Redone n. 1-2 anno 2009 - Parrocchia GOTTOLENGO
Redone n. 1-2 anno 2009 - Parrocchia GOTTOLENGO
Redone n. 1-2 anno 2009 - Parrocchia GOTTOLENGO
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NELLA RISURREZIONE<br />
DI CRISTO<br />
OGNI VITA RISORGE!<br />
il <strong>Redone</strong><br />
- 1 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Periodico d’informazione della <strong>Parrocchia</strong> dei Santi Pietro e Paolo in Gottolengo<br />
numero 1-2<br />
<strong>anno</strong> <strong>2009</strong>
Il <strong>Redone</strong><br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Periodico d’informazione<br />
della <strong>Parrocchia</strong> Santi Pietro e Paolo di Gottolengo<br />
n. 1-2 - <strong>2009</strong><br />
Sito internet della <strong>Parrocchia</strong>:<br />
http://www.parrocchiagottolengo.it<br />
e-mail: donsaverio@libero.it<br />
Tel. 030 951042<br />
In questo numero<br />
Calendario Pastorale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2<br />
Il Parroco alla comunità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6<br />
La lettera del Vescovo Luciano e il Sinodo<br />
della Chiesa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8<br />
Convegno diocesano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11<br />
Intervento Conclusivo del Vescovo<br />
Mons . Luciano Monari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18<br />
Lettera agli sposi della diocesi di Brescia . . . . . . 19<br />
Angela e Mino ONORINI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23<br />
Direttorio per la celebrazione dei Sacramenti . . 24<br />
Indicazioni pastorali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25<br />
Pastorale della carità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26<br />
Vita oratoriana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27<br />
Oratorio in internet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28<br />
Taizè . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29<br />
Osservatorio missionario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30<br />
Econoia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31<br />
Lutti che h<strong>anno</strong> particolarmente colpito la Comunità<br />
parrocchiale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35<br />
Programma del pellegrinaggio per la<br />
CANONIZZAZIONE di Don Arcangelo Tadini . . . . . 52<br />
Comune di Gottolengo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53<br />
Concorso Fotografico Amatoriale Dilettanti . . . . 55<br />
Anagrafe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59<br />
Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 236<br />
del 16-5-1965<br />
Impaginazione e Stampa<br />
nadir 2.0 srl<br />
Via Portesi, 38 - 25080 Ciliverghe di Mazzano (BS)<br />
Tel. 030.2629680 - Fax 030.2620887<br />
CALENDARIO<br />
PASTORALE<br />
SANTE MESSE PRE-FESTIVE (Sabato o vigilia delle feste):<br />
• ore 16.00 alla Casa di Riposo (Ore 17.30 Luglio,<br />
Agosto e Settembre)Solo il sabato:<br />
• ore 18.00 (Ore 19.00 con l’orario legale) nella<br />
Chiesetta di Solaro;<br />
• ore 20.30 nella Chiesa parrocchiale;<br />
SANTE MESSE FESTIVE (Domenica o nei giorni festivi)<br />
nella Chiesa parrocchiale:<br />
• ore 8.00 - 9.30 - 11.00 - 18.00<br />
(19.00 quando c’è l’orario legale);<br />
SANTE MESSE FERIALI:<br />
• Al mattino con la preghiera delle lodi :<br />
* alle ore 08.00 - nella chiesetta dell’Oratorio da<br />
Novembre ad Aprile<br />
- nella Chiesa <strong>Parrocchia</strong>le da Maggio a Ottobre<br />
• Al pomeriggio con la preghiera dei vespri:<br />
* ore 16.00 - Da Novembre ad Aprile nella chiesetta<br />
dell’Oratori<br />
- Maggio nella chiesa parrocchiale<br />
* ore 16.30 Da lunedì a venerdì nella Casa di Riposo<br />
da Ottobre a Giugno<br />
* ore 17.30 - Giugno nella Chiesa parrocchiale;<br />
- Luglio, Agosto e Settembre nella Casa di Riposo<br />
* ore 18.30 - Ottobre nella chiesa parrocchiale<br />
SANTA MESSA DEL VENERDI’<br />
•* ore 18.30 - Da Novembre ad Aprile nella chiesetta<br />
dell’Oratorio<br />
•* ore 20.00 - Maggio nelle contrade;<br />
- Giugno - Luglio - Agosto al Cimitero<br />
•* ore 17.00 - Settembre - Ottobre al Cimitero<br />
DURANTE L’AVVENTO E LA QUARESIMA<br />
- da Lunedì a Sabato nella Chiesetta dell’Oratorio:<br />
•* ore 06,30 - Lodi e S. Messa<br />
•* ore 08.30 - Ora Media e S. Messa<br />
•* ore 16.00 - Vespri e S. Messa (escluso il Sabato)<br />
- 2 -<br />
MARZO <strong>2009</strong><br />
1. Domenica - Prima di QUARESIMA<br />
- 8° incontro corso fidanzati<br />
2. Lunedì - Ore 20.30 - Santa Messa per<br />
Gruppo teatrale Quo Vadis.<br />
3. Martedì - Incontro a Leno Catechisti 3°<br />
<strong>anno</strong> ICFR<br />
4. Mercoledì - Ore 20,30 - Preparazione<br />
degli animatori dei Centri d’Incontro<br />
5. Giovedì - Scuola di preghiera per<br />
adolescenti e giovani in Cattedrale con il<br />
Vescovo.<br />
6. Venerdì - Ore 14,30 - Incontro delle<br />
vedove nella chiesetta dell’Oratorio<br />
- Ore 15.00 - Adorazione eucaristica per<br />
il gruppo dell’apostolato della preghiera<br />
- Ore 17.00 - Incontro dei<br />
cresimandi in Oratorio<br />
- Ore 20.15 - Stazione Quaresimale<br />
contrada dell’Incidella, Via Crucis con<br />
atto penitenziale.<br />
7. Sabato - Ore 18.00 - Saluto in Cattedrale a<br />
Mons. Francesco Beschi<br />
8. Domenica - Seconda di QUARESIMA<br />
Ritiro di 1° media - Ritiro finale corso<br />
fidanzati<br />
9. Lunedì - In settimana riunioni nei Centri<br />
d’Incontro<br />
10. Martedì - CPP<br />
11. Mercoledì - Centri d’incontro per le<br />
comunità territoriali e per i Giovani<br />
12. Giovedì - Ritiro dei Sacerdoti – Scuola<br />
di preghiera per adolescenti e giovani in<br />
Cattedrale con il Vescovo<br />
13. Venerdì - Ore 17.00 - Incontro dei<br />
cresimandi in Oratorio<br />
- Ore 20.15 - Stazione Quaresimale<br />
Contrada del Tredone, Via Crucis con<br />
atto penitenziale.<br />
14. Sabato<br />
15. Domenica - Terza di QUARESIMA -<br />
Ritiro di 5° elementare<br />
16. Lunedì - Settimana vocazionale<br />
Zonale – Incontro zonale adolescenti a<br />
Gambara<br />
17. Martedì - Incontro zonale chierichetti a<br />
Gottolengo -Incontro Catechisti 3° <strong>anno</strong><br />
ICFR a Leno<br />
18. Mercoledì - Consiglio Presbiterale<br />
Diocesano. Incontro Zonale dei Gruppi<br />
Missionari a Gottolengo.<br />
19. Giovedì Grasso - SAN GIUSEPPE<br />
- Ore 10.00 - Santa Messa votiva<br />
all’Incidella<br />
- Ore 15.00 - Santa Messa nella cappella<br />
di San Giuseppe al Cimitero - Scuola di<br />
- 3 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
preghiera per adolescenti e giovani in<br />
Cattedrale con il Vescovo<br />
- Ore 20.30 - Rogo della Vecchia in<br />
Oratorio<br />
20. Venerdì - Ore 17.00 - Incontro dei<br />
cresimandi in Oratorio - Ore 20.15<br />
- Stazione Quaresimale Contrada di<br />
San Benedetto, Via Crucis con atto<br />
penitenziale.<br />
21. Sabato<br />
22. Domenica - Quarta di Quaresima -<br />
Giornata del Seminario – Ritiro della 5 °<br />
elementare – Pomeriggio educativo del<br />
1° <strong>anno</strong>. I.C.F.R.<br />
23. Lunedì - Preparazione Battesimi<br />
24. Martedì - Assemblea dei Centri<br />
d’Incontro con i missionari OMI<br />
- Comple<strong>anno</strong> di don Antonio (80 anni)<br />
25. Mercoledì<br />
26. Giovedì - Riunione dei sacerdoti della<br />
Zona - - Preparazione Battesimi<br />
27. Venerdì - Ore 17.00 - Incontro dei<br />
cresimandi in Oratorio<br />
- Ore 20.15 - Stazione Quaresimale<br />
Contrada dell’Oratorio, Via Crucis con<br />
confessioni.<br />
28. Sabato - Pellegrinaggio parrocchiale<br />
quaresimale a Nostra Signora della<br />
Brughiera – Triverio (Biella)<br />
29. Domenica - Quinta di Quaresima<br />
- Ritiro di 4° elementare – Battesimi<br />
comunitari - Pomeriggio educativo del 2°<br />
e 3° <strong>anno</strong> dell’ICFR<br />
30. Lunedì C.P.A.E.<br />
31. Martedì<br />
APRILE <strong>2009</strong><br />
1. Mercoledì<br />
2. Giovedì - Scuola di preghiera per<br />
adolescenti e giovani in Cattedrale con il<br />
Vescovo<br />
3. Venerdì - Ore 14,30 - Incontro delle<br />
vedove nella chiesetta dell’Oratorio<br />
- Ore 15.00 - Adorazione Eucaristica con<br />
il gruppo dell’Apostolato della preghiera<br />
- Partenza dei Cresimandi per Roma<br />
- Ore 20.15 - Stazione Quaresimale<br />
Contrada del Centro Storico, Via Crucis<br />
con atto penitenziale.<br />
4. Sabato - Veglia di preghiera giovanile in<br />
Castello di Brescia<br />
5. Domenica delle Palme - 24ª Giornata<br />
mondiale della Gioventù<br />
- (Vedi avvisi parrocchiali della Settimana<br />
Santa) : - Ore 09.30 - Processione delle<br />
Palme e S. Messa - Ore 19.00 - Santa
Il <strong>Redone</strong><br />
Messa per i Giovani<br />
6. Lunedì Incontro di preghiera con<br />
confessioni per i cresimandi<br />
7. Martedì Via Crucis Vivente<br />
8. Mercoledì Ritiro Spirituale per<br />
adolescenti e giovani e Atto penitenziale<br />
per tutta la Comunità parrocchiale.<br />
9. Giovedì Santo La Cena del Signore.<br />
Celebrazioni: Ricovero ore 15.00 – Ragazzi<br />
ore 17.00 – Adulti ore 20.30 – Alle<br />
celebrazioni si porta l’offerta frutto delle<br />
rinunce quaresimali (Vedi programma<br />
della Settimana Santa)<br />
10. Venerdì Santo La Morte del Redentore<br />
– Ore 15.00 Via Crucis per le vie del<br />
paese– Ore 20.30: Celebrazione liturgica<br />
– Adorazione notturna nella chiesetta<br />
dell’Oratorio. (Vedi programma della<br />
Settimana Santa)<br />
11. Sabato Santo Il Silenzio del Sepolcro -<br />
(Vedi programma della Settimana Santa)<br />
12. PASQUA DI RISURREZIONE – Orario<br />
festivo delle Sante Messe -Battesimi<br />
comunitari<br />
13. Lunedì dell’Angelo<br />
14. Martedì - Corso Zonale per Catechisti<br />
15. Mercoledì - Ore 20.30 - Animatori<br />
Centri d’Incontro<br />
16. Giovedì - Riprende il catechismo e la<br />
scuola –Commemorazione di don Primo<br />
Mazzolari nel teatro Zanardelli con don<br />
Gino Porta<br />
17. Venerdì - A Tavernola (Como) -<br />
Incontri matrimoniali<br />
18. Sabato - A Tavernola ( Como) - Incontri<br />
matrimoniali<br />
19. Domenica in Albis - 2ª di Pasqua<br />
Giornata Missionaria comboniana<br />
- A Tavernola (Como): Incontri<br />
matrimoniali<br />
20. Lunedì - Santa Messa nella contrada<br />
dell’Oratorio e durante la settimana Santo<br />
Rosario - alle ore 20.00 nelle famiglia di<br />
questa contrada - Preparazione Battesimi<br />
21. Martedì - Corso Zonale per Catechisti<br />
22. Mercoledì - CPP<br />
23. Giovedì - Riunione dei sacerdoti della<br />
Zona<br />
24. Venerdì - Preparazione Battesimi<br />
25. Sabato<br />
26. Domenica- 3ª di Pasqua - 85a Giornata<br />
dell’Università Cattolica - Battesimi<br />
Comunitari<br />
27. Lunedì - Santa Messa nella contrada<br />
dell’Incidella e durante la settimana Santo<br />
Rosario alle ore 20.00 nelle famiglie della<br />
- 4 -<br />
contrada dell’Incidella - In settimana :<br />
Riunioni nei Centri d’Incontro<br />
28. Martedì Corso Zonale per Catechisti<br />
29. Mercoledì - Riunioni nei Centri<br />
d’Incontro<br />
30. Giovedì - Ore 14.30 - Incontro delle<br />
vedove nella chiesetta dell’Oratorio<br />
- Ore 15.00 - Adorazione Eucaristica con<br />
il gruppo dell’Apostolato della preghiera<br />
MAGGIO <strong>2009</strong><br />
1. Venerdì - San Giuseppe Operaio - :<br />
Festa del lavoro - Ore 11.00 - S.Messa<br />
per tutti i lavoratori<br />
2. Sabato<br />
3. Domenica - 4ª di Pasqua – Ore 09.30<br />
S. Messa e Processione degli Altari<br />
4. Lunedì - SAN GOTTARDO - S. Messe<br />
alla Santella di San Gottardo: - Ore<br />
10.00 e alle ore 20.00 - Per la contrada<br />
del Tredone; - Durante la settimana<br />
Santo Rosario alle ore 20.00 nelle<br />
famiglie della contrada del Tredone<br />
5. Martedì - Inizia il Corso per fidanzati -<br />
Corso Zonale per Catechisti<br />
6. Mercoledì - CPZ<br />
7. Giovedì - 2° incontro Corso per<br />
fidanzati<br />
8. Venerdì - Ore 17.00 - Incontro<br />
Cresimandi con Atto Penitenziale<br />
- Ore 20.30 - Atto penitenziale genitori<br />
e padrini dei cresimandi<br />
9. Sabato - Pomeriggio - Prova del Rito<br />
delle Sante Cresime<br />
10. Domenica - 5ª di Pasqua - Sante<br />
Cresime ammonistrate da Mons. Olmi<br />
11. Lunedì - Santa Messa nella contrada<br />
del Centro Storico - Durante la<br />
settimana Santo Rosario alle ore 20.00<br />
nelle famiglie della contrada del Centro<br />
Storico<br />
12. Martedì - Corso per fidanzati - Corso<br />
Zonale per Catechisti<br />
13. Mercoledì - Incontro animatori dei<br />
Centri d’Incontro<br />
14. Giovedì - Ritiro dei Sacerdoti - Corso<br />
per fidanzati - Pro Famiglia<br />
15. Venerdì<br />
16. Sabato<br />
17. Domenica - 6ª di Pasqua<br />
18. Lunedì - Santa Messa nella contrada<br />
di San Benedetto Durante la settimana<br />
Santo Rosario alle ore 20.00 nelle<br />
famiglie della contrada di San Benedetto<br />
- In settimana: riunioni nei Centri<br />
d’Incontro<br />
19. Martedì - Corso per fidanzati - Corso<br />
Zonale per Catechisti<br />
20. Mercoledì - Riunioni nei Centri<br />
d’Incontro<br />
21. Giovedì - Corso per fidanzati<br />
22. Venerdì - CPP<br />
23. Sabato - Consiglio Pastorale Diocesano<br />
24. Domenica - ASCENSIONE DEL<br />
SIGNORE – Ore 15.00 - Rosario<br />
Perpetuo<br />
25. Lunedì - Santa Messa nella contrada<br />
della Croce presso la Santella del Buon<br />
Consiglio - Durante la settimana Santo<br />
Rosario alle ore 20.00 nelle famiglie della<br />
contrada della Croce - Preparazione<br />
battesimi<br />
26. Martedì - Ore 18.00 - Santa Messa<br />
presso la santella della Madonna di<br />
Caravaggio - Corso per fidanzati - Corso<br />
Zonale per Catechisti<br />
27. Mercoledì<br />
28. Giovedì - Corso per fidanzati<br />
29. Venerdì - Preparazione battesimi<br />
30. Sabato - Solenne Veglia di Pentecoste<br />
con il Mandato per i nuovi ministeri<br />
31. Domenica - PENTECOSTE<br />
GIUGNO <strong>2009</strong><br />
32. Lunedì - S. Messa ore 20.00 -<br />
Conclusione del mese mariano al Parco<br />
del Raccoglimento<br />
33. Martedì - Ritiro di fine Corso per<br />
fidanzati<br />
34. Mercoledì -Riunione dei sacerdoti della<br />
Zona e CPZ<br />
35. Giovedì - Ritiro dei Sacerdoti -<br />
Assemblea Centri d’Incontro con<br />
Missionari OMI<br />
- 5 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
36. Venerdì - Ore 14,30 - Incontro delle<br />
vedove nella chiesetta - Ore 15.00 -<br />
Adorazione Eucaristica con il gruppo<br />
dell’Apostolato della preghiera.<br />
37. Sabato<br />
38. Domenica – SS. TRINITA’<br />
39. Lunedì<br />
40. Martedì - Corso Zonale per Catechisti<br />
41. Mercoledì<br />
42. Giovedì - Sante Quarant’ore (Tema: 1<br />
Cor cap. 12 e 13)<br />
43. Venerdì - Sante Quarant’ore -<br />
Chiusura Anno Pro Famiglia<br />
44. Sabato - Sante Quarant’ore<br />
45. Domenica - CORPUS DOMINI<br />
46. Lunedì - Inizia la Settimana Oratoriana<br />
47. Martedì - Settimana Oratoriana<br />
48. Mercoledì - Settimana Oratoriana<br />
49. Giovedì - Settimana Oratoriana<br />
50. Venerdì - Sacro Cuore di Gesù -<br />
Settimana Oratoriana<br />
51. Sabato - Settimana Oratoriana<br />
52. Domenica - Conclusione della<br />
Settimana Oratoriana<br />
53. Lunedì - Inizia il Grest - Preparazione<br />
Battesimi<br />
54. Martedì - Grest<br />
55. Mercoledì - Grest<br />
56. Giovedì - Incontro dei Vicari con il<br />
Vescovo.<br />
57. Venerdì - Preparazione Battesimi<br />
58. Sabato - Feste Patronali – Festa del<br />
Piaset<br />
59. Domenica - Feste Patronali – (Giornata<br />
della Carità del Papa) Battesimi<br />
Comunitari – Musical Favolesciom<br />
60. Lunedì - Conclusione delle feste<br />
patronali<br />
61. Martedì<br />
Auguri di una buona e Santa Pasqua<br />
a tutti i lettori de “Il <strong>Redone</strong>”<br />
da parte del gruppo redattore
Il <strong>Redone</strong><br />
IL PARROCO ALLA COMUNITÀ<br />
LA QUARESIMA CI AIUTI A DIRE CON GESU’<br />
“NON LA MIA MA LA TUA VOLONTA’ SIA FATTA”<br />
E LA PASQUA CI FACCIA GUSTARE LA VITA NUOVA IN CRISTO RISORTO!<br />
A- L’esperienza quaresimale in atto:<br />
Nel deserto per incontrare la sogente<br />
dell’aqua della Vita<br />
Per il cristiano, vivere la quaresima è vivere la<br />
grande opportunità che Dio annualmente ci dona<br />
di azzerare tutti i nostri debiti con lui, quei<br />
debiti accumulati con i nostri peccati e trovare,<br />
nel deserto spirituale, la sorgente dell’acqua della<br />
Vita che immette nei nostri cuori l’energia di cui<br />
abbiamo bisogno per vivere nel mondo da Figli<br />
di Dio, costruttori dei suo regno in mezzo agli<br />
uomini, costruttori della civiltà dell’AMORE.<br />
Vivere la Quaresima significa per noi trovare una<br />
via nuova che ci porti ad assaporare la vera Vita.<br />
Ci porta a scoprire che nel deserto, cioè in quel<br />
luogo spirituale dove lo Spirito del Signore ci vuol<br />
condurre, proprio lì, il nostro cuore si libera dalla<br />
zavorra degli attaccamenti che lo rendono dipendente<br />
e schiavo delle persone e delle cose, soprattutto<br />
da quelle che offuscano, al nostro sguardo<br />
interiore, il volto di Cristo. E, nel deserto, ci viene<br />
offerta l’opportunità di riconciliarci e di unirci<br />
spiritualmente a Cristo Gesù. E’ Lui il Modello<br />
vivente che Dio Padre ha voluto immettere nella<br />
nostra storia come ideale della vera vita, e in lui<br />
troviamo quell’energia che solo Lui può darci per<br />
dire i necessari “NO” alle proposte dello Spirito<br />
tentatore.<br />
E’ nel deserto spirituale della Quaresima, dove<br />
lo Spirito del Signore ci invita ad entrare, che la<br />
nostra sete di felicità trova la vera sorgente dove<br />
sgorga l’acqua della Vita ed è lì dove, nel debole<br />
e ferito spirito umano, viene immesso lo Spirito<br />
vittorioso del Risorto. E’ lì dove viene, finalmente<br />
e veramente, appagata quella sete che tante<br />
volte abbiamo voluto erroneamente soddisfare<br />
accogliendo in noi le svuotanti e facili offerte, avvelenate<br />
di trasgressione, che il mondo, lontano<br />
da Dio e influito dal Maligno, continuamente ci<br />
offre. Ecco perché l’austero cammino della Quaresima<br />
sbocca nel giorno glorioso della Pasqua<br />
dove la vita trionfa sulla morte.<br />
Il Santo Padre Benedetto XVI° nel messaggio alla<br />
Chiesa per la Quaresima del <strong>2009</strong>, dopo averci<br />
invitato a praticare la mortificazione e il digiuno<br />
come mezzo di interiore liberazione, finalizzando<br />
il frutto della sobrietà alle opere di carità e di<br />
misericordia, così scrive:<br />
“La Quaresima sia valorizzata in ogni famiglia e<br />
in ogni Comunità cristiana per allontanare tutto<br />
- 6 -<br />
ciò che distrae lo spirito e per intensificare ciò<br />
che nutre l’anima aprendola all’amore di Dio e<br />
del prossimo. Penso in particolare ad un maggior<br />
impegno nella preghiera, nella “lectio divina”<br />
(cioè, nella lettura meditata e pregata delle Sacre<br />
Scritture), nel ricorso al sacramento della Riconciliazione<br />
e nell’attiva partecipazione all’Eucaristia,<br />
soprattutto nella Santa Messa domenicale.<br />
Con questa interiore disposizione entriamo nel<br />
clima penitenziale della Quaresima.”<br />
Anche noi, come <strong>Parrocchia</strong>, come nostro, comune<br />
impegno quaresimale, vogliamo mettere in<br />
pratica questa proposta del Pontefice.<br />
Una persona, in questi giorni, mi ha dato un’immaginetta<br />
che contiene uno scritto nel quale Dio<br />
parla al cuore dell’uomo, quindi anche al nostro<br />
cuore; la riproduco :<br />
ASCOLTATEMI<br />
Mi chiamate “IL REDENTORE” e non vi lasciate<br />
redimere.<br />
Mi chiamate “LA LUCE” e non mi credete e continuate<br />
a camminare nelle tenebre<br />
Mi chiamate “LA VIA” e non mi percorrete<br />
Mi chiamate “La VITA” e con le vostre scelte di<br />
morte non mi accogliete<br />
Mi chiamate “IL MAESTRO” e non mi seguite<br />
Mi chiamate “LA SAPIENZA” e, vivendo da stolti,<br />
non mi interrogate<br />
Mi chiamate “IL SIGNORE” e non accogliete in<br />
voi la mia volontà<br />
Mi chiamate “L’ONNIPOTENTE” e, mancando di<br />
fede, non vi fidate di me<br />
Se un giorno non vi riconoscerò non vi meravigliate!<br />
La nostra Quaresima ci aiuti a trovare la giusta<br />
via affinché, il giorno in cui ci dovremo presentare<br />
alla porta della casa del Padre, Lui ci possa<br />
gioiosamente riconoscere come figli e ci abbia ad<br />
accogliere nella sua dimora eterna!<br />
Come San Paolo scriveva ai Corinzi e come lo<br />
leggiamo nella seconda lettura del mercoledì delle<br />
Ceneri, mentre siamo ancora in cammino nel<br />
nostro pellegrinaggio terreno, anch’io vi supplico<br />
: in nome di Cristo “Lasciatevi riconciliare con<br />
Dio! …….. ecco ora è il momento favorevole, ecco<br />
ora è il giorno della salvezza!<br />
Prego per me e per voi affinchè possiamo vivere<br />
una santa Quaresima preludio della piena gioia<br />
pasquale che mi auguro e vi auguro di vivere da<br />
vittoriosi in Cristo.<br />
B- Ci prepariamo a vivere la Pasqua come primavera<br />
dello spirito. Nel Risorto ogni vita ricupera<br />
vigore e speranza!<br />
Dopo questo lungo e pronunciato inverno, attendiamo<br />
con desiderio la primavera che, con il calore e i<br />
colori, fa rigermogliare la vita.<br />
Anche nelle sfere dello Spirito, non abbiamo voluto<br />
vivere la Quaresima come il periodo opportuno per<br />
prendere coscienza delle tristi conseguenze dei nostri<br />
vissuti inverni spirituali.<br />
Troppe volte, per insensatezza spirituale, abbiamo<br />
preferito i deserti che inaridiscono l’anima, pur sapendo<br />
che in Dio c’è la fonte perenne che zampilla<br />
vita e vita eterna : abbiamo sofferto il gelo nel cuore,<br />
pur sapendo che il sole caldo della perenne primavera<br />
della vita ci avrebbe riscaldato il cuore.<br />
E nella Quaresima, se ben l’abbiam vissuta, abbiamo<br />
maturato la nostra spirituale decisione, quella che,<br />
nella parabola del “Figlio prodigo”, fa dire al figlio<br />
che si trovava nella miseria profonda per essersi allontanato<br />
dall’amore paterno : “Mi alzerò e tornerò<br />
da mio Padre”.<br />
E la Pasqua è l’abbraccio tra Padre e figlio riconciliati,<br />
è la festa, è il vestito nuovo, cioè la vita divina ricuperata,<br />
e, contrariamente al racconto della parabola<br />
