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stiamo lavorando a un progetto assolutamente innovativo volto a costruire – e
promuovere – il sistema socio assistenziale italiano attraverso la creazione
del primo portale web interattivo tra la domanda di assistenza all’anziano e
l’offerta. Per dare al settore il giusto valore ed accrescerne la credibilità, vogliamo
dargli una aperta e comparata visibilità, nell’ottica di una modernizzazione del
sistema, e a favore dei crescenti bisogni della collettività.
Le strutture saranno ospitate in una banca dati, pubblicata gratuitamente e da loro
direttamente aggiornabile. Liberamente consultabile dal pubblico finale, è volta a
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1
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START UP
di Giovanna Glionna
Essere efficienti nella gestione dei servizi in
ambito socio-sanitario è diventato un imperativo
per razionalizzare le attività e i costi. Ma la qualità
e la sicurezza dei servizi non potranno comunque
prescindere dall’attenzione che – sempre di più –
va data all’ospite
Vengono chiamati in gergo ‘servizi alberghieri’, e sempre più
spesso anche nelle strutture socio-assistenziali in regime di
accreditamento sono i familiari ad essere chiamati a coprirne
l’incidenza economica. Cosicché ospiti e familiari diventano, di
fatto, veri e propri ‘clienti’. Eppure, quello del customer care e della
conseguente customer satisfaction sono concetti che tutt’oggi
ben di rado vengono richiamati dagli addetti ai lavori nei convegni
piuttosto che nei progetti. Ecco perché partecipando alla seconda
edizione di RSA Summit, svoltasi a Milano lo scorso 13 marzo,
ospiti dell’IIR - Istituto Internazionale di Ricerca che ne ha curato
l’organizzazione, non abbiamo mancato di osservare come quei
servizi che in ambito turistico-alberghiero rappresentano un ovvio
elemento di competitività commerciale, vengono decisamente
ignorati in sede socio-sanitaria. Evidentemente ancorati ad un’idea
assistenzialistica pubblica, si continua a sottovalutare il concetto
di servizio ‘a valore aggiunto’ nonché il fatto che possa rappresentare
quell’elemento di competitività e di apertura a nuove frontiere
di mercato in grado di trasformare un sistema che sta dando ormai
da anni segnali di grave criticità e non ulteriore sostenibilità.
Ma quanto l’attuale sistema potrà ancora resistere alla forza
dirompente di una conoscenza sempre più tecnologica e ‘social’?
L’approccio-tipico dei dirigenti delle RSA sembra perlopiù
rimanere quello di farsi riconoscere primariamente come soggetto
pubblico, evitando – di fatto – un confronto diretto col consumatore.
Tendendo ad ignorare come sia comunque già in atto una
profonda trasformazione culturale da parte dell’utenza, e ciò non
tanto per ciò che riguarda l’ospite, ovviamente già anziano, quanto
soprattutto per i suoi familiari, potenziali prossimi clienti delle strutture,
che hanno una visione decisamente evoluta e sempre meno
disposta ad assimilare quel concetto di vecchiaia rassegnata e
‘cronica’, che invece ancora oggi prevale in troppe strutture.
Un immobilismo pericoloso ed ancora generalizzato, nel quale cominciano
tuttavia a spiccare le eccezioni. Una evidente inversione
di tendenza è quella in atto da un paio d’anni, che vede l’aumento
delle campagne pubblicitarie (soprattutto sui quotidiani locali) di
strutture, anche accreditate, che si propongono ad un’utenza evidentemente
più consapevole ed esigente, in maniera privatistica.
E che per farlo enfatizzano le peculiarità legate al servizio e al benessere,
tralasciando quelle sanitarie.
Suonerebbe certamente provocatorio, ma altrettanto dirompente,
immaginare un convegno dal significativo e quanto mai alternativo
titolo: Il futuro dell’assistenza socio-sanitaria senza accreditamento.
Realtà o fantasia?
6
sommario Numero
DALLA COPERTINA LE ESCLUSIVE
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21
43
RSA SUMMIT 2013
L’alta incidenza dei costi dei servizi alberghieri impone un
controllo di gestione sempre più efficiente. Mentre cresce
l’importanza dei servizi ‘no core’ secondo la valutazione di
ospiti e familiari. Insourcing o outsourcing? Il confronto a
Milano durante RSA Summit 2013, dedicato al tema “La
gestione efficiente dei servizi in ambito socio-sanitario”
DOSSIER AUSER
Quante sono, quanto costano, come funzionano le Residenze
Sanitarie Assistite? A questi interrogativi cerca di rispondere
l’ampia e articolata indagine realizzata da Auser, presentata a
fine 2012, che fotografa una realtà complessa, disomogenea e
frammentata
Le Novità Prodotto
LE RUBRICHE
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40
Numero 2/2011
1/2013
NUOVE PROGETTUALITà
Bioarchitettura, ecosostenibilità, risparmio energetico.
Anche nella nuova progettualità delle residenze per anziani si
cominciano ad evidenziare nuove filosofie costruttive, in linea
con le trasformazioni culturali e sociali dei tempi. Dove anche il
fattore estetico ha la sua importanza
NUOVE VISIONI
Una struttura prefabbricata in legno, spazi che richiamano la
distribuzione abitativa e non ospedaliera, risparmio energetico,
atmosfere con qualcosa in più. La nuova residenza in costruzione
ad Albaredo d’Adige Ca’ de Nonni promette una nuova e più
sensibile accoglienza per i suoi ospiti, con un comfort olistico e
al contempo con un contenimento dei costi di gestione
SOLUZIONI BIO
Nel quartiere Sanpolino nella periferia di Brescia sorge una
recentissima residenza per anziani, denominata BIRD. Il suo
progetto ha un carattere sperimentale, caratterizzato da una
struttura portante metallica e dall’uso minimo di materie non
rinnovabili a favore di materiali eco-compatibili
ATTUALITà
L’unione fa la forza. Oggi, con la crisi che incalza, sono
sempre più diffusi i tentativi di risparmiare attraverso forme di
spesa collettiva. Dopo il car sharing e i gruppi di acquisto, la
tendenza si è estesa anche ai servizi alla persona, in particolare
degli anziani, attraverso la formula della cosiddetta ‘badante
condominiale’
PROFILI
A Dosson di Casier sorge una splendida residenza del gruppo
Orpea che coniuga l’aspetto tecnico-assistenziale a quello
sorprendentemente piacevole di spazi comuni e aree private,
con risultati a dir poco incredibili e dove alla persona nella sua
interezza viene data la priorità assoluta
GIVE ME FIVE!
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7
8
attualità
LA SFIDA DELL’
L’alta incidenza dei
costi dei servizi
alberghieri impone
un controllo di
gestione sempre più
efficiente. Mentre
cresce l’importanza
dei servizi ‘no
core’ secondo
la valutazione di
ospiti e familiari.
Insourcing o
outsourcing? Il
confronto a Milano
durante RSA Summit
2013 dedicato al
tema “La gestione
efficiente dei servizi
in ambito
socio-sanitario”
Nell’elaborazione grafica, alcune immagini delle residenze
italiane di Asti e Casier del Gruppo Orpea, nelle quali arredi
e servizi sono concepiti in un’ottica di massima attenzione
all’ospitalità di taglio alberghiero.
ECCELLENZA
Il 13 marzo scorso nel milanese,
presso il Centro Congressi Humanitas,
si è tenuta la seconda edizione
di RSA Summit. Organizzato da IIR
- Istituto Internazionale di Ricerca, l’incontro
è stato dedicato ai servizi che,
nelle RSA, vengono comunemente definiti
“no core”, quali ad esempio ristorazione,
sanificazione, lavanolo/lavanderia,
arredo, logistica del farmaco.
La gestione di queste attività riveste
grande importanza all’interno di una
struttura socio-sanitaria. I servizi alberghieri
infatti hanno un peso fondamentale
nella percezione della qualità del
servizio da parte degli ospiti e dei loro
familiari, anche perché sono immediatamente
valutabili, a differenza di quanto
avviene per i servizi core. Al tempo stesso
i servizi no core hanno un’elevata
incidenza sui costi di una RSA, pertanto
assumono un significativo rilievo an-
9
10
SPECIALE /RSA SUMMIT 2013
che sotto il profilo economico.
La giornata di studio ha costituito l’occasione
per approfondire il tema della
gestione efficiente dei servizi in
ambito socio-sanitario ed assistenziale,
per una riflessione a 360 gradi
sul loro ruolo nelle RSA, e sull’ormai
annosa questione dell’opportunità o
meno della gestitone dei servizi no core
dall’interno o dall’esterno delle strutture.
Durante la giornata si sono alternati interventi
di esperti e presentazioni di
esperienze dirette di gestione dei servizi
no core in outsourcing o in insourcing
illustrate da responsabili dei vari settori
di RSA o di altre strutture pubbliche di
assistenza, favorendo così il confronto
di vari punti di vista, anche molto diversi
fra loro.
Ristorazione, pulizia degli ambienti, lavanderia,
gestione farmaci. Questi i temi
ricorrenti durante la giornata, esaminati
sia dal punto di vista dell’efficienza, della
funzionalità e dell’economicità che da
quello del miglior servizio possibile offerto
agli ospiti.
Il quadro della situazione nelle RSA, in
LE FASI DELLA SALUTE NELL’INVECCHIAMENTO
Salute: stato di benessere bio-psico-sociale
Vulnerabilità: perdita temporanea della salute ma capacità di rispondere
autonomamente agli insulti
Fragilità: perdita temporanea e/o prolungata della salute e necessità di
sostegno per rispondere agli insulti
DiSabilità: perdita permanente della salute e condizione di dipendenza
(Dall’intervento di Renzo Bagarolo, Direttore sanitario dell’Istituto Palazzolo,
Fondazione Don Gnocchi, Milano.)
Pensare all’incidenza dei costi alberghieri come una
pura voce di spesa, eventualmente da ridurre, è
una prospettiva che può rivelarsi a lungo termine
non corretta. Soprattutto in un’ottica di mercato
più aperto e competitivo. Dove proprio la qualità e
l’ampiezza dei servizi aggiunti fanno la differenza
relazione all’esternalizzazione, è stato
presentato da Antonio Sebastiano, Direttore
dell’Osservatorio RSA dell’Università
Cattaneo, che ha evidenziato
come (secondo la specifica forma di
classificazione detta “di Mintzberg”) i
servizi alberghieri nelle RSA siano riconducibili
ai servizi di supporto: quelli,
cioè, che servono di funzionamento per
il nucleo operativo di base e che vengo-
no tradizionalmente letti come no core.
In quanto considerati non strategici e
altamente standardizzabili, sono stati i
primi servizi ad essere oggetto di processi
di outsourcing. “Se può essere
corretto dal punto di vista teorico – ha
affermato il relatore – non lo è però dal
punto di vista sostanziale, perché è proprio
l’aspetto alberghiero che contribuisce
a determinare la percezione di qualità
del servizio da parte di ospiti e familiari,
essendo valutabile con maggior
immediatezza delle attività di assistenza
vera e propria. Oltre ad incidere sulla
qualità della vita degli ospiti, soprattutto
per quanto riguarda la ristorazione, essi
sono oggetto di particolare attenzione
da parte di chi paga il conto.”
Il dott. Sebastiano ha poi presentato e
paragonato i dati sui costi dei servizi
alberghieri derivanti da quattro progetti
di benchmarking in RSA, effettuati dal
2007 al 2011.
L’analisi ha evidenziato l’elevata incidenza
dei costi alberghieri nell’insieme delle
voci di spesa (da un minimo del 12
ad un massimo del 19 per cento). Fra
questi il costo più elevato è quello della
ristorazione (dal 50,61 al 55,35 per
cento), seguito dal costo della pulizia
(dal 27,69 al 29,02 per cento) e poi da
quello della lavanderia (dal 16,11 al
20,37). “L’Osservatorio sulle RSA – ha
aggiunto il relatore – ha assistito negli
anni ad un crescente ricorso
all’outsourcing dei servizi alberghieri. La
tendenza si sta estendendo anche ai
Quali servizi core, e quali no? E ancora:
meglio affidarsi a servizi esterni,
oppure gestirli con risorse interne?
servizi core, e sono in crescita, seppure
ancora molto rari, i casi di global service.”
L’esternalizzazione della lavanderia piana
è ormai una costante, sono rarissimi
i casi di gestione interna. La lavanderia
minuta (cioè dei capi degli ospiti) registra
una leggera prevalenza della gestione
interna. Molto frequente è l’appalto
del servizio di pulizia e sanificazione
ambienti, anche se vi sono casi numericamente
non trascurabili di gestione
mista. Nella ristorazione prevale la
gestione esterna, anche se non in misura
marcata. Si stanno registrando anche
casi di re-internalizzazione dei servizi
alberghieri, in primo luogo di quelli di
ristorazione.
Dunque make or buy? Non esiste una
ricetta universale. Una maggiore economicità
nella gestione è di solito il motivo
di base nella scelta dell’outsourcing,
ma non può essere sempre l’unica dimensione
da considerare: devono infatti
essere valutate sia la dimensione
strategico-organizzativa che quella economica
e di contesto.
Per Federico Guidoni, del gruppo Segesta
(che in otto Regioni italiane gestisce
quotidianamente oltre 6300 persone,
fra gli utenti ricoverati e quelli seguiti
tramite assistenza domiciliare) considerare
no core i servizi alberghieri è una
“definizione stretta”. “Infatti essi – ha
affermato – hanno un significativo
11
12
SPECialE /RSa SuMMit 2013
impatto economico, una rilevante incidenza
di costo su quello complessivo
dei servizi socio-sanitari residenziali e
semi-residenziali, e un forte impatto sugli
ospiti in termini di qualità percepita.”
A seguito delle analisi effettuate all’interno
del Gruppo, è emerso inoltre che,
nel loro caso, la gestione interna è molto
più economica: una giornata alimentare
gestita con il servizio interno costa
7,1 euro, con il servizio esterno 8,2: cifre
che, se moltiplicate per il grande
numero di utenti, possono davvero comportare
differenze economiche significative.
Elevata anche la differenza di costo registrato
tra la gestione diretta o in appalto
delle pulizie: per tale ragione anche
questo servizio, nella maggior parte
delle strutture del Guppo Segesta, viene
gestito direttamente.
