riflessioni sulla sintassi di un testo padovano medioevale

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418 Nigel Vincent infiniti attivo e passivo, Rolandino adopera con pochissime eccezioni 8 l’infinito passivo se il verbo retto da facere è transitivo: Ecelinum ipsum … decenter conduci fecit Baxanum ‘fece lo stesso E. condurre con decoro a Bassano’ (I.9.27); fecitque illi honorem fieri ‘gli fece rendere onore’ (I.9.25); nominari fecit Marchiam tarvisinam et Paduam usque in partibus transmarinis ‘rese famose la Marca Trevigiana e Padova fin nelle parti d’oltremare’ (I.11.18); fecit … in Padua hedificari palacia magna et pulcra valde ‘fece edificare a Padova alcuni palazzi grandi e molto belli’ (II.1.12); se poni fecit in coltam ‘si fece iscrivere nella colletta’ (II.1.13); fecit eligi CC milites de Padua ‘fece scegliere 200 soldati di Padova’ (IV.3.59); Ecelinus … Paduanos armari fecit et in destrariis sedentes ‘E. fece armare i Padovani e salire sui destrieri’ (IV.5.42); ipsum … faciebat custodiri per Sarracenos ‘lo faceva custodire dai Saraceni’ (IV.6.77; cfr IV.11.51); fecit sibi Monteclum maiorem dari ‘si fece consegnare Montecchio Maggiore’ (IV.11.49, cfr IV.13.17); fieri fecit mortalem carcerem … cui carceri nomen imposuit et fecit vocari Maltam ‘fece fare un mortifero carcere … e a questo carcere impose il nome di Malta e così lo fece chiamare’ (VI.16.81, cfr VI.6.71). Un bel triplo minimo si osserva nella frase ipse Salinwerra … fecit eum honorabiliter sepeliri ‘S. lo fece onorevolmente seppellire’ (II.2.39) confrontata da un lato con un passo dalla Bibbia istoriata – Ysaac e so fradelo Ysmahel sì ’l fa sepelire (Gen cxxiiii) – e dall’altro con la versione di questo ultimo nella Vulgata et sepelierunt eum Isaac et Ismahel (Gen 25.9). Laddove la Vulgata conserva l’uso classico del verbo semplice, i due esempi padovani hanno in comune la perifrasi causativa, ma si distinguono per la diatesi dell’infinito. 9 Per i verbi inaccusativi e per certi riflessivi Rolandino adopera invece l’infinito attivo: fecerunt se ad domos occupancium deportare ‘si fecero portare alle loro case’ (I.14.19); que nostros faciant inimicos de suis excessibus penitere ‘che facciano pentire i nostri nemici dei loro errori’ (II.12.55); et eos faciet de suis excessibus penitere ‘e li faccia pentire dei loro errori’ (II.14.60); fecitque illuc Veronenses venire ‘e fece venire lì i veronesi’ (IV.6.38, cfr X.4.14); fecit eum venire Paduam ‘lo fece venire a Padova’ (IV.11.8); et stare fecit totum exercitum ‘e fece stare tutto l’esercito’ (IX.11.14, cfr X.9.6); XI milia personarum … quos…perire fecit (IX.8.25); facit lascivire asellum ‘rende insolente l’asinello’ (X.17.13); fecit Albricum … manere ‘fece rimanere A.’ (XII.16.26). 10 8 Le due eccezioni a questa regola che ho colto sono: et dampnificare fecit…inimicos (IV.13.3) e fecerat fabricare Ecelinus illas letteras (XI.2.30). 9 Nello stesso tempo quest’esempio indica i limiti evidenziali di un testo come la Cronaca. Non si può dedurre nulla dalla separazione del verbo reggente e l’infinito, normale in latino ma anomalo nelle lingue romanze, dal momento che la sequenza honorabiliter sepeliri costituisce un perfetto cursus velox, effetto retorico che, come si è visto, ha la precedenza sulle consuete regole sintattiche. 10 Date le limitazioni di spazio, continuo la lista delle attestazioni in questa nota dando solo il verbo (nella forma pertinente attiva o passiva) e il rimando testuale: alligari (XI.17.21), capi et detineri