citata, troviamo nella casa del PADRE non il fratello<br />
sdegnato perché il Padre è stato buono e generoso<br />
con il figlio che aveva sbagliato, ma il RISORTO, quel<br />
fratello che per volere del Padre era venuto a cercarci<br />
come “la pecora perduta” : Lui ha pagato per noi, versando<br />
il suo sangue sulla croce e morendo per noi, il<br />
nostro riscatto, i debiti contratti con i nostri peccati e<br />
richiamato a vita dall’amore paterno, RISORGENDO<br />
ci ha preceduti nella casa del Padre per prepararci<br />
la grande festa del Ritorno. Sono parole sue : “Nella<br />
casa di mio Padre ci sono molti posti. Io vi precedo<br />
per prepararvi un posto perché, dove sono io, siate<br />
anche voi e possiate godere della gloria che il Padre<br />
ha dato a me. Però, già fin d’ora, mentre siamo ancora<br />
pellegrini nella vita terrena, Lui ci fa pregustare,<br />
come ai tre discepoli sul monte della trasfigurazione,<br />
la gioia, la forza, la vita nuova e la pace nel cuore :<br />
già fin d’ora, nella celebrazione liturgica della sua Pasqua,<br />
nell’attesa dell’abbraccio finale con il Padre che<br />
ci attende nella sua casa dove con il Figlio glorificato,<br />
Re dell’universo creato, ha preparato la grande festa<br />
della Vita Eterna. E il Risorto, mentre ancora siamo<br />
pellegrini, ci garantisce la sua spirituale presenza,<br />
guidando il cammino della nostra storia con la sua<br />
eterna Parola che dice Amore e Lo genera grazie al<br />
Suo Divin Spirito che risorgendo ci dona. Tocca a<br />
noi, completare il cammino quaresimale lasciandoci<br />
incontrare da Cristo, il Buon Pastore che ci cerca per<br />
- 7 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
ricondurci alla casa dove il Padre ci attende ansioso<br />
per riconciliarsi con noi. Tocca a noi, lasciare alle<br />
spalle la nostra storia di trasgressione e accogliere<br />
con gioia il suo perdono. Tocca a noi, far morire nei<br />
nostri cuori l’uomo vecchio alimentato dal peccato<br />
affinchè risorga in noi l’uomo nuovo fatto a immagine<br />
del Risorto e disposto a seguirne le orme. Tocca a<br />
noi, svuotarci totalmente dall’influenza dello Spirito<br />
del Male per lasciare pieno spazio allo Spirito Santo<br />
dono prezioso del Risorto.<br />
I cinquanta giorni del periodo Pasquale, che culminano<br />
con il dono dello Spirito Santo nella Pantecoste,<br />
marcano il cammino spirituale che la Chiesa ci propone<br />
per consolidare in noi l’immagine dell’uomo<br />
nuovo che, nella vita di ogni cristiano che si è lasciato<br />
riconciliare con Dio, riflette l’immagine dell’eterno<br />
figlio di Dio : il Figlio che il Padre, sulla montagna<br />
della trasfigurazione, ci ha ha proposto, in forma imperativa,<br />
di ascoltare. “Questi è il Figlio mio, l’Amato:<br />
Ascoltatelo!”<br />
Buona Pasqua a tutti! Buona Pasqua da Risorti in Cristo!<br />
Buona Pasqua che vi auguro di vivere da uomini<br />
e donne nuovi che anelano ad imprimere in se stessi<br />
l’immagine del Risorto! Buona Pasqua a voi tutti che<br />
ascoltate la Voce, la Parola del Risorto, che è la stessa<br />
voce del Padre misericordioso, che vi indica il cammino<br />
della vita! Buona Pasqua a voi soprattutto, se<br />
saprete aprire totalmente i vostri cuori per accogliere<br />
il dono che il Risorto vi fa: Lo Spirito Santo che vi dà<br />
l’energia spirituale necessaria per vivere da risorti in<br />
questo mondo di morte.<br />
Don Saverio
Il <strong>Redone</strong><br />
La lettera del Vescovo Luciano e il Sinodo della Chiesa<br />
(Segue Da “Il <strong>Redone</strong> n. 6 <strong>anno</strong> 2008 pag. 8-13 )<br />
II L’EVENTO DELLA PAROLA DI DIO NELLA<br />
VITA DELL’UOMO<br />
18. Nell’eucaristia<br />
Insomma: la parola di Dio fatta carne in Gesù<br />
è diventata eterna nella gloria del Padre;<br />
è quindi parola eternamente presente all’uomo.<br />
Questa parola si fa evento nella vita della<br />
Chie sa ogni volta che essa viene proclamata,<br />
ascol tata, pregata, vissuta. Questo avviene in<br />
tempi e modi diversi che bisogna comprendere<br />
e ap prezzare secondo le caratteristiche<br />
di ciascuno.<br />
Il massimo di attuazione della parola è, naturalmente,<br />
quello che si compie nella celebrazione<br />
dell’eucaristia. Il motivo è evidente.<br />
L’eucaristia contiene, nel sacramento del pane<br />
e del vino, il gesto supremo di amore con<br />
cui Gesù ha donato la sua vita per noi, si è<br />
chinato a lavare i nostri piedi, ci ha riconci-<br />
- 8 -<br />
liato col Pa dre, ha stabilito la nuova ed eterna<br />
alleanza. In questo senso l’eucaristia contiene<br />
tutto il senso della Bibbia, anzi tutto il senso<br />
del cosmo. Il pane spezzato e il vino versato<br />
(che sono frut to della terra ma anche del lavoro<br />
dell’uomo), per la potenza dello Spirito<br />
Santo, diventano il corpo di Gesù offerto per<br />
noi e per l’umanità intera. Non può esserci<br />
rivelazione più gran de dell’amore di Dio per<br />
noi e non può esser ci svelamento più chiaro<br />
del nostro peccato e del bisogno che abbiamo<br />
di essere perdonati. La Bibbia non fa altro che<br />
esprimere attraver so una lunga narrazione e<br />
una molteplicità di parole quello che la croce<br />
di Gesù dice in un unico, totale gesto di<br />
amore. Per questo, quando la parola di Dio<br />
viene annunciata nel l’eucaristia, essa possiede<br />
il massimo di forza, comunica l’energia<br />
dell’amore di Dio, muo ve alla conversione e<br />
rigenera alla vita nuova che è appunto vita<br />
in Cristo, nell’amore di Dio. Nell’eucaristia è<br />
convocata la Chiesa (in concreto una piccola<br />
porzione di Chiesa, ma in comunione col Vescovo,<br />
col Papa e quindi con tutta la Chiesa<br />
cattolica; per questo in ogni piccola comunità<br />
che si raccoglie si attua il mi stero della Chiesa<br />
intera — una, santa, cattoli ca, apostolica).<br />
Infine nell’eucaristia si invoca lo Spirito Santo<br />
perché operi la cristificazione delle offerte<br />
(cioè trasformi il pane e il vino nel corpo di<br />
Cristo donato, nel suo sangue versato per noi)<br />
e operi, nello stesso tempo, la cristi ficazione<br />
dei presenti (cioè la trasformazione delle persone<br />
in membra dell’unico corpo di Cristo). E<br />
chiaro che, in questo contesto (me moria sacramentale<br />
della Pasqua — invocazione dello<br />
Spirito — assemblea della Chiesa) la forza della<br />
parola di Dio è massima; essa si esprime col<br />
massimo di attualità. Partendo dall’eucari stia<br />
si possono intendere anche le altre forme di<br />
attuazione della parola di Dio.<br />
Ad esempio, nella celebrazione di tutti i sacramenti.<br />
E’ regola della Tradizione eccle siastica<br />
che non si celebri un sacramento senza annuncio<br />
— almeno implicito — della parola di<br />
Dio. Questo perché il sacramento non è azione<br />
‘magica’, ma azione reale del Cristo risorto.<br />
La parola che sta nella celebrazione, insieme<br />
ai gesti che vengono compiuti, costituisce un<br />
‘sacramento’, un’azione di Cristo, richiama il<br />
significato di quanto viene compiuto e rende<br />
quindi attuale la parola eterna. La differenza<br />
tra l’eucaristia e gli altri sacramenti definisce<br />
anche la differenza della proclamazione della<br />
parola; il legame tra gli altri sacramenti e l’eucaristia<br />
garantisce il legame tra i diversi momenti<br />
e le diverse modalità dell’annuncio. Ma<br />
in tutti i sacramenti si compie quello che è lo<br />
scopo di tutta l’economia sacramentale: l’inserimento<br />
dell’esistenza umana concreta nel<br />
mistero vivo di Cristo in modo che la nostra<br />
esistenza assuma la forma di Gesù e diventi,<br />
perciò, pur con tutti i nostri limiti, incarnazione<br />
autentica della parola di Dio: “Io sono la<br />
vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui,<br />
fa molto frutto...” (Gv 15,5).<br />
19. Nelle liturgie della parola.<br />
A un secondo livello possiamo colloca re tutte<br />
le forme comunitarie di celebrazione della parola,<br />
da quelle compiute in chiesa, ai gruppi di<br />
vangelo tenuti nelle case. Anche qui la parola<br />
si attua con particolare energia per ché è proclamata<br />
in un’assemblea, più o meno ampia,<br />
ed è accompagnata dalla preghiera. La dimensione<br />
comunitaria è originaria e quindi essenziale<br />
alla parola; la parola di Dio, infatti, intende<br />
rivolgersi a ogni persona, fare appello alla<br />
sua libertà, chiedere la sua risposta, ma tut to<br />
questo in vista dell’edificazione del popolo di<br />
Dio e cioè per raccogliere insieme le diverse<br />
persone, le diverse culture e farne l’unica, varia<br />
famiglia dei figli di Dio. E’ evidente, allora,<br />
che quando la parola è proclamata davanti a<br />
un’as semblea, essa compie più pienamente<br />
la sua ‘via’; il fatto di ascoltare insieme e di<br />
rispondere insieme costituisce già un legame<br />
autentico tra le persone, le ‘edifica’ come corpo<br />
di Cristo.<br />
Similmente, quando l’accostamento alla parola<br />
è fatto in un contesto di preghiera, si attuano<br />
le due dimensioni del dialogo di fede con<br />
Dio: l’ascolto (Dio ci dirige una parola e noi<br />
l’accogliamo nella fede) e la risposta (noi ci<br />
rivolgiamo al Signore e lo preghiamo insieme<br />
con altri credenti). Questa duplice dimensione<br />
è tradizionale nella vita spirituale cristia-<br />
- 9 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
na. San Cipriano scriveva a Donato così: “Sii<br />
as siduo ora alla preghiera, ora alla lettura. Ora<br />
parla con Dio, ora Dio con te. Egli ti istruisca<br />
nei suoi precetti, egli ti formi” (Ad Donatum<br />
15). A sua volta il Concilio, citando sant’Ambrogio,<br />
esorta: “La lettura della Sacra Scrittura<br />
dev’essere accompagnata dalla preghiera,<br />
affinché possa svolgersi il colloquio tra Dio<br />
e l’uomo; poiché ‘gli parliamo quando preghiamo<br />
e lo ascoltiamo quando leggiamo gli<br />
oracoli divini’.” (DV 25 = EV 908). L’importanza<br />
della preghiera nell’accostamento della<br />
parola di Dio dev’essere capita bene. Ascoltare<br />
la parola di Dio significa ascoltare Dio che ci<br />
parla. Non è in gioco solo un contenuto intellettuale<br />
che cerchiamo di capire, ma un Tu<br />
col quale entriamo in rapporto; diventa allora<br />
evidente che il dialogo io-Tu, uomo-Dio è il<br />
vero obiettivo della parola. Solo quando questo<br />
dialogo si compie la parola raggiunge il suo<br />
scopo. La preghiera non è dunque un’aggiunta<br />
devozionale, esterna all’ascolto della parola;<br />
ne è la continuazione corretta e dovuta.<br />
Non per niente, durante l’eucaristia, la Chiesa<br />
c’insegna a pregare col ‘salmo responsoriale’:<br />
rispondia mo alla parola che abbiamo ascoltato<br />
con una parola orante dell’assemblea.<br />
20. Nella lectio divina<br />
Terzo livello: la lectio divina e cioè la lettura<br />
personale della Scrittura accompagnata dalla<br />
meditazione e dalla preghiera. Il termine<br />
lectio divina si riferisce di per sé a un metodo<br />
preciso di accostamento orante alla Bibbia<br />
fatto di lettura, meditazione, contemplazione<br />
e preghiera; e forse varrebbe la pena tornare<br />
a questo significato originario. Di fatto, però,<br />
l’espressione viene oggi usata per indicare<br />
ap procci diversi al testo biblico, accomunati,<br />
però, dal legame con la preghiera. Per questa<br />
forma di accostamento vale quindi quello che<br />
abbiamo ricordato appena sopra.<br />
21. Nella lettura e studio personale<br />
Infine, a un quarto livello, v<strong>anno</strong> collo cate tutte<br />
le forme di accostamento persona le alla Bibbia<br />
sotto forma di lettura semplice o di studio accurato.<br />
Qui si può pensare che l’attuazione della<br />
parola di Dio sia meno in tensa perché si tratta<br />
di una lettura privata e non pubblica, di un ac-
Il <strong>Redone</strong><br />
costamento letterario e storico al testo senza un<br />
riferimento esplicito alla preghiera. Questo non<br />
significa, però, che questo accostamento sia secondario<br />
o trascura bile perché tutte le altre forme<br />
di ascolto sono nutrite e arricchite proprio<br />
dalla lettura perso nale e dallo studio.<br />
22. Sintesi<br />
Insomma, quello che volevo dire è, in fondo,<br />
una cosa semplicissima ma, mi sembra, preziosa<br />
da ricordare: le forme di accostamento al testo<br />
biblico sono molte e varie. In ciascuna di queste<br />
forme la forza spirituale della parola di Dio si<br />
attua in modi e intensità diverse. Quan to più<br />
immediato è il riferimento al mistero di Cristo,<br />
quanto più intenso è il senso della Chiesa, quanto<br />
più ‘orante’ è l’atteggiamento di chi ascolta,<br />
tanto più intensa è l’energia spi rituale che scaturisce<br />
dalla parola. Da questa riflessione, però, lo<br />
ripeto, non si deve dedurre che basti l’annuncio<br />
della parola nell’eucaristia perché lì la intensità<br />
è massima; che le altre for me possano essere<br />
omesse perché meno ‘com plete’ nella loro realizzazione.<br />
L’uomo non vive solo dei gesti più intensi<br />
dell’amore; anzi, que sti stessi gesti, perché<br />
siano autentici, debbono essere preceduti, accompagnati<br />
e verificati da mille altri gesti, meno<br />
intensi ma che coinvol gono tutte le dimensioni<br />
dell’esistenza umana. Lo stesso vale esattamente<br />
per la parola di Dio. Può sembrare, ad esempio,<br />
che lo studio abbia meno valore rispetto a<br />
un incontro comune di preghiera (un gruppo<br />
di vangelo). Ma è vero che solo lo studio può<br />
aiutarmi a comprendere correttamente il significato<br />
preciso di un testo; e siccome la parola di<br />
Dio si attua in testi si gnificativi è essenziale per<br />
noi non interpretare i testi secondo quello che<br />
ci viene in mente, ma secondo quello che i testi<br />
- 10 -<br />
vogliono davvero dire: è questo quello che Dio<br />
‘aveva in mente’ e voleva comunicarci. Sarebbe<br />
arroganza preten dere di capire tutto senza fare<br />
lo sforzo di stu diare con oggettività; e sarebbe<br />
manipolazione della parola di Dio pretendere<br />
che sia ‘vera’ la prima interpretazione che mi<br />
viene in men te. Certo, non tutti possono studiare<br />
ebraico e aramaico e greco e fare uno studio<br />
scienti fico della Bibbia. Proprio per questo ci<br />
sono nella Chiesa persone che dedicano la loro<br />
vita allo studio. Il loro lavoro è personale, ma è<br />
al servizio della Chiesa e aiuta anche chi non<br />
ha il tempo o la possibilità di studi approfonditi.<br />
Rimane il fatto che non si può prescindere dallo<br />
studio se si vuole fare un accostamento serio<br />
alla Bibbia. In modo simile i gruppi di vangelo<br />
non sono ‘liturgia’ in senso proprio e quindi<br />
h<strong>anno</strong> un minore spessore ecclesiale; tuttavia<br />
essi svolgono un’azione che nella liturgia è più<br />
difficile: permettono la creazione di legami di<br />
riconoscimento tra tutti i mèmbri del gruppo,<br />
favoriscono il comunicarsi a vicenda le proprie<br />
esperienze di fede, aiutano a confrontare la parola<br />
con esperienze concrete di vita. Infine, la<br />
semplice lettura della Bibbia, continuata con<br />
fedeltà un giorno dopo l’altro, apparentemente<br />
povera nei suoi contenuti, è indispensabile per<br />
produrre una familiarità crescente col testo; e<br />
così via.<br />
Abbiamo ricordato questi diversi livel li di ‘attuazione’<br />
della parola non per fare una classifica e<br />
svalutare alcune forme rispetto ad altre, ma per<br />
cogliere la pluralità degli approcci necessari perché,<br />
attraverso diverse e comple mentari forme<br />
di accostamento, l’ascolto svi luppi al massimo<br />
le sue potenzialità.<br />
- 11 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Convegno diocesano: i Centri di<br />
ascolto della Parola di Dio<br />
29 gennaio, 5 e 20 febbraio <strong>2009</strong><br />
Il Vescovo ha proposto alla diocesi l’esperienza di un convegno sull’esperienza, abbondantemente<br />
diffusa nelle nostre parrocchie, dei “Centri di Ascolto ( o d’Incontro)”<br />
Questo incontro si è realizzato nel Centro Pastorale PAOLO VI° in tre serate diverse dalle 20.30<br />
alle 22.30.<br />
Grande è stata la partecipazione, tanto che si è dovuto utilizzare vari ambienti con teleschermi per<br />
permettere ai presenti di seguire attivamente i lavori del Convegno.<br />
Anche la nostra parrocchia è stata presente con un buon numero di persone.<br />
Gli incontri sono partiti da una verifica delle esperienze in atto fatta in gruppi, questi, poi, h<strong>anno</strong><br />
accolto la relazione di esperienze concrete accompagnate da indicazioni pastorali e fra esse,<br />
nell’ultimo giorno quella del nostro Vescovo Luciano Monari che ha tracciato le linee di un progetto<br />
pastorale a partire dai “Centri di Ascolto” per arrivare a “Piccole Comunità Ecclesiali di Base”,<br />
inserite nell’ambito del territorio parrocchiale, con vocazione ministeriale e missionaria.<br />
Mentre si attende una relazione più completa da parte dell’Ufficio Catechistico Diocesano, si riportano<br />
qui alcuni degli interventi fatti nel Convegno.<br />
Primo giorno: 29 gennaio <strong>2009</strong><br />
Relazione iniziale di don Tononi Vicario della pastorale diocesana<br />
Introduzione<br />
II mio intervento ha essenzialmente due scopi: aiutare a cogliere il senso di questo convegno e, in<br />
secondo luogo, introdurre alla prima tappa del Convegno, circa le ragioni che h<strong>anno</strong> portato alla<br />
scelta dei Centri di ascolto (CdA).<br />
I. Il senso del Convegno sui CdA<br />
Ormai da parecchi anni esistono in Diocesi i CdA, con una molteplicità di esperienze, di metodologie<br />
e di forme. A partire dal 2000 tale iniziativa si è ulteriormente diffusa grazie ai Corsi<br />
zonali di formazione superiore dei Catechisti degli adulti, che avevano proprio come sbocco<br />
operativo l’abilitazione a condurre un CdA.<br />
Il senso del nostro Convegno sta proprio nel fare una verifica di questa esperienza.<br />
Anche se, istintivamente, siamo piuttosto restii a fare spazio alle revisioni, una verifica seria<br />
è sempre salutare, prima di tutto perché ci aiuta a prendere umilmente coscienza dei limiti<br />
e della costante perfettibilità delle nostre iniziative e, soprattutto, perché ci permette di non<br />
fossilizzarci su una data forma di pastorale, rimanendo disponibili ai continui appelli dello<br />
Spirito che continuamente guida la Chiesa su strade anche nuove e inedite.<br />
Il nostro Convegno vuole essere quindi un tentativo di discernimento comunitario, per<br />
cogliere che cosa lo Spirito Santo suggerisce alla Chiesa bresciana circa l’evangelizzazione<br />
degli adulti oggi.<br />
Se infatti è costante ed essenziale nella Chiesa l’esigenza della evangelizzazione, varie e mutevoli<br />
devono essere le forme e le modalità concrete, che, inevitabilmente, devono fare riferimento<br />
alla particolare situazione storica, culturale ed ecclesiale. Pertanto non è giusto assolu-
Il <strong>Redone</strong><br />
tizzare una sola forma di evangelizzazione (neppure quella del NT, ammesso che ve ne sia una<br />
sola), facendola diventare definitivamente e perennemente normativa. Esiste un’essenza del<br />
ministero dell’evangelizzazione che si manifesta e realizza sempre in forme storiche concrete.<br />
Ora, la risposta alla domanda quale forma o quali forme di evangelizzazione degli adulti lo<br />
Spirito Santo chiede oggi alla nostra Chiesa non può essere cercata semplicemente nella sacra<br />
Scrittura o nella Tradizione della Chiesa e neppure nella teologia, ma soltanto all’interno di<br />
un discernimento comunitario/ecclesiale, che attua un reciproco confronto critico tra dato<br />
rivelato, riflessione teologica e analisi della situazione.<br />
L’evangelizzazione, infatti, avviene sì a partire dalla comprensione della natura che la Chiesa<br />
ha di se stessa e della sua missione, ma dando a quest’ultima forme congruenti e adeguate alla<br />
cultura o mentalità di un determinato territorio e in un’epoca storicamente datata,<br />
Ecco pertanto il senso del nostro Convegno: in questo nostro tempo, che cosa la situazione<br />
storica, culturale ed ecclesiale suggerisce come appello dello Spirito Santo per le forme o<br />
modalità della evangelizzazione degli adulti? La forma dei CdA è pertinente e adatta? In che<br />
cosa, eventualmente, si può migliorare e far progredire?<br />
II. Il percorso del Convegno<br />
11 Convegno si svolgerà in tre tappe, riguardanti, rispettivamente, il passato, il presente e il<br />
futuro. In parole più semplici, il primo incontro (quello di questa sera) ha lo scopo di ripercorrere<br />
la storia passata che ha portato l’Ufficio Catechistico alla scelta pastorale dei CdA e del<br />
metodo “Biemmi”. Il secondo (05 febbraio), con la supervisione critica dello stesso Biemmi,<br />
prenderà in considerazione lo stato attuale dell’esperienza dei CdA nella nostra Diocesi, le<br />
difficoltà e i buoni risultati. Il terzo e ultimo incontro (20 febbraio), con l’aiuto del Vescovo<br />
Luciano, guarderà alle prospettive future e ai possibili sviluppi dell’esperienza.<br />
III. Le ragioni dell’iniziativa dei CdA e le scelte metodologiche di fondo<br />
Dopo questa introduzione generale sul senso e la struttura del Convegno, ancora qualche parola<br />
per introdurre più specificamente l’incontro di questa sera, che ha come tema “Le ragioni<br />
dell’iniziativa e le scelte metodologiche di fondo”.<br />
Per poter valutare un’esperienza, è sempre importante ricuperarne le motivazioni originarie,<br />
gli obiettivi che ci si era prefissati e il senso di alcune scelte fondamentali che si erano operate.<br />
Anche per la nostra verifica è importante quindi rifare un po’ la storia del come è nata<br />
l’iniziativa dei CdA da parte dell’Ufficio catechistico (mi limito a questo aspetto, poiché non<br />
ho gli elementi per raccontare come sono nati gli altri CdA, prima e al di fuori dell’accompagnamento<br />
dell’Ufficio Catechistico).<br />
L’Ufficio Catechistico già da tempo aveva percepito l’importanza della catechesi soprattutto degli<br />
adulti e negli anni 1996-1997 aveva organizzato un percorso serio e impegnativo (15 incontri)<br />
per la formazione di catechisti degli adulti. Il percorso, che ha visto la partecipazione di un centinaio<br />