Una scelta tutta orientata all’interno, la
loro, apparentemente in controtendenza
con quelle effettuate in molte altre RSA,
e sulla quale incidono molti fattori, fra
cui sicuramente uno dei principali è la
notevole dimensione del Gruppo, che
consente la disponibilità di spazi adeguati,
del corretto know-how, e la capacità
finanziaria per effettuare gli investimenti
necessari. Rilevante è anche il
fatto che, disponendo di molte strutture,
è possibile spostare dall’una
all’altra il personale in caso di necessità,
ottimizzare le spese per gli acquisti,
che vengono effettuati da un
Non esiste una soluzione scientificamente garantita in termini di convenienza.
Le diverse case histories dei maggiori gruppi operanti in Italia mostrano infatti
criteri gestionali persino opposti fra loro. Indubbiamente, comunque, le dimensioni
della struttura rappresentano il punto focale su cui impostare logiche
gestionali ed eventuali economie di scala.
La scelta di esternalizzare i servizi – ma anche
quella esattamente opposta – presenta aspetti
positivi e convenienti. Ma la decisione finale deve
tener conto di una serie più complessa di fattori,
difficilmente standardizzabile
unico centro, e la disponibilità di una
struttura che esegua costantemente i
necessari controlli di qualità.
Cosa avviene invece negli ospedali? A
questo proposito è stata portata la testimonianza
di Raffaella Bambi, Responsabile
gestione controllo qualità servizi
in appalto dell’ospedale Careggi di Firenze.
L’Azienda Ospedaliero-universitaria
Careggi, nata dall’integrazione del
Sistema Sanitario Toscano e dell’Università
di Firenze, è caratterizzata dallo
svolgimento congiunto di attività assistenziali,
didattiche e di ricerca. “Obiettivo
fondamentale della struttura – ha
affermato la relatrice – è il raggiungimento
del più elevato livello di risposta
alla domanda di salute.”
L’Azienda, per perseguire l’ottimale realizzazione
del percorso diagnostico-terapeutico
e riabilitativo, ha adottato
come modello organizzativo il Dipartimento
ad Attività Integrata (D.A.I.). I Dipartimenti
sono istituiti in base al criterio
della completezza del percorso assistenziale.
In ogni dipartimento operano
Strutture Organizzative Dipartimentali
(S.O.D.) costituite da equipe specialistiche
che prendono in carico l’assistito e
lo seguono in tutto il suo percorso.
Altissimi i numeri di questa grande struttura,
che conta 37 padiglioni, 251.107
mq, 5903 dipendenti, 1600 posti letto.
Grosse cifre anche per gli appalti attualmente
in corso per i servizi in
outsourcing, attivati rispettivamente per
la pulizia, per il servizio di lavanolo, per
il servizio di ristorazione (suddiviso in
due, il primo per trasporto, vitto, sanificazione
e manutenzione carrelli e l’altro
per la fornitura delle derrate alimentari),
e dove nel tempo si è passati da un
contratto di prestazione ad un contratto
di risultato.
Il funzionamento dei servizi forniti
all’Ospedale dalle aziende esterne viene
infatti continuamente monitorato attraverso
sofisticati sistemi per la verifica
costante della qualità offerta. Sono previste
particolari procedure se la qualità
reale – come può avvenire – si discosta
da quella stabilita dal contratto.
Favorevole all’outsourcing anche la dottoressa
Stefania Repinto, Direttore Generale
del Gruppo Senior Service, “perché
permette una struttura organizzativa
più flessibile e snella, consentendo ai
gestori di concentrarsi sugli aspetti
strategici della gestione anziché su
quelli strettamente operativi. Inoltre
queste formule garantiscono l’elevata
competenza degli operatori, dando anche
la possibilità di stipulare accordi
con il fornitore per una migliore flessibilità
di acquisto dei servizi stessi.” E la
GLOSSArIO
qualità dei servizi, sempre importante,
lo è ancora di più nell’attuale periodo
di crisi, che viene avvertita anche
in questo settore, sia da parte del pubblico
che paga la parte sanitaria, che da
parte delle famiglie che devono pagare
la parte relativa ai servizi alberghieri. Si
è visto un calo dei ricoveri, mentre serve
una buona percentuale di occupazio-
Core buSineSS:
Attività principale verso la quale sono orientate le scelte strategiche e le
politiche aziendali, e con cui si identifica la fase produttiva principale di una
determinata impresa. In sostanza, l’attività primaria di una società o di un
gruppo: il core business di un’azienda è la principale attività aziendale di
tipo operativo che ne determina il compito fondamentale preposto ai fini di
creare un fatturato ed un conseguente guadagno.
Core e non Core:
La teoria d’impresa distingue aree aziendali core e non core.
Non è core tutto ciò che è parte dei cosiddetti “processi di supporto” , cioè
che non rientra nella mission principale dell’azienda.
Ciò che non è core business può essere esternalizzato.
eSternalizzazione, o outSourCing
È il processo attraverso il quale un’azienda affida ad un fornitore esterno
la gestione di alcune operazioni che non fanno parte del proprio core business.
internalizzazione, o inSourCing
Letteralmente significa approvvigionamento interno, e indica il mantenimento
di una attività all’interno dell’azienda.
benChmark
Benchmark – o benchmarking – è una metodologia basata sul confronto
sistematico con altre aziende, che in seguito al confronto effettuato può
avviare processi di miglioramento.
CuStomer SatiSFaCtion
Strumento per misurare la soddisfazione del cliente.
13
14
SPECialE /RSa SuMMit 2013
ne delle strutture per non andare in
perdita. A tale scopo è fondamentale la
qualità dell’immagine della struttura e
del passaparola. Ecco perché il Gruppo
Senior Service dà grande importanza
alle verifiche di qualità, per le quali uno
dei principali strumenti è rappresentato
dai questionari di customer satisfaction.
Il Gruppo ha riscontrato effettivi vantaggi
dalle partnership gestionali avviate. Il
fatto, per esempio, di poter contare su
un unico riferimento per diversi servizi e
per diverse strutture, la garanzia di standard
elevati ed omogenei per diverse
Residenze, servizi a 360° dal partner
gestionale, comprensivi di attrezzature
e materiale necessario, la riduzione di
approvvigionamenti diretti, un fornitore
unico per più strutture e servizi, operatore
specializzato fortemente attivo nel
settore, il che porta all’ottenimento di
migliori condizioni economiche, il miglioramento
continuo e diffuso dell’offerta
dal confronto costante di esperienze
diverse.
Vantaggi della partnership gestionale vi
sono anche per ogni singola struttura, e
possono essere così riassunti: un unico
riferimento per diversi servizi; la migliore
gestione del personale in caso di assenze
e turnover; il miglioramento continuo
e quotidiano, perché ogni struttura
beneficia concretamente e tempestivamente
delle best practices identificate
nelle altre, ecc.
Renzo Bagarolo, Direttore sanitario
dell’Istituto Palazzolo della Fondazione
Don Gnocchi di Milano, ha sottolineato
fra l’altro come “conoscenza e valori
sono i fattori determinanti della salute
e del benessere. Dovremmo essere
capaci – ha proseguito – di segmentare
il bisogno, dando servizi adeguati alle
varie tipologie di bisogno: se do tutto a
chi non ne ha bisogno, sbaglio, e viceversa”.
Secondo Bagarolo stiamo passando
dal welfare state alla welfare
community, quindi il servizio va letto non
più come diritto, ma come opportunità.
Per questo, ricordando come le RSA
sono luoghi dove vita e cure si integrano,
ha sottolineato l’importanza di conoscere
le storie di vita delle persone, in
modo da potere fornire interventi personalizzati,
con maggiore soddisfazione
degli utenti finali. “Nei servizi per acuti
La logica dei grandi gruppi italiani di RSA è sicuramente utile da conoscere,
per comprendere a fondo i processi di gestione e controllo di tutti i costi.
La componente
ristorativa sta
dimostrandosi tra le
più considerate ed
apprezzate dall’ospite e
dai suoi familiari
– ha aggiunto – la prevalenza è la malattia,
in quelli per i non acuti è la storia.”
Ecco perché ritiene importante una customer
satisfaction incentrata su questo.
Sull’affidamento in outsourcing della
preparazione dei pasti si è soffermato il
Prof. Andrea Tezzele, Direttore qualità e
controllo del Gruppo Markas, azienda
che, dal 1985, opera nel settore dei
servizi in Italia, Austria e Romania. Occupa
più di 5000 persone e produce
quasi dieci milioni di pasti all’anno. I
vantaggi dell’outsourcing per le aziende
– ha affermato il prof. Tezzele – possono
essere così riassunti: concentrazione
sul proprio core business, razionalizzazione
del personale, maggiore garanzia
per la sicurezza alimentare, certezza dei
costi del servizio, più tempo degli operatori
per i degenti.
Fra gli elementi di criticità ha invece ricordato
vari rischi, fra cui quello di scegliere
partner non adeguati, di predisporre
capitolati carenti negli aspetti
tecnici, di perdita di competenza e professionalità
interne, del mancato rispetto
degli obblighi contrattuali.
Sia che si decida per l’esternalizzazione,
sia che si opti per un servizio
interno, l’importante è l’attenzione
rivolta all’utente/paziente, che deve
essere ascoltato e seguito.
Ha poi presentato alcune case histories
relative a best practice nel campo
dell’alimentazione, fra cui una relativa
alla Casa di riposo Villa Belvedere di
Crocetta di Montello, e il progetto “certificato”
Mensa Sana, con cui si vuole
conciliare un’offerta gastronomica equilibrata
con la creazione di un ambiente
invitante per il consumo dei pasti.
Apparentemente controcorrente è stata
l’esperienza presentata da Claudio Cavalieri,
Direttore di Villaggio Amico. La
struttura infatti è passata dalla gestione
esterna a quella interna, scelta in re-
Il punto focale diventa sempre più quello di liberare risorse da destinare alla
cura dell’ospite-cliente, in una moderna logica di customer care.
15
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SPECIALE /RSA SUMMIT 2013
lazione alla quale il Dott. Cavalieria,
ha presentato le proprie considerazioni
sui pro e contro delle due opzioni, nonché
l’esperienza avviata da Villaggio
Amico per il miglioramento della qualità
dei servizi e per i controlli dei costi.
Marina Di Marco, Direttore medico del
Gruppo Orpea italia e Ernesto Mele,
Direttore della Residenza Casamia-
Borgaro hanno parlato di un altro dei
temi di grande impatto nelle RSA, il
reperimento dei medicinali, in riferimento
alla realtà piemontese. Si tratta di un
aspetto problematico – ha sottolineato
il Dott. Mele – perché nonostante in
Piemonte esista una normativa che garantisce
“la fornitura diretta dei farmaci
per gli ospiti inseriti nelle strutture socio-sanitarie
a gestione diretta o accreditate,
sulla base di quanto previsto nel
rispettivo Prontuario Terapeutico Aziendale
(TPA)” avere i farmaci giusti in
tempi sufficientemente rapidi da essere
compatibili con le esigenze degli
assistiti non è sempre possibile.
Questo in quanto le RSA non possono
disporre di proprie ‘scorte’ interne di
medicinali, che devono essere acquistati
al bisogno, e per una differenza di
prassi fra Asl e Asl, anche geograficamente
vicinissime. A tutto ciò si aggiunge
un’ulteriore difficoltà, e cioè che le
richieste di medicinali, anche se prescritte
dall’ospedale, devono ‘passare’
dalla ricetta del medico di base, che va
chiesta dai familiari, procedura che provoca
ulteriori ritardi nei tempi di reperimento.
I lavori sono stati conclusi da Fabrizio
Pregliasco, Direttore scientifico della
Fondazione Istituto Sacra Famiglia Onlus
di Cesano Boscone, la quale conta
undici sedi concentrate in Lombardia,
Piemonte e Liguria. L’intervento è stato
incentrato sul FASAS (Fascicolo sanitario)
e sui sistemi di classificazione SO-
SIA (Scheda di osservazione intermedia
di assistenza) per razionalizzare attività
e costi. Il dott. Pregliasco – che ha anche
coordinato l’attività della giornata
– ha fra l’altro sottolineato che la qualità
dei servizi, anche dal punto di vista alberghiero,
è l’aspettativa di tutti.
tina.alboresi@areasenior.it
Partecipare ad eventi come il Summit 2013 significa, oggi più che mai,
operare un processo di valutazione e confronto della propria realtà gestionale
con altre, su scala nazionale.
Il who’s who dell’evento
Chi è iiR, iSTiTUTO iNTERNAZiONALE Di RiCERCA,
PROMOTORE DEL SUMMiT RSA
Il Gruppo IIR - Istituto Internazionale di Ricerca, è una multinazionale che
dal 2005 fa parte del Gruppo Informa PLC, società quotata allo Stock
Exchange di Londra.
Da oltre un quarto di secolo sul mercato italiano, propone conferenze,
corsi di formazione, formazione InCompany ed eventi di vario genere per
aggiornare sia sulle ultime novità del mercato che sulle nuove tendenze di
gestione aziendale.
IIR dedica un particolare impegno nell’analisi del settore sanità, favorendo
lo sviluppo di conoscenze specifiche per il personale delle strutture sanitarie
e garantendo l’alta qualità dell’aggiornamento professionale proposto.
Promuove inoltre numerose iniziative specifiche dedicate a questo
settore fra cui, dal 2012, il Summit RSA.
La salute comincia a tavola
Matilde Rossini,
Responsabile
del Settore Igiene
Alimentare
ed Ambientale
dell’ASP Giovanni
XXIII di Bologna,
ha intitolato il
suo intervento al Summit RSA 2013
“Servizio di Ristorazione all’ASP Giovanni
XXIII – Un pasto piacevole per
tutti”. Cosa ha voluto sottolineare con
questa affermazione?
Le esigenze da conciliare sono molteplici
in una Azienda Pubblica di Servizi alla
Persona (ASP) come ASP Giovanni
XXIII ed è difficile raccontarci in poche
parole; la persona che vive nei Centri
Servizi è il centro e riferimento di tutto
ciò che facciamo, non dimentico mai
quando svolgo l’attività lavorativa gli occhi
e gli sguardi di alcuni di loro, o quanto
mi hanno detto e richiesto.
Il percorso alimentare è complesso ed
è frutto di lavoro, cura e attenzione di
molti, costruito per rispondere alle esigenze
nutrizionali della singola persona
anziana affinché la gestione dell’alimentazione
diminuisca il rischio di criticità
nutrizionali per difetto e per eccesso.
Basta un piccolo errore per creare disservizio
e non soddisfare il nostro cliente.