Tra latino e dialetto: riflessioni sulla sintassi di un testo padovano medioevale 419 Di particolare interesse sono esempi quali dici fecit et arengari ‘fece dire e proclamare’ (IV.12.26) e scribi fecit ‘fece scrivere’ (IV.12.29), perché confermano che il principio seguito dal nostro era di utilizzare l’infinito passivo per i verbi transitivi e inergativi e di riservare l’infinito attivo ai soli verbi inaccusativi e riflessivi. La distinzione tra inaccusativo e inergativo è fondamentale all’analisi dei costrutti causativi romanzi (Alsina 1996, cap 6) mentre il sistema latino classico è guidato dalla tradizionale opposizione tra attivo e passivo. La sintassi rolandiniana è qui, come felicemente dice Fiorese, ‘sospesa tra italiano e latino’ in quanto lo scrittore si avvale del costrutto causativo romanzo, ma per la sua realizzazione attinge alle risorse morfologiche del latino. Ciò che abbiamo visto per il verbo fattitivo vale anche per i verbi percettivi. Si notino gli infiniti attivi degli inaccusativi: eum vidi … advenire ‘lo vidi arrivare’ (II.16.8), hoc autem videntes extrinseci esse mortem et periculum defensorum ‘gli assedianti vedendo che ciò produceva (lett. ‘era’) morte e pericolo per i difensori’ (VIII.13.51), videntes intrinseci se perire ‘gli assediati vedendosi perire’ (X.2.21). Con un verbo transitivo invece è normale l’infinito passivo: decipi vidi aliquando piscem hamo ‘ho visto ingannare il pesce con l’amo’ (II.17.7); video propheciam … matris mee perfici et compleri ‘vedo che si attua e si compie la profezia di mia madre’ (XII.15.9); sencientes aliquid per exercitum murmurari ‘sentendo qualche mormorazione nell’esercito’ (IX.11.10). 11 Con i verbi percettivi troviamo inoltre casi come i seguenti: audiverunt quidam eundem … dicentem ‘alcuni lo sentirono dire’ (II.16.18); videns et audiens potestatis ministros eidem Tavalle crudeliter cominantes ‘vedendo e sentendo i ministri del podestà minacciare T. crudelmente’ (VI.15.43). Un participio presente retto da video o audio non è certamente sconosciuto nel latino classico (Kühner-Stegmann 1962, 703-4), e se non sopravvive nelle lingue romanze moderne, se ne trovano occorrenze non infrequenti nei volgari antichi (Corti 1953, 342-3). Dagli spogli SA- VI citiamo gli esempi veneti in (9) da mettere accanto al dantesco (10): (9) a. … et ello vete una bellitissima verzene stagando sovra un altare, e tegnando un fantolin in le soe braze … (Cronica deli imperadori, 1b) b. … conzo fosse cossa ch-ell-avesse vezudi li gladiadori combatando in siembre … (Cronica deli imperadori, 9b) (10) ‘Summae Deus clementiae’ … udi’ cantando … vidi spirti per la fiamma andando (Purgatorio xxv, 121-4) (V.9.14, VI.15.27, VI.16.25), claudi (V.4.35), convenire (IX.7.38), decapitari (VI.7.6), decollari (X.11.32), desiccari (VIII.9.30), eminere (XI.14.8), incarcerari (VI.16.29), murari (VIII. 11.21), perpeti (X.11.32), poni (V.8.10, VI.16.33), submitti (X.9.15), trepidare (XI.9.39). 11 Da segnalare in questo esempio l’indizio lessicale del sostrato volgare che è il verbo sentire al posto del classico audire in un contesto in cui il modo di percezione non è in dubbio.
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