di persone, è stato guidato da Fr. Enzo Biemmi, che a Verona già da tempo stava portando<br />
avanti l’esperienza della catechesi degli adulti nella forma dei CdA.<br />
Il corso non ha avuto però un immediato sbocco operativo.<br />
Un apporto determinante all’iniziativa dei CdA è stato dato dalla Scelta Pastorale del Vescovo<br />
Giulio Sanguineti, Gesù Cristo ieri, oggi e sempre, del 4 luglio 1999, non tanto perché in essa<br />
si accenna anche all’importanza di preparare catechisti per la guida dei CdA (pp. 20-21), «con<br />
l’intento di farli diventare un po’ alla volta piccole comunità fraterne, a forte propulsione<br />
missionaria, nel territorio dell’unica comunità parrocchiale» (pp. 14-15), ma perché in essa il<br />
Vescovo precisava in termini inequivocabili la scelta fondamentale e prioritaria del suo episcopato:<br />
“la nuova evangelizzazione a partire dagli adulti”.<br />
Sollecitato da questo documento, l’Ufficio Catechistico, insieme con la sua Commissione, ha<br />
- 12 -<br />
- 13 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
sentito subito, come esigenza primaria, la necessità di offrire alla Diocesi la possibilità di un<br />
corso zonale di formazione dei catechisti per adulti. Il problema era però quello di sapere<br />
come impostarlo e come garantire poi uno sbocco pratico. Dopo numerosi incontri e qualche<br />
scontro vivace ed efficace, la Commissione ha deciso di proporre un Corso zonale triennale,<br />
nel quale i primi due anni fossero soprattutto di tipo biblico-teologico e avessero come sbocco<br />
il terzo, che, a mo’ di tirocinio, abilitasse i catechisti alla evangelizzazione degli adulti nella<br />
forma dei CdA, secondo il Metodo “Biemmi” (lui stesso ha accettato di preparare i formatori).<br />
Il Corso zonale triennale è partito nel settembre 2000 e si sta concludendo quest’<strong>anno</strong> con le<br />
ultime tre zone pastorali che h<strong>anno</strong> aderito all’iniziativa. In totale le persone che h<strong>anno</strong> ricevuto<br />
il mandato dal Vescovo come catechisti per adulti, alla fine, sar<strong>anno</strong> circa 1500.<br />
Perché la scelta della evangelizzazione degli adulti nella forma dei CdA?<br />
Le motivazioni sono state molteplici.<br />
Innanzi tutto siamo partiti dalla convinzione che per gli adulti di oggi era più opportuno partire<br />
dal ricupero della evangelizzazione anziché incominciare subito con la catechesi. Dove sta<br />
la differenza? La catechesi presuppone ed approfondisce la fede, l’evangelizzazione invece si<br />
preoccupa di offrire un primo annuncio di Gesù Cristo, senza presupporre una fede già formata,<br />
ma preoccupandosi di farla nascere o rinascere. In questo, l’approccio diretto ad alcuni<br />
episodi o fatti o discorsi evangelici poteva essere più adatto ed efficace per gli adulti di oggi,<br />
che non il riferimento a un testo di catechesi degli adulti (pur sapendo che la catechesi stessa,<br />
di per sé, ha come testo fondamentale la Sacra Scrittura).<br />
Un secondo motivo è stato quello di pensare a una forma di evangelizzazione che non partisse<br />
più dal presupposto che gli adulti di oggi vengono in chiesa o in parrocchia al suono della<br />
campana, ma che cercasse di avvicinarsi a loro, andandoli a cercare e trovare nelle case, nella<br />
famiglia: il motto era riportare il Vangelo nelle case. Certamente l’intento era quello di riuscire<br />
ad avvicinare di più anche i lontani.<br />
C’è stato poi un motivo pratico: si trattava di trovare una forma che facesse ampio spazio<br />
all’esercizio ministeriale del catechista laico per adulti. L’esigenza di avvicinare un maggior<br />
numero di persone comportava la programmazione di più CdA e questo offriva largo spazio<br />
ai catechisti laici, sollecitando anche i presbiteri un po’ scettici ad aprire ai laici le porte della<br />
evangelizzazione attiva.<br />
Rimaneva però il problema della scelta del metodo. Quale metodo scegliere per la conduzione<br />
dei Centri di Ascolto? Anche qui la discussione è stata vivace. Alla fine, tra i molteplici metodi<br />
possibili, abbiamo fatto la scelta del Metodo “Biemmi”.<br />
Secondo giorno: 5 febbraio <strong>2009</strong><br />
(Fr. Enzo Biemmi fa la sintesi del confronto in gruppo del 29 gennaio <strong>2009</strong>)<br />
SULLE RAGIONI DELL ‘INIZIATIVA E LE SCELTE METODOLOGICHE DI FONDO<br />
Obiettivo del confronto in gruppo: essere consapevoli delle possibilità esaminate, delle ragioni<br />
e dei limiti delle scelte fatte dalla Commissione catechesi. Perché, alla fine, ha fatto la<br />
scelta del metodo “Biemmi”?<br />
A) Valutazione globale dei tre metodi<br />
Messi di fronte alle tre proposte metodologiche (Biemmi, CEB, Rho), i gruppi h<strong>anno</strong> rilevato alcuni<br />
aspetti positivi in ogni proposta, a partire dal fatto comune di valorizzare e mettere al centro dell’attenzione<br />
la Parola di Dio fino al fatto di privilegiare la casa e la famiglia (e quindi la vita concreta),
Il <strong>Redone</strong><br />
come luogo di ascolto di tale Parola. D’altra parte si è trovato qualcosa di particolarmente positivo<br />
e specifico in ogni metodo:<br />
• il metodo dei Padri di Rho è buono soprattutto per dare inizio all’esperienza, attraverso le missioni<br />
popolari e l’accostamento personale a tutte le famiglie;<br />
• il metodo delle CEB (Comunità ecclesiali di base) è significativo perché fa molta attenzione alle<br />
ricadute comunitarie, sociali e caritative dell’ascolto della Parola di Dio e, inoltre, implica una<br />
progressiva ristrutturazione della parrocchia in piccole comunità unite tra loro ma con dei propri<br />
responsabili laici;<br />
• il metodo Biemmi valorizza in modo particolare l’attenzione alle precomprensioni e al vissuto delle<br />
persone, soprattutto attraverso la fase iniziale di “espressione o proiezione”.<br />
B) Più specificamente sul metodo Biemmi<br />
1. Aspetti positivi<br />
Tutti i gruppi h<strong>anno</strong> sottolineato la validità del metodo soprattutto perché:<br />
• sa trasformare i contenuti in processi di apprendimento (soprattutto nella fase di espressione delle<br />
pre-comprensioni e degli interrogativi degli adulti in riferimento alla Parola e nella fase di riappropriazione)<br />
• valorizza la casa e quindi la famiglia come ambito adeguato dell’evangelizzazione;<br />
• il centro di ascolto diventa palestra dove ci si allena a vivere il Vangelo, ci si aiuta gradualmente e<br />
reciprocamente a crescere e ad accogliere l’ottica cristiana perché diventi una luce nuova attraverso<br />
cui leggere e interpretare il quotidiano, la prassi, la storia;<br />
• la catechesi non si riduce a un fatto individualistico, ad un’acquisizione puramente intellettuale o<br />
razionale e il linguaggio risente delle vicende concrete entro cui dibatte ogni giorno la vita delle<br />
persone;<br />
• la presenza di animatori laici mostra il volto di una chiesa ministeriale che sa dialogare con la gente,<br />
vive un rapporto di vicinanza con il territorio, traduce i principi del Vangelo in riferimento alle attese<br />
e alle richieste dei suoi uditori;<br />
• la fede cresce, matura e sviluppa nella sua dimensione comunitaria e nell’appartenenza alla Chiesa<br />
per il rapporto intrinseco fra “Parola - liturgia – carità” che sollecita i partecipanti ad una coerenza di<br />
vita, ad un’apertura missionaria, ad essere lievito di trasformazione all’interno del proprio quartiere.<br />
2. Difficoltà<br />
• la fase di ri-appropriazione, che mira a favorire l’interiorizzazione della parola ascoltata, la<br />
sua ri-espressione e la sua attualizzazione, è di difficile realizzazione, forse per ragioni di<br />
tempo, ma forse perché l’animatore stesso non ha ben chiara la finalità e quindi non riesce<br />
ad esprimerla in modo chiaro. L’impressione è che sia piuttosto povera e poco efficace;<br />
• i CdA richiamano quasi sempre persone anziane; si fatica ad avere la presenza di adulti<br />
e/o giovani adulti e, in genere, i gruppi non si allargano;<br />
• per lo più non sono raggiunti i lontani.<br />
3. Sfide<br />
• il metodo Biemmi presuppone animatori competenti e una formazione continua perché, come<br />
afferma il Vescovo Luciano nella sua Lettera pastorale (al n. 32), i CdA richiedono un animatore<br />
“preparato sia dal punto di vista biblico che di dinamica di gruppi... capace di cogliere e di esprimere le<br />
caratteristiche proprie del testo; deve saper rispondere alle domande immediate di tipo letterario e storico<br />
che inevitabilmente sorgono; deve saper guidare il gruppo in modo da sollecitare gli interventi, da<br />
evitare discussioni inutili, da mantenere un clima di accoglienza reciproca”. Si tratta quindi ai aiutare<br />
gli animatori e i presbiteri a coltivare una passione continua per la formazione (biblica, teologica,<br />
dinamica di gruppo, pedagogica e psicologica);<br />
• maturare la convinzione che la Chiesa e quindi la parrocchia diventa casa fra le case, se scopre<br />
che il suo posto è dentro il mondo, quindi il territorio diventa il luogo teologico dove Dio si fa carne<br />
per venire ad abitare in mezzo agli uomini, così come ha fatto Gesù che ha scelto un Paese,<br />
una lingua, una cultura, una storia. Scrive in proposito il Vescovo Luciano: “... ci sono persone che<br />
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Il <strong>Redone</strong><br />
h<strong>anno</strong> dal Signore il dono dell’affabilità, che sono capaci di accogliere a cuore aperto, senza riserve.<br />
Queste persone contribuiscono non poco al buon funzionamento dei gruppi... “. Si rende necessario<br />
aiutare le famiglie che ospitano a diventare più capaci di relazioni profonde con i vicini in modo<br />
che l’invito non sia un foglietto nella cassetta della posta ma l’espressione calorosa di una vicinanza<br />
e di una condivisione di fede e di vita;<br />
• gli effetti ecclesiali del metodo Biemmi (da una Chiesa docente ad una Chiesa discepola della<br />
Parola e tutta profetica) faticano ad emergere e h<strong>anno</strong> bisogno ancora di tempo e di approfondimento.<br />
C) Proposta<br />
- Perché non pensare a un metodo che sintetizzi le tre proposte, prendendo il meglio di ciascuna?<br />
- Creare un sito forum per i Centri di Ascolto?<br />
Brescia, 5 febbraio <strong>2009</strong><br />
Alcune osservazioni sui “centri di ascolto” a partire dall’esperienza della diocesi di Brescia<br />
fratel Enzo Biemmi<br />
1. I centri di ascolto(CdA) sono “una” forma di catechesi degli adulti. Nella Scelta Pastorale del Vescovo<br />
Giulio Sanguineti, Gesù Cristo ieri, oggi e sempre, del 4 luglio 1999, il vescovo poneva come obiettivo<br />
fondamentale e prioritario “la nuova evangelizzazione a partire dagli adulti”. Dentro tale scelta si parlava<br />
dell’importanza di CdA «con l’intento di farli diventare un po’ alla volta piccole comunità fraterne,<br />
a forte propulsione missionaria, nel territorio dell’unica comunità parrocchiale» (pp. 14-15).<br />
Il vescovo Luciano nella sua lettera pastorale La Parola di Dio nella vita della comunità cristiana riprende<br />
la stessa indicazione: “L’ideale sarebbe che i gruppi di vangelo si sviluppino fino a diventare piccole<br />
comunità di credenti (comunità di base)” (n. 33).<br />
Questo porta a essere consapevoli che la scelta è l’evangelizzazione degli adulti, e i CdA sono una<br />
forma di tale evangelizzazione: una forma, non la forma.<br />
Provo quindi a dire, dal mio punto di vista e dopo aver ascoltato le esperienze presentate, le potenzialità<br />
e i limiti di questa forma di catechesi in funzione di questa evangelizzazione “a forte propulsione<br />
missionaria”.<br />
2. I loro punti forti (vedi relazione di Tononi)<br />
I CdA si sono sviluppati progressivamente in Italia nell’immediato dopo Concilio (anni ‘70) e h<strong>anno</strong><br />
fondamentalmente una doppia origine intrecciata: le missioni popolari (parrocchiali o diocesane), che<br />
invitano a proseguire nella parrocchia e nelle case quanto sperimentato nel tempo forte della missione;<br />
la sensibilità dei preti “fìdei donum” che, ritornati dalla missione in America latina, riportano nelle<br />
loro comunità parrocchiali l’esperienza delle “comunità di base” e il metodo di lettura popolare della<br />
Parola in esse applicato.<br />
Il pregio dei CdA può essere individuato in tre aspetti:<br />
a) II luogo: la casa<br />
• La casa è il luogo di vita e di ritrovo della gente: lì si raggiungono persone che in parrocchia<br />
non verrebbero mai.<br />
• La casa è il luogo dove si affronta la vita, i problemi, le relazioni, le gioie e le difficoltà, le nascite<br />
e le morti, la salute e la malattia. Trovarsi in casa porta spontaneamente a parlare del vissuto. Non<br />
è possibile, in casa, fare dei discorsi sulla fede slegati dalla vita.<br />
• La casa è il luogo naturale della comunicazione tra le persone. Incontrarsi in casa è subito un invito<br />
alla parola, al dialogo. In casa non c’è chi insegna e chi ascolta, anche se i ruoli sono differenti. In<br />
casa tutti parlano.<br />
• La casa richiama un gruppo primario, cioè piccolo, a cui ci si identifica, non strutturato: un gruppo<br />
basato sulle relazioni e non sulla struttura.<br />
• Il primo pregio dei CdA è quello di operare una “destituzionalizzazione” della catechesi. Il Vangelo
Il <strong>Redone</strong><br />
entra nelle case. La fede diventa una cosa di cui parlare, quotidiana, legata alla vita della gente.<br />
b) Lo stile della loro conduzione: la partecipazione.<br />
• I metodi di conduzione di un CdA variano leggermente, ma h<strong>anno</strong> tutti per loro natura una caratteristica<br />
comune: sono impostati su uno stile partecipativo. Non è possibile in una casa fare una<br />
conferenza e poi chiedere ai presenti cosa ne pensano. Il catechista laico non è capace di fare una<br />
conferenza e la gente non frequenta i CdA per sentire conferenze. Li frequenta per parlare, per<br />
comunicare, per condividere.<br />
• I CdA operano quindi una “declericalizzazione” della catechesi: la Parola di Dio torna risorsa disponibile<br />
per tutti. Il buon pane della Parola è dato alla gente. In un contesto culturale di isolamento, di<br />
solitudine, di non comunicazione, i CdA vengono incontro al bisogno (insito nella fede) di tornare<br />
a comunicare e a comunicare attorno a ciò che ci fa vivere.<br />
c) II contenuto: esperienza e Parola.<br />
• Il contenuto dei CdA articola sempre l’esperienza dei partecipanti con la Parola di Dio.<br />
• Si chiamano “centri di ascolto” perché per forza si è obbligati, dentro una casa, a ascoltare le persone<br />
e la realtà sociale che esse vivono con gli occhi e gli orecchi carichi del messaggio cristiano; d’altra<br />
parte si è obbligati ad ascoltare la “Parola di Dio” senza disgiungerla dalla “parola dell’uomo”, dai<br />
suoi bisogni, dalle sue ansie, dalle sue aspirazioni.<br />
• I CdA operano così una “deintellettualizzazione” dell’annuncio, grazie a un legame costante con<br />
la vita.<br />
• I CdA, se ben condotti, portano ad organizzare una Chiesa più basata sulle relazioni e meno sull’organizzazione;<br />
una Chiesa nella quale i laici adulti riprendono la parola e diventano protagonisti<br />
della loro fede.<br />
3. Alcuni limiti legati a questa modalità di evangelizzazione<br />
Quarant’anni di esperienza dei CdA h<strong>anno</strong> anche rilevato una serie di limiti, che sembrano essere<br />
congeniti alla loro stessa formula.<br />
• Il primo e più evidente è che i CdA f<strong>anno</strong> fatica a raggiungere chi è lontano dalla Chiesa (mentre<br />
questa è l’intenzione di fondo segnalata dal Vescovo e al centro della preoccupazione della Chiesa<br />
italiana ed europea). Nati con vocazione missionaria, si ritrovano ad essere, nella realtà, dei mezzi<br />
di catechesi “decentrata”, (il che è già tanto). Evidenziano cioè uno dei principali limiti della nostra<br />
catechesi: la sua anemia missionaria.<br />
• Il secondo limite è che non sono frequentati da giovani. Inizialmente aperti a tutta la famiglia, vi<br />
partecipano di fatto adulti di età medio alta (più alta che media), in prevalenza donne.<br />
• Il terzo limite è che, dopo una fase di entusiasmo iniziale, tendono a chiudersi nel cerchio stretto<br />
dei partecipanti. Questi acquisiscono uno stile e un linguaggio loro, che rende difficile l’accesso<br />
di nuove persone.<br />
• Un quarto limite è la superficialità che spesso manifestano nell’accostare la Parola. La lettura della<br />
Parola nei CdA rischia di essere spesso una lettura specchio: serve da punto di partenza per parlare<br />
dei propri problemi, non è affrontata, per incapacità, come un interlocutore che interroga e rimette<br />
il gruppo in discussione. Questo fa sì che, non raramente, la gente si stanchi, si senta frustrata e<br />
come reazione chieda la presenza del prete (abdicando a uno stile partecipativo).<br />
N.B. Il metodo cosiddetto “Biemmi”, suggerito dalla diocesi, permette di evitare questo rischio. La qualità<br />
delle schede e la capacità di animazione dell’animatore laico portano ad ottimi risultati su questo<br />
punto. In fondo, questo metodo è nato con due obiettivi: permettere una accostamento partecipato<br />
e serio alla Parola; promuovere la ministerialità laicale nella catechesi degli adulti, senza deleghe al<br />
sacerdote.<br />
Le difficoltà e i limiti segnalati aiutano a introdurre quelle attenzioni e quei correttivi che possono<br />
conferire a questa forma di evangelizzazione tutta l’efficacia di cui è portatrice.<br />
4. Alcuni accorgimenti da avere<br />
• Può essere utile, a mio parere, prevedere una “durata a termine” dei CdA. Occorre cioè, a deter-<br />
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Il <strong>Redone</strong><br />
minate scadenze, “mescolare le carte”. Un evento importante nella parrocchia (una missione, un<br />
evento ecclesiale, una ricorrenza...) possono diventare l’occasione di chiudere una proposta e<br />
riaprirne un’altra, rilanciando e mescolando.<br />
• Alcune parrocchie h<strong>anno</strong> provato a proporli a una fascia esplicitamente giovanile. Questo ha<br />
permesso di formare gruppi di età più giovane. Occorre prendere atto della oggettiva difficoltà di<br />
mescolare età troppo differenziate.<br />
• La scelta di un buon metodo permette di avere un accostamento rispettoso alla parola di Dio e di<br />
evitare la sua intellettualizzazione. Quello adottato è uno. La fase di riappropriazione, in questo<br />
metodo, non va intesa come un momento di ogni incontro, ma come un tempo di assimilazione<br />
dopo un certo lavoro. Il buon uso di un metodo si ha quando se ne sono assimilate bene le regole,<br />
ma poi si è liberi di adattarlo al gruppo e alla propria sensibilità.<br />
• Per quanto riguarda gli obiettivi missionari, rimarrà sempre a mio parere molto difficile che i CdA<br />
riescano a raggiungere gente lontana dalla Chiesa. Fa parte dei limiti intrinseci di questa forma.<br />
Ha invece un effetto di “primo annuncio” per coloro che vi partecipano, in genere laici già appartenenti<br />
alla comunità ecclesiale. Per queste persone, i CdA centrati sulla Parola e basati su un<br />
metodo partecipativo, diventano luoghi importanti, spesso decisivi, per la riscoperta di una fede<br />
più adulta, matura e pensata.<br />
5. Aprire altre forme di evangelizzazione degli adulti<br />
La scelta dei CdA come modalità privilegiata di evangelizzazione degli adulti da parte della diocesi<br />
di Brescia è stata di sicuro una scelta saggia. Le ragioni le ha spiegate la volta scorsa don Tononi,<br />
e le condivido tutte. E’ stato un modo concreto per partire, per valorizzare i laici che avevano<br />
fatto la formazione e per educare i preti a un cambiamento di stile, dando fiducia ai laici.<br />
Ritengo che vadano continuati, ma forse matura il tempo per non lasciarli isolati, per evitare che siano<br />
la forma unica o principale di evangelizzazione degli adulti.<br />
In particolare, è proprio la finalità missionaria della catechesi degli adulti a richiedere di mettere in<br />
atto altre forme. Posso segnalarne alcune che si st<strong>anno</strong> rivelando, se condotte bene, delle proposte di<br />
ricominciamento della fede.<br />
• La preparazione al battesimo dei figli, fatta in genere nelle case. Ci sono diocesi che st<strong>anno</strong> investendo<br />
maggiore cura per questo momento estremamente importante, nel quale i genitori possono<br />
riallacciare un contatto con la comunità e riavviare un percorso di fede proprio grazie alla presenza<br />
di una vita nuova che li sorprende e di cui si devono prendere cura.<br />
• Le forme di catechesi per genitori con figli tra i 3 e i 6 anni (chiamate nella mia diocesi “primi<br />
passi”’). Noi lasciamo in genere il vuoto tra il battesimo e la prima comunione, mentre ci sono in<br />
questa fase della vita grandi opportunità per risvegliare i genitori alla fede.<br />
• La catechesi ai genitori che chiedono i sacramenti per i figli (dai 6 ai 14 anni). Nelle nuove sperimentazioni,<br />
soprattutto quelle secondo la prospettiva catecumenale, il percorso con i genitori<br />
diventa altrettanto se non più importante che quello con i figli.<br />
• I percorsi per i fidanzati, pensati non come un misto tra catechesi e sostegno psicologico (supplenza<br />
di un consultorio familiare), ma come itinerario di primo annuncio rispetto all’esperienza<br />
fondamentale dell’amore.<br />
• Infine ci sono forme di evangelizzazione legate a passaggi della vita o a particolari situazioni di<br />
vita: sofferenza, lutti, crisi matrimoniali, ecc..<br />
• E’ molto importante che queste forme siano messe in atto con la dovuta preparazione e cura. Per<br />
questo risultano decisivi i laboratori di formazione per i catechisti laici impegnati in queste forme.<br />
Inoltre, occorre entrare in una prospettiva missionaria, di primo annuncio, e cambiare mentalità<br />
su un punto fondamentale: proposta libera e adesione libera.<br />
Conclusione<br />
Le 1500 persone che h<strong>anno</strong> ricevuto dal vescovo il mandato di catechisti degli adulti sono una risorsa<br />
straordinaria per la diocesi di Broscia. Facendo leva su di loro, una diversificazione delle forme di<br />
catechesi degli adulti potrebbe essere una modalità buona per sbloccare la catechesi dal suo cerchio<br />
chiuso e darle maggiore forza missionaria.