Se la persona mangia con poca soddisfazione,
in un clima rarefatto o troppo
asettico, anche la creazione della migliore
pietanza non ha raggiunto a pieno
l’obiettivo. L’anziano, come ognuno di
noi, mangia coinvolgendo tutti i cinque
sensi, magari un po’ malandati ma ancora
sostenuti da una memoria che lascia
traccia in sorrisi o smorfie, in atteggiamenti
di rifiuto o di accoglienza di quel
piccolo boccone che spesso nei nostri
centri servizi non assume neppure più in
autonomia. Parlare con un operatore o
un familiare che lo ha imboccato, osservare
chi si alimenta permette di capire
se il pasto “è gradevole”. Oltre alla qualità
del pasto è importante il clima che si
Intervista a Matilde Rossini, Responsabile
del Settore Igiene Alimentare ed Ambientale
vive durante il pasto. Ho raccolto negli
anni segnalazioni e lamentele di familiari
e insieme ai colleghi abbiamo capito che
“il pasto gradevole” è una sfida non impossibile
se affrontata insieme.
Come il nostro organismo con tutti i cinque
sensi si appresta ad alimentarsi,
così anche tutti gli attori del percorso
alimentare devono essere consapevoli
dell’importanza dell’obiettivo da raggiungere.
La valutazione della qualità dei pasti
nella sua struttura, così come da lei
descritta durante la sua relazione,
propone un’ottica molto più ampia di
quella comunemente adottata. Si tiene
conto infatti non solo del gradimento
degli utenti diretti, ma anche di
quello di parenti e operatori, e di elementi
collaterali quali la riduzione
dello spreco e l’impatto ambientale.
Come siete giunti a questo tipo di
analisi?
Si è partiti dalla valutazione dello stato
nutrizionale per continuare ad analizzare
tutti gli aspetti di alimentazione, nutrizione,
dietetica, ristorazione collettiva, gare
di appalto, ma anche aspetti specifici
legati alla disfagia, gli integratori alimentari,
le interazioni tra alimentazione e
farmaci, ed alla alimentazione artificiale.
Questa tematica è tra l’altro molto importante
poiché l’intervento nutrizionale
artificiale nei soggetti con demenza severa
ed in fase molto avanzata di malattia,
con associata grave iponutrizione, e
con la difficoltà clinica di stabilire una
prognosi, rimanda a complessi aspetti
etici. Da tutto ciò è nata una sensibilità
generalizzata al tema alimentazione e
abbiamo sviluppato attività parallele a
quanto già era in uso: il servizio di ristorazione
in appalto era già centro di attività
di controllo e azioni di miglioramento
secondo quanto costruito nell’ambito
del nostro sistema qualità.
Ed ecco allora il nuovo obiettivo:
17
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SPECialE /RSa SuMMit 2013
condividere le difficoltà di tutto il percorso
alimentare da chi prepara a chi somministra,
e non ultimo per importanza a
chi consuma, affinché l’essere consapevoli
e condividere le conoscenze permetta
a tutti, secondo la propria professionalità
e livello di responsabilità, di
sapere dare risposte alle criticità che in
ogni momento dell’attività possono
emergere. La condivisione delle conoscenze
è stata raggiunta con attività
formative interne, ogni anno una tematica.
Anche i corsi di formazione per alimentaristi
nel rispetto della normativa
vigente ( L.R. 11/2003) sono stati un
momento di approfondimento operativo
alla luce delle regole igieniche. Le regole
sono utili se si rende chiaro l’obiettivo
da raggiungere: un pasto piacevole è
anche un pasto caldo mantenuto a corrette
temperature che è quello che ci
dice la normativa igienica per prevenire
malattie trasmesse dagli alimenti. La regola
teorica diventa operare correttamente
nel quotidiano, nell’aprire, appoggiare,
porzionare.
Un’attenzione insomma anche nei minimi
particolari.
Un pasto piacevole per tutti: anziani, familiari,
operatori. Un obiettivo impegnativo
e complesso, poiché è trasversale
all’organizzazione del reparto e più in
generale dell’Azienda. Tutto è nel rispetto
delle premesse generali definite nei
capitolati per l’affidamento dell’appalto,
con attenzione agli sprechi e all’impatto
ambientale. Meno rifiuti, meno trasporti
e meno operazioni di smaltimento, minor
Numerosi studi confermano come
l’istituzionalizzazione possa essere un importante
fattore di rischio nutrizionale per l’anziano e
sottolineano l’importanza di realizzare interventi
di sorveglianza nutrizionale.
In primo luogo è utile considerare lo stato
nutrizionale e i fabbisogni in merito allo stato di
salute e alla condizione di non autosufficienza.
Un’adeguata valutazione dello stato nutrizionale è
fondamentale per individuare i soggetti a rischio
di malnutrizione o malnutriti
costi. In questi anni, periodo di crisi per
molti, eliminare cibo è veramente grave.
Aiutati da un buon programma informatico
teniamo in memoria tutte le abitudini
alimentari espresse dalle persone
anziane o dai familiari a volte testimoni
increduli di cambiamenti di gusto inaspettati.
In alcuni anziani la memoria persiste
e in altri è più labile, spesso rimane
il gradimento del sapore dolce, sapore
di ciò che ci ha alimentato appena nati.
Attraverso quale percorso il Giovanni
XXIII è arrivato all’attuale, originale,
proposta alimentare per i suoi ospiti?
Dopo anni di gestione interna di una
cucina e poi delle attività di controllo
degli appalti abbiamo rivisto le attività di
“controllo della qualità” dando anche
carta bianca ai familiari nei suggerimenti
e nei criteri di valutazione. Non più lamentele
o segnalazioni passive ma un
gruppo di familiari è diventato parte atti-
va del processo di controllo dopo aver
identificato insieme i criteri per misurare
la qualità del servizio e del clima. Avevo
fino al 2007 svolto la mia attività con
attenzione ed il sostegno dei responsabili
dei reparti, ma ero ‘sola’ con le mie
conoscenze tecniche, sicuramente cresciute
negli anni ed arricchite da esperienze
personali. Sollecitata da nuovi
colleghi ed incontri e confronti a più mani,
ho capito che i familiari erano gli occhi
diversi con cui cogliere la qualità del
servizio, completare quella sensibilità
che l’attività di tanti anni aveva un po’
disperso.
Diverso dal consueto, in quanto differente
dai menù tradizionali, è anche il
tipo di alimentazione proposta, che
vede molti piatti dolci, pensati per andare
incontro ai gusti di persone con
importanti difficoltà di alimentazione.
Cosa sono esattamente questi piatti,
come e perché sono stati ideati?
La compilazione del menù è una attività
non semplice, il menù non può essere
ripetitivo, tanti vivono da noi per anni. Se
i piatti sono tanti è possibile trovare anche
la pietanza gradita a qualche singolo
che mangiava per consuetudine senza
una completa soddisfazione. E per soddisfazione
intendo nutrizionale ma anche
sensoriale; introdurre un piatto
nuovo che un anziano mi richiede
passando tra i tavoli o che un familiare
mi sollecita ad inserire è un
obiettivo raggiunto.
Ci potrebbe raccontare un caso
significativo?
Ricordo sempre questo episodio: un
familiare lamentava che si mangiava
poca verdura, che non trovava la verdura
di consistenza adatta per il proprio
congiunto, poco saporito, poco
cotto, poche fibre ed altro ancora. Ho
chiesto di trasformare la lamentela in
proposta: insieme abbiamo inventato e
reso sempre presente nel menù serale il
purè di verdura, che si affianca a quanto
già preparavamo, primi piatti con verdure,
contorni frullati ed altro ma che ha
trovato la completa soddisfazione di
quel familiare, di quell’anziano e di tanti
altri ancora.
E così ancora le ricette delle preparazioni
cremose dolci e salate per i disfagici:
è abbastanza semplice imitare
una ‘pappa’ che si usa per lo svezzamento,
più difficile è inventare una ricetta
di cremosa dolce che contenga
tutti i principi alimentari. Ed ecco allora
usare farine diverse, formaggi morbidi
ma anche uova, e alcune volte
anche carne da unire con le fibre della
zucca, della carota, del mais. Un piatto
completo e appetibile, caldo perché i
disfasici riescono a deglutire meglio
se l’alimento è caldo o freddo. Non
possiamo somministrare solo budini o
gelati, servono materie prime varie: ho
chiesto ai cuochi delle ditte di ristorazione
di venire a trovarci, di guardare
gli anziani mangiare e poi di lavorare di
fantasia, di costruire ricette per loro.
Ora abbiamo varie ricette di creme
dolci al cioccolato, ai frutti di bosco, al
caramello, ma anche alla zucca, al
mais e carota, contengono carboidrati
e proteine apportati da alimenti diversi.
Meglio prevenire
che curare
Costante Emaldi
è il Presidente
di Corif, la CooperativaRavennate
Infermieri
e Fisioterapisti
che si occupa
della gestione di
servizi per persone con disagi psicofisici.
“Tecniche e presidi per la gestione e
la mobilizzazione del paziente allettato”
è il tema relazione che ha presentato
al Summit RSA 2013, nella quale
ha fra l’altro fatto riferimento ad una
ricerca svolta in undici CRA (Case Residenza
Anziani) di Ravenna. Da questa
ricerca è risultato che, nel 2010,
su 619 utenti complessivi 498 (cioè
l’80 per cento) trascorrono la giornata
fra letto e carrozzina. Altissima anche
la percentuale degli utenti che trascorrono
ogni giorno a letto più di
dodici ore.
Dati che dimostrano chiaramente come,
per il benessere dell’anziano in
casa di riposo, debbano essere tenuti
in adeguata considerazione le adeguate
posture, sia a letto che in carrozzina,
e gli ausili di vario genere che
le favoriscono.
Per approfondire questi temi abbiamo
rivolto al Signor Emaldi alcune domande.
Dal suo punto di vista i presidi per la
gestione e la mobilizzazione del paziente
allettato rientrano in ambito
core o no core?
Nel vasto campo dei presidi, meglio conosciuti
ed identificati col nome di ausili,
rivestono un’importanza centrale proprio
quelli dedicati alla prevenzione delle
lesioni da pressione, comunemente
conosciute come ulcere o piaghe da
decubito. Tali presidi rientrano sicura-
L’importanza degli ausili per i pazienti
allettati
mente nell’assistenza core, infatti insieme
alle corrette posture, prevengono le
lesioni della cute evitando alla persona
interessata le drammatiche complicanze
che in alcuni casi portano fino alla morte.
L’utilizzo dei sistemi antidecubito non
va generalizzato ugualmente per tutti gli
utenti, ma in base alla valutazione del
rischio individuale si sceglie il presidio
adeguato.
Nel suo intervento al Summit RSA
2013, in riferimento alle piaghe da
decubito, ha affermato che si tratta di
un problema che va affrontato a 360°,
in quanto coinvolge tutto il sistema
dell’assistenza. Si chiede anche se si
tratti di un tema sul quale si debba
ragionare in termini di risparmio e di
costi/benefici, oppure se si debba invece
tener conto di precisi obblighi
morali ed etici. Cosa ha voluto sottolineare?
Le ulcere da decubito sono un problema
storico e tendono ad essere sottovalutate,
negli ultimi 10 anni il fenomeno si
può dire non sia regredito, anche perché
in Italia il metodo e la prevenzione non
sono molto amati. Come già detto il tema
va affrontato in maniera globale attraversando
tutti i livelli di responsabilità:
dalle istituzioni, ai gestori, agli operatori
e caregiver. Non si può ragionare in termini
di risparmio e/o costo-beneficio sui
sistemi antidecubito perché è dimostrato
che una lesione costa migliaia di euro,
ma ritengo sia di centrale importanza
assolvere obblighi morali ed etici verso
la persona, evitandogli l’evento drammatico
quale è la lesione della cute grave
che comporta all’utente per un tempo
prolungato dolore, sofferenza, immobilità,
vergogna e in alcuni casi perdita della
dignità. Ricordiamoci che una grande
parte delle ulcere da decubito è pre-
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SPECIALE /RSA SUMMIT 2013
venibile attuando le corrette e conosciute
linee guida, buone prassi e buon
senso.
Lei ha parlato di molteplici tipologie di
presidi potenzialmente utili per il paziente
allettato. Quali fra questi sono
assolutamente indispensabili? In termini
di tempo/personale cosa comportano?
La domanda è molto complessa e non si
può definire in qualche riga, fondamentalmente
il presidio deve essere appropriato
al caso ed in questa maniera si
riducono i rischi verso la persona. I vantaggi
poi si riflettono anche sul sistema
assistenziale e sanitario, cui viene moderatamente
ridotta la richiesta dei cambi
di postura (ridotta e non eliminata), da
prove ed evidenze sul campo si nota che
un buon sistema antidecubito riesce a
garantire una discreta sicurezza anche in
caso di postura errata. Inoltre è da tenere
presente che gli operatori spendono
tempo nelle posture e mobilizzazioni al
letto rischiando infortuni per loro e per gli
utenti.
La presenza di idonei presidi in una
RSA può rappresentare un elemento
di valutazione qualitativa?
Nonostante le legge dell’accreditamento
sia incominciata e preveda come obietti-
Sembra che dopo i bisogni vitali, per molti anziani
in RSA, le posizioni a letto e sedute siano le ‘attività
principali’ nel corso delle 24 ore. Nessun’altra
attività impegna per così tanto tempo l’ospite nella
struttura, ma spesso non se ne tiene conto
vo il miglioramento continuo della qualità,
ritengo che alcuni indicatori siano
difficili da inserire e soprattutto da capire
e conoscere. Per adesso ci si muove su
richieste di qualità standard, gli stessi
valutatori faticano a conoscere e discriminare
il livello di questi ausili. Ma come
ho dimostrato nello studio svolto dalla
nostra cooperativa se il 90% circa degli
utenti in RSA passa più di 12 ore a letto
al giorno, sicuramente i presidi ricopriranno
un ruolo centrale nell’assistenza. Il
passaggio importante però è che i gestori
conoscano questo mondo.
LENTE
DI INGRANDIMENTO
SULLE RSA
Quante sono, quanto costano, come funzionano le Residenze Sanitarie
Assistite? A questi interrogativi cerca di rispondere l’ampia e articolata
indagine realizzata da Auser, presentata a fine 2012, che fotografa
una realtà complessa, disomogenea e frammentata
Disomogenea, costosa e sottodimensionata
rispetto alla domanda:
questa l’immagine
dell’offerta di servizi delle Residenze
Sanitarie Assistite in Italia, così
come emerge dalla recentissima inchiesta
promossa da Auser e presentata a
fine 2012.
