo é un giorno<br />

della Terra.<br />

COLLOIDI in genere e METALLICI IN PARTICOLARE : ora non fregano più<br />

niente a nessuno o quasi, da quando le pellicole fotografiche moderne usano in<br />

misura ben minore di un tempo emulsioni met<strong>al</strong>liche.<br />

Tuttavia fino agli anni’ 50 lo studio dei cosiddetti SOL, GEL e similia era<br />

considerato dimolto meritorio d<strong>al</strong> punto di vista spiritu<strong>al</strong>e .<br />

Se ne trovava un accennino in fondo a qu<strong>al</strong>che ponderoso trattato di chimica<br />

gener<strong>al</strong>e, siccome premio a studente bramoso di più sapere, stante pur li’ la<br />

spaventosa tostità dell’argomento .<br />

Qu<strong>al</strong>cosa tipo i cenni di topologia in coda ai trattatacci di an<strong>al</strong>isi matematica<br />

III (terzo).<br />

Ma sono solo i collloidi met<strong>al</strong>lici che fissano la luce in immagini, e con lo<br />

stesso principio funzionano le pellicole moderne : le ultime notizie dicevano<br />

che l’argento met<strong>al</strong>lico fissava la luce in virtù delle sue lacune o difetti nel<br />

reticolo crist<strong>al</strong>lino .<br />

Cosi’ tanto per celiare aggiungerò che un reticolo crist<strong>al</strong>lino purchessia<br />

sempre a detta di Scientific American (Articolo I Quasi Crist<strong>al</strong>li Giugno<br />

1991) può essere assai m<strong>al</strong>amente e rozzamente descritto in uno spazio a 5<br />

dimensioni, cosa molto riprovevole in quanto per un attimino in più di<br />

esattezza ci vogliono <strong>al</strong>meno 6 dimensioni, ma solo in uno spazio a 7<br />

dimensioni si comincia a fare un lavoretto non proprio aronzato come si dice a<br />

Roma .<br />

Per quello che ci preme abbiamo motivo di ritenere che i colloidi met<strong>al</strong>lici e<br />

soprattutto certe ben note sostanze né solo solide né solo liquide né solo gassose<br />

ma tutte e tre le cose insieme siano di qu<strong>al</strong>che merito nella VIA LUNGA .(Vedi<br />

file omonimo)<br />

RAGGI COSMICI, INFLUENZE ASTRALI & C ... SPIRITI (4H) enunciare che<br />

questi fattori sono il vero motore dell’Alchimia e che la scienza attu<strong>al</strong>e non é<br />

che abbia le idee molto chiare <strong>al</strong> riguardo , quando non nega semplicemente<br />

la loro esistenza é una ban<strong>al</strong>ità imperdonabile : dunque non lo diremo.<br />

Tuttavia siamo lo stesso rimasti piuttosto scossi quando abbiamo letto come<br />

Bruno Rossi “ I raggi cosmici “Einaudi pag.61 racconta tranquillamente di


essersi accorto già nel 1930 circa che una certa parte (25-30% ) dei raggi cosmici<br />

trapassava un metro di piombo senza <strong>al</strong>cuna attenuazione.<br />

ILLUSTRI SCONOSCUTI OVVERO AD FINEM PER IGNOTIS Se si divora<br />

da capo a piedi un magistr<strong>al</strong>e trattato di chimica applicata , come il mai<br />

abbastanza lodato Villavecchia Eigenmann (7 volumi in quarto, rilegati, 4000<br />

pagine su quattro colonne per solo £ 175000) la cui lettura si rivela per <strong>al</strong>tro<br />

appassionante più di quella di tanti romanzi attu<strong>al</strong>i , nonostante l’aria<br />

apparentemente minacciosa del trattato citato che appartiene senz’<strong>al</strong>tro <strong>al</strong>la<br />

categoria dei burberi benefici, si rimane vivamente colpiti da quante reazioni<br />

usate in chimica industri<strong>al</strong>e tutti i giorni lavorativi, e dunque più che<br />

consolidate d<strong>al</strong>la pratica siano in re<strong>al</strong>tà oscure nella loro teoria, nei loro<br />

intermediari e nelle mod<strong>al</strong>ità stesse di come la reazione avviene.<br />

Almeno un buon 30% dei prodotti di chimica e met<strong>al</strong>lurgia, a dire anche<br />

poco, vengono ottenuti senza sapere come, per quanto ciò possa sembrare<br />

strano.<br />

Un esempio : l’acciaio moderno é immune d<strong>al</strong>la cosiddetta m<strong>al</strong>attia di Krupp,<br />

che non si sa bene cosa sia ma lo rende inservibile.<br />

Giustamente la cura per l’ignota m<strong>al</strong>attia é stata del tutto empirica:<br />

provando e riprovando s’é infine trovato il modo di evitarla e infatti adesso<br />

si evita .Ma non é che mai sia stata chiarita nella sua eziologia e patogenesi ,<br />

affatto!<br />

Del resto <strong>al</strong>meno metà dei farmaci usati in medicina , anche efficaci vengono<br />

adoperati prorio cosi’ e vi assicuro non sono necessariamente i peggiori.<br />

Molière : chiede Argante <strong>al</strong> dottore “Maestro , perché l’oppio fa dormire ? “<br />

risposta “ Quia est in eo virtus dormitoria “<br />

L’industria ha idee chiarissime su ciò che vuole, ma per niente affatto su<br />

come lo ottiene. <strong>Il</strong> ricercatore industri<strong>al</strong>e non cerca la spiegazione del fenomeno,<br />

che il linea di massima non paga : cerca invece di produrre il fenomeno che<br />

paga bene. Un esempio: la scoperta della superconduttività é del 1911.<br />

Le prime teorie b<strong>al</strong>buzienti e scompagnate sul fenomeno sono della fine anni<br />

70.<br />

Quando già erano stati venduti dispositivi superconduttori per miliardi di<br />

dollari. Da queste e volendo mille <strong>al</strong>tre considerazioni an<strong>al</strong>oghe ci sentiamo<br />

di poter affermare “ADESSO COME SECOLI FA E COME FRA SECOLI<br />

MOLTO SPESSO E’ LA TEORIA AD ANDARE A RIMORCHIO DELLA<br />

PRATICA, E NON VICEVERSA “ questa é una affermazione forse ban<strong>al</strong>e<br />

, ma probabilmente il conseguente p<strong>al</strong>lino qui sotto lo é di meno<br />

“L’IMPOSSIBILITA’ DI DISPORRE DI UNA TEORIA SPIEGANTE UN<br />

FENOMENO NON IMPLICA L’IMPOSSIBILITA’ DEL FENOMENO<br />

STESSO “.


FUSIONE FREDDA DELL’IDROGENO<br />

Cediamo la parola <strong>al</strong> chiarissimo professor Luigi Gabba che cosi’ si esprimeva<br />

nel 1883 circa nel suo Trattato elementare di chimica inorganica ed organica<br />

a pag.25 della terza edizione, V<strong>al</strong>lardi 1896.<br />

“E’ rimarchevolissima la proprietà che ha l’idrogeno di essere assorbito d<strong>al</strong><br />

met<strong>al</strong>lo p<strong>al</strong>ladio : ognuno sa che la corrente elettrica decompone l’acqua e che<br />

l’idrogeno si porta <strong>al</strong> polo elettronegativo, l’ossigeno <strong>al</strong> positivo.<br />

Collocando <strong>al</strong> polo elettropositivo una laminetta di p<strong>al</strong>ladio non si osserva<br />

<strong>al</strong>cuno svolgimento di idrogeno; ma questo gas man mano che si pone in<br />

libertà viene assorbito d<strong>al</strong> p<strong>al</strong>ladio nella ragione di 900 volumi .<br />

L’effetto di questo assorbimento é una dilatazione del p<strong>al</strong>ladio, che diventa<br />

quindi più leggero , senza perdere il suo carattere met<strong>al</strong>lico : é una vera<br />

composizione di p<strong>al</strong>ladio e idrogeno che ha la composizione Pd2H: Graham<br />

c<strong>al</strong>colò che l’idrogeno che vi si trova condensato ha il p.sp.= 0,62 posta l’acqua<br />

ugu<strong>al</strong>e a 1.<br />

Vi sono <strong>al</strong>tri met<strong>al</strong>li , p.es.potassio e sodio , che assorbono l’idrogeno, ma<br />

non nelle stesse condizioni del p<strong>al</strong>ladio e solo a 200-400 gradi centigradi.<br />

Tutti questi fatti farebbero conchiudere che l’idrogeno possiede carattere<br />

met<strong>al</strong>lico e che condensandosi darebbe un liquido met<strong>al</strong>lico ,ciò che pare<br />

confermato d<strong>al</strong>l’esperienza .Del resto il contegno chimico dell’idrogeno parla<br />

in favore del suo carattere met<strong>al</strong>lico : cosi’l’idrogeno può sotto forte pressione<br />

spostare diversi met<strong>al</strong>li dai loro s<strong>al</strong>i come lo fanno <strong>al</strong>tri met<strong>al</strong>li .<br />

Col risc<strong>al</strong>damento della combinazione di p<strong>al</strong>ladio e idrogeno si svolge<br />

l’idrogeno come d<strong>al</strong>le leghe di mercurio si separa il mercurio “(fine della<br />

citazione)<br />

Person<strong>al</strong>mente ritengo che l’idea della condensazione dell’idrogeno in elio a<br />

mezzo del p<strong>al</strong>ladio sia stata presa proprio da questo fatto un tempo molto<br />

noto.<br />

Infatti non a caso i due autori erano per l’appunto degli esperti in elettrochimica<br />

.<br />

Non é impossibile che anche la capacità di K ed Na possa essere sfruttabile<br />

:e in t<strong>al</strong> caso sarebbe ipotizzabile una sorta di fusione tiepida .<br />

<strong>Il</strong> giudizio della comunità scientifica é stato tutt’<strong>al</strong>tro che lusinghiero , e già<br />

poco più sopra abbiamo riportato un giudizio tutt’<strong>al</strong>tro che positivo su<br />

Fleischmann e Pons.<br />

Ma c’é stato un seguito :Ettore Ruberti in” Le Scienze” di Novembre 1991, pag<br />

.8 riferisce sulla seconda conferenza internazion<strong>al</strong>e sulla fusione fredda svoltasi<br />

preso il centro Alessandro Volta a Como nello “scorso luglio” (1991 ?)<br />

Riportiamo qui qu<strong>al</strong>che frammento di questo piccolo editori<strong>al</strong>e<br />

“<strong>Il</strong> 22 Aprile 1989 il fisico Francesco Scaramuzzi dell’Enea di Frascati presenta<br />

<strong>al</strong>l’Accademia dei Lincei una relazione in cui si dimostra l’emissione di<br />

neutroni da un sistema deuterio -titanio (non elettrolitico) in cui condizione


esenzi<strong>al</strong>e é il non equilibrio termodinamico .<br />

A questo punto pare inequivocabile la possibilità di fusione nucleare di<br />

atomi di deuterio cat<strong>al</strong>izzata in matrice crist<strong>al</strong>lina di met<strong>al</strong>li soprassaturi .”<br />

Permangono tuttavia delle perplessità, in quanto la migliore riproducibilità<br />

presso tutti i laboratori interessati non é assoluta: nei laboratori “<br />

tecnologicamente più avanzati (non si va<br />

oltre...Una riproducibilità superiore <strong>al</strong>l’80% “ .<br />

Questo dipenderebbe secondo gli esperti d<strong>al</strong> fatto che” le fenomenologie<br />

relative ai met<strong>al</strong>li deuterati implicano un certo grado di irriproducibilità “<br />

Anche la fusione fredda risente del 4H ? Potrebbe ben essere.<br />

Tuttavia ,proprio in ossequio ad un principio che per noi é pressocché una<br />

regola fissa “in Giappone (mirabile popolo il nipponico : pragmatico e<br />

filosofico ad un tempo ) già i grossi industri<strong>al</strong>i cominciano ad investire capit<strong>al</strong>i<br />

e a produrre brevetti in vista di un prossimo sfruttamento commerci<strong>al</strong>e delle<br />

scoperte “ e questo “... mentre ancora si discute sull’effettiva esistenza del<br />

fenomeno “.<br />

“Tra questi va senz’<strong>al</strong>tro citato il caso del colosso elettronico Matsushita , di<br />

cui fanno parte fra gli <strong>al</strong>tri la Technics, la Panasonic e la Nation<strong>al</strong>, che ha<br />

presentato , pochi giorni dopo la fine della conferenza un brevetto<br />

internazion<strong>al</strong>e concernente un processo fisico di tipo elettrolitico :in una<br />

vasca di deuterio liquido in cui sono immersi un catodo costituito da una<br />

lega di zinco e titanio e un anodo di p<strong>al</strong>ladio, il deuterio é stato sottoposto<br />

a elettrolisi per 200 ore , con una corrente di 20 ( venti ) volt e 0,5 (mezzo)<br />

ampere.<br />

Alla fine del processo si é misurato il contenuto di trizio con un contatore a<br />

scintillazione ed é risultato superiore di un fattore cinque a quello presente<br />

<strong>al</strong>l’inizio” .<br />

“Secondo molti laboratori con i sistemi classici (sic!) che non richiedono<br />

temperature necessarie a liquefare il deuterio é attu<strong>al</strong>mente possibile<br />

ottenere la produzione di un chilowatt di energia per ogni centimetro cubo<br />

di p<strong>al</strong>ladio” .<br />

Costo <strong>al</strong> grammo secondo il cat<strong>al</strong>ogo Aldrich : £ 78900 per il granulare<br />

meno puro ,£ 116500 per quaranta centimetri di filo del diametro di mezzo<br />

millimetro corrispondente ad un peso di 960 milligrammi.<br />

“Solo dopo aver incrementato di un fattore due o tre questo risultato sarà<br />

possibile sfruttare industri<strong>al</strong>mente la scoperta.”<br />

“ A fronte del susseguirsi delle sperimentazioni, si sono moltiplicati i<br />

tentativi di una spiegazione concettu<strong>al</strong>e del fenomeno .<strong>al</strong>cune teorie<br />

implicano effetti relativistici , <strong>al</strong>tre estendono le particolari condizioni che si<br />

verificano nei met<strong>al</strong>li deuterati .<br />

Particolarmente stimolante é apparsa una teoria quantistica : la teoria della<br />

superradianza elaborata da Giuliano Preparata dell’Università di Milano ,<br />

con i suoi collaboratori Emilio Del Giudice e Tullio Bressanti .Secondo questa


teoria si re<strong>al</strong>izza in particolari condizioni un effetto elettromagnetico a lungo<br />

raggio, capace di manifestarsi a distanze superiori <strong>al</strong>la norm<strong>al</strong>e distanza infraatomica<br />

(cioé la distanza minima consentita d<strong>al</strong>l’interazione elettrostatica ) e<br />

molto più potente della barriera coulombiana, la superradianza .Questa teoria<br />

sembrerebbe in grado di fornire una spiegazione coerente anche di molti<br />

<strong>al</strong>tri fenomeni, come la fonoluminescenza, che ancora sfuggono <strong>al</strong> quadro<br />

concettu<strong>al</strong>e della fisica uffici<strong>al</strong>e .”<br />

Infine questa noterella, a cui va senz’<strong>al</strong>tro <strong>al</strong>meno il merito della pacatezza<br />

dell’espressione, e dell’aver evitato sia i toni da inquisizione sia il trinciamento<br />

affrettato di giudizi conclude con una cosa per noi ovvia e sempre sostenuta<br />