Il <strong>Redone</strong><br />
INTERVENTO CONCLUSIVO DEL VESCOVO MONS. LUCIANO MONARI<br />
Il nostro Vescovo Mons. Luciano Monari a conclusione del Convegno ha suggerito con prospettiva<br />
di futuro tre obiettivi per i Centri di Ascolto.<br />
1° - L’importanza della presenza in diocesi di tale esperienza e auspicio affinché possa diffondersi<br />
sempre più nelle parrocchie monitorandone, con un appropriato accompagnamento<br />
pastorale, la crescita e la diffusione dal momento che la vita del credente è generata dalla<br />
Parola e dallo Spirito di Dio che sempre l’accompagna. Esempio delle ossa inaridite che<br />
si rivestono di corporeità e di spirito (Ezechiele 37)<br />
La Parola dà la forma visibile alla persona e alla comunità, ma è lo Spirito che con forza divina<br />
vivifica la forma umana. Parola e Spirito operano insieme.<br />
2° - I Gruppi di ascolto della Parola di Dio devono necessariamente diventare Gruppi di<br />
preghiera.<br />
Si deve favorire un rapporto interpersonale di amicizia con Dio e questo modificherà l’agire<br />
dell’uomo secondo la volontà di Dio come risposta d’amore all’offerta dell’amore divino.<br />
Le Sacre Scritture sono la lettera d’amore che Dio Padre ha scritto agli uomini e che manda a<br />
loro nella persona del suo divin Figlio che in mezzo a loro si fa carne e questa lettera attende<br />
una risposta vocazionale. Infatti vocazione è un progetto di vita che liberamente costruisco<br />
tenendo conto della Parola di Dio.<br />
3°- I Gruppi di Ascolto e di Preghiera devono tendere ad essere progressivamente Piccole<br />
Comunità ecclesiali di base in comunione profonda con tutta la vita parrocchiale. Ma tali<br />
Comunità territoriali sono impegnate a far rivivere la comunione con tutte le famiglie cristiane<br />
del territorio in cui sono inserite, la famiglia cristiana, infatti è la più piccola ma fondamentale<br />
cellula ecclesiale chiamata anche “Chiesa domestica”.<br />
Così è nata la Chiesa e così deve moltiplicarsi la Chiesa sul territorio in forma capillare.<br />
I rapporti interpersonali delle famiglie cristiane, Chiese domestiche, che si riconoscono Chiesa<br />
anche nelle piccole Comunità di base e nell’intera parrocchia, attraverso i rapporti personali<br />
con i vicini possono aiutare ad accostare alla Chiesa anche i lontani divenendo in tal modo<br />
Comunità missionarie all’interno dell’unica Comunità parrocchiale.<br />
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Il <strong>Redone</strong><br />
Lettera agli sposi della diocesi di Brescia<br />
La nostra <strong>Parrocchia</strong> ha offerto questa lettera alle famiglie in occasione della festa degli<br />
Anniversari di domenica 1° febbraio, “Giornata della vita e Festa della Famiglia”<br />
Attraverso il Bollettino <strong>Parrocchia</strong>le la proponiamo a tutte le famiglie.<br />
in occasione del S. Natale 2008<br />
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre, Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima<br />
che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo<br />
sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in<br />
segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del<br />
Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con tè Maria, tua sposa.<br />
Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu<br />
lo chiamerai Gesù: egli, infatti, salverà il suo popolo dai suoi peccati».<br />
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del<br />
profeta:<br />
Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa<br />
Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo<br />
del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un<br />
figlio ed egli lo chiamò Gesù.<br />
(Mc 1, 18-25)<br />
Carissimi sposi,<br />
Maria e Giuseppe vi accompagnino e vi illuminino in questo tempo natalizio.<br />
Introduzione<br />
A voi è stato dato un dono grande insieme ad una responsabilità piena di speranza: mostrare<br />
nella Chiesa e nel mondo l’amore di Dio che si fa piena comunione, fedeltà operosa e fecondità<br />
generosa.<br />
Sono cosciente delle sfide di questo tempo e dei continui attacchi culturali alla relazione coniugale,<br />
alla vita e alla famiglia; non di meno, però, sono anche certo che la grazia del Signore,<br />
a voi donata in maniera sovrabbondante, è efficace e che Colui, che ha iniziato in voi l’opera<br />
buona della santità la porterà a compimento, anche nelle personali debolezze e fragilità.<br />
Oggi, in maniera particolare, è la vita degli sposi cristiani ad essere sotto attacco del maligno;<br />
attraverso questa breccia, poi, si vìola la vita al suo sorgere e al suo terminare, scombussolando<br />
ovviamente tutta la famiglia.<br />
D’altra parte, miei cari, il messaggio del Santo Natale, non passa forse attraverso queste coor-
Il <strong>Redone</strong><br />
dinate di povertà, umane e sociali, culturali e politiche? La meraviglia di Dio, non avviene forse<br />
in un clima di completa avversione e sfiducia?<br />
Allora a voi, sposi, scrivo questa breve lettera, come padre e pastore, vostro e delle vostre famiglie.<br />
Viviamo la Speranza che ci è stata donata e innalziamo lo sguardo: non abbiate paura,<br />
il Signore è l’Emmanuele, il Dio con noi.<br />
Inizi con luci e ombre (Mt 1,18-25)<br />
Una promessa che sembrava già cosa fatta; tutto lineare e facile, pronto per essere gestito dai<br />
due futuri sposi, senza timore di imprevisto alcuno. Giuseppe e Maria si fidano l’uno dell’altra<br />
e sono certi che la vita coniugale si svolgerà secondo il loro cliché.<br />
Invece, ecco apparire l’imprevisto di Dio, attraverso una domanda dell’Angelo e una risposta<br />
affermativa di Maria: adesso il Figlio dell’Altissimo abita tra noi; nessuno lo può più negare,<br />
nascondere. Che fare?<br />
Quante fatiche, anche oggi, per giungere al matrimonio nella maniera più adeguata. E spesso,<br />
poi, i legittimi sogni e desideri si infrangono sugli scogli della quotidianità, delle rigidità personali<br />
e di una società poco accogliente verso chi vive un amore onesto, gratuito, oblativo.<br />
Molti giovani vivono un fidanzamento che non è vera e propria preparazione all’evento e alla<br />
vita nuziale, ma stile di vita stabile, senza né ancore né orizzonti. Altri, invece, confondono la<br />
vita coniugale con la mera convivenza; e quindi, si lasciano attrarre dall’illusione di questa,<br />
come migliore preparazione spesso proprio al matrimonio. Si denunciano tempi lunghi di decisione,<br />
forzati non poche volte da studi protratti per anni, avvio al lavoro stentato e situazione<br />
abitativa troppo onerosa. Certamente tutto questo incide pesantemente sul tempo che precede<br />
il matrimonio; tuttavia, per un uomo e una donna che si amano tanto da sposarsi, non devono<br />
diventare situazioni insormontabili. Sarà difficile, ma rimane possibile!<br />
Tempi di maturazione<br />
La coppia di Maria e Giuseppe ha tempi di maturazione diversi, rispetto a ciò che è successo e<br />
a come bisogna rispondere. Ma la reciproca volontà di amarsi totalmente, nel pieno affidamento<br />
al disegno divino, fa sì che i due si sposino e diventino genitori.<br />
L’accoglienza di Maria è dimostrata dal suo concepire il figlio Gesù, mentre Giuseppe prenderà<br />
con sé la sua sposa e darà il nome al bambino divino.<br />
La disponibilità e la dignità della Santa coppia di Nazareth certamente vi affascinano, infondendo<br />
in voi quella speranza che troppo spesso viene a mancare sulle mense delle case dei cristiani.<br />
Non basta dire di volersi sposare, bisogna crescere insieme verso questa meta; e una volta raggiunta,<br />
camminare con passi vicini e solidali. Quel “crescete e moltiplicatevi “, che sta a fondamento di tutte<br />
le benedizioni nuziali e fà parte dell’intima natura umana, continua a risuonare nella storia concreta<br />
di ogni matrimonio, di ogni famiglia. Tra cristiani, poi, tutto questo diventa segno e strumento della<br />
grazia divina, della presenza di Cristo che salva, rivivendo la piena unione di Lui con la sua Chiesa.<br />
Il contesto sociale e culturale spesso non comprende questo messaggio così alto; anzi, a volte, gli è<br />
addirittura avverso. Pensate agli evangelici momenti di non accoglienza della famigliola a Betlemme,<br />
della strage degli innocenti e della provvidenziale fuga in Egitto. Ma siete voi sposi a dover essere<br />
“una cosa sola”, nella buona e nella cattiva sorte. Solo così, la vostra casa sarà costruita sulla roccia<br />
e qualsiasi avversità, pur provandola, non la potrà mai abbattere, sconfiggere.<br />
Insieme a tante conquiste e miglioramenti nello stile di vita relazionale, oggi vi si chiede di essere<br />
prestanti in tante cose, ma di non esagerare nel volervi bene. Infatti, siete pressati da più parti a<br />
lavorare entrambi, per molte ore giornaliere e per lunghi anni, ma non siete aiutati a vivere bene<br />
insieme, a trovare spazi di tranquillità vostri, a rinnovare l’unione con il perdono. Anche qui, so<br />
bene che è difficile; ma per il vostro bene comune, ricordatevi che Cristo ha vinto il male e la morte!<br />
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Il <strong>Redone</strong><br />
Vivere le proprie quotidiane responsabilità<br />
Maria e Giuseppe h<strong>anno</strong> saputo rinnovare la fiducia tra di loro, aumentando la loro fede in Dio.<br />
H<strong>anno</strong> compreso che amare vuol dire rispondere della vita dell’altra persona, proteggerla e<br />
averne cura. Per questo, sono stati disposti a fare lunghi viaggi, ad esiliare, a non essere accolti<br />
e compresi, per poi tornare nel tempo giusto ad una più tranquilla quotidianità, a Nazareth. E<br />
lì, la scuola dei piccoli passi, ha forgiato in unità l’intera famiglia, offrendo al figlio Gesù la possibilità<br />
di crescere in “età, sapienza e grazia”.<br />
Giuseppe è presentato come operatore nella vita di ogni giorno, mentre Maria è colei che più<br />
“custodisce” passato e presente, per donare futuro a Gesù e, attraverso di Lui, a tutta l’umanità.<br />
Carissimi sposi, la vita spesso vi porta per strade difficili; ma sappiate che Cristo ci è passato prima<br />
di voi. Lui l’innocente, è venuto proprio per noi peccatori. La sua fedeltà e il suo amore incondizionati<br />
sono la vostra ancora di salvezza: non temete!<br />
Anche chi ha vissuto purtroppo il dramma di aborto o divorzio, sappia che le braccia del Padre celeste,<br />
nella Chiesa, sono sempre aperte con un abbraccio misericordioso. Il Signore è appassionato<br />
nel rincorrere ed attendere i figli, che più h<strong>anno</strong> bisogno del suo perdono.<br />
Puntate al sodo, lasciando le tante cose o stili di vita che, magari in se stessi belli, vi f<strong>anno</strong> inciampare<br />
come sposi, come famiglia. Scegliete di aumentare nell’amore, approfondendo quella strada<br />
che insieme avete intrapreso nel giorno del matrimonio. E i vostri figli, naturali o accolti in affidoadozione,<br />
si sentano guidati in maniera decisa e amorevole allo stesso tempo. Generati una volta<br />
alla vita e alla fede, i figli v<strong>anno</strong> generati tutti i giorni nell’educazione e nella testimonianza.<br />
Date loro un futuro di libertà, con passi di riconoscenza e sacrificio, vissuti nella pazienza di tutti<br />
i giorni.<br />
Come Maria e Giuseppe, vi auguro di avere sempre un cuore aperto alle novità di Dio; un cuore<br />
generoso e veritiero, capace di profumare di paradiso le gioie e i dolori di questa vita terrena.<br />
Alla fine del primo week-end di febbraio, mia<br />
moglie Angela ed io abbiamo partecipato ad un<br />
incontro con altre coppie di sposi, a Gussago,<br />
alla Villa Pace, dal 6 all’8 Febbraio : l’evento era<br />
organizzato dal team “INCONTRO MATRIMO-<br />
NIALE” e Don Saverio, memore di esperienze<br />
simili realizzate in Uruguay, ci ha invitato ad essere<br />
protagonisti.<br />
Ci siamo andati, curiosi e, al contempo, fiduciosi<br />
per la nuova esperienza della quale, per altro, lo<br />
stesso Don Saverio non ci ha voluto anticipare<br />
nulla sulle modalità, sui contenuti, sugli esiti a<br />
cui tendeva, le persone che avremmo incontrato,<br />
etc..<br />
+ Luciano, vescovo<br />
Parlando di Matrimonio : UN’ESPERIENZA DA NON DIMENTICARE<br />
Arrivati a Villa Pace, ci siamo trovati con altre 19<br />
coppie (alcune molto giovani, alcune di mezza<br />
età, una di fidanzati pronti al matrimonio) : noi<br />
eravamo i più anziani, ma solo ‘secondi’, e per<br />
un solo <strong>anno</strong>, ad un’altra coppia per gli anni di<br />
matrimonio.<br />
Al primo impatto, al momento dell’accoglienza,<br />
abbiamo subito respirato un’aria di amicizia,<br />
cortesia, disponibilità in tutti : un’aura di serenità<br />
che si è ulteriormente rinsaldata e riscaldata in<br />
cordialità alla cena di apertura.<br />
Dopo cena, nella sala riunioni, è iniziato il vero e<br />
proprio incontro ed ognuno di noi si è presentato<br />
al gruppo : dopo di questo, il team degli anima-
Il <strong>Redone</strong><br />
tori (tre coppie ed un sacerdote) ha annunciato<br />
che, oltre alle S.Messe concelebrate insieme,<br />
quello sarebbe stato l’unico momento di ‘lavoro<br />
di gruppo’ e che ogni attività si sarebbe svolta<br />
solamente all’interno di ogni coppia.<br />
In altre parole, presentando la prima esperienza,<br />
ci è stato spiegato che i vari temi proposti<br />
dagli animatori (sia da parte delle coppie che dal<br />
sacerdote), sarebbero stati esaminati dai due<br />
coniugi, prima, separatamente l’uno dall’altro e,<br />
poi, in un momento di condivisione (sempre e<br />
solo fra di loro).<br />
Ad un primo momento d’imbarazzo, subito superato,<br />
l’incontro è iniziato e si è sviluppato anche<br />
per tutto il giorno di sabato 7 e di domenica<br />
8 Febbraio allo stesso modo.<br />
Ad ogni incontro una sorpresa, non tanto per<br />
l’argomento/esperienza presentato dalla coppia<br />
animatrice e dal sacerdote (poichè, in gran<br />
parte, si trattava di temi, momenti e situazioni<br />
reali, normalmente incontrati e vissuti da ogni<br />
coppia), quanto dal fatto che su quei temi, situazioni<br />
e momenti, ognuno di noi era chiamato<br />
ad esaminare il proprio comportamento, la propria<br />
reazione, ma, soprattutto, condividere con<br />
il coniuge i propri sentimenti al riguardo.<br />
Dopo questo ‘esame’, personalissimo, fatto da<br />
ognuno in solitudine, separato dagli altri, la coppia<br />
si riuniva e condivideva le proprie valutazioni<br />
ed emozioni : è stato un continuo scavarsi nel<br />
profondo, esaminarsi in ogni angolo della propria<br />
esperienza matrimoniale, con un occhio attento<br />
ai propri sentimenti ed a quelli del coniuge.<br />
Scherzando un poco, si potrebbe dire che, ad<br />
ogni coppia, è stata offerta la possibilità di fare<br />
un ‘tagliando’ al proprio matrimonio, al proprio<br />
sentire insieme, al proprio vivere in coppia : infatti,<br />
ogni argomento metteva in risalto un momento,<br />
un’esperienza sicuramente incontrate<br />
nella vita di coppia<br />
Un altro aspetto divertente dell’incontro è stata<br />
la sorpresa di trovare il posto di ogni coppia<br />
scambiato in occasione dei momenti di colazione,<br />
pranzo e cena: ogni momento conviviale ci<br />
ha visto vicino a coppie diverse dall’occasione<br />
precedente.<br />
Questo piccolo, simpatico ‘stratagemma’ ha<br />
- 22 -<br />
consentito un ulteriore approfondimento fra tutti<br />
noi : abbiamo avuto, così, la bella opportunità<br />
di scambiare opinioni con tutti, conoscerci ancor<br />
meglio tra di noi, scambiare le nostre esperienze,<br />
e, addirittura, ricette, consigli, battute<br />
divertenti ed allegre.<br />
Proseguendo nell’esame dei vari aspetti della<br />
vita di coppia, ognuno affrontato con tempi diversi<br />
(ma di uguale durata per l’esame personale<br />
e per la condivisione col coniuge), siamo<br />
giunti alla celebrazione della S.Messa finale di<br />
domenica pomeriggio.<br />
Momento culminante della celebrazione è stato<br />
quello del rinnovo delle promesse matrimoniali<br />
: è stato un momento emozionante (per alcuni,<br />
anche di lieve imbarazzo) e Vi assicuriamo che<br />
a più di una coppia sono spuntate delle lacrime<br />
di commozione<br />
Oltre al bello e santo momento vissuto insieme,<br />
c’è stata la bella sorpresa di conoscere altre<br />
coppie che, in passato avevano partecipato allo<br />
stesso tipo d’incontro e che con loro lettera, consegnataci<br />
alla fine degli incontri di domenica,<br />
ci avevano augurato successo e soddisfazione<br />
per l’incontro stesso e promessa una loro<br />
preghiera nei giorni a venire.<br />
In chiusura, un saluto ed un abbraccio, con una<br />
certa commozione, con tutti, il team degli organizzatori,<br />
il sacerdote, le coppie e le loro famiglie<br />
e, sopra ogni cosa, la promessa ed il desiderio<br />
di ritrovarsi a fare ancora una parte di percorso<br />
insieme : cosa che, in effetti, è avvenuta sabato<br />
28 Febbraio, nella sede parrocchiale di Ospitaletto,<br />
ospiti di Don Renato Soregaroli, il sacerdote<br />
che completava il team degli animatori<br />
nell’incontro di Villa Pace.<br />
Piacevole incontro – Sabato 28 febbraio ci<br />
siamo ritrovati ad Ospitaletto, nella canonica di<br />
Don Renato.<br />
E’ stata ancora una bella sorpresa poiché,<br />
tranne un paio di coppie (l’una impossibilitata<br />
per motivi di lavoro e l’altra perché, proprio il<br />
giorno dopo la conclusione del 1° incontro a<br />
Villa Pace, sono diventati genitori della piccola<br />
Iris), ci siamo ritrovati tutti.<br />
Anche le coppie che provenivano da più lontano<br />
(Milano – Varese) h<strong>anno</strong> fatto di tutto per essere<br />
nuovamente presenti : noi, a maggior ragione,<br />
non potevamo mancare !!!<br />
Per noi due, che non avevamo garantito di<br />
riuscire ad essere presenti all’inizio di questo<br />
rendez-vous, c’è stata un’accoglienza particolarmente<br />
calda ed allegra : sembrava fossimo<br />
gli ospiti d’onore, senza i quali non si potesse<br />
iniziare la nuova esperienza.<br />
Questa cordialità, questo senso di vera amicizia<br />
ci ha fatto, ovviamente, molto piacere.<br />
Questo secondo incontro è iniziato con le stesse<br />
modalità del primo : ma, questa volta,<br />
all’apertura della discussione, c’è stata anche<br />
condivisione da parte di alcuni di noi dell’effetto<br />
dell’esperienza precedente, che traccia avesse<br />
lasciato, che cosa ne avessimo tratto nelle tre<br />
settimane fra i due incontri.<br />
E’ seguita la presentazione di alcune particolari<br />
esperienze da parte delle coppie animatrici e da<br />
parte di Don Renato e, come a Villa Pace, ognuno<br />
di noi ha riflettuto su quanto ascoltato, ha<br />
scritto su un quadernetto il proprio ‘sentire’ ed<br />
Angela e Mino ONORINI<br />
- 23 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
ha condiviso col coniuge la propria riflessione.<br />
Alla fine, è stata avanzata la proposta di creare<br />
piccoli gruppi (3-4 coppie) per avviare la proposta<br />
di incontri periodici mensili, in casa di una<br />
delle coppie e continuare così, l’esperienza ‘allargata’<br />
a più coppie : c’è stata qualche perplessità<br />
da parte di qualcuno (nel nostro gruppo,<br />
all’interno di una coppia – lei favorevole / lui<br />
timoroso di farsi coinvolgere troppo), ma nel<br />
complesso riteniamo che l’esperienza sia da<br />
fare.<br />
Dopo un canto particolare, imparato già nella<br />
prima occasione d’incontro, ci siamo salutati<br />
calorosamente, con la promessa di ritrovarci<br />
ancora per questa ‘full immersion’ di ogni coppia<br />
al proprio interno.<br />
In conclusione, la carica che ha dato a me ed<br />
Angela questa esperienza, ci porta a dire che<br />
speriamo che ogni coppia, tante coppie abbiano<br />
l’opportunità di viverla : se qualche coppia<br />
venisse invitata, non respinga questa offerta, la<br />
accolga come possibilità di dedicare a sé sorprese<br />
piacevoli, a cui far seguire vera serenità<br />
(dopo l’esperienza) e nuova gioia di vivere.<br />
E’ terminato domenica 8 marzo, presso il nostro Santuario dell’Incidella con la giornata finale<br />
di Ritiro, il primo corso per fidanzati dell’<strong>anno</strong> <strong>2009</strong>, in preparazione al matrimonio. Il corso<br />
si è svolto nei pomeriggi delle domeniche dei mesi di gennaio, febbraio fino alla seconda domenica<br />
di marzo. Ha coinvolto 8 coppie di fidanzati che vogliono vivere il loro matrimonio<br />
nel progetto proposto da Dio.
Il <strong>Redone</strong><br />
DIRETTORIO PER LA CELEBRAZIONE<br />
E LA PASTORALE DEI SACRAMENTI<br />
NELLA DIOCESI DI BRESCIA<br />
Nona parte (Segue Da “Il <strong>Redone</strong> n. 6 <strong>anno</strong> 2008 pag. 14-15 )<br />
2. IL SACRAMENTO DELL’UNZIONE DEGLI<br />
INFERMI<br />
123. «Il Sacramento dell’Unzione conferisce al malato<br />
la grazia dello Spirito Santo; tutto l’uomo ne riceve<br />
l’aiuto per la sua salvezza, si sente rinfrancato dalla<br />
fiducia di Dio e ottiene forze nuove contro le tentazioni<br />
del maligno e l’ansietà della morte; egli può<br />
così, non solo sopportare validamente il male, ma<br />
combatterlo e conseguire anche la salute, qualora ne<br />
derivasse un vantaggio per la sua salvezza spirituale;<br />
il sacramento dona inoltre, se necessario, il perdono<br />
dei peccati e porta a termine il cammino penitenziale<br />
del cristiano» (SUI, Introduzione 6).<br />
INDICAZIONI GENERALI<br />
124. Destinatari del sacramento dell’Unzione sono<br />
quei fedeli il cui stato di salute risulta seriamente<br />
compromesso per malattia o vecchiaia (cfr. CIC, can.<br />
1004). In particolare le situazioni contemplate dal<br />
rito sono le seguenti: prima di un’operazione chirurgica<br />
a causa di un male pericoloso; gli anziani per<br />
l’indebolimento accentuato delle loro forze; i bambini<br />
quando abbiano raggiunto un uso sufficiente di ragione<br />
e rientrino nella situazione citata come grave;<br />
i malati gravi che si trovano in stato di incoscienza<br />
e che, come credenti, avrebbero richiesto l’Unzione.<br />
Non ha senso, invece, l’amministrazione del sacramento<br />
a persone che sono già decedute.<br />
Così come è riprovata la consuetudine di amministrare<br />
il sacramento indiscriminatamente a coloro<br />
che h<strong>anno</strong> superato una certa età (cfr. SUI, Introduzione<br />
8-14).<br />
125. Spetta al ministro del sacramento informarsi<br />
sulle condizioni dell’infermo, scegliere i testi biblici<br />
e le orazioni per la celebrazione, chiedendo la partecipazione<br />
del malato e dei familiari e tenendo conto<br />
dello stato della persona inferma e del luogo in cui si<br />
trova (casa, ospedale) (cfr. SUI, Introduzione 35-37).<br />
La prudenza e la saggezza pastorale dovrebbero condurre<br />
a valutare prima la necessità e l’opportunità di<br />
una solida catechesi sul sacramento che ne evidenzi<br />
la finalità e i contenuti.<br />
- 24 -<br />
126. Il sacramento è reiterabile qualora il malato<br />
guarisca dalla malattia durante la quale ha ricevuto<br />
l’Unzione o se, nel corso della stessa malattia, si<br />
constata un aggravamento (cfr. can. 1004 § 2; SUI,<br />
Introduzione 9).<br />
127. Dopo un’opportuna catechesi è bene proporre<br />
una o più celebrazioni comunitarie del sacramento<br />
dell’Unzione nel corso dell’Anno liturgico, privilegiando<br />
soprattutto il tempo di Avvento e di Pasqua,<br />
con la possibilità di inserirle nella Santa Messa: in<br />
Avvento, affinché sia colto l’aspetto della vigilanza e<br />
dell’attesa del Signore Gesù come atteggiamento del<br />
credente; nel tempo pasquale perché maggiormente<br />
si evidenzi la verità della risurrezione alla luce della<br />
Croce.<br />
128. Nelle celebrazioni comunitarie, onde evitare un<br />
accesso indiscriminato al sacramento, è necessario<br />
che le persone interessate manifestino il loro desiderio<br />
prima della celebrazione, così che il parroco possa<br />
esercitare un adeguato discernimento (cfr. SUI,<br />
Introduzione 36).<br />
129. È da favorire e da promuovere una continua<br />
e fattiva collaborazione reciproca, tenendo salda la<br />
discrezione, tra il cappellano dell’ospedale o della<br />
casa di cura e il parroco dell’ammalato.<br />
130. Per l’ammissione al sacramento della santa Unzione<br />
delle persone in situazione matrimoniale irregolare<br />
vale, tranne che in pericolo di morte, la stessa<br />
normativa indicata per l’assoluzione sacramentale e<br />
l’ammissione alla Comunione eucaristica.<br />
PER LA CELEBRAZIONE<br />
131. La Chiesa è presente a ogni suo fedele nella<br />
malattia e nel momento supremo del passaggio<br />
dalla vita terrena a quella celeste per confortarlo<br />
con la speranza beata, per sostenerlo ed eventualmente<br />
per presentarlo alla misericordia di Dio. Tale<br />
assistenza orante è assicurata dalla celebrazione comunitaria<br />
del sacramento della santa Unzione con<br />
la presenza soprattutto dei familiari e conoscenti<br />
(cfr. SUI, Introduzione 7.33-34). Anche quando viene<br />
fatta nella casa del malato, la celebrazione del<br />
sacramento abbia sempre possibilmente un carat-<br />
tere comunitario, che coinvolga almeno i familiari<br />
e quanti assistono l’infermo.<br />
132. La celebrazione della santa Unzione avvenga<br />
secondo le indicazioni del Rituale Romano sul sacramento<br />
dell’Unzione degli infermi (1974).<br />
133. Insieme al sacramento della santa Unzione, la<br />
cura pastorale dei malati si preoccuperà di offrire al<br />
malato grave o moribondo anche la grazia del “Viatico”,<br />
da ricevere, se possibile, durante una celebrazione<br />
dell’Eucaristia, sotto le due specie. Ministri<br />
sono il parroco, il vicario parrocchiale, il cappellano<br />
di ospedale e il superiore di una comunità religiosa<br />
clericale. In caso di necessità, ministro del Viatico<br />
- 25 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
può essere anche qualsiasi sacerdote o altro ministro<br />
della Comunione eucaristica (cfr. CIC, can. 911;<br />
SUI Introduzione 16).<br />
134. L’esperienza vissuta nell’amministrazione del<br />
sacramento dell’Unzione deve portare la comunità<br />
a manifestare maggiormente il suo amore verso i<br />
fratelli che soffrono; ad approfondire il significato<br />
e il valore particolare della sofferenza come mezzo<br />
di purificazione, santificazione e vera adesione alla<br />
sofferenza di Cristo; ad annunciare che i malati<br />
h<strong>anno</strong> una preziosa missione e un’efficace testimonianza<br />
da offrire.<br />
DAL MESSALE ROMANO<br />
Indicazioni pastorali per vivere in comunione di sentimenti<br />
e di gesti le celebrazioni liturgiche<br />
A- Gesti e atteggiamenti del corpo<br />
20. L’atteggiamento comune del corpo, che tutti i partecipanti al rito sono invitati a prendere,<br />
è il segno della comunità e dell’unità dell’assemblea: esso espri me e favorisce l’intenzione e i<br />
sentimenti dell’animo dei partecipanti.<br />
21. Per ottenere l’uniformità nei gesti e negli atteg giamenti, i fedeli seguano le indicazioni che<br />
vengono date dal diacono, o dal sacerdote, o da un altro mini stro, durante la celebrazione.<br />
Inoltre, in tutte le Messe, salvo indicazioni contra rie, i fedeli stiano in piedi dall’inizio del canto<br />
di in gresso, o mentre il sacerdote si reca all’altare, fino alla conclusione dell’orazione di inizio (o<br />
colletta), durante il canto dell’Alleluia prima del Vangelo; durante la proclamazione del Vangelo;<br />
durante la professione di fede e la preghiera universale (o preghiera dei fedeli); dall’orazione<br />
sulle offerte fino al termine della Messa, fatta eccezione di quanto è detto in seguito.<br />
St<strong>anno</strong> in vece seduti durante la proclamazione delle letture pri ma del Vangelo e durante il salmo<br />
responsoriale; all’o melia e durante la preparazione dei doni all’offertorio;<br />
se lo si ritiene opportuno, durante il sacro silenzio do po la comunione. S’inginocchiano poi alla<br />
consacra zione, a meno che lo impediscano o la ristrettezza del luogo, o il gran numero dei<br />
presenti, o altri motivi ra gionevoli.<br />
Spetta però alle Conferenze Episcopali adattare i gesti e gli atteggiamenti del corpo, descritti<br />
nel Rito della Mes sa romana, alla cultura dei vari popoli. Nondimeno si faccia in modo che tali<br />
adattamenti corrispondano al senso e al carattere di ciascuna parte della celebrazione.<br />
22. Fra i gesti sono comprese anche le azioni e gli at teggiamenti del sacerdote nel recarsi all’altare,<br />
quelle per la presentazione dei doni e per la comunione dei fedeli. Conviene che queste<br />
azioni siano fatte in modo decoroso, mentre si eseguono canti appropriati, secon do le norme<br />
stabilite per i singoli movimenti.<br />
B- Il silenzio<br />
23. Si deve anche osservare, a suo tempo, il sacro si lenzio, come parte della celebrazione”.<br />
La sua natura dipende dal momento in cui ha luogo nelle singole ce lebrazioni. Così, durante<br />
l’atto penitenziale e dopo l’invito alla preghiera, il silenzio aiuta il raccoglimen to; dopo la lettura<br />
o l’omelia, è un richiamo a medita re brevemente ciò che si è ascoltato; dopo la comunio ne,<br />
favorisce la preghiera interiore di lode e di ringra ziamento.
