06.06.2013 Views

Redone n. 1-2 anno 2009 - Parrocchia GOTTOLENGO

Redone n. 1-2 anno 2009 - Parrocchia GOTTOLENGO

Redone n. 1-2 anno 2009 - Parrocchia GOTTOLENGO

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

NELLA RISURREZIONE<br />

DI CRISTO<br />

OGNI VITA RISORGE!<br />

il <strong>Redone</strong><br />

- 1 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Periodico d’informazione della <strong>Parrocchia</strong> dei Santi Pietro e Paolo in Gottolengo<br />

numero 1-2<br />

<strong>anno</strong> <strong>2009</strong>


Il <strong>Redone</strong><br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Periodico d’informazione<br />

della <strong>Parrocchia</strong> Santi Pietro e Paolo di Gottolengo<br />

n. 1-2 - <strong>2009</strong><br />

Sito internet della <strong>Parrocchia</strong>:<br />

http://www.parrocchiagottolengo.it<br />

e-mail: donsaverio@libero.it<br />

Tel. 030 951042<br />

In questo numero<br />

Calendario Pastorale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2<br />

Il Parroco alla comunità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6<br />

La lettera del Vescovo Luciano e il Sinodo<br />

della Chiesa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8<br />

Convegno diocesano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11<br />

Intervento Conclusivo del Vescovo<br />

Mons . Luciano Monari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18<br />

Lettera agli sposi della diocesi di Brescia . . . . . . 19<br />

Angela e Mino ONORINI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23<br />

Direttorio per la celebrazione dei Sacramenti . . 24<br />

Indicazioni pastorali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25<br />

Pastorale della carità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26<br />

Vita oratoriana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27<br />

Oratorio in internet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28<br />

Taizè . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29<br />

Osservatorio missionario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30<br />

Econoia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31<br />

Lutti che h<strong>anno</strong> particolarmente colpito la Comunità<br />

parrocchiale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35<br />

Programma del pellegrinaggio per la<br />

CANONIZZAZIONE di Don Arcangelo Tadini . . . . . 52<br />

Comune di Gottolengo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53<br />

Concorso Fotografico Amatoriale Dilettanti . . . . 55<br />

Anagrafe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59<br />

Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 236<br />

del 16-5-1965<br />

Impaginazione e Stampa<br />

nadir 2.0 srl<br />

Via Portesi, 38 - 25080 Ciliverghe di Mazzano (BS)<br />

Tel. 030.2629680 - Fax 030.2620887<br />

CALENDARIO<br />

PASTORALE<br />

SANTE MESSE PRE-FESTIVE (Sabato o vigilia delle feste):<br />

• ore 16.00 alla Casa di Riposo (Ore 17.30 Luglio,<br />

Agosto e Settembre)Solo il sabato:<br />

• ore 18.00 (Ore 19.00 con l’orario legale) nella<br />

Chiesetta di Solaro;<br />

• ore 20.30 nella Chiesa parrocchiale;<br />

SANTE MESSE FESTIVE (Domenica o nei giorni festivi)<br />

nella Chiesa parrocchiale:<br />

• ore 8.00 - 9.30 - 11.00 - 18.00<br />

(19.00 quando c’è l’orario legale);<br />

SANTE MESSE FERIALI:<br />

• Al mattino con la preghiera delle lodi :<br />

* alle ore 08.00 - nella chiesetta dell’Oratorio da<br />

Novembre ad Aprile<br />

- nella Chiesa <strong>Parrocchia</strong>le da Maggio a Ottobre<br />

• Al pomeriggio con la preghiera dei vespri:<br />

* ore 16.00 - Da Novembre ad Aprile nella chiesetta<br />

dell’Oratori<br />

- Maggio nella chiesa parrocchiale<br />

* ore 16.30 Da lunedì a venerdì nella Casa di Riposo<br />

da Ottobre a Giugno<br />

* ore 17.30 - Giugno nella Chiesa parrocchiale;<br />

- Luglio, Agosto e Settembre nella Casa di Riposo<br />

* ore 18.30 - Ottobre nella chiesa parrocchiale<br />

SANTA MESSA DEL VENERDI’<br />

•* ore 18.30 - Da Novembre ad Aprile nella chiesetta<br />

dell’Oratorio<br />

•* ore 20.00 - Maggio nelle contrade;<br />

- Giugno - Luglio - Agosto al Cimitero<br />

•* ore 17.00 - Settembre - Ottobre al Cimitero<br />

DURANTE L’AVVENTO E LA QUARESIMA<br />

- da Lunedì a Sabato nella Chiesetta dell’Oratorio:<br />

•* ore 06,30 - Lodi e S. Messa<br />

•* ore 08.30 - Ora Media e S. Messa<br />

•* ore 16.00 - Vespri e S. Messa (escluso il Sabato)<br />

- 2 -<br />

MARZO <strong>2009</strong><br />

1. Domenica - Prima di QUARESIMA<br />

- 8° incontro corso fidanzati<br />

2. Lunedì - Ore 20.30 - Santa Messa per<br />

Gruppo teatrale Quo Vadis.<br />

3. Martedì - Incontro a Leno Catechisti 3°<br />

<strong>anno</strong> ICFR<br />

4. Mercoledì - Ore 20,30 - Preparazione<br />

degli animatori dei Centri d’Incontro<br />

5. Giovedì - Scuola di preghiera per<br />

adolescenti e giovani in Cattedrale con il<br />

Vescovo.<br />

6. Venerdì - Ore 14,30 - Incontro delle<br />

vedove nella chiesetta dell’Oratorio<br />

- Ore 15.00 - Adorazione eucaristica per<br />

il gruppo dell’apostolato della preghiera<br />

- Ore 17.00 - Incontro dei<br />

cresimandi in Oratorio<br />

- Ore 20.15 - Stazione Quaresimale<br />

contrada dell’Incidella, Via Crucis con<br />

atto penitenziale.<br />

7. Sabato - Ore 18.00 - Saluto in Cattedrale a<br />

Mons. Francesco Beschi<br />

8. Domenica - Seconda di QUARESIMA<br />

Ritiro di 1° media - Ritiro finale corso<br />

fidanzati<br />

9. Lunedì - In settimana riunioni nei Centri<br />

d’Incontro<br />

10. Martedì - CPP<br />

11. Mercoledì - Centri d’incontro per le<br />

comunità territoriali e per i Giovani<br />

12. Giovedì - Ritiro dei Sacerdoti – Scuola<br />

di preghiera per adolescenti e giovani in<br />

Cattedrale con il Vescovo<br />

13. Venerdì - Ore 17.00 - Incontro dei<br />

cresimandi in Oratorio<br />

- Ore 20.15 - Stazione Quaresimale<br />

Contrada del Tredone, Via Crucis con<br />

atto penitenziale.<br />

14. Sabato<br />

15. Domenica - Terza di QUARESIMA -<br />

Ritiro di 5° elementare<br />

16. Lunedì - Settimana vocazionale<br />

Zonale – Incontro zonale adolescenti a<br />

Gambara<br />

17. Martedì - Incontro zonale chierichetti a<br />

Gottolengo -Incontro Catechisti 3° <strong>anno</strong><br />

ICFR a Leno<br />

18. Mercoledì - Consiglio Presbiterale<br />

Diocesano. Incontro Zonale dei Gruppi<br />

Missionari a Gottolengo.<br />

19. Giovedì Grasso - SAN GIUSEPPE<br />

- Ore 10.00 - Santa Messa votiva<br />

all’Incidella<br />

- Ore 15.00 - Santa Messa nella cappella<br />

di San Giuseppe al Cimitero - Scuola di<br />

- 3 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

preghiera per adolescenti e giovani in<br />

Cattedrale con il Vescovo<br />

- Ore 20.30 - Rogo della Vecchia in<br />

Oratorio<br />

20. Venerdì - Ore 17.00 - Incontro dei<br />

cresimandi in Oratorio - Ore 20.15<br />

- Stazione Quaresimale Contrada di<br />

San Benedetto, Via Crucis con atto<br />

penitenziale.<br />

21. Sabato<br />

22. Domenica - Quarta di Quaresima -<br />

Giornata del Seminario – Ritiro della 5 °<br />

elementare – Pomeriggio educativo del<br />

1° <strong>anno</strong>. I.C.F.R.<br />

23. Lunedì - Preparazione Battesimi<br />

24. Martedì - Assemblea dei Centri<br />

d’Incontro con i missionari OMI<br />

- Comple<strong>anno</strong> di don Antonio (80 anni)<br />

25. Mercoledì<br />

26. Giovedì - Riunione dei sacerdoti della<br />

Zona - - Preparazione Battesimi<br />

27. Venerdì - Ore 17.00 - Incontro dei<br />

cresimandi in Oratorio<br />

- Ore 20.15 - Stazione Quaresimale<br />

Contrada dell’Oratorio, Via Crucis con<br />

confessioni.<br />

28. Sabato - Pellegrinaggio parrocchiale<br />

quaresimale a Nostra Signora della<br />

Brughiera – Triverio (Biella)<br />

29. Domenica - Quinta di Quaresima<br />

- Ritiro di 4° elementare – Battesimi<br />

comunitari - Pomeriggio educativo del 2°<br />

e 3° <strong>anno</strong> dell’ICFR<br />

30. Lunedì C.P.A.E.<br />

31. Martedì<br />

APRILE <strong>2009</strong><br />

1. Mercoledì<br />

2. Giovedì - Scuola di preghiera per<br />

adolescenti e giovani in Cattedrale con il<br />

Vescovo<br />

3. Venerdì - Ore 14,30 - Incontro delle<br />

vedove nella chiesetta dell’Oratorio<br />

- Ore 15.00 - Adorazione Eucaristica con<br />

il gruppo dell’Apostolato della preghiera<br />

- Partenza dei Cresimandi per Roma<br />

- Ore 20.15 - Stazione Quaresimale<br />

Contrada del Centro Storico, Via Crucis<br />

con atto penitenziale.<br />

4. Sabato - Veglia di preghiera giovanile in<br />

Castello di Brescia<br />

5. Domenica delle Palme - 24ª Giornata<br />

mondiale della Gioventù<br />

- (Vedi avvisi parrocchiali della Settimana<br />

Santa) : - Ore 09.30 - Processione delle<br />

Palme e S. Messa - Ore 19.00 - Santa


Il <strong>Redone</strong><br />

Messa per i Giovani<br />

6. Lunedì Incontro di preghiera con<br />

confessioni per i cresimandi<br />

7. Martedì Via Crucis Vivente<br />

8. Mercoledì Ritiro Spirituale per<br />

adolescenti e giovani e Atto penitenziale<br />

per tutta la Comunità parrocchiale.<br />

9. Giovedì Santo La Cena del Signore.<br />

Celebrazioni: Ricovero ore 15.00 – Ragazzi<br />

ore 17.00 – Adulti ore 20.30 – Alle<br />

celebrazioni si porta l’offerta frutto delle<br />

rinunce quaresimali (Vedi programma<br />

della Settimana Santa)<br />

10. Venerdì Santo La Morte del Redentore<br />

– Ore 15.00 Via Crucis per le vie del<br />

paese– Ore 20.30: Celebrazione liturgica<br />

– Adorazione notturna nella chiesetta<br />

dell’Oratorio. (Vedi programma della<br />

Settimana Santa)<br />

11. Sabato Santo Il Silenzio del Sepolcro -<br />

(Vedi programma della Settimana Santa)<br />

12. PASQUA DI RISURREZIONE – Orario<br />

festivo delle Sante Messe -Battesimi<br />

comunitari<br />

13. Lunedì dell’Angelo<br />

14. Martedì - Corso Zonale per Catechisti<br />

15. Mercoledì - Ore 20.30 - Animatori<br />

Centri d’Incontro<br />

16. Giovedì - Riprende il catechismo e la<br />

scuola –Commemorazione di don Primo<br />

Mazzolari nel teatro Zanardelli con don<br />

Gino Porta<br />

17. Venerdì - A Tavernola (Como) -<br />

Incontri matrimoniali<br />

18. Sabato - A Tavernola ( Como) - Incontri<br />

matrimoniali<br />

19. Domenica in Albis - 2ª di Pasqua<br />

Giornata Missionaria comboniana<br />

- A Tavernola (Como): Incontri<br />

matrimoniali<br />

20. Lunedì - Santa Messa nella contrada<br />

dell’Oratorio e durante la settimana Santo<br />

Rosario - alle ore 20.00 nelle famiglia di<br />

questa contrada - Preparazione Battesimi<br />

21. Martedì - Corso Zonale per Catechisti<br />

22. Mercoledì - CPP<br />

23. Giovedì - Riunione dei sacerdoti della<br />

Zona<br />

24. Venerdì - Preparazione Battesimi<br />

25. Sabato<br />

26. Domenica- 3ª di Pasqua - 85a Giornata<br />

dell’Università Cattolica - Battesimi<br />

Comunitari<br />

27. Lunedì - Santa Messa nella contrada<br />

dell’Incidella e durante la settimana Santo<br />

Rosario alle ore 20.00 nelle famiglie della<br />

- 4 -<br />

contrada dell’Incidella - In settimana :<br />

Riunioni nei Centri d’Incontro<br />

28. Martedì Corso Zonale per Catechisti<br />

29. Mercoledì - Riunioni nei Centri<br />

d’Incontro<br />

30. Giovedì - Ore 14.30 - Incontro delle<br />

vedove nella chiesetta dell’Oratorio<br />

- Ore 15.00 - Adorazione Eucaristica con<br />

il gruppo dell’Apostolato della preghiera<br />

MAGGIO <strong>2009</strong><br />

1. Venerdì - San Giuseppe Operaio - :<br />

Festa del lavoro - Ore 11.00 - S.Messa<br />

per tutti i lavoratori<br />

2. Sabato<br />

3. Domenica - 4ª di Pasqua – Ore 09.30<br />

S. Messa e Processione degli Altari<br />

4. Lunedì - SAN GOTTARDO - S. Messe<br />

alla Santella di San Gottardo: - Ore<br />

10.00 e alle ore 20.00 - Per la contrada<br />

del Tredone; - Durante la settimana<br />

Santo Rosario alle ore 20.00 nelle<br />

famiglie della contrada del Tredone<br />

5. Martedì - Inizia il Corso per fidanzati -<br />

Corso Zonale per Catechisti<br />

6. Mercoledì - CPZ<br />

7. Giovedì - 2° incontro Corso per<br />

fidanzati<br />

8. Venerdì - Ore 17.00 - Incontro<br />

Cresimandi con Atto Penitenziale<br />

- Ore 20.30 - Atto penitenziale genitori<br />

e padrini dei cresimandi<br />

9. Sabato - Pomeriggio - Prova del Rito<br />

delle Sante Cresime<br />

10. Domenica - 5ª di Pasqua - Sante<br />

Cresime ammonistrate da Mons. Olmi<br />

11. Lunedì - Santa Messa nella contrada<br />

del Centro Storico - Durante la<br />

settimana Santo Rosario alle ore 20.00<br />

nelle famiglie della contrada del Centro<br />

Storico<br />

12. Martedì - Corso per fidanzati - Corso<br />

Zonale per Catechisti<br />

13. Mercoledì - Incontro animatori dei<br />

Centri d’Incontro<br />

14. Giovedì - Ritiro dei Sacerdoti - Corso<br />

per fidanzati - Pro Famiglia<br />

15. Venerdì<br />

16. Sabato<br />

17. Domenica - 6ª di Pasqua<br />

18. Lunedì - Santa Messa nella contrada<br />

di San Benedetto Durante la settimana<br />

Santo Rosario alle ore 20.00 nelle<br />

famiglie della contrada di San Benedetto<br />

- In settimana: riunioni nei Centri<br />

d’Incontro<br />

19. Martedì - Corso per fidanzati - Corso<br />

Zonale per Catechisti<br />

20. Mercoledì - Riunioni nei Centri<br />

d’Incontro<br />

21. Giovedì - Corso per fidanzati<br />

22. Venerdì - CPP<br />

23. Sabato - Consiglio Pastorale Diocesano<br />

24. Domenica - ASCENSIONE DEL<br />

SIGNORE – Ore 15.00 - Rosario<br />

Perpetuo<br />

25. Lunedì - Santa Messa nella contrada<br />

della Croce presso la Santella del Buon<br />

Consiglio - Durante la settimana Santo<br />

Rosario alle ore 20.00 nelle famiglie della<br />

contrada della Croce - Preparazione<br />

battesimi<br />

26. Martedì - Ore 18.00 - Santa Messa<br />

presso la santella della Madonna di<br />

Caravaggio - Corso per fidanzati - Corso<br />

Zonale per Catechisti<br />

27. Mercoledì<br />

28. Giovedì - Corso per fidanzati<br />

29. Venerdì - Preparazione battesimi<br />

30. Sabato - Solenne Veglia di Pentecoste<br />

con il Mandato per i nuovi ministeri<br />

31. Domenica - PENTECOSTE<br />

GIUGNO <strong>2009</strong><br />

32. Lunedì - S. Messa ore 20.00 -<br />

Conclusione del mese mariano al Parco<br />

del Raccoglimento<br />

33. Martedì - Ritiro di fine Corso per<br />

fidanzati<br />

34. Mercoledì -Riunione dei sacerdoti della<br />

Zona e CPZ<br />

35. Giovedì - Ritiro dei Sacerdoti -<br />

Assemblea Centri d’Incontro con<br />

Missionari OMI<br />

- 5 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

36. Venerdì - Ore 14,30 - Incontro delle<br />

vedove nella chiesetta - Ore 15.00 -<br />

Adorazione Eucaristica con il gruppo<br />

dell’Apostolato della preghiera.<br />

37. Sabato<br />

38. Domenica – SS. TRINITA’<br />

39. Lunedì<br />

40. Martedì - Corso Zonale per Catechisti<br />

41. Mercoledì<br />

42. Giovedì - Sante Quarant’ore (Tema: 1<br />

Cor cap. 12 e 13)<br />

43. Venerdì - Sante Quarant’ore -<br />

Chiusura Anno Pro Famiglia<br />

44. Sabato - Sante Quarant’ore<br />

45. Domenica - CORPUS DOMINI<br />

46. Lunedì - Inizia la Settimana Oratoriana<br />

47. Martedì - Settimana Oratoriana<br />

48. Mercoledì - Settimana Oratoriana<br />

49. Giovedì - Settimana Oratoriana<br />

50. Venerdì - Sacro Cuore di Gesù -<br />

Settimana Oratoriana<br />

51. Sabato - Settimana Oratoriana<br />

52. Domenica - Conclusione della<br />

Settimana Oratoriana<br />

53. Lunedì - Inizia il Grest - Preparazione<br />

Battesimi<br />

54. Martedì - Grest<br />

55. Mercoledì - Grest<br />

56. Giovedì - Incontro dei Vicari con il<br />

Vescovo.<br />

57. Venerdì - Preparazione Battesimi<br />

58. Sabato - Feste Patronali – Festa del<br />

Piaset<br />

59. Domenica - Feste Patronali – (Giornata<br />

della Carità del Papa) Battesimi<br />

Comunitari – Musical Favolesciom<br />

60. Lunedì - Conclusione delle feste<br />

patronali<br />

61. Martedì<br />

Auguri di una buona e Santa Pasqua<br />

a tutti i lettori de “Il <strong>Redone</strong>”<br />

da parte del gruppo redattore


Il <strong>Redone</strong><br />

IL PARROCO ALLA COMUNITÀ<br />

LA QUARESIMA CI AIUTI A DIRE CON GESU’<br />

“NON LA MIA MA LA TUA VOLONTA’ SIA FATTA”<br />

E LA PASQUA CI FACCIA GUSTARE LA VITA NUOVA IN CRISTO RISORTO!<br />

A- L’esperienza quaresimale in atto:<br />

Nel deserto per incontrare la sogente<br />

dell’aqua della Vita<br />

Per il cristiano, vivere la quaresima è vivere la<br />

grande opportunità che Dio annualmente ci dona<br />

di azzerare tutti i nostri debiti con lui, quei<br />

debiti accumulati con i nostri peccati e trovare,<br />

nel deserto spirituale, la sorgente dell’acqua della<br />

Vita che immette nei nostri cuori l’energia di cui<br />

abbiamo bisogno per vivere nel mondo da Figli<br />

di Dio, costruttori dei suo regno in mezzo agli<br />

uomini, costruttori della civiltà dell’AMORE.<br />

Vivere la Quaresima significa per noi trovare una<br />

via nuova che ci porti ad assaporare la vera Vita.<br />

Ci porta a scoprire che nel deserto, cioè in quel<br />

luogo spirituale dove lo Spirito del Signore ci vuol<br />

condurre, proprio lì, il nostro cuore si libera dalla<br />

zavorra degli attaccamenti che lo rendono dipendente<br />

e schiavo delle persone e delle cose, soprattutto<br />

da quelle che offuscano, al nostro sguardo<br />

interiore, il volto di Cristo. E, nel deserto, ci viene<br />

offerta l’opportunità di riconciliarci e di unirci<br />

spiritualmente a Cristo Gesù. E’ Lui il Modello<br />

vivente che Dio Padre ha voluto immettere nella<br />

nostra storia come ideale della vera vita, e in lui<br />

troviamo quell’energia che solo Lui può darci per<br />

dire i necessari “NO” alle proposte dello Spirito<br />

tentatore.<br />

E’ nel deserto spirituale della Quaresima, dove<br />

lo Spirito del Signore ci invita ad entrare, che la<br />

nostra sete di felicità trova la vera sorgente dove<br />

sgorga l’acqua della Vita ed è lì dove, nel debole<br />

e ferito spirito umano, viene immesso lo Spirito<br />

vittorioso del Risorto. E’ lì dove viene, finalmente<br />

e veramente, appagata quella sete che tante<br />

volte abbiamo voluto erroneamente soddisfare<br />

accogliendo in noi le svuotanti e facili offerte, avvelenate<br />

di trasgressione, che il mondo, lontano<br />

da Dio e influito dal Maligno, continuamente ci<br />

offre. Ecco perché l’austero cammino della Quaresima<br />

sbocca nel giorno glorioso della Pasqua<br />

dove la vita trionfa sulla morte.<br />

Il Santo Padre Benedetto XVI° nel messaggio alla<br />

Chiesa per la Quaresima del <strong>2009</strong>, dopo averci<br />

invitato a praticare la mortificazione e il digiuno<br />

come mezzo di interiore liberazione, finalizzando<br />

il frutto della sobrietà alle opere di carità e di<br />

misericordia, così scrive:<br />

“La Quaresima sia valorizzata in ogni famiglia e<br />

in ogni Comunità cristiana per allontanare tutto<br />

- 6 -<br />

ciò che distrae lo spirito e per intensificare ciò<br />

che nutre l’anima aprendola all’amore di Dio e<br />

del prossimo. Penso in particolare ad un maggior<br />

impegno nella preghiera, nella “lectio divina”<br />

(cioè, nella lettura meditata e pregata delle Sacre<br />

Scritture), nel ricorso al sacramento della Riconciliazione<br />

e nell’attiva partecipazione all’Eucaristia,<br />

soprattutto nella Santa Messa domenicale.<br />

Con questa interiore disposizione entriamo nel<br />

clima penitenziale della Quaresima.”<br />

Anche noi, come <strong>Parrocchia</strong>, come nostro, comune<br />

impegno quaresimale, vogliamo mettere in<br />

pratica questa proposta del Pontefice.<br />

Una persona, in questi giorni, mi ha dato un’immaginetta<br />

che contiene uno scritto nel quale Dio<br />

parla al cuore dell’uomo, quindi anche al nostro<br />

cuore; la riproduco :<br />

ASCOLTATEMI<br />

Mi chiamate “IL REDENTORE” e non vi lasciate<br />

redimere.<br />

Mi chiamate “LA LUCE” e non mi credete e continuate<br />

a camminare nelle tenebre<br />

Mi chiamate “LA VIA” e non mi percorrete<br />

Mi chiamate “La VITA” e con le vostre scelte di<br />

morte non mi accogliete<br />

Mi chiamate “IL MAESTRO” e non mi seguite<br />

Mi chiamate “LA SAPIENZA” e, vivendo da stolti,<br />

non mi interrogate<br />

Mi chiamate “IL SIGNORE” e non accogliete in<br />

voi la mia volontà<br />

Mi chiamate “L’ONNIPOTENTE” e, mancando di<br />

fede, non vi fidate di me<br />

Se un giorno non vi riconoscerò non vi meravigliate!<br />

La nostra Quaresima ci aiuti a trovare la giusta<br />

via affinché, il giorno in cui ci dovremo presentare<br />

alla porta della casa del Padre, Lui ci possa<br />

gioiosamente riconoscere come figli e ci abbia ad<br />

accogliere nella sua dimora eterna!<br />

Come San Paolo scriveva ai Corinzi e come lo<br />

leggiamo nella seconda lettura del mercoledì delle<br />

Ceneri, mentre siamo ancora in cammino nel<br />

nostro pellegrinaggio terreno, anch’io vi supplico<br />

: in nome di Cristo “Lasciatevi riconciliare con<br />

Dio! …….. ecco ora è il momento favorevole, ecco<br />

ora è il giorno della salvezza!<br />

Prego per me e per voi affinchè possiamo vivere<br />

una santa Quaresima preludio della piena gioia<br />

pasquale che mi auguro e vi auguro di vivere da<br />

vittoriosi in Cristo.<br />

B- Ci prepariamo a vivere la Pasqua come primavera<br />

dello spirito. Nel Risorto ogni vita ricupera<br />

vigore e speranza!<br />

Dopo questo lungo e pronunciato inverno, attendiamo<br />

con desiderio la primavera che, con il calore e i<br />

colori, fa rigermogliare la vita.<br />

Anche nelle sfere dello Spirito, non abbiamo voluto<br />

vivere la Quaresima come il periodo opportuno per<br />

prendere coscienza delle tristi conseguenze dei nostri<br />

vissuti inverni spirituali.<br />

Troppe volte, per insensatezza spirituale, abbiamo<br />

preferito i deserti che inaridiscono l’anima, pur sapendo<br />

che in Dio c’è la fonte perenne che zampilla<br />

vita e vita eterna : abbiamo sofferto il gelo nel cuore,<br />

pur sapendo che il sole caldo della perenne primavera<br />

della vita ci avrebbe riscaldato il cuore.<br />

E nella Quaresima, se ben l’abbiam vissuta, abbiamo<br />

maturato la nostra spirituale decisione, quella che,<br />

nella parabola del “Figlio prodigo”, fa dire al figlio<br />

che si trovava nella miseria profonda per essersi allontanato<br />

dall’amore paterno : “Mi alzerò e tornerò<br />

da mio Padre”.<br />

E la Pasqua è l’abbraccio tra Padre e figlio riconciliati,<br />

è la festa, è il vestito nuovo, cioè la vita divina ricuperata,<br />

e, contrariamente al racconto della parabola<br />

citata, troviamo nella casa del PADRE non il fratello<br />

sdegnato perché il Padre è stato buono e generoso<br />

con il figlio che aveva sbagliato, ma il RISORTO, quel<br />

fratello che per volere del Padre era venuto a cercarci<br />

come “la pecora perduta” : Lui ha pagato per noi, versando<br />

il suo sangue sulla croce e morendo per noi, il<br />

nostro riscatto, i debiti contratti con i nostri peccati e<br />

richiamato a vita dall’amore paterno, RISORGENDO<br />

ci ha preceduti nella casa del Padre per prepararci<br />

la grande festa del Ritorno. Sono parole sue : “Nella<br />

casa di mio Padre ci sono molti posti. Io vi precedo<br />

per prepararvi un posto perché, dove sono io, siate<br />

anche voi e possiate godere della gloria che il Padre<br />

ha dato a me. Però, già fin d’ora, mentre siamo ancora<br />

pellegrini nella vita terrena, Lui ci fa pregustare,<br />

come ai tre discepoli sul monte della trasfigurazione,<br />

la gioia, la forza, la vita nuova e la pace nel cuore :<br />

già fin d’ora, nella celebrazione liturgica della sua Pasqua,<br />

nell’attesa dell’abbraccio finale con il Padre che<br />

ci attende nella sua casa dove con il Figlio glorificato,<br />

Re dell’universo creato, ha preparato la grande festa<br />

della Vita Eterna. E il Risorto, mentre ancora siamo<br />

pellegrini, ci garantisce la sua spirituale presenza,<br />

guidando il cammino della nostra storia con la sua<br />

eterna Parola che dice Amore e Lo genera grazie al<br />

Suo Divin Spirito che risorgendo ci dona. Tocca a<br />

noi, completare il cammino quaresimale lasciandoci<br />

incontrare da Cristo, il Buon Pastore che ci cerca per<br />

- 7 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

ricondurci alla casa dove il Padre ci attende ansioso<br />

per riconciliarsi con noi. Tocca a noi, lasciare alle<br />

spalle la nostra storia di trasgressione e accogliere<br />

con gioia il suo perdono. Tocca a noi, far morire nei<br />

nostri cuori l’uomo vecchio alimentato dal peccato<br />

affinchè risorga in noi l’uomo nuovo fatto a immagine<br />

del Risorto e disposto a seguirne le orme. Tocca a<br />

noi, svuotarci totalmente dall’influenza dello Spirito<br />

del Male per lasciare pieno spazio allo Spirito Santo<br />

dono prezioso del Risorto.<br />

I cinquanta giorni del periodo Pasquale, che culminano<br />

con il dono dello Spirito Santo nella Pantecoste,<br />

marcano il cammino spirituale che la Chiesa ci propone<br />

per consolidare in noi l’immagine dell’uomo<br />

nuovo che, nella vita di ogni cristiano che si è lasciato<br />

riconciliare con Dio, riflette l’immagine dell’eterno<br />

figlio di Dio : il Figlio che il Padre, sulla montagna<br />

della trasfigurazione, ci ha ha proposto, in forma imperativa,<br />

di ascoltare. “Questi è il Figlio mio, l’Amato:<br />

Ascoltatelo!”<br />

Buona Pasqua a tutti! Buona Pasqua da Risorti in Cristo!<br />

Buona Pasqua che vi auguro di vivere da uomini<br />

e donne nuovi che anelano ad imprimere in se stessi<br />

l’immagine del Risorto! Buona Pasqua a voi tutti che<br />

ascoltate la Voce, la Parola del Risorto, che è la stessa<br />

voce del Padre misericordioso, che vi indica il cammino<br />

della vita! Buona Pasqua a voi soprattutto, se<br />

saprete aprire totalmente i vostri cuori per accogliere<br />

il dono che il Risorto vi fa: Lo Spirito Santo che vi dà<br />

l’energia spirituale necessaria per vivere da risorti in<br />

questo mondo di morte.<br />

Don Saverio


Il <strong>Redone</strong><br />

La lettera del Vescovo Luciano e il Sinodo della Chiesa<br />

(Segue Da “Il <strong>Redone</strong> n. 6 <strong>anno</strong> 2008 pag. 8-13 )<br />