“Da come si stanno sviluppando gli eventi, lo sfruttamento della scoperta della<br />

fusione fredda potrebbe avvenire prima della definitiva spiegazione del<br />

fenomeno “.<br />

Non sarebbe sicuramente né la prima nell’ultima volta che la teoria arriva a<br />

cose compiute, e da un pezzo.<br />

RIFLESSIONI SU ALCUNI ELEMENTI CHIMICI<br />

Se si esaminano le proprietà di <strong>al</strong>cuni elementi chimici come risultano da un<br />

trattato di chimica applicata qu<strong>al</strong>e il Villavecchia, non si può non rimanere<br />

colpiti da certe caratteristiche perlomeno insolite che presentano <strong>al</strong>cuni di<br />

essi. Francamente il ricercatore interessato <strong>al</strong>l’<strong>al</strong>chimia non può non porsi il<br />

problema se queste particolarità chimiche non abbiano una qu<strong>al</strong>che<br />

corrispondenza nell’ordine, chiamiamolo “sottile “ della re<strong>al</strong>tà chimica.<br />

ELEMENTI IGNEI :<br />

<strong>Il</strong> Fosforo gi<strong>al</strong>lo (P), il Sodio ( Na) , il Potassio (K), ed <strong>al</strong>tri si incendiano<br />

spontaneamente <strong>al</strong> contatto con l’acqua . <strong>Il</strong> CESIO (Cs) fa di meglio : si incendia<br />

spontaneamente <strong>al</strong>l’aria , tanto da dover essere conservato sotto petrolio o in<br />

atmosfera inerte di Argon o Azoto. Mescolato con acqua esplode addirittura<br />

con grande violenza .<br />

A cosa serve ? Ricerche sulla propulsione ionica dei missili, ed é uno dei migliori<br />

emettitori di elettroni in elettronica. In lega con oro, bismuto e antimonio<br />

serve nella fabbricazione delle cellule fotoelettriche<br />

AZOTO : il nome vuol dire senza vita addirittura, visto che non partecipa<br />

<strong>al</strong>la combustione. Abbiamo appena visto che con l’Argon (senza forza ,<br />

quest’<strong>al</strong>tro ) funge da sedativo per elementi irascibili .Benissimo.<br />

Solo che l’Azoto é tutt’<strong>al</strong>tro che senza vita: é <strong>al</strong>la base delle proteine, ma<br />

questa é chimica organica che potrebbe ora non interessarci; ma é anche<br />

il generatore dell’”ammonio “che é fin troppo attivo ( tanto che lo si era preso<br />

per un <strong>al</strong>tro elemento originariamente dedicato ad Ammone). E’il genitore<br />

dell’acido nitrico ,che rispetta solo l’oro , e solo a certe condizioni ; infine


tutti gli esplosivi convenzion<strong>al</strong>i sono a base di Azoto. E i concimi pure , in<br />

gran parte. Senza vita ?<br />

L’Argon per il momento sembra invece davvero inerte, ma quanti ci stanno<br />

lavorando sopra , ora come ora ? Assai pochi, temo.<br />

SELENIO<br />

Può essere facilmente ottenuto <strong>al</strong>lo stato solido, liquido, gassoso. In massa é<br />

grigio vetroso, in scaglie é rosso rubino traslucido .In polvere é grigio, passa <strong>al</strong><br />

rosso se la polvere é fine . A 50 gradi si rammollisce, diventa viscoso a 130<br />

gradi e liquido a 220. La sua conduzione per l’elettricità varia a seconda dello<br />

stato <strong>al</strong>lotropico della quantità di luce a cui é esposto.<br />

Non é tossico, solo “tinge fortemente la pelle e la carta di rosso (Villavecchia).<br />

“L’industria ceramica e vetraria impiegano il selenio come seleniuro di<br />

cadmio per conferire il tipico colore ROSSO RUBINO “(Villavecchia).<br />

Infatti nelle più opportune condizioni un grammo di selenio può tingere in<br />

rosso vivo oltre 100 Kg di vetro. Nelle condizioni peggiori comunque non<br />

occorre mai superare i 7 (sette) grammi di selenio, indifferentemente se<br />

rosso o nero per ottenere per quint<strong>al</strong>e di massa vetrosa fusa il risultato su<br />

indicato.<br />

Fra l’<strong>al</strong>tro non viene nemmeno consumato tutto in questa operazione, tanto<br />

che si fissa <strong>al</strong>le pareti dei crogioli , infatti usando crogioli che hanno gia lavorato<br />

per il vetro rosso occorre ridurne le dosi.<br />

Si pensi <strong>al</strong> volume di un quint<strong>al</strong>e di vetro fuso e <strong>al</strong> volume di sette grammi<br />

massimo di polvere , medio pesante. Poi si visu<strong>al</strong>izzi che non viene appunto<br />

consumato nemmeno tutto , tanto che in pratica tinge pure le pareti del crogiolo:<br />

e i furbi vetrai sfruttano questo fatto per risparmiarlo, in quanto é piutosto<br />

costoso : circa 1,5 milioni di lire <strong>al</strong> chilo.(Cat<strong>al</strong>ogo Carlo Erba) Per me é parente<br />

dello zolfo <strong>al</strong>chemico oltre che dello zolfo S di cui é per <strong>al</strong>tro davvero parente<br />

essendo nello stesso gruppo assieme <strong>al</strong> tellurio .<br />

Si pensi solo <strong>al</strong> nome : chi glielo ha imposto ? Natur<strong>al</strong>mente é un associato<br />

del rame , dai cui sottoprodotti minerari viene ricavato per la maggior parte ,<br />

avendo scarsa importanza industri<strong>al</strong>e i suoi miner<strong>al</strong>i propri . Sempre<br />

natur<strong>al</strong>mente da questi viene ricavato assieme <strong>al</strong> Tellurio , suo associato<br />

inerte .(Terra dannata? )<br />

Ultimamente é diventato improvvisamente famoso come ricostituente :<br />

gioverebbe nell’astenia e nell’impotenza. Non ci credete ? Andate in farmacia<br />

e cercatene le pastiglie, nel settore integratori <strong>al</strong>imentari, soia, crusca e<br />

simili .Ve lo venderanno senza ricetta: libero prodotto da banco .<br />

BISMUTO (Bi)


Caro vecchio met<strong>al</strong>lone conosciuto da sempre : intere generazioni si sono curate<br />

la sifilide, la m<strong>al</strong>aria e patologie delle prime vie aeree, tonsillite, difterite<br />

esquinanzia e simili con composizioni varie in cui il nitrato basico di bismuto<br />

(Magistero di Bismuto ), o un’<strong>al</strong>tro suo s<strong>al</strong>e costituiva l’ingrediente attivo Mio<br />

nonno , pace <strong>al</strong>l’anima sua sempre ,e benedetta la sua memoria, usava le<br />

antiacide bismutiche per la cura della gastrite e dell’ulcera; e milioni di persone<br />

per secoli hanno curato di questi disturbi con composizioni in cui il nostro<br />

pacifico era il principio attivo .<br />

La farmacopea militare distribuisce ancora le supposte <strong>al</strong> bismuto per la<br />

febbre e il m<strong>al</strong> di gola e sono un prodotto ottimo. Le industrie del ramo<br />

hanno abbandonato le composizioni bismutiche perché troppo poco costose;<br />

visto che per una delle tante cretinissime leggi it<strong>al</strong>iane l’agio dell’industria<br />

farmaceutica deve essere una percentu<strong>al</strong>e prefissata del costo e non <strong>al</strong>trimenti<br />

.<br />

Eppure questo tranquillissimo amico può essere usato, secondo <strong>al</strong>cuni con<br />

vantaggio rispetto <strong>al</strong> piombo , nella coppellazione dell’oro e dei met<strong>al</strong>li preziosi<br />

in genere.<br />

Venne usato infatti nelle ultime coppellazioni (1870 circa ) prima che<br />

questo metodo venisse sostituito dai processi di raffinazione moderni<br />

dell’oro tipo elettrolitici o <strong>al</strong> cianuro.<br />

E’il principio base delle leghe a basso punto di fusione, fra cui la lega di Rose,<br />

composta di piombo, cadmio , bismuto , stagno che fonde a solo 65 gradi e<br />

cioé molto prima che l’acqua bolla. Quindi come la cera.<br />

Non so se con fumo o no , che ad oggi 27/10/91 non essendo ancora arrivate<br />

le barrette di cadmio che ho ordinato ancora non ho potuto fabbricarne .<br />

<strong>Il</strong> nostro é il materi<strong>al</strong>e di base per la fabbricazione (si fa per dire ) dell’Astato,<br />

chimera chimica radioattiva ed instabile.<br />

Perché il Bismuto con il suo rispettabilissimo peso atomico di 208,980 é<br />

l’elemento non radioattivo col nucleo più pesante.<br />

Parliamo di peso atomico, e non di peso -peso, perché, per quanto strano possa<br />

sembrare ,non c’é corrispondenza fra peso atomico ed effetto della legge di<br />

gravità .<br />

Ce lo dimostreranno <strong>al</strong>cune cifre , quintessenza degli affari , come dice Zio<br />

Paperone.<br />

PESO ATOMICO E PESO PER CENTIMETRO CUBO (fra parentesi)<br />

Ferro 55,847 (7.86)<br />

Zinco 65,37 (7.13)<br />

Argento 107,870 (10.49)<br />

Stagno 118,69 (7.30)<br />

Platino 195,09 (21.447)<br />

Oro 196 ,967 (19.30)<br />

Mercurio: 200,59 (13.546)


T<strong>al</strong>lio : 204,37 (11.85)<br />

Piombo : 207,19 (11.34)<br />

BISMUTO : 208,980 (9.80) .<br />

ASTATO<br />

Troviamo subito sopra il Radon : 222 ( primo elemento natur<strong>al</strong>e<br />

RADIOATTIVO ,come tutti quelli che lo seguono )<br />

Radio : 226 ,0254<br />

Protoattinio : 231,0359<br />

Uranio : 238,03 ( peso specifico 19.40 )<br />

Plutonio : 244 e via proseguendo .<br />

Perché non corrispondono i due pesi ? Gli <strong>al</strong>chimisti dicono che i met<strong>al</strong>li sono<br />

porosi, e dunque il peso per unità di volume é dato d<strong>al</strong> rapporto, fra il pieno e<br />

il vuoto: per esempio il Bismuto é molto pesante nel suo pieno, ma ha molto<br />

vuoto per unità di volume assegnato. Lo stesso secchio pesa di più se é pieno<br />

di sabbia che di ciottoli.<br />

Un concetto simile - quello di ingombro atomico - si trovava nei trattati di<br />

chimica del secolo scorso ( cfr.Gabba ;1896). Un’idea contemporanea , siamo<br />

agli <strong>al</strong>bori del sistema periodico, era che gli elementi originassero tutti<br />

d<strong>al</strong>l’idrogeno - il più leggero - addizionato a sé stesso come in sommatoria,<br />

a formarli tutti. (Prout ,1815)<br />

GALLIO: corpo singolare pure questo. Secondo il Villavecchia é diffuso in<br />

natura quanto il piombo (15 p.p.m.) solo é molto disperso in vari miner<strong>al</strong>i con<br />

tenore spesso minore di O,O1% . Si tratta del vecchio eca<strong>al</strong>luminio di<br />

Mendelejieff e costituisce il primo elemento che fu prima previsto e poi trovato<br />

proprio grazie <strong>al</strong>la teoria della periodicità .<br />

Presenta delle proprietà perlomeno b<strong>al</strong>zane: fonde a 29 ,75 gradi quindi a<br />

meno della temperatura del corpo umano: se é ottenuto <strong>al</strong>lo stato liquido può<br />

rimanere liquido anche <strong>al</strong> disotto di questa temperatura, purché non venga<br />

in contatto con del g<strong>al</strong>lio solido perché in t<strong>al</strong> caso solidifica subito .<br />

Nonostante la sua estrema fusibilità, o forse é più giusto descriverlo come<br />

un liquido che come un solido presenta una tensione di vapore praticamente<br />

nulla o quasi : secondo Villavecchia appena un(1) millimetro di mercurio a<br />

1315 gradi. <strong>Il</strong> suo punto di ebollizione non é determinato ancora esattamente<br />

ma supera i 2000 gradi.<br />

Queste due caratteristiche congiunte lo rendono uno dei corpi più stabili<br />

della terra , d<strong>al</strong> punto di vista termico . Non é affatto tossico, tant’é che si usa<br />

in leghe per dentisti pregiate in sostituzione del mercurio e con vantaggio .<br />

Tuttavia “Fuso é estremamente corrosivo. Met<strong>al</strong>li che mostrano una certa


esistenza sono :tant<strong>al</strong>io (fino a 450 gradi) e tungsteno (fino a 800). (Nota bene<br />

: solo “ una certa resistenza” ) Come materi<strong>al</strong>i per il contenimento sono da<br />

considerare :vetro, materie plastiche ,quarzo , grafite, <strong>al</strong>lumina ed <strong>al</strong>tri ossidi<br />

“<br />

Villavecchia . Quanto <strong>al</strong>le sue applicazioni pratiche, oltre la dentistica<br />

ultrafine, l’arseniuro di g<strong>al</strong>lio recentemente sintetizzato rappresenta uno<br />

dei materi<strong>al</strong>i più promettenti per la re<strong>al</strong>izzazione di dispositivi semiconduttori<br />

ad <strong>al</strong>ta velocità.<br />

GAIA (30-10-91)<br />

E’sotto questo nome che mi piace parlare della Materia ; questo proprio in<br />

connessione con gli echi di antiche dottrine che del tutto recentemente hanno<br />

avuto nuovo slancio e una riv<strong>al</strong>utazione anche in sedi autorevoli (Jim E.<br />

Lowelock p.es. Scientific American).<br />

Dunque Gaia giaceva da oltre quindici anni in certe scatole a tenuta ermetica in<br />

cui era stata collocata a suo tempo, e d<strong>al</strong>le qu<strong>al</strong>i non era mai stata estratta se<br />

non per dei fuggevoli sguardi d’amore di tanto in tanto, in attesa di tempi<br />

migliori .<br />

Mi aveva seguito nel mio trasferimento , e non nego che in un certo senso,<br />

forse quello giusto dopo tutto, non mi fosse egregiamente servita da monito<br />

e ricordo della mia Terra d’Origine e del mio Scopo, per dirla <strong>al</strong>la Gurdjeff.<br />

Le scatole che la contenevano erano dei contenitori per pellicola<br />

cinematografica profession<strong>al</strong>e da 35 millimetri e dunque, <strong>al</strong>meno in teoria,<br />

inattaccabili agli agenti chimici .<br />

Tuttavia poco prima o poco dopo (non ricordo esattamente ) il trasloco in<br />

via delle Capinere é stato necessario estrarla tutta dai suoi contenitori e disporla<br />

in vetro , ovviamente operando sempre <strong>al</strong> buio, perché i contenitori si erano<br />

completamente corrosi .<br />

Quietamente e pacificamente Gaia aveva trasformato con il suo semplice<br />

contatto, sia pure protratto a lungo, le orgogliose scatole Kodak -made in<br />

Germany-in ruggine rossa .<br />

Originariamente erano di aspetto argentato lucido con rivestimento a specchio<br />

<strong>al</strong>l’interno.<br />

Una parte di Gaia era sotto forma di flottato ed era stata custodita in sacchetti<br />

di plastica azzurra ,a loro volta riposti sempre nelle famose scatole.<br />

I sacchetti erano stati anche loro corrosi , ed il colore della plastica superstite<br />

-non biodegradabile, si badi bene, che é roba recentissima, ma sana vecchia<br />

plastica inquinante ed eterna come non la fanno più, per fortuna -era virato<br />

d<strong>al</strong>l’azzurro ad una sorta di schifoso rosso porpora m<strong>al</strong>sano.<br />

Ora Gaia riposa in vetro temperato, ma non mi stupirei più di tanto se fra<br />

qu<strong>al</strong>che anno abbisognasse di un nuovo trasloco.<br />

Dunque forse i tempi migliori sono arrivati, e fin<strong>al</strong>mente il sacro fuoco é stato<br />

acceso: speriamo che non abbia più a doversi spegnere.