Il <strong>Redone</strong><br />
Pastorale della carità<br />
Per educarci all’esercizio della carità fraterna è utile per noi riscoprire dal Catechismo quelle<br />
che sono le sette opere di misericordia di misericordia corporale e le sette opere di misericordia<br />
spirituale le riproduciamo e volta per volta ne proporremo una:<br />
Le sette opere di misericordia corporale<br />
* Dar da mangiare agli affamati<br />
* Dar da bere agli assetati<br />
* Vestire gli ignudi<br />
* Alloggiare i pellegrini<br />
* Visitare gli infermi<br />
* Visitare i carcerati<br />
* Seppellire i morti<br />
Le sette opere di misericordia spirituale<br />
* Consigliare i dubbiosi<br />
* Insegnare agli ignoranti<br />
* Ammonire i peccatori<br />
* Consolare gli afflitti<br />
* Perdonare le offese<br />
* Sopportare pazientemente le persone moleste<br />
* Pregare Dio per mi vivi e per i morti<br />
Nei prossimi numeri de “Il <strong>Redone</strong>” proporremo riflessioni operative<br />
su ognuna delle opere di misericordia.<br />
IL CORAGGIO DI LASCIARE TUTTO E PARTIRE PER ESSERE<br />
UTILI ALL’ANNUNCIO DEL REGNO DI DIO NEL MONDO<br />
- 26 -<br />
Anche a Gottolengo come lo h<strong>anno</strong> fatto le<br />
Comunità Neocatecumenali nella Cattedrale<br />
di San Pietro in Roma alla presenza del Papa,<br />
abbiamo celebrato i 40 anni dell’approdo del<br />
Cammino Neocatecumele in Italia e in quell’occasione<br />
si è dato il “Mandato Missionario” a due<br />
persone della nostra Comunità <strong>Parrocchia</strong>le: alla<br />
Signora Franca Olivetti che è partita per prestare<br />
il suo aiuto in un seminario della Francia e<br />
alla giovane Claudia Biazzi che è partita per la<br />
Lituania come appoggio alle famiglie missionarie<br />
mandate a operare in quella nazione. Mentre<br />
a Roma Sebastiano e Maria Fontana h<strong>anno</strong><br />
dato la loro disponibilità davanti al Pontefice per<br />
andare come famiglia Missionaria in Scozia.<br />
Ammirando il loro coraggio, preghiamo per loro.<br />
VITA ORATORIANA<br />
Stupitevi...<br />
- 27 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
La giovinezza è il periodo della vita dove l’apertura del cuore<br />
e la gratuità rendono capaci di vedere la realtà con occhi pieni<br />
di speranza e di desiderio. La voglia di comprendere, di dare<br />
personalmente ragione e di fare eventualmente nostre le scelte<br />
che i nostri genitori avevano fatto per noi, porta alla domanda<br />
fondamentale sul senso della vita. In questa ricerca di significato<br />
l’incontro con Cristo nella Chiesa è una risposta ragionevole al<br />
nostro desiderio di verità. Il Vangelo non è quindi un ostacolo alla<br />
nostra libertà, non pone limiti al desiderio di sapere, anzi, lo sostiene<br />
indicando la strada affinché si manifesti una Nuova Umanità.<br />
La creatività innata nell’uomo, legata all’energia che deriva<br />
dalla passione per la vita, determina quindi questo atteggiamento<br />
sincero di ricerca. La fede non chiede la rinuncia della ragione.<br />
Nel 1998 Giovanni Paolo II scrisse la lettera Enciclica Fides et Ratio con la quale sottolineava che la fede<br />
ha bisogno della ragione e che la ragione non può essere imbrigliata così da non precludere “ la strada che<br />
conduce al riconoscimento del mistero”. La ricerca è quindi un atteggiamento profondamente umano che<br />
rende ancora più partecipi a questo mistero.<br />
Lo studio, quando fatto con il desiderio di approfondire aspetti della natura e dell’umano, apre senz’altro<br />
alle domande che l’uomo porta da sempre nel suo cuore. Il rischio più grosso è pensare che Dio non c’entri<br />
con il creato e, quindi, con l’uomo che di questo è parte. In realtà l’uomo, che si voglia o no, è elemento vivo di<br />
questo mistero, entro il quale egli manifesta la sua personale libertà. Non escludere il mistero è quindi ragionevole<br />
: espande la voglia di conoscenza e sapere, rafforzando la domanda sulla propria esistenza. La scienza,<br />
particolare manifestazione dell’intelligenza dell’uomo, che consente, attraverso l’osservazione, la domanda<br />
e la prova, di comprendere la natura delle cose e di formulare delle risposte che permettono di coglierne i<br />
segreti, “non dispensa dagli interrogativi religiosi ultimi l’umanità, ma piuttosto la stimola ad affrontare le<br />
lotte più dolorose e decisive, quelle del cuore e della coscienza morale”.<br />
Al riguardo Papa Benedetto XVI° ha affermato che “il pericolo del mondo occidentale – per parlare solo<br />
di questo – è oggi che l’uomo, proprio in considerazione della grandezza del suo sapere e potere, si arrenda<br />
davanti alla questione della verità. E ciò significa, allo stesso tempo, che la ragione, alla fine, si piega davanti<br />
alla pressione degli interessi e all’attrattiva dell’utilità, costretta a riconoscerla come criterio ultimo.”<br />
Aprire il cuore e la mente al mistero rende quindi l’uomo libero, capace di accogliere e gustare la verità<br />
e capace di porsi nel mondo come soggetto vivo, portatore di speranza, di fronte alle sfide e alle domande<br />
urgenti che il nostro tempo presenta. Guardare all’uomo, come creatura così come un padre e una madre<br />
guardano il proprio figlio, ci obbliga a porre al primo posto il suo bene, per cui la cultura, la scienza e tutte le<br />
nostre attività devono essere al servizio e per il bene dell’uomo.<br />
Siate giovani, non perdete mai il desiderio di indagare, di cercare, di trovare, di stupirvi, non chiudete il<br />
vostro cuore e la vostra umanità; ponete sempre la vostra speranza in Colui che è la sorgente della verità.<br />
A tutti una buona Quaresima e un incontro vivo con il Cristo Risorto<br />
Don Angelo
Il <strong>Redone</strong><br />
ORATORIO IN INTERNET<br />
Da tempo funziona il sito internet del nostro Oratorio.<br />
Come internet permette da decenni, si può navigare in questo grande mare informatico ed<br />
essere virtualmente in mille posti contemporaneamente, conoscere persone, chattare e avere<br />
sotto mano il sapere ci da quasi il senso di mondialità…e il nostro Oratorio è entrato in questo<br />
grande mondo. Grazie alla pazienza di Manuel, che supera le difficoltà di conciliare il tempo<br />
personale e le pretese “hi tech” del don, è nata questa opportunità di essere sempre informati (o<br />
quasi) di avere una immensa banca dati di esperienze, di spiritualità, di approfondimento della<br />
nostra vita parrocchiale e non.<br />
Per sapere cosa succede all’Oratorio,<br />
basta collegarsi a questo sito e consultare<br />
il Calendario<br />
delle attività, costantemente aggiornato<br />
oppure dare un’occhiata agli articoli<br />
che riempir<strong>anno</strong> queste pagine e che<br />
proporrano anticipazioni, resoconti e<br />
approfondimenti.<br />
E per quelli che dicono: «Ma non<br />
ho tempo di guardare anche il sito<br />
dell’Oratorio!»... niente scuse! Presto<br />
potrete iscrivervi alla Newsletter e le<br />
notizie più interessanti o importanti<br />
sar<strong>anno</strong> recapitate direttamente nella<br />
vostra casella di posta elettronica!<br />
Ovviamente, il nostro obiettivo è di far si che questo sito possa crescere e diventare sempre più<br />
interessante, quindi... fateci avere le vostre impressioni, le vostre richieste, le critiche, i suggerimenti...<br />
Siamo piccoli, ma cresceremo... con il vostro aiuto!<br />
Non siate timidi: l’Oratorio è sempre, almeno virtualmente, aperto e pronto ad accogliere le<br />
vostre idee e i vostri suggerimenti.<br />
L’Oratorio c’è. E continua a riproporsi, anche attraverso internet, in costante ascolto delle esigenze<br />
di tutta la nostra comunità, aperto alla collaborazione di chiunque desideri farsi avanti e<br />
pronto a farsi carico delle sfide educative che i nostri tempi ci impongono con sempre maggiore<br />
urgenza.<br />
Ma a chi, da profano, non sa cosa propone questo mostro targato www dico solo che potete<br />
cliccare e navigare. Potete compiere un viaggio virtuale all’interno, potete volare sopra il paese,<br />
potete vedere la storia fotografica della vita oratoriana, leggere il <strong>Redone</strong> on line, approfondire i<br />
temi della fede… provate e noi siamo a disposizione per tutti consigli e i chiarimenti che l’Oratorio<br />
virtuale vi può proporre…<br />
Don Angelo e Manuel Fiorini<br />
- 28 -<br />
Taizè<br />
- 29 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Taizè : due sillabe brevissime, quasi brusche, che schioccano senza attardarsi. Come<br />
una punteggiatura sonora. Un nome per condensare l’essenziale, per racchiudere l’indicibile.<br />
Taizè per far silenzio dentro di se, e Taizè per dirsi qualcosa. Taizè per venirci, in migliaia, decine<br />
di migliaia, centinaia di migliaia, da quasi due terzi di secolo. Taizè per ripartire,<br />
carichi di invisibile. Taizè per le generazioni.<br />
Lontano da Taizè, resta sempre un po’ di Taizè in coloro che vi sono passati. Momenti<br />
di luce; silenzi di cui non ci si credeva capaci; tracce di amicizie anonime; sguardi che<br />
sembrerebbero quasi troppo luminosi per essere umani; innumerevoli volti, spesso giovanili;<br />
rimorsi, anche, di aver tanto e così spesso trascurato il senso della vita. Tracce<br />
di altre persone e di se stessi. Abbiamo tutti un po’ di Taizè in fondo al cuore. Abbiamo<br />
tutti, nei registri tortuosi della memoria, delle tappe fatte a Taizè, in date diverse, che<br />
si accavallano nel ricordo.<br />
Strade sinuose della Borgogna bella, luce dorata delle colline a fine estate quando la<br />
natura brama le piogge che tardano ad arrivare, case in pietra che parrebbero stabilite qui<br />
da tutta l’eternità, campane che, lungi dal rompere il silenzio, lo sottolineano senza calcare<br />
la mano.<br />
Accoglienza, funzioni, canti noti e riconosciuti, icone, pace colorata della chiesa della<br />
Riconciliazione. Chiunque sia passato un giorno da Taizè si è ripromesso di tornarci.<br />
E, pur dicendolo e trascurando di farlo, sa, senza dimenticarlo mai, che Taizè esiste, che<br />
Taizè è là, lontano dalle grandi furie del tempo, disponibile, come se fosse di turno<br />
sulla terra. Lanterna perpetua sull’oceano di un’umanità agitata, disturbata. Veglia nella<br />
notte delle attualità e delle tragedie collettive o personali. Lo stress, le ambizioni, i<br />
litigi futili, le battaglie per questo o quello, gli assilli del denaro e del potere, i rischi<br />
del sentimento, la vacuità delle mode e delle sciocchezze “chiacchierate” nei mass<br />
media: tutto ciò che si gioca lontano da Taizè, tutto ciò che rumoreggia e fa scalpore lontano<br />
da questa collina divenuta sacra, qui s’annulla.<br />
Riconciliazione? Sì, ma innanzi tutto riconciliazione con se stessi. Almeno con quella parte di<br />
sè che al momento giusto, quando le burrasche minacciano la vita, ti dice: basta, c’è bisogno di<br />
un po’ di silenzio, ascolta ciò che ti parla nel silenzio. Ascolta chi ti parla.<br />
Vuoi provare questa esperienza?<br />
Partiamo Domenica 12 Aprile <strong>2009</strong> (la sera di Pasqua)<br />
Rientriamo Sabato 18 Aprile <strong>2009</strong><br />
La quota di partecipazione è di € 180,00<br />
Andiamo a Taizè in Pullman<br />
Dovremo organizzarci con le tende ( o in alternativa alloggeremo nelle “Baracche”)<br />
Le iscrizioni andr<strong>anno</strong> definite entro il 22 Marzo versando la quota e comunicando al don la<br />
propria presenza e i propri dati<br />
Sono necessari:<br />
• spirito di adattamento e una settimana all’insegna dell’essenzialità e sobrietà<br />
• desiderio di incontrare nuove persone<br />
• superamento di pregiudizi e stereotipi<br />
• coscienza che non si partecipa ne a una gita scolastica ne a un camposcuola adolescenti<br />
• disponibilità a condividere la propria esperienza di fede
Il <strong>Redone</strong><br />
OSSERVATORIO<br />
MISSIONARIO<br />
Si chiama Dieudonnè un piccolo bimbo congolese<br />
raccolto dalla Polizia, solo e senza potersi<br />
esprimere, senza famiglia che l’abbia cercato.<br />
L’h<strong>anno</strong> chiamato così: “Dono di Dio” come Sant’Agostino aveva chiamato<br />
il figlio nato nel tempo della sua vita disordinata: “Adeodato”.<br />
La Famiglia Bonsi Marco e Doninelli Michela sono intenzionati ad<br />
accoglierlo nella loro famiglia e adottarlo. Speriamo possa presto diventare<br />
un bimbo Gottolenghese! Noi tutti lo attendiamo e vogliamo accoglierlo con<br />
affetto nel nostro paese.<br />
Bravi Marco e Michela!!!<br />
C’erano due donne<br />
che non si erano mai conosciute<br />
una non la ricordi,<br />
l’altra la chiami mamma.<br />
La prima ti ha dato la vita.<br />
La seconda ti ha insegnalo a viverla.<br />
La prima ti ha creato<br />
il bisogno di amore<br />
La seconda era lì per soddisfarlo.<br />
Una ti ha dato la nazionalità,<br />
l’altra il nome.<br />
Una il seme della crescita,<br />
l’altra uno scopo<br />
MAMME “Per Voi Con Noi”<br />
- 30 -<br />
Una ti ha creato emozioni,<br />
l’altra ha calmato le tue paure:<br />
Una ha visto il tuo primo sorriso<br />
l’altra ha asciugato le tue lacrime.<br />
Una ti ha lasciato<br />
era tutto quello che poteva fare.<br />
L’altra pregava per un bambino<br />
e il Signore l’ha condotta a te.<br />
E ora mi chiedi<br />
la perenne domanda:<br />
eredità o ambiente,<br />
da chi sono plasmato? Da nessuno dei due.<br />
Solo da due diversi amori.<br />
Madre Teresa di Calcutta<br />
ECONOMIA<br />
BILANCIO AL 31 DICEMBRE 2008<br />
RICAVI IMPORTI<br />
INTERESSI ATTIVI € 411,15<br />
COLLETTE € 56.585,65<br />
COLLETTE SOLARO € 1.176,00<br />
BATTESIMI € 1.595,00<br />
MATRIMONI € 4.220,00<br />
FUNERALI € 7.250,00<br />
OFFERTE LIBERE € 25.708,74<br />
BUSTE NATALIZIE € 17.725,00<br />
BUSTE FESTE PATRONALI € 5.870,00<br />
COMUNITA' NEOCATECUMENALI € 5.230,00<br />
CANDELE VOTIVE € 295,00<br />
CONTRIBUTO COMUNALE € 11.000,00<br />
CONTRIBUTO DA CASSA PADANA € 3.000,00<br />
CASA RIPOSO X SERV. RELIG- 2008 € 3.000,00<br />
CASA RIPOSO X SERV. RELIG. <strong>2009</strong> € 3.000,00<br />
DA FONDAZIONE SAN PAOLO € 2.431,00<br />
RIMBORSO SINISTRI € 4.200,00<br />
CONTR. DA TRG (CRA E COMUNE) € 5.115,00<br />
TOTALE ENTRATE € 157.812,54<br />
- 31 -<br />
Il <strong>Redone</strong>
Il <strong>Redone</strong><br />
COSTI TOTALI<br />
SPESE PER MISSIONE POPOLARE € 1.926,00<br />
SPESE C/C BANCARI E POSTALE € 454,29<br />
INTERESSI PASSIVI SU MUTUI € 17.611,00<br />
SPESE PER LITURGIA (ostie,cera,fiori ecc)I € 2.771,00<br />
LIBRI LITURGICI € 69,00<br />
CANCELLERIA E STAMPATI € 860,50<br />
ATTREZZATURE € 5.925,00<br />
VARIE € 1.241,99<br />
CANONE RAI € 448,72<br />
MENSILE PARROCO € 3.500,00<br />
MENSILE VICARI € 4.745,00<br />
RELIGIOSI FORESTIERI € 3.500,00<br />
COLLABORATORI LAICI € 487,00<br />
ASSICURAZIONI € 8.153,38<br />
TASSE € 489,00<br />
MANUTENZIONI € 481,20<br />
RISCALDAMENTO € 8.971,25<br />
LUCE € 7.265,71<br />
ACQUA € 187,37<br />
TELEFONO € 2.602,50<br />
ACQUISTO LIBRI € 574,00<br />
ABBONAMENTO RIVISTE € 485,50<br />
CONTRBUTO ZONA PASTORALE € 250,00<br />
CONTRIBUTO DIOCESANO € 1.150,00<br />
RISTRUTTURAZIONE PARROCCHIA € 9.758,66<br />
RISTRUTTURAZIONE SAN LORENZO € 9.260,00<br />
RISTRUTTURAZIONE INCIDELLA € 1.440,00<br />
TOTALE USCITE € 94.608,07<br />
AVANZ0 2007 € 63.204,47<br />
- 32 -<br />
- 33 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Nel presentare il bilancio che si chiude al 31 Dicembre del 2008 con un avanzo di € 63.204,47,<br />
evidenziamo i contributi e le più importanti spese sostenute:<br />
• Contributi erogati dal Comune:<br />
per l’8% degli oneri di urbanizzazione per gli anni 2007 e 2008 € 11.000,00<br />
per TRG (girati a parrocchia per spese di energia,riscaldamento ecc.) € 3.615,00<br />
• Contributi erogati da Casa di Riposo:<br />
per servizi religiosi <strong>anno</strong> 2008 € 3.000,00<br />
per servizi religiosi <strong>anno</strong> <strong>2009</strong> (erogati a Dicembre 2008) € 3.000,00<br />
• Contributi da Cassa Padana:<br />
per attività parrocchiali € 3.000,00<br />
per TRG (girati a <strong>Parrocchia</strong> per spese ) € 1.500,00<br />
• Contributi da Fondazione San Paolo<br />
Per rimborso interessi mutuo Banco di Brescia n. 606041 € 2.431,00<br />
• Spese per Chiesa parrocchiale:<br />
è stata saldata la fattura della Nuova CSE per € 5.078,66<br />
inoltre è stato pagato l’intervento di manutenzione € 4.500,00<br />
(interamente rimborsato dall’assicurazione )<br />
• Spese per Chiesetta della Madonna Incidella:<br />
è stata dotata di una biologica che era inesistente € 1.440,00<br />
• Spese per salone San Lorenzo:<br />
per la ristrutturazione della facciata € 9.260,00<br />
il costo totale della ristrutturazione è stato di € 25.967,20<br />
interamente saldato nel Gennaio <strong>2009</strong><br />
• Per il Gruppo Caritas è stato girato il 10% delle collette pari a € 6.300,00<br />
• Per i mutui oltre rimborso delle quote capitale pari € 78.287,25, sono stati spesi per interessi<br />
• € 17.611,00 per un totale € 96.234,58. Durante l’<strong>anno</strong> si è ritenuto opportuno, vista la disponibilità,<br />
rimborsare € 50.000,00 per il mutuo in essere con la Cassa Padana onde evitare un aggravio<br />
di interessi. Attualmente il costo mensile dei mutui e degli interessi è pari circa a € 3.570,00.<br />
Anche quest’<strong>anno</strong> se sarà possibile provvederemo ad abbassare il mutuo della Cassa Padana.<br />
• La melonera missionaria ha depositato alla parrocchia € 4.775.65 cui v<strong>anno</strong> aggiunti<br />
€ 398,00 rimasti lo scorso <strong>anno</strong>. La destinazione di questi fondi sarà effettuata quest’<strong>anno</strong>.<br />
Inoltre sono a disposizione anche € 2.500,00 (€ 1.000,00 del 2007 e € 1.500.00 versati nel<br />
2008) finalizzati ai Bambini africani.
Il <strong>Redone</strong><br />
Bilancio Oratorio 31/12/08<br />
NOME CONTO ENTRATE USCITE PARZIALE SALDO<br />
RIPORTO DA BAR € 3.610,37 0,00 3.610,37<br />
Utenze oratorio e curato € 0,00 -20.722,10 -20.722,10<br />
Spese cartoleria e cancelleria € 502,00 -6.248,81 -5.746,81<br />
Attr. Cucina/salone/aule: forno,TV,<br />
termoconv., macch. caffè, marmo,<br />
sedie,ecc.<br />
€ 1.471,95 -11.028,10 -9.556,15<br />
Oneri e spese e interessi € 0,00 -528,82 -528,82<br />
Canoni manutenzione € 0,00 -2.509,72 -2.509,72<br />
Tasse e imposte € 0,00 -69,00 -69,00<br />
totale € 1.973,95 -41.106,55 -39.132,60<br />
Sacramenti: comunioni/cresime € 6.445,00 -6.002,48 442,52<br />
Attività: Ragazzi+Giovani € 8.862,26 -6.425,30 2.436,96<br />
totale € 15.307,26 -12.427,78 2.879,48<br />
Offerte + contributi + feste varie € 18.726,39 -7.881,11 10.845,28<br />
Gare e Tornei € 3.833,20 0,00 3.833,20<br />
Doposcuola 2007/2008 € 5.940,00 -5.687,85 252,15<br />
Grinv+Grest+Follest € 19.157,00 -13.233,29 5.923,71<br />
Vacanze Estive € 16.930,00 -10.976,00 5.954,00<br />
Festa di San Luigi € 8.066,33 -2.080,87 5.985,46<br />
Festa della Patata € 5.170,40 0,00 5.170,40<br />
totale € 77.823,32 -39.859,12 37.964,20<br />
TOTALE ENTRATE /<br />
USCITE 2008<br />
€ 98.714,90 -93.393,45 5.321,45<br />
COSTI ANNO PRECEDENTE € 0,00 -3.318,00 -3.318,00 -3.318,00<br />
totale entrate € 98.714,90<br />
totale uscite € -96.711,45<br />
Totale € 98.714,90 -96.711,45 2.003,45<br />
Banca c/c al 31/12/08 € 2.013,14 0,00 2.013,14<br />
Cassa contanti € 693,33 0,00 693,33 2.706,47<br />
- 34 -<br />
- 35 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Lutti che h<strong>anno</strong> particolarmente colpito la sensibilità<br />
della nostra Comunità parrocchiale.<br />
RACHELE<br />
Franzosi Rachele nata a Remedello il 7 luglio 1986 è uscita pericolosamente di strada sulla via<br />
di Solaro nella nostra campagna. I primi soccorsi<br />
h<strong>anno</strong> evidenziato la fatalità dell’incidente<br />
che l’ha mandata in “coma irreversibile” per<br />
qualche giorno nella Poliambulanza di Brescia<br />
dove è deceduta il 31 gennaio <strong>2009</strong> : i suoi funerali<br />
si sono svolti il 3 febbraio a Remedello, suo<br />
paese natale, accompagnati da una commossa<br />
moltitudine di gente, soprattutto di giovani che<br />
la conoscevano, la stimavano e la amavano.<br />
Rachele, da anni, faceva parte della VIª Comunità<br />
del Cammino Neocatecumenale della<br />
nostra parrocchia e la sua dipartita è stata occasione<br />
di profonda riflessione sul senso della vita per tutti i suoi giovani amici che l’h<strong>anno</strong><br />
ricordata nella Santa Messa vespertina, celebrata nella nostra parrocchia il sabato 7 febbraio.<br />
La sua famiglia ha dato la disponibilità affinché i suoi giovani organi fossero donati a persone<br />
svantaggiate nella vita che, grazie a questo dono “post-mortem”, h<strong>anno</strong> potuto avere speranza<br />
di salute. Anche questo è stato un gesto che ha commosso la Comunità cristiana.<br />
Pensandola in cielo, la riteniamo un angelo protettore della nostra gioventù e alla sua intercessione<br />
ci raccomandiamo.<br />
Pubblichiamo di seguito alcuni scritti pervenuti nella nostra redazione in suo ricordo.<br />
Con Rachele in un attimo di eternità<br />
Dal mio cuore una domanda<br />
Perché una vita spezzata nei giorni della speranza, dell’attesa di tutto ciò che sarà, che verrà,<br />
di un futuro sconosciuto?…..<br />
Mi ricordo le tante domande, i tanti progetti, i nostri progetti, il forte desiderio dell’amore.<br />
Rachele risponde al mio cuore…<br />
Ogni giorno ho portato con me la gioia della vita, la bellezza della famiglia, dei fratelli e sorelle,<br />
la tenerezza di una mamma e di un papà, la sincerità dell’amicizia… come una freccia ero<br />
lanciata verso l’AMORE, già portando in me il volto di quell’AMORE conosciuto, … desideravo<br />
vederlo fiorire nella sua pienezza, come un fiore, e quanto l’ho atteso…<br />
Io non sapevo… che avrei volato così in alto, così veloce, che l’avrei incontrato improvvisamente<br />
nella sua bellezza piena, totale… che l’avrei vissuto tutto nel tempo che Dio mi ha donato, un<br />
attimo di eternità.<br />
Guarda il mio volto,… i mie occhi sono pieni di luce… già riflettevano la Sua luce… ma è<br />
vero… Io non cammino più con te cara amica mia, con voi cari amici, cari fratelli, ma ho<br />
creduto in Lui, ho creduto nella VITA… ed è in quella Vita (Eterna) che Gesù ha portato sulla<br />
terra, che ogni giorno ancora possiamo incontrarci, parlarci, è nel cuore di quell’Amore più<br />
grande che noi tutti viviamo e vivremo sempre.