II L’EVENTO DELLA PAROLA DI DIO NELLA<br />

VITA DELL’UOMO<br />

18. Nell’eucaristia<br />

Insomma: la parola di Dio fatta carne in Gesù<br />

è diventata eterna nella gloria del Padre;<br />

è quindi parola eternamente presente all’uomo.<br />

Questa parola si fa evento nella vita della<br />

Chie sa ogni volta che essa viene proclamata,<br />

ascol tata, pregata, vissuta. Questo avviene in<br />

tempi e modi diversi che bisogna comprendere<br />

e ap prezzare secondo le caratteristiche<br />

di ciascuno.<br />

Il massimo di attuazione della parola è, naturalmente,<br />

quello che si compie nella celebrazione<br />

dell’eucaristia. Il motivo è evidente.<br />

L’eucaristia contiene, nel sacramento del pane<br />

e del vino, il gesto supremo di amore con<br />

cui Gesù ha donato la sua vita per noi, si è<br />

chinato a lavare i nostri piedi, ci ha riconci-<br />

- 8 -<br />

liato col Pa dre, ha stabilito la nuova ed eterna<br />

alleanza. In questo senso l’eucaristia contiene<br />

tutto il senso della Bibbia, anzi tutto il senso<br />

del cosmo. Il pane spezzato e il vino versato<br />

(che sono frut to della terra ma anche del lavoro<br />

dell’uomo), per la potenza dello Spirito<br />

Santo, diventano il corpo di Gesù offerto per<br />

noi e per l’umanità intera. Non può esserci<br />

rivelazione più gran de dell’amore di Dio per<br />

noi e non può esser ci svelamento più chiaro<br />

del nostro peccato e del bisogno che abbiamo<br />

di essere perdonati. La Bibbia non fa altro che<br />

esprimere attraver so una lunga narrazione e<br />

una molteplicità di parole quello che la croce<br />

di Gesù dice in un unico, totale gesto di<br />

amore. Per questo, quando la parola di Dio<br />

viene annunciata nel l’eucaristia, essa possiede<br />

il massimo di forza, comunica l’energia<br />

dell’amore di Dio, muo ve alla conversione e<br />

rigenera alla vita nuova che è appunto vita<br />

in Cristo, nell’amore di Dio. Nell’eucaristia è<br />

convocata la Chiesa (in concreto una piccola<br />

porzione di Chiesa, ma in comunione col Vescovo,<br />

col Papa e quindi con tutta la Chiesa<br />

cattolica; per questo in ogni piccola comunità<br />

che si raccoglie si attua il mi stero della Chiesa<br />

intera — una, santa, cattoli ca, apostolica).<br />

Infine nell’eucaristia si invoca lo Spirito Santo<br />

perché operi la cristificazione delle offerte<br />

(cioè trasformi il pane e il vino nel corpo di<br />

Cristo donato, nel suo sangue versato per noi)<br />

e operi, nello stesso tempo, la cristi ficazione<br />

dei presenti (cioè la trasformazione delle persone<br />

in membra dell’unico corpo di Cristo). E<br />

chiaro che, in questo contesto (me moria sacramentale<br />

della Pasqua — invocazione dello<br />

Spirito — assemblea della Chiesa) la forza della<br />

parola di Dio è massima; essa si esprime col<br />

massimo di attualità. Partendo dall’eucari stia<br />

si possono intendere anche le altre forme di<br />

attuazione della parola di Dio.<br />

Ad esempio, nella celebrazione di tutti i sacramenti.<br />

E’ regola della Tradizione eccle siastica<br />

che non si celebri un sacramento senza annuncio<br />

— almeno implicito — della parola di<br />

Dio. Questo perché il sacramento non è azione<br />

‘magica’, ma azione reale del Cristo risorto.<br />

La parola che sta nella celebrazione, insieme<br />

ai gesti che vengono compiuti, costituisce un<br />

‘sacramento’, un’azione di Cristo, richiama il<br />

significato di quanto viene compiuto e rende<br />

quindi attuale la parola eterna. La differenza<br />

tra l’eucaristia e gli altri sacramenti definisce<br />

anche la differenza della proclamazione della<br />

parola; il legame tra gli altri sacramenti e l’eucaristia<br />

garantisce il legame tra i diversi momenti<br />

e le diverse modalità dell’annuncio. Ma<br />

in tutti i sacramenti si compie quello che è lo<br />

scopo di tutta l’economia sacramentale: l’inserimento<br />

dell’esistenza umana concreta nel<br />

mistero vivo di Cristo in modo che la nostra<br />

esistenza assuma la forma di Gesù e diventi,<br />

perciò, pur con tutti i nostri limiti, incarnazione<br />

autentica della parola di Dio: “Io sono la<br />

vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui,<br />

fa molto frutto...” (Gv 15,5).<br />

19. Nelle liturgie della parola.<br />

A un secondo livello possiamo colloca re tutte<br />

le forme comunitarie di celebrazione della parola,<br />

da quelle compiute in chiesa, ai gruppi di<br />

vangelo tenuti nelle case. Anche qui la parola<br />

si attua con particolare energia per ché è proclamata<br />

in un’assemblea, più o meno ampia,<br />

ed è accompagnata dalla preghiera. La dimensione<br />

comunitaria è originaria e quindi essenziale<br />

alla parola; la parola di Dio, infatti, intende<br />

rivolgersi a ogni persona, fare appello alla<br />

sua libertà, chiedere la sua risposta, ma tut to<br />

questo in vista dell’edificazione del popolo di<br />

Dio e cioè per raccogliere insieme le diverse<br />

persone, le diverse culture e farne l’unica, varia<br />

famiglia dei figli di Dio. E’ evidente, allora,<br />

che quando la parola è proclamata davanti a<br />

un’as semblea, essa compie più pienamente<br />

la sua ‘via’; il fatto di ascoltare insieme e di<br />

rispondere insieme costituisce già un legame<br />

autentico tra le persone, le ‘edifica’ come corpo<br />

di Cristo.<br />

Similmente, quando l’accostamento alla parola<br />

è fatto in un contesto di preghiera, si attuano<br />

le due dimensioni del dialogo di fede con<br />

Dio: l’ascolto (Dio ci dirige una parola e noi<br />

l’accogliamo nella fede) e la risposta (noi ci<br />

rivolgiamo al Signore e lo preghiamo insieme<br />

con altri credenti). Questa duplice dimensione<br />

è tradizionale nella vita spirituale cristia-<br />

- 9 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

na. San Cipriano scriveva a Donato così: “Sii<br />

as siduo ora alla preghiera, ora alla lettura. Ora<br />

parla con Dio, ora Dio con te. Egli ti istruisca<br />

nei suoi precetti, egli ti formi” (Ad Donatum<br />

15). A sua volta il Concilio, citando sant’Ambrogio,<br />

esorta: “La lettura della Sacra Scrittura<br />

dev’essere accompagnata dalla preghiera,<br />

affinché possa svolgersi il colloquio tra Dio<br />

e l’uomo; poiché ‘gli parliamo quando preghiamo<br />

e lo ascoltiamo quando leggiamo gli<br />

oracoli divini’.” (DV 25 = EV 908). L’importanza<br />

della preghiera nell’accostamento della<br />

parola di Dio dev’essere capita bene. Ascoltare<br />

la parola di Dio significa ascoltare Dio che ci<br />

parla. Non è in gioco solo un contenuto intellettuale<br />

che cerchiamo di capire, ma un Tu<br />

col quale entriamo in rapporto; diventa allora<br />

evidente che il dialogo io-Tu, uomo-Dio è il<br />

vero obiettivo della parola. Solo quando questo<br />

dialogo si compie la parola raggiunge il suo<br />

scopo. La preghiera non è dunque un’aggiunta<br />

devozionale, esterna all’ascolto della parola;<br />

ne è la continuazione corretta e dovuta.<br />

Non per niente, durante l’eucaristia, la Chiesa<br />

c’insegna a pregare col ‘salmo responsoriale’:<br />

rispondia mo alla parola che abbiamo ascoltato<br />

con una parola orante dell’assemblea.<br />

20. Nella lectio divina<br />

Terzo livello: la lectio divina e cioè la lettura<br />

personale della Scrittura accompagnata dalla<br />

meditazione e dalla preghiera. Il termine<br />

lectio divina si riferisce di per sé a un metodo<br />

preciso di accostamento orante alla Bibbia<br />

fatto di lettura, meditazione, contemplazione<br />

e preghiera; e forse varrebbe la pena tornare<br />

a questo significato originario. Di fatto, però,<br />

l’espressione viene oggi usata per indicare<br />

ap procci diversi al testo biblico, accomunati,<br />

però, dal legame con la preghiera. Per questa<br />

forma di accostamento vale quindi quello che<br />

abbiamo ricordato appena sopra.<br />

21. Nella lettura e studio personale<br />

Infine, a un quarto livello, v<strong>anno</strong> collo cate tutte<br />

le forme di accostamento persona le alla Bibbia<br />

sotto forma di lettura semplice o di studio accurato.<br />

Qui si può pensare che l’attuazione della<br />

parola di Dio sia meno in tensa perché si tratta<br />

di una lettura privata e non pubblica, di un ac-


Il <strong>Redone</strong><br />

costamento letterario e storico al testo senza un<br />

riferimento esplicito alla preghiera. Questo non<br />

significa, però, che questo accostamento sia secondario<br />

o trascura bile perché tutte le altre forme<br />

di ascolto sono nutrite e arricchite proprio<br />

dalla lettura perso nale e dallo studio.<br />

22. Sintesi<br />

Insomma, quello che volevo dire è, in fondo,<br />

una cosa semplicissima ma, mi sembra, preziosa<br />

da ricordare: le forme di accostamento al testo<br />

biblico sono molte e varie. In ciascuna di queste<br />

forme la forza spirituale della parola di Dio si<br />

attua in modi e intensità diverse. Quan to più<br />

immediato è il riferimento al mistero di Cristo,<br />

quanto più intenso è il senso della Chiesa, quanto<br />

più ‘orante’ è l’atteggiamento di chi ascolta,<br />

tanto più intensa è l’energia spi rituale che scaturisce<br />

dalla parola. Da questa riflessione, però, lo<br />

ripeto, non si deve dedurre che basti l’annuncio<br />

della parola nell’eucaristia perché lì la intensità<br />

è massima; che le altre for me possano essere<br />

omesse perché meno ‘com plete’ nella loro realizzazione.<br />

L’uomo non vive solo dei gesti più intensi<br />

dell’amore; anzi, que sti stessi gesti, perché<br />

siano autentici, debbono essere preceduti, accompagnati<br />

e verificati da mille altri gesti, meno<br />

intensi ma che coinvol gono tutte le dimensioni<br />

dell’esistenza umana. Lo stesso vale esattamente<br />

per la parola di Dio. Può sembrare, ad esempio,<br />

che lo studio abbia meno valore rispetto a<br />

un incontro comune di preghiera (un gruppo<br />

di vangelo). Ma è vero che solo lo studio può<br />

aiutarmi a comprendere correttamente il significato<br />

preciso di un testo; e siccome la parola di<br />

Dio si attua in testi si gnificativi è essenziale per<br />

noi non interpretare i testi secondo quello che<br />

ci viene in mente, ma secondo quello che i testi<br />

- 10 -<br />

vogliono davvero dire: è questo quello che Dio<br />

‘aveva in mente’ e voleva comunicarci. Sarebbe<br />

arroganza preten dere di capire tutto senza fare<br />

lo sforzo di stu diare con oggettività; e sarebbe<br />

manipolazione della parola di Dio pretendere<br />

che sia ‘vera’ la prima interpretazione che mi<br />

viene in men te. Certo, non tutti possono studiare<br />

ebraico e aramaico e greco e fare uno studio<br />

scienti fico della Bibbia. Proprio per questo ci<br />

sono nella Chiesa persone che dedicano la loro<br />

vita allo studio. Il loro lavoro è personale, ma è<br />

al servizio della Chiesa e aiuta anche chi non<br />

ha il tempo o la possibilità di studi approfonditi.<br />

Rimane il fatto che non si può prescindere dallo<br />

studio se si vuole fare un accostamento serio<br />

alla Bibbia. In modo simile i gruppi di vangelo<br />

non sono ‘liturgia’ in senso proprio e quindi<br />

h<strong>anno</strong> un minore spessore ecclesiale; tuttavia<br />

essi svolgono un’azione che nella liturgia è più<br />

difficile: permettono la creazione di legami di<br />

riconoscimento tra tutti i mèmbri del gruppo,<br />

favoriscono il comunicarsi a vicenda le proprie<br />

esperienze di fede, aiutano a confrontare la parola<br />

con esperienze concrete di vita. Infine, la<br />

semplice lettura della Bibbia, continuata con<br />

fedeltà un giorno dopo l’altro, apparentemente<br />

povera nei suoi contenuti, è indispensabile per<br />

produrre una familiarità crescente col testo; e<br />

così via.<br />

Abbiamo ricordato questi diversi livel li di ‘attuazione’<br />

della parola non per fare una classifica e<br />

svalutare alcune forme rispetto ad altre, ma per<br />

cogliere la pluralità degli approcci necessari perché,<br />

attraverso diverse e comple mentari forme<br />

di accostamento, l’ascolto svi luppi al massimo<br />

le sue potenzialità.<br />

- 11 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Convegno diocesano: i Centri di<br />

ascolto della Parola di Dio<br />

29 gennaio, 5 e 20 febbraio <strong>2009</strong><br />

Il Vescovo ha proposto alla diocesi l’esperienza di un convegno sull’esperienza, abbondantemente<br />

diffusa nelle nostre parrocchie, dei “Centri di Ascolto ( o d’Incontro)”<br />

Questo incontro si è realizzato nel Centro Pastorale PAOLO VI° in tre serate diverse dalle 20.30<br />

alle 22.30.<br />

Grande è stata la partecipazione, tanto che si è dovuto utilizzare vari ambienti con teleschermi per<br />

permettere ai presenti di seguire attivamente i lavori del Convegno.<br />

Anche la nostra parrocchia è stata presente con un buon numero di persone.<br />

Gli incontri sono partiti da una verifica delle esperienze in atto fatta in gruppi, questi, poi, h<strong>anno</strong><br />

accolto la relazione di esperienze concrete accompagnate da indicazioni pastorali e fra esse,<br />

nell’ultimo giorno quella del nostro Vescovo Luciano Monari che ha tracciato le linee di un progetto<br />

pastorale a partire dai “Centri di Ascolto” per arrivare a “Piccole Comunità Ecclesiali di Base”,<br />

inserite nell’ambito del territorio parrocchiale, con vocazione ministeriale e missionaria.<br />

Mentre si attende una relazione più completa da parte dell’Ufficio Catechistico Diocesano, si riportano<br />

qui alcuni degli interventi fatti nel Convegno.<br />

Primo giorno: 29 gennaio <strong>2009</strong><br />

Relazione iniziale di don Tononi Vicario della pastorale diocesana<br />

Introduzione<br />

II mio intervento ha essenzialmente due scopi: aiutare a cogliere il senso di questo convegno e, in<br />

secondo luogo, introdurre alla prima tappa del Convegno, circa le ragioni che h<strong>anno</strong> portato alla<br />

scelta dei Centri di ascolto (CdA).<br />

I. Il senso del Convegno sui CdA<br />

Ormai da parecchi anni esistono in Diocesi i CdA, con una molteplicità di esperienze, di metodologie<br />

e di forme. A partire dal 2000 tale iniziativa si è ulteriormente diffusa grazie ai Corsi<br />

zonali di formazione superiore dei Catechisti degli adulti, che avevano proprio come sbocco<br />

operativo l’abilitazione a condurre un CdA.<br />

Il senso del nostro Convegno sta proprio nel fare una verifica di questa esperienza.<br />

Anche se, istintivamente, siamo piuttosto restii a fare spazio alle revisioni, una verifica seria<br />

è sempre salutare, prima di tutto perché ci aiuta a prendere umilmente coscienza dei limiti<br />

e della costante perfettibilità delle nostre iniziative e, soprattutto, perché ci permette di non<br />

fossilizzarci su una data forma di pastorale, rimanendo disponibili ai continui appelli dello<br />

Spirito che continuamente guida la Chiesa su strade anche nuove e inedite.<br />

Il nostro Convegno vuole essere quindi un tentativo di discernimento comunitario, per<br />

cogliere che cosa lo Spirito Santo suggerisce alla Chiesa bresciana circa l’evangelizzazione<br />

degli adulti oggi.<br />

Se infatti è costante ed essenziale nella Chiesa l’esigenza della evangelizzazione, varie e mutevoli<br />

devono essere le forme e le modalità concrete, che, inevitabilmente, devono fare riferimento<br />

alla particolare situazione storica, culturale ed ecclesiale. Pertanto non è giusto assolu-


Il <strong>Redone</strong><br />

tizzare una sola forma di evangelizzazione (neppure quella del NT, ammesso che ve ne sia una<br />

sola), facendola diventare definitivamente e perennemente normativa. Esiste un’essenza del<br />

ministero dell’evangelizzazione che si manifesta e realizza sempre in forme storiche concrete.<br />

Ora, la risposta alla domanda quale forma o quali forme di evangelizzazione degli adulti lo<br />

Spirito Santo chiede oggi alla nostra Chiesa non può essere cercata semplicemente nella sacra<br />

Scrittura o nella Tradizione della Chiesa e neppure nella teologia, ma soltanto all’interno di<br />

un discernimento comunitario/ecclesiale, che attua un reciproco confronto critico tra dato<br />

rivelato, riflessione teologica e analisi della situazione.<br />

L’evangelizzazione, infatti, avviene sì a partire dalla comprensione della natura che la Chiesa<br />

ha di se stessa e della sua missione, ma dando a quest’ultima forme congruenti e adeguate alla<br />

cultura o mentalità di un determinato territorio e in un’epoca storicamente datata,<br />

Ecco pertanto il senso del nostro Convegno: in questo nostro tempo, che cosa la situazione<br />

storica, culturale ed ecclesiale suggerisce come appello dello Spirito Santo per le forme o<br />

modalità della evangelizzazione degli adulti? La forma dei CdA è pertinente e adatta? In che<br />

cosa, eventualmente, si può migliorare e far progredire?<br />

II. Il percorso del Convegno<br />

11 Convegno si svolgerà in tre tappe, riguardanti, rispettivamente, il passato, il presente e il<br />

futuro. In parole più semplici, il primo incontro (quello di questa sera) ha lo scopo di ripercorrere<br />

la storia passata che ha portato l’Ufficio Catechistico alla scelta pastorale dei CdA e del<br />

metodo “Biemmi”. Il secondo (05 febbraio), con la supervisione critica dello stesso Biemmi,<br />

prenderà in considerazione lo stato attuale dell’esperienza dei CdA nella nostra Diocesi, le<br />

difficoltà e i buoni risultati. Il terzo e ultimo incontro (20 febbraio), con l’aiuto del Vescovo<br />

Luciano, guarderà alle prospettive future e ai possibili sviluppi dell’esperienza.<br />

III. Le ragioni dell’iniziativa dei CdA e le scelte metodologiche di fondo<br />

Dopo questa introduzione generale sul senso e la struttura del Convegno, ancora qualche parola<br />

per introdurre più specificamente l’incontro di questa sera, che ha come tema “Le ragioni<br />

dell’iniziativa e le scelte metodologiche di fondo”.<br />

Per poter valutare un’esperienza, è sempre importante ricuperarne le motivazioni originarie,<br />

gli obiettivi che ci si era prefissati e il senso di alcune scelte fondamentali che si erano operate.<br />

Anche per la nostra verifica è importante quindi rifare un po’ la storia del come è nata<br />

l’iniziativa dei CdA da parte dell’Ufficio catechistico (mi limito a questo aspetto, poiché non<br />

ho gli elementi per raccontare come sono nati gli altri CdA, prima e al di fuori dell’accompagnamento<br />

dell’Ufficio Catechistico).<br />

L’Ufficio Catechistico già da tempo aveva percepito l’importanza della catechesi soprattutto degli<br />

adulti e negli anni 1996-1997 aveva organizzato un percorso serio e impegnativo (15 incontri)<br />

per la formazione di catechisti degli adulti. Il percorso, che ha visto la partecipazione di un centinaio<br />

di persone, è stato guidato da Fr. Enzo Biemmi, che a Verona già da tempo stava portando<br />

avanti l’esperienza della catechesi degli adulti nella forma dei CdA.<br />

Il corso non ha avuto però un immediato sbocco operativo.<br />

Un apporto determinante all’iniziativa dei CdA è stato dato dalla Scelta Pastorale del Vescovo<br />

Giulio Sanguineti, Gesù Cristo ieri, oggi e sempre, del 4 luglio 1999, non tanto perché in essa<br />

si accenna anche all’importanza di preparare catechisti per la guida dei CdA (pp. 20-21), «con<br />

l’intento di farli diventare un po’ alla volta piccole comunità fraterne, a forte propulsione<br />

missionaria, nel territorio dell’unica comunità parrocchiale» (pp. 14-15), ma perché in essa il<br />

Vescovo precisava in termini inequivocabili la scelta fondamentale e prioritaria del suo episcopato:<br />

“la nuova evangelizzazione a partire dagli adulti”.<br />

Sollecitato da questo documento, l’Ufficio Catechistico, insieme con la sua Commissione, ha<br />

- 12 -<br />

- 13 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

sentito subito, come esigenza primaria, la necessità di offrire alla Diocesi la possibilità di un<br />

corso zonale di formazione dei catechisti per adulti. Il problema era però quello di sapere<br />

come impostarlo e come garantire poi uno sbocco pratico. Dopo numerosi incontri e qualche<br />

scontro vivace ed efficace, la Commissione ha deciso di proporre un Corso zonale triennale,<br />

nel quale i primi due anni fossero soprattutto di tipo biblico-teologico e avessero come sbocco<br />

il terzo, che, a mo’ di tirocinio, abilitasse i catechisti alla evangelizzazione degli adulti nella<br />

forma dei CdA, secondo il Metodo “Biemmi” (lui stesso ha accettato di preparare i formatori).<br />

Il Corso zonale triennale è partito nel settembre 2000 e si sta concludendo quest’<strong>anno</strong> con le<br />

ultime tre zone pastorali che h<strong>anno</strong> aderito all’iniziativa. In totale le persone che h<strong>anno</strong> ricevuto<br />

il mandato dal Vescovo come catechisti per adulti, alla fine, sar<strong>anno</strong> circa 1500.<br />

Perché la scelta della evangelizzazione degli adulti nella forma dei CdA?<br />

Le motivazioni sono state molteplici.<br />

Innanzi tutto siamo partiti dalla convinzione che per gli adulti di oggi era più opportuno partire<br />

dal ricupero della evangelizzazione anziché incominciare subito con la catechesi. Dove sta<br />

la differenza? La catechesi presuppone ed approfondisce la fede, l’evangelizzazione invece si<br />

preoccupa di offrire un primo annuncio di Gesù Cristo, senza presupporre una fede già formata,<br />

ma preoccupandosi di farla nascere o rinascere. In questo, l’approccio diretto ad alcuni<br />

episodi o fatti o discorsi evangelici poteva essere più adatto ed efficace per gli adulti di oggi,<br />

che non il riferimento a un testo di catechesi degli adulti (pur sapendo che la catechesi stessa,<br />

di per sé, ha come testo fondamentale la Sacra Scrittura).<br />

Un secondo motivo è stato quello di pensare a una forma di evangelizzazione che non partisse<br />

più dal presupposto che gli adulti di oggi vengono in chiesa o in parrocchia al suono della<br />

campana, ma che cercasse di avvicinarsi a loro, andandoli a cercare e trovare nelle case, nella<br />

famiglia: il motto era riportare il Vangelo nelle case. Certamente l’intento era quello di riuscire<br />

ad avvicinare di più anche i lontani.<br />

C’è stato poi un motivo pratico: si trattava di trovare una forma che facesse ampio spazio<br />

all’esercizio ministeriale del catechista laico per adulti. L’esigenza di avvicinare un maggior<br />

numero di persone comportava la programmazione di più CdA e questo offriva largo spazio<br />

ai catechisti laici, sollecitando anche i presbiteri un po’ scettici ad aprire ai laici le porte della<br />

evangelizzazione attiva.<br />

Rimaneva però il problema della scelta del metodo. Quale metodo scegliere per la conduzione<br />

dei Centri di Ascolto? Anche qui la discussione è stata vivace. Alla fine, tra i molteplici metodi<br />

possibili, abbiamo fatto la scelta del Metodo “Biemmi”.<br />

Secondo giorno: 5 febbraio <strong>2009</strong><br />

(Fr. Enzo Biemmi fa la sintesi del confronto in gruppo del 29 gennaio <strong>2009</strong>)<br />