Gaia sembra in gran forma :doveva essere “ de bonne souche “o forse é<br />

migliorata invecchiando, o forse le ha giovato l’essersi mangiate le scatole e<br />

la plastica :in fondo anche Fulcanelli ratifica che più mangia é più il solvente<br />

diventa forte e penetrante.<br />

Ne era rimasta un ‘ombra, adesa <strong>al</strong>le pareti del mortaio in cui era stata pestata<br />

nel 74 :quella parte che non era stato possibile rimuovere cercando di ripulirlo<br />

perché bisogna pur dire che “la petite cochonne “ sporca , ma sul serio !<br />

<strong>Il</strong> lingotto di piombo colato usando quel mortaio come stampo presenta<br />

quelle caratteristiche descritte nel file “Piombo”.<br />

A oggi( 30-10-91) ,conservato semplicemente nel mio vecchio armadio privo<br />

di contenitore, poggiato semplicemente sul legno ma pur sempre <strong>al</strong> buio, le ha<br />

conservate tutte.<br />

Atorène descrive qu<strong>al</strong>i debbano essere le caratteristiche di un buon lotto della<br />

nostra amica :in particolare dice che deve colare <strong>al</strong>la fiamma della lampada da<br />

s<strong>al</strong>dare ( colare proprio , non solo fondere: Atorene ci tiene a precisarlo ) E<br />

deve lasciare quanto meno possibile residuo, in forma di spugna silicea<br />

quarzosa poco o nulla fusibile .<br />

La Gaia in mio possesso cola subito benissimo e non lascia , <strong>al</strong>meno in molti<br />

casi, proprio nessun residuo : supera il test di Atorène “ magna cum laude “.<br />

In più mi ha ridato il fenomeno della luce della materia , e ho riosservato il<br />

fenomeno della colata purpurea, già osservato e descritto nel file piombo<br />

,nella seconda parte dei resoconti sulle prove tipo De Vigénére -Canseliet circa<br />

25-10-91). Cos’é invece la luce della materia ? Un fenomeno gia osservato nel<br />

74: Gaia emette luce di ton<strong>al</strong>ità verde :solo in certe condizioni ed apprezzabile<br />

solo nella più completa oscurità perché ovviamente l’emissione é debolissima:<br />

pure é assolutamente evidente .<br />

Questa cosa nel 74 mi scioccò piacevolmente: e certo non l’ho mai dimenticata;<br />

ebbene ieri 29-10-91 circa le 19, bella serata, luna c<strong>al</strong>ante tuttavia, il fenomeno<br />

si é ripetuto inaspettato.<br />

Possono benissimo essere fornite tutte le spiegazioni che si vuole:<br />

Chimico fisiche :i materi<strong>al</strong>i quarzosi e silicei sollecitati meccanicamente o<br />

in <strong>al</strong>tro modo emettono tutte le scintille che si vòle, come pure si conoscono<br />

millanta e una reazioni foto generatrici ban<strong>al</strong>issime. Concordo appieno.<br />

Psicologiche: sono ormai del tutto rincoglionito, abbruttito d<strong>al</strong>l’esilio e<br />

d<strong>al</strong>la solitudine, assolutamente scoglionato da già troppi anni di vita USL,<br />

soprattutto per uno con già <strong>al</strong>le sp<strong>al</strong>le la delirante esperienza dell’uffici<strong>al</strong>ato :<br />

cancheri che sii’!<br />

Inganno ottico, in buona fede, causato d<strong>al</strong> riverbero della fornace, specie<br />

nell’oscurità, e favorito d<strong>al</strong> suono ipnotico del bruciatore: certamente .<br />

Solo che é una meravigliosa esperienza lo stesso “ e naufragar m’é dolce -<br />

assai , assai - in questo mare . O se si preferisce: magari dormo e sogno : ma che<br />

bel sogno!


Oggi 1-XI-91 ho di nuovo fuso una parte di Gaia in modo da arricchirla<br />

nella sua costituente credo di poterla definire mercuri<strong>al</strong>e, non fosse che per<br />

la facile liquabilità .<br />

A differenza di quanto fatto due giorni fa non ho fuso il materi<strong>al</strong>e reggendolo<br />

direttamente con le pinze lunghe nel fuoco ma ho proceduto in questo modo<br />

: nello stesso recipiente inox 18/10 forato in cui avevo vanamente tentato<br />

domenica scorsa di ridurre <strong>al</strong>lo stato liquido per colarlo il flottato di Gaia; ho<br />

invece posto questa volta dei buoni pezzi <strong>al</strong> natur<strong>al</strong>e, senza nessun tipo di<br />

preparazione s<strong>al</strong>vo una smartellata leggerissima tanto da farli di dimensioni<br />

adeguate ad entrarci dentro.<br />

<strong>Il</strong> recipiente era sospeso in un ingegnoso trabiccolo ricavato da un attizzatoio<br />

a molla da caminetto e qu<strong>al</strong>che mattone refrattario, in modo che il c<strong>al</strong>ore del<br />

solito cannello a propano (il vecchio amico ! Se riuscirò mai a combinare<br />

qu<strong>al</strong>cosa di buono giuro che gli farò un monumento) insistesse in <strong>al</strong>to sul vaso<br />

del miner<strong>al</strong>e.<br />

<strong>Il</strong> materi<strong>al</strong>e fuso sarebbe dovuto colare dai buchi in una scodellina di terra<br />

refrattaria (£ 3000 da Bozzi a Cagliari ) posta un p<strong>al</strong>mo circa più in basso,<br />

dunque relativamente <strong>al</strong> fresco.<br />

Le scorie quarzoso -siliceo-chissà cos<strong>al</strong>tro sarebbero dovute invece rimanere<br />

nel vaso sospeso. <strong>Il</strong> tutto ad un fuoco il più possibile modesto, in modo da<br />

ridurre <strong>al</strong> minimo possibile il rischio di denaturare la materia attraverso una<br />

m<strong>al</strong>augurata scomposizione causata d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>ta temperatura.<br />

Magari poi si scoprirà che Gaia é una vera s<strong>al</strong>amandra e che il fuoco non può<br />

arrecarle <strong>al</strong>cun danno; tuttavia adesso come adesso preferisco essere<br />

prudente.<br />

<strong>Il</strong> concetto gener<strong>al</strong>e era una esperienza tipo l’uso del “vaso di discensione”<br />

come illustra Geber nella Summa.<br />

Sia detto per inciso :é molto più chiaro e interessante lui dei suoi illustratori e<br />

commentatori .<br />

Anche messer Braccesco non ci fa una bella figura, a petto del Maestro .<br />

Le condizioni climatiche erano buone, proprio da estate dei morti, cosa<br />

tanto più ammirevole visto il tempo assolutamente orribile di ieri, giovedi’<br />

31 Ottobre .<br />

Qu<strong>al</strong>che nuvola verso la fine dell’esperienza , ma giusto il tanto da comporre<br />

un bel tramonto .<br />

Luna c<strong>al</strong>ante; in mattinata un pò di vento, ma in serata aria ferma. Cosa rara in<br />

Sardegna.<br />

Dopo una decina di minuti d<strong>al</strong>l’accensione (pressione propano : due decimi )<br />

il vaso forato si é subito fatto rosso e poco dopo Gaia ha iniziato a colare<br />

benissimo , a goccia a goccia .<br />

Ci sono anche stati dei piccoli getti proprio <strong>al</strong>l’inizio , ma poi ho ridotto il fuoco<br />

perché mi piaceva molto questa lenta pacifica distillazione e un flusso troppo<br />

rapido non mi dava lo stesso gusto.


L’esperienza é andata avanti benissimo, in perfetto accordo con la teoria e<br />

senza nessun inconveniente .Ad un certo punto ho sostituito la scodellina<br />

refrattaria con un vaso inox gemello di quello forato, già usato nelle esperienze<br />

con il piombo, ma intero, pieno d’acqua ( quella del giardino) in modo che<br />

Gaia fusa stillasse proprio nell’acqua .<br />

Cosi’é andata ancora meglio: ho ottenuto un bellissimo granulato fine<br />

certamente assai più pratico e lavorabile di un ammasso compatto .<br />

Quando é ora di cambiare l’acqua , perché si sc<strong>al</strong>da molto con la caduta delle<br />

gocce fuse e tende a bollire si osserva un fenomeno curioso :una sottile<br />

pellicola oleosa rossa che si stende in superficie, come un olio.<br />

La prima volta che lo ho notato effettivamente era ora di cambiare l’acqua , in<br />

quanto si era quasi <strong>al</strong>l’ebollizione ,ma poi devo dire che si é riprodotto più<br />

rapidamente .<br />

Per l’esattezza ho l’impressione che in qu<strong>al</strong>che caso una goccia di materia fusa<br />

ogni tante ( forse 50 -70 )in luogo di cadere in fondo <strong>al</strong>l’acqua , sul granulato<br />

sottogiacente si stenda in olio rosso sulla superficie dell’acqua.<br />

Almeno cinque o sei volte ho osservato proprio questo .<br />

Ho conservato questa acqua con questo lampen rosso sopra, e la esaminerò<br />

meglio nei prossimi giorni .<br />

Ho conservato anche gelosamente il vaso forato con le scorie di Gaia intendo<br />

coobarle con del piombo ripetutamente, facendoglielo più volte colare<br />

attraverso, in modo da vedere cosa accadrà <strong>al</strong> buon saturno in questo<br />

passaggio ripetuto .<br />

Probabilmente il mercurio met<strong>al</strong>lico Hg sarebbe un estrattivo ancora più<br />

energico: gli é che ancora non ne ho, per il momento. (1-XI-91)<br />

TENTATIVO DI “TRAPIANTO”( 25 -10-91) nel piombo<br />

L’idea gener<strong>al</strong>e era quella di cercare di potenziare il grano fisso del piombo,<br />

oltre che con le cotture ripetute, anche con il sublimato corrosivo proprio<br />

(HgCl2) come consigliava originariamente De Vigènere e non con il carbone di<br />

legna polverizzato come fece Canseliet, in modo da non essere costretto a<br />

dover maneggiare il sublimato corrosivo , che bisogna pur dirlo é un potente<br />

veleno.<br />

In effetti anche il carbone di legna é un riducente, ma Naxagora insegna<br />

proprio come il mercurio e il piombo possano consociarsi , e migliorarsi<br />

a vicenda. (Clavicola, pag 76) ovviamente questa parte della faccenda va<br />

perduta, sostituendo il sublimato con il carbone.<br />

Al tempo stesso ritenevo che forse si poteva insemenzare il piombo con lo<br />

zolfo di un ‘<strong>al</strong>tro met<strong>al</strong>lo , e pensavo <strong>al</strong> rame , tutta tintura , met<strong>al</strong>lo rosso<br />

per eccellenza oppure <strong>al</strong>lo stagno tentato d<strong>al</strong>le parole di Fulcanelli “lo zolfo<br />

dello Stagno , pulito e brillante ...”.Oppure di Piccolpassi “C<strong>al</strong>cinando un<br />

piombo e uno stagno ... “.


Quanto <strong>al</strong> rame , non sapendo ovviamente estrarne lo zolfo solo bisognava<br />

fosse somministrato per intero: e oltre tutto non fonde affatto <strong>al</strong>la temperatura<br />

di fusione del piombo <strong>al</strong>trimenti si sarebbero potuti <strong>al</strong>legare ; poi il piombo<br />

da solo forse poteva arrangiarsi ad estrarre qu<strong>al</strong>che beneficio d<strong>al</strong>la sua<br />

unione con qu<strong>al</strong>che parte del rame. Forse.<br />

Insomma volevo in qu<strong>al</strong>che modo intenerire il corpo del rame, in modo da<br />

facilitare , sempre forse, lo scambio fra il piombo e lo zolfo del rame .Forse<br />

era possibile con l’aiuto dell’elettrolisi: deponendo del mercurio per elettrolisi<br />

su un elettrodo di rame si doveva formare am<strong>al</strong>gama, e il rame doveva farsi<br />

ancora più tenero e bianco. E cosi’é stato. Elettrolisi di una soluzione di un<br />

grammo per litro di bicloruro di mercurio e cinque grammi per litro di<br />

cloruro d’ammonio per facilitare la dissoluzione del bicloruro.<br />

<strong>Il</strong> cloruro d’ammonio é davvero uno spirito prezioso, quando c’é da illeggiadrire<br />

qu<strong>al</strong>che cosa; e poi costa relativamente poco . Del resto lo usava anche<br />

Fulcanelli :vedi capitoli spagirici delle Dimore .<br />

Dati tecnici dell’elettrolisi :Voltaggio 12 volts DC. Corrente 25 milliampere;<br />

ottenuta con resistore da 150 ohm in serie <strong>al</strong> positivo rappresentato da un filo<br />

di rame .<br />

<strong>Il</strong> negativo era rappresentato d<strong>al</strong>la lamina di rame da trattare, spessa un decimo<br />

di millimetro e lunga venti -venticinque centimetri.<br />

Vasca : vetro pirex .Veicolo : acqua bidistillata .<br />

<strong>Il</strong> rame é imbiancato subito benissimo: in circa mezz’ora era tutto fatto .<br />

In questo stato é stato incorporato nel piombo fuso. <strong>Il</strong> granulato di stagno é<br />

stato gettato nella fusione invece senza nessuna preparazione .<br />

Diario tecnico dell’esperienza : é purtroppo frammentario , per la perdita<br />

causata da moglie e figlia di <strong>al</strong>cuni fogli del brogliaccio che sta vicino <strong>al</strong>la<br />

fornace ;qui si trascrivono ordinandoli i due soli fogli rimasti .Ore 16e 30<br />

accensione .Pressione tre decimi.<br />

Crogiolo : lattiera inox 18/10 (Iperstanda £ 6500) già usata con il primo piombo,<br />

pulita e sciacquata bene prima dell’uso .Caricamento con frammenti dell’<strong>al</strong>bero<br />

di Saturno dell’ultima volta (il primo prodotto lo conservo ancora , e ancora<br />

assorbe l’aria 1-XI-91).<br />

Questo <strong>al</strong>bero di saturno di seconda generazione era colorato leggiermente<br />

di rosso marrone, forse perche non era stato asciugato appena fatto e aveva<br />

poggiato per seccare su carta da giorn<strong>al</strong>e in modo forse da aver assorbito<br />

qu<strong>al</strong>cosa da essa.<br />

16,57 fuso tutto l’<strong>al</strong>bero di saturno (c<strong>al</strong>a moltissimo di volume fondendo )<br />

Esperienza sempre <strong>al</strong>la Glaser con Margarina Gradina <strong>al</strong> posto della “ cire ou<br />

suif”, in quanto le margarine dovrebbero essere quanto attu<strong>al</strong>mente si può<br />

trovare di più prossimo rispetto <strong>al</strong>la cera o <strong>al</strong> sego del XVII secolo (vedi<br />

Merceologia del Villavecchia).<br />

Incorporato il piombo mercuriato dell’ultima volta. Incorporata la lamina di<br />

rame bianco .


