riflessioni sulla sintassi di un testo padovano medioevale

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Nigel Vincent
stato o permette un tipo di cursus più ricercato di quello che si sarebbe avuto senza
la dislocazione.
Ma dirò di più. Ciò che ho argomentato finora consente di capire i motivi che
determinano il ruolo di questa struttura all’interno dell’elegante prosa latina che
Rolandino si prefiggeva di comporre, ma la stessa sequenza è attestata anche nella
prosa volgare dell’epoca. Segre (1952 (1976), 194), nella sua classica indagine delle
strategie sintattiche dei primi prosatori volgari, segnala mendichissimo animo et
affannato di Guittone (7,118) e il brunettiano per franche parole e vittoriose (55,9).
Il progetto SAVI ha potuto confermare la presenza del fenomeno in testi che provengono
da tutte le regioni. Riporto qui una piccola selezione degli esempi:
(1) E da questi grandi omini e possenti (Veneto, Lapidario Estense, prol. 58)
(2) portao de mirabili marosi e graindi
(Liguria, Dialogo de sam Gregorio in vorgà, prol. P. 72)
(3) Rio homo e malvaxe, io te comando (Emilia, Vita di San Petronio, p. 19)
(4) aportano molta chacciagione e buona
(Umbria, Il conto di Corciano di Perugia, 7,18)
(5) fanno bello mangiare e nobele
(Umbria, Il conto di Corciano di Perugia, 24,17)
(6) alcune cavalleruse et usate persune et ardite
(Napoli, Libro de la destructione de Troya , 50:20)
(7) e de diversi herbi et hodoriferi
(Sicilia, Libru de lu dialagu de sanctu Gregoriu Palermo, 163:26)
(8) avia unu bellu cavallu e multu mansuetu
(Sicilia, Libru de lu dialagu de sanctu Gregoriu Palermo, 80:7)
Anche se in un Guittone o un Guido Fava si può legittimamente parlare dello sforzo
voluto di foggiare una prosa vernacolare che rispecchi i canoni ritmici dell’ars
dictaminis, opere quali il napoletano Libro di distruzione e ancor più l’idiosincratico
Conto di Corciano di Perugia umbro dimostrano un tono e un’ambizione stilistica
del tutto alieni alle tradizioni della prosa d’arte. In tali casi non si può quindi
parlare dell’effetto del cursus, ma dobbiamo invece pensare a un prestito sintattico
latino che ha ottenuto una vita in parte autonoma tra le risorse stilistiche a cui attingevano
gli autori volgari dell’epoca. Qualche legame con i modelli latini deve essere
comunque persistito come si deduce dal fatto che quando, coll’arrivo dell’umanesimo,
si preferisce ricorrere a modelli classici e non agli schemi elaborati dai
maestri medievali, non solo il tasso di strutture quali in humana pagina et divina si
riduce ai modesti livelli rinvenibili in un Cicerone o un Livio ma nel corrispettivo
volgare sparisce del tutto.
3.2. Completive e causative
L’indizio forse più semplice e diretto di una tendenza volgarizzante nel settore
delle completive è l’uso di quod seguito sia dall’indicativo sia dal congiuntivo, che