SULLE RAGIONI DELL ‘INIZIATIVA E LE SCELTE METODOLOGICHE DI FONDO<br />

Obiettivo del confronto in gruppo: essere consapevoli delle possibilità esaminate, delle ragioni<br />

e dei limiti delle scelte fatte dalla Commissione catechesi. Perché, alla fine, ha fatto la<br />

scelta del metodo “Biemmi”?<br />

A) Valutazione globale dei tre metodi<br />

Messi di fronte alle tre proposte metodologiche (Biemmi, CEB, Rho), i gruppi h<strong>anno</strong> rilevato alcuni<br />

aspetti positivi in ogni proposta, a partire dal fatto comune di valorizzare e mettere al centro dell’attenzione<br />

la Parola di Dio fino al fatto di privilegiare la casa e la famiglia (e quindi la vita concreta),


Il <strong>Redone</strong><br />

come luogo di ascolto di tale Parola. D’altra parte si è trovato qualcosa di particolarmente positivo<br />

e specifico in ogni metodo:<br />

• il metodo dei Padri di Rho è buono soprattutto per dare inizio all’esperienza, attraverso le missioni<br />

popolari e l’accostamento personale a tutte le famiglie;<br />

• il metodo delle CEB (Comunità ecclesiali di base) è significativo perché fa molta attenzione alle<br />

ricadute comunitarie, sociali e caritative dell’ascolto della Parola di Dio e, inoltre, implica una<br />

progressiva ristrutturazione della parrocchia in piccole comunità unite tra loro ma con dei propri<br />

responsabili laici;<br />

• il metodo Biemmi valorizza in modo particolare l’attenzione alle precomprensioni e al vissuto delle<br />

persone, soprattutto attraverso la fase iniziale di “espressione o proiezione”.<br />

B) Più specificamente sul metodo Biemmi<br />

1. Aspetti positivi<br />

Tutti i gruppi h<strong>anno</strong> sottolineato la validità del metodo soprattutto perché:<br />

• sa trasformare i contenuti in processi di apprendimento (soprattutto nella fase di espressione delle<br />

pre-comprensioni e degli interrogativi degli adulti in riferimento alla Parola e nella fase di riappropriazione)<br />

• valorizza la casa e quindi la famiglia come ambito adeguato dell’evangelizzazione;<br />

• il centro di ascolto diventa palestra dove ci si allena a vivere il Vangelo, ci si aiuta gradualmente e<br />

reciprocamente a crescere e ad accogliere l’ottica cristiana perché diventi una luce nuova attraverso<br />

cui leggere e interpretare il quotidiano, la prassi, la storia;<br />

• la catechesi non si riduce a un fatto individualistico, ad un’acquisizione puramente intellettuale o<br />

razionale e il linguaggio risente delle vicende concrete entro cui dibatte ogni giorno la vita delle<br />

persone;<br />

• la presenza di animatori laici mostra il volto di una chiesa ministeriale che sa dialogare con la gente,<br />

vive un rapporto di vicinanza con il territorio, traduce i principi del Vangelo in riferimento alle attese<br />

e alle richieste dei suoi uditori;<br />

• la fede cresce, matura e sviluppa nella sua dimensione comunitaria e nell’appartenenza alla Chiesa<br />

per il rapporto intrinseco fra “Parola - liturgia – carità” che sollecita i partecipanti ad una coerenza di<br />

vita, ad un’apertura missionaria, ad essere lievito di trasformazione all’interno del proprio quartiere.<br />

2. Difficoltà<br />

• la fase di ri-appropriazione, che mira a favorire l’interiorizzazione della parola ascoltata, la<br />

sua ri-espressione e la sua attualizzazione, è di difficile realizzazione, forse per ragioni di<br />

tempo, ma forse perché l’animatore stesso non ha ben chiara la finalità e quindi non riesce<br />

ad esprimerla in modo chiaro. L’impressione è che sia piuttosto povera e poco efficace;<br />

• i CdA richiamano quasi sempre persone anziane; si fatica ad avere la presenza di adulti<br />

e/o giovani adulti e, in genere, i gruppi non si allargano;<br />

• per lo più non sono raggiunti i lontani.<br />

3. Sfide<br />

• il metodo Biemmi presuppone animatori competenti e una formazione continua perché, come<br />

afferma il Vescovo Luciano nella sua Lettera pastorale (al n. 32), i CdA richiedono un animatore<br />

“preparato sia dal punto di vista biblico che di dinamica di gruppi... capace di cogliere e di esprimere le<br />

caratteristiche proprie del testo; deve saper rispondere alle domande immediate di tipo letterario e storico<br />

che inevitabilmente sorgono; deve saper guidare il gruppo in modo da sollecitare gli interventi, da<br />

evitare discussioni inutili, da mantenere un clima di accoglienza reciproca”. Si tratta quindi ai aiutare<br />

gli animatori e i presbiteri a coltivare una passione continua per la formazione (biblica, teologica,<br />

dinamica di gruppo, pedagogica e psicologica);<br />

• maturare la convinzione che la Chiesa e quindi la parrocchia diventa casa fra le case, se scopre<br />

che il suo posto è dentro il mondo, quindi il territorio diventa il luogo teologico dove Dio si fa carne<br />

per venire ad abitare in mezzo agli uomini, così come ha fatto Gesù che ha scelto un Paese,<br />

una lingua, una cultura, una storia. Scrive in proposito il Vescovo Luciano: “... ci sono persone che<br />

- 14 -<br />

- 15 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

h<strong>anno</strong> dal Signore il dono dell’affabilità, che sono capaci di accogliere a cuore aperto, senza riserve.<br />

Queste persone contribuiscono non poco al buon funzionamento dei gruppi... “. Si rende necessario<br />

aiutare le famiglie che ospitano a diventare più capaci di relazioni profonde con i vicini in modo<br />

che l’invito non sia un foglietto nella cassetta della posta ma l’espressione calorosa di una vicinanza<br />

e di una condivisione di fede e di vita;<br />

• gli effetti ecclesiali del metodo Biemmi (da una Chiesa docente ad una Chiesa discepola della<br />

Parola e tutta profetica) faticano ad emergere e h<strong>anno</strong> bisogno ancora di tempo e di approfondimento.<br />

C) Proposta<br />

- Perché non pensare a un metodo che sintetizzi le tre proposte, prendendo il meglio di ciascuna?<br />

- Creare un sito forum per i Centri di Ascolto?<br />

Brescia, 5 febbraio <strong>2009</strong><br />

Alcune osservazioni sui “centri di ascolto” a partire dall’esperienza della diocesi di Brescia<br />

fratel Enzo Biemmi<br />

1. I centri di ascolto(CdA) sono “una” forma di catechesi degli adulti. Nella Scelta Pastorale del Vescovo<br />

Giulio Sanguineti, Gesù Cristo ieri, oggi e sempre, del 4 luglio 1999, il vescovo poneva come obiettivo<br />

fondamentale e prioritario “la nuova evangelizzazione a partire dagli adulti”. Dentro tale scelta si parlava<br />

dell’importanza di CdA «con l’intento di farli diventare un po’ alla volta piccole comunità fraterne,<br />

a forte propulsione missionaria, nel territorio dell’unica comunità parrocchiale» (pp. 14-15).<br />

Il vescovo Luciano nella sua lettera pastorale La Parola di Dio nella vita della comunità cristiana riprende<br />

la stessa indicazione: “L’ideale sarebbe che i gruppi di vangelo si sviluppino fino a diventare piccole<br />

comunità di credenti (comunità di base)” (n. 33).<br />

Questo porta a essere consapevoli che la scelta è l’evangelizzazione degli adulti, e i CdA sono una<br />

forma di tale evangelizzazione: una forma, non la forma.<br />

Provo quindi a dire, dal mio punto di vista e dopo aver ascoltato le esperienze presentate, le potenzialità<br />

e i limiti di questa forma di catechesi in funzione di questa evangelizzazione “a forte propulsione<br />

missionaria”.<br />

2. I loro punti forti (vedi relazione di Tononi)<br />

I CdA si sono sviluppati progressivamente in Italia nell’immediato dopo Concilio (anni ‘70) e h<strong>anno</strong><br />

fondamentalmente una doppia origine intrecciata: le missioni popolari (parrocchiali o diocesane), che<br />

invitano a proseguire nella parrocchia e nelle case quanto sperimentato nel tempo forte della missione;<br />

la sensibilità dei preti “fìdei donum” che, ritornati dalla missione in America latina, riportano nelle<br />

loro comunità parrocchiali l’esperienza delle “comunità di base” e il metodo di lettura popolare della<br />

Parola in esse applicato.<br />

Il pregio dei CdA può essere individuato in tre aspetti:<br />

a) II luogo: la casa<br />

• La casa è il luogo di vita e di ritrovo della gente: lì si raggiungono persone che in parrocchia<br />

non verrebbero mai.<br />

• La casa è il luogo dove si affronta la vita, i problemi, le relazioni, le gioie e le difficoltà, le nascite<br />

e le morti, la salute e la malattia. Trovarsi in casa porta spontaneamente a parlare del vissuto. Non<br />

è possibile, in casa, fare dei discorsi sulla fede slegati dalla vita.<br />

• La casa è il luogo naturale della comunicazione tra le persone. Incontrarsi in casa è subito un invito<br />

alla parola, al dialogo. In casa non c’è chi insegna e chi ascolta, anche se i ruoli sono differenti. In<br />

casa tutti parlano.<br />

• La casa richiama un gruppo primario, cioè piccolo, a cui ci si identifica, non strutturato: un gruppo<br />

basato sulle relazioni e non sulla struttura.<br />

• Il primo pregio dei CdA è quello di operare una “destituzionalizzazione” della catechesi. Il Vangelo


Il <strong>Redone</strong><br />

entra nelle case. La fede diventa una cosa di cui parlare, quotidiana, legata alla vita della gente.<br />

b) Lo stile della loro conduzione: la partecipazione.<br />

• I metodi di conduzione di un CdA variano leggermente, ma h<strong>anno</strong> tutti per loro natura una caratteristica<br />

comune: sono impostati su uno stile partecipativo. Non è possibile in una casa fare una<br />

conferenza e poi chiedere ai presenti cosa ne pensano. Il catechista laico non è capace di fare una<br />

conferenza e la gente non frequenta i CdA per sentire conferenze. Li frequenta per parlare, per<br />

comunicare, per condividere.<br />

• I CdA operano quindi una “declericalizzazione” della catechesi: la Parola di Dio torna risorsa disponibile<br />

per tutti. Il buon pane della Parola è dato alla gente. In un contesto culturale di isolamento, di<br />

solitudine, di non comunicazione, i CdA vengono incontro al bisogno (insito nella fede) di tornare<br />

a comunicare e a comunicare attorno a ciò che ci fa vivere.<br />

c) II contenuto: esperienza e Parola.<br />

• Il contenuto dei CdA articola sempre l’esperienza dei partecipanti con la Parola di Dio.<br />

• Si chiamano “centri di ascolto” perché per forza si è obbligati, dentro una casa, a ascoltare le persone<br />

e la realtà sociale che esse vivono con gli occhi e gli orecchi carichi del messaggio cristiano; d’altra<br />

parte si è obbligati ad ascoltare la “Parola di Dio” senza disgiungerla dalla “parola dell’uomo”, dai<br />

suoi bisogni, dalle sue ansie, dalle sue aspirazioni.<br />

• I CdA operano così una “deintellettualizzazione” dell’annuncio, grazie a un legame costante con<br />

la vita.<br />

• I CdA, se ben condotti, portano ad organizzare una Chiesa più basata sulle relazioni e meno sull’organizzazione;<br />

una Chiesa nella quale i laici adulti riprendono la parola e diventano protagonisti<br />

della loro fede.<br />

3. Alcuni limiti legati a questa modalità di evangelizzazione<br />

Quarant’anni di esperienza dei CdA h<strong>anno</strong> anche rilevato una serie di limiti, che sembrano essere<br />

congeniti alla loro stessa formula.<br />

• Il primo e più evidente è che i CdA f<strong>anno</strong> fatica a raggiungere chi è lontano dalla Chiesa (mentre<br />

questa è l’intenzione di fondo segnalata dal Vescovo e al centro della preoccupazione della Chiesa<br />

italiana ed europea). Nati con vocazione missionaria, si ritrovano ad essere, nella realtà, dei mezzi<br />

di catechesi “decentrata”, (il che è già tanto). Evidenziano cioè uno dei principali limiti della nostra<br />

catechesi: la sua anemia missionaria.<br />

• Il secondo limite è che non sono frequentati da giovani. Inizialmente aperti a tutta la famiglia, vi<br />

partecipano di fatto adulti di età medio alta (più alta che media), in prevalenza donne.<br />

• Il terzo limite è che, dopo una fase di entusiasmo iniziale, tendono a chiudersi nel cerchio stretto<br />

dei partecipanti. Questi acquisiscono uno stile e un linguaggio loro, che rende difficile l’accesso<br />

di nuove persone.<br />

• Un quarto limite è la superficialità che spesso manifestano nell’accostare la Parola. La lettura della<br />

Parola nei CdA rischia di essere spesso una lettura specchio: serve da punto di partenza per parlare<br />

dei propri problemi, non è affrontata, per incapacità, come un interlocutore che interroga e rimette<br />

il gruppo in discussione. Questo fa sì che, non raramente, la gente si stanchi, si senta frustrata e<br />

come reazione chieda la presenza del prete (abdicando a uno stile partecipativo).<br />

N.B. Il metodo cosiddetto “Biemmi”, suggerito dalla diocesi, permette di evitare questo rischio. La qualità<br />

delle schede e la capacità di animazione dell’animatore laico portano ad ottimi risultati su questo<br />

punto. In fondo, questo metodo è nato con due obiettivi: permettere una accostamento partecipato<br />

e serio alla Parola; promuovere la ministerialità laicale nella catechesi degli adulti, senza deleghe al<br />

sacerdote.<br />

Le difficoltà e i limiti segnalati aiutano a introdurre quelle attenzioni e quei correttivi che possono<br />

conferire a questa forma di evangelizzazione tutta l’efficacia di cui è portatrice.<br />

4. Alcuni accorgimenti da avere<br />

• Può essere utile, a mio parere, prevedere una “durata a termine” dei CdA. Occorre cioè, a deter-<br />

- 16 -<br />

- 17 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

minate scadenze, “mescolare le carte”. Un evento importante nella parrocchia (una missione, un<br />

evento ecclesiale, una ricorrenza...) possono diventare l’occasione di chiudere una proposta e<br />

riaprirne un’altra, rilanciando e mescolando.<br />

• Alcune parrocchie h<strong>anno</strong> provato a proporli a una fascia esplicitamente giovanile. Questo ha<br />

permesso di formare gruppi di età più giovane. Occorre prendere atto della oggettiva difficoltà di<br />

mescolare età troppo differenziate.<br />

• La scelta di un buon metodo permette di avere un accostamento rispettoso alla parola di Dio e di<br />

evitare la sua intellettualizzazione. Quello adottato è uno. La fase di riappropriazione, in questo<br />

metodo, non va intesa come un momento di ogni incontro, ma come un tempo di assimilazione<br />

dopo un certo lavoro. Il buon uso di un metodo si ha quando se ne sono assimilate bene le regole,<br />

ma poi si è liberi di adattarlo al gruppo e alla propria sensibilità.<br />

• Per quanto riguarda gli obiettivi missionari, rimarrà sempre a mio parere molto difficile che i CdA<br />

riescano a raggiungere gente lontana dalla Chiesa. Fa parte dei limiti intrinseci di questa forma.<br />

Ha invece un effetto di “primo annuncio” per coloro che vi partecipano, in genere laici già appartenenti<br />

alla comunità ecclesiale. Per queste persone, i CdA centrati sulla Parola e basati su un<br />

metodo partecipativo, diventano luoghi importanti, spesso decisivi, per la riscoperta di una fede<br />

più adulta, matura e pensata.<br />

5. Aprire altre forme di evangelizzazione degli adulti<br />

La scelta dei CdA come modalità privilegiata di evangelizzazione degli adulti da parte della diocesi<br />

di Brescia è stata di sicuro una scelta saggia. Le ragioni le ha spiegate la volta scorsa don Tononi,<br />

e le condivido tutte. E’ stato un modo concreto per partire, per valorizzare i laici che avevano<br />

fatto la formazione e per educare i preti a un cambiamento di stile, dando fiducia ai laici.<br />

Ritengo che vadano continuati, ma forse matura il tempo per non lasciarli isolati, per evitare che siano<br />

la forma unica o principale di evangelizzazione degli adulti.<br />

In particolare, è proprio la finalità missionaria della catechesi degli adulti a richiedere di mettere in<br />

atto altre forme. Posso segnalarne alcune che si st<strong>anno</strong> rivelando, se condotte bene, delle proposte di<br />

ricominciamento della fede.<br />

• La preparazione al battesimo dei figli, fatta in genere nelle case. Ci sono diocesi che st<strong>anno</strong> investendo<br />

maggiore cura per questo momento estremamente importante, nel quale i genitori possono<br />

riallacciare un contatto con la comunità e riavviare un percorso di fede proprio grazie alla presenza<br />

di una vita nuova che li sorprende e di cui si devono prendere cura.<br />

• Le forme di catechesi per genitori con figli tra i 3 e i 6 anni (chiamate nella mia diocesi “primi<br />

passi”’). Noi lasciamo in genere il vuoto tra il battesimo e la prima comunione, mentre ci sono in<br />

questa fase della vita grandi opportunità per risvegliare i genitori alla fede.<br />

• La catechesi ai genitori che chiedono i sacramenti per i figli (dai 6 ai 14 anni). Nelle nuove sperimentazioni,<br />

soprattutto quelle secondo la prospettiva catecumenale, il percorso con i genitori<br />

diventa altrettanto se non più importante che quello con i figli.<br />

• I percorsi per i fidanzati, pensati non come un misto tra catechesi e sostegno psicologico (supplenza<br />

di un consultorio familiare), ma come itinerario di primo annuncio rispetto all’esperienza<br />

fondamentale dell’amore.<br />

• Infine ci sono forme di evangelizzazione legate a passaggi della vita o a particolari situazioni di<br />

vita: sofferenza, lutti, crisi matrimoniali, ecc..<br />

• E’ molto importante che queste forme siano messe in atto con la dovuta preparazione e cura. Per<br />

questo risultano decisivi i laboratori di formazione per i catechisti laici impegnati in queste forme.<br />

Inoltre, occorre entrare in una prospettiva missionaria, di primo annuncio, e cambiare mentalità<br />

su un punto fondamentale: proposta libera e adesione libera.<br />

Conclusione<br />

Le 1500 persone che h<strong>anno</strong> ricevuto dal vescovo il mandato di catechisti degli adulti sono una risorsa<br />

straordinaria per la diocesi di Broscia. Facendo leva su di loro, una diversificazione delle forme di<br />

catechesi degli adulti potrebbe essere una modalità buona per sbloccare la catechesi dal suo cerchio<br />

chiuso e darle maggiore forza missionaria.


Il <strong>Redone</strong><br />

INTERVENTO CONCLUSIVO DEL VESCOVO MONS. LUCIANO MONARI<br />

Il nostro Vescovo Mons. Luciano Monari a conclusione del Convegno ha suggerito con prospettiva<br />

di futuro tre obiettivi per i Centri di Ascolto.<br />

1° - L’importanza della presenza in diocesi di tale esperienza e auspicio affinché possa diffondersi<br />

sempre più nelle parrocchie monitorandone, con un appropriato accompagnamento<br />

pastorale, la crescita e la diffusione dal momento che la vita del credente è generata dalla<br />

Parola e dallo Spirito di Dio che sempre l’accompagna. Esempio delle ossa inaridite che<br />

si rivestono di corporeità e di spirito (Ezechiele 37)<br />

La Parola dà la forma visibile alla persona e alla comunità, ma è lo Spirito che con forza divina<br />

vivifica la forma umana. Parola e Spirito operano insieme.<br />

2° - I Gruppi di ascolto della Parola di Dio devono necessariamente diventare Gruppi di<br />

preghiera.<br />

Si deve favorire un rapporto interpersonale di amicizia con Dio e questo modificherà l’agire<br />

dell’uomo secondo la volontà di Dio come risposta d’amore all’offerta dell’amore divino.<br />

Le Sacre Scritture sono la lettera d’amore che Dio Padre ha scritto agli uomini e che manda a<br />

loro nella persona del suo divin Figlio che in mezzo a loro si fa carne e questa lettera attende<br />

una risposta vocazionale. Infatti vocazione è un progetto di vita che liberamente costruisco<br />

tenendo conto della Parola di Dio.<br />

3°- I Gruppi di Ascolto e di Preghiera devono tendere ad essere progressivamente Piccole<br />

Comunità ecclesiali di base in comunione profonda con tutta la vita parrocchiale. Ma tali<br />

Comunità territoriali sono impegnate a far rivivere la comunione con tutte le famiglie cristiane<br />

del territorio in cui sono inserite, la famiglia cristiana, infatti è la più piccola ma fondamentale<br />

cellula ecclesiale chiamata anche “Chiesa domestica”.<br />

Così è nata la Chiesa e così deve moltiplicarsi la Chiesa sul territorio in forma capillare.<br />

I rapporti interpersonali delle famiglie cristiane, Chiese domestiche, che si riconoscono Chiesa<br />

anche nelle piccole Comunità di base e nell’intera parrocchia, attraverso i rapporti personali<br />

con i vicini possono aiutare ad accostare alla Chiesa anche i lontani divenendo in tal modo<br />

Comunità missionarie all’interno dell’unica Comunità parrocchiale.<br />

- 18 -<br />

- 19 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Lettera agli sposi della diocesi di Brescia<br />

La nostra <strong>Parrocchia</strong> ha offerto questa lettera alle famiglie in occasione della festa degli<br />

Anniversari di domenica 1° febbraio, “Giornata della vita e Festa della Famiglia”<br />

Attraverso il Bollettino <strong>Parrocchia</strong>le la proponiamo a tutte le famiglie.<br />

in occasione del S. Natale 2008<br />

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre, Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima<br />

che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo<br />

sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in<br />

segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del<br />

Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con tè Maria, tua sposa.<br />

Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu<br />

lo chiamerai Gesù: egli, infatti, salverà il suo popolo dai suoi peccati».<br />

Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del<br />

profeta:<br />

Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa<br />

Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo<br />

del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un<br />

figlio ed egli lo chiamò Gesù.<br />

(Mc 1, 18-25)<br />

Carissimi sposi,<br />

Maria e Giuseppe vi accompagnino e vi illuminino in questo tempo natalizio.<br />

Introduzione<br />

A voi è stato dato un dono grande insieme ad una responsabilità piena di speranza: mostrare<br />

nella Chiesa e nel mondo l’amore di Dio che si fa piena comunione, fedeltà operosa e fecondità<br />

generosa.<br />

Sono cosciente delle sfide di questo tempo e dei continui attacchi culturali alla relazione coniugale,<br />

alla vita e alla famiglia; non di meno, però, sono anche certo che la grazia del Signore,<br />

a voi donata in maniera sovrabbondante, è efficace e che Colui, che ha iniziato in voi l’opera<br />

buona della santità la porterà a compimento, anche nelle personali debolezze e fragilità.<br />

Oggi, in maniera particolare, è la vita degli sposi cristiani ad essere sotto attacco del maligno;<br />

attraverso questa breccia, poi, si vìola la vita al suo sorgere e al suo terminare, scombussolando<br />

ovviamente tutta la famiglia.<br />

D’altra parte, miei cari, il messaggio del Santo Natale, non passa forse attraverso queste coor-


Il <strong>Redone</strong><br />

dinate di povertà, umane e sociali, culturali e politiche? La meraviglia di Dio, non avviene forse<br />

in un clima di completa avversione e sfiducia?<br />

Allora a voi, sposi, scrivo questa breve lettera, come padre e pastore, vostro e delle vostre famiglie.<br />

Viviamo la Speranza che ci è stata donata e innalziamo lo sguardo: non abbiate paura,<br />

il Signore è l’Emmanuele, il Dio con noi.<br />

Inizi con luci e ombre (Mt 1,18-25)<br />

Una promessa che sembrava già cosa fatta; tutto lineare e facile, pronto per essere gestito dai<br />

due futuri sposi, senza timore di imprevisto alcuno. Giuseppe e Maria si fidano l’uno dell’altra<br />

e sono certi che la vita coniugale si svolgerà secondo il loro cliché.<br />

Invece, ecco apparire l’imprevisto di Dio, attraverso una domanda dell’Angelo e una risposta<br />

affermativa di Maria: adesso il Figlio dell’Altissimo abita tra noi; nessuno lo può più negare,<br />

nascondere. Che fare?<br />

Quante fatiche, anche oggi, per giungere al matrimonio nella maniera più adeguata. E spesso,<br />

poi, i legittimi sogni e desideri si infrangono sugli scogli della quotidianità, delle rigidità personali<br />

e di una società poco accogliente verso chi vive un amore onesto, gratuito, oblativo.<br />

Molti giovani vivono un fidanzamento che non è vera e propria preparazione all’evento e alla<br />

vita nuziale, ma stile di vita stabile, senza né ancore né orizzonti. Altri, invece, confondono la<br />

vita coniugale con la mera convivenza; e quindi, si lasciano attrarre dall’illusione di questa,<br />

come migliore preparazione spesso proprio al matrimonio. Si denunciano tempi lunghi di decisione,<br />

forzati non poche volte da studi protratti per anni, avvio al lavoro stentato e situazione<br />

abitativa troppo onerosa. Certamente tutto questo incide pesantemente sul tempo che precede<br />

il matrimonio; tuttavia, per un uomo e una donna che si amano tanto da sposarsi, non devono<br />

diventare situazioni insormontabili. Sarà difficile, ma rimane possibile!<br />

Tempi di maturazione<br />

La coppia di Maria e Giuseppe ha tempi di maturazione diversi, rispetto a ciò che è successo e<br />

a come bisogna rispondere. Ma la reciproca volontà di amarsi totalmente, nel pieno affidamento<br />

al disegno divino, fa sì che i due si sposino e diventino genitori.<br />

L’accoglienza di Maria è dimostrata dal suo concepire il figlio Gesù, mentre Giuseppe prenderà<br />

con sé la sua sposa e darà il nome al bambino divino.<br />

La disponibilità e la dignità della Santa coppia di Nazareth certamente vi affascinano, infondendo<br />

in voi quella speranza che troppo spesso viene a mancare sulle mense delle case dei cristiani.<br />