Ore 16,58 superficie di fusione violetta bella .650 gradi: termometro a<br />

termocoppia del voltometro elettronico . Ore 17,00 gettati in superficie tre<br />

cucchiai di flottato di Gaia che é entrato in fusione ma con molte pastosità in<br />

superficie.<br />

Aggiunti , come fondente due cucchiai di s<strong>al</strong>nitro : violenta reazione con<br />

schiuma , bolle e fiamme . Ristabilita la c<strong>al</strong>ma <strong>al</strong>le ore 17,08 aggiunti tre<br />

cucchiaini di sublimato corrosivo .Sviluppo violentisimo di densi fumi bianchi<br />

e un forte sibilo ad ogni aggiunta .Sotto l’impatto la superficie del bagno<br />

si deterge perfettamente :sarà merito del mercurio o del cloro ?<br />

Ore 17,15 aggiunto un buon cucchiaio di granulato di stagno .<br />

Ore 17,19 temperatura del bagno 759 .<br />

Ore 17,23 e 17,30 proiettato <strong>al</strong>tro sublimato .Sempre stessa reazione<br />

.Superficie del bagno lucida a specchio, sempre 759 :o rappresenta il limite<br />

della mia fornacetta o del mio termometro oppure il bagno si stabilizza a<br />

quella temperatura.<br />

Ore 17,35 colata nel vecchio mortaio ben risc<strong>al</strong>dato .E’stato spento il fuoco e<br />

chiusa la fornace in modo t<strong>al</strong>e che il prodotto raffreddasse con gradu<strong>al</strong>ità: per<br />

esempio <strong>al</strong>le 18,10 la temperatura della fornace era ancora di 240 dopo 45<br />

minuti d<strong>al</strong>lo spegnimento.<br />

<strong>Il</strong> risultato d<strong>al</strong> punto di vista chimico non é descrivibile come una lega<br />

Pb+Cu+Sn+Hg+Sb+Cl+N+O in quanto gli <strong>al</strong>tri elementi sono presenti nella<br />

massa del prodotto in misura molto minore del Pb e non in rapporti<br />

stechiometrici precisi : del resto era quello che volevo, in quanto avevo in<br />

mente qu<strong>al</strong>cosa tipo seme +terreno +fertilizzante +4(H) che non é certo un<br />

qu<strong>al</strong>cosa di stechiometrico.<br />

Ritengo che possa più esattamente descriversi come un piombo<br />

fortissimamente drogato, in quanto la concentrazione degli <strong>al</strong>tri elementi é<br />

più bassa di quanto accade in una lega ma molto <strong>al</strong>ta rispetto <strong>al</strong> drogaggio<br />

di un semiconduttore .<br />

Oppure , usando un termine preso a prestito d<strong>al</strong>la tecnologia degli acciai , si<br />

tratta di un piombo speci<strong>al</strong>e . Si presenta nero e liscio sulla superficie inferiore<br />

e later<strong>al</strong>e , quelle che hanno poggiato sulle pareti dello stampo , ferroso .<br />

La superficie superiore é corrugata e incisa, di un colore appena svolta<br />

l’esperienza, verde oliva brillante e con una forte componente gi<strong>al</strong>lo<br />

dorata .<br />

Questo colore é andato attenuandosi tenendo il lingotto <strong>al</strong>l’aperto. Abbiamo<br />

avuto tempo molto brutto e umido nei giorni successivi <strong>al</strong>l’esperienza .<br />

Al momento di redigere queste note (3-XI-91 ) il suo colore é verde oliva. La<br />

componente gi<strong>al</strong>la si é come ritratta in <strong>al</strong>cuni punti solamente della<br />

superficie. Sul lingotto sono caduti per accidente pochi fiori d’antimonio,<br />

prodotto secondario di un <strong>al</strong>tro lavoretto intrapreso .Si sono incorporati sulla<br />

superficie maculandola di bianco .La superficie del piombo norm<strong>al</strong>e é


inattaccabile anche d<strong>al</strong>l’acido solforico in quanto l’ossido superfici<strong>al</strong>e che vi si<br />

forma <strong>al</strong>l’aria é refrattario verso una quantità di azioni chimiche .<br />

Questo piombo verde é molto più duro per <strong>al</strong>tro del piombo norm<strong>al</strong>e.<br />

Una ultima riflessione :Nassagora sembra che faccia capire che una esperienza<br />

di isolamento del grano fisso ,o di es<strong>al</strong>tamento dello zolfo (X , non S<br />

ovviamente ) richieda, pur se esemplarmente condotta, non meno di quindici<br />

giorni di fuoco .<br />

Questo sarebbe il tempo minimo per vedere effettivamente qu<strong>al</strong>cosa : questo<br />

piombo ha avuto solo un tre cotture, ciascuna di un tre ore <strong>al</strong>l’incirca.<br />

LEGA DI ROSE : 16 NOVEMBRE 1991<br />

Ora di scrittura del file presente: 18 e 15: Tempo orribile per tutto il giorno e<br />

durante tutta l’esperienza con freddo, forte vento e pioggia a tratti. Cielo<br />

tutto paro, plumbeo. La notte precedente un vero nubifragio su Cagliari e<br />

dintorni con fulmini e tuoni in quantità. Natur<strong>al</strong>mente il solito <strong>al</strong>lagamento<br />

del Poetto, questa volta tipo acqua <strong>al</strong>ta a Venezia.<br />

<strong>Il</strong> 12 Novembre c.m. fin<strong>al</strong>mente la Bodan chimica mi ha telefonato per<br />

avvertirmi dell’arrivo delle barrette di cadmio sicché ho potuto fin<strong>al</strong>mente<br />

produrre una certa quantità di lega di Rose .<br />

Ritengo infatti che possa essere parente, non so quanto prossimo tuttavia,<br />

del mercurio filosofico e fors’anche della figlia di Gaia, ovviamente incompleta<br />

e non orientata .<br />

Ho letto di questa lega nel libro del Gabba mai abbastanza lodato .<br />

E’ una lega composta da 8 (otto) parti in peso di Piombo (p.fusione 325),<br />

15 (quindici ) parti in peso di Bismuto (p.fusione 267),<br />

4 (quattro ) parti in peso di stagno (p.fusione 233) ,<br />

3( tre) parti in peso di Cadmio( p.fusione 320).<br />

La lega risultante fonde a 65 ,quindi ben prima che l’acqua bolla .<br />

<strong>Il</strong> Gabba non indicava se questa lega, <strong>al</strong> momento di fondersi produca fumo<br />

o vapori o comunque dia qu<strong>al</strong>che indizio di instabilità. COSA NON PRIVA DI<br />

IMPORTANZA : infatti uno dei motivi che mi ha indotto a fabbricarne é<br />

proprio che volevo osservare il comportamento di questo materi<strong>al</strong>e <strong>al</strong>la<br />

fusione.<br />

Ho proceduto in questo modo: prima ho ricavato con una sega da met<strong>al</strong>li 15<br />

(quindici) grammi di cadmio tagliando un pezzo di una delle barrette che<br />

pesano ciascuna 50 grammi . Tagliare il cadmio massiccio é stato tutt’<strong>al</strong>tro<br />

che agevole ma occorre ricordare che era marca Carlo Erba: forse con <strong>al</strong>tre<br />

marche é diverso : é notorio fra i chimici (cfr.Efisio Scano ) che sono reattivi<br />

tutt’<strong>al</strong>tro che pregevoli, infatti.<br />

<strong>Il</strong> taglio é stata una esperienza <strong>al</strong>lucinante : le forbici perdevano <strong>al</strong>la pressione<br />

sul materi<strong>al</strong>e pezzi di lama come niente, e anche la sega aveva il suo daffare


per imporsi :il cadmio sembra a vederlo attraverso il cellofan del pacchetto un<br />

met<strong>al</strong>lo tenero e ragionevole ma quando vai per segarlo ti accorgi di quanto sia<br />

tenace .<br />

Tuttavia come Dio volle sono riuscito a ricavare questi quindici grammi e li<br />

ho confezionati in una cartina.<br />

Ho poi ricavato 40 grammi di piombo da un disco di piombo cerato (candele<br />

Leoncino) <strong>al</strong>la Glaser ,ottenuto <strong>al</strong> solito partendo dai tubi Cabua , pagati stavolta<br />

2000 lire <strong>al</strong> chilo.<br />

Altra cartina ;(Carta Upim Extra strong, bianca: la stessa per tutti gli<br />

ingredienti).<br />

Infine 21 grammi (ventuno proprio : ho voluto mantenere un certo eccesso ) di<br />

stagno granulato Riedel de Haen ag Seelze Hannover e 75 grammi di Bismuto<br />

polvere della stessa casa .<br />

Questi due reagenti sono datati :li ho comprati in occasione <strong>al</strong> Biochimico<br />

Sardo e magari erano là da chissa quanti anni.<br />

Lo stagno cartinato, il bismuto pesato su carta ma poi riposto in vetro.<br />

Crogiolo in porcellana Bodan chimica da 15000 lire circa quello <strong>al</strong>to 7,5<br />

centimetri e largo <strong>al</strong>la bocca 6 centimetri e <strong>al</strong> piede 3 mai usato prima .Sigla:<br />

XPM Berlin C6 .<br />

Cannello a propano solito, due tre decimi, finestra aria poco aperta: sui 6<br />

millimetri .<br />

Prima ho messo il piombo assieme <strong>al</strong> cadmio , poi <strong>al</strong>la prima fusione<br />

dell’insieme ho messo il bismuto , infine lo stagno . Stranamente la superficie<br />

del bagno rimaneva in granuli e non prendeva bene la liquidità , e questo<br />

anche <strong>al</strong> c<strong>al</strong>or rosso e anche aggiungendo , una sola volta una ridotta quantità<br />

di borace Cav<strong>al</strong>lin , acquistato da Bozzi , 6500 lire <strong>al</strong> chilo.<br />

Ho tenuto <strong>al</strong> rosso per circa un quarto d’ora :poi temendo quanche corrosione<br />

termica degli ingredienti ho colato. Ho ottenuto un bel getto che tuttavia é<br />

uscito da sotto uno strato pulverulento granulare che si era come forato in<br />

mezzo .Ritengo si tratti del bismuto polvere che non si é liquefatto tutto bene<br />

, e mi chiedo il motivo .<br />

Come stampo ho usato una terracotta quadra Bozzi da tremila lire, usata<br />

prima solo per colare il piombo cerato <strong>al</strong>la Glaser usato poi, in parte, proprio<br />

per questa esperienza.<br />

Ho ottenuto una specie di disco del peso di più di novanta (90) grammi e meno<br />

di novantacinque (95). Purtroppo la bilancia di cui dispongo é del tutto<br />

rudiment<strong>al</strong>e e non posso essere più preciso .<br />

<strong>Il</strong> materi<strong>al</strong>e é duro , sonoro , pesante , bianco rosato nei punti puliti ,la<br />

superficie é microcrist<strong>al</strong>lina con crist<strong>al</strong>liti ben evidenti , tutta lievemente<br />

ondulata . Conduce bene la corrente e mi sembra forse sia leggerissimamente<br />

radioattivo: ma non ho misurato la radioattività dei materi<strong>al</strong>i di partenza ,<br />

seppure ve ne era.<br />

Fonde facilissimamente <strong>al</strong>la candela o <strong>al</strong> s<strong>al</strong>datore elettrico , come burro


.Deposto in un mestolo da cucina di acciaio inox (upim £7500) coperto di acqua<br />

di rubinetto si ammolla e cola prima che l’acqua bolla . Anche un piccolo<br />

risc<strong>al</strong>damento di un punto margin<strong>al</strong>e causa la fusione in corrispondenza<br />

della parte toccata d<strong>al</strong> c<strong>al</strong>ore e il risc<strong>al</strong>damento pressoché immediato di<br />

tutto il pezzo .La conducibilità termica di questo materi<strong>al</strong>e é elevatissima .<br />

FONDE COME CERA. SENZA FUMO.<br />

Nel crogiolo , esaminato il giorno successivo, ho trovato una buona quantità di<br />

polvere rossa (forse parente dell’azotato o dell’ossido di bismuto , e una<br />

quantità minore di materi<strong>al</strong>e nero di aspetto carbonioso, fragile . Intendo<br />

incorporare questi residui nel piombo fuso, che uso come agglomerante e<br />

riciclante gener<strong>al</strong>e, in una prossima esperienza.<br />

LAVORI INTRAPRESI NEL 1993<br />

Questo file riporta le riflessioni preliminari e le operazioni tentate nell’ anno<br />

scorso. Si sta rivedendo oggi, 10 Aprile 1994, perché si vogliono rivedere gli<br />

esperimenti per la massima efficacia possibile dell’attività di quest’ anno. In<br />

occasione di questa nuova trascrizione (15 Maggio 1995) si vuole ricordare<br />

che il 1994 fu l’anno del viaggio riuscito a Compostella, (si arrivò nella notte<br />

fra il 30 Aprile e il Primo di Maggio) del qu<strong>al</strong>e conservo gelosamente il Trofeo<br />

con la massima cura.<br />

Queste erano le premesse teoriche:<br />

“Durante la campagna dei lavori del 1993, sarebbe bene cercare di sperimentare<br />

circa la “crema del latte” e quanto di annesso, e cioè di trascurare, si fa per dire,<br />

il regolo e di studiare bene caput e scorie dello stesso, molto più abbondanti<br />

di lui, per <strong>al</strong>tro, nel corso delle operazioni. Si vorrebbe provare qu<strong>al</strong>cosa<br />

tipo la pratica di Nassagora.<br />

Può essere v<strong>al</strong>ido per questo testo il principio per cui sarebbe la seconda<br />

opera quella d<strong>al</strong>la qu<strong>al</strong>e cominciano i trattati classici ?<br />

Se così fosse questo testo dovrebbe parlare delle Sublimazioni, e la scoria con<br />

cui inizia non si dovrebbe riferire nè <strong>al</strong>la prima congiunzione né <strong>al</strong>le R che<br />

la seguono.<br />

Ora qui trascriviamo di seguito il solo testo “chiaro” della Pratica di<br />

Nassagora; vedi File Dimore II, pag. 270<br />

Par cet extrait, connu de l’antiquité et bien étudié des Modernes, on peut<br />

re<strong>al</strong>iser de grandes choses, pourvu que l’on ait reçu l’illumination de<br />

l’Esprit-Saint. C’est <strong>al</strong>ors qu’on parvient à toucher des mains ce que l’on cherche.<br />

Voici la technique manuelle de cet extrait.<br />

I. Une scorie surnage l’assemblage formé par le feu, des parties pures de la


Matière minér<strong>al</strong>e vile. Sous la scorie, on trouve une eau friable granuleuse.<br />

C’est la veine ou la matrice mét<strong>al</strong>lique.<br />

II. Telle est la Pierre Kohl (2 dite encore ALCOHOL, EAU DE VIE DES SAGES:<br />

c’est la PIERRE DE FEU de Basile V<strong>al</strong>entin) concrétion des parties pures du<br />

fumier ou Matière minér<strong>al</strong>e vile. Veine friable et granuleuse, elle nait du fer,<br />

de l’étain et du plomb. Elle seule porte l’empreinte du Rayon solaire.<br />

Perché non è citato il rame? Passi il mercurio, che sappiamo è privo di zolfo;<br />

ma perché non il rame? Cfr Basilio “ La lasciva Venere è ben colorata...” cfr.<br />

file Spagiria, o Dimore.1, in inizio. NON SARA’ QUELL’ASPETTO<br />

RETICOLATO, A PAGLIUZZE D’ARGENTO CHE SPESSO SI VEDE SUL<br />

CONFINE FRA IL REGOLO E IL CAPUT? TANTO CHE NON SI CAPISCE<br />

SE SI HA A CHE FARE CON METALLO O SCORIA?<br />

C’est elle l’artisan expert dans l’art de travailler l’acier. Les sages l’appellent<br />

Etoile du Matin.<br />

A PRENDERE NASSAGORA ALLA LETTERA, LA STELLA DEL<br />

MATTINO NON E’ VISIBILE ALL’ESTERNO, PERCHE’ E’ SOTTO LA<br />

SCORIA GALLEGGIANTE, E DUNQUE NE E’ COPERTA. Cfr. l’inizio<br />

del brano. Se è davvero cosi’, la mia stella del mattino è perfetta. (1995:<br />

attenzione: qui mi riferivo a quanto era stato ottenuto PRIMA del viaggio<br />

fatidico a Compostella)<br />

Elle sait ce que cherche l’artiste. C’est le chemin souterrain qui mène à l’or<br />

jaune, m<strong>al</strong>lèable et pur. Chemin rude et coupé de crevasses, d’obstacles.<br />