Dedicate all’assistenza delle persone
non autosufficienti, il numero di queste
strutture – gestite direttamente o tramite
convenzione nell’ambito del Servizio
Sanitario Nazionale – è inferiore alla necessità:
circa 3000, in grado di ospitare
240mila persone a fronte di un fabbisogno
che tocca quota 500mila, e una
distribuzione estremamente diversificata
nelle varie aree del Paese.
I posti letto per gli anziani non autosufficienti
risultano essere complessivamente
162.576; oltre l’84 per cento però si
trova nel Nord Italia dove, in totale, i
posti disponibili nelle Rsa, nelle Case
protette, negli Hospice e, più generale,
in tutte le strutture sanitarie che svolgono
attività di tipo residenziale, sono circa
236 ogni 10.000 anziani, mentre al centro
la disponibilità scende a 76,3 posti
ogni 10.000 anziani residenti e a al sud
addirittura al 16,8.
Non a caso mentre la media europea di
ultra-sessantacinquenni ricoverati in
strutture residenziali è del 5 per cento
circa, il Italia si attesta intorno al 2.
Meno posti del necessario, dunque, e
molto costosi: dalla rilevazione effettua-
foto: IlMAttINoDIPARMA.It
ta da Auser su un campione di 1280
RSA risulta che fra il 2007 e il giugno
2012 la retta più bassa è aumentata in
media del 18,5 per cento e la massima
del 12,8. Nel giugno 2012 ogni ospite
pagava – mediamente – da un minimo
di 52 a un massimo di 60,5 euro, con un
aumento rispetto al dicembre 2011
dell’1,4 per cento.
Il costo complessivo di una giornata di
soggiorno in RSA supera in molti casi i
100 euro al giorno.
A questo proposito l’indagine Auser cita
vari casi: nella “Residenza il Parco” di
Carate Brianza, per esempio, le rette in
vigore dal 1° gennaio 2012 possono
raggiungere, in camera singola, i 127,50
euro al giorno (100,80 per la camera
doppia). E ancora l’RSA dell’A.p.s.p.
DOSSIER
21
DOSSIER
22
C. Vannetti, nella provincia di trento,
a fronte di un articolato tariffario, evidenzia
come nel 2012 il prezzo per un letto
non convenzionato, applicato ad utenti
residenti fuori dalla provincia o in comuni
trentini non compresi nella Comunità
della Vallagarina, raggiunga i 160 euro
al giorno nel caso del nucleo demenze e
superi i 180 se il paziente deve essere
inserito nel nucleo Namir (per persone
in stati vegetativi).
l’impegno economico richiesto alle famiglie
– così stima un’indagine di Spi
Cgil – cambia a seconda del reddito
dell’assistito e della zona, e va dai 1100
euro delle strutture residenziali fino ai
1400 euro per quelle di tipo socio-sanitario.
Il costo per i Centri Diurni, invece,
può andare dai 250 agli 800 euro
al mese (il riferimento è ai Centri Diurni
Alzheimer). Questi livelli di spesa vengono
confermati anche nel terzo Rapporto
del Network Non Autosufficienza
che, sulla base di una stima aggiornata
al 2006, quantifica il costo medio mensile
di una RSA in 2951 euro, sostenuto
per euro 1505 dalle ASl, per euro
1375 dall’assistito e per 71 euro dai
Comuni: una spesa giornaliera media di
97 euro.
Il costo complessivo annuale delle RSA
veniva stimato già nel 2006 in 2802
milioni di euro, un importo tale da far
considerare questa tipologia di struttura
residenziale la più importante, avendo
superato sia le residenze assistenziali
che quelle sociosanitarie.
Alla luce di questi dati, non sorprende
che i bilanci degli enti gestori delle RSA
siano in crescita, sia per quanto riguarda
gli investimenti che i fatturati.
Nell’ultimo decennio – conferma l’analisi
economico-finanziaria sul “sistema delle
imprese Rsa” realizzata da Auser – il
settore è stato oggetto di fenomeni tipici
della riorganizzazione d’impresa, quali
la crescita dimensionale, il potenziamento
della presenza delle multinazionali
e il forte ricorso a logiche gestionali di
profitto.
“Analizzando un campione significativo
di bilanci finanziari (anno 2011) relativi a
113 strutture residenziali riconducibi-
Anziani over 65anni, % disabili over 65 anni e numero disabili
over 65 anni – anno 2009
Numero anziani % disabili
over 65 anni
Numero disabili
over 65 anni
Piemonte 1.019.577 17,1 174.181
Valle d’Aosta 26.800 15,5 4.162
Liguria 431.695 16,3 70,397
Lombardia 1.990.483 15,9 316.863
Veneto 982.283 19,2 188.438
Trentino-Alto Adige 192.852 13,1 25.225
Friuli-Venezia Giulia 289.395 17,4 50.470
Liguria 0,15 0,22 0,16
Emilia Romagna 986.674 16,1 159.167
Toscana 872.766 17,3 151.295
Umbria 209.066 19,7 41.184
Marche 351.797 17,7 62.370
Lazio 1.136.022 18,1 205.882
Abruzzo 285.063 19,5 55.540
Molise 70.024 19,9 13.916
Puglia 57.272 23,8 180.001
Basilicata 118.448 22,2 26.308
Campania 941.849 22,6 212.864
Calabria 377.273 22,6 85.266
Sicilia 36.211 27,7 259.045
Sardegna 325.987 22,0 71.877
Italia 301.537 19,2 2.354.451
Fonte: Elaborazioni IRES Morosini su dati “Health for all” dell’ISTAT
Spesa complessiva per le RSA per soggetto di provenienza.
Anno 2006 (importi in euro)
Servizio Sanitario
Nazionale
Utente Comune Totale
Spesa complessiva annua 1.428.140.118 1.305.516.956 68.456.040 12.802.113.114
Retta mensile media 1505 1375 71 2951
Percentuale 51% 46,4% 2,4% 100%
Fonte: L’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia - 3° Rapporto 8
Strutture Sanitarie Residenziali
Posti letto, anno 2009
Posti letto
nelle strutture residenziali
Posti letto
ogni 100.000 residenti
Nord Occidentale 91.825 576,9
Nord Orientale 69.338 604,4
Centro 24.749 209,8
Sud e isole 15.268 73,2
Italia 201.180 335,0
Fonte: Elaborazioni su dati Ministero della Salute - Annuario statistico del servizio sanitario nazionale, anno 2009. (Gennaio
2012)
ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI, RICOVERI, POSTI LETTO: I DATI
Gli anziani non autosufficienti in Italia
sono circa 3 milioni e mezzo.
Secondo l’Istat gli over 65 disabili sono il
19,2 per cento. Nei prossimi anni, a seguito
del progressivo invecchiamento della popolazione,
il loro numero aumenterà in modo
significativo: si prevede che gli ultra 80enni,
che erano circa il 6 per cento della popolazione
nel 2011, diventeranno il 7,7 per cento
nel 2025 e il 15,5 nel 2060.
Gli ultra-sessantacinquenni che vivono in
strutture residenziali sono il 2 per cento,
l’1,8 per cento quelli inseriti in residenze
sanitarie assistenziali (RSA). Gli anziani seguiti
con la formula dell’assistenza domiciliare
integrata sono circa il 4 per cento. Sia
per quanto riguarda i ricoveri che l’assistenza
domiciliare l’Italia è ancora lontana dalle
medie dei Paesi dell’Europa nord-occidentale,
dove i ricoverati sono il 5 per cento e gli
assistiti a domicilio il 7.
Infatti in Italia i posti residenziali e semiresidenziali
sono circa 240mila, mentre il fabbisogno
viene stimato in 496mila unità. L’assistenza
domiciliare integrata viene erogata a
circa 527mila anziani, su un fabbisogno rilevato
di circa 870.000 assistiti.
Ciò nonostante, le disponibilità stanno progressivamente
aumentando. L’ ISTAT ha rilevato
che i posti letto dedicati agli anziani
(autosufficienti e non) dal 2006 al 2009
sono cresciuti dal 2,2 al 2,6 per cento, mentre
nei presidi socio-sanitari (per non autosufficienti)
nel 2009 la copertura sugli anziani
era circa dell’1,8%.
Marcate differenze fra le varie aree del Pae-
se si registrano anche nell’ambito delle disponibilità
di posti letto, così diversificate da
fare pensare a reali disparità territoriali
nell’accesso ai servizi. In sostanza nel Nord,
in particolare in Trentino-Alto Adige, Lombardia,
Veneto e Friuli-Venezia Giulia, vi sono 3,8
posti letto residenziali ogni cento anziani; il
Centro Italia si colloca sotto la media nazionale
con l’1,8 per cento di posti letto; anco-
SE LO STATO SOCIALE NON BASTA PIù
ra inferiore, cioè l’1,2 per cento, è la percentuale
nelle regioni del Sud.
In conclusione, della grande maggioranza
degli anziani non autosufficienti continuano
ad occuparsi le famiglie, spesso ricorrendo
alle ‘badanti’. Perno finanziario del sistema è
“l’indennità di accompagnamento”, principale
risposta pubblica a fronte della pressante
domanda d’aiuto.
Lo stato sociale va cambiato: ne è convinto l’83 per cento degli intervistati nell’ambito della seconda indagine sulla percezione degli
italiani rispetto ai rischi sociali “Le nuove tutele oltre la crisi”, realizzata da Censis e Forum Ania Consumatori.
Per 8 italiani su 10 dunque l’attuale formula del welfare pubblico non funziona, dovrebbero essere tagliate le inefficienze e canalizzate
le risorse verso non autosufficienti, anziani, immigrati e giovani precari. Non importa – dicono gli intervistati – se sarà necessario
pagare i servizi di welfare in relazione al reddito.
Chi fa le spese dell’attuale situazione sono soprattutto le famiglie che devono farsi carico delle persone non autosufficienti. Non a
caso, sfiduciate dall’attuale situazione, le famiglie reagiscono cercando di autotutelarsi: già ora contribuiscono con 28 miliardi all’anno
alla spesa sanitaria privata e con 11 miliardi all’assistenza domiciliare di anziani e disabili, mentre aumenta chi pensa a strumenti
di tutela più specifici, come le polizze integrative pensionistiche o sanitarie (30 per cento, e la percentuale arriva al 50 per cento
fra gli intervistati di livello socio-economico più elevato).
DOSSIER
23
DOSSIER
24
li ai principali gestori operanti in Italia
e in particolare nelle regioni del Nord
(Residenze Anni Azzurri S.r.l, Sereni
orizzonti S.p.A., Aetas S.p.A, Segesta
2000 S.r.l.) – si legge nell’indagine Auser
– è possibile svolgere le seguenti
considerazioni: 1) il settore risulta anticiclico
rispetto all’andamento economico
generale (nazionale e mondiale) e ciò
è testimoniato dalla continua crescita
degli investimenti e dei fatturati dei principali
operatori anche in periodi in cui la
crisi finanziaria internazionale ha colpito
la generalità delle attività economiche;
2) gli utili di settore risultano in diversi
casi cospicui; 3) il mercato italiano è
oggetto di penetrazione da parte di operatori
esteri, prevalentemente francesi.”
Ciò nonostante vi è una quota significativa
di operatori (quelli più piccoli, soprattutto
ditte individuali) che registra
annualmente disavanzi di bilancio.
Altro ambito problematico è quello relativo
alla disponibilità di posti letto: circa
il 45 per cento dei responsabili di RSA
ha confermato l’esistenza di liste di attesa.
I tempi per l’accesso ad una struttura
residenziale o semiresidenziale vanno
in media da 90 a 180 giorni; in certi
casi sono molto più lunghi, in lazio possono
arrivare a 11 mesi.
Diversificata anche la situazione del personale:
il quadro degli organici è variegato,
con un forte ricorso alle forme di
outsourcing, molti contratti a termine
(32 per cento) e inquadramenti professionali
non sufficientemente definiti, con
pochi addetti inquadrati come infermieri
professionali e scarsa visibilità di altre
figure specialistiche.
“Sono molte, troppe le criticità che ancora
emergono in questo settore – ha
affermato in occasione della presentazione
della ricerca Michele Mangano,
presidente nazionale Auser – dopo la
nostra denuncia dello scorso anno e la
nostra audizione alla Commissione presieduta
dal senatore Marino. Chiediamo
più controlli severi sul funzionamento sia
delle Case di riposo private che delle
RSA. la nostra indagine mette in evidenza
inoltre che l’eccessiva genericità
delle Carte dei Servizi che abbiamo esaminato
rendono inaccettabili l’aumento
delle rette, già molto elevate, e le liste
d’attesa interminabili. Noi sosteniamo da
tempo – ha proseguito Mangano – che
si deve spingere verso la domiciliarità,
verso un sistema a rete che sul territorio
aiuti e sostenga le famiglie nel lavoro di
RSA E CARTE DEI SERVIZI,
UN PANORAMA DI LUCI ED OMBRE
cura dei non autosufficienti. Ma il problema
della non autosufficienza nel nostro
Paese, continua a non essere affrontato
con serietà e responsabilità, c’è il rischio
concreto di un collasso di tutto il sistema.”
La “Carta del Servizio”, documento con cui enti ed aziende esplicitano princìpi e
criteri per l’erogazione delle proprie forniture, stabilisce gli standard qualitativi che
vengono assicurati alla clientela.
L’adozione di questo strumento e i suoi contenuti sono particolarmente importanti
nelle RSA – e possono costituire un significativo elemento di valutazione nella scelta
di una struttura piuttosto che di un’altra – in quanto i fruitori dei servizi non sono
autosufficienti, e quindi difficilmente in grado di “farsi sentire” se qualcosa non va.
L’indagine di Auser ha esaminato anche, per la prima volta, le “carte dei servizi”
adottate dalle RSA e dalle case di riposo, e i risultati lasciano intravedere una realtà
di luci ed ombre.
Cosa è emerso?
La buona notizia è che la stragrande maggioranza delle strutture, circa l’88 per
cento, ne dispone, e il 70 ha un regolamento interno. Nel 95 per cento dei casi
vengono rispettati i principali requisiti previsti dalle
normative, sia dal punto di vista igienico-sanitario
che per quanto riguarda l’abbattimento delle
barriere architettoniche. Agli anziani ricoverati
inoltre viene proposta una discreta scelta di
servizi generali di vita collettiva erogati direttamente
dalle RSA.