Non basta dire di volersi sposare, bisogna crescere insieme verso questa meta; e una volta raggiunta,<br />

camminare con passi vicini e solidali. Quel “crescete e moltiplicatevi “, che sta a fondamento di tutte<br />

le benedizioni nuziali e fà parte dell’intima natura umana, continua a risuonare nella storia concreta<br />

di ogni matrimonio, di ogni famiglia. Tra cristiani, poi, tutto questo diventa segno e strumento della<br />

grazia divina, della presenza di Cristo che salva, rivivendo la piena unione di Lui con la sua Chiesa.<br />

Il contesto sociale e culturale spesso non comprende questo messaggio così alto; anzi, a volte, gli è<br />

addirittura avverso. Pensate agli evangelici momenti di non accoglienza della famigliola a Betlemme,<br />

della strage degli innocenti e della provvidenziale fuga in Egitto. Ma siete voi sposi a dover essere<br />

“una cosa sola”, nella buona e nella cattiva sorte. Solo così, la vostra casa sarà costruita sulla roccia<br />

e qualsiasi avversità, pur provandola, non la potrà mai abbattere, sconfiggere.<br />

Insieme a tante conquiste e miglioramenti nello stile di vita relazionale, oggi vi si chiede di essere<br />

prestanti in tante cose, ma di non esagerare nel volervi bene. Infatti, siete pressati da più parti a<br />

lavorare entrambi, per molte ore giornaliere e per lunghi anni, ma non siete aiutati a vivere bene<br />

insieme, a trovare spazi di tranquillità vostri, a rinnovare l’unione con il perdono. Anche qui, so<br />

bene che è difficile; ma per il vostro bene comune, ricordatevi che Cristo ha vinto il male e la morte!<br />

- 20 -<br />

- 21 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Vivere le proprie quotidiane responsabilità<br />

Maria e Giuseppe h<strong>anno</strong> saputo rinnovare la fiducia tra di loro, aumentando la loro fede in Dio.<br />

H<strong>anno</strong> compreso che amare vuol dire rispondere della vita dell’altra persona, proteggerla e<br />

averne cura. Per questo, sono stati disposti a fare lunghi viaggi, ad esiliare, a non essere accolti<br />

e compresi, per poi tornare nel tempo giusto ad una più tranquilla quotidianità, a Nazareth. E<br />

lì, la scuola dei piccoli passi, ha forgiato in unità l’intera famiglia, offrendo al figlio Gesù la possibilità<br />

di crescere in “età, sapienza e grazia”.<br />

Giuseppe è presentato come operatore nella vita di ogni giorno, mentre Maria è colei che più<br />

“custodisce” passato e presente, per donare futuro a Gesù e, attraverso di Lui, a tutta l’umanità.<br />

Carissimi sposi, la vita spesso vi porta per strade difficili; ma sappiate che Cristo ci è passato prima<br />

di voi. Lui l’innocente, è venuto proprio per noi peccatori. La sua fedeltà e il suo amore incondizionati<br />

sono la vostra ancora di salvezza: non temete!<br />

Anche chi ha vissuto purtroppo il dramma di aborto o divorzio, sappia che le braccia del Padre celeste,<br />

nella Chiesa, sono sempre aperte con un abbraccio misericordioso. Il Signore è appassionato<br />

nel rincorrere ed attendere i figli, che più h<strong>anno</strong> bisogno del suo perdono.<br />

Puntate al sodo, lasciando le tante cose o stili di vita che, magari in se stessi belli, vi f<strong>anno</strong> inciampare<br />

come sposi, come famiglia. Scegliete di aumentare nell’amore, approfondendo quella strada<br />

che insieme avete intrapreso nel giorno del matrimonio. E i vostri figli, naturali o accolti in affidoadozione,<br />

si sentano guidati in maniera decisa e amorevole allo stesso tempo. Generati una volta<br />

alla vita e alla fede, i figli v<strong>anno</strong> generati tutti i giorni nell’educazione e nella testimonianza.<br />

Date loro un futuro di libertà, con passi di riconoscenza e sacrificio, vissuti nella pazienza di tutti<br />

i giorni.<br />

Come Maria e Giuseppe, vi auguro di avere sempre un cuore aperto alle novità di Dio; un cuore<br />

generoso e veritiero, capace di profumare di paradiso le gioie e i dolori di questa vita terrena.<br />

Alla fine del primo week-end di febbraio, mia<br />

moglie Angela ed io abbiamo partecipato ad un<br />

incontro con altre coppie di sposi, a Gussago,<br />

alla Villa Pace, dal 6 all’8 Febbraio : l’evento era<br />

organizzato dal team “INCONTRO MATRIMO-<br />

NIALE” e Don Saverio, memore di esperienze<br />

simili realizzate in Uruguay, ci ha invitato ad essere<br />

protagonisti.<br />

Ci siamo andati, curiosi e, al contempo, fiduciosi<br />

per la nuova esperienza della quale, per altro, lo<br />

stesso Don Saverio non ci ha voluto anticipare<br />

nulla sulle modalità, sui contenuti, sugli esiti a<br />

cui tendeva, le persone che avremmo incontrato,<br />

etc..<br />

+ Luciano, vescovo<br />

Parlando di Matrimonio : UN’ESPERIENZA DA NON DIMENTICARE<br />

Arrivati a Villa Pace, ci siamo trovati con altre 19<br />

coppie (alcune molto giovani, alcune di mezza<br />

età, una di fidanzati pronti al matrimonio) : noi<br />

eravamo i più anziani, ma solo ‘secondi’, e per<br />

un solo <strong>anno</strong>, ad un’altra coppia per gli anni di<br />

matrimonio.<br />

Al primo impatto, al momento dell’accoglienza,<br />

abbiamo subito respirato un’aria di amicizia,<br />

cortesia, disponibilità in tutti : un’aura di serenità<br />

che si è ulteriormente rinsaldata e riscaldata in<br />

cordialità alla cena di apertura.<br />

Dopo cena, nella sala riunioni, è iniziato il vero e<br />

proprio incontro ed ognuno di noi si è presentato<br />

al gruppo : dopo di questo, il team degli anima-


Il <strong>Redone</strong><br />

tori (tre coppie ed un sacerdote) ha annunciato<br />

che, oltre alle S.Messe concelebrate insieme,<br />

quello sarebbe stato l’unico momento di ‘lavoro<br />

di gruppo’ e che ogni attività si sarebbe svolta<br />

solamente all’interno di ogni coppia.<br />

In altre parole, presentando la prima esperienza,<br />

ci è stato spiegato che i vari temi proposti<br />

dagli animatori (sia da parte delle coppie che dal<br />

sacerdote), sarebbero stati esaminati dai due<br />

coniugi, prima, separatamente l’uno dall’altro e,<br />

poi, in un momento di condivisione (sempre e<br />

solo fra di loro).<br />

Ad un primo momento d’imbarazzo, subito superato,<br />

l’incontro è iniziato e si è sviluppato anche<br />

per tutto il giorno di sabato 7 e di domenica<br />

8 Febbraio allo stesso modo.<br />

Ad ogni incontro una sorpresa, non tanto per<br />

l’argomento/esperienza presentato dalla coppia<br />

animatrice e dal sacerdote (poichè, in gran<br />

parte, si trattava di temi, momenti e situazioni<br />

reali, normalmente incontrati e vissuti da ogni<br />

coppia), quanto dal fatto che su quei temi, situazioni<br />

e momenti, ognuno di noi era chiamato<br />

ad esaminare il proprio comportamento, la propria<br />

reazione, ma, soprattutto, condividere con<br />

il coniuge i propri sentimenti al riguardo.<br />

Dopo questo ‘esame’, personalissimo, fatto da<br />

ognuno in solitudine, separato dagli altri, la coppia<br />

si riuniva e condivideva le proprie valutazioni<br />

ed emozioni : è stato un continuo scavarsi nel<br />

profondo, esaminarsi in ogni angolo della propria<br />

esperienza matrimoniale, con un occhio attento<br />

ai propri sentimenti ed a quelli del coniuge.<br />

Scherzando un poco, si potrebbe dire che, ad<br />

ogni coppia, è stata offerta la possibilità di fare<br />

un ‘tagliando’ al proprio matrimonio, al proprio<br />

sentire insieme, al proprio vivere in coppia : infatti,<br />

ogni argomento metteva in risalto un momento,<br />

un’esperienza sicuramente incontrate<br />

nella vita di coppia<br />

Un altro aspetto divertente dell’incontro è stata<br />

la sorpresa di trovare il posto di ogni coppia<br />

scambiato in occasione dei momenti di colazione,<br />

pranzo e cena: ogni momento conviviale ci<br />

ha visto vicino a coppie diverse dall’occasione<br />

precedente.<br />

Questo piccolo, simpatico ‘stratagemma’ ha<br />

- 22 -<br />

consentito un ulteriore approfondimento fra tutti<br />

noi : abbiamo avuto, così, la bella opportunità<br />

di scambiare opinioni con tutti, conoscerci ancor<br />

meglio tra di noi, scambiare le nostre esperienze,<br />

e, addirittura, ricette, consigli, battute<br />

divertenti ed allegre.<br />

Proseguendo nell’esame dei vari aspetti della<br />

vita di coppia, ognuno affrontato con tempi diversi<br />

(ma di uguale durata per l’esame personale<br />

e per la condivisione col coniuge), siamo<br />

giunti alla celebrazione della S.Messa finale di<br />

domenica pomeriggio.<br />

Momento culminante della celebrazione è stato<br />

quello del rinnovo delle promesse matrimoniali<br />

: è stato un momento emozionante (per alcuni,<br />

anche di lieve imbarazzo) e Vi assicuriamo che<br />

a più di una coppia sono spuntate delle lacrime<br />

di commozione<br />

Oltre al bello e santo momento vissuto insieme,<br />

c’è stata la bella sorpresa di conoscere altre<br />

coppie che, in passato avevano partecipato allo<br />

stesso tipo d’incontro e che con loro lettera, consegnataci<br />

alla fine degli incontri di domenica,<br />

ci avevano augurato successo e soddisfazione<br />

per l’incontro stesso e promessa una loro<br />

preghiera nei giorni a venire.<br />

In chiusura, un saluto ed un abbraccio, con una<br />

certa commozione, con tutti, il team degli organizzatori,<br />

il sacerdote, le coppie e le loro famiglie<br />

e, sopra ogni cosa, la promessa ed il desiderio<br />

di ritrovarsi a fare ancora una parte di percorso<br />

insieme : cosa che, in effetti, è avvenuta sabato<br />

28 Febbraio, nella sede parrocchiale di Ospitaletto,<br />

ospiti di Don Renato Soregaroli, il sacerdote<br />

che completava il team degli animatori<br />

nell’incontro di Villa Pace.<br />

Piacevole incontro – Sabato 28 febbraio ci<br />

siamo ritrovati ad Ospitaletto, nella canonica di<br />

Don Renato.<br />

E’ stata ancora una bella sorpresa poiché,<br />

tranne un paio di coppie (l’una impossibilitata<br />

per motivi di lavoro e l’altra perché, proprio il<br />

giorno dopo la conclusione del 1° incontro a<br />

Villa Pace, sono diventati genitori della piccola<br />

Iris), ci siamo ritrovati tutti.<br />

Anche le coppie che provenivano da più lontano<br />

(Milano – Varese) h<strong>anno</strong> fatto di tutto per essere<br />

nuovamente presenti : noi, a maggior ragione,<br />

non potevamo mancare !!!<br />

Per noi due, che non avevamo garantito di<br />

riuscire ad essere presenti all’inizio di questo<br />

rendez-vous, c’è stata un’accoglienza particolarmente<br />

calda ed allegra : sembrava fossimo<br />

gli ospiti d’onore, senza i quali non si potesse<br />

iniziare la nuova esperienza.<br />

Questa cordialità, questo senso di vera amicizia<br />

ci ha fatto, ovviamente, molto piacere.<br />

Questo secondo incontro è iniziato con le stesse<br />

modalità del primo : ma, questa volta,<br />

all’apertura della discussione, c’è stata anche<br />

condivisione da parte di alcuni di noi dell’effetto<br />

dell’esperienza precedente, che traccia avesse<br />

lasciato, che cosa ne avessimo tratto nelle tre<br />

settimane fra i due incontri.<br />

E’ seguita la presentazione di alcune particolari<br />

esperienze da parte delle coppie animatrici e da<br />

parte di Don Renato e, come a Villa Pace, ognuno<br />

di noi ha riflettuto su quanto ascoltato, ha<br />

scritto su un quadernetto il proprio ‘sentire’ ed<br />

Angela e Mino ONORINI<br />

- 23 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

ha condiviso col coniuge la propria riflessione.<br />

Alla fine, è stata avanzata la proposta di creare<br />

piccoli gruppi (3-4 coppie) per avviare la proposta<br />

di incontri periodici mensili, in casa di una<br />

delle coppie e continuare così, l’esperienza ‘allargata’<br />

a più coppie : c’è stata qualche perplessità<br />

da parte di qualcuno (nel nostro gruppo,<br />

all’interno di una coppia – lei favorevole / lui<br />

timoroso di farsi coinvolgere troppo), ma nel<br />

complesso riteniamo che l’esperienza sia da<br />

fare.<br />

Dopo un canto particolare, imparato già nella<br />

prima occasione d’incontro, ci siamo salutati<br />

calorosamente, con la promessa di ritrovarci<br />

ancora per questa ‘full immersion’ di ogni coppia<br />

al proprio interno.<br />

In conclusione, la carica che ha dato a me ed<br />

Angela questa esperienza, ci porta a dire che<br />

speriamo che ogni coppia, tante coppie abbiano<br />

l’opportunità di viverla : se qualche coppia<br />

venisse invitata, non respinga questa offerta, la<br />

accolga come possibilità di dedicare a sé sorprese<br />

piacevoli, a cui far seguire vera serenità<br />

(dopo l’esperienza) e nuova gioia di vivere.<br />

E’ terminato domenica 8 marzo, presso il nostro Santuario dell’Incidella con la giornata finale<br />

di Ritiro, il primo corso per fidanzati dell’<strong>anno</strong> <strong>2009</strong>, in preparazione al matrimonio. Il corso<br />

si è svolto nei pomeriggi delle domeniche dei mesi di gennaio, febbraio fino alla seconda domenica<br />

di marzo. Ha coinvolto 8 coppie di fidanzati che vogliono vivere il loro matrimonio<br />

nel progetto proposto da Dio.


Il <strong>Redone</strong><br />

DIRETTORIO PER LA CELEBRAZIONE<br />

E LA PASTORALE DEI SACRAMENTI<br />

NELLA DIOCESI DI BRESCIA<br />

Nona parte (Segue Da “Il <strong>Redone</strong> n. 6 <strong>anno</strong> 2008 pag. 14-15 )<br />

2. IL SACRAMENTO DELL’UNZIONE DEGLI<br />

INFERMI<br />

123. «Il Sacramento dell’Unzione conferisce al malato<br />

la grazia dello Spirito Santo; tutto l’uomo ne riceve<br />

l’aiuto per la sua salvezza, si sente rinfrancato dalla<br />

fiducia di Dio e ottiene forze nuove contro le tentazioni<br />

del maligno e l’ansietà della morte; egli può<br />

così, non solo sopportare validamente il male, ma<br />

combatterlo e conseguire anche la salute, qualora ne<br />

derivasse un vantaggio per la sua salvezza spirituale;<br />

il sacramento dona inoltre, se necessario, il perdono<br />

dei peccati e porta a termine il cammino penitenziale<br />

del cristiano» (SUI, Introduzione 6).<br />

INDICAZIONI GENERALI<br />

124. Destinatari del sacramento dell’Unzione sono<br />

quei fedeli il cui stato di salute risulta seriamente<br />

compromesso per malattia o vecchiaia (cfr. CIC, can.<br />

1004). In particolare le situazioni contemplate dal<br />

rito sono le seguenti: prima di un’operazione chirurgica<br />

a causa di un male pericoloso; gli anziani per<br />

l’indebolimento accentuato delle loro forze; i bambini<br />

quando abbiano raggiunto un uso sufficiente di ragione<br />

e rientrino nella situazione citata come grave;<br />

i malati gravi che si trovano in stato di incoscienza<br />

e che, come credenti, avrebbero richiesto l’Unzione.<br />

Non ha senso, invece, l’amministrazione del sacramento<br />

a persone che sono già decedute.<br />

Così come è riprovata la consuetudine di amministrare<br />

il sacramento indiscriminatamente a coloro<br />

che h<strong>anno</strong> superato una certa età (cfr. SUI, Introduzione<br />

8-14).<br />

125. Spetta al ministro del sacramento informarsi<br />

sulle condizioni dell’infermo, scegliere i testi biblici<br />

e le orazioni per la celebrazione, chiedendo la partecipazione<br />

del malato e dei familiari e tenendo conto<br />

dello stato della persona inferma e del luogo in cui si<br />

trova (casa, ospedale) (cfr. SUI, Introduzione 35-37).<br />

La prudenza e la saggezza pastorale dovrebbero condurre<br />

a valutare prima la necessità e l’opportunità di<br />

una solida catechesi sul sacramento che ne evidenzi<br />

la finalità e i contenuti.<br />

- 24 -<br />

126. Il sacramento è reiterabile qualora il malato<br />

guarisca dalla malattia durante la quale ha ricevuto<br />

l’Unzione o se, nel corso della stessa malattia, si<br />

constata un aggravamento (cfr. can. 1004 § 2; SUI,<br />

Introduzione 9).<br />

127. Dopo un’opportuna catechesi è bene proporre<br />

una o più celebrazioni comunitarie del sacramento<br />

dell’Unzione nel corso dell’Anno liturgico, privilegiando<br />

soprattutto il tempo di Avvento e di Pasqua,<br />

con la possibilità di inserirle nella Santa Messa: in<br />

Avvento, affinché sia colto l’aspetto della vigilanza e<br />

dell’attesa del Signore Gesù come atteggiamento del<br />

credente; nel tempo pasquale perché maggiormente<br />

si evidenzi la verità della risurrezione alla luce della<br />

Croce.<br />

128. Nelle celebrazioni comunitarie, onde evitare un<br />

accesso indiscriminato al sacramento, è necessario<br />

che le persone interessate manifestino il loro desiderio<br />

prima della celebrazione, così che il parroco possa<br />

esercitare un adeguato discernimento (cfr. SUI,<br />

Introduzione 36).<br />

129. È da favorire e da promuovere una continua<br />

e fattiva collaborazione reciproca, tenendo salda la<br />

discrezione, tra il cappellano dell’ospedale o della<br />

casa di cura e il parroco dell’ammalato.<br />

130. Per l’ammissione al sacramento della santa Unzione<br />

delle persone in situazione matrimoniale irregolare<br />

vale, tranne che in pericolo di morte, la stessa<br />

normativa indicata per l’assoluzione sacramentale e<br />

l’ammissione alla Comunione eucaristica.<br />

PER LA CELEBRAZIONE<br />

131. La Chiesa è presente a ogni suo fedele nella<br />

malattia e nel momento supremo del passaggio<br />

dalla vita terrena a quella celeste per confortarlo<br />

con la speranza beata, per sostenerlo ed eventualmente<br />

per presentarlo alla misericordia di Dio. Tale<br />

assistenza orante è assicurata dalla celebrazione comunitaria<br />

del sacramento della santa Unzione con<br />

la presenza soprattutto dei familiari e conoscenti<br />

(cfr. SUI, Introduzione 7.33-34). Anche quando viene<br />

fatta nella casa del malato, la celebrazione del<br />

sacramento abbia sempre possibilmente un carat-<br />

tere comunitario, che coinvolga almeno i familiari<br />

e quanti assistono l’infermo.<br />

132. La celebrazione della santa Unzione avvenga<br />

secondo le indicazioni del Rituale Romano sul sacramento<br />

dell’Unzione degli infermi (1974).<br />

133. Insieme al sacramento della santa Unzione, la<br />

cura pastorale dei malati si preoccuperà di offrire al<br />

malato grave o moribondo anche la grazia del “Viatico”,<br />

da ricevere, se possibile, durante una celebrazione<br />

dell’Eucaristia, sotto le due specie. Ministri<br />

sono il parroco, il vicario parrocchiale, il cappellano<br />

di ospedale e il superiore di una comunità religiosa<br />

clericale. In caso di necessità, ministro del Viatico<br />

- 25 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

può essere anche qualsiasi sacerdote o altro ministro<br />

della Comunione eucaristica (cfr. CIC, can. 911;<br />

SUI Introduzione 16).<br />

134. L’esperienza vissuta nell’amministrazione del<br />

sacramento dell’Unzione deve portare la comunità<br />

a manifestare maggiormente il suo amore verso i<br />

fratelli che soffrono; ad approfondire il significato<br />

e il valore particolare della sofferenza come mezzo<br />

di purificazione, santificazione e vera adesione alla<br />

sofferenza di Cristo; ad annunciare che i malati<br />

h<strong>anno</strong> una preziosa missione e un’efficace testimonianza<br />

da offrire.<br />

DAL MESSALE ROMANO<br />

Indicazioni pastorali per vivere in comunione di sentimenti<br />

e di gesti le celebrazioni liturgiche<br />

A- Gesti e atteggiamenti del corpo<br />

20. L’atteggiamento comune del corpo, che tutti i partecipanti al rito sono invitati a prendere,<br />

è il segno della comunità e dell’unità dell’assemblea: esso espri me e favorisce l’intenzione e i<br />

sentimenti dell’animo dei partecipanti.<br />

21. Per ottenere l’uniformità nei gesti e negli atteg giamenti, i fedeli seguano le indicazioni che<br />

vengono date dal diacono, o dal sacerdote, o da un altro mini stro, durante la celebrazione.<br />

Inoltre, in tutte le Messe, salvo indicazioni contra rie, i fedeli stiano in piedi dall’inizio del canto<br />

di in gresso, o mentre il sacerdote si reca all’altare, fino alla conclusione dell’orazione di inizio (o<br />

colletta), durante il canto dell’Alleluia prima del Vangelo; durante la proclamazione del Vangelo;<br />

durante la professione di fede e la preghiera universale (o preghiera dei fedeli); dall’orazione<br />

sulle offerte fino al termine della Messa, fatta eccezione di quanto è detto in seguito.<br />

St<strong>anno</strong> in vece seduti durante la proclamazione delle letture pri ma del Vangelo e durante il salmo<br />

responsoriale; all’o melia e durante la preparazione dei doni all’offertorio;<br />

se lo si ritiene opportuno, durante il sacro silenzio do po la comunione. S’inginocchiano poi alla<br />

consacra zione, a meno che lo impediscano o la ristrettezza del luogo, o il gran numero dei<br />

presenti, o altri motivi ra gionevoli.<br />

Spetta però alle Conferenze Episcopali adattare i gesti e gli atteggiamenti del corpo, descritti<br />

nel Rito della Mes sa romana, alla cultura dei vari popoli. Nondimeno si faccia in modo che tali<br />

adattamenti corrispondano al senso e al carattere di ciascuna parte della celebrazione.<br />

22. Fra i gesti sono comprese anche le azioni e gli at teggiamenti del sacerdote nel recarsi all’altare,<br />

quelle per la presentazione dei doni e per la comunione dei fedeli. Conviene che queste<br />

azioni siano fatte in modo decoroso, mentre si eseguono canti appropriati, secon do le norme<br />

stabilite per i singoli movimenti.<br />

B- Il silenzio<br />

23. Si deve anche osservare, a suo tempo, il sacro si lenzio, come parte della celebrazione”.<br />

La sua natura dipende dal momento in cui ha luogo nelle singole ce lebrazioni. Così, durante<br />

l’atto penitenziale e dopo l’invito alla preghiera, il silenzio aiuta il raccoglimen to; dopo la lettura<br />

o l’omelia, è un richiamo a medita re brevemente ciò che si è ascoltato; dopo la comunio ne,<br />

favorisce la preghiera interiore di lode e di ringra ziamento.