III. Ayant cette pierre, -dite Montagne de la Tenaille (1 A cause de sa signature:<br />

TENAILLE, en grec, se dit ladis, de landano, PRENDRE, OBTENIR,<br />

RECUEILLIR, et aussi CONCEVOIR, DEVENIR GROSSE.)- montez vers<br />

la Forteresse blanche. C’est l’eau vive, qui tombe du corps désagrégé, en<br />

poudre imp<strong>al</strong>pable, sous l’effet d’une trituration naturelle comparable à celle<br />

de la Meule.<br />

1995 qu<strong>al</strong>e è la segnatura della tenaglia? La griffe del grifone, forse?<br />

E la fortezza bianca, acqua viva e polvere imp<strong>al</strong>pabile, sarà mica il bianco<br />

vestito degli angeli? Ma un anno fa le riflessioni erano diverse, circa questo<br />

brano: Qui mi ricorda la polverizzazione spontanea delle scorie della prima<br />

congiunzione, anche se dovrebbe trattarsi invece di un prodotto evoluto, se<br />

lo scritto comincia d<strong>al</strong>la seconda opera.<br />

RIFLESSIONE: NON C’E’ NULLA DI PIU’ CHIARAMENTE RIPETUTO<br />

DEL FATTO CHE LA GRANDE OPERA SI DIVIDE IN TRE FASI, ERGO<br />

NON VI DOVREBBE ESSERE NULLA DI PIU’ ERRATO.( cfr: i colori,


frusta, etc. 1994).<br />

Cette eau vive et blanche s’agglomère au centre, en une pierre crist<strong>al</strong>line,<br />

de couleur semblable au fer étamé, et qui peut grandement dédommager<br />

de la peine qu’exige l’opération.<br />

IV. Ce sel lumineux et crist<strong>al</strong>lin, premier etre du Corps divin, se formera, dans<br />

un second lieu, en verre cuivré. C’est notre cuivre ou laiton, et le lion vert.<br />

1995: potrebbe trattarsi di Iperione? Cfr. il suo file.<br />

V.Ce sable c<strong>al</strong>ciné, donnera sa teinture au rameau d’or. La jeune pousse du<br />

soleil naitra dans la Terre de feu. C’est la substance brùlée de la pierre,<br />

roche fermé du jardin (2 Le Jardin des Hesperides) où murissent nos fruits<br />

d’or, ainsi que je m’en suis assuré depuis peu. REMARQUEZ BIEN CECI.<br />

VI. Entre ce produit et le second, plus fort et meilleur il est utile de retourner<br />

à l’Etang de la Lumière morte (3 Seconde putréfaction, caractérisé par la<br />

coloration violette indigo, ou noire.) par l’extrait remis dans sa matière<br />

originelle.<br />

Vous retrouverez l’eau vive, dilatée, sans consistance. Ce qui en proviendra<br />

est l’antique Fontaine (4 La Fontaine de Jouvence, d’abord Médecine<br />

universelle puis Poudre de projection. (Qui si confermerebbe che si ottiene<br />

per primo il farmaco e solo dopo il lapis trasmutatorio), generatrice de vigueur,<br />

capable de changer en grains d’or les métaux vils.<br />

In una delle mie esperienze del 92, quella in cui colai il regolo in uno<br />

stampo di sabbia, il materi<strong>al</strong>e regolino esplose prorio, e si dilatò tutto in<br />

pagliuzze. Sarà mica qu<strong>al</strong>cosa di an<strong>al</strong>ogo?<br />

VII. Dans la Fòret verte se cache le fort, le robuste et le meilleur de tous (1). Là<br />

aussi se trouve l’Etang de l’Ecrevisse. (2)<br />

Poursuivez: la substance se separera d’elle meme. (FUOCO PIU’ FORTE)<br />

Laissé le fossé: sa source est au fond d’une grotte où se développe la pierre<br />

incluse dans sa minière.<br />

1. Cf. COSMOPOLITE. Le ROI DE L’ART se trouve caché” dans la forèt<br />

verte de la nimphe Venus”<br />

2.Constellation du Zodiaque des philosophes, signe de l’augmentation du feu.<br />

VIII. Dans l’augmentation, en réitérant, vous verrez la source remplie de<br />

granulations brillantes d’or pur. Elle est en scorie ou gangue (sic) enfermant la<br />

Fontaine d’eau sèche, gènératrice d’or, que le peuple mèt<strong>al</strong>lique boit<br />

avidement.<br />

IX. Après differents essais sur la matière minér<strong>al</strong>e vile, jusqu’à la couleur jaune,


ou fixation du corps, puis de là au Soleil couronné, il nous f<strong>al</strong>lut attendre que la<br />

matière se fut entièrement cuite dans l’eau, selon la méthode de jadis. Cette<br />

longue coction, suivie autrefois, conduisait au Chateau lumineux ou Forteresse<br />

brillante, qui est cette pierre lourde, occident qu’atteint, sans le dépasser, notre<br />

manière propre (3),...car la verité sort du puits antique de cette teinture<br />

puissante, riche en semence d’or, aussi pur que l’or de Hongrie et quelquefois<br />

meme que l’or d’Arabie. Le signe, formé de quatre rayons, désigne et scelle le<br />

réducteur minér<strong>al</strong>.<br />

C’est la plus grande de toutes les teintures.<br />

3.Symbole graphique du Vitriol philosophique. Les points de suspension<br />

figurent dans l’origin<strong>al</strong>.<br />

NASSAGORA ERA TEDESCO. SI RICORDI IL DETTO DI PAOLO<br />

MARIA FASELLA, SECONDO LUI TIPICO DEL PENSARE,<br />

DELL’ESSERE TEDESCO: NON FARE MAI QUALCOSA FACILE SE PUOI<br />

FARLA COMPLICATA.<br />

Adesso esamineremo il testo passo per passo.<br />

Une scorie surnage l’assemblage formé par le feu, des parties pures de la<br />

Matière minér<strong>al</strong>e vile. Sous la scorie, on trouve une eau friable granuleuse.<br />

Dunque vi sarebbe, partendo d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>to:<br />

SCORIA<br />

ACQUA FRIABILE GRANULOSA<br />

RESTO DEL BAGNO: COMPOSTO DELLE “PARTIES PURES de la<br />

matière miner<strong>al</strong>e vile”. Si deve intendere che essa è già stata purificata e/o<br />

lavorata? In fusione abbiamo Gaia con Marte, una prima congiunzione,<br />

oppure una delle R? Oppure è il reuccio proprio, che viene cimentato -nutrito:<br />

i regimi- con “fer, étain, plomb” vedi più sotto.<br />

C’est la veine ou la matrice mét<strong>al</strong>lique.<br />

Parrebbe comunque fuori discussione il riferimento ad una scoria.<br />

POSSIAMO FIDARCI? Si ricordi tuttavia che questo è un testo decrittato:<br />

l’origin<strong>al</strong>e è in cifra.<br />

Si deve intendere <strong>al</strong>la lettera che la scoria “surnage”, e dunque il bagno<br />

sottostante, qu<strong>al</strong>e che esso sia, è in fusione, oppure si fa riferimento a qu<strong>al</strong>cosa<br />

tipo il caput che viene staccato col martello d<strong>al</strong>la parte regolina della prima<br />

congiunzione?<br />

Ossia: questa scoria viene estratta durante la fusione, a c<strong>al</strong>do o a separazione<br />

avvenuta, a materi<strong>al</strong>i raffreddati? Si confronti con pag. 284 del primo tomo<br />

delle Dimore:<br />

“De meme, les maitres nous conseillent d’employer aussi un FILET DELIE’


ou un RETS SUBTIL pour capter le produit à fur et à mesure de son apparition.<br />

L’Artiste peche, metaphoriquement, le poisson mistique, et laisse l’eau vide,<br />

inerte, sans ame: l’homme en cette opération est donc censé TUER LE<br />

GRIFFON...”questo passo è ampiamente commentato da Canseliet nel Mutus,<br />

a pag.84, e nelle XII chiavi, a pag. 242.<br />

SI RICORDI: QUI DICE AU FUR ET MESURE DE SON APPARITION:<br />

QUINDI PARREBBE PIU’ INDICATA UNA SCREMATURA A CALDO.<br />

DICE ALTRESI’ CHE SI TRATTA DI UNA PESCA METAFORICA.<br />

Anche un rimando <strong>al</strong>la crema e <strong>al</strong> latte, dopo aver indicato la natura dell’artificio<br />

che separa la scienza chimica d<strong>al</strong>l’Alchimia sembra attinente a questo qu<strong>al</strong>cosa<br />

che g<strong>al</strong>leggia sopra.<br />

“ Ce caractère important de l’ASCENSION DU SUBTIL par la SEPARATION<br />

DE L’EPAIS v<strong>al</strong>ut à l’opération du MERCURE DES SAGES d’etre appellée<br />

SUBLIMATION.<br />

Notre dissolvant, tout esprit, y joue le role symbolique de l’AIGLE ENLEVANT<br />

SA PROIE, et c’est la raison pour laquelle Phil<strong>al</strong>èthe, le Cosmopolite, Cyliani<br />

d’Espagnet et plusieurs autres nous recommandent de lui donner l’essor,<br />

en insistant sur la nécessité de le FAIRE VOLER.<br />

Car l’esprit s’élève et la matière se précipite, qu’est-ce que la crème, sinon la<br />

meilleure partie du lait ? Or Basile V<strong>al</strong>entin enseigne que “la pierre<br />

philosoph<strong>al</strong>e se fait de la meme façon que les villageois font le beurre”, par<br />

battage ou agitation de la crème, qui représente, dans cette similitude,<br />

notre MERCURE PHILOSOPHIQUE.<br />

Aussi, toute l’attention de l’artiste doit-elle se concentrer sur l’extraction du<br />

mercure, lequel se recuille, à la surface du composé dissous, en ECREMANT<br />

l’onctuosité visqueuse et mét<strong>al</strong>lique, au fur et à mesure de sa production.<br />

Naxagora parlava <strong>al</strong> punto uno di una scoria che “surnage l’assemblage<br />

formé par le feu...<br />

II. Telle est la Pierre Kohl...concrétion des parties pures du fumier ou Matière<br />

minér<strong>al</strong>e vile. Veine friable et granuleuse, elle nait du fer, de l’étain et du<br />

plomb.<br />

Significa che questi tre : ferro, stagno e piombo possono essere trattati con il<br />

solvente univers<strong>al</strong>e uno per ciascuno, perché appropiati o invece che debbono<br />

essere impiegati assieme? Se così fosse, in che proporzione? Anche se si<br />

deve ricordare il peso della Natura e quello dell’Arte. O forse “mas<br />

penado, mas pentito...” sono applicazioni successive con lo stesso solvente?<br />

O nutrizioni successive? cfr. file regime<br />

Elle seule porte l’empreinte du Rayon solaire. C’est elle l’artisan expert dans<br />

l’art de travailler l’acier. Les sages l’appellent Etoile du Matin.<br />

“Ricorda o uomo, due stelle ti sono date...” Questa espressione di Basilio si è


sempre interpretata come la doppia impronta della stella nella “prima opera”<br />

e cioè nel regolo e nella scoria. Supponiamo che il senso delle due stelle sia<br />

invece questo: la prima stella è quella che consacra un buon regolo, nato sotto<br />

una buona stella, appunto.<br />

La seconda stella è la Cintura di S. Cristoforo, la pasta a losanghe della g<strong>al</strong>letta<br />

dei Re. Sempre più incisa e netta tanto più la g<strong>al</strong>letta ha un buon ripieno.<br />

Qui Naxagora deve riferirsi <strong>al</strong> segno della G<strong>al</strong>letta dei Re.<br />

Elle sait ce que cherche l’artiste. C’est le chemin souterrain -buio?- qui mène<br />

à l’or jaune, m<strong>al</strong>lèable et pur. Chemin rude et coupé de crevasses, d’obstacles.<br />

A proposito del peso eventu<strong>al</strong>e e rispettivo di ferro, stagno e piombo- sono<br />

stati per caso indicati nell’ordine di ossidabilità? Quanto <strong>al</strong> peso propriamente<br />

detto, per la verità non sembrerebbe avere molta importanza: cfr qui sotto:<br />

Pag.252 II tomo delle Dimore.<br />

“Lorsque les philosophes envisagent les rapports pondéraux des matières<br />

entre elles, ils entendent parler de l’une ou de l’autre partie d’une double<br />

connaissance ésotérique: celle du POIDS DE NATURE et celle des POIDS<br />

DE L’ART...Les poids de l’art sont applicables exclusivement aux corps<br />

distincts, susceptibles d’etre pesés, tandis que le poids de nature se réfère<br />

aux proportions relatives des composants d’un corps donné...<br />

Si les poids de l’art sont connus de l’artiste et rigoreusement détérminé par<br />

lui, en revanche, le POIDS DE NATURE EST TOUJOURS IGNORE’, meme<br />

des plus grainds maitres.<br />

L’Oeuvre débute et s’achève par les poids de l’art, ainsi l’<strong>al</strong>chimiste,<br />

préparant la voie, incite la nature à commencer et à parfaire ce grand labeur.<br />

Mais entre ces extrémités, l’artiste n’a point à se servir de la b<strong>al</strong>ance, le poids<br />

de nature intervenant seul. A telle enseigne que la fabbrication du mercure<br />

commun, celle du mercure philosophique, les opérations connues sous le<br />

terme d’imbibitions, etc., se font sans qu’il soit possible de savoir, -meme<br />

approximativement ,-quelles sont les quantités retenues ou décomposées,<br />

quel est le coefficient d’assimilation de la base, de meme que la proportion des<br />

esprits.<br />

C’est ce que le Cosmopolite laisse entendre lorqu’il dit que le mercure ne<br />

prend pas plus de soufre qu’il n’en peut absorber et retenir. En d’autre<br />

termes, la proportion de matière assimilable, dépendant directement de<br />

l’énergie met<strong>al</strong>lique propre, reste toujours variable et ne saurait s’év<strong>al</strong>uer.<br />

Tout l’ouvrage est donc soumis aux qu<strong>al</strong>ités, naturelles ou acquises, tant de<br />

l’agent que du sujet initi<strong>al</strong>.<br />

Or, en supposant meme l’agent obtenu avec un maximum de vertu, -ce qui<br />

est rarement atteint, -la matière basique, telle que nous l’offre la nature est<br />

fort eloignée d’etre constantement ég<strong>al</strong>e et semblable à elle-meme.