Il <strong>Redone</strong><br />
Allora ho compreso…che, anche se umanamente mi manchi e mi mancherai tanto, è nella<br />
speranza che ci attendiamo, è nella speranza che ancora oggi vivo la mia giovinezza insieme<br />
a tanti altri giovani guardando a quella luce dove già tu sei.<br />
Cammina con noi Rachele, ogni giorno, verso la Gerusalemme celeste.<br />
RACHELE E’ ENTRATA NELLA VITA ETERNA<br />
- 36 -<br />
Maria<br />
Il 31 gennaio il Signore ha chiamato a sé Rachele, una ragazza della nostra comunità.<br />
Lo stesso Dio che le ha donato la vita e che l’ha custodita per 22 anni, che aveva il potere di<br />
ridonarle la salute, ha deciso diversamente...........<br />
Nella quotidianità più comune di giovedì 22 gennaio, dopo il lavoro, Rachele stava andando a<br />
fare la spesa con la sua automobile, quando pochi attimi imprevisti l’h<strong>anno</strong> strappata a tutto<br />
ciò che era stata la sua vita fino ad allora per condurla, nove giorni dopo, alla morte.<br />
La sua condizione era apparsa da subito disperata, tanto che già il venerdì successivo<br />
all’incidente stava iniziando la procedura per l’espianto degli organi. Inaspettatamente però<br />
l’elettroencefalogramma di Rachele non era piatto e così la procedura fu sospesa. Realmente<br />
straordinaria e insperata fu poi la ripresa che ebbe sabato e anche nei primi giorni successivi.<br />
Questo aveva portato tutti noi a legittime speranze, che svanirono di colpo il sabato successivo<br />
alla notizia dell’improvviso peggioramento.<br />
Questi sono i fatti così come si sono succeduti di fronte ai nostri occhi e alla nostra mente,<br />
che non capisce e si arresta di fronte a un fatto così semplice ma incomprensibile.<br />
Il Signore però non ci ha lasciati soli mai. Egli è stato fedele alle sue promesse. Nella preghiera,<br />
nell’ascolto della Parola e nella comunione di questo dolore con tanti fratelli, ognuno di noi<br />
ha potuto percepire un silenzio che dona pace, la serenità che nasce quando la ragione si<br />
arrende umilmente e fiduciosamente di fronte al mistero, come è stato per Maria, che l’ha<br />
testimoniato nel canto del Magnificat:<br />
“Ha spiegato la potenza del suo braccio,<br />
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;<br />
ha rovesciato i potenti dai troni,<br />
ha innalzato gli umili;<br />
ha ricolmato di beni gli affamati,<br />
ha rimandato i ricchi a mani vuote.”<br />
In una circostanza tanto tragica, lo Spirito Santo ci ha fatto sentire che, misteriosamente, tutto<br />
parlava dell’amore di Dio, di un Padre presente e che si prende cura di noi. Tutto parlava della<br />
grandiosità del progetto eterno di amore che Dio ha con ciascuno di noi... Dio ci ha fatti per<br />
Lui. Ed è venuto a ricordarcelo.<br />
Tutto ciò resta avvolto nel mistero e nel dolore umano. Nessuno di noi può spiegare perché le<br />
cose siano andate così e per ognuno di noi, confrontarsi con questa realtà, significa entrare in<br />
un combattimento serio e spiazzante, che fa soffrire e spaventa. Dobbiamo però testimoniare<br />
che, fino ad oggi, il Signore non ci ha fatto mancare il Suo sostegno nella lotta e abbiamo<br />
sentito la Sua potente azione, che dissipa le paure e infonde speranza in una prospettiva<br />
eterna a cui tutti siamo chiamati.<br />
Per questo possiamo riconoscere che ci siamo sentiti privilegiati a poter contemplare così da<br />
vicino l’opera di Dio.<br />
La scorsa estate Rachele aveva speso tutti i suoi risparmi per poter partecipare alla GMG in<br />
- 37 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Australia e con grande entusiasmo era partita per incontrarsi col Signore, per conoscerlo e<br />
perché la aiutasse nel discernere la sua vocazione. Sapeva infatti che solo una cosa conta<br />
veramente nella vita: fare la volontà di Dio. Era stata così entusiasta di quell’esperienza di<br />
pellegrinaggio e di annuncio del Vangelo lungo le strade di alcune città australiane, che al suo<br />
ritorno una nostalgia intensa l’aveva accompagnata per parecchi giorni...<br />
Noi oggi, anche se soffriamo per la sua mancanza, crediamo che non dobbiamo preoccuparci<br />
per Rachele, perché è stata affidata in buone mani, crediamo che abbia compiuto la volontà<br />
di Dio e possa contemplare faccia a faccia quel Gesù che pochi mesi fa annunciava per<br />
le strade del mondo. Crediamo anche che dal Paradiso proseguirà con maggiore efficacia<br />
l’opera di evangelizzazione e intercederà per tutta la nostra comunità e per ognuno di noi. Per<br />
questo ringraziamo il Signore, che tramite Rachele sta aiutando molti a guardar con fiducia<br />
incondizionata a Lui nel proprio combattimento quotidiano, per poter riconoscere che: “Ciò<br />
che non era nei miei piani, era nei piani di Dio. In me prende vita la profonda convinzione<br />
che, visto dal lato di Dio, non esiste il caso; tutta la mia vita, fino ai minimi particolari, è già<br />
tracciata nei piani della provvidenza divina e davanti agli occhi assolutamente veggenti di<br />
Dio presenta una correlazione perfettamente compiuta.” (S.Teresa Benedetta della Croce).<br />
Noi sappiamo che davanti agli occhi di Dio le cose sono andate bene, perciò possiamo fare<br />
nostre le parole di Giobbe:<br />
“Il Signore ha dato, il Signore ha tolto,<br />
sia benedetto il nome del Signore!” (Gb 1,21)<br />
VI Comunità Neocatecumenale<br />
LUCIA PEZZI<br />
Un saluto a Lucia in occasione del funerale<br />
Lucia ci ha lasciati domenica 1° febbraio, giornata della vita e festa<br />
della famiglia. Ci ha lasciati nel giorno in cui la parrocchia, festeggiando<br />
gli anniversari di matrimonio, metteva in luce i valori cristiani della<br />
Famiglia e lei, nel nostro paese, si è sempre adoperata per la pastorale<br />
familiare, essendo anche una consacrata nell’Istituto “Pro Famiglia”. Nel<br />
giorno del suo funerale il gruppo “Pro Famiglia” di Gottolengo ha letto<br />
il seguente messaggio nella Santa Messa celebrata in suo suffragio in<br />
occasione del funerale:<br />
“Cara Lucia, mentre la Chiesa cantava l’inno alla vita, il Signore ti ha<br />
chiamata come sposa a vita nuova e ti ha trovato con la lampada accesa,<br />
pronta come una sposa per il suo sposo.<br />
Lucia, grazie per la fede che hai profuso nei nostri cuori. Grazie per la<br />
testimonianza della speranza viva che ti ha sempre accompagnato e<br />
che ci auguriamo accompagni anche noi nel cammino della vita. Grazie<br />
per aver vissuto in mezzo a noi, disseminando la tua vita di tanti gesti di carità che il Signore<br />
avrà trovato abbondanti nelle tue mani e nel tuo cuore e, per questo, ti avrà dato in premio<br />
l’abbondanza di felicità nella Vita Eterna. Grazie per il coraggio che ci hai trasmesso, affinchè<br />
fossimo perseveranti nella missione della spiritualità familiare. Ora siamo certi che sei tra le<br />
braccia del Padre e che lo pregherai per noi come ci hai promesso prima di morire.<br />
Siamo sicuri che il frutto della tua intercessione non tarderà a farsi sentire sia nel gruppo “Pro<br />
Famiglia” che nella nostra parrocchia. Grazie, Ciao.”<br />
Pro Famiglia di Gottolengo
Il <strong>Redone</strong><br />
Una scia di luce<br />
Al sorgere dell’alba del 1° febbraio <strong>2009</strong>, giornata della vita, Lucia Pezzi, all’età di 96 anni<br />
ha concluso il suo percorso terreno. Lucia ha vissuto intensamente la vita, l’ha amata, l’ha<br />
donata al Signore, alla sua famiglia e alla sua comunità parrocchiale.<br />
Lucia nasce il 16 dicembre 1912, si consacra al Signore nell’<strong>anno</strong> 1952. Risponde alla chiamata<br />
divina, donandosi con amore esclusivo a Cristo come “Missionaria della Famiglia” nell’Istituto,<br />
secolare Compagnia S.Famiglia (Ist. Pro Familia) disposta a seguire Cristo per la missione<br />
particolare che Lui le affida.<br />
Rimane nel mondo come luogo della sua vocazione e della sua responsabilità cristiana<br />
impegnandosi affinché la forza del Vangelo risplenda nella vita quotidiana familiare e sociale.<br />
Ancorata nella fede e nell’amore a Cristo, vuol fare della sua vita una testimonianza di serenità<br />
e di speranza nel mondo, raccogliendo i semi di bene e animandoli secondo il disegno di Dio<br />
vuole essere un sostegno ai fratelli nella carità.<br />
Per Lucia, anche “il lavoro è svolto come mezzo normale di sostentamento e di servizio, da<br />
compiere con onestà e competenza per rispondere al comando del Signore e per partecipare<br />
alla vita dei fratelli” (dalle Costituz. N.27).<br />
Inizia il suo apostolato con le “Scuole di Vita Familiare” (SVF), tutt’ora in atto nella comunità<br />
parrocchiale, sostenuta dai sacerdoti e collaboratori. L’attenzione delle SVF riguarda la<br />
formazione degli adolescenti attraverso l’educazione remota all’amore, principio basilare e<br />
educativo per la formazione umana e cristiana della loro futura famiglia.<br />
Quante famiglie potrebbero testimoniare il loro benessere familiare grazie a questa<br />
formazione! Lucia, però, non si ferma alle Scuole di Vita Familiare, ma sa che la famiglia<br />
ha bisogno di formazione permanente e, con l’aiuto di alcune coppie della comunità, crea<br />
un gruppo di appartenenza aperto a tutti, il quale con incontri periodici di preghiera e<br />
formazione specifica, tende a realizzare la chiamata alla vita cristiana di coppia e di famiglia.<br />
In seguito, costituisce anche il gruppo di persone vedove perché queste, rimaste prive del<br />
coniuge, continuino a rispondere alla chiamata del Signore e trovino forza e significato nuovo<br />
per vivere e testimoniare con serenità il loro impegno in famiglia e nella Chiesa.<br />
Lucia aveva capito molto bene che le persone consacrate (Missionarie della Famiglia) e le<br />
coppie di sposi (Apostoli della Famiglia) sono per la Chiesa dei doni complementari : le une<br />
anticipano nel tempo la realtà futura del Regno, i coniugi testimoniano che il Regno comincia<br />
già su questa terra nella loro famiglia.(cfr Costituz. N.8)<br />
La chiamata e la vita di coppie di sposi e di persone consacrate, vogliono essere ancora<br />
segno di risposta a progetti comuni da realizzare nelle nostre comunità. Nel solco che Lucia<br />
generosamente ha tracciato, la nostra comunità parrocchiale intende continuare l’impegno<br />
di seminare speranza per il presente e il futuro delle nostre famiglie.<br />
ANCHE IL MAESTRO GILBERTO MAZZESI<br />
CI HA LASCIATI<br />
Gilberto, il maestro di tante generazioni di scolaresche gottolenghesi ci ha lasciato. Ha<br />
raggiunto la casa del Padre, con la serena coscienza di aver cercato nella sua vita il volto del<br />
suo Dio nel volto di Cristo inserito nella vita della parrocchia nell’esperienza del Cammino<br />
Neocatecumenale.<br />
Ha amato intensamente la sua Famiglia, sua moglie Maria oggetto di tante Zirondelle (poesie)<br />
che gli sorgevano spontanee e che aveva l’abitudine di conservare, ha amato il nostro paese<br />
- 38 -<br />
- 39 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
che è divenuto il suo, ha amato la sua professione e i suoi alunni che non dimenticava mai e<br />
verso i quali esprimeva la sua attenzione unita a cristiani consigli, nonostante fossero passati<br />
moltissimi anni.<br />
A prova di questa sua attenzione, essendo lui venuto a conoscenza che una signora, una<br />
delle sue prime alunne in Gottolengo, doveva affrontare un serio problema di salute, le ha<br />
mandato la seguente lettera che la stessa signora interessata permette sia pubblicata con la<br />
fotografia degli alunni di quell’epoca.<br />
Carissima Maddalena,<br />
Maria m’ha detto di te, della tua sofferenza fisica ed il tuo male che ti crea anche quello morale.<br />
Ciò m’ha indotto a scriverti per dirti che anch’io ho vissuto la tua esperienza, dovuta ad<br />
un’infiammazione prostatica, poi mutata in tumore, ma solo accompagnato da alterno dolore.<br />
Moralmente ero a terra, ma Colui che mi ha mutato la paura in vera speranza è stato la Parola,<br />
Cristo Signore, perchè credendo in Lui, m’ha dato coraggio per affrontare questo terreno viaggio.<br />
La preghiera mi ha aperto il cuore con tanta fiducia nella volontà del Signore.<br />
Pregherò per te e per i tuoi cari, perchè il loro amore certamente lenirà i giorni amari.<br />
Io ti posso testimoniare che<br />
credere nell’immortalità dell’anima<br />
la paura di morire<br />
ha fatto sparire.<br />
Dicono che sono ringiovanito,<br />
certamente perchè la morte mi fa meno paura,<br />
e questo è l’augurio che sia anche per te,<br />
se crederai nell’eterna vita futura.<br />
Coraggio dal tuo vecchio maestro<br />
che per ancora i tuoi tanti anni<br />
sento che avrai<br />
un lungo viaggio con meno affanni<br />
..........poi l’amore del tuo tenero tesoro<br />
E l’allegria di zio Bigio<br />
Che scaccerà ogni malinconia.<br />
Gilberto<br />
Classe 5° elementare, a.s. 1949-1950 / Oratorio maschile di Gottolengo<br />
In alto, da sinistra: Cerri x,Mensi x,Luzzeri x,Travagliati Pierino,il maestro Mazzesi,Cittadini x, Zanon Giuseppe,Franzoni Giuseppe,<br />
Rizzi Rino, Romani x,Benvelinotti x, Feroldi Alfredo, Agnelli Giuseppe,Cerruti Franco, Bolzoni x, Bossoni Annibale, Facchi Angelo,<br />
Sandrelli Bruna, Benvelinotti Elena, Frigerio Ida, Doninelli Marì, Boldrini Maddalena, Rizzotto Livia<br />
Carissimi, Maddalena con Luigi e Flavia,<br />
il mio ringraziamento ti esce dal profondo del cuore dove il tuo filiale affetto l’ha posto con tanto filiale amore.<br />
Sono gioie che superano gli anni perchè il passato tu ancora l’ami e non sai scordare.<br />
Il Signore sia sempre per te e per i tuoi cari fonte d’amore che supera ogni umano dolore.<br />
Gilberto e un grazie festoso con un abbraccio da Maria
Il <strong>Redone</strong><br />
IL MIO PARTICOLARE RICORDO<br />
Il mio ricordo del maestro Mazzesi è un ricordo di stima, di affetto e di riconoscenza.<br />
Per me è stato un maestro non solo a scuola, ma anche fuori, anche nella vita.<br />
Io sono uno dei quindici suoi primi alunni di Gottolengo, nell’<strong>anno</strong> scolastico 1949-’50.<br />
Eravamo i rimasugli delle altre classi, fatte e definite e con regolare aula in<br />
Comune o alle Case Nuove; noi dovevamo aspettare un maestro da fuori ed usare,<br />
momentaneamente, una aula<br />
di catechismo all’Oratorio maschile, prestata gentilmente dal curato don Paolino.<br />
E’ stata la nostra fortuna perché, lontani dagli altri e con il nostro maestro Mazzesi,<br />
ci siamo goduti, in libertà, tutto lo spazio dell’Oratorio per la nostra bella esperienza<br />
scolastica!<br />
Alla mattina ci aspettava in cima alla scala/torretta che dal campo sportivo dava<br />
accesso alle aule; un po’ di tolleranza sui ritardi, un caldo saluto familiare per ciascuno<br />
di noi.<br />
Una rapida rassegna per vedere se a casa ci eravamo lavati bene, altrimenti il rinvio<br />
alla fontana dell’Oratorio per un supplemento di igiene. In classe, altra rassegna per<br />
controllare se tutti avevano il materiale scolastico: penna, quaderni, pastelli, ecc.,<br />
altrimenti ci pensava lui e, spesso, di tasca sua. Io ne sono stato uno tra i principali<br />
beneficiari.<br />
Le lezioni non erano mai pesanti, ci metteva tutto il suo fascino personale ed il suo<br />
entusiasmo nel parlarci: non ricordo tanto le materie scolastiche, ricordo benissimo<br />
quando ci parlava della natura, della vita, della pesca, dell’amicizia…. Era convincente<br />
e ci coinvolgeva tutti.<br />
Ricordo soprattutto che mi è stato padre in un momento difficile della mia vita.<br />
A dodici anni, i miei genitori erano lontani perché ammalati e in vari ospedali di<br />
Brescia. L’Amministrazione comunale mi aveva alloggiato presso l’Ospedale-Casa di<br />
riposo di Gottolengo: a dormire con gli ammalati, a mangiare con gli anziani ( ….e<br />
tanta riconoscenza per quelli che allora mi h<strong>anno</strong> risparmiato il collegio !). Madre<br />
Benedetta aveva per me premure di madre, suor Osmida mi comandava a bacchetta e<br />
dove non arrivava lei, ci pensava il simpatico ‘Pipio’ Rocca.<br />
Fu allora che trovai nel maestro Mazzesi un punto di riferimento affettivo ed educativo:<br />
mi faceva da padre, si interessava in tutto di me, teneva i rapporti con i miei genitori…<br />
Quanti bei ricordi che custodirò sempre per me!<br />
Ciao Gilberto, mio carissimo maestro!<br />
E non dimenticherò mai il tuo insegnamento: facile fare i maestri a scuola, ma per<br />
essere credibili e convincenti, bisogna essere maestri anche nella vita, maestri a tutto<br />
campo.<br />
Giuseppe Zanon<br />
POESIE DEL MAESTRO GILBERTO<br />
LA FONTANA<br />
Nel mio paese d’elezione<br />
C’era una semplice piazza<br />
Con una fontana d’acqua fatata<br />
E chi beveva di quella linfa sacra<br />
Si trovava per la vita ad essa legata.<br />
Era una piazza di terra calcare<br />
Con ghiaia di terra comune<br />
E nel centro, sopra la fonte,<br />
un lampione trifronte.<br />
Tolto l’inverno<br />
Era per gli scolari il loro lavabo,<br />
prima di entrare nell’aule vicine,<br />
poi, con essa giocare<br />
fino alle ore piccine.<br />
Così quella sorgente<br />
era il centro della borgata,<br />
e, nell’afa d’estate,<br />
la sua acqua era bramata.<br />
Or non c’è più quella foto campestre,<br />
ma c’è di marmo una vasca scolpita<br />
ed anche la piazza<br />
di porfido s’è rivestita<br />
ed ha grandi vasi che la f<strong>anno</strong> terrazza.<br />
Oggi quell’acqua è dell’acquedotto<br />
Non di falda natia<br />
Perciò vien da lontano<br />
Perdendo così tutta la gottolenghese poesia.<br />
Questa è pura ed anche analizzata<br />
Ma non è più quell’acqua fatata.<br />
Sì è vero<br />
Perchè cinquant’anni fa<br />
Risi della facezia<br />
E bevvi di quella vena incantata<br />
E la mia vita ad essa è rimasta avvinghiata.<br />
1973<br />
- 40 - - 41 - 41 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Spirito Santo<br />
Tu, fonte di ogni bene<br />
che illumini il credente<br />
ricordati di me<br />
perché la mia fede è un niente.<br />
Tu che tutto sai e che tutto vedi<br />
A fra il Padre e il Figlio d’amor risiedi,<br />
porgimi la benedicente mano<br />
affinché il mio tentar venir da te<br />
non sia uno sforzo vano.<br />
Gottolengo 1986<br />
<strong>GOTTOLENGO</strong><br />
Gottolengo, non è la terra ove son nato,<br />
ma ormai è il mio paese<br />
e quasi per caso ci son capitato:<br />
subito m’attirò il popolo suo cortese<br />
così mi ambientai e il Gambara e il <strong>Redone</strong><br />
mi furon di consolazione<br />
*****<br />
Per scordare il mare e il suo pescare<br />
in tal modo le lor acque mi aiutaron<br />
e in esse trovai un altro sito<br />
e sollievo a un cuor ferito donaron.<br />
Or, pur con l’afa e la bruma<br />
e la nebbia persistendo<br />
fra la mia gente mi sento<br />
******<br />
Perchè anche senza monti e senza laghi<br />
sol coi campi e il suo progredire<br />
in orizzonti sempre più ampi<br />
ogni angolo è un rifiorire.<br />
******<br />
Poi ........ mi trovo fra i trecento miei scolari<br />
che d’affetto i loro cuori non sono avari.<br />
1990
Il <strong>Redone</strong><br />
GINO CI HA LASCIATI!<br />
Ciao Gino!<br />
Sei tornato alla casa del Padre.<br />
hai saputo servire nell’Oratorio e farlo crescere..<br />
Veglia ora su tutti noi<br />
La Comunità della <strong>Parrocchia</strong> e dell’Oratorio<br />
Si stringe attorno a tua moglie Anna, Diego e Nadia, a tua mamma e a tutti<br />
i tuoi familiari ed è loro vicina e ti è vicina con la preghiera e con l’affetto.<br />
Entrando nell’Oratorio si sente la mancanza di una presenza che tutti abbiamo visto<br />
crescere con l’Oratorio stesso. Gino c’era nell’Oratorio, c’era sempre con la sua<br />
disponibilità al servizio, con quella capacità organizzativa che lui sapeva abilmente<br />
mettere in moto coinvolgendo un nutrito volontariato efficiente per tutti quei servizi<br />
che erano di sua competenza.<br />
La storia del coinvolgimento di Gino nella pastorale oratoriana risale a tanti anni fa.<br />
Ormai era decaduto il progetto degli oratori maschile e femminile separati, ma si<br />
stentava a dar vita ad una nuova modalità di vita oratoriana. Allora era prevalsa in<br />
Gottolengo l’idea che bisognava proporre direttamente ai giovani i contenuti della<br />
fede coinvolgenti ed esigenti, uniti all’esperienza di vita cristiana vissuta in comunità<br />
di fede, senza perdere tempo nell’organizzare attività ludiche e ricreative per giovani,<br />
ragazzi e adolescenti che lasciavano poco spazio alla vera formazione spirituale.<br />
Queste attività ben poteva organizzarle la Comunità civile, così si pensava.<br />
Era quello il periodo nel quale era iniziata la grande crisi culturale che ebbe la<br />
sua eclatante esplosione nel 1968 e che è arrivata a coinvolgere anche le famiglie<br />
cristiane svuotandole della vita e della testimonianza cristiana e rendendole così<br />
progressivamente incapaci di trasmettere la fede ai propri figli.<br />
Però tanta parte della gioventù di quei tempi andava<br />
allo sbando.<br />
Un gruppo di persone interessate al problema<br />
educativo e nostalgiche dell’oratorio, ottennero dal<br />
Consiglio pastorale il via libera per aprire uno spazio<br />
di accoglienza giovanile il sabato sera in quello che<br />
era l’Oratorio femminile, perché la domenica erano<br />
le anziane suore ancelle a gestire la sala oratoriana.<br />
E Gino, con Giuliana Bianchi ha cominciato a offrire<br />
la sua presenza e la sua disponibilità a questo iniziale<br />
progetto. Era circa il mese di maggio 1988.<br />
Nell’ottobre 1988 grazie all’interessamento di<br />
Suor Maria Bianchi, allora provinciale delle suore<br />
salesiane, due di loro, giovani, Suor Silvia e Suor<br />
Caterina si sono aggiunte per dare l’apporto del loro<br />
- 42 -<br />
- 43 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
carisma oratoriano nel fine settimana.<br />
Nel gennaio del 1989 arriva don Luigi e l’Oratorio riceve nuovo impulso. Verso l’<strong>anno</strong><br />
1990, le suore ancelle si ritirano dal paese, e allora si ristruttura l’oratorio e il curato<br />
incomincia a risiedervi. In tutto questo, Gino ha dato tutta la sua disponibilità operativa.<br />
L’approvazione del “Progetto educativo dell’Oratorio” segna un momento importante per<br />
l’Oratorio di Gottolengo e aiuta la Comunità educativa e agli stessi utenti a camminare<br />
verso le mete spirituali che, attraverso le varie attività che si organizzano nell’ambito<br />
oratoriano, chiaramente si propongono. Gino è stato un gran collaboratore di don Luigi<br />
e dopo di lui di don Claudio (1994-2002) e ultimamente di don Angelo 2002……<br />
Nell’Oratorio Gino c’è stato fin dagli inizi della sua ricomposizione, c’è stato in tutto il<br />
percorso degli anni successivi e con l’avvicendarsi dei curati, c’è stato fino all’ultimo,<br />
finché le forze glielo h<strong>anno</strong> permesso e continuerà ad esserci dal cielo.<br />
Grazie Gino e grazie a tua moglie Anna che sempre ti ha accompagnato in questa tua<br />
vocazione di servizio.<br />
Suor Lina Doninelli<br />
È morta il 14 marzo <strong>2009</strong> in Guarulhos – San Paolo - Brasile<br />
Lina (Paolina Doninelli), allora giovane, con Giuseppina Volpi, accompagna da laica nel<br />
febbraio del 1953 una infermiera,<br />
Gilda Tatasciore che spinta da un<br />
ideale di servire nel nome di Cristo i<br />
più poveri del mondo, lascia l’Italia<br />
per recarsi in Brasile al servizio<br />
degli ammalati di lebbra.<br />
Dopo vari travagli e sorprese per<br />
l’agire di Dio attraverso la loro<br />
missione, il 5 ottobre 1957 nasce<br />
con loro la Congregazione religiosa<br />
delle Figlie di Nostra Signora Stella<br />
del Mare. Grazie a questa nuova<br />
congregazione, nascono in quella<br />
Zona vicina alla grande città di San<br />
Paolo, varie e importanti opere<br />
umanitarie orientate ai lebbrosi e ai tanti bimbi abbandonati che le suore raccolgono.<br />
Suor Lina ha voluto rimanere fra la sua gente d’adozione fino alla fine. Anche quando<br />
la malattia ultimamente faceva presagire che non era lontano l’evento finale, lei non<br />
ha accettato la proposta di tornare in Italia, ma ha espresso il desiderio di morire là<br />
dove il Signore l’aveva chiamata e di essere sepolta fra la sua gente d’adozione.<br />
Il nostro paese si è commosso alla notizia della sua scomparsa. Morta il 14 marzo è stata<br />
sepolta il 15 marzo nel paese di Guarulhos. Qui a Gottolengo faremo una cerimonia di<br />
suffragio in suo ricordo e terremo cara la sua testimonianza missionaria.