Il <strong>Redone</strong><br />

Pastorale della carità<br />

Per educarci all’esercizio della carità fraterna è utile per noi riscoprire dal Catechismo quelle<br />

che sono le sette opere di misericordia di misericordia corporale e le sette opere di misericordia<br />

spirituale le riproduciamo e volta per volta ne proporremo una:<br />

Le sette opere di misericordia corporale<br />

* Dar da mangiare agli affamati<br />

* Dar da bere agli assetati<br />

* Vestire gli ignudi<br />

* Alloggiare i pellegrini<br />

* Visitare gli infermi<br />

* Visitare i carcerati<br />

* Seppellire i morti<br />

Le sette opere di misericordia spirituale<br />

* Consigliare i dubbiosi<br />

* Insegnare agli ignoranti<br />

* Ammonire i peccatori<br />

* Consolare gli afflitti<br />

* Perdonare le offese<br />

* Sopportare pazientemente le persone moleste<br />

* Pregare Dio per mi vivi e per i morti<br />

Nei prossimi numeri de “Il <strong>Redone</strong>” proporremo riflessioni operative<br />

su ognuna delle opere di misericordia.<br />

IL CORAGGIO DI LASCIARE TUTTO E PARTIRE PER ESSERE<br />

UTILI ALL’ANNUNCIO DEL REGNO DI DIO NEL MONDO<br />

- 26 -<br />

Anche a Gottolengo come lo h<strong>anno</strong> fatto le<br />

Comunità Neocatecumenali nella Cattedrale<br />

di San Pietro in Roma alla presenza del Papa,<br />

abbiamo celebrato i 40 anni dell’approdo del<br />

Cammino Neocatecumele in Italia e in quell’occasione<br />

si è dato il “Mandato Missionario” a due<br />

persone della nostra Comunità <strong>Parrocchia</strong>le: alla<br />

Signora Franca Olivetti che è partita per prestare<br />

il suo aiuto in un seminario della Francia e<br />

alla giovane Claudia Biazzi che è partita per la<br />

Lituania come appoggio alle famiglie missionarie<br />

mandate a operare in quella nazione. Mentre<br />

a Roma Sebastiano e Maria Fontana h<strong>anno</strong><br />

dato la loro disponibilità davanti al Pontefice per<br />

andare come famiglia Missionaria in Scozia.<br />

Ammirando il loro coraggio, preghiamo per loro.<br />

VITA ORATORIANA<br />

Stupitevi...<br />

- 27 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

La giovinezza è il periodo della vita dove l’apertura del cuore<br />

e la gratuità rendono capaci di vedere la realtà con occhi pieni<br />

di speranza e di desiderio. La voglia di comprendere, di dare<br />

personalmente ragione e di fare eventualmente nostre le scelte<br />

che i nostri genitori avevano fatto per noi, porta alla domanda<br />

fondamentale sul senso della vita. In questa ricerca di significato<br />

l’incontro con Cristo nella Chiesa è una risposta ragionevole al<br />

nostro desiderio di verità. Il Vangelo non è quindi un ostacolo alla<br />

nostra libertà, non pone limiti al desiderio di sapere, anzi, lo sostiene<br />

indicando la strada affinché si manifesti una Nuova Umanità.<br />

La creatività innata nell’uomo, legata all’energia che deriva<br />

dalla passione per la vita, determina quindi questo atteggiamento<br />

sincero di ricerca. La fede non chiede la rinuncia della ragione.<br />

Nel 1998 Giovanni Paolo II scrisse la lettera Enciclica Fides et Ratio con la quale sottolineava che la fede<br />

ha bisogno della ragione e che la ragione non può essere imbrigliata così da non precludere “ la strada che<br />

conduce al riconoscimento del mistero”. La ricerca è quindi un atteggiamento profondamente umano che<br />

rende ancora più partecipi a questo mistero.<br />

Lo studio, quando fatto con il desiderio di approfondire aspetti della natura e dell’umano, apre senz’altro<br />

alle domande che l’uomo porta da sempre nel suo cuore. Il rischio più grosso è pensare che Dio non c’entri<br />

con il creato e, quindi, con l’uomo che di questo è parte. In realtà l’uomo, che si voglia o no, è elemento vivo di<br />

questo mistero, entro il quale egli manifesta la sua personale libertà. Non escludere il mistero è quindi ragionevole<br />

: espande la voglia di conoscenza e sapere, rafforzando la domanda sulla propria esistenza. La scienza,<br />

particolare manifestazione dell’intelligenza dell’uomo, che consente, attraverso l’osservazione, la domanda<br />

e la prova, di comprendere la natura delle cose e di formulare delle risposte che permettono di coglierne i<br />

segreti, “non dispensa dagli interrogativi religiosi ultimi l’umanità, ma piuttosto la stimola ad affrontare le<br />

lotte più dolorose e decisive, quelle del cuore e della coscienza morale”.<br />

Al riguardo Papa Benedetto XVI° ha affermato che “il pericolo del mondo occidentale – per parlare solo<br />

di questo – è oggi che l’uomo, proprio in considerazione della grandezza del suo sapere e potere, si arrenda<br />

davanti alla questione della verità. E ciò significa, allo stesso tempo, che la ragione, alla fine, si piega davanti<br />

alla pressione degli interessi e all’attrattiva dell’utilità, costretta a riconoscerla come criterio ultimo.”<br />

Aprire il cuore e la mente al mistero rende quindi l’uomo libero, capace di accogliere e gustare la verità<br />

e capace di porsi nel mondo come soggetto vivo, portatore di speranza, di fronte alle sfide e alle domande<br />

urgenti che il nostro tempo presenta. Guardare all’uomo, come creatura così come un padre e una madre<br />

guardano il proprio figlio, ci obbliga a porre al primo posto il suo bene, per cui la cultura, la scienza e tutte le<br />

nostre attività devono essere al servizio e per il bene dell’uomo.<br />

Siate giovani, non perdete mai il desiderio di indagare, di cercare, di trovare, di stupirvi, non chiudete il<br />

vostro cuore e la vostra umanità; ponete sempre la vostra speranza in Colui che è la sorgente della verità.<br />

A tutti una buona Quaresima e un incontro vivo con il Cristo Risorto<br />

Don Angelo


Il <strong>Redone</strong><br />

ORATORIO IN INTERNET<br />

Da tempo funziona il sito internet del nostro Oratorio.<br />

Come internet permette da decenni, si può navigare in questo grande mare informatico ed<br />

essere virtualmente in mille posti contemporaneamente, conoscere persone, chattare e avere<br />

sotto mano il sapere ci da quasi il senso di mondialità…e il nostro Oratorio è entrato in questo<br />

grande mondo. Grazie alla pazienza di Manuel, che supera le difficoltà di conciliare il tempo<br />

personale e le pretese “hi tech” del don, è nata questa opportunità di essere sempre informati (o<br />

quasi) di avere una immensa banca dati di esperienze, di spiritualità, di approfondimento della<br />

nostra vita parrocchiale e non.<br />

Per sapere cosa succede all’Oratorio,<br />

basta collegarsi a questo sito e consultare<br />

il Calendario<br />

delle attività, costantemente aggiornato<br />

oppure dare un’occhiata agli articoli<br />

che riempir<strong>anno</strong> queste pagine e che<br />

proporrano anticipazioni, resoconti e<br />

approfondimenti.<br />

E per quelli che dicono: «Ma non<br />

ho tempo di guardare anche il sito<br />

dell’Oratorio!»... niente scuse! Presto<br />

potrete iscrivervi alla Newsletter e le<br />

notizie più interessanti o importanti<br />

sar<strong>anno</strong> recapitate direttamente nella<br />

vostra casella di posta elettronica!<br />

Ovviamente, il nostro obiettivo è di far si che questo sito possa crescere e diventare sempre più<br />

interessante, quindi... fateci avere le vostre impressioni, le vostre richieste, le critiche, i suggerimenti...<br />

Siamo piccoli, ma cresceremo... con il vostro aiuto!<br />

Non siate timidi: l’Oratorio è sempre, almeno virtualmente, aperto e pronto ad accogliere le<br />

vostre idee e i vostri suggerimenti.<br />

L’Oratorio c’è. E continua a riproporsi, anche attraverso internet, in costante ascolto delle esigenze<br />

di tutta la nostra comunità, aperto alla collaborazione di chiunque desideri farsi avanti e<br />

pronto a farsi carico delle sfide educative che i nostri tempi ci impongono con sempre maggiore<br />

urgenza.<br />

Ma a chi, da profano, non sa cosa propone questo mostro targato www dico solo che potete<br />

cliccare e navigare. Potete compiere un viaggio virtuale all’interno, potete volare sopra il paese,<br />

potete vedere la storia fotografica della vita oratoriana, leggere il <strong>Redone</strong> on line, approfondire i<br />

temi della fede… provate e noi siamo a disposizione per tutti consigli e i chiarimenti che l’Oratorio<br />

virtuale vi può proporre…<br />

Don Angelo e Manuel Fiorini<br />

- 28 -<br />

Taizè<br />

- 29 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Taizè : due sillabe brevissime, quasi brusche, che schioccano senza attardarsi. Come<br />

una punteggiatura sonora. Un nome per condensare l’essenziale, per racchiudere l’indicibile.<br />

Taizè per far silenzio dentro di se, e Taizè per dirsi qualcosa. Taizè per venirci, in migliaia, decine<br />

di migliaia, centinaia di migliaia, da quasi due terzi di secolo. Taizè per ripartire,<br />

carichi di invisibile. Taizè per le generazioni.<br />

Lontano da Taizè, resta sempre un po’ di Taizè in coloro che vi sono passati. Momenti<br />

di luce; silenzi di cui non ci si credeva capaci; tracce di amicizie anonime; sguardi che<br />

sembrerebbero quasi troppo luminosi per essere umani; innumerevoli volti, spesso giovanili;<br />

rimorsi, anche, di aver tanto e così spesso trascurato il senso della vita. Tracce<br />

di altre persone e di se stessi. Abbiamo tutti un po’ di Taizè in fondo al cuore. Abbiamo<br />

tutti, nei registri tortuosi della memoria, delle tappe fatte a Taizè, in date diverse, che<br />

si accavallano nel ricordo.<br />

Strade sinuose della Borgogna bella, luce dorata delle colline a fine estate quando la<br />

natura brama le piogge che tardano ad arrivare, case in pietra che parrebbero stabilite qui<br />

da tutta l’eternità, campane che, lungi dal rompere il silenzio, lo sottolineano senza calcare<br />

la mano.<br />

Accoglienza, funzioni, canti noti e riconosciuti, icone, pace colorata della chiesa della<br />

Riconciliazione. Chiunque sia passato un giorno da Taizè si è ripromesso di tornarci.<br />

E, pur dicendolo e trascurando di farlo, sa, senza dimenticarlo mai, che Taizè esiste, che<br />

Taizè è là, lontano dalle grandi furie del tempo, disponibile, come se fosse di turno<br />

sulla terra. Lanterna perpetua sull’oceano di un’umanità agitata, disturbata. Veglia nella<br />

notte delle attualità e delle tragedie collettive o personali. Lo stress, le ambizioni, i<br />

litigi futili, le battaglie per questo o quello, gli assilli del denaro e del potere, i rischi<br />

del sentimento, la vacuità delle mode e delle sciocchezze “chiacchierate” nei mass<br />

media: tutto ciò che si gioca lontano da Taizè, tutto ciò che rumoreggia e fa scalpore lontano<br />

da questa collina divenuta sacra, qui s’annulla.<br />

Riconciliazione? Sì, ma innanzi tutto riconciliazione con se stessi. Almeno con quella parte di<br />

sè che al momento giusto, quando le burrasche minacciano la vita, ti dice: basta, c’è bisogno di<br />

un po’ di silenzio, ascolta ciò che ti parla nel silenzio. Ascolta chi ti parla.<br />

Vuoi provare questa esperienza?<br />

Partiamo Domenica 12 Aprile <strong>2009</strong> (la sera di Pasqua)<br />

Rientriamo Sabato 18 Aprile <strong>2009</strong><br />

La quota di partecipazione è di € 180,00<br />

Andiamo a Taizè in Pullman<br />

Dovremo organizzarci con le tende ( o in alternativa alloggeremo nelle “Baracche”)<br />

Le iscrizioni andr<strong>anno</strong> definite entro il 22 Marzo versando la quota e comunicando al don la<br />

propria presenza e i propri dati<br />

Sono necessari:<br />

• spirito di adattamento e una settimana all’insegna dell’essenzialità e sobrietà<br />

• desiderio di incontrare nuove persone<br />

• superamento di pregiudizi e stereotipi<br />

• coscienza che non si partecipa ne a una gita scolastica ne a un camposcuola adolescenti<br />

• disponibilità a condividere la propria esperienza di fede


Il <strong>Redone</strong><br />

OSSERVATORIO<br />

MISSIONARIO<br />

Si chiama Dieudonnè un piccolo bimbo congolese<br />

raccolto dalla Polizia, solo e senza potersi<br />

esprimere, senza famiglia che l’abbia cercato.<br />

L’h<strong>anno</strong> chiamato così: “Dono di Dio” come Sant’Agostino aveva chiamato<br />

il figlio nato nel tempo della sua vita disordinata: “Adeodato”.<br />

La Famiglia Bonsi Marco e Doninelli Michela sono intenzionati ad<br />

accoglierlo nella loro famiglia e adottarlo. Speriamo possa presto diventare<br />

un bimbo Gottolenghese! Noi tutti lo attendiamo e vogliamo accoglierlo con<br />

affetto nel nostro paese.<br />

Bravi Marco e Michela!!!<br />

C’erano due donne<br />

che non si erano mai conosciute<br />

una non la ricordi,<br />

l’altra la chiami mamma.<br />

La prima ti ha dato la vita.<br />

La seconda ti ha insegnalo a viverla.<br />

La prima ti ha creato<br />

il bisogno di amore<br />

La seconda era lì per soddisfarlo.<br />

Una ti ha dato la nazionalità,<br />

l’altra il nome.<br />

Una il seme della crescita,<br />

l’altra uno scopo<br />

MAMME “Per Voi Con Noi”<br />

- 30 -<br />

Una ti ha creato emozioni,<br />

l’altra ha calmato le tue paure:<br />

Una ha visto il tuo primo sorriso<br />

l’altra ha asciugato le tue lacrime.<br />

Una ti ha lasciato<br />

era tutto quello che poteva fare.<br />

L’altra pregava per un bambino<br />

e il Signore l’ha condotta a te.<br />

E ora mi chiedi<br />

la perenne domanda:<br />

eredità o ambiente,<br />

da chi sono plasmato? Da nessuno dei due.<br />

Solo da due diversi amori.<br />

Madre Teresa di Calcutta<br />

ECONOMIA<br />

BILANCIO AL 31 DICEMBRE 2008<br />

RICAVI IMPORTI<br />

INTERESSI ATTIVI € 411,15<br />

COLLETTE € 56.585,65<br />

COLLETTE SOLARO € 1.176,00<br />

BATTESIMI € 1.595,00<br />

MATRIMONI € 4.220,00<br />

FUNERALI € 7.250,00<br />

OFFERTE LIBERE € 25.708,74<br />

BUSTE NATALIZIE € 17.725,00<br />

BUSTE FESTE PATRONALI € 5.870,00<br />

COMUNITA' NEOCATECUMENALI € 5.230,00<br />

CANDELE VOTIVE € 295,00<br />

CONTRIBUTO COMUNALE € 11.000,00<br />

CONTRIBUTO DA CASSA PADANA € 3.000,00<br />

CASA RIPOSO X SERV. RELIG- 2008 € 3.000,00<br />

CASA RIPOSO X SERV. RELIG. <strong>2009</strong> € 3.000,00<br />

DA FONDAZIONE SAN PAOLO € 2.431,00<br />

RIMBORSO SINISTRI € 4.200,00<br />

CONTR. DA TRG (CRA E COMUNE) € 5.115,00<br />

TOTALE ENTRATE € 157.812,54<br />

- 31 -<br />

Il <strong>Redone</strong>


Il <strong>Redone</strong><br />

COSTI TOTALI<br />

SPESE PER MISSIONE POPOLARE € 1.926,00<br />

SPESE C/C BANCARI E POSTALE € 454,29<br />

INTERESSI PASSIVI SU MUTUI € 17.611,00<br />

SPESE PER LITURGIA (ostie,cera,fiori ecc)I € 2.771,00<br />

LIBRI LITURGICI € 69,00<br />

CANCELLERIA E STAMPATI € 860,50<br />

ATTREZZATURE € 5.925,00<br />

VARIE € 1.241,99<br />

CANONE RAI € 448,72<br />

MENSILE PARROCO € 3.500,00<br />

MENSILE VICARI € 4.745,00<br />

RELIGIOSI FORESTIERI € 3.500,00<br />

COLLABORATORI LAICI € 487,00<br />

ASSICURAZIONI € 8.153,38<br />

TASSE € 489,00<br />

MANUTENZIONI € 481,20<br />

RISCALDAMENTO € 8.971,25<br />

LUCE € 7.265,71<br />

ACQUA € 187,37<br />

TELEFONO € 2.602,50<br />

ACQUISTO LIBRI € 574,00<br />

ABBONAMENTO RIVISTE € 485,50<br />

CONTRBUTO ZONA PASTORALE € 250,00<br />

CONTRIBUTO DIOCESANO € 1.150,00<br />

RISTRUTTURAZIONE PARROCCHIA € 9.758,66<br />

RISTRUTTURAZIONE SAN LORENZO € 9.260,00<br />

RISTRUTTURAZIONE INCIDELLA € 1.440,00<br />

TOTALE USCITE € 94.608,07<br />

AVANZ0 2007 € 63.204,47<br />

- 32 -<br />

- 33 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Nel presentare il bilancio che si chiude al 31 Dicembre del 2008 con un avanzo di € 63.204,47,<br />

evidenziamo i contributi e le più importanti spese sostenute:<br />

• Contributi erogati dal Comune:<br />

per l’8% degli oneri di urbanizzazione per gli anni 2007 e 2008 € 11.000,00<br />

per TRG (girati a parrocchia per spese di energia,riscaldamento ecc.) € 3.615,00<br />

• Contributi erogati da Casa di Riposo:<br />

per servizi religiosi <strong>anno</strong> 2008 € 3.000,00<br />

per servizi religiosi <strong>anno</strong> <strong>2009</strong> (erogati a Dicembre 2008) € 3.000,00<br />

• Contributi da Cassa Padana:<br />

per attività parrocchiali € 3.000,00<br />

per TRG (girati a <strong>Parrocchia</strong> per spese ) € 1.500,00<br />

• Contributi da Fondazione San Paolo<br />

Per rimborso interessi mutuo Banco di Brescia n. 606041 € 2.431,00<br />

• Spese per Chiesa parrocchiale:<br />

è stata saldata la fattura della Nuova CSE per € 5.078,66<br />

inoltre è stato pagato l’intervento di manutenzione € 4.500,00<br />

(interamente rimborsato dall’assicurazione )<br />

• Spese per Chiesetta della Madonna Incidella:<br />

è stata dotata di una biologica che era inesistente € 1.440,00<br />

• Spese per salone San Lorenzo:<br />

per la ristrutturazione della facciata € 9.260,00<br />

il costo totale della ristrutturazione è stato di € 25.967,20<br />

interamente saldato nel Gennaio <strong>2009</strong><br />

• Per il Gruppo Caritas è stato girato il 10% delle collette pari a € 6.300,00<br />

• Per i mutui oltre rimborso delle quote capitale pari € 78.287,25, sono stati spesi per interessi<br />

• € 17.611,00 per un totale € 96.234,58. Durante l’<strong>anno</strong> si è ritenuto opportuno, vista la disponibilità,<br />

rimborsare € 50.000,00 per il mutuo in essere con la Cassa Padana onde evitare un aggravio<br />

di interessi. Attualmente il costo mensile dei mutui e degli interessi è pari circa a € 3.570,00.<br />

Anche quest’<strong>anno</strong> se sarà possibile provvederemo ad abbassare il mutuo della Cassa Padana.<br />

• La melonera missionaria ha depositato alla parrocchia € 4.775.65 cui v<strong>anno</strong> aggiunti<br />

€ 398,00 rimasti lo scorso <strong>anno</strong>. La destinazione di questi fondi sarà effettuata quest’<strong>anno</strong>.<br />

Inoltre sono a disposizione anche € 2.500,00 (€ 1.000,00 del 2007 e € 1.500.00 versati nel<br />

2008) finalizzati ai Bambini africani.


Il <strong>Redone</strong><br />

Bilancio Oratorio 31/12/08<br />

NOME CONTO ENTRATE USCITE PARZIALE SALDO<br />

RIPORTO DA BAR € 3.610,37 0,00 3.610,37<br />

Utenze oratorio e curato € 0,00 -20.722,10 -20.722,10<br />

Spese cartoleria e cancelleria € 502,00 -6.248,81 -5.746,81<br />

Attr. Cucina/salone/aule: forno,TV,<br />

termoconv., macch. caffè, marmo,<br />

sedie,ecc.<br />

€ 1.471,95 -11.028,10 -9.556,15<br />

Oneri e spese e interessi € 0,00 -528,82 -528,82<br />

Canoni manutenzione € 0,00 -2.509,72 -2.509,72<br />

Tasse e imposte € 0,00 -69,00 -69,00<br />

totale € 1.973,95 -41.106,55 -39.132,60<br />

Sacramenti: comunioni/cresime € 6.445,00 -6.002,48 442,52<br />

Attività: Ragazzi+Giovani € 8.862,26 -6.425,30 2.436,96<br />

totale € 15.307,26 -12.427,78 2.879,48<br />

Offerte + contributi + feste varie € 18.726,39 -7.881,11 10.845,28<br />

Gare e Tornei € 3.833,20 0,00 3.833,20<br />

Doposcuola 2007/2008 € 5.940,00 -5.687,85 252,15<br />

Grinv+Grest+Follest € 19.157,00 -13.233,29 5.923,71<br />

Vacanze Estive € 16.930,00 -10.976,00 5.954,00<br />

Festa di San Luigi € 8.066,33 -2.080,87 5.985,46<br />

Festa della Patata € 5.170,40 0,00 5.170,40<br />

totale € 77.823,32 -39.859,12 37.964,20<br />

TOTALE ENTRATE /<br />

USCITE 2008<br />

€ 98.714,90 -93.393,45 5.321,45<br />

COSTI ANNO PRECEDENTE € 0,00 -3.318,00 -3.318,00 -3.318,00<br />

totale entrate € 98.714,90<br />

totale uscite € -96.711,45<br />

Totale € 98.714,90 -96.711,45 2.003,45<br />

Banca c/c al 31/12/08 € 2.013,14 0,00 2.013,14<br />

Cassa contanti € 693,33 0,00 693,33 2.706,47<br />

- 34 -<br />

- 35 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Lutti che h<strong>anno</strong> particolarmente colpito la sensibilità<br />

della nostra Comunità parrocchiale.<br />

RACHELE<br />

Franzosi Rachele nata a Remedello il 7 luglio 1986 è uscita pericolosamente di strada sulla via<br />

di Solaro nella nostra campagna. I primi soccorsi<br />

h<strong>anno</strong> evidenziato la fatalità dell’incidente<br />

che l’ha mandata in “coma irreversibile” per<br />

qualche giorno nella Poliambulanza di Brescia<br />

dove è deceduta il 31 gennaio <strong>2009</strong> : i suoi funerali<br />

si sono svolti il 3 febbraio a Remedello, suo<br />

paese natale, accompagnati da una commossa<br />

moltitudine di gente, soprattutto di giovani che<br />

la conoscevano, la stimavano e la amavano.<br />

Rachele, da anni, faceva parte della VIª Comunità<br />

del Cammino Neocatecumenale della<br />

nostra parrocchia e la sua dipartita è stata occasione<br />

di profonda riflessione sul senso della vita per tutti i suoi giovani amici che l’h<strong>anno</strong><br />

ricordata nella Santa Messa vespertina, celebrata nella nostra parrocchia il sabato 7 febbraio.<br />

La sua famiglia ha dato la disponibilità affinché i suoi giovani organi fossero donati a persone<br />

svantaggiate nella vita che, grazie a questo dono “post-mortem”, h<strong>anno</strong> potuto avere speranza<br />

di salute. Anche questo è stato un gesto che ha commosso la Comunità cristiana.<br />

Pensandola in cielo, la riteniamo un angelo protettore della nostra gioventù e alla sua intercessione<br />

ci raccomandiamo.<br />

Pubblichiamo di seguito alcuni scritti pervenuti nella nostra redazione in suo ricordo.<br />

Con Rachele in un attimo di eternità<br />

Dal mio cuore una domanda<br />

Perché una vita spezzata nei giorni della speranza, dell’attesa di tutto ciò che sarà, che verrà,<br />

di un futuro sconosciuto?…..<br />

Mi ricordo le tante domande, i tanti progetti, i nostri progetti, il forte desiderio dell’amore.<br />

Rachele risponde al mio cuore…<br />

Ogni giorno ho portato con me la gioia della vita, la bellezza della famiglia, dei fratelli e sorelle,<br />

la tenerezza di una mamma e di un papà, la sincerità dell’amicizia… come una freccia ero<br />

lanciata verso l’AMORE, già portando in me il volto di quell’AMORE conosciuto, … desideravo<br />

vederlo fiorire nella sua pienezza, come un fiore, e quanto l’ho atteso…<br />

Io non sapevo… che avrei volato così in alto, così veloce, che l’avrei incontrato improvvisamente<br />

nella sua bellezza piena, totale… che l’avrei vissuto tutto nel tempo che Dio mi ha donato, un<br />

attimo di eternità.<br />

Guarda il mio volto,… i mie occhi sono pieni di luce… già riflettevano la Sua luce… ma è<br />

vero… Io non cammino più con te cara amica mia, con voi cari amici, cari fratelli, ma ho<br />

creduto in Lui, ho creduto nella VITA… ed è in quella Vita (Eterna) che Gesù ha portato sulla<br />

terra, che ogni giorno ancora possiamo incontrarci, parlarci, è nel cuore di quell’Amore più<br />

grande che noi tutti viviamo e vivremo sempre.


Il <strong>Redone</strong><br />

Allora ho compreso…che, anche se umanamente mi manchi e mi mancherai tanto, è nella<br />

speranza che ci attendiamo, è nella speranza che ancora oggi vivo la mia giovinezza insieme<br />

a tanti altri giovani guardando a quella luce dove già tu sei.<br />

Cammina con noi Rachele, ogni giorno, verso la Gerusalemme celeste.<br />

RACHELE E’ ENTRATA NELLA VITA ETERNA<br />

- 36 -<br />

Maria<br />

Il 31 gennaio il Signore ha chiamato a sé Rachele, una ragazza della nostra comunità.<br />

Lo stesso Dio che le ha donato la vita e che l’ha custodita per 22 anni, che aveva il potere di<br />

ridonarle la salute, ha deciso diversamente...........<br />

Nella quotidianità più comune di giovedì 22 gennaio, dopo il lavoro, Rachele stava andando a<br />

fare la spesa con la sua automobile, quando pochi attimi imprevisti l’h<strong>anno</strong> strappata a tutto<br />

ciò che era stata la sua vita fino ad allora per condurla, nove giorni dopo, alla morte.<br />

La sua condizione era apparsa da subito disperata, tanto che già il venerdì successivo<br />

all’incidente stava iniziando la procedura per l’espianto degli organi. Inaspettatamente però<br />

l’elettroencefalogramma di Rachele non era piatto e così la procedura fu sospesa. Realmente<br />

straordinaria e insperata fu poi la ripresa che ebbe sabato e anche nei primi giorni successivi.<br />

Questo aveva portato tutti noi a legittime speranze, che svanirono di colpo il sabato successivo<br />

alla notizia dell’improvviso peggioramento.<br />

Questi sono i fatti così come si sono succeduti di fronte ai nostri occhi e alla nostra mente,<br />

che non capisce e si arresta di fronte a un fatto così semplice ma incomprensibile.<br />

Il Signore però non ci ha lasciati soli mai. Egli è stato fedele alle sue promesse. Nella preghiera,<br />

nell’ascolto della Parola e nella comunione di questo dolore con tanti fratelli, ognuno di noi<br />

ha potuto percepire un silenzio che dona pace, la serenità che nasce quando la ragione si<br />

arrende umilmente e fiduciosamente di fronte al mistero, come è stato per Maria, che l’ha<br />

testimoniato nel canto del Magnificat:<br />

“Ha spiegato la potenza del suo braccio,<br />

ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;<br />

ha rovesciato i potenti dai troni,<br />

ha innalzato gli umili;<br />

ha ricolmato di beni gli affamati,<br />

ha rimandato i ricchi a mani vuote.”<br />

In una circostanza tanto tragica, lo Spirito Santo ci ha fatto sentire che, misteriosamente, tutto<br />

parlava dell’amore di Dio, di un Padre presente e che si prende cura di noi. Tutto parlava della<br />

grandiosità del progetto eterno di amore che Dio ha con ciascuno di noi... Dio ci ha fatti per<br />

Lui. Ed è venuto a ricordarcelo.<br />

Tutto ciò resta avvolto nel mistero e nel dolore umano. Nessuno di noi può spiegare perché le<br />

cose siano andate così e per ognuno di noi, confrontarsi con questa realtà, significa entrare in<br />

un combattimento serio e spiazzante, che fa soffrire e spaventa. Dobbiamo però testimoniare<br />

che, fino ad oggi, il Signore non ci ha fatto mancare il Suo sostegno nella lotta e abbiamo<br />

sentito la Sua potente azione, che dissipa le paure e infonde speranza in una prospettiva<br />

eterna a cui tutti siamo chiamati.<br />

Per questo possiamo riconoscere che ci siamo sentiti privilegiati a poter contemplare così da<br />

vicino l’opera di Dio.<br />

La scorsa estate Rachele aveva speso tutti i suoi risparmi per poter partecipare alla GMG in<br />

- 37 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Australia e con grande entusiasmo era partita per incontrarsi col Signore, per conoscerlo e<br />

perché la aiutasse nel discernere la sua vocazione. Sapeva infatti che solo una cosa conta<br />

veramente nella vita: fare la volontà di Dio. Era stata così entusiasta di quell’esperienza di<br />

pellegrinaggio e di annuncio del Vangelo lungo le strade di alcune città australiane, che al suo<br />

ritorno una nostalgia intensa l’aveva accompagnata per parecchi giorni...<br />

Noi oggi, anche se soffriamo per la sua mancanza, crediamo che non dobbiamo preoccuparci<br />

per Rachele, perché è stata affidata in buone mani, crediamo che abbia compiuto la volontà<br />

di Dio e possa contemplare faccia a faccia quel Gesù che pochi mesi fa annunciava per<br />

le strade del mondo. Crediamo anche che dal Paradiso proseguirà con maggiore efficacia<br />

l’opera di evangelizzazione e intercederà per tutta la nostra comunità e per ognuno di noi. Per<br />

questo ringraziamo il Signore, che tramite Rachele sta aiutando molti a guardar con fiducia<br />

incondizionata a Lui nel proprio combattimento quotidiano, per poter riconoscere che: “Ciò<br />

che non era nei miei piani, era nei piani di Dio. In me prende vita la profonda convinzione<br />

che, visto dal lato di Dio, non esiste il caso; tutta la mia vita, fino ai minimi particolari, è già<br />

tracciata nei piani della provvidenza divina e davanti agli occhi assolutamente veggenti di<br />