Nous dirons à ce propos, pour en avoir souvent contròlé l’effet, que l’assertion<br />

des auteurs fondée sur certaines particularités externes, -taches jaunes,<br />

efflorescences, plaques ou points rouges, -ne mérite guère d’etre prise en<br />

considération.<br />

La région minière pourrait plutòt fournir quelques indications sur la qu<strong>al</strong>ité<br />

recherchée, quoique plusieurs echantillons, prélevés dans la masse du meme<br />

gìte, révèlent parfois entre eux de notables différences.<br />

Aussi s’expliquera-t-on, sans récourir aux influences abstraites ni aux<br />

interventions mystique, que la pierre philosoph<strong>al</strong>e, en dèpit d’un travail<br />

règulièr, conforme aux nécessités naturelles, ne laisse jamais entre les mains de<br />

l’ouvrier un corps de puissance ég<strong>al</strong>e, d’énergie trasmutatoire en rapport<br />

direct et constant avec la quantitè des matières mises en oeuvre.<br />

SI NOTI COME E’ FREDDAMENTE PRECISO FULCANELLI QUI.<br />

PARREBBE DECISAMENTE CONTRARIO “aux interventions mistiques”<br />

SAREBBERO I CONCETTI TEORICI NELLA DIREZIONE DEI QUALI<br />

CONDURRE LE ESPERIENZE DI QUEST’ANNO. (era il 1993) QUINDI<br />

IN PRATICA VORREI, SE DIO VUOLE, CON L’AIUTO DEL CIELO,<br />

OPERARE COSI’:<br />

Produrre una buona quantità di regolo stellato, fin<strong>al</strong>mente, rispettando il<br />

più esattamente possibile condizioni finora trascurate come quelle<br />

metereologiche, il rispetto del buio, la Luna crescente e/o piena.<br />

Osservare bene eventu<strong>al</strong>i fenomeni di g<strong>al</strong>leggiamento in superficie sul bagno<br />

di fusione di “creme” e affini, che separerei eventu<strong>al</strong>mente d<strong>al</strong> bagno e<br />

riporrei <strong>al</strong> riparo d<strong>al</strong>la luce e d<strong>al</strong>l’aria.<br />

Poi bisognerebbe studiare bene l’”anatomia topografica” del lingotto che si<br />

ottiene, una volta raffreddato, <strong>al</strong>la ricerca di una materia della stella o di questa<br />

“...scorie (qui) surnage l’assemblage formé par le feu, des parties pures de la<br />

Matière minér<strong>al</strong>e vile. Sous la scorie, on trouve une eau friable granuleuse.<br />

C’est la veine ou la matrice mét<strong>al</strong>lique...”<br />

Se si trovasse qu<strong>al</strong>cosa di aspetto s<strong>al</strong>ino e/o vetroso, si cercherebbe poi<br />

di spingerlo più avanti magari semplicemente cuocendolo con nuovo reuccio.<br />

Sperando di arrivare così a un vetro gi<strong>al</strong>lo limone. (Si trovò, in effetti. Nota del<br />

15 Aprile 1994)<br />

Altra serie di esperimenti, in contemporanea: in luogo di utilizzare sempre<br />

fondente nuovo, per le R vicine <strong>al</strong>l’ultima, usare il fondente vecchio, quello<br />

che si carica di un bel colore gi<strong>al</strong>lo, o bianco pulito, o magari che porta quel<br />

magnifico rosso che esce fuori in soluzione, pur durando poco perché<br />

fotosensibile.<br />

In fondo Canseliet dice che il fondente non ha di che soffrire, nel lavoro ed è


sempre buono. Tuttavia dopo la prima volta non può più fornire ossigeno, ma<br />

questa non è importante.<br />

“Prima questione: l’azione di facilitare la fusione ha rilevanza pratica o no?<br />

Sembrerebbe non più di tanto a vedere bene. In effetti questa questione è<br />

stata poi ampiamente trattata e risolta. Cfr. file aiutanti.<br />

ESPERIENZA DEL 4 APRILE 1993<br />

Oggi 4 aprile, Domenica delle P<strong>al</strong>me, ho preparato per una seduta di lavoro<br />

un’aiutante s<strong>al</strong>ino composto cosi’NON VOGLIO PIU’USARE IL TERMINE<br />

FONDENTE, PERCHE’ IMPROPRIO.<br />

80 GRAMMI DI TARTARO DI BOTTE CRUDO, DA VINO ROSSO, CHE<br />

AVEVO DA VENT’ANNI.<br />

100 GRAMMI DEL SOLITO SALNITRO.<br />

100 GRAMMI DEL SOLITO CREMORE DI TARTARO.<br />

UN CUCCHIAINO RASO DA CAFFE’ DI PERMANGANATO DI<br />

POTASSIO.<br />

POI HO PREPARATO UNA CARICA PER PRIMA CONGIUNZIONE CON<br />

150 GRAMMI DI FERRO COMUNE, NON ALDRICH E 300 GRAMMI DI<br />

PRECOTTO DELL’ANNO 1992.<br />

LI HO PERO’ MESCOLATI INSIEME. E HO FATTO MALE! Bisogna<br />

che ricordi, d’ora in poi, che si mescolano insieme solo il nitro e il tartaro con<br />

l’antimonio, per fare il regolo non marzi<strong>al</strong>e, dove si fa detonare la materia,<br />

cucchiaiata a cucchiaiata.<br />

Per Glaser, nel regolo marzi<strong>al</strong>e i due ingredienti si uniscono solo nel crogiolo.<br />

Lui prima arroventa le punte di chiodo, donatrici del ferro. E poi vi mette<br />

l’antimonio sopra.<br />

QUINDI RICORDARE SEMPRE DI NON MESCOLARE MAI FERRO E<br />

STIBINA A FREDDO. E’NEL CROGIOLO CHE DEBBONO<br />

CONOSCERSI,IN SENSO BIBLICO. POI ANCHE PER GLASER IL<br />

SALNITRO SI DEVE AGGIUNGERE SOLO QUANDO LA MATERIA<br />

“EST EN FONTE BIEN CLAIRE.”<br />

ESPERIENZA DELLA PASQUA 1993<br />

<strong>Il</strong> 4/4/93 avevo preparato una certa quantità di aiutante, così composto: 80<br />

ottanta grammi di tartaro crudo di vino rosso, vecchio di più di vent’anni: ad<br />

onor del vero non sono del tutto certo della sua identità.<br />

100 cento grammi di s<strong>al</strong>nitro, della drogheria del corso a Cagliari.<br />

100 cento grammi di cremore di tartaro della farmacia di Guspini.<br />

Un cucchiaino da caffé raso di permanganato di potassio Carlo Erba.<br />

Poi sempre il 4/4 avevo preparato una carica, di 150 centocinquanta grammi<br />

di ferro comune, non Aldrich, vecchio pure lui di vent’anni e di 300


trecento grammi di precotto dell’anno scorso.<br />

Sono stati mescolati insieme a freddo, m<strong>al</strong>auguratamente.<br />

<strong>Il</strong> Giovedì Santo, 8/4 ho posto la carica nel solito crogiolo grande già usato tre<br />

volte, questa sarebbe stata la quarta, tutta intera, in una sola volta nel crogiolo<br />

freddo, a forno spento. QUI CI SONO DUE ERRORI GRAVI AD UN TEMPO.<br />

LA CARICA INTERA E POI L’ “A FREDDO”<br />

In precedenza i mattoni refrattari, non ho usato il forno rotondo, e il crogiolo<br />

erano stati infiammati un poco per asciugarli dopo un anno di inattività.<br />

Messa la carica per intero, carica sbagliata perchè i due ingredienti erano<br />

stati mescolati insieme a freddo, il cannello a propano solito è stato acceso <strong>al</strong>le<br />

21 e 10 ora leg<strong>al</strong>e.<br />

Aria circa a metà, rubinetto sul cannello quasi tutto chiuso, erogatore della<br />

bombola di propano a due decimi. La luna piena è stata il 6 aprile, martedì<br />

santo, quindi due giorni prima. Tempo buono. Cielo tutto sgombro, rimane<br />

appena un pò di vento, ma nulla rispetto ai giorni passati.<br />

L’idea gener<strong>al</strong>e era di irradiare per bene la carica, anche se sbagliata, vedi<br />

sopra, per vedere di caricare i materi<strong>al</strong>i di 4H. SEMPRE RIMESSO SUBITO<br />

IL COPERCHIO SUL CROGIOLO, NON APPENA FINITA LA<br />

MANIPOLAZIONE O L’ISPEZIONE.<br />

22.20. Nessuna fusione. <strong>Il</strong> materi<strong>al</strong>e appare polverulento e arroventato.<br />

Reagisce vigorosamente con l’aiutante citato, ma la crosta solida superfici<strong>al</strong>e<br />

non si buca.<br />

22.30 forse si percepisce con il geiger piccolino di nuova elettronica un<br />

modesto aumento della radioatività attorno <strong>al</strong> forno. l rilevatore di<br />

cariche elettrostatiche non percepisce nulla. Viene spostato leggermente verso<br />

l’<strong>al</strong>to il cannello, in modo da sc<strong>al</strong>dare di più la parte <strong>al</strong>ta. <strong>Il</strong> crogiolo è<br />

uniformemente rosso ciliegia.<br />

23.00 Ancora nessun segno di fusione in superficie. Crogiolo rosso ciliegia.<br />

Forse la temperatura è troppo bassa, o il materi<strong>al</strong>e è troppo, cosi’ tutto in una<br />

volta.<br />

1.10 ancora nessun segno di fusione in superficie. Crogiolo rosso ciliegia.<br />

Vengono incorporati, in rapida successione, i 40 grammi dell’aiutante. Si è<br />

fatto un quindicesimo dell’aiutante, più <strong>al</strong>tri dieci grammi per compensare il<br />

peso delle pietre di tartaro crudo. L’aiutante brucia un pò la superficie del<br />

cappellotto, ma non lo buca.<br />

Ore 1.52 del 9/4/93, Venerdì santo. Spento il fuoco. Coperto tutto. Nota del 15<br />

Maggio 1995: che cosa curiosa! D<strong>al</strong>le 21 circa fuoco fino <strong>al</strong>le 2 di notte quasi<br />

( cinque ore!) e senza ottenere fusione: ma neanche la notte del viaggio a


Compostella d<strong>al</strong> 30/4 <strong>al</strong> 1/5 94 ci volle tutto questo tempo. Sicuramente deve<br />

esserci stato un qu<strong>al</strong>che grave errore nell’identificazione degli ingredienti.<br />

Anche se la temperatura fosse stata un pò bassa, qu<strong>al</strong>cosa doveva accadere<br />

in un tempo così lungo.<br />

Ore 20 del 9/4, <strong>al</strong>lestito nuovo dispositivo sul tavolo davanti <strong>al</strong>la casetta. Usato<br />

il forno rotondo, aperta di più la finestra dell’aria sul cannello. I mattoni<br />

refrattari soliti sono disposti intorno <strong>al</strong> forno.<br />

Ore 21. Accensione della nuova disposizione. CIELO COPERTO. NON SI<br />

VEDE UNA SOLA STELLA: IERI ,INVECE, IL CIELO ERA MAGNIFICO,<br />

STELLATISSIMO.<br />

1/2 atmosfera, finestra aria aperta di due terzi. Rubinetto quasi tutto chiuso,<br />

<strong>al</strong> cannello.<br />

21,30 Crogiolo rosso vivo, sicuramente temperatura più <strong>al</strong>ta di ieri. Pure nessun<br />

segno di fusione del cappellotto superfici<strong>al</strong>e. Provo con una buona cucchiaiata<br />

di s<strong>al</strong>nitro solo. OGGI VOREI USARE SOLO SALNITRO, COME IN<br />

GLASER AL REGOLO MARZIALE. Nessuna reazione! <strong>Il</strong> s<strong>al</strong>nitro rimane<br />

polverulento sul cappellotto!<br />

21,43. <strong>Il</strong> s<strong>al</strong>nitro diventa nero, come bruciato. Ma il cappellotto non si fonde<br />

affatto.<br />

IPOTESI: E’ POSSIBILE CHE QUANDO SI E’ GIA’ AVUTA UNA NON<br />

FUSIONE I COMPOSTI RESTANO INFUSIBILI. (IL MATERIALE CHE<br />

SI ABITUA AL FUOCO CFR IL MISTERO DELLE CATTEDRALI) OPPURE<br />

CHE I DUE PROTAGONISTI, MALAMENTE UNITI DA ME AL<br />

PRINCIPIO, ABBIANO REAGITO DURANTE L’ATTESA<br />

DENATURANDOSI. ANCHE UN’ALTRA VOLTA UNA CARICA<br />

RIMASTA NON FUSA, (ERA STATO COMMESSO LO STESSO ERRORE,<br />

LA MISCELAZIONE INTEMPESTIVA) , NON C’E’ STATO VERSO POI<br />

DI LIQUEFARLA.<br />

F<strong>al</strong>lito il s<strong>al</strong>nitro, provo con una buona cucchiaiata di borace, a bucare il<br />

cappellotto. <strong>Il</strong> borace si rigonfia come pop corn, reagendo vigorosamente,<br />

ma non succede niente. Sono tentato di spegnere. E’anche tutto nuvolo.<br />

Alle 22,15 circa, spengo.<br />

10 Aprile. Sabato Santo. Tempo notevolmente peggiorato, cielo tutto coperto.<br />

Sarei tentato di sfruttare la Luna ancora grande per qu<strong>al</strong>che <strong>al</strong>tro lavoro ex<br />

novo, ma il tempo a questo modo non invita a farlo. Del resto dovrei ancora<br />

v<strong>al</strong>utare qu<strong>al</strong>e esperienza nuova condurre.<br />

21 aprile. Riesaminando il crogiolo impiegato attraverso un buco praticato


nel fondello, mi è sembrato di percepire un lucore argenteo. Dopo tutto<br />

forse il materi<strong>al</strong>e è entrato in fusione, <strong>al</strong>meno nella parte inferiore del crogiolo,<br />

non fosse che per la consistenza decisamente met<strong>al</strong>lica e non polverulenta del<br />

materi<strong>al</strong>e sondato. Se rompessi il crogiolo potrei vedere se è comparsa la<br />

stella, o forse è meglio colare l’eventu<strong>al</strong>e regolo attraverso il buco praticato?<br />

Del resto era una prima congiunzione, anche se fatta con tutto precotto.<br />

Può essersi stellato così subito? Mi sembra improbabile.<br />

Giovedi 29 Aprile 1993. Ho cercato di s<strong>al</strong>vare questo materi<strong>al</strong>e, ma è stato un<br />

fiasco. Alle 19,10 ora leg<strong>al</strong>e ho acceso, aria aperta di 4/5 , propano a 0,5<br />

atmosfere. <strong>al</strong>le 19, 20, si stava incendiando il tavolino, perché non avevo<br />

provveduto a schermare con refrattari il fondo di un catino di acciaio che nel<br />

corso dell’esperienza si è arroventato .<br />

Alle 19 e 40 ho riacceso con un’<strong>al</strong>tra disposizione, un forno molto lungo che<br />

incapsula quasi del tutto anche il cannello del bruciatore stesso. <strong>Il</strong> crogiolo<br />

forato è stato semplicemente poggiato su quello che doveva raccoglierne il<br />

getto che speravo vi fosse. La nuova disposizione era molto più efficente d<strong>al</strong><br />

punto di vista termico, tanto che <strong>al</strong>le 20 e 37, dopo cena tutto era molto c<strong>al</strong>do<br />

e rosso arancio. Ho ridotto la pressione a quattro decimi, e ho visto se si fosse<br />

verificata la colata. Niente affatto. <strong>al</strong>lora ho saggiato la consistenza del<br />

materi<strong>al</strong>e nel crogiolo, e mi sono accorto che era pastosa, molto densa e<br />

compatta, tutt’<strong>al</strong>tro che fusa. Ho tentato di forare la crosta e di colare in qu<strong>al</strong>che<br />

modo, sperando che <strong>al</strong>meno una qu<strong>al</strong>che parte del materi<strong>al</strong>e potesse colare.<br />

Nulla di nulla. A questo punto ho abbandonato, per il momento questo<br />

sterile tentativo di s<strong>al</strong>vare i materi<strong>al</strong>i del 9/4, e ho fatto un lavoro nuovo.<br />

L’idea era di preparare un regolo <strong>al</strong>la SSC , quindi fondere Gaia per privarla<br />

d<strong>al</strong>le scorie, seguendo il procedimento da lei indicato.<br />

Ho usato il crogiolo che avrebbe dovuto raccogliere il getto mai avvenuto, e<br />

vi ho messo dentro, <strong>al</strong>le 21 e 14 ol, quando era rosso ciliegia 200 grammi di<br />

precotto dell’anno passato, pesati con la bilancia rotonda di plastica.<br />

Si è fuso quasi subito, formando anche grosse bolle scure che scoppiavano<br />

sulla superficie. L’odore era acutissimo e penetrante, soffocante, forse<br />

arsenic<strong>al</strong>e.<br />

Siccome nel fondere il livello del crogiolo si era abbassato, ho ripianato con<br />

<strong>al</strong>tri 50 grammi dopo qu<strong>al</strong>che minuto.<br />

Alle 21 e 30 ol, quindi dopo solo 16 minuti di permanenza nel crogiolo tutto<br />

era perfettamente fuso, come potevo accertarmi saggiando il materi<strong>al</strong>e con il<br />

cucchiaino a manico lungo.<br />

Si ricordi però che il crogiolo era rosso ciliegia, quando vi ho messo dentro il<br />

materi<strong>al</strong>e. <strong>Il</strong> liquido poteva essere facilmente schiumato con lo stesso<br />

cucchiaino ma anche la crema che si attaccava prontamente ad esso sembrava<br />

Gaia di ottima qu<strong>al</strong>ità, come se di scorie inerti non ve ne fossero.<br />