Il <strong>Redone</strong><br />
PER NON DIMENTICARE IL PAESE CHE FU<br />
Giovedì 16 aprile alle ore 20,30, nel teatro Zanardelli del nostro paese commemoreremo i 50 anni<br />
dalla morte di DON PRIMO MAZZOLARI, profeta scomodo, ma illuminato che anche a Gottolengo ha<br />
predicato il Vangelo di Cristo illuminando epoche storiche difficili e in grande cambiamento.<br />
(Per questioni organizzative la data della commemorazione potrebbe essere spostata.<br />
Verrà comunque pubblicizzata)<br />
Cenni biografici di don Primo<br />
Don Primo Mazzolari è nato al Boschetto, frazione<br />
di Cremona, il 13 gennaio 1890 da genitori legati<br />
alla terra da motivi di lavoro e di atavico attaccamento.<br />
Ben presto, nel 1899, la famiglia, che si<br />
componeva di due figli, Primo e Peppino, e di tre<br />
- 44 -<br />
figlie, Colombina, Pierina e Giuseppina, si trasferì<br />
a Verolanuova. Qui Primo Mazzolari rimase ben<br />
poco: a dieci anni, seguendo la vocazione sacerdotale,<br />
entrò nel seminario di Cremona dove proseguì<br />
gli studi fino all’ordinazione che gli venne data<br />
da monsignor Giacinto Gaggia il 24 agosto 1912.<br />
Dopo pochi mesi fu inviato come vicario a Spinadesco,<br />
e subito dopo, richiamato in seminario a<br />
Cremona come insegnante di Lettere. Scoppiata<br />
la Prima guerra mondiale, vi partecipa con il fervore<br />
dei giovani in quel momento. Congedato nel<br />
1920 andò parroco a Bozzolo, provincia di Mantova,<br />
ma diocesi di Cremona, dove cominciò ad<br />
assumere posizioni di difesa dei diritti dei poveri.<br />
Nel 1922 venne nominato parroco di Cicognara,<br />
«il paese delle scope». Qui iniziò la sua opposizione<br />
al fascismo. Nel 1932 fu inviato nuovamente<br />
a Bozzolo e nel 1949 fondò e diresse il periodico<br />
«Adesso» la cui pubblicazione fu sospesa nel 1951.<br />
Nel 1957 predicò la Missione a Milano, chiamato<br />
dal cardinal Montini. Con l’elezione di Giovanni<br />
XXIII, entrò nella chiesa una ventata nuova e le<br />
idee di don Primo ebbero piena cittadinanza. Il 5<br />
febbraio 1959 venne ricevuto in udienza privata<br />
da papa Roncalli: l’accoglienza che egli ebbe dal<br />
Pontefice, come disse al ritorno a Bozzolo ad amici<br />
e parenti, lo ripagava di ogni amarezza sofferta.<br />
Morì il 12 aprile 1959 nella casa di cura San Camillo<br />
di Cremona. Ma le sue idee camminano ancora.<br />
Lettera ai vescovi della val padana sulla triste situazione dei braccianti agricoli<br />
apparsa il 1° marzo 1958 su “Adesso” il giornale gestito da don Primo<br />
La condizione dei salariati e dei braccianti della<br />
Val Pa dana, benché non sia neppur da confrontarsi<br />
con la condizione dei braccianti meridionali,<br />
è preoccupante sotto mol ti aspetti, non ultimo<br />
quello religio so. Il clero rurale, che ne condivide<br />
la dura vita e le molte tribolazioni, è in pena e in<br />
allarme da molti anni. Non è la prima volta che «<br />
Adesso » apprende dalla viva voce di codesti umili<br />
e mirabili testimoni del mondo contadino, la segreta<br />
sofferenza la quale misura giorno per giorno<br />
il ve nir meno in buone creature di quei sentimenti<br />
e di quella sanità morale e cristiana, che ne f<strong>anno</strong><br />
il sale della terra.<br />
Con opportuna misura e squisita ca rità, i sacerdoti<br />
rurali di cui pubbli chiamo l’appello o la preghiera<br />
ai Ve scovi della Val Padana, si limitano a denunciare<br />
la disuguaglianza di trat tamento tra il mondo<br />
operaio e il mondo contadino nel campo delle previdenze<br />
e delle assistenze sociali, do ve un po’ più<br />
di vigilanza e di equi tà da parte di chi ne ha il dovere<br />
e ne è il custode basterebbero a porvi rimedio,<br />
I problemi si ingrossano paurosa mente quando ci<br />
si dimentica di que sto rispetto dell’uomo, che è il<br />
fon damento della giustizia sociale.<br />
La voluta moderazione dell’appello, se ben s’addice<br />
alla carità dell’opera e della presenza sacerdotale,<br />
non ri duce la vastità del problema contadi no,<br />
di cui non propone una soluzione radicale, che va<br />
però cercata con ur gente e audace impegno dai<br />
cristiani che operano in campo sociale e po litico.<br />
- 45 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Per il momento, può alquanto pla care l’acerbità<br />
dell’umiliazione e del l’abbandono la certezza che i<br />
sacer doti contadini, vivono e soffrono con occhio e<br />
cuore aperto le loro tribolazioni e ne s<strong>anno</strong> parlare<br />
con chiara e ferma parola.<br />
E’ vero : sono profeti disarmati, co me i loro Vescovi,<br />
ma fra tante stolte accuse d’indebita ingerenza<br />
della Chie sa nelle cose temporali, il loro lamen to<br />
accorato e allarmato è la confer ma di una sollecitudine<br />
pastorale che abbraccia ogni pena dell’uomo,<br />
i suoi diritti umani, la sua cristiana dignità.<br />
Niente è fuori della carità sacerdo tale, che è la più<br />
completa delle giu stizie.<br />
« Adesso »<br />
La lettera ai Vescovi della Val Padana era firmata da<br />
vari sacerdoti oltre a don Primo Mazzolari, fra i quali<br />
anche l’allora curato di Gottolengo Don Gino Porta.<br />
DON PIERLUIGI MURGIONI<br />
Testimone del Vangelo<br />
Mi è stato chiesto un intervento nella <strong>Parrocchia</strong> di<br />
San Faustino in città per commemorare don Pierluigi<br />
Murgioni con il quale ho condiviso gli anni di Seminario,<br />
l’Ordinazione diaconale e sacerdotale, l’esperienza<br />
spagnola e soprattutto la Missione in Uruguay<br />
dove abbiamo sperimentato la prigionia, per me relativa,<br />
ma per lui durata 5 duri e lunghi anni. Sono<br />
passati più di 15 anni dalla sua morte, ma il ricordo<br />
della sua testimonianza rimane.<br />
La sera della Commemorazione ha introdotto il tema<br />
Mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e nostro<br />
compagno di seminario, e dopo la mia relazione<br />
è intervenuto il fratello Pinuccio e Juan Baladan,<br />
compagno di carcere di Pierluigi e che come musicista<br />
ha composto una Santa Messa solenne interpretata<br />
dall’Orchestra del Festival Arturo Benedetti Michelangeli<br />
e dal coro Ars Nova nella chiesa Santa Maria<br />
del Carmine<br />
Come in quell’occasione mi è stato chiesto anche un<br />
articolo sul tema trattato, lo offro anche alla lettura<br />
dei miei parrocchiani così potr<strong>anno</strong> conoscere un<br />
pezzo di storia missionaria condivisa con un popolo<br />
in cerca di dignità e libertà.<br />
Don Saverio
Il <strong>Redone</strong><br />
Pierluigi è nato a Torino Il 15.02.1942<br />
Ordinato a Roma dal Papa Paolo VI il 03.07.1966<br />
Vicario cooperatore a Villaputzu, diocesi di Ogliastra, Sardegna dal 1966 al 1967<br />
A Madrid, Spagna, per un corso di Pastorale dal 1967 al 1968<br />
Missionario nella diocesi di Melo, Uruguay dal 1968 al 1977 Dall’8 Maggio del 1972 al 12<br />
ottobre 1977 nel carcere della dittatura militare in Uruguay.<br />
Vicario cooperatore a San Faustino, città, dal 1978 al 1982.<br />
Vicario cooperatore a Ghedi dal 1982 al 1989<br />
Parroco a Gaino e Cecina dal 1989.<br />
Morto a Gaino il 02.11.1993 .<br />
Funerato e sepolto a Gaino il 04 .04.1993<br />
Pierluigi nel ricordo di un amico<br />
e confratello nel sacerdozio e nella missione<br />
Sul ponte più alto della nave Giulio Cesare, in quell’ora dove quel giorno di fine agosto volgeva<br />
al tramonto, nel cuore dell’oceano atlantico, esprimevo a Pierluigi un sentimento di nostalgia<br />
che in quel momento aleggiava nel mio animo per il vissuto, per la patria e per le persone<br />
care che lasciavo alle spalle, e lui, suonando la sua chitarra, mi cantava un canto religioso<br />
spagnolo come per stimolarmi a guardare verso la meta che ci attendeva e che insieme<br />
avevamo sognato: la missione in Uruguay.<br />
Pierluigi era una persona dotata di tante capacità naturali rese più preziose dall’esercizio nei<br />
doni spirituali dei quali il Signore lo aveva arricchito.<br />
Dalla prima media, sono stato suo compagno di Seminario, con lui ho condiviso gli ultimi<br />
anni di teologia nel Seminario per l’America Latina in Verona ed erano quelli gli ultimi anni<br />
del Concilio Vaticano II° che h<strong>anno</strong> fortemente marcato la nostra preparazione al sacerdozio.<br />
Destinati, già prima di essere preti, alla diocesi di Melo in Uruguay, siamo stati ordinati<br />
diaconi a Lumezzane dal Vescovo di Melo Mons. Roberto Càceres, oggi ancora vivente. Siamo<br />
poi stati consacrati preti, i primi dopo il Concilio, in Roma dal Papa Paolo VI° il 3 luglio 1966.<br />
Con Pierluigi, nel secondo <strong>anno</strong> del nostro sacerdozio, dietro suggerimento del vescovo<br />
di Melo, avevo condiviso un corso di pastorale sociale in Madrid, e nell’agosto del 1968 ci<br />
eravamo imbarcati per l’Uruguay.<br />
Dei miei compagni di Seminario, posso dirlo senza offendere nessuno, Pierluigi nello studio<br />
delle varie discipline era quello che godeva di una intelligenza lucida, immediata e pratica<br />
al di sopra del livello comune, ma non c’era in lui la tendenza ad eccellere; era lontano<br />
dall’idea della carriera e la scelta di dare un orientamento missionario alla sua vita lo ha<br />
dimostrato. Coltivava i suoi “hobby”: era amante dello sport, appassionato alla musica e al<br />
ritorno dell’Uruguay si era appassionato anche dell’informatica. Se oggi io bazzico con il<br />
computer lo devo a lui e alla sua insistenza e pazienza.<br />
Mentre la nave ci portava verso la terra della nostra missione, i Vescovi dell’America Latina<br />
erano riuniti in conferenza episcopale a Medellin in Colombia per offrire, con l’approvazione di<br />
Paolo VI°, a tutte le loro diocesi quelle indicazioni pastorali che portassero in quel continente<br />
il rinnovamento conciliare.<br />
Appena giunti nella nostra diocesi di destinazione il Vescovo Mons. Roberto Càceres, che<br />
aveva partecipato all’Assemblea di Medellin, ci ha trasmesso subito quei documenti che<br />
ci indicavano le attese della Chiesa Latino-americana nei nostri confronti e che sarebbero<br />
diventate le linee maestre del nostro servizio pastorale in quelle terre. E, quei documenti,<br />
- 46 -<br />
- 47 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
noi li abbiamo presi sul serio cercando di vivere secondo quell’immagine di Chiesa che ci<br />
veniva proposta: incarnata nella vita del popolo e portatrice degli autentici valori del Vangelo<br />
soprattutto alla gente più semplice, umile e povera.<br />
Pierluigi ha prestato il suo servizio pastorale nella <strong>Parrocchia</strong> della Cattedrale di Melo<br />
scegliendo di vivere in una casupola nel cuore di un “barrio” (quartiere povero di periferia) e<br />
metà della giornata la dedicava al lavoro, prima come tassista, e, poi, come impiegato in un<br />
locale di vendita all’asta. In quei primi tempi era invalsa tra noi, preti più giovani, la scelta<br />
di guadagnarci il pane con il lavoro anche come segno di vicinanza alla vita concreta della<br />
gente più povera.<br />
Appena dopo la metà dell’<strong>anno</strong> 1969 Pierluigi è stato destinato come collaboratore alla città<br />
di “Treinta y Tres”.<br />
Io allora accompagnavo come coadiutore un prete spagnolo, padre Carlos Fernandez Ordoñez,<br />
in una parrocchia di periferia della città di Melo.<br />
Il tipo della nostra presenza sacerdotale, che si esprimeva nella vicinanza profetica alle realtà<br />
di povertà e nel giudizio critico verso le strutture che le generano, ha creato reazioni negli<br />
ambienti politici tradizionali già scossi dall’emergere di un nuovo partito, non tradizionale,<br />
di orientamento popolare (Il Frente Amplio) e dall’azione rivoluzionaria del clandestino<br />
movimento Tupamaro. Queste reazioni, politicamente comprensibili, dopo le elezioni del<br />
1971 sono sfociate nell’intervento militare che si ispirava dall’ideologia della “Sicurezza<br />
Nazionale”. Questa ideologia, sostenuta e promossa dalla politica nord-americana di quel<br />
tempo, ha dato vento in poppa alle varie dittature di quegli anni bui, che sono sorte e h<strong>anno</strong><br />
duramente imperato, negli stati più importanti del Sud America, includendo gli stati più<br />
piccoli del Paraguay e dell’Uruguay.<br />
Con il pretesto di attaccare la nascente coalizione di sinistra raggruppata nel “Frente amplio”<br />
e il movimento dei “Tupamaros”, allora attivo nel paese, la dittatura militare in Uruguay si<br />
è scagliata anche contro quel settore della Chiesa impegnata a portare avanti una pastorale<br />
di rinnovamento postconciliare, accusandola di favoritismo verso il “marxismo”, soprattutto<br />
quando questa Chiesa parlava di “Scelta preferenziale verso i poveri” e di “Comunità ecclesiali<br />
di base”, accusate, anch’esse ma ingiustamente, di essere cellule marxiste.<br />
Il colpo di stato si è realizzato attraverso tappe progressive, fino allo scioglimento del<br />
parlamento e di tutti i partiti politici il 27 giugno 1973.<br />
Pierluigi era ritenuto come prete destabilizzante, anche perché la sua predica profetica, le<br />
sue scelte pastorali operative e i suoi rapporti con le persone più aperte al cambiamento<br />
erano evidenti e da lui mai nascosti.<br />
Dalla fine del 1971 ai primi mesi del 1972 lui era in Italia, per il suo turno di riposo, proprio<br />
nei momenti in cui, in Uruguay, dopo le elezioni di Novembre del 71, si stava programmando<br />
il colpo di stato. E, in Italia, Pierluigi aveva parlato apertamente e senza mezzi termini, da<br />
sacerdote e profeta che era, su ciò che stava succedendo nel paese della sua missione, senza<br />
immaginare che le sue testimonianze e i suoi giudizi sulla realtà religiosa e socio-politica<br />
dell’Uruguay erano seguite e registrate da emissari dell’ambasciata uruguaiana.<br />
Al suo ritorno in Uruguay, dove ormai il colpo di stato era in atto, ogni sua mossa è stata<br />
seguita dalla polizia segreta fino a che, l’8 maggio 1972, mentre stava camminando per una<br />
delle vie della sua parrocchia di Treinta y Tres è stato imprigionato e portato nella caserma<br />
militare di quella città e torturato.<br />
Voglio mettere in luce, per averli anch’io vissuti, alcuni aspetti della tortura da lui subita e<br />
comune a tutti i detenuti politici soprattutto nei primi giorni della loro detenzione: si veniva<br />
incappucciati ancor prima di essere reclusi in caserma e in questa condizione si rimaneva<br />
vari giorni per tutto il periodo che si riteneva utile per gli interrogatori e per i confronti<br />
tra le deposizioni estorte ai vari reclusi. Normalmente si veniva condotti nel cortile della
Il <strong>Redone</strong><br />
caserma obbligati a divaricare le gambe e mantenere le braccia sulla nuca e questo con il<br />
passar delle ore diventa un vero tormento, il sangue che irrora il cervello è frenato dalla<br />
pressione delle mani sulla nuca e si avverte un formicolio nella testa ed entra la debolezza<br />
in tutto il corpo e questo, secondo i torturatori, rende meno facile la resistenza psicologica<br />
negli interrogatori. Questa procedura che può durare notte e giorno, per ore e ore, sempre<br />
nel cortile della caserma, è chiamata “il piantone”. Ogni quarto d’ora il detenuto è sottoposto<br />
a vilipendi, umiliazioni, percosse nei fianchi e nelle gambe da parte di una equipe di militari,<br />
particolarmente addestrati nell’arte della tortura. Dopo averlo reso debole, utilizzando perfino<br />
lo strattagemma di fargli sentire alle spalle un plotone pronto per l’esecuzione, il torturato<br />
veniva sottoposto a periodici interrogatori. Nei giorni seguenti, sempre incappucciato, era<br />
messo in isolamento, in una stanza, e sorvegliato a vista da un soldato in una solitudine<br />
deprimente. Questo trattamento veniva fatto a tutti coloro che entravano da prigionieri<br />
politici nella caserma e chi scrive, ve lo racconta per essere passato per la medesima trafila<br />
appena 5 giorni dopo l’imprigionamento di Pierluigi. Lui poi è stato torturato anche con l’ago<br />
elettrico e con il “Sommergibile” e preferisco non entrare in particolari su questi dolorosi e<br />
umilianti tipi di tortura.<br />
Pierluigi, ritornato in Italia, non era propenso a parlare di ciò che gli avevano fatto, proprio<br />
per non risvegliare ricordi umilianti che la sua mente aveva cercato di cancellare. Eppure, lui<br />
era di carattere forte, resistente, forse era, questa, una caratteristica della sua origine sarda.<br />
Ma la sua vera forza interiore era radicata nella sua fede semplice e schietta, alimentata dalla<br />
Parola di Dio da lui spesso rimuginata. Con le sue risposte secche e decise mandava spesso<br />
in bestia i suoi stessi aguzzini.<br />
Da Treinta y Tres era stato portato qualche giorno alla caserma di Melo e poi a Montevideo nel<br />
carcere di “Puntacarreta” : alla fine, al grande carcere costruito appositamente per detenuti<br />
politici che, per ironia del nome, sorgeva in un paese chiamato “Libertad”. Lì è rimasto fino<br />
all’<strong>anno</strong> 1977 con tuta e numero da detenuto e rasato sul capo. A volte succedeva che a me ed<br />
a don Renato Soregaroli, attuale parroco di Ospitaletto, che a turno andavamo a fargli visita,<br />
dopo aver fatto 500 chilometri per andarlo a trovare, non era concesso di vederlo, perché era<br />
nella cella di rigore per aver risposto per le rime a qualche sopruso infertogli.<br />
Il carcere non ha piegato la resistenza morale di Pierluigi, anche se nella sua cella gli avevano<br />
messo accanto uno che era impazzito, anzi, lui lo trattava con pazienza e amore (così mi<br />
diceva la moglie di quel povero uomo, quando ci trovavamo nelle interminabili ore di coda<br />
per poterli vedere). Quando, poi, si potevano visitare ci separava una resistente lastra di<br />
vetro e ci si parlava per telefono, sapendo che la conversazione veniva registrata.<br />
La sua dura prigionia è durata dall’8 Maggio del 1972 al 12 ottobre 1977.<br />
La fede di Pierluigi, come ho detto prima, è sempre stata forte e schietta e la sua esperienza<br />
in carcere è stata un lungo e travagliato ripensamento sulla sua vita umana e sacerdotale tra<br />
luci e ombre.<br />
Ha sofferto una crisi, quella di non potersi identificare con quella Chiesa che non ha trovato<br />
il coraggio di opporsi decisamente al potere ingiusto : in certi momenti, ha sofferto anche<br />
la tentazione di dissociare la sua vita di ministro di questa Chiesa, incapace di coraggiosa<br />
testimonianza per paura del martirio.<br />
Però Dio lo ha aiutato e, proprio da questa Chiesa, ha ricevuto la forza da cui è scaturito il<br />
coraggio della perseveranza.<br />
Quando ha saputo che il Papa Paolo VI, il Papa bresciano che lo aveva ordinato prete, aveva<br />
direttamente chiesto al ministro degli Esteri dell’Uruguay, in visita Ufficiale alla Santa Sede,<br />
la sua liberazione, ne è rimasto profondamente colpito. L’altro gesto che lo ha profondamente<br />
colpito è stata l’attenzione paterna dell’allora vescovo di Brescia e quindi suo vescovo Mons.<br />
Luigi Morstabilini. Era venuto appositamente in Uruguay per incontrarlo, aveva dovuto<br />
- 48 -<br />
- 49 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
rimanere quasi una settimana in attesa per poterlo vedere e aveva ottenuto tale permesso<br />
solo dopo aver minacciato, tramite la nunziatura, di far sapere ai mezzi di comunicazione<br />
internazionali che ad un vescovo italiano, venuto espressamente in Uruguay per visitare un<br />
suo prete incarcerato e non ancora giudicato, si impediva di vederlo.<br />
L’interessamento del Papa, la visita di Mons. Morstabilini nel Carcere di Libertad e il fatto<br />
che il vescovo fosse andato ad accoglierlo all’aereoporto di Milano al suo rientro in Italia,<br />
dopo la sua espulsione dell’Uruguay, h<strong>anno</strong> fatto sì che Pierluigi vivesse la trasformante<br />
esperienza di sentirsi amato, compreso e accolto dalla Chiesa madre che, nonostante le sue<br />
umane debolezze e incoerenze, non aveva lasciato mancare il suo amore e il suo fattivo<br />
interessamento nei suoi riguardi.<br />
Rientrato in Patria, ha vissuto il suo servizio ministeriale con crescente intensità di vita<br />
sacerdotale nella parrocchia di San Faustino e Giovita in città, nella parrocchia di Ghedi e,<br />
fino alla sua morte, come Parroco di Gaino e Cecina sul lago di Garda con l’incarico, in quel<br />
periodo, anche di Vicario Zonale.<br />
E’ morto a Gaino il 2 novembre 1993, contento della sua esperienza sacerdotale che ha voluto<br />
portare avanti con responsabilità, anche quando un tumore maligno lo stava progressivamente<br />
e dolorosamente consumando.<br />
Quando sono andato a trovarlo il giorno prima della sua morte, lui, ormai consumato dal<br />
dolore, ha alzato la sua mano e mi ha fatto una carezza e mi ha regalato un sorriso. Ancora mi<br />
sembra di sentire il contatto sul mio viso di quella mano consunta con la quale l’amico, con<br />
cui avevo condiviso ideali, speranze, consacrazione e missione mi diceva: “arrivederci……..<br />
ci rivedremo in cielo!”<br />
Quando partecipo a qualche incontro nella casa degli esercizi di Montecastello, sempre faccio<br />
una sosta nel cimitero di Gaino dove, nella nuda terra, è stata sepolta la sua salma, dove c’è la<br />
salma della madre morta appena prima di lui, dove sono poi stati sepolti i corpi di suo padre<br />
e di una sua sorella e lì mi raccolgo in orante meditazione.<br />
Don Saverio Mori<br />
Prete Fidei Donum in Uruguay dal 1968 al<br />
1988<br />
Ora parroco a Gottolengo<br />
Gottolengo 15 febbraio <strong>2009</strong><br />
Oggi Pierluigi avrebbe compiuto 67 anni.
Il <strong>Redone</strong><br />
DON ARCANGELO TADINI PROCLAMATO SANTO<br />
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- 51 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Paola Rodella ci invita alla festa delle Suore Operaie della S. Casa di Nazareth. Il Fondatore, Beato<br />
Arcangelo Tadini, sarà infatti proclamato santo da Benedetto XVI domenica 26 aprile <strong>2009</strong>. È bello<br />
condividere questa grande gioia, perché sugli altari sale…<br />
UNO DI NOI… SANTO!<br />
Dieci anni fa il musical allestito in occasione della sua beatificazione lo chiamava «uno di noi». Dal 6<br />
dicembre 2008, don Tadini è uno di noi, con una marcia in più: la Chiesa lo ha, infatti, riconosciuto<br />
santo e il Papa Benedetto XVI lo eleverà all’onore degli altari il prossimo 26 aprile, durante una<br />
solenne cerimonia che si terrà in p.zza S. Pietro in Vaticano.<br />
Don Arcangelo è un santo per tutti, con una parola pronta per il cuore di ciascuno. Come ha detto la<br />
Superiora Generale delle Suore Operaie, Madre Emma Arrighini, durante un incontro con i seminaristi<br />
bresciani, «con la beatificazione e ancor più ora, con la canonizzazione, ci siamo rese conto che don<br />
Tadini non è solo il “nostro” santo Fondatore, ma è il santo di tutti: sacerdoti, religiosi, laici».<br />
Molteplice è stata infatti l’attività di don Tadini, uomo innamorato di Dio e quindi dei suoi fratelli,<br />
che qualcuno ha definito «prete sociale» perché dalla contemplazione di Dio si è aperto ai bisogni<br />
della storia ed ha agito di conseguenza. Nato a Verolanuova (Bs) il 12 ottobre 1846, viene ordinato<br />
sacerdote nel 1870. La sua prima destinazione è Lodrino (Bs), dal 1871 al 1873. Successivamente viene<br />
assegnato alla parrocchia di S. Maria della Noce, periferia di Brescia, dal 1873 al 1885. Qui si attiva per<br />
rianimare la vita spirituale dei suoi fedeli, per abbellire ed ingrandire la chiesa e per soccorrere gli<br />
sfollati durante lo straripamento e l’alluvione del fiume Mella. Nel 1885 fa il suo ingresso a Botticino<br />
Sera (Bs), dove rimarrà fino alla morte, avvenuta il 20 maggio 1912. Conoscitore attento dei problemi<br />
sociali della sua gente, anche qui agisce mantenendo l’impronta dell’austerità e della fortezza, ma<br />
al tempo stesso lasciando trasparire tutta la sollecitudine di un padre preoccupato del benessere<br />
materiale e spirituale dei suoi parrocchiani. Dalla sua carità creativa ed operosa, scaturiscono molte<br />
iniziative: Confraternite, Oratori, Terz’Ordine Francescano, Figlie di Sant’Angela Merici, Schola<br />
Cantorum, Banda Musicale, Società Operaia di Mutuo Soccorso. In tutte queste realtà, si manifesta<br />
l’attenzione del santo parroco nei confronti di ogni classe sociale. Ma la sua attenzione è rivolta<br />
soprattutto alle giovani operaie del paese, costrette a lasciare le loro case durante i giorni feriali, per<br />
guadagnarsi da vivere nelle filande delle vicine borgate. L’arciprete di Botticino si accorge che esse<br />
tornano diverse da come sono partite, con il fisico e con l’anima «spremuti come limoni». Sulla scia<br />
dell’enciclica Rerum Novarum del 1891, cerca una soluzione per ridare dignità alla classe lavoratrice.<br />
Sogna, progetta e costruisce a sue spese a Botticino una filanda che accoglie le ragazze del paese e dei<br />
villaggi vicini, che lì possono trovare un ambiente faticoso, ma moralmente sano. Per ricordare poi<br />
che il lavoro non è un castigo, ma è mezzo di santificazione, pensa di far entrare negli opifici delle<br />
religiose che condividano le fatiche e le speranze delle ragazze. Nel 1900 fonda, così, la Congregazione<br />
delle Suore Operaie della S. Casa di Nazaret: uno scandalo per quei tempi, in cui si pensava che<br />
gli stabilimenti costituissero un luogo pericoloso e fuorviante per delle religiose. Don Tadini deve<br />
sopportare pesanti fardelli a causa di questa sua “invenzione”, come anche a motivo delle difficoltà<br />
finanziarie della filanda. Ma la fiducia nella Provvidenza che «volle e perfezionò l’opera», come egli<br />
stesso dice, lo sostiene fino alla morte, nella certezza che nel mondo del lavoro, come in tutti gli altri<br />
ambiti, grande è il bisogno di un «buon lievito» che contrasti il diffuso pessimismo.<br />
Tutta l’opera dell’arciprete di Botticino mira dunque a far riscoprire agli uomini e alle donne del suo<br />
tempo - ma anche del nostro - la grande dignità della loro esistenza. Anche il miracolo che ha aperto<br />
la strada verso la canonizzazione, riguarda il dono della vita. Grazie all’intercessione di don Tadini,<br />
infatti, una coppia di giovani sposi bresciani ha ottenuto la risoluzione spontanea e duratura della loro<br />
sterilità.<br />
Quando la Chiesa riconosce e proclama la santità di un suo membro, lo fa per ricordare a tutti che il<br />
santo non è un mito d’altri tempi, ma è un compagno di viaggio che ha camminato sulle nostre stesse<br />
strade della quotidianità, tenendo fisso lo sguardo al Cielo. Così anche don Tadini, «uno di noi» che da<br />
oggi possiamo chiamare “santo”, ci dice: «Coraggio : un’occhiata al Cielo e poi… Avanti!».