Dio presenta una correlazione perfettamente compiuta.” (S.Teresa Benedetta della Croce).<br />

Noi sappiamo che davanti agli occhi di Dio le cose sono andate bene, perciò possiamo fare<br />

nostre le parole di Giobbe:<br />

“Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,<br />

sia benedetto il nome del Signore!” (Gb 1,21)<br />

VI Comunità Neocatecumenale<br />

LUCIA PEZZI<br />

Un saluto a Lucia in occasione del funerale<br />

Lucia ci ha lasciati domenica 1° febbraio, giornata della vita e festa<br />

della famiglia. Ci ha lasciati nel giorno in cui la parrocchia, festeggiando<br />

gli anniversari di matrimonio, metteva in luce i valori cristiani della<br />

Famiglia e lei, nel nostro paese, si è sempre adoperata per la pastorale<br />

familiare, essendo anche una consacrata nell’Istituto “Pro Famiglia”. Nel<br />

giorno del suo funerale il gruppo “Pro Famiglia” di Gottolengo ha letto<br />

il seguente messaggio nella Santa Messa celebrata in suo suffragio in<br />

occasione del funerale:<br />

“Cara Lucia, mentre la Chiesa cantava l’inno alla vita, il Signore ti ha<br />

chiamata come sposa a vita nuova e ti ha trovato con la lampada accesa,<br />

pronta come una sposa per il suo sposo.<br />

Lucia, grazie per la fede che hai profuso nei nostri cuori. Grazie per la<br />

testimonianza della speranza viva che ti ha sempre accompagnato e<br />

che ci auguriamo accompagni anche noi nel cammino della vita. Grazie<br />

per aver vissuto in mezzo a noi, disseminando la tua vita di tanti gesti di carità che il Signore<br />

avrà trovato abbondanti nelle tue mani e nel tuo cuore e, per questo, ti avrà dato in premio<br />

l’abbondanza di felicità nella Vita Eterna. Grazie per il coraggio che ci hai trasmesso, affinchè<br />

fossimo perseveranti nella missione della spiritualità familiare. Ora siamo certi che sei tra le<br />

braccia del Padre e che lo pregherai per noi come ci hai promesso prima di morire.<br />

Siamo sicuri che il frutto della tua intercessione non tarderà a farsi sentire sia nel gruppo “Pro<br />

Famiglia” che nella nostra parrocchia. Grazie, Ciao.”<br />

Pro Famiglia di Gottolengo


Il <strong>Redone</strong><br />

Una scia di luce<br />

Al sorgere dell’alba del 1° febbraio <strong>2009</strong>, giornata della vita, Lucia Pezzi, all’età di 96 anni<br />

ha concluso il suo percorso terreno. Lucia ha vissuto intensamente la vita, l’ha amata, l’ha<br />

donata al Signore, alla sua famiglia e alla sua comunità parrocchiale.<br />

Lucia nasce il 16 dicembre 1912, si consacra al Signore nell’<strong>anno</strong> 1952. Risponde alla chiamata<br />

divina, donandosi con amore esclusivo a Cristo come “Missionaria della Famiglia” nell’Istituto,<br />

secolare Compagnia S.Famiglia (Ist. Pro Familia) disposta a seguire Cristo per la missione<br />

particolare che Lui le affida.<br />

Rimane nel mondo come luogo della sua vocazione e della sua responsabilità cristiana<br />

impegnandosi affinché la forza del Vangelo risplenda nella vita quotidiana familiare e sociale.<br />

Ancorata nella fede e nell’amore a Cristo, vuol fare della sua vita una testimonianza di serenità<br />

e di speranza nel mondo, raccogliendo i semi di bene e animandoli secondo il disegno di Dio<br />

vuole essere un sostegno ai fratelli nella carità.<br />

Per Lucia, anche “il lavoro è svolto come mezzo normale di sostentamento e di servizio, da<br />

compiere con onestà e competenza per rispondere al comando del Signore e per partecipare<br />

alla vita dei fratelli” (dalle Costituz. N.27).<br />

Inizia il suo apostolato con le “Scuole di Vita Familiare” (SVF), tutt’ora in atto nella comunità<br />

parrocchiale, sostenuta dai sacerdoti e collaboratori. L’attenzione delle SVF riguarda la<br />

formazione degli adolescenti attraverso l’educazione remota all’amore, principio basilare e<br />

educativo per la formazione umana e cristiana della loro futura famiglia.<br />

Quante famiglie potrebbero testimoniare il loro benessere familiare grazie a questa<br />

formazione! Lucia, però, non si ferma alle Scuole di Vita Familiare, ma sa che la famiglia<br />

ha bisogno di formazione permanente e, con l’aiuto di alcune coppie della comunità, crea<br />

un gruppo di appartenenza aperto a tutti, il quale con incontri periodici di preghiera e<br />

formazione specifica, tende a realizzare la chiamata alla vita cristiana di coppia e di famiglia.<br />

In seguito, costituisce anche il gruppo di persone vedove perché queste, rimaste prive del<br />

coniuge, continuino a rispondere alla chiamata del Signore e trovino forza e significato nuovo<br />

per vivere e testimoniare con serenità il loro impegno in famiglia e nella Chiesa.<br />

Lucia aveva capito molto bene che le persone consacrate (Missionarie della Famiglia) e le<br />

coppie di sposi (Apostoli della Famiglia) sono per la Chiesa dei doni complementari : le une<br />

anticipano nel tempo la realtà futura del Regno, i coniugi testimoniano che il Regno comincia<br />

già su questa terra nella loro famiglia.(cfr Costituz. N.8)<br />

La chiamata e la vita di coppie di sposi e di persone consacrate, vogliono essere ancora<br />

segno di risposta a progetti comuni da realizzare nelle nostre comunità. Nel solco che Lucia<br />

generosamente ha tracciato, la nostra comunità parrocchiale intende continuare l’impegno<br />

di seminare speranza per il presente e il futuro delle nostre famiglie.<br />

ANCHE IL MAESTRO GILBERTO MAZZESI<br />

CI HA LASCIATI<br />

Gilberto, il maestro di tante generazioni di scolaresche gottolenghesi ci ha lasciato. Ha<br />

raggiunto la casa del Padre, con la serena coscienza di aver cercato nella sua vita il volto del<br />

suo Dio nel volto di Cristo inserito nella vita della parrocchia nell’esperienza del Cammino<br />

Neocatecumenale.<br />

Ha amato intensamente la sua Famiglia, sua moglie Maria oggetto di tante Zirondelle (poesie)<br />

che gli sorgevano spontanee e che aveva l’abitudine di conservare, ha amato il nostro paese<br />

- 38 -<br />

- 39 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

che è divenuto il suo, ha amato la sua professione e i suoi alunni che non dimenticava mai e<br />

verso i quali esprimeva la sua attenzione unita a cristiani consigli, nonostante fossero passati<br />

moltissimi anni.<br />

A prova di questa sua attenzione, essendo lui venuto a conoscenza che una signora, una<br />

delle sue prime alunne in Gottolengo, doveva affrontare un serio problema di salute, le ha<br />

mandato la seguente lettera che la stessa signora interessata permette sia pubblicata con la<br />

fotografia degli alunni di quell’epoca.<br />

Carissima Maddalena,<br />

Maria m’ha detto di te, della tua sofferenza fisica ed il tuo male che ti crea anche quello morale.<br />

Ciò m’ha indotto a scriverti per dirti che anch’io ho vissuto la tua esperienza, dovuta ad<br />

un’infiammazione prostatica, poi mutata in tumore, ma solo accompagnato da alterno dolore.<br />

Moralmente ero a terra, ma Colui che mi ha mutato la paura in vera speranza è stato la Parola,<br />

Cristo Signore, perchè credendo in Lui, m’ha dato coraggio per affrontare questo terreno viaggio.<br />

La preghiera mi ha aperto il cuore con tanta fiducia nella volontà del Signore.<br />

Pregherò per te e per i tuoi cari, perchè il loro amore certamente lenirà i giorni amari.<br />

Io ti posso testimoniare che<br />

credere nell’immortalità dell’anima<br />

la paura di morire<br />

ha fatto sparire.<br />

Dicono che sono ringiovanito,<br />

certamente perchè la morte mi fa meno paura,<br />

e questo è l’augurio che sia anche per te,<br />

se crederai nell’eterna vita futura.<br />

Coraggio dal tuo vecchio maestro<br />

che per ancora i tuoi tanti anni<br />

sento che avrai<br />

un lungo viaggio con meno affanni<br />

..........poi l’amore del tuo tenero tesoro<br />

E l’allegria di zio Bigio<br />

Che scaccerà ogni malinconia.<br />

Gilberto<br />

Classe 5° elementare, a.s. 1949-1950 / Oratorio maschile di Gottolengo<br />

In alto, da sinistra: Cerri x,Mensi x,Luzzeri x,Travagliati Pierino,il maestro Mazzesi,Cittadini x, Zanon Giuseppe,Franzoni Giuseppe,<br />

Rizzi Rino, Romani x,Benvelinotti x, Feroldi Alfredo, Agnelli Giuseppe,Cerruti Franco, Bolzoni x, Bossoni Annibale, Facchi Angelo,<br />

Sandrelli Bruna, Benvelinotti Elena, Frigerio Ida, Doninelli Marì, Boldrini Maddalena, Rizzotto Livia<br />

Carissimi, Maddalena con Luigi e Flavia,<br />

il mio ringraziamento ti esce dal profondo del cuore dove il tuo filiale affetto l’ha posto con tanto filiale amore.<br />

Sono gioie che superano gli anni perchè il passato tu ancora l’ami e non sai scordare.<br />

Il Signore sia sempre per te e per i tuoi cari fonte d’amore che supera ogni umano dolore.<br />

Gilberto e un grazie festoso con un abbraccio da Maria


Il <strong>Redone</strong><br />

IL MIO PARTICOLARE RICORDO<br />

Il mio ricordo del maestro Mazzesi è un ricordo di stima, di affetto e di riconoscenza.<br />

Per me è stato un maestro non solo a scuola, ma anche fuori, anche nella vita.<br />

Io sono uno dei quindici suoi primi alunni di Gottolengo, nell’<strong>anno</strong> scolastico 1949-’50.<br />

Eravamo i rimasugli delle altre classi, fatte e definite e con regolare aula in<br />

Comune o alle Case Nuove; noi dovevamo aspettare un maestro da fuori ed usare,<br />

momentaneamente, una aula<br />

di catechismo all’Oratorio maschile, prestata gentilmente dal curato don Paolino.<br />

E’ stata la nostra fortuna perché, lontani dagli altri e con il nostro maestro Mazzesi,<br />

ci siamo goduti, in libertà, tutto lo spazio dell’Oratorio per la nostra bella esperienza<br />

scolastica!<br />

Alla mattina ci aspettava in cima alla scala/torretta che dal campo sportivo dava<br />

accesso alle aule; un po’ di tolleranza sui ritardi, un caldo saluto familiare per ciascuno<br />

di noi.<br />

Una rapida rassegna per vedere se a casa ci eravamo lavati bene, altrimenti il rinvio<br />

alla fontana dell’Oratorio per un supplemento di igiene. In classe, altra rassegna per<br />

controllare se tutti avevano il materiale scolastico: penna, quaderni, pastelli, ecc.,<br />

altrimenti ci pensava lui e, spesso, di tasca sua. Io ne sono stato uno tra i principali<br />

beneficiari.<br />

Le lezioni non erano mai pesanti, ci metteva tutto il suo fascino personale ed il suo<br />

entusiasmo nel parlarci: non ricordo tanto le materie scolastiche, ricordo benissimo<br />

quando ci parlava della natura, della vita, della pesca, dell’amicizia…. Era convincente<br />

e ci coinvolgeva tutti.<br />

Ricordo soprattutto che mi è stato padre in un momento difficile della mia vita.<br />

A dodici anni, i miei genitori erano lontani perché ammalati e in vari ospedali di<br />

Brescia. L’Amministrazione comunale mi aveva alloggiato presso l’Ospedale-Casa di<br />

riposo di Gottolengo: a dormire con gli ammalati, a mangiare con gli anziani ( ….e<br />

tanta riconoscenza per quelli che allora mi h<strong>anno</strong> risparmiato il collegio !). Madre<br />

Benedetta aveva per me premure di madre, suor Osmida mi comandava a bacchetta e<br />

dove non arrivava lei, ci pensava il simpatico ‘Pipio’ Rocca.<br />

Fu allora che trovai nel maestro Mazzesi un punto di riferimento affettivo ed educativo:<br />

mi faceva da padre, si interessava in tutto di me, teneva i rapporti con i miei genitori…<br />

Quanti bei ricordi che custodirò sempre per me!<br />

Ciao Gilberto, mio carissimo maestro!<br />

E non dimenticherò mai il tuo insegnamento: facile fare i maestri a scuola, ma per<br />

essere credibili e convincenti, bisogna essere maestri anche nella vita, maestri a tutto<br />

campo.<br />

Giuseppe Zanon<br />

POESIE DEL MAESTRO GILBERTO<br />

LA FONTANA<br />

Nel mio paese d’elezione<br />

C’era una semplice piazza<br />

Con una fontana d’acqua fatata<br />

E chi beveva di quella linfa sacra<br />

Si trovava per la vita ad essa legata.<br />

Era una piazza di terra calcare<br />

Con ghiaia di terra comune<br />

E nel centro, sopra la fonte,<br />

un lampione trifronte.<br />

Tolto l’inverno<br />

Era per gli scolari il loro lavabo,<br />

prima di entrare nell’aule vicine,<br />

poi, con essa giocare<br />

fino alle ore piccine.<br />

Così quella sorgente<br />

era il centro della borgata,<br />

e, nell’afa d’estate,<br />

la sua acqua era bramata.<br />

Or non c’è più quella foto campestre,<br />

ma c’è di marmo una vasca scolpita<br />

ed anche la piazza<br />

di porfido s’è rivestita<br />

ed ha grandi vasi che la f<strong>anno</strong> terrazza.<br />

Oggi quell’acqua è dell’acquedotto<br />

Non di falda natia<br />

Perciò vien da lontano<br />

Perdendo così tutta la gottolenghese poesia.<br />

Questa è pura ed anche analizzata<br />

Ma non è più quell’acqua fatata.<br />

Sì è vero<br />

Perchè cinquant’anni fa<br />

Risi della facezia<br />

E bevvi di quella vena incantata<br />

E la mia vita ad essa è rimasta avvinghiata.<br />

1973<br />

- 40 - - 41 - 41 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Spirito Santo<br />

Tu, fonte di ogni bene<br />

che illumini il credente<br />

ricordati di me<br />

perché la mia fede è un niente.<br />

Tu che tutto sai e che tutto vedi<br />

A fra il Padre e il Figlio d’amor risiedi,<br />

porgimi la benedicente mano<br />

affinché il mio tentar venir da te<br />

non sia uno sforzo vano.<br />

Gottolengo 1986<br />

<strong>GOTTOLENGO</strong><br />

Gottolengo, non è la terra ove son nato,<br />

ma ormai è il mio paese<br />

e quasi per caso ci son capitato:<br />

subito m’attirò il popolo suo cortese<br />

così mi ambientai e il Gambara e il <strong>Redone</strong><br />

mi furon di consolazione<br />

*****<br />

Per scordare il mare e il suo pescare<br />

in tal modo le lor acque mi aiutaron<br />

e in esse trovai un altro sito<br />

e sollievo a un cuor ferito donaron.<br />

Or, pur con l’afa e la bruma<br />

e la nebbia persistendo<br />

fra la mia gente mi sento<br />

******<br />

Perchè anche senza monti e senza laghi<br />

sol coi campi e il suo progredire<br />

in orizzonti sempre più ampi<br />

ogni angolo è un rifiorire.<br />

******<br />

Poi ........ mi trovo fra i trecento miei scolari<br />

che d’affetto i loro cuori non sono avari.<br />

1990


Il <strong>Redone</strong><br />

GINO CI HA LASCIATI!<br />

Ciao Gino!<br />

Sei tornato alla casa del Padre.<br />

hai saputo servire nell’Oratorio e farlo crescere..<br />

Veglia ora su tutti noi<br />

La Comunità della <strong>Parrocchia</strong> e dell’Oratorio<br />

Si stringe attorno a tua moglie Anna, Diego e Nadia, a tua mamma e a tutti<br />

i tuoi familiari ed è loro vicina e ti è vicina con la preghiera e con l’affetto.<br />

Entrando nell’Oratorio si sente la mancanza di una presenza che tutti abbiamo visto<br />

crescere con l’Oratorio stesso. Gino c’era nell’Oratorio, c’era sempre con la sua<br />

disponibilità al servizio, con quella capacità organizzativa che lui sapeva abilmente<br />

mettere in moto coinvolgendo un nutrito volontariato efficiente per tutti quei servizi<br />

che erano di sua competenza.<br />

La storia del coinvolgimento di Gino nella pastorale oratoriana risale a tanti anni fa.<br />

Ormai era decaduto il progetto degli oratori maschile e femminile separati, ma si<br />

stentava a dar vita ad una nuova modalità di vita oratoriana. Allora era prevalsa in<br />

Gottolengo l’idea che bisognava proporre direttamente ai giovani i contenuti della<br />

fede coinvolgenti ed esigenti, uniti all’esperienza di vita cristiana vissuta in comunità<br />

di fede, senza perdere tempo nell’organizzare attività ludiche e ricreative per giovani,<br />

ragazzi e adolescenti che lasciavano poco spazio alla vera formazione spirituale.<br />

Queste attività ben poteva organizzarle la Comunità civile, così si pensava.<br />

Era quello il periodo nel quale era iniziata la grande crisi culturale che ebbe la<br />

sua eclatante esplosione nel 1968 e che è arrivata a coinvolgere anche le famiglie<br />

cristiane svuotandole della vita e della testimonianza cristiana e rendendole così<br />

progressivamente incapaci di trasmettere la fede ai propri figli.<br />

Però tanta parte della gioventù di quei tempi andava<br />

allo sbando.<br />

Un gruppo di persone interessate al problema<br />

educativo e nostalgiche dell’oratorio, ottennero dal<br />

Consiglio pastorale il via libera per aprire uno spazio<br />

di accoglienza giovanile il sabato sera in quello che<br />

era l’Oratorio femminile, perché la domenica erano<br />

le anziane suore ancelle a gestire la sala oratoriana.<br />

E Gino, con Giuliana Bianchi ha cominciato a offrire<br />

la sua presenza e la sua disponibilità a questo iniziale<br />

progetto. Era circa il mese di maggio 1988.<br />

Nell’ottobre 1988 grazie all’interessamento di<br />

Suor Maria Bianchi, allora provinciale delle suore<br />

salesiane, due di loro, giovani, Suor Silvia e Suor<br />

Caterina si sono aggiunte per dare l’apporto del loro<br />

- 42 -<br />

- 43 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

carisma oratoriano nel fine settimana.<br />

Nel gennaio del 1989 arriva don Luigi e l’Oratorio riceve nuovo impulso. Verso l’<strong>anno</strong><br />

1990, le suore ancelle si ritirano dal paese, e allora si ristruttura l’oratorio e il curato<br />

incomincia a risiedervi. In tutto questo, Gino ha dato tutta la sua disponibilità operativa.<br />

L’approvazione del “Progetto educativo dell’Oratorio” segna un momento importante per<br />

l’Oratorio di Gottolengo e aiuta la Comunità educativa e agli stessi utenti a camminare<br />

verso le mete spirituali che, attraverso le varie attività che si organizzano nell’ambito<br />

oratoriano, chiaramente si propongono. Gino è stato un gran collaboratore di don Luigi<br />

e dopo di lui di don Claudio (1994-2002) e ultimamente di don Angelo 2002……<br />

Nell’Oratorio Gino c’è stato fin dagli inizi della sua ricomposizione, c’è stato in tutto il<br />

percorso degli anni successivi e con l’avvicendarsi dei curati, c’è stato fino all’ultimo,<br />

finché le forze glielo h<strong>anno</strong> permesso e continuerà ad esserci dal cielo.<br />

Grazie Gino e grazie a tua moglie Anna che sempre ti ha accompagnato in questa tua<br />

vocazione di servizio.<br />

Suor Lina Doninelli<br />

È morta il 14 marzo <strong>2009</strong> in Guarulhos – San Paolo - Brasile<br />

Lina (Paolina Doninelli), allora giovane, con Giuseppina Volpi, accompagna da laica nel<br />

febbraio del 1953 una infermiera,<br />

Gilda Tatasciore che spinta da un<br />

ideale di servire nel nome di Cristo i<br />

più poveri del mondo, lascia l’Italia<br />

per recarsi in Brasile al servizio<br />

degli ammalati di lebbra.<br />

Dopo vari travagli e sorprese per<br />

l’agire di Dio attraverso la loro<br />

missione, il 5 ottobre 1957 nasce<br />

con loro la Congregazione religiosa<br />

delle Figlie di Nostra Signora Stella<br />

del Mare. Grazie a questa nuova<br />

congregazione, nascono in quella<br />

Zona vicina alla grande città di San<br />

Paolo, varie e importanti opere<br />

umanitarie orientate ai lebbrosi e ai tanti bimbi abbandonati che le suore raccolgono.<br />

Suor Lina ha voluto rimanere fra la sua gente d’adozione fino alla fine. Anche quando<br />

la malattia ultimamente faceva presagire che non era lontano l’evento finale, lei non<br />

ha accettato la proposta di tornare in Italia, ma ha espresso il desiderio di morire là<br />

dove il Signore l’aveva chiamata e di essere sepolta fra la sua gente d’adozione.<br />

Il nostro paese si è commosso alla notizia della sua scomparsa. Morta il 14 marzo è stata<br />

sepolta il 15 marzo nel paese di Guarulhos. Qui a Gottolengo faremo una cerimonia di<br />

suffragio in suo ricordo e terremo cara la sua testimonianza missionaria.


Il <strong>Redone</strong><br />

PER NON DIMENTICARE IL PAESE CHE FU<br />

Giovedì 16 aprile alle ore 20,30, nel teatro Zanardelli del nostro paese commemoreremo i 50 anni<br />

dalla morte di DON PRIMO MAZZOLARI, profeta scomodo, ma illuminato che anche a Gottolengo ha<br />

predicato il Vangelo di Cristo illuminando epoche storiche difficili e in grande cambiamento.<br />

(Per questioni organizzative la data della commemorazione potrebbe essere spostata.<br />

Verrà comunque pubblicizzata)<br />

Cenni biografici di don Primo<br />

Don Primo Mazzolari è nato al Boschetto, frazione<br />

di Cremona, il 13 gennaio 1890 da genitori legati<br />

alla terra da motivi di lavoro e di atavico attaccamento.<br />

Ben presto, nel 1899, la famiglia, che si<br />

componeva di due figli, Primo e Peppino, e di tre<br />

- 44 -<br />

figlie, Colombina, Pierina e Giuseppina, si trasferì<br />

a Verolanuova. Qui Primo Mazzolari rimase ben<br />

poco: a dieci anni, seguendo la vocazione sacerdotale,<br />

entrò nel seminario di Cremona dove proseguì<br />

gli studi fino all’ordinazione che gli venne data<br />

da monsignor Giacinto Gaggia il 24 agosto 1912.<br />

Dopo pochi mesi fu inviato come vicario a Spinadesco,<br />

e subito dopo, richiamato in seminario a<br />

Cremona come insegnante di Lettere. Scoppiata<br />

la Prima guerra mondiale, vi partecipa con il fervore<br />

dei giovani in quel momento. Congedato nel<br />

1920 andò parroco a Bozzolo, provincia di Mantova,<br />

ma diocesi di Cremona, dove cominciò ad<br />

assumere posizioni di difesa dei diritti dei poveri.<br />

Nel 1922 venne nominato parroco di Cicognara,<br />

«il paese delle scope». Qui iniziò la sua opposizione<br />

al fascismo. Nel 1932 fu inviato nuovamente<br />

a Bozzolo e nel 1949 fondò e diresse il periodico<br />

«Adesso» la cui pubblicazione fu sospesa nel 1951.<br />

Nel 1957 predicò la Missione a Milano, chiamato<br />

dal cardinal Montini. Con l’elezione di Giovanni<br />

XXIII, entrò nella chiesa una ventata nuova e le<br />

idee di don Primo ebbero piena cittadinanza. Il 5<br />

febbraio 1959 venne ricevuto in udienza privata<br />

da papa Roncalli: l’accoglienza che egli ebbe dal<br />

Pontefice, come disse al ritorno a Bozzolo ad amici<br />

e parenti, lo ripagava di ogni amarezza sofferta.<br />

Morì il 12 aprile 1959 nella casa di cura San Camillo<br />

di Cremona. Ma le sue idee camminano ancora.<br />

Lettera ai vescovi della val padana sulla triste situazione dei braccianti agricoli<br />

apparsa il 1° marzo 1958 su “Adesso” il giornale gestito da don Primo<br />

La condizione dei salariati e dei braccianti della<br />

Val Pa dana, benché non sia neppur da confrontarsi<br />

con la condizione dei braccianti meridionali,<br />

è preoccupante sotto mol ti aspetti, non ultimo<br />

quello religio so. Il clero rurale, che ne condivide<br />

la dura vita e le molte tribolazioni, è in pena e in<br />

allarme da molti anni. Non è la prima volta che «<br />

Adesso » apprende dalla viva voce di codesti umili<br />

e mirabili testimoni del mondo contadino, la segreta<br />

sofferenza la quale misura giorno per giorno<br />

il ve nir meno in buone creature di quei sentimenti<br />

e di quella sanità morale e cristiana, che ne f<strong>anno</strong><br />

il sale della terra.<br />

Con opportuna misura e squisita ca rità, i sacerdoti<br />

rurali di cui pubbli chiamo l’appello o la preghiera<br />

ai Ve scovi della Val Padana, si limitano a denunciare<br />

la disuguaglianza di trat tamento tra il mondo<br />

operaio e il mondo contadino nel campo delle previdenze<br />

e delle assistenze sociali, do ve un po’ più<br />

di vigilanza e di equi tà da parte di chi ne ha il dovere<br />

e ne è il custode basterebbero a porvi rimedio,<br />

I problemi si ingrossano paurosa mente quando ci<br />

si dimentica di que sto rispetto dell’uomo, che è il<br />

fon damento della giustizia sociale.<br />

La voluta moderazione dell’appello, se ben s’addice<br />

alla carità dell’opera e della presenza sacerdotale,<br />

non ri duce la vastità del problema contadi no,<br />

di cui non propone una soluzione radicale, che va<br />

però cercata con ur gente e audace impegno dai<br />

cristiani che operano in campo sociale e po litico.<br />

- 45 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Per il momento, può alquanto pla care l’acerbità<br />

dell’umiliazione e del l’abbandono la certezza che i<br />

sacer doti contadini, vivono e soffrono con occhio e<br />

cuore aperto le loro tribolazioni e ne s<strong>anno</strong> parlare<br />

con chiara e ferma parola.<br />

E’ vero : sono profeti disarmati, co me i loro Vescovi,<br />

ma fra tante stolte accuse d’indebita ingerenza<br />

della Chie sa nelle cose temporali, il loro lamen to<br />

accorato e allarmato è la confer ma di una sollecitudine<br />

pastorale che abbraccia ogni pena dell’uomo,<br />

i suoi diritti umani, la sua cristiana dignità.<br />

Niente è fuori della carità sacerdo tale, che è la più<br />

completa delle giu stizie.<br />

« Adesso »<br />

La lettera ai Vescovi della Val Padana era firmata da<br />

vari sacerdoti oltre a don Primo Mazzolari, fra i quali<br />

anche l’allora curato di Gottolengo Don Gino Porta.<br />

DON PIERLUIGI MURGIONI<br />

Testimone del Vangelo<br />

Mi è stato chiesto un intervento nella <strong>Parrocchia</strong> di<br />

San Faustino in città per commemorare don Pierluigi<br />

Murgioni con il quale ho condiviso gli anni di Seminario,<br />

l’Ordinazione diaconale e sacerdotale, l’esperienza<br />

spagnola e soprattutto la Missione in Uruguay<br />

dove abbiamo sperimentato la prigionia, per me relativa,<br />

ma per lui durata 5 duri e lunghi anni. Sono<br />

passati più di 15 anni dalla sua morte, ma il ricordo<br />

della sua testimonianza rimane.<br />

La sera della Commemorazione ha introdotto il tema<br />

Mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e nostro<br />

compagno di seminario, e dopo la mia relazione<br />

è intervenuto il fratello Pinuccio e Juan Baladan,<br />

compagno di carcere di Pierluigi e che come musicista<br />

ha composto una Santa Messa solenne interpretata<br />

dall’Orchestra del Festival Arturo Benedetti Michelangeli<br />

e dal coro Ars Nova nella chiesa Santa Maria<br />

del Carmine<br />

Come in quell’occasione mi è stato chiesto anche un<br />

articolo sul tema trattato, lo offro anche alla lettura<br />

dei miei parrocchiani così potr<strong>anno</strong> conoscere un<br />

pezzo di storia missionaria condivisa con un popolo<br />

in cerca di dignità e libertà.<br />

Don Saverio


Il <strong>Redone</strong><br />

Pierluigi è nato a Torino Il 15.02.1942<br />

Ordinato a Roma dal Papa Paolo VI il 03.07.1966<br />

Vicario cooperatore a Villaputzu, diocesi di Ogliastra, Sardegna dal 1966 al 1967<br />