Gettavo appena 4 cucchiaini scarsissimi di cremore più s<strong>al</strong>nitro ana prelevati


d<strong>al</strong> barattolo composto già da qu<strong>al</strong>che tempo.<br />

Al contatto del bagno la reazione era assai vivace con liberazione di molto gas<br />

bianco e le solite lucine che b<strong>al</strong>lano sulla superficie del crogiolo. Sono loro le<br />

sfere che si urtano di cui parla Fulcanelli ?<br />

Alle 21 e 40 ol colo, usando come stampo il solito mortaio, <strong>al</strong>tro amico fedele.<br />

Colata bella, perfettissima. Rovescio il crogiolo sopra il mortaio, infiammo<br />

bene il tutto, richiudo accuratamente il forno in modo da mantenere il c<strong>al</strong>ore<br />

il più a lungo possibile e scrivo la relazione presente.<br />

APPARE EVIDENTE E SPERIMENTATO ORMAI CHE IL MESCOLARE<br />

A FREDDO GAIA E IL FERRO RENDA LA FUSIONE IMPOSSIBILE O<br />

QUASI. GAIA DA SOLA FONDE PRESTISSIMO E BENE. DAVVERO<br />

DA MERCURIO.<br />

IL PRECOTTO MI SEMBRA FONDA ANCHE PIU’ RAPIDAMENTE ED<br />

ABBIA UNA MAGGIOR RESA IN METALLO, COME SE NELLA<br />

PRECOTTURA ANCHE LE SCORIE METALLIZZASSERO.<br />

Infine tenterò di s<strong>al</strong>vare per un’ultima volta i materi<strong>al</strong>i del 9/4 rompendo il<br />

crogiolo e cerando di fonderli in quote più piccole con un crogiolo numero 1,<br />

come quello usato nella fusione di Gaia di oggi.<br />

Ritengo infatti che quel materi<strong>al</strong>e si sia danneggiato <strong>al</strong>l’inizio, per la<br />

congiunzione intempestiva. Tuttavia si è lavorato su una gran massa con il<br />

crogiolo grande, credo di Zunino. Forse una quota più piccola di materi<strong>al</strong>e<br />

può essere fusa servendosi del crogiolo numero 1 di Bozzi.<br />

Oppure si può usare il Dorje : a quello certo il materi<strong>al</strong>e del 9/4 non resisterà<br />

di certo. Vorrei s<strong>al</strong>varlo: soffro <strong>al</strong>l’idea di aver sprecato oltre 300 grammi di<br />

Gaia. CHE IO SIA DANNATO SE MAI PIU’ LI MESCOLERO’ A FREDDO<br />

I DUE CAMPIONI E IL PRETE. MAI PIU’.<br />

30 aprile. <strong>Il</strong> lingotto nella lingottiera si è rivelato del tutto omogeneo anche<br />

ad un esame accurato. Non ha dato scorie. O il materi<strong>al</strong>e di partenza era<br />

eccezion<strong>al</strong>mente puro, composto solo da Gaia o la precottura effettivamente<br />

<strong>al</strong>za il titolo in “stibine” del materi<strong>al</strong>e ad essa sottoposto. <strong>Il</strong> lingotto pesava<br />

esattamente 250 grammi, come il materi<strong>al</strong>e di partenza. Considerando la<br />

parte del materi<strong>al</strong>e che invariabilmente rimane adesa <strong>al</strong>le pareti del crogiolo<br />

e che è particolarmente evidente nel + impiegato, parrebbe quasi che Gaia<br />

in soli venti minuti circa, abbia aumentato di peso.<br />

1 maggio. Sabato. Visto il tempo buono <strong>al</strong> mattino decido di lavorare <strong>al</strong>la<br />

sera, e cerco di eseguire la ricetta del regolo di Naxagora. Lui usa 4 once di<br />

lamine di ferro, pari a 122,376 grammi, 8 once di “stibine” pari a 244,752 grammi,<br />

più 1,5 oncie di “stibine” da gettare <strong>al</strong>la perfetta fusione del materi<strong>al</strong>e <strong>al</strong>la 1R.<br />

Decido di usare 25 grammi per un’oncia e quindi pongo 100 grammi di<br />

semenzine di ferro dolce Fadda -è possibile col martello batterle fino a farne<br />

laminette in poco tempo e sono molto magnetizzabili.


Poi avrei aggiunto 200 grammi di stibine fusa proveniente d<strong>al</strong>l’esperienza<br />

del 30 aprile. Alla prima R avrei arrotondato a 50 grammi la stibine da<br />

aggiungere.<br />

Accensione <strong>al</strong>le 19.00 ol, con chiodini nel crogiolo num.1 di Bozzi usato per la<br />

fusione di Gaia il 29/4 .Ghiera dell’aria: visibili solo tre filature. Pressione<br />

propano 0,7 atmosfere, rubinetto del cannello come nell’esperienza del 29.<br />

Forno a strato <strong>al</strong>meno doppio e spesso triplo di mattoni refrattari.<br />

Ore 19,30. Chiodini rosso ciliegia, crogiolo rosso arancio. I chiodini sembrano<br />

parzi<strong>al</strong>mente disciolti. Inseriti i 200 grammi di Gaia provenienti d<strong>al</strong>l’esperienza<br />

del 29 aprile.<br />

Ore 19,46 Fusione perfetta. Rimescolo il materi<strong>al</strong>e che ribolle. Getto una<br />

piccola quantità di s<strong>al</strong>nitro. Reazione vivace.<br />

Ore 19,50. Getto molto s<strong>al</strong>nitro. Troppo.<br />

Ore 20,05 colata brutta. <strong>Il</strong> s<strong>al</strong>nitro si è tutto rappreso. Altro che fondente! Ha<br />

guastato il lavoro. Mai più!<br />

Ore 20,30 ol. <strong>Il</strong> regolo c’era. Le feccie quasi tutte rimaste adese <strong>al</strong> primo<br />

crogiolo. Riaccendo e passo il regolo, concassato grossolanamente in un<br />

crogiolo più piccolo. Aggiungo dopo poco i 50 grammi previsti nelle prima R,<br />

sempre provenienti d<strong>al</strong> 29 aprile.<br />

Ore 20,52. Ottima fusione. Aggiungo pochissimo s<strong>al</strong>nitro, che brucia molto<br />

poco. Decido di scremare le feccie prima di colare. Sotto il bagno è bello,<br />

limpido, rosso, riflettente.<br />

Ore 21,02. Colo per la seconda volta, usando sempre il vecchio mortaio<br />

come stampo, come avevo fatto con la prima colata. Raffreddo con acqua<br />

il mortaio, come la prima volta. <strong>Il</strong> regolo si stacca subito, dopo un paio di<br />

martellate, e pesa circa 115 grammi.<br />

ESPERIENZE DEL MAGGIO 1993<br />

Una parte del lavoro è stato il recupero del materi<strong>al</strong>e impiegato con cattivi<br />

risultati a Pasqua. Riporto qui i dati della parte fin<strong>al</strong>e dell’esperienza suddetta.<br />

3 maggio. Tentativo di s<strong>al</strong>vataggio del materi<strong>al</strong>e di Pasqua.<br />

Capatura a pinzetta del materi<strong>al</strong>e di apparenza regolina recuperato d<strong>al</strong>la massa<br />

proveniente d<strong>al</strong> crogiolo rotto appositamente.<br />

Ore 17. Accensione. Cannello invariato d<strong>al</strong> 2/5/93. Tempo discreto. Tutta la


carica nel +, uno vecchio, numero 1 Bozzi. Propano 0,25 atmosfere.<br />

Ore 17 e 15, fusione non ancora avvenuta. Si aggiungerà s<strong>al</strong>nitro e tartaro ana<br />

poco x volta .<br />

Ore 17,20 Piccola quantità d’aiutante in tre riprese, Vigorosa reazione con la<br />

parte superiore dei frammenti. Alzato di due maioliche il cannello per<br />

risc<strong>al</strong>dare bene la parte superiore del +.<br />

Ore 17,33. Aggiunto aiutante di nitro e tartaro ana. Reazione vigorosa e<br />

FUSIONE (!) della parte superiore della carica del + finora coriacea.<br />

Ore 17 e 45. Scremo bene, fino a vedere il bagno sotto, rosso e lucente. Io<br />

scremo tutto insieme. E se lo facessi “à fur et à mesure?” Cfr: Pag.284 del<br />

primo tomo delle Dimore:<br />

“De meme,les maitres nous conseillent d’employer aussi un FILET DELIE<br />

ou un RETS SUBTIL pour capter le produit à fur et à mesure de son apparition.<br />

L’Artiste peche, metaphoriquement, le poisson mistiques, et laisse l’eau vide,<br />

inerte, sans ame: l’homme en cette opération est donc censé TUER LE<br />

GRIFFON...” questo passo è ampiamente commentato da Canseliet nel Mutus,a<br />

pag.84, e nelle XII chiavi, a pag. 242.<br />

Ore 17 e 50. Colo. Buona colata, anche se scarsa.<br />

REGOLO A MODO MIO.<br />

Ore 18, riacceso. Posta la colata delle 17, 50, più tutto il residuo della<br />

fusione di Gaia prima della prima prova secondo Naxagora. Più <strong>al</strong>cuni<br />

cucchiaini di gaia vergine del tutto, più la scrematura di gaia <strong>al</strong>la prima fusione<br />

secondo Naxagora.<br />

Vorre purificarlo poco per volta con nitro e tartaro ana, e seguendo il<br />

suggerimento di Tollius. Usato crogiolo piccolo di Bozzi. Dopo una decina di<br />

minuti perfetta fusione. Vigorosa reazione con l’aiutante, anche se Gaia<br />

ribolle quasi da sola.<br />

All’impatto con l’aiutante SEGNI VARI: FUMO, VULCANINI, BIGLIE DI<br />

FUOCO<br />

Pag.278, I tomo Dimore, Lisieux<br />

“Quand vous percevrez dans le vaisseau un bruit an<strong>al</strong>ogue à celui de l’eau en<br />

ébullition ...Vous remarquerez des fumées et des flammes bleues, vertes et<br />

violettes, accompagnant une série de détonations prècipitées...<br />

Qu<strong>al</strong>i sostanze colorano la fiamma in blu, verde e viola?<br />

L’effervescence passé et le c<strong>al</strong>me rètabli, vous purrez jouir d’un magnifique<br />

spectacle. Sur une mer de feu, des ilots solides se forment, surnagent, animés


de mouvements lents, prennent et quittent une infinité de vives couleurs, leur<br />

surface se boursoufle, crève au centre et les fait ressembler à des minuscules<br />

volcans.<br />

<strong>Il</strong>s disparaissent ensuite pour laisser place à des jolies billes vertes,<br />

trasparentes, qui tournent rapidement sur elles-memes, roulent, se heurtent<br />

et semblent se pourchasser, au milieu des flammes multicolores, des reflets<br />

irisés du bain incandescent.<br />

Lo stadio delle biglie verdi, non mi è chiaro a cosa corrisponda.<br />

Oggi 3/5/93 ho iniziato l’esperienza del regolo a modo mio. Ebbene qu<strong>al</strong>cosa<br />

di an<strong>al</strong>ogo <strong>al</strong>le biglie avviene quando nel bagno di fusione di gaia<br />

vergine, così come esce d<strong>al</strong>la miniera, senza precottura né prefusione<br />

purificatoria, si aggiunge un poco di aiutante formato da nitro e cremore di<br />

tartaro ana.<br />

Dopo una prima violenta fumata d<strong>al</strong>l’odore terribile si formano effettivamente<br />

queste bilie, prededute dai minuscoli vulcani, che sono l’aspetto che prende il<br />

s<strong>al</strong>e, dopo la prima “soffiata”, come tocca il bagno rovente e si fonde.<br />

L’aiutante prima soffia, poi fonde con boccuccie (vulcani), poi si trasfoma in<br />

biglie b<strong>al</strong>lonzolanti sul bagno.<br />

Anche Gaia da sola, se ben c<strong>al</strong>da, respira ed emette bolle nere e voluminose.<br />

La colata è riuscita di gran lunga la migliore di tutti : ho sempre scremato<br />

prima: d’ora in poi lo farò sempre. <strong>Il</strong> regolo è già ben disegnato, <strong>al</strong>la spaccatura.<br />

Non occorre poi cuocere troppo a lungo, e anzi, vista la volatilità del mercurio<br />

una cottura protratta può essere dannosa.<br />

Qu<strong>al</strong>che volte credo di aver stracotto, in passato. Mercurio crudo e zolfo cotto,<br />

si potrebbe dire parafrasando un vecchio proverbio gastronomico (carne<br />

cruda e pesce cotto).<br />

MI E’ SORTO IL DUBBIO SE NON SIA MEGLIO MANDARE GAIA<br />

ALLE NOZZE SENZA DISTURBARLA IN NESSUN MODO PRIMA .GLI<br />

AIUTANTI HANNO RITROVATO IN QUESTO MODO IL LORO<br />

VIGORE, E TUTTA LA LAVORAZIONE SEMBRA PIU’ AGEVOLE.<br />

LE SCORIE SONO BELLE OSSIDIANE COME UN TEMPO, FINALMENTE.<br />

GAIA LA TOSCANA E’ MIGLIORE DELLA SUA SORELLA FRANCESE<br />

(STIBINA D’ITALIA!...dice Stefano d’ Alessandria, cfr pag.23 della Biblioteca<br />

Alchemica dei PICCOLINI); del resto <strong>al</strong>la fusione secondo Atòrene non lascia<br />

scorie o quasi, e poi non è vero forse che “TOUT EN EST BON” ?<br />

4 maggio. Martedi’. Condizioni climatiche ottime che mi hanno indotto <strong>al</strong><br />

lavoro. NOTA BENE: PER UNA FORTUNATA DISPOSIZIONE IL<br />

FORNO, SUL SOLITO TAVOLONE SI TROVA PERFETTAMENTE<br />

ESPOSTO ALLA LUNA, QUASI PIENA. SERATA ASSOLUTAMENTE<br />

PERFETTA.