Il <strong>Redone</strong><br />
Programma del pellegrinaggio per la<br />
CANONIZZAZIONE di Don Arcangelo Tadini<br />
Roma, 26 aprile <strong>2009</strong><br />
Programma 4 giorni<br />
Venerdì 24 aprile: Brescia/ Roma<br />
Al mattino presto partenza in pullman per Roma. Pranzo libero lungo il percorso. Arrivo a Roma nel<br />
primo pomeriggio: incontro con la guida e prima visita della città: Fori Imperiali, Altare della Patria,<br />
Campidoglio, Colosseo. Al termine trasferimento in albergo: sistemazione, cena e pernottamento.<br />
Sabato 25 aprile: Roma<br />
Colazione. Al mattino continuazione della visita con guida: Fontana di Trevi, Trinità dei Monti, Piazza<br />
di Spagna, Piazza del Popolo. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio si raggiunge il Santuario del Divino<br />
Amore: incontro di festa nell’auditorium, in preparazione alla Canonizzazione del Beato Tadini. Alle ore<br />
18.00 celebrazione della S. Messa nel Nuovo Santuario, presieduta da Mons. Luciano Monari. Rientro<br />
negli alloggi per la cena ed il pernottamento.<br />
Domenica 26 aprile: Roma<br />
Mezza pensione negli alloggi. Colazione e trasferimento in Piazza S. Pietro per partecipare alla solenne<br />
Celebrazione di Canonizzazione del Beato Arcangelo Tadini. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio visita<br />
libera della Basilica di San Pietro con possibilità di scendere nelle Grotte per la visita alle tombe dei Papi.<br />
Lunedì 27 aprile: Roma/Brescia<br />
Colazione e trasferimento alla Basilica di S. Paolo Fuori le Mura: alle ore 9.00 Celebrazione della S.<br />
Messa presieduta da Mons. Luciano Monari. Al termine visita dell’Abbazia alle Tre Fontane. Pranzo in<br />
ristorante. Nel pomeriggio rientro a Brescia.<br />
Quota di partecipazione: € 430,00 (suppl. camera sing. € 90,00).<br />
Programma 2 giorni<br />
Sabato 25 aprile: Brescia / Roma<br />
Al mattino partenza in pullman per Roma. Pranzo libero lungo il percorso. Arrivo a Roma e partecipazione<br />
all’incontro di festa nell’auditorium del Santuario del Divino Amore (ore 15.30). Alle ore 18.00 celebrazione<br />
della S. Messa nel Nuovo Santuario, presieduta da Mons. Luciano Monari.<br />
Al termine trasferimento presso il Country Club di Castelfusano. Cena e pernottamento.<br />
Domenica 26 aprile: Roma / Brescia<br />
Colazione e trasferimento in Piazza S. Pietro per partecipare alla solenne Celebrazione di Canonizzazione<br />
del Beato Arcangelo Tadini. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio rientro a Brescia.<br />
Quota di partecipazione: € 140,00 (suppl. camera sing. € 20,00).<br />
Informazioni ed iscrizioni:<br />
Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth<br />
Tel. 3479860194<br />
info@suoreoperaie.it<br />
www.suoreoperaie.it<br />
Organizzazione tecnica<br />
Via A. Monti, 29 - 25121 Brescia 030 2895359<br />
Domenica 17 maggio <strong>2009</strong><br />
TADINI FEST a Botticino Sera<br />
La festa si concluderà con la S. Messa di ringraziamento<br />
presieduta da Mons. Luciano Monari alle ore 18.30 nella Cattedrale di Brescia.<br />
- 52 -<br />
COMUNE DI <strong>GOTTOLENGO</strong><br />
PROVINCIA DI BRESCIA<br />
- 53 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Allo scopo di promuovere le condizioni di tutela degli anziani della nostra comunità, a garanzia di<br />
effettiva pari dignità sociale, libertà ed eguaglianza della parte di popolazione più a rischio di<br />
esclusione sociale, l’ Amministrazione Comunale di Gottolengo, con il presente accordo con le istanze<br />
rappresentative di interessi collettivi condivisi per il tramite della via della partecipazione democratica,<br />
intende concretare l’impegno, come atto significativo della politica di sostegno delle fasce sociali più<br />
deboli, per agevolazioni e benefici in materia di tariffe, tasse e tributi locali.<br />
A tal fine tra IL COMUNE DI <strong>GOTTOLENGO</strong> in persona del Sindaco pro-tempore Sig..ra Pezzi Giuliana<br />
e dell’Assessore all’Assistenza Dr. Agazzi Alberto<br />
e<br />
I SINDACATI dei PENSIONATI rappresentati dai Sigg. Bettoni Roberto - Sozzi Giovanni (SPI CGIL) e<br />
Marini Marino - Viviani Giuliano (FNP-CISL)<br />
si conviene e si stipula quanto segue:<br />
1) DESTINATARI INTERESSATI<br />
IL presente accordo viene stipulato a favore dei cittadini ultra sessantacinquenni, che vivono in<br />
nuclei familiari aventi un indicatore della situazione economica (valore ISEE) inferiore o pari a EURO<br />
10.479.27, requisiti questi (di età e di reddito) indispensabili per l’ottenimento di benefici ed esenzioni<br />
previsti dal presente accordo<br />
2) ESENZIONE TARSU<br />
Sono esenti le abitazioni con superficie tassabile uguale od inferiore a mq. 70, con istruttoria d’ufficio<br />
Rimane in essere l’abbattimento del 30% della tassa per la persona sola, indipendentemente dall’età<br />
3) ESENZIONE ADDIZIONALE IRPEF<br />
Sono esenti dal pagamento dell’eventuale addizionale comunale sull’IRPEF i redditi da pensione fino<br />
ad Euro 8.000,00 annui per ciascun contribuente con l’impegno a verificare per l’<strong>anno</strong> 2010 la soglia<br />
di esenzione<br />
4) AGEVOLAZIONI ALLA PERSONA<br />
E’ costituito un monte contributi per agevolazioni alla persona pari a Euro 4.000,00 annui. Gli aventi<br />
diritto avr<strong>anno</strong> un rimborso fino ad un massimo del 30% (come da regolamento del Piano socioassistenziale)<br />
delle spese sostenute per acqua, riscaldamento, telefono e fino ad un massimo del 70%<br />
per spese sanitarie (ticket su accertamenti, visite,terapie riabilitative) nei limiti del monte contributi<br />
annuo. Se il fondo dovesse essere insufficiente, la cifra a disposizione sarà ripartita fra i richiedenti<br />
secondo una graduatoria che terrà conto delle spese, del reddito e della situazione del nucleo familiare.<br />
La condizione patrimoniale e la situazione reddituale del nucleo familiare è riferita all’ISEE di cui al<br />
punto 1); a norma del Piano socio-assistenziale per coloro che non rientrassero nei parametri sopra<br />
indicati, è comunque previsto intervento straordinario a fronte di straordinarie situazioni di difficoltà che<br />
verr<strong>anno</strong> valutate dalla Giunta Comunale sentito l’Assistente Sociale;<br />
5) SERVIZIO TELESOCCORSO<br />
Possono farne richiesta anziani o disabili soli, nel limite degli apparecchi disponibili, in ordine di priorità<br />
secondo la gravità e la necessità del bisogno del richiedente . Sono a carico dell’ utente le spese di<br />
abbonamento alla centrale operativa. Attualmente tutti i dispositivi in dotazione sono utilizzati, l’accesso<br />
sarà possibile solo in caso di restituzione.<br />
Prosegue l’impegno per la diffusione del servizio di telesoccorso tramite l’associazione volontari di<br />
Asola. Il servizio ha un costo “una tantum” per l’istallazione pari ad euro 20,77 a carico del Comune per<br />
un massimo di 50 utenti ed un canone a carico del richiedente di euro 19,00 mensili riducibili secondo<br />
la seguente tabella :
Il <strong>Redone</strong><br />
FASCIA 1 fino a indicatore ISEE di Euro 6894 -50%<br />
FASCIA 2 “ “ “ da 6895 a Euro 10588 -25%<br />
6) SERVIZIO TRASPORTI<br />
Il servizio è gratuito per i dializzati.<br />
Il servizio è altresì offerto a coloro che devono recarsi presso ospedali o centri specialistici per<br />
necessità legate alla salute e che non possono provvedervi autonomamente, o a mezzo di familiari.<br />
Avr<strong>anno</strong> priorità di utilizzo i malati cronici ed i disabili.<br />
Il servizio potrà essere utilizzato anche da coloro che necessitano di terapie riabilitative.<br />
Gli utenti concorrer<strong>anno</strong> alla spesa secondo un costo chilometrico convenzionale stabilito<br />
annualmente dal piano di assistenza.<br />
7) UTILIZZO IMMOBILI COMUNALI<br />
L’utilizzo degli impianti sportivi comunali è dato in uso gratuito per n. 4 ore settimanali per lo svolgimento<br />
di attività ginniche come pure il Teatro, la sede presso la “Casa Torre” e la sala comunale delle riunioni<br />
per rappresentazioni e riunioni organizzate dal gruppo Anziani Cultura e Sport<br />
8) INFORMAZIONE<br />
Tutti i nuclei familiari con un anziano presente, verr<strong>anno</strong> informati a cura del Comune, tramite il periodico<br />
parrocchiale “Il <strong>Redone</strong>” e tramite volantini informativi con il contributo dei Sindacati stipulanti l’accordo,<br />
di tutti i servizi e le opportunità che l’Amministrazione offre agli anziani stessi.<br />
9) VERIFICA SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI<br />
Le parti si impegnano fin d’ora ad incontrarsi periodicamente al fine di verificare lo stato degli interventi<br />
socio-assistenziali, nonché l’ attuazione del presente accordo.<br />
IL SINDACO L’ASSESSORE I SINDACATI<br />
Giuliana Pezzi Alberto Agazzi Sozzi Giovanni - Bettoni Roberto SPI-CGIL<br />
Marini Marino - Viviani Giuliano FNP-CISL<br />
Incontro delle associazioni di volontariato<br />
Sabato 31 gennaio presso la sala consiliare del comune di Gottolengo, l’assessore dr Alberto Agazzi ha<br />
riunito le commissioni sport e assistenza alla presenza dei rappresentanti delle principali associazioni<br />
di volontariato che operano nel nostro paese.<br />
Erano presenti:<br />
• Don Saverio Mori-PARROCO<br />
• Bonazzoli Pierluigi e Vescovi Giovanna –CARITAS;<br />
• Latini Battista-MACRAME’;<br />
• Treccani Giuseppe e Castellini Andrea -Associazione Nazionale Carabinieri;<br />
• Bettoni Vittorio-GRUPPO ANZIANI;<br />
• Bacchiocchi Paolo-ALPINI;<br />
• Camozzi Marzia –AVIS<br />
Vi è stato un proficuo scambio di informazioni sulle attività svolte dalle associazioni che pongono al<br />
centro di ogni iniziativa la persona. Sono state presentate le attività che svolgono le singole associazioni,<br />
l’esperienza dei volontari, alcune difficoltà nello svolgimento del loro operato (necessità di sedi più<br />
ampie, carenza di personale e materie prime . .).<br />
Nonostante ciò, l’attivismo solidale e silenzioso è vivo e propositivo.<br />
Tutte le associazioni sono state invitate alla FESTA DELLO SPORTIVO E DEL VOLONTARIATO<br />
che si terrà il 26 aprile. La festa inizierà con la S.Messa presso il palazzetto dello sport e proseguirà<br />
all’insegna dell’amicizia del divertimento e dello sport. Durante la giornata, in concomitanza con le<br />
attività sportive, ogni associazione avrà la possibilità di divulgare le proprie iniziative nella speranza di<br />
ricevere un gioioso ascolto dai cittadini gottolenghesi.<br />
Il volontariato, nel nostro paese, è una realtà ricca e costruttiva, ma necessita di sostegno perchè possa<br />
veramente essere al servizio della collettività.<br />
Giacomo Massa<br />
- 54 -<br />
Concorso Fotografico Amatoriale Dilettanti<br />
(Non sono ammessi fotografi professionisti)<br />
“LE MANI” un gesto d’amore<br />
- 55 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Nell’ambito della manifestazione “ La Festa dell’Albero” giunta alla XIV<br />
edizione. Il Comune di Gottolengo - Assessorato alla Cultura in collaborazione<br />
con la sezione AVIS di Gottolengo bandisce un concorso fotografico. Le<br />
fotografie si dovr<strong>anno</strong> ispirare alle mani nelle loro diverse<br />
e varie forme d’espressione.<br />
Comitato promotore:<br />
Comune di Gottolengo - Assessorati alla Cultura e Sezione AVIS di Gottolengo<br />
REGOLAMENTO<br />
ARTICOLO 1<br />
Ogni partecipante potrà presentare fino a 4 scatti che si dovr<strong>anno</strong> ispirare alle mani nelle loro diverse e<br />
varie forme espressive.<br />
Le immagini possono essere scattate con qualsiasi apparecchiatura fotografica (fotocamera digitale,<br />
fotocamera del cellulare, macchina fotografica analogica automatica e manuale ecc.) importante<br />
specificare l’apparecchiatura utilizzata.<br />
ARTICOLO 2<br />
Per partecipare al concorso è necessario presentare:<br />
fino a 4 fotografie stampate in dimensioni 20 x30 (oppure formato A4) su carta fotografica.<br />
Sul retro di ciascuna foto stampata dovrà essere scritto, con pennarello indelebile, nome e cognome<br />
dell’autore, numero dell’immagine (numerando in modo progressivo: ad esempio se si consegnano 4<br />
stampe la prima sarà numerata 1/4 e così via fino alla 4/4 ) titolo dell’opera.<br />
La domanda di partecipazione allegata a questo bando compilata in tutte le sue parti, pena l’esclusione<br />
dal concorso.<br />
ARTICOLO 3<br />
Consegna degli elaborati:<br />
Entro e non oltre il 17 aprile <strong>2009</strong>, la documentazione dovrà essere presentata o inviata:<br />
• presso la sede AVIS di Gottolengo, via Circonvallazione Sud , 25023 - Gottolengo (BS)<br />
• tel. 030/9517533 (Gli uffici sono aperti il venerdì dalle ore 20.30 alle 23.00)<br />
• presso studio fotografico FOTO STUDIO PICCININI RENATO via C. Cammi Gottolengo<br />
(BS) tel. 030/951134<br />
ARTICOLO 4<br />
La partecipazione al concorso è gratuita e le fotografie consegnate non sar<strong>anno</strong> restituite. Le fotografie<br />
si intendono donate in favore della sezione AVIS di Gottolengo. L’autore è personalmente responsabile<br />
delle opere presentate e ne autorizza la pubblicazione senza fini di lucro.<br />
Si rende noto che L’Avis sezione di Gottolengo pubblicherà le opere consegnate sul proprio sito<br />
internet nella sezione dedicata alla mostra fotografica.<br />
ARTICOLO 5<br />
Le immagini, sar<strong>anno</strong> presentate ed esposte nell’ambito delle iniziative per la Festa dell’Albero<br />
nella data del 1° maggio <strong>2009</strong>.1 vincitori ricever<strong>anno</strong> una menzione speciale nell’ambito della
Il <strong>Redone</strong><br />
manifestazione. L’inaugurazione della mostra e l’invito alla premiazione sar<strong>anno</strong> tempestivamente<br />
comunicati.<br />
ARTICOLO 6<br />
La premiazione avverrà il giorno 1 maggio <strong>2009</strong>, presso lo stand della sezione AVIS di Gottolengo .<br />
Verr<strong>anno</strong> premiati i primi tre classificati.<br />
ARTICOLO 7<br />
Il giudizio della giuria è inappellabile e la partecipazione al concorso comporta l’integrale accettazione<br />
delle norme contenute nel presente bando.<br />
Per contatti:<br />
Sede AVIS di Gottolengo, via Circonvallazione Sud . 25023 - Gottolengo (BS) Tel. 030/9517533 (Gli<br />
uffici sono aperti il venerdì dalle ore 20.30 alle 22.30)<br />
Gottolengo lì, 18 novembre 2008 ente banditore<br />
Domanda di partecipazione al concorso (Facsimile)<br />
LE MANI” un gesto d’amore<br />
Io, sottoscritta/o ...............................................................................................<br />
Nata/o a ...............................................................................Il...........................<br />
Residente in via/piazza.......................................................................................... n. ............<br />
C.A.P.......................................Città......................................................(Prov. ...............)<br />
Numero di Numero di Telefono.......................Cellulare....................Email......................<br />
Chiedo di partecipare al concorso fotografico “LE MANI” un gesto d’amore, e dichiaro di aver preso<br />
visione del regolamento e di accettare le norme in esso contenute.<br />
Allego pertanto le seguenti foto:<br />
1. Titolo:................................................................................................<br />
2. Titolo:................................................................................................<br />
3. Titolo:................................................................................................<br />
4. Titolo:................................................................................................<br />
Realizzate con la seguente apparecchiatura fotografica (fotocamera digitale, fotocamera del cellulare,<br />
macchina fotografica analogica automatica o manuale ecc.).<br />
Gotttolengo, il 18 novembre 2008<br />
Firma<br />
- 56 -<br />
..................................................<br />
Le domande dovr<strong>anno</strong> pervenire dal 1/4/<strong>2009</strong> al 30/06/<strong>2009</strong><br />
LETTERE ALLA REDAZIONE<br />
- 57 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
Gottolengo 22.12.08<br />
Spett.le Drezione/Redazione de il “<strong>Redone</strong>” presso il- Parroco Rev.do -Don Saverio<br />
Leggo con un certo stupore, misto ad amarezza, quanto il “<strong>Redone</strong>” di Natale, riporta fra le sue pagine,<br />
la vicenda di quella famiglia che viene ospitata su una “Roulotte”, sotto il porticato sito nel cortile<br />
della nostra Chiesetta dell’Incidella. La lettera di Don Saverio al Signore o Signora che ha mandato al<br />
Sindaco del nostro paese quella specie di.... “avvertimento”, chiarisce la situazione in un modo che<br />
non lascia spazio ad altre interpretazioni. Un grazie a Don Saverio per la sua limpidezza unita a tanta<br />
bontà. Come cittadina e parrocchiana di Gottolengo mi sento di rivolgere anch’io due parole a quella<br />
persona “anonima” che si è permessa, oltre che ad offendere, unire quell’avvertimento, quasi fosse<br />
una minaccia o chissà che cosa. Chiunque esso/a sia non se ne faccia un vanto. L’Incidella non è,<br />
nè la Piazza del Municipio, nè il parcheggio antistante la Palestra Comunale. Inoltre, il territorio del<br />
paese è tutelato da apposite ordinanze in tema di “soste” di nomadi e non.<br />
Semmai, qualche appunto poteva essere fatto al Parroco quale “gestore” e “garante” del patrimonio<br />
della <strong>Parrocchia</strong>. Patrimonio che può (per sua cortesia) essere dato in “uso” a parrocchiani (come già<br />
avviene), ma non per questo farlo diventare per loro, luogo esclusivo. Tutto ciò anche per altri luoghi<br />
sacri e non. Al Vescovo “Mons. Monari, al quale tutti i Sacerdoti devono a Lui obbedienza; a Don Saverio;<br />
alla Garitas Diocesana ed a quella locale, la mia vicinanza morale per quanto st<strong>anno</strong> facendo<br />
e far<strong>anno</strong> per soccorso ai più bisognosi, compresa quella famiglia, con bambini, la quale, per via dei<br />
vari canali della carità cristiana è giunta fino qui, sotto un portico, ma almeno al riparo da qualsiasi<br />
intemperie. Alla... “Signora Sindaco” (per volere di una maggioranza’) tutta la mia solidarietà, la mia<br />
amicizia e la mia stima di sempre.<br />
Buon lavoro a tutti. E, come dice quasi ogni sera un simpatico presentatore della TV, alla fine del suo<br />
programma, ripeto anch’io: “ Che Dio vi benedica”.<br />
Spett.le Direzione/redazione : “ IL REDONE”<br />
Rosi Caprinetti<br />
Gottolengo 10.02.09<br />
Se mi è consentito vorrei esprimere un mio pensiero in memoria di Eluana Englaro<br />
Eluana, nome che ormai tutti conosciamo, come conosciamo il tuo bel viso di donna giovane<br />
e piena di vita. Vita, che un brutto destino ha voluto, se non spezzare completamente, lasciare<br />
immota in un letto d’Ospedale. Chi ti ha accudita,curata ed amata per più di 15 anni e che<br />
lo avrebbe fatto ancora fino all’ultimo tuo respiro naturale, ti h<strong>anno</strong> vista portare via da loro<br />
per un altro luogo. Quel luogo desti nato ad essere il punto fermo del tuo ultimo “anticipato<br />
viaggio”.<br />
Sicuramente avr<strong>anno</strong> pianto e pregato, la tue Suore, come far<strong>anno</strong> di più adesso che non ci<br />
sei più.<br />
In questi ultimi tempi, molti di noi h<strong>anno</strong> seguito il tuo calva rio e, al di là di qualsiasi atto o<br />
polemica, suscitati da quanto, al tri h<strong>anno</strong> deciso per te, l’unico pensiero era rivolto solo, a<br />
co me sarebbe stato il tuo “trapasso”. Ora lo sappiamo.<br />
Da credente, sono certa che Dio, nella Sua infinita misericordia ascolterà la preghiera che<br />
la liturgia della Sua Chiesa recita per chi lascia questa terra. E lo farà anche per tè Eluana,<br />
ovunque sarà il tuo corpo: “ Ora è nelle Tue mani, quest’anima che mia hai data, acco glila o<br />
Signore, da sempre Tu l’hai amata, è preziosa ai Tuoi occhi”,<br />
Il mio commosso: “L’eterno riposo..........”<br />
Rosi Caprinetti
Il <strong>Redone</strong><br />
MACRAME’<br />
Macramè è un gruppo di solidarietà sociale che agisce con attività varie, sparse in paesi diversi<br />
a favore di persone rese svantaggiate dalla vita.<br />
Nel nostro paese di Gottolengo, e specificamente nel nostro Oratorio, il gruppo Macramè svolge<br />
l’attività di “Cucina, con un folto gruppo di volontari a vantaggio degli utenti di questo servizio.<br />
Oltre all’attività di cucina il gruppo finalizza la sua azione all’accoglienza e al riinserimento<br />
delle persone interessate al progetto.<br />
Sull’attività e sul clima fraterno e solidale dell’iniziativa lasciamo parlare le fotografie.<br />
- 58 -<br />
BATTESIMI 2008<br />
BATTESIMI <strong>2009</strong><br />
- 59 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
CRONACHE DI VITA PARROCCHIALE E DEL PAESE<br />
Anagrafe<br />
31. FALAPPI GIUSEPPE<br />
di Ferdinando e di Gatti Anna Teresita<br />
nato a Brescia il 6 settembre 2008<br />
battezzato a Gottolengo il 28 dicembre 2008<br />
32. BAZZANA GIUSEPPE<br />
di Marco e di Ronchi Monica<br />
nato a Asola (MN) l’8 dicembre 2008<br />
battezzato a Gottolengo il 28 dicembre 2008<br />
01. ANTONINI EMMA<br />
di Piergiorgio e di Canova Daria<br />
nata a Manerbio l’11 settembre 2008<br />
battezzata a Gottolengo l’11 gennaio <strong>2009</strong>
Il <strong>Redone</strong><br />
01. Il Sabato 21 febbraio <strong>2009</strong><br />
alle ore 11.00<br />
nella chiesa parrocchiale<br />
di Gottolengo<br />
h<strong>anno</strong> contratto matrimonio<br />
MARAZZI LUCA e<br />
CAMOZZI MARZIA<br />
40. GRISETTI ADRIANO<br />
nato a Montemagna (PD)<br />
il 26 febbraio 1944<br />
morto il 23 dicembre 2008<br />
funerale e sepoltura<br />
a Gottolengo<br />
il 24 dicembre 2008<br />
MATRIMONI 2008 DEFUNTI <strong>2009</strong><br />
DEFUNTI 2008<br />
41. FAPPANI EVELINA<br />
nata a Gottolengo<br />
il 10 febbraio 1927<br />
morta a Manerbio<br />
il 23 dicembre 2008<br />
funerale e sepoltura<br />
a Gottolengo<br />
il 26 dicembre 2008<br />
- 60 -<br />
FUORI PARROCCHIA<br />
Il sabato 7 febbraio<br />
Nel santuario della Madonna<br />
della Neve in Gambara<br />
H<strong>anno</strong> contratto matrimonio<br />
ZUCCHELLI EMANUELE e<br />
RUZZENENTI LUANA<br />
01. SARAGOZZA ANGELA<br />
nata a Antegnate (BG)<br />
il 10 novembre 1922<br />
morta a Manerbio<br />
il 4 gennaio <strong>2009</strong><br />
funerale e sepoltura<br />
a Gottolengo<br />
il 7 gennaio <strong>2009</strong><br />
04. ROVERSI LUIGI<br />
nato a Gottolengo<br />
il 13 novembre 1919<br />
morto a Manerbio<br />
l’11 gennaio <strong>2009</strong><br />
funerale e sepoltura<br />
a Gottolengo<br />
il 13 gennaio <strong>2009</strong><br />
02. DABELLANI CATERINA<br />
nata a Gambara<br />
il 21 gennaio 1923<br />
morta a Manerbio<br />
il 6 gennaio <strong>2009</strong><br />
funerale e sepoltura<br />
a Gottolengo<br />
l’8 gennaio <strong>2009</strong><br />
05. BUCCELLI MARIO<br />
nato a Gambara<br />
il 26 marzo 1935<br />
morto a Gottolengo<br />
il 12 gennaio <strong>2009</strong><br />
funerale e sepoltura<br />
a Gottolengo<br />
il 14 gennaio <strong>2009</strong><br />
- 61 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
03. TAINO MARIA<br />
nata a Fiesse<br />
il 17 settembre 1924<br />
morta a Gottolengo<br />
il 10 gennaio <strong>2009</strong><br />
funerale e sepoltura<br />
a Fiesse<br />
il 12 gennaio <strong>2009</strong><br />
06. PEA FELICE<br />
nato a Verolavecchia<br />
il 16 maggio 1925<br />
morto a Gottolengo<br />
il 12 gennaio <strong>2009</strong><br />
funerale e sepoltura<br />
a Gottolengo<br />
il 14 gennaio <strong>2009</strong>
Il <strong>Redone</strong><br />
07. DONINELLI OLIVA<br />
nata a Gottolengo<br />
il 10 aprile 1922<br />
morta a Manerbio<br />
il 14 gennaio <strong>2009</strong><br />
funerale e sepoltura<br />
a Gottolengo<br />
il 17 gennaio <strong>2009</strong><br />
10. MAZZESI GILBERTO<br />
nato a Ravenna<br />
il 12 dicembre 1920<br />
morto a Brescia<br />
il 16 febbraio <strong>2009</strong><br />
funerale e sepoltura<br />
a Gottolengo<br />
il 18 febbraio <strong>2009</strong><br />
08. PINI GIUDITTA<br />
nata a Gottolengo<br />
il 15 luglio 1923<br />
morta a Gottolengo<br />
il 30 gennaio <strong>2009</strong><br />
funerale e sepoltura<br />
a Gottolengo<br />
il 2 febbraio <strong>2009</strong><br />
11. CHIARI GINO<br />
nato a Gottlengo<br />
il 16 dicembre 1946<br />
morto a Gottolengo<br />
il 28 febbraio <strong>2009</strong><br />
funerale e sepoltura<br />
a Gottolengo<br />
il 3 marzo <strong>2009</strong><br />
- 62 -<br />
09. PEZZI LUCIA<br />
nata a Gottolengo<br />
il 16 dicembre 1912<br />
morta a Brescia<br />
il 1° febbraio <strong>2009</strong><br />
funerale e sepoltura<br />
a Gottolengo<br />
il 3 febbraio <strong>2009</strong><br />
12. FACCHI MARIO<br />
nato a Gottolengo<br />
il 17 marzo 1937<br />
morto a Brescia<br />
il 13 marzo <strong>2009</strong><br />
funerale e sepoltura<br />
a Gottolengo<br />
il 16 marzo <strong>2009</strong><br />
FRANZOSI RACHELE<br />
nata a Remedello<br />
il 7 luglio 1986<br />
morta a Brescia<br />
il 31 gennaio <strong>2009</strong><br />
funerale e sepoltura a<br />
Remedello<br />
il 3 febbraio <strong>2009</strong><br />
MORTE E SEPOLTURA IN ALTRI PAESI<br />
GHIRARDI CARLA<br />
nata a Pavone Mella<br />
l’13 agosto 1932<br />
morta a Cremona<br />
il 22 novembre 2008<br />
funerale a Chiesuola di Pontevico<br />
e sepoltura a Pontevico<br />
il 24 novembre 2008<br />
- 63 -<br />
Il <strong>Redone</strong><br />
SUOR PAOLINA<br />
(LINA) DONINELLI<br />
nata a Gottolengo<br />
il 30 agosto 1920<br />
morta a Guarulhos<br />
San Paolo - Brasile<br />
il 14 marzo <strong>2009</strong><br />
funerale e sepoltura<br />
a Guarulhos<br />
il 15 marzo <strong>2009</strong><br />
Questa edizione de “Il <strong>Redone</strong>” racchiude i primi due numeri dell’annata <strong>2009</strong>.<br />
Per ragioni varie non si è potuto mettere in stampa il primo numero all’inizio della<br />
Quaresima, per questo, in un secondo momento, si è deciso di unire<br />
i messaggi quaresimali a quelli Pasquali con tutto il materiale riguardante<br />
i due periodi della vita della parrocchia.<br />
Con l’occasione di questo primo bollettino del <strong>2009</strong> si raccolgono le collaborazioni<br />
libere che rendono possibile l’edizione di questo periodico.<br />
Si suggerisce come minimo l’apporto di € 15.00 o € 30 per le spedizioni<br />
per via postale,
Pranzo dei volontari dell’Oratorio<br />
Vita parrocchiale in foto<br />
Inverno di neve anche a Gottolengo- Anno 2008-<strong>2009</strong><br />
Presepi in parrocchia 2008-<strong>2009</strong><br />
Carnevale in Oratorio<br />
GRINV in oratotio<br />
Inaugurazione sede<br />
Gruppi Caccia e Pesca