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Dario Ponti per la pace - ATS pro Terra Sancta

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12 aprile 2010<br />

Ritorniamo quindi al punto di partenza, l’ imbarco bagagli, che avviene senza<br />

intoppi. Sono le due e decidiamo di dirigerci verso l’area dei ristoranti e con<br />

grandissima sorpresa scopriamo che c’è un McDonald’s: nalmente del malsano e<br />

grasso cibo occidentale! Anche qui si vede il clima di generale didenza e terrore<br />

che ha caratterizzato no ad ora il nostro soggiorno all’ aeroporto, infatti accanto a<br />

noi passano spesso soldati armati no ai denti. Al<strong>la</strong> ne del pasto ci spostiamo all’<br />

area check-in e, dopo averlo su<strong>per</strong>ato, ci muoviamo verso <strong>la</strong> stanza del controllo dei<br />

passaporti, dopo <strong>la</strong> quale arriviamo al<strong>la</strong> zona dei duty free.<br />

Sono solo le sedici e il volo è tra più di tre ore. Decidiamo quindi di giocare a carte<br />

e di passeggiare <strong>per</strong> i negozi. Il tempo passa lentamente, ma nalmente scoccano le<br />

sei e mezzo e ci precipitiamo al<strong>la</strong> zona di imbarco. Tra i passeggeri che aspettano,<br />

riconosciamo il mitico Tommi, volontario del<strong>la</strong> Custodia e nostro amico; a Tommi,<br />

che sembra un arabo, hanno sequestrato il computer con tutto il <strong>la</strong>voro del<strong>la</strong> tesi di<br />

dottorato e lui è piuttosto preoccupato. Ci viene comunicato che l’ aereo è in ritardo<br />

di un’ altra ora e si sparge <strong>la</strong> voce che ogni tanto vengono addirittura annul<strong>la</strong>ti i<br />

voli così in ritardo, ma, <strong>per</strong> fortuna, alle ore venti si a<strong>pro</strong>no i cancelli e le hostess ci<br />

danno il benvenuto a bordo. Il viaggio in notturna si svolge senza partico<strong>la</strong>ri intoppi;<br />

calmiamo <strong>la</strong> fame con i panini p<strong>la</strong>sticati al formaggio oerti dal<strong>la</strong> compagnia.<br />

Sono le ventitrè e trenta quando sbarchiamo al<strong>la</strong> Malpensa, prendiamo i bagagli e<br />

veniamo accolti dai nostri familiari. Ci salutiamo; il giorno dopo riprenderemo <strong>la</strong><br />

scuo<strong>la</strong>, stanchi, ma puntuali n dal<strong>la</strong> prima ora, <strong>pro</strong>nti al nostro posto, <strong>per</strong>chè siamo<br />

grati dell’ es<strong>per</strong>ienza vissuta e del<strong>la</strong> grazia di aver incontrato una realtà diversa e<br />

contemporanea che ci ha aiutato a crescere <strong>per</strong> capire che non tutto è dovuto, ma<br />

spesso è letteralmente rega<strong>la</strong>to.<br />

Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: “Su di te sia <strong>pace</strong>!”<br />

Per <strong>la</strong> casa del Signore nostro Dio, chiederò <strong>per</strong> te il bene. Salmo 121<br />

“Nell’addio nale che il pellegrino rivolge al tempio, al<strong>la</strong> “casa del Signore nostro Dio”,<br />

si aggiunge al<strong>la</strong> <strong>pace</strong> il “bene”” Si ha, così, in forma anticipata il saluto francescano:<br />

“Pace e bene”. È un auspicio di benedizione sui fedeli che amano <strong>la</strong> città santa, sul<strong>la</strong><br />

sua realtà sica di mura e pa<strong>la</strong>zzi nei quali pulsa <strong>la</strong> vita di un popolo, su tutti i fratelli<br />

e gli amici. In tal modo Gerusalemme diventerà un foco<strong>la</strong>re di armonia e di <strong>pace</strong>.<br />

Benedetto XVI, Natale 2008

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