Ore 19,40 ol. Accensione. Propano a 2,5 decimi: uso il forno rotondo<br />

rinforzandone la coibentazione con doppio strato di mattoni refrattari. Crogiolo<br />

nuovo Bozzi num.1, carica composta da tutto il precotto rimasto d<strong>al</strong>l’ anno<br />

scorso (1992 vedi file precotto) più Gaia assolutamente vergine.<br />

La carica viene messa tutta a freddo. Procederò a modo mio: purificando<br />

quando è fusa con il solito aiutante di nitro e tartaro ana .<br />

Proverò i due aiutanti cosi’ fatti, anche quello con manganese e tartaro crudo.<br />

Ore 19,55 già tutto fuso. Ripiano sempre con Gaia vergine e verso dei due<br />

s<strong>al</strong>i, sempre a cucchiaini : l’aiutante con tartaro crudo sembrerebbe più fiacco.<br />

Quello solito dà invece una bella reazione vivace .<br />

Mi viene il mente di provare a incorporare del ferro <strong>al</strong>drich in una carica di<br />

s<strong>al</strong>e, e anche di incorporarne un pò da solo per vedere cosa succede. In<br />

fondo per ingravidare una donna basta uno spermatozoo , non una grande<br />

quantità. Quanto è il peso del seme rispetto a quello della terra? E se il<br />

seme è troppo non si ha <strong>al</strong>tro che spreco.<br />

Gaia <strong>al</strong> rosso divora un cucchiaino di ferro <strong>al</strong>drich freddo come se niente<br />

fosse.<br />

Allora incorporo tre cucchiaini rasi di ferro <strong>al</strong>drich ad <strong>al</strong>trettante cariche<br />

di s<strong>al</strong>e: ebbene le cariche ferrate danno reazione più energica e con più<br />

scintille, anche se il fenomeno può essere facilmente spiegato con il lancio di<br />

microparticelle di ferro.<br />

Alle 20 , 36 ol aggiungo s<strong>al</strong>e semplice, e mi sembra che la reazione si vada<br />

affievolendo. Ma <strong>al</strong>le 20, 43, dopo una vigorosa rimescolata dei nuovi getti di<br />

s<strong>al</strong>e ottengono di nuovo una reazione vivace.<br />

Ore 20, 51 basta s<strong>al</strong>e. decido di lasciar cuocere e poi di scremare e colare.<br />

Tuttavia poi, nella fretta, non scremerò.<br />

ORE 21,00 ASPETTO CURIOSO DEL MATERIALE PERFETTAMENTE<br />

FUSO. COME SCHIUMA DI MARE, CHE DOPO SOLLEVATO IL<br />

COPERCHIO DEL + SI TRASFORMA IN UN PIEGHETTATO CHE<br />

RICORDA IL LIBRO DI FOGLIE MERCURIALE.<br />

21, 05 COLATA ASSOLUTAMENTE PERFETTA, FINALMENTE! E<br />

NON HO SCREMATO. VERSO NEL SOLITO VECCHIO MORTAIO,<br />

CON IL + SOPRA COME COPERCHIO. Ripasso poi tutto nel forno c<strong>al</strong>do,<br />

risc<strong>al</strong>do ancora fino <strong>al</strong>le 21, 08 quando spengo e chiudo il forno. Non ho cotto<br />

di più, nonostante le condizioni climatiche ottime perché ho avuto<br />

l’impressione che la fiamma di sfiato del forno rotondo si stesse facendo<br />

bianca opaca per la perdita di stoffa del vestito bianco degli angeli.<br />

Sicché, non volendo rischiare sprechi, ho spento.<br />

5 maggio .Tempo cattivo. Non c’è niente da fare. Avvicinandosi la luna piena


il tempo peggiora. Tutto coperto. Cerco di staccare il materi<strong>al</strong>e d<strong>al</strong> mortaio di<br />

cui sopra, ma viene via a pezzi o in polvere , perché è aderentissimo. <strong>Il</strong><br />

mortaio è stato corroso in <strong>al</strong>cuni punti e ha ripreso il colore dell’ottone ! Dovrò<br />

rifondere.<br />

6 maggio. Luna piena <strong>al</strong>le 5’40. Ha diluviato tutta la notte e vado a Quartu<br />

sotto un nubifragio. Verso sera, ora che scrivo sono le 19, 20 il cielo è coperto<br />

ma non piove più. La temperatura è ris<strong>al</strong>ita, ma questa mattina faceva molto<br />

freddo.<br />

8 maggio, sabato. C<strong>al</strong>do. Tempo incerto con nuvolosità variabile. <strong>Il</strong> materi<strong>al</strong>e<br />

staccato a martellate d<strong>al</strong> mortaio pesava 350 grammi. La bilancia usata è<br />

sempre quella rotonda in plastica. Decido di utilizzare 220 grammi del<br />

materi<strong>al</strong>e strappato d<strong>al</strong> mortaio e 80 grammi dei chiodini di ferro dolce.<br />

L’idea è che parte dello zolfo del trisolfuro dovrebbe essere stato consumato<br />

nell’esperienza precedente, nella qu<strong>al</strong>e è stato anche fornito un poco di ferro<br />

Aldricht.<br />

17 e 45. Accensione. Aria <strong>al</strong> solito, rubinetto cannello <strong>al</strong> solito.<br />

Propano 0,8 atmosfere. Inseriti 80 grammi di chiodini a freddo tutti insieme.<br />

Forno rotondo rinforzato con due strati di mattoni refrattari tutt’intorno. <strong>Il</strong><br />

forno rimane <strong>al</strong> natur<strong>al</strong>e solo d<strong>al</strong>la parte del cannello. <strong>Il</strong> tutto posizionato<br />

sul solito tavolone davanti <strong>al</strong>la casetta.+ numero uno Bozzi.<br />

17,58 ol i chiodi sono rosso ciliegia. Si mette pochissimo materi<strong>al</strong>e per<br />

vedere se fonde : temevo qu<strong>al</strong>che problema tipo quelli di Pasqua: invece tutto<br />

liscio. Fonde quasi subito e si attacca e attacca i chiodi.<br />

18,06 messi tutti i 220 grammi del materi<strong>al</strong>e preparato, in tre-quattro<br />

volte. Si mescola energicamente con lo spiedo d’acciaio. Chiodini e<br />

materi<strong>al</strong>e, in consistenza di pasta si attaccano <strong>al</strong>la punta. <strong>Il</strong> materi<strong>al</strong>e fonde<br />

quasi subito. Porto il propano ad 1 atmosfera.<br />

18,20 ottima fusione. Tutto ben liquido. Si da una vigorosa mescolata con<br />

lo spiedo d’acciaio. Mantengo il propano ad una atmosfera. Alle 18,22 il +<br />

è gi<strong>al</strong>lo arancio.<br />

18,26 iniziata la s<strong>al</strong>atura. Uso s<strong>al</strong>nitro e tartaro ana, senza nulla d’<strong>al</strong>tro,<br />

mettendone poco per volta, circa mezzo cucchiaino 18, 35 <strong>al</strong>tro s<strong>al</strong>e, sempre<br />

nitro + tartaro, e vigorosa mescolata.<br />

18,40 ol <strong>al</strong>tro s<strong>al</strong>e, un pò di più e vigorosa mescolata. <strong>Il</strong> materi<strong>al</strong>e in<br />

fusione si attacca tenacemente <strong>al</strong>lo spiedo.


18, 46 <strong>al</strong>tro s<strong>al</strong>e, ma sempre con parsimonia. Reazione sempre viva. Farò<br />

cuocere tutto dopo l’ultima s<strong>al</strong>atura ancora per dieci minuti e poi colerò .<br />

Come stampo si usa il bricchetto rotondo, abbondantemente cerato con<br />

cera proveniente da pacco di “10 CANDELE STEARICHE VITTORIA,<br />

CERERIA DI GIORGIO SPA POMEZIA ROMA.”<br />

<strong>Il</strong> bricchetto è immerso in un catino d’acqua, ma in modo che non g<strong>al</strong>leggi.<br />

19.00. Colo. Colata ottima, preso il + d<strong>al</strong>l’<strong>al</strong>to e colato subito , senza rigirarlo.<br />

<strong>Il</strong> + si vuota tutto perfettamente. Getto bellissimo, ma la cera brucia,<br />

s’infiamma , scoppietta, l’acqua bolle vigorosamente. Una cosa davvero<br />

pirotecnica.<br />

19,16. raffreddamento quasi completato. Con la cera, molto abbondante ,si<br />

ottiene un distacco perfetto, <strong>al</strong> primo colpetto sullo stampo. Lingotto<br />

perfettissimo con, <strong>al</strong>la frattura, non si potrebbe desiderare più nitida separazione<br />

fra luce e tenebre. Le scorie sono tuttavia molto tenaci e aderenti <strong>al</strong>la parte<br />

regolina, anche se sono lentamente solubili in molta acqua spesso cambiata.<br />

21,00 ol nuova corsa. <strong>Il</strong> regolo di prima lavato e purificato il più possibile, ma<br />

con qu<strong>al</strong>che residuo attaccato ancora, più il regolo <strong>al</strong>la Nassagora ( con<br />

chiodini) preparato il 1 maggio, che è <strong>al</strong>la 2R ( da compiersi: il lavoro di<br />

oggi). L’idea è che anche il materi<strong>al</strong>e estratto d<strong>al</strong> mortaio e fuso prima possa<br />

essere considerato come avente sopportato già prima congiunzione e una R,<br />

quella di questo stesso pomeriggio.<br />

Del resto, <strong>al</strong>l’esame, i due regoli apparivano ad un dipresso identici.<br />

Anche qui userò s<strong>al</strong>nitro e tartaro ana e da soli. Sembra più efficace questa<br />

miscela del s<strong>al</strong>nitro da solo, e soprattutto impedisce <strong>al</strong> s<strong>al</strong>nitro di far rocca<br />

, mantenendo la carica più fluente. Dovrei anche provare il tartaro da solo,<br />

per scrupolo; per Capello il s<strong>al</strong>nitro non è indispensabile nel preparare il<br />

regolo marzi<strong>al</strong>e.<br />

Uso un + piccolo Bozzi, con etichetta: “ Penultima purificazione del regolo a,<br />

usato s<strong>al</strong>e doppio vecchio” .<br />

21,10 accensione. Propano 0,5 atmosfere, resto invariato.<br />

21,21 ol. Quasi tutto fuso. Inserito tutto il regolo di prima più tutto il regolo<br />

di prima , più tutto quello della esperienza condotta fino <strong>al</strong>la 2R con i chiodi<br />

secondo Naxagora. <strong>Il</strong> s<strong>al</strong>e doppio ana reagisce vigorosamente.<br />

21, 30 .Provo il s<strong>al</strong>nitro di 1a scelta, lavato e crist<strong>al</strong>lizzato. Per la verità nulla<br />

di speci<strong>al</strong>e, reazione fiacca. I due ana danno invece reazione molto viva, il<br />

crogiolo piccolo è molto c<strong>al</strong>do e anche il coperchio è molto rosso.<br />

21, 40 ol ultima bella carica di s<strong>al</strong>e ana, mescolando vigorosamente. Tutto


procede bene, ma ancora deve sorgere la luna!<br />

21, 43 ol. Vigorosa rimescolata con lo spiedo piccolo. Sembra tutto a posto<br />

.Concedo i dieci minuti di cottura fin<strong>al</strong>e tranquilla, senza toccare più in <strong>al</strong>cun<br />

modo. Questa cottura fin<strong>al</strong>e mi sembra che giovi molto <strong>al</strong>la fluidità ed <strong>al</strong>la<br />

omogeneità della colata.<br />

21, 53. Colata perfetta. + rimasto bello vuoto. Stesso stampo di prima, ricerato<br />

sempre con larghezza. Dispongo lo stampo nella fornace, c<strong>al</strong>dissima, rossa,<br />

anche dopo spento il cannello. Lo stampo poggia sul +, che non può fare<br />

da coperchio perchè è più stretto dello stampo e cade a contatto del bagno.<br />

Sullo stampo metto sopra il coperchio del + e chiudo bene la fornace.<br />

9 maggio , ore sette circa . Estratto lo stampo d<strong>al</strong>la fornace e riposto <strong>al</strong> buio<br />

nell’armadio della mia camera. Noto che le scorie sul lingotto sono gi<strong>al</strong>le,<br />

segno di maturità secondo Naxagora. Non manipolerò il lingotto e soprattutto<br />

le scorie prima del tramonto.<br />

RIFLESSIONE: In queste esperienze dopo una prima fase in cui indossavo<br />

i guanti antitaglio, quelli rivestiti di gomma pesante, sto maneggiando spiedi<br />

per agitare , cucchiai a manico lungo e pinze da + a mani nude.<br />

Manipolo anche proprio i materi<strong>al</strong>i a mani nude, tanto il regolo che soprattutto<br />

le feccie. T<strong>al</strong>volta queste ultime sembrano leggermente caustiche. Ciò viene<br />

fatto deliberatamente. Non voglio ostacolare in <strong>al</strong>cun modo eventu<strong>al</strong>i scambi<br />

energetici fra la mia carcassa e il materi<strong>al</strong>e <strong>al</strong>chemico.<br />

Sempre più spesso le mani mi prudono, e le sento in modo particolare.<br />

Questa sensazione va aumentando, e ciò non è affatto spiacevole, tutt’<strong>al</strong>tro.<br />

ESPERIENZE SUL “REGOLO VENEREO D’ANTIMONIO”<br />

<strong>Il</strong> 2 giugno 1993 tentato di produrre del regolo venereo d’antimonio, <strong>al</strong>lo scopo<br />

di studiarne le caratteristiche e di vedere anche come Gaia se la cavava a<br />

divorare un partner diverso da quello solito, sopratutto avendo in mente il<br />

massacro degli innocenti, la cibazione, il regime, insomma tutti quei casi in<br />

cui parrebbe si debba nutrire il nostro Dragone.<br />

Dunque ho preparato:<br />

100 grammi abbondanti di rame, parte in laminette vecchie (ibs) e parte in<br />

goccioline del tipo elettrolitico;<br />

220 grammi di Gaia, quasi tutta cruda più una piccola parte di precotto<br />

rimasto d<strong>al</strong>l’anno scorso e d<strong>al</strong>le esperienze di aprile e maggio di quest’anno.<br />

50 grammi di s<strong>al</strong>e, composto con 20 grammi di nitro e tartaro ana e da soli + 30<br />

grammi di nitro e tartaro + tartaro crudo+ kmno3.


Anche il s<strong>al</strong>e residuato da esperienze precedenti. Una sorta di esperienza<br />

fatta per ripulire la dispensa.<br />

Aria come per la c<strong>al</strong>cinazione precedente, propano 0,6 atm. Tempo ottimo,<br />

luna quasi piena. SARA’ LUNA PIENA ALLE 15, 02 DI VENERDI 4<br />

GIUGNO, QUANDO VI SARA’ UNA ECLISSI TOTALE DI LUNA, NON<br />

VISIBILE DALL’ ITALIA.<br />

Serata magnifica, forse appena appena un pò ventosa. Forno solito rotondo,<br />

con doppio strato di refrattari attorno, crogiolo nuovo mai usato, di tipo medio,<br />

con il solito vecchio coperchio.<br />

Ore 21 e 12 accensione. Ore 21 e 25, rame molto rosso, + gi<strong>al</strong>lo, arancio<br />

chiaro.<strong>Il</strong> rame pare essersi abbassato nel +.<br />

Ore 21 e 30, inserito primo quantitativo di Gaia nel + la reazione sembra meno<br />

viva che con il ferro. Del resto Gaia è una donna, e Venere pure.<br />

Ore 21 e 38. Ol completato caricamento con Gaia. La prima porzione di essa,<br />

formata di pezzi grossi, non tostati ne trattati in <strong>al</strong>cun modo ha divorato senza<br />

nessun problema Venere: nonostante l’inerzia apparente, la corrosione è stata<br />

subitanea. Riportato il propano a 0, 6 atm.<br />

ore 21 e 46. iniziata la s<strong>al</strong>atura. La reazione è sempre viva come <strong>al</strong> solito: il<br />

materi<strong>al</strong>e è perfettamente fuso e può essere miscelato benissimo con la verga<br />

d’acciaio.<br />

ore 21 e 54. Ottima fusione. Altro s<strong>al</strong>e, riduco pressione a 0, 4 atm<br />

ore 22 e 02. s<strong>al</strong>atura ultimata. Estratta un pò di scoria per vedere con il<br />

cucchiaio.<br />

ore 22 e 10. Inserito un poco di Kmno3 per vedere l’effetto. Reazione fiacca.<br />

Iniziati i dieci minuti di riposo di precolata.<br />

ore 22 e 22 colo. COLATA PERFETTA, solo il + è più pesante del previsto e<br />

devo afferrarlo con l’ attizzatoio, perche con la pinza sola da + non riesco a<br />

ghermirlo. Come stampo ho usato quello grande da budino incerato da<br />

molto. E’ la prima volta che lo uso. Non ho tenuto lo stampo in c<strong>al</strong>do, ma lo<br />

ho esposto <strong>al</strong>l’aria della notte per vedere di impedire la s<strong>al</strong>datura del regolo<br />

<strong>al</strong>le pareti.<br />

Mi sembra che lo stampo rimesso nel forno faciliti l’ aderenza.<br />

FORTE, PIACEVOLE PRURITO ALLA MANO SINISTRA IN<br />

PARTICOLARE. GRAN PARTE DELLE MANIPOLAZIONI SONO


STATE FATTE SENZA GUANTI. ALTRE CON I SOLITI GUANTI ANTI<br />

TAGLIO.

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