A Madrid, Spagna, per un corso di Pastorale dal 1967 al 1968<br />

Missionario nella diocesi di Melo, Uruguay dal 1968 al 1977 Dall’8 Maggio del 1972 al 12<br />

ottobre 1977 nel carcere della dittatura militare in Uruguay.<br />

Vicario cooperatore a San Faustino, città, dal 1978 al 1982.<br />

Vicario cooperatore a Ghedi dal 1982 al 1989<br />

Parroco a Gaino e Cecina dal 1989.<br />

Morto a Gaino il 02.11.1993 .<br />

Funerato e sepolto a Gaino il 04 .04.1993<br />

Pierluigi nel ricordo di un amico<br />

e confratello nel sacerdozio e nella missione<br />

Sul ponte più alto della nave Giulio Cesare, in quell’ora dove quel giorno di fine agosto volgeva<br />

al tramonto, nel cuore dell’oceano atlantico, esprimevo a Pierluigi un sentimento di nostalgia<br />

che in quel momento aleggiava nel mio animo per il vissuto, per la patria e per le persone<br />

care che lasciavo alle spalle, e lui, suonando la sua chitarra, mi cantava un canto religioso<br />

spagnolo come per stimolarmi a guardare verso la meta che ci attendeva e che insieme<br />

avevamo sognato: la missione in Uruguay.<br />

Pierluigi era una persona dotata di tante capacità naturali rese più preziose dall’esercizio nei<br />

doni spirituali dei quali il Signore lo aveva arricchito.<br />

Dalla prima media, sono stato suo compagno di Seminario, con lui ho condiviso gli ultimi<br />

anni di teologia nel Seminario per l’America Latina in Verona ed erano quelli gli ultimi anni<br />

del Concilio Vaticano II° che h<strong>anno</strong> fortemente marcato la nostra preparazione al sacerdozio.<br />

Destinati, già prima di essere preti, alla diocesi di Melo in Uruguay, siamo stati ordinati<br />

diaconi a Lumezzane dal Vescovo di Melo Mons. Roberto Càceres, oggi ancora vivente. Siamo<br />

poi stati consacrati preti, i primi dopo il Concilio, in Roma dal Papa Paolo VI° il 3 luglio 1966.<br />

Con Pierluigi, nel secondo <strong>anno</strong> del nostro sacerdozio, dietro suggerimento del vescovo<br />

di Melo, avevo condiviso un corso di pastorale sociale in Madrid, e nell’agosto del 1968 ci<br />

eravamo imbarcati per l’Uruguay.<br />

Dei miei compagni di Seminario, posso dirlo senza offendere nessuno, Pierluigi nello studio<br />

delle varie discipline era quello che godeva di una intelligenza lucida, immediata e pratica<br />

al di sopra del livello comune, ma non c’era in lui la tendenza ad eccellere; era lontano<br />

dall’idea della carriera e la scelta di dare un orientamento missionario alla sua vita lo ha<br />

dimostrato. Coltivava i suoi “hobby”: era amante dello sport, appassionato alla musica e al<br />

ritorno dell’Uruguay si era appassionato anche dell’informatica. Se oggi io bazzico con il<br />

computer lo devo a lui e alla sua insistenza e pazienza.<br />

Mentre la nave ci portava verso la terra della nostra missione, i Vescovi dell’America Latina<br />

erano riuniti in conferenza episcopale a Medellin in Colombia per offrire, con l’approvazione di<br />

Paolo VI°, a tutte le loro diocesi quelle indicazioni pastorali che portassero in quel continente<br />

il rinnovamento conciliare.<br />

Appena giunti nella nostra diocesi di destinazione il Vescovo Mons. Roberto Càceres, che<br />

aveva partecipato all’Assemblea di Medellin, ci ha trasmesso subito quei documenti che<br />

ci indicavano le attese della Chiesa Latino-americana nei nostri confronti e che sarebbero<br />

diventate le linee maestre del nostro servizio pastorale in quelle terre. E, quei documenti,<br />

- 46 -<br />

- 47 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

noi li abbiamo presi sul serio cercando di vivere secondo quell’immagine di Chiesa che ci<br />

veniva proposta: incarnata nella vita del popolo e portatrice degli autentici valori del Vangelo<br />

soprattutto alla gente più semplice, umile e povera.<br />

Pierluigi ha prestato il suo servizio pastorale nella <strong>Parrocchia</strong> della Cattedrale di Melo<br />

scegliendo di vivere in una casupola nel cuore di un “barrio” (quartiere povero di periferia) e<br />

metà della giornata la dedicava al lavoro, prima come tassista, e, poi, come impiegato in un<br />

locale di vendita all’asta. In quei primi tempi era invalsa tra noi, preti più giovani, la scelta<br />

di guadagnarci il pane con il lavoro anche come segno di vicinanza alla vita concreta della<br />

gente più povera.<br />

Appena dopo la metà dell’<strong>anno</strong> 1969 Pierluigi è stato destinato come collaboratore alla città<br />

di “Treinta y Tres”.<br />

Io allora accompagnavo come coadiutore un prete spagnolo, padre Carlos Fernandez Ordoñez,<br />

in una parrocchia di periferia della città di Melo.<br />

Il tipo della nostra presenza sacerdotale, che si esprimeva nella vicinanza profetica alle realtà<br />

di povertà e nel giudizio critico verso le strutture che le generano, ha creato reazioni negli<br />

ambienti politici tradizionali già scossi dall’emergere di un nuovo partito, non tradizionale,<br />

di orientamento popolare (Il Frente Amplio) e dall’azione rivoluzionaria del clandestino<br />

movimento Tupamaro. Queste reazioni, politicamente comprensibili, dopo le elezioni del<br />

1971 sono sfociate nell’intervento militare che si ispirava dall’ideologia della “Sicurezza<br />

Nazionale”. Questa ideologia, sostenuta e promossa dalla politica nord-americana di quel<br />

tempo, ha dato vento in poppa alle varie dittature di quegli anni bui, che sono sorte e h<strong>anno</strong><br />

duramente imperato, negli stati più importanti del Sud America, includendo gli stati più<br />

piccoli del Paraguay e dell’Uruguay.<br />

Con il pretesto di attaccare la nascente coalizione di sinistra raggruppata nel “Frente amplio”<br />

e il movimento dei “Tupamaros”, allora attivo nel paese, la dittatura militare in Uruguay si<br />

è scagliata anche contro quel settore della Chiesa impegnata a portare avanti una pastorale<br />

di rinnovamento postconciliare, accusandola di favoritismo verso il “marxismo”, soprattutto<br />

quando questa Chiesa parlava di “Scelta preferenziale verso i poveri” e di “Comunità ecclesiali<br />

di base”, accusate, anch’esse ma ingiustamente, di essere cellule marxiste.<br />

Il colpo di stato si è realizzato attraverso tappe progressive, fino allo scioglimento del<br />

parlamento e di tutti i partiti politici il 27 giugno 1973.<br />

Pierluigi era ritenuto come prete destabilizzante, anche perché la sua predica profetica, le<br />

sue scelte pastorali operative e i suoi rapporti con le persone più aperte al cambiamento<br />

erano evidenti e da lui mai nascosti.<br />

Dalla fine del 1971 ai primi mesi del 1972 lui era in Italia, per il suo turno di riposo, proprio<br />

nei momenti in cui, in Uruguay, dopo le elezioni di Novembre del 71, si stava programmando<br />

il colpo di stato. E, in Italia, Pierluigi aveva parlato apertamente e senza mezzi termini, da<br />

sacerdote e profeta che era, su ciò che stava succedendo nel paese della sua missione, senza<br />

immaginare che le sue testimonianze e i suoi giudizi sulla realtà religiosa e socio-politica<br />

dell’Uruguay erano seguite e registrate da emissari dell’ambasciata uruguaiana.<br />

Al suo ritorno in Uruguay, dove ormai il colpo di stato era in atto, ogni sua mossa è stata<br />

seguita dalla polizia segreta fino a che, l’8 maggio 1972, mentre stava camminando per una<br />

delle vie della sua parrocchia di Treinta y Tres è stato imprigionato e portato nella caserma<br />

militare di quella città e torturato.<br />

Voglio mettere in luce, per averli anch’io vissuti, alcuni aspetti della tortura da lui subita e<br />

comune a tutti i detenuti politici soprattutto nei primi giorni della loro detenzione: si veniva<br />

incappucciati ancor prima di essere reclusi in caserma e in questa condizione si rimaneva<br />

vari giorni per tutto il periodo che si riteneva utile per gli interrogatori e per i confronti<br />

tra le deposizioni estorte ai vari reclusi. Normalmente si veniva condotti nel cortile della


Il <strong>Redone</strong><br />

caserma obbligati a divaricare le gambe e mantenere le braccia sulla nuca e questo con il<br />

passar delle ore diventa un vero tormento, il sangue che irrora il cervello è frenato dalla<br />

pressione delle mani sulla nuca e si avverte un formicolio nella testa ed entra la debolezza<br />

in tutto il corpo e questo, secondo i torturatori, rende meno facile la resistenza psicologica<br />

negli interrogatori. Questa procedura che può durare notte e giorno, per ore e ore, sempre<br />

nel cortile della caserma, è chiamata “il piantone”. Ogni quarto d’ora il detenuto è sottoposto<br />

a vilipendi, umiliazioni, percosse nei fianchi e nelle gambe da parte di una equipe di militari,<br />

particolarmente addestrati nell’arte della tortura. Dopo averlo reso debole, utilizzando perfino<br />

lo strattagemma di fargli sentire alle spalle un plotone pronto per l’esecuzione, il torturato<br />

veniva sottoposto a periodici interrogatori. Nei giorni seguenti, sempre incappucciato, era<br />

messo in isolamento, in una stanza, e sorvegliato a vista da un soldato in una solitudine<br />

deprimente. Questo trattamento veniva fatto a tutti coloro che entravano da prigionieri<br />

politici nella caserma e chi scrive, ve lo racconta per essere passato per la medesima trafila<br />

appena 5 giorni dopo l’imprigionamento di Pierluigi. Lui poi è stato torturato anche con l’ago<br />

elettrico e con il “Sommergibile” e preferisco non entrare in particolari su questi dolorosi e<br />

umilianti tipi di tortura.<br />

Pierluigi, ritornato in Italia, non era propenso a parlare di ciò che gli avevano fatto, proprio<br />

per non risvegliare ricordi umilianti che la sua mente aveva cercato di cancellare. Eppure, lui<br />

era di carattere forte, resistente, forse era, questa, una caratteristica della sua origine sarda.<br />

Ma la sua vera forza interiore era radicata nella sua fede semplice e schietta, alimentata dalla<br />

Parola di Dio da lui spesso rimuginata. Con le sue risposte secche e decise mandava spesso<br />

in bestia i suoi stessi aguzzini.<br />

Da Treinta y Tres era stato portato qualche giorno alla caserma di Melo e poi a Montevideo nel<br />

carcere di “Puntacarreta” : alla fine, al grande carcere costruito appositamente per detenuti<br />

politici che, per ironia del nome, sorgeva in un paese chiamato “Libertad”. Lì è rimasto fino<br />

all’<strong>anno</strong> 1977 con tuta e numero da detenuto e rasato sul capo. A volte succedeva che a me ed<br />

a don Renato Soregaroli, attuale parroco di Ospitaletto, che a turno andavamo a fargli visita,<br />

dopo aver fatto 500 chilometri per andarlo a trovare, non era concesso di vederlo, perché era<br />

nella cella di rigore per aver risposto per le rime a qualche sopruso infertogli.<br />

Il carcere non ha piegato la resistenza morale di Pierluigi, anche se nella sua cella gli avevano<br />

messo accanto uno che era impazzito, anzi, lui lo trattava con pazienza e amore (così mi<br />

diceva la moglie di quel povero uomo, quando ci trovavamo nelle interminabili ore di coda<br />

per poterli vedere). Quando, poi, si potevano visitare ci separava una resistente lastra di<br />

vetro e ci si parlava per telefono, sapendo che la conversazione veniva registrata.<br />

La sua dura prigionia è durata dall’8 Maggio del 1972 al 12 ottobre 1977.<br />

La fede di Pierluigi, come ho detto prima, è sempre stata forte e schietta e la sua esperienza<br />

in carcere è stata un lungo e travagliato ripensamento sulla sua vita umana e sacerdotale tra<br />

luci e ombre.<br />

Ha sofferto una crisi, quella di non potersi identificare con quella Chiesa che non ha trovato<br />

il coraggio di opporsi decisamente al potere ingiusto : in certi momenti, ha sofferto anche<br />

la tentazione di dissociare la sua vita di ministro di questa Chiesa, incapace di coraggiosa<br />

testimonianza per paura del martirio.<br />

Però Dio lo ha aiutato e, proprio da questa Chiesa, ha ricevuto la forza da cui è scaturito il<br />

coraggio della perseveranza.<br />

Quando ha saputo che il Papa Paolo VI, il Papa bresciano che lo aveva ordinato prete, aveva<br />

direttamente chiesto al ministro degli Esteri dell’Uruguay, in visita Ufficiale alla Santa Sede,<br />

la sua liberazione, ne è rimasto profondamente colpito. L’altro gesto che lo ha profondamente<br />

colpito è stata l’attenzione paterna dell’allora vescovo di Brescia e quindi suo vescovo Mons.<br />

Luigi Morstabilini. Era venuto appositamente in Uruguay per incontrarlo, aveva dovuto<br />

- 48 -<br />

- 49 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

rimanere quasi una settimana in attesa per poterlo vedere e aveva ottenuto tale permesso<br />

solo dopo aver minacciato, tramite la nunziatura, di far sapere ai mezzi di comunicazione<br />

internazionali che ad un vescovo italiano, venuto espressamente in Uruguay per visitare un<br />

suo prete incarcerato e non ancora giudicato, si impediva di vederlo.<br />

L’interessamento del Papa, la visita di Mons. Morstabilini nel Carcere di Libertad e il fatto<br />

che il vescovo fosse andato ad accoglierlo all’aereoporto di Milano al suo rientro in Italia,<br />

dopo la sua espulsione dell’Uruguay, h<strong>anno</strong> fatto sì che Pierluigi vivesse la trasformante<br />

esperienza di sentirsi amato, compreso e accolto dalla Chiesa madre che, nonostante le sue<br />

umane debolezze e incoerenze, non aveva lasciato mancare il suo amore e il suo fattivo<br />

interessamento nei suoi riguardi.<br />

Rientrato in Patria, ha vissuto il suo servizio ministeriale con crescente intensità di vita<br />

sacerdotale nella parrocchia di San Faustino e Giovita in città, nella parrocchia di Ghedi e,<br />

fino alla sua morte, come Parroco di Gaino e Cecina sul lago di Garda con l’incarico, in quel<br />

periodo, anche di Vicario Zonale.<br />

E’ morto a Gaino il 2 novembre 1993, contento della sua esperienza sacerdotale che ha voluto<br />

portare avanti con responsabilità, anche quando un tumore maligno lo stava progressivamente<br />

e dolorosamente consumando.<br />

Quando sono andato a trovarlo il giorno prima della sua morte, lui, ormai consumato dal<br />

dolore, ha alzato la sua mano e mi ha fatto una carezza e mi ha regalato un sorriso. Ancora mi<br />

sembra di sentire il contatto sul mio viso di quella mano consunta con la quale l’amico, con<br />

cui avevo condiviso ideali, speranze, consacrazione e missione mi diceva: “arrivederci……..<br />

ci rivedremo in cielo!”<br />

Quando partecipo a qualche incontro nella casa degli esercizi di Montecastello, sempre faccio<br />

una sosta nel cimitero di Gaino dove, nella nuda terra, è stata sepolta la sua salma, dove c’è la<br />

salma della madre morta appena prima di lui, dove sono poi stati sepolti i corpi di suo padre<br />

e di una sua sorella e lì mi raccolgo in orante meditazione.<br />

Don Saverio Mori<br />

Prete Fidei Donum in Uruguay dal 1968 al<br />

1988<br />

Ora parroco a Gottolengo<br />

Gottolengo 15 febbraio <strong>2009</strong><br />

Oggi Pierluigi avrebbe compiuto 67 anni.


Il <strong>Redone</strong><br />

DON ARCANGELO TADINI PROCLAMATO SANTO<br />

- 50 -<br />

- 51 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Paola Rodella ci invita alla festa delle Suore Operaie della S. Casa di Nazareth. Il Fondatore, Beato<br />

Arcangelo Tadini, sarà infatti proclamato santo da Benedetto XVI domenica 26 aprile <strong>2009</strong>. È bello<br />

condividere questa grande gioia, perché sugli altari sale…<br />

UNO DI NOI… SANTO!<br />

Dieci anni fa il musical allestito in occasione della sua beatificazione lo chiamava «uno di noi». Dal 6<br />

dicembre 2008, don Tadini è uno di noi, con una marcia in più: la Chiesa lo ha, infatti, riconosciuto<br />

santo e il Papa Benedetto XVI lo eleverà all’onore degli altari il prossimo 26 aprile, durante una<br />

solenne cerimonia che si terrà in p.zza S. Pietro in Vaticano.<br />

Don Arcangelo è un santo per tutti, con una parola pronta per il cuore di ciascuno. Come ha detto la<br />

Superiora Generale delle Suore Operaie, Madre Emma Arrighini, durante un incontro con i seminaristi<br />

bresciani, «con la beatificazione e ancor più ora, con la canonizzazione, ci siamo rese conto che don<br />

Tadini non è solo il “nostro” santo Fondatore, ma è il santo di tutti: sacerdoti, religiosi, laici».<br />

Molteplice è stata infatti l’attività di don Tadini, uomo innamorato di Dio e quindi dei suoi fratelli,<br />

che qualcuno ha definito «prete sociale» perché dalla contemplazione di Dio si è aperto ai bisogni<br />

della storia ed ha agito di conseguenza. Nato a Verolanuova (Bs) il 12 ottobre 1846, viene ordinato<br />

sacerdote nel 1870. La sua prima destinazione è Lodrino (Bs), dal 1871 al 1873. Successivamente viene<br />

assegnato alla parrocchia di S. Maria della Noce, periferia di Brescia, dal 1873 al 1885. Qui si attiva per<br />

rianimare la vita spirituale dei suoi fedeli, per abbellire ed ingrandire la chiesa e per soccorrere gli<br />

sfollati durante lo straripamento e l’alluvione del fiume Mella. Nel 1885 fa il suo ingresso a Botticino<br />

Sera (Bs), dove rimarrà fino alla morte, avvenuta il 20 maggio 1912. Conoscitore attento dei problemi<br />

sociali della sua gente, anche qui agisce mantenendo l’impronta dell’austerità e della fortezza, ma<br />

al tempo stesso lasciando trasparire tutta la sollecitudine di un padre preoccupato del benessere<br />

materiale e spirituale dei suoi parrocchiani. Dalla sua carità creativa ed operosa, scaturiscono molte<br />

iniziative: Confraternite, Oratori, Terz’Ordine Francescano, Figlie di Sant’Angela Merici, Schola<br />

Cantorum, Banda Musicale, Società Operaia di Mutuo Soccorso. In tutte queste realtà, si manifesta<br />

l’attenzione del santo parroco nei confronti di ogni classe sociale. Ma la sua attenzione è rivolta<br />

soprattutto alle giovani operaie del paese, costrette a lasciare le loro case durante i giorni feriali, per<br />

guadagnarsi da vivere nelle filande delle vicine borgate. L’arciprete di Botticino si accorge che esse<br />

tornano diverse da come sono partite, con il fisico e con l’anima «spremuti come limoni». Sulla scia<br />

dell’enciclica Rerum Novarum del 1891, cerca una soluzione per ridare dignità alla classe lavoratrice.<br />

Sogna, progetta e costruisce a sue spese a Botticino una filanda che accoglie le ragazze del paese e dei<br />

villaggi vicini, che lì possono trovare un ambiente faticoso, ma moralmente sano. Per ricordare poi<br />

che il lavoro non è un castigo, ma è mezzo di santificazione, pensa di far entrare negli opifici delle<br />

religiose che condividano le fatiche e le speranze delle ragazze. Nel 1900 fonda, così, la Congregazione<br />

delle Suore Operaie della S. Casa di Nazaret: uno scandalo per quei tempi, in cui si pensava che<br />

gli stabilimenti costituissero un luogo pericoloso e fuorviante per delle religiose. Don Tadini deve<br />

sopportare pesanti fardelli a causa di questa sua “invenzione”, come anche a motivo delle difficoltà<br />

finanziarie della filanda. Ma la fiducia nella Provvidenza che «volle e perfezionò l’opera», come egli<br />

stesso dice, lo sostiene fino alla morte, nella certezza che nel mondo del lavoro, come in tutti gli altri<br />

ambiti, grande è il bisogno di un «buon lievito» che contrasti il diffuso pessimismo.<br />

Tutta l’opera dell’arciprete di Botticino mira dunque a far riscoprire agli uomini e alle donne del suo<br />

tempo - ma anche del nostro - la grande dignità della loro esistenza. Anche il miracolo che ha aperto<br />

la strada verso la canonizzazione, riguarda il dono della vita. Grazie all’intercessione di don Tadini,<br />

infatti, una coppia di giovani sposi bresciani ha ottenuto la risoluzione spontanea e duratura della loro<br />

sterilità.<br />

Quando la Chiesa riconosce e proclama la santità di un suo membro, lo fa per ricordare a tutti che il<br />

santo non è un mito d’altri tempi, ma è un compagno di viaggio che ha camminato sulle nostre stesse<br />

strade della quotidianità, tenendo fisso lo sguardo al Cielo. Così anche don Tadini, «uno di noi» che da<br />

oggi possiamo chiamare “santo”, ci dice: «Coraggio : un’occhiata al Cielo e poi… Avanti!».