La cattiva notizia è che in diverse strutture la
Carta dei Servizi è poco più di un proforma: non
viene considerata come strumento chiave
degli impegni nei confronti
dell’utenza, e l’informazione sui
suoi contenuti non è adeguata.
Infatti solo dal 45 per cento
delle Carte si riescono ad
estrapolare dati su “come
la struttura intende operare”.
Scarse sono inoltre
le informazioni sui servizi
aggiuntivi proposti
dalle RSA rispetto
all’offerta base, e il
loro costo (riscontrato
solo nel 29 per
cento dei casi).
Incomplete anche le informazioni sugli
organismi rappresentativi e sul loro
ruolo all’interno della struttura aziendale,
evidenziate solo nel 18 dei casi.
CARTA
DEL SERVIZIO
Dieci regole per scegliere con
coscienza una residenza “doc”
Come scegliere una casa di riposo o una RSA per sé o per un proprio familiare?
Di quali caratteristiche ed elementi tener conto, e come valutarli per evitare
di trovarsi in situazioni spiacevoli? Precise indicazioni vengono dalle regole stilate
da Auser a corredo dell’indagine svolta
IL DECALOGO
la struttura per poter esercitare l’attività
socio-sanitaria deve essere in possesso
delle autorizzazioni ed operare in regime
di accreditamento.
Verificare la presenza della struttura
negli elenchi regionali o comunali
di competenza.
Nel caso di anziano non autosufficiente,
quando esso ha difficoltà a
vivere nella propria abitazione, non ha
cure oppure le cure fornite da altri servizi
quali ad esempio dall’Adi (assistenza
domiciliare integrata) il Centro Diurno
Integrato o i Servizi di Assistenza Domiciliare
comunali non sono più sufficienti,
può rivolgersi in prima persona o tramite
un familiare direttamente alla Rsa o in
altra struttura specializzata nella quale
intende essere assistito. le strutture
RSA convenzionate (a contratto con
l’Asl) consentono di ridurre i costi per
l’utenza, in quanto in genere è prevista a
carico della persona ospite una partecipazione
ai costi sociali e alberghieri,
mentre la Regione paga la quota sanitaria
(la compartecipazione ai costi varia
da regione a regione). Qualora la persona
interessata non fosse in grado di sostenere
i costi del ricovero presso le
RSA, può rivolgersi all’assistente sociale
del Comune di residenza per avere tutte
le indicazioni del caso, che gli verranno
fornite sulla base delle norme regionali
vigenti al momento della richiesta.
occorre accertarsi che al momento
dell’ingresso nelle Rsa l’ospite
sia oggetto di una valutazione da parte
dei medici della struttura e venga predisposto
un Piano di Assistenza Individuale
nel quale devono essere fornite tutte
le indicazioni su quanto c’è da fare per
garantire un’assistenza appropriata secondo
i bisogni della persona. Ciò significa
che il personale della Rsa si prenderà
cura della persona seguendo le indicazioni
contenute nel Piano.
ogni Casa di Riposo ed RSA deve
fornire la Carta dei Servizi, nella
quale sono indicate tutte le informazioni
sulle prestazioni previste, sui servizi offerti
e le specifiche dettagliate delle rette.
occorre accertarsi che la Carta dei
Servizi sia stata approvata recentemente,
fornisca informazioni sull’ubicazione
della struttura e sui mezzi di trasporto
idonei a raggiungerla, sulla presenza di
servizi “a richiesta” e di costi aggiuntivi
per l’utenza, su come l’ospite e la propria
famiglia possono presentare eventuali
reclami in merito alla conduzione della
Rsa. È preferibile scegliere una Rsa o
Casa di Riposo che indichi (nella Carta
dei Servizi) standard generali e specifici
delle prestazioni rese all’utenza come
obiettivi di qualità. È importante inoltre,
che i responsabili della struttura consentano
all’ospite di fare eventuali “rientri”
temporanei nel proprio domicilio.
l’ubicazione della Casa di Riposo/
RSA è molto importante. Una strut-
tura troppo periferica e lontana, costringe
l’anziano ad una sorta di “migrazione”
forzata con pesanti conseguenze
sul piano psichico.
occorre accertarsi della tipologia
di figure professionali medico infermieristiche
presenti nella struttura e
sulle modalità della loro presenza (sulle
24 ore, solo in alcuni orari della giornata
o a chiamata).
Il servizio di mensa e refezione
deve poter fornire pasti adeguati
alle esigenze nutrizionali di utenti anziani.
È importante informarsi sulla possibilità
per l’ospite di ricevere assistenza
al pasto.
le strutture possono fornire anche
un servizio religioso, di solito
molto apprezzato dagli anziani.
Il volontariato del territorio che ha
accesso alla struttura è un aspetto
molto importante, fornisce attività di
intrattenimento e socializzazione ed è
una presenza attenta e costante di monitoraggio.
Rapporti aperti e collaborativi
della Casa di Riposo/RSA con la
comunità locale sono indice di trasparenza.
AUSER: 1400 SEDI E OLTRE 40.000 VOLONTARI
Auser (sigla che sta per “Associazione per l’autogestione dei servizi e la solidarietà”)
è un’associazione di volontariato e di promozione sociale, impegnata nel favorire
l’invecchiamento attivo degli anziani e nel far crescere il ruolo dei senior nella
società. Diffusa in tutta Italia, conta circa 1400 sedi, circa 270mila iscritti, e può
contare su una “base operativa” di oltre 40.000 volontari attivi.
DOSSIER
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26
NUOVE PROGETTUALITà
QUANDO TUTTO
Bioarchitettura, ecostenibilità, risparmio
energetico. Anche nella progettualità
delle residenze per anziani
si cominciano ad evidenziare nuove
filosofie costruttive, in linea con
le trasformazioni culturali e sociali
dei tempi. Dove anche il fattore estetico
ha la sua importanza
Cosa significa decidere di costruire
una residenza per
anziani cambiando il consueto
approccio progettuale,
a favore di qualcosa di veramente
innovativo? Si tratta soltanto di usare
materiali diversi, ottiche differenti, o anche
di pensare la residenza per anziani
con una consapevolezza nuova? In effetti,
la bioarchitettura che comprende
l’eco-sostenibilità, con l’inserimento armonioso
degli edifici nel contesto preesistente
e l’uso di materiali specifici,
tenendo conto anche del risparmio
energetico, ha un approccio costruttivo
globale, olistico, nuovo e diverso
dal consueto, nel quale esiste una
interazione vitale tra edificio, ambiente,
persona. Gli edifici di conseguenza
sono particolarmente accoglienti,
connotati da un’estetica accattivante
e nascono da una profonda riflessione
sulle esigenze non solo logistiche,
ma anche emozionali e di gradevolezza
dell’ambiente da parte dell’anziano.
Per capire meglio, entreremo in
merito a due interventi che saranno
prossimamente realizzati, uno a Lecce
e uno a Ibiza.
Due edifici, un solo approccio progettuale:
così nasceranno due realtà residenziali
rivolte ai senior iberici e italiani.
Sono state concepite per rispondere in
maniera ottimale alle esigenze che na-
scono dalle caratteristiche fisiche, psichiche
e comportamentali “dell’utente
anziano”, spiega il progettista, l’architetto
leccese Bart Conterio. E non solo
in quanto alla reale prestazione funzionale,
ma anche a livello di accettabilità
estetica da parte dell’utenza. “Infatti
molte volte, per venire incontro all’esigenza
di funzionalità, fruibilità e relazionabilità
dello spazio destinato all’anziano
la progettazione viene ‘depurata’ da
tutti i valori estetici, dando origine a
forme, ambienti ed attrezzature oggettivamente
infelici ed anonime”, sottolinea
Conterio, che opera nel settore
specialistico dell’edilizia sostenibile,
quindi di architettura bioclimatica, bioedilizia,
efficienza energetica.
Partiamo dalla Spagna. Nell’isola iberica
verrà realizzato un intervento molto
interessante firmato da Conterio, che è
destinato ad una clientela internazionale
di anziani autosufficienti.
Il progetto della residenza, commissionato
da un privato, ha un look moderno,
accattivante, molto piacevole, dà l’idea
di relax, vacanza, eleganza e comfort.
Nulla suggerisce le vulnerabilità e la
precarietà della vecchiaia, bensì viene
messa in moto la voglia di organizzare
un’altra vacanza negli alloggi estivi, che
potrebbero essere utilizzati anche per
passare un piacevole inverno lontano
dal freddo e dall’umidità. “Sono 35 al-
loggi per un totale di 100 posti letto,
collocati in un parco privato di circa 14
ettari, immersi nella macchia mediterranea,
con l’intento di mitigare l’impatto
ambientale sull’area e tutelare la privacy”,
spiega l’architetto. Ogni residenza
si caratterizza per una autonomia sia
funzionale che energetica, con una
conseguente riduzione dei costi gestionali
nei periodi di occupazione solo parziale
degli alloggi. Inoltre ogni tipo di
attività ha una sua area preposta (svago,
soggiorno, riposo) il tutto con una
INTERAGISCE
flessibilità organizzativa degli spazi.
Il contesto microclimatico delle residenze
ha influenzato anche i vari elementi
architettonici, come la collocazione delle
vetrate, la scelta delle superfici opache,
o delle schermature.
L’intervento è stato infatti concepito
sulla base dei principi dell’architettura
bioclimatica, in funzione della quale
ogni alloggio verrà posizionato e orientato
in modo da attenuare o sfruttare al
meglio gli effetti delle variazioni naturali,
con particolare riferimento alla radia-
Le nuove progettazioni devono essere particolarmente
accoglienti, connotate da un’estetica accattivante e
nascono da una profonda riflessione sulle esigenze non
solo logistiche, ma anche emozionali e di gradevolezza
dell’ambiente da parte dell’ospite senior
zione solare, alle escursioni termiche e
all’andamento dei venti dominanti. Un
esempio? Alcuni ambienti destinati al
soggiorno, concepiti come “serre solari”,
sono stati ubicati sul lato sud per
beneficiare dell’illuminazione naturale
durante i mesi invernali (guadagno solare
passivo). “Sul lato delle residenze
esposte a nord – spiega l’architetto –
essendo presente una notevole di-
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NUOVI PROGETTI /BIOARCHITETTURA
Troppo spesso, per venire incontro all’esigenza
di funzionalità, fruibilità e relazionabilità dello
spazio destinato all’anziano la progettazione viene
depurata da tutti i valori estetici, dando origine a
forme, ambienti ed attrezzature oggettivamente
infelici ed anonimi
spersione termica, dovuta alla
presenza dei venti dominanti e
causata dell’impossibilità di avere
un guadagno termico passivo, non
sono state create aperture, se non
quelle zenitali (pochi millimetri) per
favorire la luminosità naturale.”
L’obiettivo primario del progetto è
stato quello di massimizzare l’effetto
“impatto sole-aria” sui singoli
alloggi nei periodi sottoriscaldati e
minimizzarlo durante le stagioni
surriscaldate. “Per questo abbiamo
analizzato l’andamento del sole e
sono stati calcolati l’andamento
dei venti dominanti e le variazioni
di quantità di energia solare incidente.
In particolare al fine di sfruttare
al meglio la ventilazione naturale
dei mesi estivi, le aperture di
uscita dell’aria sul lato sottovento
sono state sovradimensionate rispetto
a quelle di entrata nel lato
sopravento, anche per migliorare la
continuità tra le aree verdi esterne
e le zone di soggiorno all’interno di
ogni singola residenza.”
È molto interessante anche l’intervento
che verrà realizzato a Lecce,
sempre su progetto dell’architetto
Conterio, su commissione di una
società che solitamente opera nel
settore alberghiero e della costruzione,
al suo esordio nell’ambito
delle residenze per anziani. Si tratterà
di un eco-resort nZEB (nearly
Zero Energy Building, vale a dire
un edificio a consumo di energia
quasi nullo) che si rivolgerà ad anziani
autosufficienti e non, offrendo
40 camere a 2 letti con servizi integrati
dedicati a riabilitazione, svago,
cultura, laboratori, fitness e
benessere.
“La necessità di disporre di soli
due piani fuori terra – dice Conterio
– ha portato ad uno sviluppo di
un unico blocco edilizio con tipologia
a corte centrale.”
La forma dell’edificio ha consentito
inoltre di beneficiare di ampie aperture
vetrate, orientate in modo da
favorire l’apporto termico nei mesi
invernali, e di schermi solari costi-
DA SAPERE
Linee guida aLL’insegna deLLa modernità
Cosa caratterizza le strutture di Ibiza e di Lecce progettate da Bart Conterio:
Un approccio progettuale basato sui criteri dell’architettura
sostenibile (bioedilizia, architettura bioclimatica ed efficienza
energetica) in modo da ottimizzare le condizioni di esposizione,
orientamento, ventilazione e illuminazione naturale, ai fini sia del benessere
termo-igrometrico e del comfort all’interno degli ambienti, che del
funzionamento ‘naturale’ degli edifici, con conseguente contenimento dei
consumi energetici;
Utilizzo di materiali, finiture e complementi d’arredo dotati di
caratteristiche anallergiche e, per quanto possibile, ecocompatibili,
preferendo l’uso di materiali e tecnologie prodotte in loco a “km
zero” e comunque analizzando l’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita del
prodotto, mediante l’adozione della politica delle 3R (riduzione, riutilizzo,
riciclaggio);
Una completa fruibilità degli spazi, sia interni che esterni delle
strutture, da parte di persone con ridotte o impedite capacità
motorie, garantendo ottimi livelli di benessere termico, acustico ed
illuminotecnico all’interno degli alloggi;
Arredi e attrezzature appositamente studiati, facendo particolare
attenzione all’ergonomia e comunque alle specifiche esigenze
dell’anziano, anche mediante un utilizzo adeguato del colore;
Uno studio approfondito sulla sicurezza e prevenzione degli infortuni;
Caratteristiche costruttive tali da agevolare manutenzione, uso e
pulizia degli arredi e degli ambienti.
tuiti dai “brise–soleil”, progettati sulla
base dell’angolo d’incidenza della radiazione
solare nelle diverse stagioni,
per prevenire spiacevoli fenomeni di
surriscaldamento.
Quanto agli interni? Conterio sottolinea
come sia i percorsi che gli spazi siano
stati dimensionati in modo da consentire
un movimento agevole del personale
e della clientela, evitando interferenze
tra i vari percorsi e le attività, sulla
base di un’attenta verifica ergonomica
e funzionale.
