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Testo della relazione in formato pdf - SPVet.it

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scientifici, 99 particolarmente nei settori dell’<strong>in</strong>formatica, <strong>della</strong> fisica e <strong>della</strong><br />

matematica. Da pr<strong>in</strong>cipio, i maggiori ed<strong>it</strong>ori scientifici accolsero la nov<strong>it</strong>à con<br />

forte scetticismo: vedevano messa a rischio la vend<strong>it</strong>a delle versioni a stampa e<br />

non sapevano come gestire una tecnologia così <strong>in</strong>novativa. Anche molti tra gli<br />

studiosi erano preoccupati <strong>della</strong> nuova tendenza, paventando una perd<strong>it</strong>a di<br />

rigoros<strong>it</strong>à a segu<strong>it</strong>o del mancato controllo <strong>della</strong> qual<strong>it</strong>à scientifica, stabil<strong>it</strong>o dal<br />

sistema <strong>della</strong> peer-review.<br />

Nonostante ciò, nel 1987 apparve <strong>in</strong> rete il primo e-journal, lo “New Horizons <strong>in</strong><br />

Adult Education”, solo testuale e distribu<strong>it</strong>o gratu<strong>it</strong>amente. C<strong>in</strong>que anni dopo fu<br />

disponibile la prima rivista di medic<strong>in</strong>a esclusivamente elettronica: lo “Onl<strong>in</strong>e<br />

Journal of Current Cl<strong>in</strong>ical Trials”, corredata di figure e grafici e la cui<br />

sottoscrizione era a pagamento. 100 Entrambe queste testate dig<strong>it</strong>ali garantivano<br />

anche la peer-review. Fu solo nel periodo 1991-1995 che un grande ed<strong>it</strong>ore<br />

scientifico, Elsevier, si lasciò co<strong>in</strong>volgere nella distribuzione on-l<strong>in</strong>e di riviste<br />

elettroniche con il progetto TULIP e nel 1999 era già disponibili <strong>in</strong> rete circa 2000<br />

e-journal di alcuni tra i maggiori ed<strong>it</strong>ori <strong>in</strong>ternazionali.<br />

Passato il primo periodo di scetticismo, gli ed<strong>it</strong>ori avevano ormai def<strong>in</strong><strong>it</strong>ivamente<br />

occupato la nicchia dell’e-journal, applicandovi gli stessi cr<strong>it</strong>eri di qual<strong>it</strong>à e di<br />

sicurezza già def<strong>in</strong><strong>it</strong>i per le riviste a stampa. Purtroppo avevano anche mantenuto<br />

la stessa pol<strong>it</strong>ica commerciale, per cui non di rado l’accesso alla versione on-l<strong>in</strong>e<br />

delle rivista era preclusa a chi non era abbonato alla versione cartacea, quando<br />

non si doveva pagare anche un supplemento.<br />

L’e-journal ha <strong>in</strong>dubbi vantaggi pratici sulla stampa: m<strong>in</strong>ore è il tempo di<br />

pubblicazione e di distribuzione, i l<strong>in</strong>k ipertestuali permettono di ‘saltare’<br />

rapidamente agli articoli c<strong>it</strong>ati <strong>in</strong> bibliografia o alle altre pubblicazione dello<br />

stesso autore o <strong>della</strong> stessa testata, ma tutto ciò ad un costo per il lettore che i<br />

sognatori di vent’anni prima non avevano messo <strong>in</strong> conto. La tecnologia dig<strong>it</strong>ale e<br />

il WWW non hanno, <strong>in</strong> realtà, risolto la crisi dell’ed<strong>it</strong>oria scientifica: le biblioteche<br />

cont<strong>in</strong>uano ad avere problemi di f<strong>in</strong>anziamento e i lettori cont<strong>in</strong>uano ad essere<br />

travolti, forse ancor più di prima, dalla quant<strong>it</strong>à di <strong>in</strong>formazioni prodotte e<br />

pubblicate, affl<strong>it</strong>ti dal cosiddetto <strong>in</strong>formation overflow. Anche gli autori, nella<br />

stretta del publish-or-perish, non godono ancora di grandi vantaggi <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di<br />

rapid<strong>it</strong>à di pubblicazione.<br />

Per cercare di ‘rompere’ il circolo vizioso, <strong>in</strong> parallelo alle riviste elettroniche<br />

nacquero gli open archive: una sorta di database che rende disponibili <strong>in</strong> un s<strong>it</strong>o<br />

Internet articoli, abstract e rapporti tecnici redatti direttamente dagli autori,<br />

sfuggendo qu<strong>in</strong>di alla strettoia del processo di pubblicazione ‘classico’. I pr<strong>in</strong>cipali<br />

vantaggi sono la gratu<strong>it</strong>à <strong>della</strong> pubblicazione e <strong>della</strong> lettura, e l’immediatezza<br />

<strong>della</strong> disponibil<strong>it</strong>à. Il primo degli open-archive è stato fondato nel 1991 da Paul<br />

G<strong>in</strong>sparg, del Los Alamos National Laboratory, dedicato ad alcuni settori <strong>della</strong><br />

99 Il primo network di pubblicazione onl<strong>in</strong>e, rivolto ad una comun<strong>it</strong>à delim<strong>it</strong>ata ma aperta di ricercatori risale alle org<strong>in</strong>i<br />

di ARPAnet. Si tratta delle Requests For Comments (RFC), <strong>in</strong> cui gli arch<strong>it</strong>etti <strong>della</strong> rete scambiavano suggerimenti,<br />

soluzioni ed idee e le sottoponevano a reciproca cr<strong>it</strong>ica. Proprio nelle RFC si trovano i documenti fondamentali dei<br />

protocolli di rete, tra cui ad esempio quello di Toml<strong>in</strong>son per la posta elettronica. Le RFC sono ancora disponibili<br />

all’<strong>in</strong>dirizzo: http://www.rfc-ed<strong>it</strong>or.org/rfc.html.<br />

100 Era necessario un software dedicato per poterla leggere, poiché lo World Wide Web non era ancora disponibile.<br />

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