Il <strong>Redone</strong><br />

Programma del pellegrinaggio per la<br />

CANONIZZAZIONE di Don Arcangelo Tadini<br />

Roma, 26 aprile <strong>2009</strong><br />

Programma 4 giorni<br />

Venerdì 24 aprile: Brescia/ Roma<br />

Al mattino presto partenza in pullman per Roma. Pranzo libero lungo il percorso. Arrivo a Roma nel<br />

primo pomeriggio: incontro con la guida e prima visita della città: Fori Imperiali, Altare della Patria,<br />

Campidoglio, Colosseo. Al termine trasferimento in albergo: sistemazione, cena e pernottamento.<br />

Sabato 25 aprile: Roma<br />

Colazione. Al mattino continuazione della visita con guida: Fontana di Trevi, Trinità dei Monti, Piazza<br />

di Spagna, Piazza del Popolo. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio si raggiunge il Santuario del Divino<br />

Amore: incontro di festa nell’auditorium, in preparazione alla Canonizzazione del Beato Tadini. Alle ore<br />

18.00 celebrazione della S. Messa nel Nuovo Santuario, presieduta da Mons. Luciano Monari. Rientro<br />

negli alloggi per la cena ed il pernottamento.<br />

Domenica 26 aprile: Roma<br />

Mezza pensione negli alloggi. Colazione e trasferimento in Piazza S. Pietro per partecipare alla solenne<br />

Celebrazione di Canonizzazione del Beato Arcangelo Tadini. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio visita<br />

libera della Basilica di San Pietro con possibilità di scendere nelle Grotte per la visita alle tombe dei Papi.<br />

Lunedì 27 aprile: Roma/Brescia<br />

Colazione e trasferimento alla Basilica di S. Paolo Fuori le Mura: alle ore 9.00 Celebrazione della S.<br />

Messa presieduta da Mons. Luciano Monari. Al termine visita dell’Abbazia alle Tre Fontane. Pranzo in<br />

ristorante. Nel pomeriggio rientro a Brescia.<br />

Quota di partecipazione: € 430,00 (suppl. camera sing. € 90,00).<br />

Programma 2 giorni<br />

Sabato 25 aprile: Brescia / Roma<br />

Al mattino partenza in pullman per Roma. Pranzo libero lungo il percorso. Arrivo a Roma e partecipazione<br />

all’incontro di festa nell’auditorium del Santuario del Divino Amore (ore 15.30). Alle ore 18.00 celebrazione<br />

della S. Messa nel Nuovo Santuario, presieduta da Mons. Luciano Monari.<br />

Al termine trasferimento presso il Country Club di Castelfusano. Cena e pernottamento.<br />

Domenica 26 aprile: Roma / Brescia<br />

Colazione e trasferimento in Piazza S. Pietro per partecipare alla solenne Celebrazione di Canonizzazione<br />

del Beato Arcangelo Tadini. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio rientro a Brescia.<br />

Quota di partecipazione: € 140,00 (suppl. camera sing. € 20,00).<br />

Informazioni ed iscrizioni:<br />

Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth<br />

Tel. 3479860194<br />

info@suoreoperaie.it<br />

www.suoreoperaie.it<br />

Organizzazione tecnica<br />

Via A. Monti, 29 - 25121 Brescia 030 2895359<br />

Domenica 17 maggio <strong>2009</strong><br />

TADINI FEST a Botticino Sera<br />

La festa si concluderà con la S. Messa di ringraziamento<br />

presieduta da Mons. Luciano Monari alle ore 18.30 nella Cattedrale di Brescia.<br />

- 52 -<br />

COMUNE DI <strong>GOTTOLENGO</strong><br />

PROVINCIA DI BRESCIA<br />

- 53 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Allo scopo di promuovere le condizioni di tutela degli anziani della nostra comunità, a garanzia di<br />

effettiva pari dignità sociale, libertà ed eguaglianza della parte di popolazione più a rischio di<br />

esclusione sociale, l’ Amministrazione Comunale di Gottolengo, con il presente accordo con le istanze<br />

rappresentative di interessi collettivi condivisi per il tramite della via della partecipazione democratica,<br />

intende concretare l’impegno, come atto significativo della politica di sostegno delle fasce sociali più<br />

deboli, per agevolazioni e benefici in materia di tariffe, tasse e tributi locali.<br />

A tal fine tra IL COMUNE DI <strong>GOTTOLENGO</strong> in persona del Sindaco pro-tempore Sig..ra Pezzi Giuliana<br />

e dell’Assessore all’Assistenza Dr. Agazzi Alberto<br />

e<br />

I SINDACATI dei PENSIONATI rappresentati dai Sigg. Bettoni Roberto - Sozzi Giovanni (SPI CGIL) e<br />

Marini Marino - Viviani Giuliano (FNP-CISL)<br />

si conviene e si stipula quanto segue:<br />

1) DESTINATARI INTERESSATI<br />

IL presente accordo viene stipulato a favore dei cittadini ultra sessantacinquenni, che vivono in<br />

nuclei familiari aventi un indicatore della situazione economica (valore ISEE) inferiore o pari a EURO<br />

10.479.27, requisiti questi (di età e di reddito) indispensabili per l’ottenimento di benefici ed esenzioni<br />

previsti dal presente accordo<br />

2) ESENZIONE TARSU<br />

Sono esenti le abitazioni con superficie tassabile uguale od inferiore a mq. 70, con istruttoria d’ufficio<br />

Rimane in essere l’abbattimento del 30% della tassa per la persona sola, indipendentemente dall’età<br />

3) ESENZIONE ADDIZIONALE IRPEF<br />

Sono esenti dal pagamento dell’eventuale addizionale comunale sull’IRPEF i redditi da pensione fino<br />

ad Euro 8.000,00 annui per ciascun contribuente con l’impegno a verificare per l’<strong>anno</strong> 2010 la soglia<br />

di esenzione<br />

4) AGEVOLAZIONI ALLA PERSONA<br />

E’ costituito un monte contributi per agevolazioni alla persona pari a Euro 4.000,00 annui. Gli aventi<br />

diritto avr<strong>anno</strong> un rimborso fino ad un massimo del 30% (come da regolamento del Piano socioassistenziale)<br />

delle spese sostenute per acqua, riscaldamento, telefono e fino ad un massimo del 70%<br />

per spese sanitarie (ticket su accertamenti, visite,terapie riabilitative) nei limiti del monte contributi<br />

annuo. Se il fondo dovesse essere insufficiente, la cifra a disposizione sarà ripartita fra i richiedenti<br />

secondo una graduatoria che terrà conto delle spese, del reddito e della situazione del nucleo familiare.<br />

La condizione patrimoniale e la situazione reddituale del nucleo familiare è riferita all’ISEE di cui al<br />

punto 1); a norma del Piano socio-assistenziale per coloro che non rientrassero nei parametri sopra<br />

indicati, è comunque previsto intervento straordinario a fronte di straordinarie situazioni di difficoltà che<br />

verr<strong>anno</strong> valutate dalla Giunta Comunale sentito l’Assistente Sociale;<br />

5) SERVIZIO TELESOCCORSO<br />

Possono farne richiesta anziani o disabili soli, nel limite degli apparecchi disponibili, in ordine di priorità<br />

secondo la gravità e la necessità del bisogno del richiedente . Sono a carico dell’ utente le spese di<br />

abbonamento alla centrale operativa. Attualmente tutti i dispositivi in dotazione sono utilizzati, l’accesso<br />

sarà possibile solo in caso di restituzione.<br />

Prosegue l’impegno per la diffusione del servizio di telesoccorso tramite l’associazione volontari di<br />

Asola. Il servizio ha un costo “una tantum” per l’istallazione pari ad euro 20,77 a carico del Comune per<br />

un massimo di 50 utenti ed un canone a carico del richiedente di euro 19,00 mensili riducibili secondo<br />

la seguente tabella :


Il <strong>Redone</strong><br />

FASCIA 1 fino a indicatore ISEE di Euro 6894 -50%<br />

FASCIA 2 “ “ “ da 6895 a Euro 10588 -25%<br />

6) SERVIZIO TRASPORTI<br />

Il servizio è gratuito per i dializzati.<br />

Il servizio è altresì offerto a coloro che devono recarsi presso ospedali o centri specialistici per<br />

necessità legate alla salute e che non possono provvedervi autonomamente, o a mezzo di familiari.<br />

Avr<strong>anno</strong> priorità di utilizzo i malati cronici ed i disabili.<br />

Il servizio potrà essere utilizzato anche da coloro che necessitano di terapie riabilitative.<br />

Gli utenti concorrer<strong>anno</strong> alla spesa secondo un costo chilometrico convenzionale stabilito<br />

annualmente dal piano di assistenza.<br />

7) UTILIZZO IMMOBILI COMUNALI<br />

L’utilizzo degli impianti sportivi comunali è dato in uso gratuito per n. 4 ore settimanali per lo svolgimento<br />

di attività ginniche come pure il Teatro, la sede presso la “Casa Torre” e la sala comunale delle riunioni<br />

per rappresentazioni e riunioni organizzate dal gruppo Anziani Cultura e Sport<br />

8) INFORMAZIONE<br />

Tutti i nuclei familiari con un anziano presente, verr<strong>anno</strong> informati a cura del Comune, tramite il periodico<br />

parrocchiale “Il <strong>Redone</strong>” e tramite volantini informativi con il contributo dei Sindacati stipulanti l’accordo,<br />

di tutti i servizi e le opportunità che l’Amministrazione offre agli anziani stessi.<br />

9) VERIFICA SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI<br />

Le parti si impegnano fin d’ora ad incontrarsi periodicamente al fine di verificare lo stato degli interventi<br />

socio-assistenziali, nonché l’ attuazione del presente accordo.<br />

IL SINDACO L’ASSESSORE I SINDACATI<br />

Giuliana Pezzi Alberto Agazzi Sozzi Giovanni - Bettoni Roberto SPI-CGIL<br />

Marini Marino - Viviani Giuliano FNP-CISL<br />

Incontro delle associazioni di volontariato<br />

Sabato 31 gennaio presso la sala consiliare del comune di Gottolengo, l’assessore dr Alberto Agazzi ha<br />

riunito le commissioni sport e assistenza alla presenza dei rappresentanti delle principali associazioni<br />

di volontariato che operano nel nostro paese.<br />

Erano presenti:<br />

• Don Saverio Mori-PARROCO<br />

• Bonazzoli Pierluigi e Vescovi Giovanna –CARITAS;<br />

• Latini Battista-MACRAME’;<br />

• Treccani Giuseppe e Castellini Andrea -Associazione Nazionale Carabinieri;<br />

• Bettoni Vittorio-GRUPPO ANZIANI;<br />

• Bacchiocchi Paolo-ALPINI;<br />

• Camozzi Marzia –AVIS<br />

Vi è stato un proficuo scambio di informazioni sulle attività svolte dalle associazioni che pongono al<br />

centro di ogni iniziativa la persona. Sono state presentate le attività che svolgono le singole associazioni,<br />

l’esperienza dei volontari, alcune difficoltà nello svolgimento del loro operato (necessità di sedi più<br />

ampie, carenza di personale e materie prime . .).<br />

Nonostante ciò, l’attivismo solidale e silenzioso è vivo e propositivo.<br />

Tutte le associazioni sono state invitate alla FESTA DELLO SPORTIVO E DEL VOLONTARIATO<br />

che si terrà il 26 aprile. La festa inizierà con la S.Messa presso il palazzetto dello sport e proseguirà<br />

all’insegna dell’amicizia del divertimento e dello sport. Durante la giornata, in concomitanza con le<br />

attività sportive, ogni associazione avrà la possibilità di divulgare le proprie iniziative nella speranza di<br />

ricevere un gioioso ascolto dai cittadini gottolenghesi.<br />

Il volontariato, nel nostro paese, è una realtà ricca e costruttiva, ma necessita di sostegno perchè possa<br />

veramente essere al servizio della collettività.<br />

Giacomo Massa<br />

- 54 -<br />

Concorso Fotografico Amatoriale Dilettanti<br />

(Non sono ammessi fotografi professionisti)<br />

“LE MANI” un gesto d’amore<br />

- 55 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Nell’ambito della manifestazione “ La Festa dell’Albero” giunta alla XIV<br />

edizione. Il Comune di Gottolengo - Assessorato alla Cultura in collaborazione<br />

con la sezione AVIS di Gottolengo bandisce un concorso fotografico. Le<br />

fotografie si dovr<strong>anno</strong> ispirare alle mani nelle loro diverse<br />

e varie forme d’espressione.<br />

Comitato promotore:<br />

Comune di Gottolengo - Assessorati alla Cultura e Sezione AVIS di Gottolengo<br />

REGOLAMENTO<br />

ARTICOLO 1<br />

Ogni partecipante potrà presentare fino a 4 scatti che si dovr<strong>anno</strong> ispirare alle mani nelle loro diverse e<br />

varie forme espressive.<br />

Le immagini possono essere scattate con qualsiasi apparecchiatura fotografica (fotocamera digitale,<br />

fotocamera del cellulare, macchina fotografica analogica automatica e manuale ecc.) importante<br />

specificare l’apparecchiatura utilizzata.<br />

ARTICOLO 2<br />

Per partecipare al concorso è necessario presentare:<br />

fino a 4 fotografie stampate in dimensioni 20 x30 (oppure formato A4) su carta fotografica.<br />

Sul retro di ciascuna foto stampata dovrà essere scritto, con pennarello indelebile, nome e cognome<br />

dell’autore, numero dell’immagine (numerando in modo progressivo: ad esempio se si consegnano 4<br />

stampe la prima sarà numerata 1/4 e così via fino alla 4/4 ) titolo dell’opera.<br />

La domanda di partecipazione allegata a questo bando compilata in tutte le sue parti, pena l’esclusione<br />

dal concorso.<br />

ARTICOLO 3<br />

Consegna degli elaborati:<br />

Entro e non oltre il 17 aprile <strong>2009</strong>, la documentazione dovrà essere presentata o inviata:<br />

• presso la sede AVIS di Gottolengo, via Circonvallazione Sud , 25023 - Gottolengo (BS)<br />

• tel. 030/9517533 (Gli uffici sono aperti il venerdì dalle ore 20.30 alle 23.00)<br />

• presso studio fotografico FOTO STUDIO PICCININI RENATO via C. Cammi Gottolengo<br />

(BS) tel. 030/951134<br />

ARTICOLO 4<br />

La partecipazione al concorso è gratuita e le fotografie consegnate non sar<strong>anno</strong> restituite. Le fotografie<br />

si intendono donate in favore della sezione AVIS di Gottolengo. L’autore è personalmente responsabile<br />

delle opere presentate e ne autorizza la pubblicazione senza fini di lucro.<br />

Si rende noto che L’Avis sezione di Gottolengo pubblicherà le opere consegnate sul proprio sito<br />

internet nella sezione dedicata alla mostra fotografica.<br />

ARTICOLO 5<br />

Le immagini, sar<strong>anno</strong> presentate ed esposte nell’ambito delle iniziative per la Festa dell’Albero<br />

nella data del 1° maggio <strong>2009</strong>.1 vincitori ricever<strong>anno</strong> una menzione speciale nell’ambito della


Il <strong>Redone</strong><br />

manifestazione. L’inaugurazione della mostra e l’invito alla premiazione sar<strong>anno</strong> tempestivamente<br />

comunicati.<br />

ARTICOLO 6<br />

La premiazione avverrà il giorno 1 maggio <strong>2009</strong>, presso lo stand della sezione AVIS di Gottolengo .<br />

Verr<strong>anno</strong> premiati i primi tre classificati.<br />

ARTICOLO 7<br />

Il giudizio della giuria è inappellabile e la partecipazione al concorso comporta l’integrale accettazione<br />

delle norme contenute nel presente bando.<br />

Per contatti:<br />

Sede AVIS di Gottolengo, via Circonvallazione Sud . 25023 - Gottolengo (BS) Tel. 030/9517533 (Gli<br />

uffici sono aperti il venerdì dalle ore 20.30 alle 22.30)<br />

Gottolengo lì, 18 novembre 2008 ente banditore<br />

Domanda di partecipazione al concorso (Facsimile)<br />

LE MANI” un gesto d’amore<br />

Io, sottoscritta/o ...............................................................................................<br />

Nata/o a ...............................................................................Il...........................<br />

Residente in via/piazza.......................................................................................... n. ............<br />

C.A.P.......................................Città......................................................(Prov. ...............)<br />

Numero di Numero di Telefono.......................Cellulare....................Email......................<br />

Chiedo di partecipare al concorso fotografico “LE MANI” un gesto d’amore, e dichiaro di aver preso<br />

visione del regolamento e di accettare le norme in esso contenute.<br />

Allego pertanto le seguenti foto:<br />

1. Titolo:................................................................................................<br />

2. Titolo:................................................................................................<br />

3. Titolo:................................................................................................<br />

4. Titolo:................................................................................................<br />

Realizzate con la seguente apparecchiatura fotografica (fotocamera digitale, fotocamera del cellulare,<br />

macchina fotografica analogica automatica o manuale ecc.).<br />

Gotttolengo, il 18 novembre 2008<br />

Firma<br />

- 56 -<br />

..................................................<br />

Le domande dovr<strong>anno</strong> pervenire dal 1/4/<strong>2009</strong> al 30/06/<strong>2009</strong><br />

LETTERE ALLA REDAZIONE<br />

- 57 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

Gottolengo 22.12.08<br />

Spett.le Drezione/Redazione de il “<strong>Redone</strong>” presso il- Parroco Rev.do -Don Saverio<br />

Leggo con un certo stupore, misto ad amarezza, quanto il “<strong>Redone</strong>” di Natale, riporta fra le sue pagine,<br />

la vicenda di quella famiglia che viene ospitata su una “Roulotte”, sotto il porticato sito nel cortile<br />

della nostra Chiesetta dell’Incidella. La lettera di Don Saverio al Signore o Signora che ha mandato al<br />

Sindaco del nostro paese quella specie di.... “avvertimento”, chiarisce la situazione in un modo che<br />

non lascia spazio ad altre interpretazioni. Un grazie a Don Saverio per la sua limpidezza unita a tanta<br />

bontà. Come cittadina e parrocchiana di Gottolengo mi sento di rivolgere anch’io due parole a quella<br />

persona “anonima” che si è permessa, oltre che ad offendere, unire quell’avvertimento, quasi fosse<br />

una minaccia o chissà che cosa. Chiunque esso/a sia non se ne faccia un vanto. L’Incidella non è,<br />

nè la Piazza del Municipio, nè il parcheggio antistante la Palestra Comunale. Inoltre, il territorio del<br />

paese è tutelato da apposite ordinanze in tema di “soste” di nomadi e non.<br />

Semmai, qualche appunto poteva essere fatto al Parroco quale “gestore” e “garante” del patrimonio<br />

della <strong>Parrocchia</strong>. Patrimonio che può (per sua cortesia) essere dato in “uso” a parrocchiani (come già<br />

avviene), ma non per questo farlo diventare per loro, luogo esclusivo. Tutto ciò anche per altri luoghi<br />

sacri e non. Al Vescovo “Mons. Monari, al quale tutti i Sacerdoti devono a Lui obbedienza; a Don Saverio;<br />

alla Garitas Diocesana ed a quella locale, la mia vicinanza morale per quanto st<strong>anno</strong> facendo<br />

e far<strong>anno</strong> per soccorso ai più bisognosi, compresa quella famiglia, con bambini, la quale, per via dei<br />

vari canali della carità cristiana è giunta fino qui, sotto un portico, ma almeno al riparo da qualsiasi<br />

intemperie. Alla... “Signora Sindaco” (per volere di una maggioranza’) tutta la mia solidarietà, la mia<br />

amicizia e la mia stima di sempre.<br />

Buon lavoro a tutti. E, come dice quasi ogni sera un simpatico presentatore della TV, alla fine del suo<br />

programma, ripeto anch’io: “ Che Dio vi benedica”.<br />

Spett.le Direzione/redazione : “ IL REDONE”<br />

Rosi Caprinetti<br />

Gottolengo 10.02.09<br />

Se mi è consentito vorrei esprimere un mio pensiero in memoria di Eluana Englaro<br />

Eluana, nome che ormai tutti conosciamo, come conosciamo il tuo bel viso di donna giovane<br />

e piena di vita. Vita, che un brutto destino ha voluto, se non spezzare completamente, lasciare<br />

immota in un letto d’Ospedale. Chi ti ha accudita,curata ed amata per più di 15 anni e che<br />

lo avrebbe fatto ancora fino all’ultimo tuo respiro naturale, ti h<strong>anno</strong> vista portare via da loro<br />

per un altro luogo. Quel luogo desti nato ad essere il punto fermo del tuo ultimo “anticipato<br />

viaggio”.<br />

Sicuramente avr<strong>anno</strong> pianto e pregato, la tue Suore, come far<strong>anno</strong> di più adesso che non ci<br />

sei più.<br />

In questi ultimi tempi, molti di noi h<strong>anno</strong> seguito il tuo calva rio e, al di là di qualsiasi atto o<br />

polemica, suscitati da quanto, al tri h<strong>anno</strong> deciso per te, l’unico pensiero era rivolto solo, a<br />

co me sarebbe stato il tuo “trapasso”. Ora lo sappiamo.<br />

Da credente, sono certa che Dio, nella Sua infinita misericordia ascolterà la preghiera che<br />

la liturgia della Sua Chiesa recita per chi lascia questa terra. E lo farà anche per tè Eluana,<br />

ovunque sarà il tuo corpo: “ Ora è nelle Tue mani, quest’anima che mia hai data, acco glila o<br />

Signore, da sempre Tu l’hai amata, è preziosa ai Tuoi occhi”,<br />

Il mio commosso: “L’eterno riposo..........”<br />

Rosi Caprinetti


Il <strong>Redone</strong><br />

MACRAME’<br />

Macramè è un gruppo di solidarietà sociale che agisce con attività varie, sparse in paesi diversi<br />

a favore di persone rese svantaggiate dalla vita.<br />

Nel nostro paese di Gottolengo, e specificamente nel nostro Oratorio, il gruppo Macramè svolge<br />

l’attività di “Cucina, con un folto gruppo di volontari a vantaggio degli utenti di questo servizio.<br />

Oltre all’attività di cucina il gruppo finalizza la sua azione all’accoglienza e al riinserimento<br />

delle persone interessate al progetto.<br />

Sull’attività e sul clima fraterno e solidale dell’iniziativa lasciamo parlare le fotografie.<br />

- 58 -<br />

BATTESIMI 2008<br />

BATTESIMI <strong>2009</strong><br />

- 59 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

CRONACHE DI VITA PARROCCHIALE E DEL PAESE<br />

Anagrafe<br />

31. FALAPPI GIUSEPPE<br />

di Ferdinando e di Gatti Anna Teresita<br />

nato a Brescia il 6 settembre 2008<br />

battezzato a Gottolengo il 28 dicembre 2008<br />

32. BAZZANA GIUSEPPE<br />

di Marco e di Ronchi Monica<br />

nato a Asola (MN) l’8 dicembre 2008<br />

battezzato a Gottolengo il 28 dicembre 2008<br />

01. ANTONINI EMMA<br />

di Piergiorgio e di Canova Daria<br />

nata a Manerbio l’11 settembre 2008<br />

battezzata a Gottolengo l’11 gennaio <strong>2009</strong>


Il <strong>Redone</strong><br />

01. Il Sabato 21 febbraio <strong>2009</strong><br />

alle ore 11.00<br />

nella chiesa parrocchiale<br />

di Gottolengo<br />

h<strong>anno</strong> contratto matrimonio<br />

MARAZZI LUCA e<br />

CAMOZZI MARZIA<br />

40. GRISETTI ADRIANO<br />

nato a Montemagna (PD)<br />

il 26 febbraio 1944<br />

morto il 23 dicembre 2008<br />

funerale e sepoltura<br />

a Gottolengo<br />

il 24 dicembre 2008<br />

MATRIMONI 2008 DEFUNTI <strong>2009</strong><br />

DEFUNTI 2008<br />

41. FAPPANI EVELINA<br />

nata a Gottolengo<br />

il 10 febbraio 1927<br />

morta a Manerbio<br />

il 23 dicembre 2008<br />

funerale e sepoltura<br />

a Gottolengo<br />

il 26 dicembre 2008<br />

- 60 -<br />

FUORI PARROCCHIA<br />

Il sabato 7 febbraio<br />

Nel santuario della Madonna<br />

della Neve in Gambara<br />

H<strong>anno</strong> contratto matrimonio<br />

ZUCCHELLI EMANUELE e<br />

RUZZENENTI LUANA<br />

01. SARAGOZZA ANGELA<br />

nata a Antegnate (BG)<br />

il 10 novembre 1922<br />

morta a Manerbio<br />

il 4 gennaio <strong>2009</strong><br />

funerale e sepoltura<br />

a Gottolengo<br />

il 7 gennaio <strong>2009</strong><br />

04. ROVERSI LUIGI<br />

nato a Gottolengo<br />

il 13 novembre 1919<br />

morto a Manerbio<br />

l’11 gennaio <strong>2009</strong><br />

funerale e sepoltura<br />

a Gottolengo<br />

il 13 gennaio <strong>2009</strong><br />

02. DABELLANI CATERINA<br />

nata a Gambara<br />

il 21 gennaio 1923<br />

morta a Manerbio<br />

il 6 gennaio <strong>2009</strong><br />

funerale e sepoltura<br />

a Gottolengo<br />

l’8 gennaio <strong>2009</strong><br />

05. BUCCELLI MARIO<br />

nato a Gambara<br />

il 26 marzo 1935<br />

morto a Gottolengo<br />

il 12 gennaio <strong>2009</strong><br />

funerale e sepoltura<br />

a Gottolengo<br />

il 14 gennaio <strong>2009</strong><br />

- 61 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

03. TAINO MARIA<br />

nata a Fiesse<br />

il 17 settembre 1924<br />

morta a Gottolengo<br />

il 10 gennaio <strong>2009</strong><br />

funerale e sepoltura<br />

a Fiesse<br />

il 12 gennaio <strong>2009</strong><br />

06. PEA FELICE<br />

nato a Verolavecchia<br />

il 16 maggio 1925<br />

morto a Gottolengo<br />

il 12 gennaio <strong>2009</strong><br />

funerale e sepoltura<br />

a Gottolengo<br />

il 14 gennaio <strong>2009</strong>


Il <strong>Redone</strong><br />

07. DONINELLI OLIVA<br />

nata a Gottolengo<br />

il 10 aprile 1922<br />

morta a Manerbio<br />

il 14 gennaio <strong>2009</strong><br />

funerale e sepoltura<br />

a Gottolengo<br />

il 17 gennaio <strong>2009</strong><br />

10. MAZZESI GILBERTO<br />

nato a Ravenna<br />

il 12 dicembre 1920<br />

morto a Brescia<br />

il 16 febbraio <strong>2009</strong><br />

funerale e sepoltura<br />

a Gottolengo<br />

il 18 febbraio <strong>2009</strong><br />

08. PINI GIUDITTA<br />

nata a Gottolengo<br />

il 15 luglio 1923<br />

morta a Gottolengo<br />

il 30 gennaio <strong>2009</strong><br />

funerale e sepoltura<br />

a Gottolengo<br />

il 2 febbraio <strong>2009</strong><br />

11. CHIARI GINO<br />

nato a Gottlengo<br />

il 16 dicembre 1946<br />

morto a Gottolengo<br />

il 28 febbraio <strong>2009</strong><br />

funerale e sepoltura<br />

a Gottolengo<br />

il 3 marzo <strong>2009</strong><br />

- 62 -<br />

09. PEZZI LUCIA<br />

nata a Gottolengo<br />

il 16 dicembre 1912<br />

morta a Brescia<br />

il 1° febbraio <strong>2009</strong><br />

funerale e sepoltura<br />

a Gottolengo<br />

il 3 febbraio <strong>2009</strong><br />

12. FACCHI MARIO<br />

nato a Gottolengo<br />

il 17 marzo 1937<br />

morto a Brescia<br />

il 13 marzo <strong>2009</strong><br />

funerale e sepoltura<br />

a Gottolengo<br />

il 16 marzo <strong>2009</strong><br />

FRANZOSI RACHELE<br />

nata a Remedello<br />

il 7 luglio 1986<br />

morta a Brescia<br />

il 31 gennaio <strong>2009</strong><br />

funerale e sepoltura a<br />

Remedello<br />

il 3 febbraio <strong>2009</strong><br />

MORTE E SEPOLTURA IN ALTRI PAESI<br />

GHIRARDI CARLA<br />

nata a Pavone Mella<br />

l’13 agosto 1932<br />

morta a Cremona<br />

il 22 novembre 2008<br />

funerale a Chiesuola di Pontevico<br />

e sepoltura a Pontevico<br />

il 24 novembre 2008<br />

- 63 -<br />

Il <strong>Redone</strong><br />

SUOR PAOLINA<br />

(LINA) DONINELLI<br />

nata a Gottolengo<br />

il 30 agosto 1920<br />

morta a Guarulhos<br />

San Paolo - Brasile<br />

il 14 marzo <strong>2009</strong><br />

funerale e sepoltura<br />

a Guarulhos<br />

il 15 marzo <strong>2009</strong><br />

Questa edizione de “Il <strong>Redone</strong>” racchiude i primi due numeri dell’annata <strong>2009</strong>.<br />

Per ragioni varie non si è potuto mettere in stampa il primo numero all’inizio della<br />

Quaresima, per questo, in un secondo momento, si è deciso di unire<br />

i messaggi quaresimali a quelli Pasquali con tutto il materiale riguardante<br />

i due periodi della vita della parrocchia.<br />

Con l’occasione di questo primo bollettino del <strong>2009</strong> si raccolgono le collaborazioni<br />

libere che rendono possibile l’edizione di questo periodico.<br />

Si suggerisce come minimo l’apporto di € 15.00 o € 30 per le spedizioni<br />

per via postale,


Pranzo dei volontari dell’Oratorio<br />

Vita parrocchiale in foto<br />

Inverno di neve anche a Gottolengo- Anno 2008-<strong>2009</strong><br />

Presepi in parrocchia 2008-<strong>2009</strong><br />

Carnevale in Oratorio<br />

GRINV in oratotio<br />

Inaugurazione sede<br />

Gruppi Caccia e Pesca

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!