Entrando nel dettaglio, nelle strutture
ricettive tutto è stato studiato secondo
i parametri di bioedilizia, architettura
bioclimatica ed efficienza energetica,
con completa fruibilità degli spazi, sia
interni che esterni. Materiali, finiture e
complementi d’arredo sono anallergici
e, per quanto possibile, ecocompatibili.
Inoltre arredi e attrezzature sono stati
appositamente studiati, facendo particolare
attenzione all’ergonomia e alle
specifiche esigenze dell’anziano, anche
mediante un utilizzo adeguato del colore.
Ogni aspetto rientra nei parametri
della sicurezza, della prevenzione degli
infortuni, di una facile manutenzione e
di un’agevole pulizia.
Nelle foto di queste pagine,
i rendering dell’innovativo progetto
dell’architetto Bart Conterio.
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30
NUOVE VISIONI
Un
Una struttura prefabbricata in legno, spazi
che richiamano la distribuzione abitativa
e non ospedaliera, risparmio energetico,
atmosfere con qualcosa in più. La nuova
residenza in costruzione ad Albareto d’Adige
Ca’ de Nonni, promette una nuova e più
sensibile accoglienza per i suoi ospiti, con
un comfort olistico e al contempo con un
contenimento dei costi di gestione
-lifestyle
Un’area di ottomila metri quadri
accoglierà la residenza Ca’
De Nonni ad Albaredo D’Adige
vicino a Verona. Comprenderà
quasi novanta posti letto, una decina
di comunità alloggio, un centro
diurno sociale ed un centro diurno sanitario.
La realizzazione dell’edificio, che si
articolerà su due piani con due ampi
cortili interni e spazi verdi protetti, è in
via di realizzazione ad opera della Cooperativa
sociale Csa di Verona cui è
stato assegnato questo compito, oltre
alla progettazione e alla futura gestione
Lo sforzo progettuale è
riuscire a far coesistere
il rispetto degli standard
obbligatori relativi
alle dimensioni, con
l’esiguità dell’area
sulla quale costruire
della residenza. Questa è la notizia della
costruzione di una moderna residenza
per anziani corredata da una serie di
servizi, capace di accogliere ospiti autosufficienti
e non, in un contesto piacevole
ed efficiente. Una notizia indubbiamente
positiva che tuttavia potrebbe
essere simile a molte altre. Ma la differenza
tra questa ed altre nuove strutture
del settore risiede nelle innovative modalità
di progettazione e di edificazione
che si stanno applicando per la
realizzazione di questa residenza per
anziani.
In questo caso si parla infatti di struttura
lignea prefabbricata e di metodi di bioarchitettura
con consistenti risparmi
energetici.
“La scelta di utilizzare il legno come materiale
costruttivo è connessa alle esigenze
progettuali e a quelle del committente”,
spiega l’architetto Giorgio Gabrieli.
“La tecnologia di prefabbricazione in legno
brevettata dall’azienda leader del
settore Wolf Haus, consente una progettazione
integrata ottimale, per riuscire a
soddisfare sia i vincoli preesistenti dal
punto di vista tecnico e volumetrico, sia
la necessità di esprimere tutta la creatività
nelle scelte architettoniche.”
Lo sforzo progettuale è stato quello di
riuscire a far coesistere il rispetto degli
standard obbligatori relativi alla dimensione
di strutture di questo tipo con la
limitatezza dell’area sulla quale costruire.
In questo senso è risultata vincente
la scelta di utilizzare una struttura lignea
come quella della Wolf Haus che, grazie
alle sue pareti esterne con spessore
inferiore ai 30 cm, assicura prestazioni
di coibentazione molto superiori a qualsiasi
parete in calcestruzzo e mattoni.
Ma oltre all’aspetto puramente tecnico,
questa struttura presenta degli elementi
peculiari anche in relazione
COME BIO VUOLE
Sono in aumento gli edifici per anziani realizzati in bioedilizia e con
particolari criteri? Non possiamo dare una risposta statistica in questo
senso, anche se è evidente l’interesse nelle nuove strutture costruite
secondo questi canoni.
Di certo, come conferma l’architetto Giorgio Gabrieli, questo settore è in
forte crescita in tutto il comparto dell’edilizia. E fa notare come non solo case, ma
anche scuole, uffici ed edifici pubblici e privati sempre più spesso siano costruiti con
la prefabbricazione in legno. Non a caso è l’unico settore in controtendenza, che non
sta conoscendo la crisi che attanaglia l’edilizia tradizionale.
Per quanto riguarda gli edifici per anziani, l’architetto si augura – e ne è convinto –
che questa strada verrà sempre più percorsa, poiché consente di offrire un comfort
abitativo migliore agli ospiti, e un contenimento importante dei consumi per il
gestore. Sono considerazioni importanti che segnano una strada da percorrere anche
nel nostro settore, per porre sempre maggior attenzione agli ospiti e,
contemporaneamente, per ottimizzare i propri costi di gestione.
I PUNTI A FAVORE
DELLA SOLUZIONE PREFABBRICATA
Senso di calore e accoglienza dell’involucro;
Flessibilità di costruzione, adeguamento alle necessità distributive
e costruttive, e soprattutto l’altissima efficienza energetica che consente
la tecnologia costruttiva della Wolf Haus;
Le pareti esterne con spessore inferiore ai 30 cm, che assicurano
prestazioni di coibentazione molto superiori a qualsiasi parete in calcestruzzo e
mattoni;
Velocità di realizzazione: costruendo in pochi mesi, si consente
al committente di rendere fruibile e funzionale subito la struttura;
Libertà di esprimere completamente la creatività nelle scelte
architettoniche.
all’accoglienza, che la differenziano
da una residenza costruita con materiali
e spazi concepiti in maniera tradizionale.
Giorgio Gabrieli individua un primo
grande elemento di differenziazione proprio
nella scelta del legno. “Questo materiale
ha qualcosa in più, riesce a trasmettere
una sensazione di accoglienza
e di calore maggiore rispetto ai materiali
tradizionali”, precisa. “Il comfort interno
e il benessere abitativo che dona la
tecnologia costruttiva della Wolf Haus
sono immediatamente percepibili en-
trando in una struttura in legno.” Anche
la scelta dell’organizzazione degli spazi
è molto interessante poiché l’avvicina
ad una residenza alberghiera e non
ospedaliera.
Le stanze rispecchiano questo concetto.
Saranno utilizzate solo da due ospiti, con
bagno privato e con gli spazi giorno, soggiorno
e pranzo, dislocati nelle vicinanze
ma separati, che richiamano la distribuzione
delle abitazioni, secondo i canoni
zona giorno-stanza da letto, e possibilità
di uscire in giardino. L’attenzione per gli
anziani ospiti si individua anche nella
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32
NUOVE VISIONI /ECORESIDENZE
La qualità si fa anche, e
soprattutto, pensando ad
un ambiente che sia il più
confortevole possibile
scelta dei colori tenui presenti sia
all’interno che nella parte esterna dell’edificio,
in grado di dare un senso di rassicurante
familiarità e riconoscibilità.
Anche i giardini rivestono un ruolo
importante che rientra nel concetto
dell’impronta non ospedaliera della
struttura. “Dotare la struttura di ampi
giardini interni contenuti in un perimetro
edificato, ma aperti verso l’esterno per
mezzo di porticati, propone e presuppone
un uso tipicamente abitativo, trasmettendo
il senso di ‘privato’”, sottolinea
l’architetto Gabrieli. “L’ospite anziano
può trascorrere alcuni momenti all’aperto
in relax sia da solo che in compagnia
di altri ospiti, così come con i parenti in
visita, come fossero nel giardino di casa.”
I giardini interni hanno inoltre consentito
di ‘aprire’ la struttura, dando a
tutti gli ambienti affacci luminosi e ampie
visuali verso l’esterno, ed hanno sempre
delle fughe visive verso l’esterno. In particolare
uno sarà destinato ai malati di
Alzheimer, con la realizzazione di un
“giardino di Priamo”.
IL PUNTO DI VISTA
L’ospite prima di tutto
La qualità della vita in tutte le sue declinazioni, è al centro della filosofia che
la direzione di Ca’ de Nonni applica nelle proprie scelte, sia in relazione alla
struttura architettonica della nuova residenza, sia nell’approccio con gli anziani
ospiti, primi davanti a tutti
Ca’ de nonni è in Costruzione. Richiama l’attenzione
della gente di Albaredo d’Adige che ci passa a
fianco e che vede crescere questo gigante con compiacimento,
perché malgrado la sua mole si inserisce armoniosamente
tra le altre costruzioni dell’abitato, con le sue
forme ben fatte ed i colori particolari dell’intonaco.
“Il nostro è un edificio speciale”, sottolinea con un certo
orgoglio e coralmente la direzione. “Offre agli ospiti, ai
familiari, ai visitatori ed al personale una importante opportunità
da tenere in seria considerazione per la qualità
della vita. E la scelta di costruire con la tecnologia in legno
della Wolf Haus è principalmente legata a questi
principi.”
La filosofia che la direzione sta seguendo è molto precisa
e si riflette su diversi elementi. Uno di questi è che nel
contesto del ‘mercato dei servizi’, a parità dei costi della
Nelle foto: i rendering del progetto e alcuni momenti della costruzione. I lavori sono ormai in fase avanzata.
retta, sarà la qualità a fare la differenza nei tempi a venire.
Ed è su questa che stanno lavorando anche con le scelte
effettuate per la costruzione dell’edificio.
“La qualità si fa con la formazione continua del personale,
con la sua sensibilizzazione ad un approccio con
l’ospite, che sia il più umano possibile, oltre che professionale”,
proseguono. La qualità si fa anche diffondendo
tra i vari attori del servizio una visione filosofica condivisa,
che colloca al primo posto l’ospite, poi il familiare, infine
il collega lavoratore.
Ma la qualità si fa anche e soprattutto pensando ad un
‘ambiente’ che sia il più confortevole possibile. E la direzione
di Ca’ De Nonni sottolinea come non si possa
prescindere dal calore che proprio l’ambiente diffonde
fisicamente, mantenendo un micro clima salubre e confortevole,
ottenibile solo con il legno. Ma sono anche altri
i particolari importanti ai quali la direzione della struttura
ha voluto puntare. Dalla particolare attenzione al circolo
dell’aria che mantiene gli ambienti familiari liberi da odori
sgradevoli, allo studio dei colori tenui e alle vie colorate
che orientano l’ospite ai giardini interni. Sino agli arredi
tutti in legno, con angoli smussati, e alla scelta di dotare
di televisore e di telefono le camere.
“Sono i letti a quattro snodi, i gas medicali, i materassi
antidecubito che ci ricordano che la struttura ha anche
una valenza socio assistenziale e sanitaria.” Malgrado
tutto il necessario utile a provvedere alla salute degli
anziani ospiti possa rappresentare un aspetto più crudo
del contesto, la residenza così come è stata pensata e
come diventerà, promette comunque di riuscire a regalare
una leggerezza maggiore all’ambiente, un confortevole
abbraccio quotidiano agli ospiti, grazie alle scelte architettoniche
e di design, alle accortezze e alle attenzioni,
scelte e volute fortemente.
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34
EDILIZIA
SPERIMENTARE
IL FUTURO
Volare al di sopra dei soliti schemi,
dei parametri di sempre, dei
vecchi riferimenti, è una scelta
che si può fare in qualsiasi contesto,
decidendo di cambiare rotta. Ed è
curioso, e forse non è un caso, che proprio
BIRD (in inglese: uccello), sia l’acronimo
che sta per: Bioedilizia, Inclusione
sociale, Risparmio energetico e Domotica,
con il quale è stato denominato il
progetto sperimentale per la realizzazione
di una residenza per anziani, di Sanpolino
(Brescia), finanziata dalla Regione
Lombardia con quattro milioni di euro e
da Aler di Brescia con oltre due milioni di
euro.
“Si trattava di un finanziamento regionale
finalizzato proprio alla costruzione di una
residenza per anziani, con un intervento
sperimentale per il quale esistevano linee
guida elaborate dal Politecnico di Milano,
alle quali il progettista ha dovuto riferirsi”,
spiega l’ing. Danilo Scaramella di Aler,
direttore dei lavori dell’intervento. Durante
i lavori, rispetto alle decisioni iniziali, ci
sono stati alcuni cambiamenti di carattere
impiantistico, che hanno posto maggiore
attenzione al risparmio energetico,
riducendo la parte domotica. Molta importanza
è stata data anche allo spazio
verde che fa parte dell’area BIRD, realizzato
per favorire le passeggiate degli
anziani autosufficienti che abitano negli
alloggi.
“Le abitazioni vengono assegnate da Aler
ad anziani autosufficienti, secondo una
graduatoria”, spiega Scaramella. Il comune
di Brescia mise in moto sin dall’inizio
Nel quartiere Sanpolino, nella periferia
sud-ovest di Brescia, si trova una recentissima
residenza per anziani, denominata BIRD. Il
suo progetto ha un carattere sperimentale,
caratterizzato da una inconsueta struttura
portante metallica, dall’uso minimo di materie
non rinnovabili a favore di materiali ecocompatibili.
E poi accorgimenti particolari
che regalano comfort e gradevolezza agli
ambienti, comprendenti anche ausili ed
automatismi che rientrano nella domotica, di
facile utilizzo per gli anziani. E, non ultime,
soluzioni tecnologiche che puntano al
risparmio idrico ed energetico
un servizio di assistenza costituito da un
custode sociale e da quattro famiglie di
supporto, con la funzione di dare una
mano agli anziani nelle piccole cose quotidiane.
Mentre per la spesa settimanale,
il giovedì era stato attivato un servizio di
pulmino che trasportava gli anziani sino
ad un supermercato molto fornito. Nel
centro servizi c’è anche il bar dove gli
anziani possono incontrarsi e nel quale
esiste un servizio di animazione pomeridiano.
Ma qual è la composizione dell’area
BIRD? “La progettazione puntava al contenimento
dell’impiego delle risorse non
rinnovabili, all’uso di materiali eco-compatibili,
all’utilizzo di componenti e sistemi
in grado di promuovere il risparmio
energetico”, spiega l’ing. Matteo Brasca
“La progettazione
puntava al contenimento
dell’impiego delle risorse
non rinnovabili, all’uso di
materiali eco-compatibili,
all’utilizzo di componenti
e sistemi in grado di
promuovere il risparmio
energetico”
dello studio Aiace srl che ha progettato
la residenza.
E così è stato. La residenza comprende
due blocchi a schiera, uno da venti e uno
da trentadue alloggi. Sono mini appartamenti
per single o coppie, con una superficie
che va dai 36 ai 52 m², dotati di un
doppio affaccio che aumenta i vantaggi
dell’esposizione. Sono pratici e confortevoli,
con pavimentazioni interne in linoleum,
a parte i bagni, che sono dotati di
rivestimento ceramico, dotati di un soggiorno
che collega lo spazio pranzo-cucina
con la serra, una camera e un bagno.
“Un’altra peculiarità molto interessante, è
data dalla possibilità di modificare facilmente,
con grande rapidità e con un
impatto ambientale molto ridotto, il
numero e la superficie degli alloggi,
LA SCHEDA TECNICA
Nella struttura BIRD sono stati realizzati:
• Impianti tecnologici con uso di energie rinnovabili
• Centrale geotermica, solare ed impianto fotovoltaico
I lavori hanno coinvolto nello specifico:
• Centrale termica/frigorifera (una per ogni edificio)
• Impianto di riscaldamento/raffrescamento e ricambio aria degli appartamenti
• Impianto di riscaldamento/raffrescamento e ricambio aria del centro servizi
• Sistemi di regolazione, controllo e contabilizzazione
• Impianto di climatizzazione:
Tiene conto degli apporti di calore esterni (come l’irraggiamento dei vetri),
interni (come le luci), e quello derivante da altri fattori (come il trattamento
dell’aria esterna di rinnovo).
La centrale è stata completata con un sistema brevettato che consente la
notevole riduzione dei costi di perforazione e riempimento dei fori, solitamente
gravosi.
• Impianto idrico sanitario per i bagni della struttura.
• I tre sistemi solari sono a circolazione forzata (uno per ogni edificio) ad
uso sanitario ed integrazione al riscaldamento, che riducono drasticamente i
consumi energetici.
Complesso di nuova costruzione certificato in classe A (Agenzia Casa Clima
Bolzano) in funzione da dicembre 2009.
35
Nelle foto: gli esterni della residenza BIRD, nel
quartiere Sanpolino, nella periferia di Brescia.
36
EDILIZIA /SOLUZIONI BIO
L’obiettivo era quello di
sviluppare un “climate
sensitive building” che
favorisse l’ottenimento
delle condizioni di
comfort, controllando la
temperatura e l’umidità
interne, l’isolamento
acustico ed i livelli di
illuminazione naturale
per via passiva grazie
alle prestazioni dei muri
perimetrali, della copertura
e dei divisori tra alloggi
per ottenerne di più ampi”, osserva
Brasca.
Un’altra prerogativa interessante
dell’edificio, è che non utilizza la tradizionale
muratura. La struttura portante
infatti è metallica, mentre gli involucri
interni sono stati realizzati con pareti intelaiate
rivestite da pannelli in cartongesso
o cemento-legno. L’obiettivo della
progettazione? Sviluppare un “climate
sensitive building” che favorisse l’ottenimento
delle condizioni di comfort, controllando
la temperatura e l’umidità interne,
l’isolamento acustico ed i livelli di illuminazione
naturale per via passiva grazie
alle prestazioni dei muri perimetrali, della
copertura e dei divisori tra alloggi.
Queste prerogative, aggiunte ad altre peculiarità,
hanno consentito di ottenere il
riconoscimento di Classe A+ di Klimhaus
Bolzano e Clase A+ secondo lo standard
CENED della regione Lombardia ed inoltre
permesso di ottenere ad Aler Brescia
il riconoscimento Palmares 2009 di Federcasa,
nella categoria “Sostenibilità
ambientale e gestionale”.
LE ECO SCELTE
Attenzione all’ambiente, meno spese e tanto comfort
Per chi non se ne intende, operare una scelta eco per i sistemi tecnologici
della propria struttura è un po’ come brancolare nel buio. La prima
domanda che sorge spontanea ad un neofita dell’argomento, è quali ritorni
ci siano in termini economici, pratici e di comfort e come una scelta eco si
traduca concretamente sugli impianti.
Un esempio reale è sempre il più esauriente. E la progettazione degli
impianti della struttura per anziani BIRD di Sanpolino, sviluppata e
realizzata da Energy Resources per conto di Aler di Brescia, è
chiarificatrice.
Quali sono gli elementi chiave del progetto?
1. Ottimizzazione dei consumi energetici, con conseguente drastica
riduzione dei costi d’esercizio e di manutenzione.
2. Riduzione delle emissioni di gas nocivi nell’ambiente.
3. Massimo comfort agli occupanti degli alloggi.
Questi obiettivi fondamentali si sono concretizzati grazie agli impianti
tecnologici che utilizzano energie rinnovabili, a centrale geotermica, solare e
impianto fotovoltaico.
KDM International Srl
Via di Corticella, 205 • 40128 • BOLOGNA • Tel. +39 051 3540411 • Fax +39 051 3540423 • info@kdm-international.com
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38
attualità
Assistenza
domiciliare,
anzi:
condominiale
Badante di condominio: risposta
alla crisi o primo passo verso un nuovo
modo di abitare per la terza età?
fa la forza: oggi, con la
crisi che incalza, sono sempre
più diffusi i tentativi di rispar-
L’unione
miare attraverso forme di spesa
collettiva. Dopo il car sharing e i
gruppi d’acquisto, la tendenza alla
condivisione si è estesa anche ai servizi
alla persona, in particolare agli anziani,
attraverso la nuova formula della
“badante di condominio”.
Una delle prime esperienze si è svolta
ad Alessandria. In un palazzo del centro
storico diverse famiglie vivevano lo stesso
problema, cioè avevano in casa un
congiunto disabile. Un’assistente sociale
segnalò la situazione ai servizi territoriali,
e venne l’idea di utilizzare un unico
badante per tutto il palazzo. Assunto
direttamente dagli abitanti dello stabile,
ma formato e supervisionato da figure
pubbliche come il medico di famiglia, la
Asl e l’ente locale, un giovane disoccupato
diventò così il loro “badante condo-
miniale”. Dopo questo caso gli esempi si
sono moltiplicati. A Trieste tre badanti,
assunte in un condominio, si sono occupate
di alcune persone con particolari
esigenze di cura.
Nei palazzi Aler di Milano (condomini di
edilizia pubblica dell’Azienda Lombarda
di Edilizia Residenziale) da una decina
d’anni operano i “custodi sociali”, personale
alle dipendenze del Comune con il
compito di vigilare su anziani e disabili.
A Bologna Confabitare, un’Associazione
di proprietari immobiliari che in passato
aveva già proposto i gruppi d’acquisto
condominiali, un anno fa ha lanciato
l’idea della badante di condominio. L’iniziativa
è piaciuta, tant’è che oggi sono
un’ottantina i palazzi coinvolti e ad un
anno dall’avvio della sperimentazione si
sta pensando di esportarla anche in altre
città. “Alcune famiglie non possono
permettersi i costi di una persona fissa
– afferma il Presidente di Confabitare
Alberto Zanni – e in molti casi non ne
hanno neppure bisogno, perché la loro
esigenza effettiva è quella di un aiuto
solo per poche ore al giorno.”
L’impressione
è che anche
attraverso questi
tentativi si stia
cercando di trovare
nuovi metodi
per integrare
l’assistenza sociale
pubblica per i
senior, metodi più
graditi ai diretti
interessati ed
economicamente
più sostenibili per
le famiglie
La formula individuata accontenta sia
gli assistiti che le badanti. Prevede
che il lavoro cominci al mattino e si protragga
per tutta la giornata, e il tempo
sia ripartito tra una famiglia e l’altra in
base alle esigenze. La badante ha il vantaggio
di non doversi spostare – per riempire
la giornata – in diverse zone della
città; le famiglie, oltre al risparmio
economico, hanno il vantaggio di avere
la badante all’interno del condominio
durante tutto il giorno, e quindi facilmente
reperibile in caso di necessità. Non
devono neppure preoccuparsi delle pratiche
di assunzione, buste paga e così
via, perché agli aspetti burocratici provvede
Confabitare.
Badante di condomino, dunque, come
risposta creativa al bisogno di assistenza
in tempo di crisi? Forse, ma probabilmente
qualcosa di più. L’impressione è
che anche attraverso questi tentativi si
stia cercando di trovare nuovi metodi
per integrare l’assistenza sociale pubblica
per i senior, metodi più graditi ai diretti
interessati ed economicamente più
sostenibili per le famiglie. Una nuova
forma di welfare, dunque, per soddisfare
bisogni impellenti con risorse in
calo, cercando di colmare quei vuoti per
cui sempre più raramente si può contare
sui servizi territoriali, vengono coperti
dai normali servizi territoriali, gravando
soprattutto sui parenti.
Se strutturato ed organizzato, potrebbe
essere anche il preludio ad un nuovo
modo di intendere l’abitare nella terza
età, di conciliare le esigenze di una popolazione
che pur invecchiando vuole
mantenere il proprio stile di vita, con
quelle di un’assistenza che prima o poi
diventa indispensabile.
Ne è esempio l’esperienza di Mestre
dove in un gruppo di appartamenti Ater
(Azienda territoriale per l’edilizia residenziale)
di nuova costruzione si stanno avviando
i condomini con badante. Nel
nuovo complesso residenziale di 61 alloggi,
36 saranno destinati agli anziani.
L’accesso agli appartamenti sarà regolamentato
da un bando comunale. Le
badanti, forse assunte non direttamente
dal Comune ma da cooperative cui verrà
affidato il servizio, potrebbero essere
pagate in parte dall’ente locale e in parte
da coloro che ne usufruiranno. L’idea
di fondo è che gli anziani che cominciano
a presentare qualche difficoltà dal
punto di vista dell’autonomia possano
continuare il più possibile a stare a casa
propria, evitando il ricovero in una struttura.
Oltre a disporre di una badante, il
condominio è stato dotato di una sorta
di salvavita: in caso di difficoltà si schiaccia
un pulsante collegato ad una centrale
specializzata che attiverà i soccorsi
del caso.
erica.cristofori@areasenior.it
39
40
PROFILI
QUANDO IL BEL
A Dosson di Casier sorge una
splendida residenza del gruppo
Orpea che coniuga l’aspetto
tecnico-assistenziale a quello
sorprendentemente piacevole di
spazi comuni e aree private, con
risultati a dir poco incredibili e dove
alla persona nella sua interezza viene
data la priorità assoluta
Se design, buon gusto e comfort
diventano un punto di forza
di una residenza per anziani e
passano attraverso la psicologia
per creare un ambiente accogliente,
che pone le basi per il futuro dell’anziano,
allora ci troviamo di fronte ad un concetto
olistico della persona. Che si sposa
con gli interni, l’arredamento, i particolari
e, naturalmente, il giardino. Tutto
ciò succede a Casamia di Dosson di
Casier, la splendida residenza del gruppo
Orpea che coniuga l’aspetto tecnicoassistenziale
a quello sorprendentemente
piacevole di spazi comuni e aree private,
con risultati a dir poco eccellenti.
Prima di tutto c’è la persona. Non un
LO È DI “CASA”
malato, un ospite con handicap o problematiche,
ma la persona nella sua interezza,
con le sue attese per il futuro
debitamente coltivate e indirizzate da chi
ruota intorno ad essa. D’altra parte il
motto la “Vita prosegue con noi”, che è
un punto fermo delle residenze per anziani
che fanno parte del gruppo Orpea,
sintetizza efficacemente la mission fondamentale,
il cui obiettivo si concretizza
nel rendere il presente così piacevole
per gli ospiti, da creare l’aspettativa del
domani.
“Solo così la persona che vive nella residenza
avrà voglia di vivere e aspetterà
con gioia l’arrivo di un nuovo giorno da
condividere con le altre persone”, dice
Gianluigi Nicchio che è stato project
manager nella realizzazione della Residenza
per anziani Casamia.
L’area su cui è stato costruito l’edificio
della RSA con nucleo Alzheimer, è molto
ampia, circa 24.500 mq, di cui oltre
quattromila rappresentano il polmone
verde della residenza, che è dotata anche
di un vasto parcheggio. Al piano
terra una hall molto vasta e di grande
impatto, ben lontana da qualsiasi riflesso
ospedaliero, ospita la reception elegante
in prossimità della quale si aprono
due ampi soggiorni con camino, una zona
bar, la cappella molto accogliente e
luminosa, e i vari servizi. Ma le luci di
design, le poltrone che richiamano rivi-
ste di interni, il pianoforte a coda laccato
bianco, già raccontano il filo logico seguito,
che conduce alla realizzazione di
un luogo estremamente piacevole nel
quale vivere, e nel quale si desidera
trovarsi anche il giorno seguente.
“La fruizione dello spazio da parte
dell’ospite non è solo di tipo funzionale
ma anche psicologico”, sottolinea a riguardo
l’architetto Nicchio dello studio
Nicchio Engineering. “Noi già dal 1979
puntavamo ad un approccio metodologico
nel quale la dominante è il dialogo
uomo-ambiente. Ma dopo l’edilizia civile
ed alberghiera, a metà degli anni novanta
ci siamo dedicati quasi completamente
allo sviluppo nell’ambito socio-assi-
41
42
PROFILI /LA RESIDENZA CASAMIA
stenziale e sanitario di importanti progetti
ispirati ad una nuova modalità di intendere
l’abitare dell’anziano o della persona
con handicap, con la convinzione
che l’uomo deve essere sempre al centro
del progetto nei diversi scenari abitativi a
cui la vita lo porta.”
Nella progettazione degli arredi, dunque,
l’uomo è stato posto al centro di
tutto, insieme alle sue esigenze fisiche
e psicologiche, con riferimento al suo
habitat abituale, ossia la propria casa.
Se normalmente nell’ambito abitativo
tradizionale ci si preoccupa di dare giuste
risposte in termini di ambienti e di
arredi, è necessario che lo stesso tipo
di attenzione si abbia in una struttura
socio-assistenziale, nella quale gli ospiti
che hanno dovuto abbandonare la
propria abitazione, sono più vulnerabili
sia fisicamente che psicologicamente.
Non solo: la camera dell’anziano che
vive in una residenza, rappresenta l’ambiente
domestico, il suo territorio, che
va personalizzato e curato particolarmente.
“Per la definizione delle finiture degli ambienti,
si è partiti dal presupposto fondamentale
che l’impatto con la realtà e
quindi con l’ambiente fisico è fortemente
traumatico per l’ospite che con essi entra
in contatto”, osserva ancora Nicchio.
Quindi oltre alle soluzioni spaziali nella
scelta dei colori e dei materiali sono stati
considerati anche altri importanti aspetti
che interagiscono sull’ospite, quali il
senso di accoglienza, l’integrazione,
l’orientamento. “Per quanto riguarda
VERDE VITALE
Un giardino per percerpire la libertà di una piccola passeggiata,
l’autonomia di vivere il verde, di avvertire l’abbraccio
profumato degli arbusti. Così, il parco della
Residenza per anziani CasaMia, diventa un punto di
forza della giornata dei suoi ospiti, che possono seguire
i percorsi attrezzati, fruire dei prati calpestabili, piuttosto
che dei punti di sosta protetti da leggere vele, un
richiamo all’attività fluviale, memoria storica locale.
L’elemento natura è stato tenuto in grande considerazione
nella residenza di Casier, tanto da creare un
dialogo efficace con l’architettura e determinando
scelte molto efficaci come le superfici trasparenti,
che predominano su quelle opache. O le finiture na-
quest’ultimo, abbiamo ritenuto che la forma
di orientamento più efficace è quella
spontanea, generata dalla struttura in se
stessa, cioè dalla forma espressiva dei
volumi e degli altri elementi caratterizzanti
e di riferimento quali arredi, colori, materiali,
viste esterne.” Così gli spazi
dell’ambiente socio-assistenziale come la
hall, la reception, le aree ricreative e culturali
con cui l’ospite stabilisce un primo
rapporto, devono, attraverso dimensioni,
colori, materiali, arredi e illuminazione,
istituire una sorta di continuità con gli
spazi simili esterni all’ambiente socioassistenziale,
già frequentati e conosciuti
dall’ospite. Allo stesso modo gli ambienti
legati al proprio privato, come le
camere, devono esprimere la medesima
continuità con quelli domestici, attutendo
il distacco tra la vita privata e quella da
trascorrere all’interno dell’ambiente socio-assistenziale.
Prima di tutto c’è la persona. Non un malato, un ospite
con handicap o problematiche, ma la persona nella sua
interezza, con le sue attese per il futuro debitamente
coltivate e indirizzate da chi ruota intorno ad essa
turali quali legno, cotto e soprattutto vetro, che permettono
alla luce di dare caldi riflessi e di invadere
gli spazi.
“Il progetto del giardino consente alle profumate piante
officinali ed agli arbusti paesaggistici di accompagnare
gli ospiti nelle loro passeggiate senza ostacoli visivi”,
sottolinea l’architetto Gianluigi Nicchio, “permettendo
di godere di una rassicurante immagine di insieme,
senza angoli nascosti. E consentendo agli operatori un
sereno ed efficace controllo degli ospiti. Siepi e alberi
delle varietà botaniche a ceppaia, tutte autoctone, hanno
il ruolo di creare un paravento naturale, ai margini del
giardino.”
VETRINE
Novità in Vetrina
Sistema di chiamata senza fili
Alech presenta l’innovativo sistema di chiamata senza fili A-call.
Il sistema di chiamata assistente A-call trova la sua massima
applicazione nelle strutture dove si vuole dare la possibilità ai
propri ospiti di effettuare una chiamata assistente direttamente
dalle proprie stanze. L’assistente potrà ricevere, visualizzare ed
identificare le chiamate su un dispositivo portatile tipo orologio
o su un display fisso da muro. Si tratta di migliorare la qualità
del servizio dato ai propri clienti con un piccolo investimento
veramente alla portata di tutti e con il vantaggio di essere
ALECH
praticamente esente da installazione. Infatti tutti i prodotti vengono
Tel. 0522 628 024
forniti già programmati in base alla specifica richiesta della
struttura di accoglienza alla quale non rimane che posizionare i dispositivi. Sono disponibili inoltre un’ampia gamma di
accessori quali segnalatori luminosi fuori porta, dispositivo chiamata da WC tramite pulsante o tirante, ecc. Il sistema
più evoluto ha anche la possibilità di implementare software per la gestione ed il monitoraggio report chiamate, dando
così la possibilità di analizzare, evidenziare e risolvere le anomalie più importanti.
Menù creativi
I servizi di General Beverage, l’azienda leader in Italia
nel settore dei servizi di distribuzione bevande e alimenti
per la ristorazione collettiva, mediante oltre 7000 sistemi
automatizzati, sono utilizzati attualmente da molti enti pubblici
e privati in oltre 90.000.000 di pasti annui e 40.000.000
di colazioni. Il servizio Io Sano si realizza mediante l’utilizzo
di specifiche attrezzature da cucina che permettono la
preparazione istantanea di oltre 50 diverse ricette. I piatti
vengono realizzati mediante l’idratazione istantanea di prodotti
precedentemente omogeneizzati e disidratati che, grazie al
metodo tradizionale della disidratazione unito all’innovazione
tecnologica delle attrezzature da cucina, mantengono tutte
le loro caratteristiche organolettiche e nutrizionali. La varietà
estremamente ampia dei piatti (che comprende zuppe, flan,
mousse, purè, minestre, ecc.) ne permette l’utilizzo non solo
da parte degli ospiti con difficoltà alimentari, ma anche da
parte di pazienti privi di specifiche patologie, integrandosi
con le preparazioni tradizionali della cucina per arricchire in
modo creativo i menù settimanali. La realizzazione del servizio
viene preceduta da un’attività di formazione/informazione
che coinvolgerà tutti coloro che,
su indicazione della struttura,
interagiscono direttamente o
indirettamente con l’alimentazione
dei pazienti, finalizzata a prevenire
ogni problematica derivante
dalla scarsa conoscenza del
livello qualitativo e di sicurezza
nutrizionale e alimentare della
soluzione Ristosano.
GENERAL BEVERAGE
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Ergonomia e igiene senza limiti
Electrolux Professional presenta la nuova gamma
Evolution di lavatrici a barriera, progettate e
realizzate per offrire alle strutture socio assistenziali
apparecchiature sempre più performanti,
ergonomiche e di facile utilizzo. Con questa nuova
linea, Electrolux si pone un passo avanti a tutti nella
sicurezza e nell’ergonomia grazie alla facile apertura
della porta ed al posizionamento automatico del
cesto. Anche la postazione di lavoro è stata migliorata
con il nuovo design delle porte che facilitano
posizioni più naturali per il carico e lo scarico. Da
non dimenticare la semplicità d’uso con il nuovo
microprocessore Compass Pro. La nuova gamma è
stata progettata per soddisfare i più elevati standard
igienici e fornire biancheria sanificata, nel pieno
rispetto della normativa EN 14065, con il massimo
controllo sulle attività della lavanderia. Electrolux
Professional è l’esperto
mondiale per l’igiene
e per le soluzioni di
lavanderia a barriera.
Tutto progettato
ascoltando le
esigenze, le
richieste e
le necessità
dei clienti in
ambito socio
assistenziale.
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44
VETRINE
Qualità, sostenibilità e affidabilità
Da 4 generazioni nel settore dell’edilizia in legno, Diemme
legno lavora in regime di filiera corta nei propri stabilimenti di
Pontebba (Ud), piccolo e grazioso paese montano dell’Alto
Friuli, utilizzando esclusivamente legno locale. Dopo un
continuo processo evolutivo, ad oggi produce un pannello
in legno lamellare xlam unico nel suo genere che viene
impiegato e diventa elemento portante di edifici residenziali
e commerciali sostenibili, ad alto rendimento energetico
grazie ad un sistema costruttivo che coniuga i vantaggi del
microclima di un edificio in legno massiccio con la libera
progettazione architettonica. Per le proprie strutture, Diemme
legno utilizza la soluzione a pannelli modulari e ciò permette
– in caso di sisma – un maggiore abbattimento dell’azione
sismica oltre alle naturali caratteristiche che rendono gli
edifici in x-lam particolarmente idonei alle zone sismiche. Le
costruzioni Diemme legno sono garanzia di un abitare sano
perché migliorano tutti gli standard costruttivi richiesti ad un
edificio e possiedono requisiti energetico/ambientali di assoluta performance.
Costi certi, qualità garantita e utenti
soddisfatti
L’esternalizzazione di servizi come quelli di pulizia e di
ristorazione in case di riposo ed RSA può portare a
consistenti vantaggi, sia in termini economici che di qualità.
Condicio sine qua non è una scelta indirizzata sul giusto
partner. L’outsourcing consente di conoscere esattamente
la spesa del servizio stesso: vengono eliminati i costi
imprevisti e quelli non oggetto di contratto in quanto
tutto è disciplinato da un accordo tra le parti. Il personale
della RSA ha più tempo per dedicarsi alla propria attività
principale, consentendo all’Amministrazione di razionalizzare
le proprie risorse. Spesso, la qualità di un servizio di
assistenza è ciò che viene percepito da ospiti e familiari:
difficilmente infatti l’ospite di una struttura è in grado di
valutare il livello qualitativo di una prestazione assistenziale,
mentre il giudizio è fortemente
condizionato da altri fattori:
un pasto insoddisfacente
o un servizio igienico
non sanificato possono
influenzare negativamente la
valutazione su un’assistenza
ineccepibile. Markas offre
a Case di riposo ed RSA
la propria professionalità
e l’alta qualità dei servizi,
condividendo l’obiettivo:
massima efficienza ed elevati
risultati, consentendo di avere
un risparmio in termini di
risorse economiche e umane,
per un risultato migliore che
possa riflettersi positivamente
sull’utente finale.
MARKAS
Tel. 0471 307 611
Un amico per l’Alzheimer
DIEMME LEGNO
Tel. 0428 90456
Troppi anziani
si allontanano
da casa o da
istituti di ricovero
senza farvi più
ritorno, per non
parlare anche
dei bambini.
E molti senior
vengono ritrovati
a distanza di
tempo, a pochi
chilometri da
casa, deceduti
per gli stenti
dovuti ad un vagabondare senza www.servim.it
meta. Non si tratta solo di un dovere
professionale, tutelarli e proteggerli diventa essenziale
quando una malattia come l’Alzheimer li rende ancora
più deboli ed indifesi. L’Istituto di vigilanza Servim, di
Cesena, propone il localizzatore elettronico, un sistema
semplice ed efficace che consente di localizzare con
precisione persone con difficoltà di orientamento. È
sufficiente dotare l’utente di un piccolo dispositivo
portatile, facilmente indossabile, in grado sia di
tracciarne il percorso effettuato, che di individuarne la
posizione istantanea. Il servizio di monitoraggio viene
gestito autonomamente da operatori o familiari tramite
internet ed in modo semplice. È inoltre possibile
impostare un’area predefinita in cui la persona può
muoversi liberamente, ed essere allertati solamente
in concomitanza dell’uscita da tale “zona sicura”.
L’apparato è ricaricabile, pesa solo 75 grammi ed ha
dimensioni inferiori a quelle di un tradizionale telefono
cellulare. Si aggancia al cinturino mediante un pratico
supporto.
Un nuovo sistema di
lavaggio
Oggi è possibile offrire anche ai
residenti allettati il piacere di un vero
e proprio bagno grazie a Pollution
che ha realizzato un prodotto
semplice e innovativo: il Bath Bed.
Un sistema di lavaggio efficace
per pazienti con assenza o limitata
capacità di deambulazione. Fare il
bagno a persone impossibilitate a
muoversi dal proprio letto costituisce
spesso una grande difficoltà, per il
trasporto presso il bagno attrezzato,
comportando sbalzi di temperatura
e rischi di danno fisico al paziente e
all’operatore. Bath Bed è la soluzione
alternativa, proponendosi di eseguire
in modo semplice e sicuro il lavaggio
completo o il bidet alle persone,
senza necessità di spostarle dal loro
letto. È semplicemente necessario
posizionare sotto al paziente un telo
monouso impermeabile pre-piegato
che diventa una vasca grande quanto
il letto, per garantire all’ospite un
lavaggio agevole e piacevole. Il
dispositivo è dotato di lavandino di
servizio e asciugacapelli. Tramite una
doccetta è in grado di erogare acqua
a temperatura regolabile, che viene
poi aspirata sul fondo del telo insieme
ai residui e depositata nella tanica
dello sporco. Le sue dimensioni
assicurano un’estrema funzionalità
e la massima agilità di movimento,
riducendo al minimo gli sforzi fisici
degli operatori, la difficoltà e il tempo
di lavaggio. BathBed è sinonimo
di maggior igiene e soddisfazione,
ideale per la prevenzione e il
trattamento delle piaghe da decubito
e per la riduzione delle infezioni
urinarie.
POLLUTION
Tel. 051 6931 840
Garanzia di qualità
Il marchio Necta è sinonimo
di innovazione, ricerca,
esperienza, affidabilità. Grazie
alla sua gamma di distributori
di bevande calde dedicata al
settore della sanità, è il partner
ideale per le residenze per
anziani, le strutture ospedaliere,
le comunità. Le attrezzature
Necta rivoluzionano il concetto
di distribuzione di bevande
calde, segnando un punto
d’incontro ideale tra esigenze
degli ospiti e degli operatori.
Kobalto e Korinto, in particolare,
offrono un’ampia scelta di
bevande calde, disponibili in ogni momento del giorno N&W GLOBAL
per un servizio personalizzato e puntuale. Le dimensioni
VENDING
compatte, l’interfaccia estremamente semplice e
Tel. 035 606265
flessibile, il design razionale sono solo alcune delle
caratteristiche più apprezzate. Le diverse soluzioni d’investimento sono in
grado di soddisfare ogni tipo di esigenza. Le macchine Necta sono provviste
delle certificazioni nazionali di qualità e sicurezza del prodotto, fornite
dall’IMQ, l’Istituto Italiano del Marchio di Qualità. N&W vanta due certificazioni
internazionali relative ai sistemi di gestione aziendale in materia di qualità e
ambiente: ISO 9001:2008 e ISO 14001:2004.
Nuovo modo di comunicare igiene e salubrità
Durante la giornata, le nostre mani vengono a contatto con numerosi oggetti:
banconote, sostegni dei mezzi pubblici, maniglie delle porte, ecc. Virus
e batteri sono ovunque, si riproducono ad un ritmo elevato e si spostano
facilmente utilizzando l’acqua, gli oggetti, gli esseri viventi e le particelle di
polvere. Sono in grado di scatenare malattie più o meno gravi, ma possono
anche dar origine a infezioni intestinali e toxoplasmosi. Possono penetrare
nell’organismo quando le mani vengono portate al naso, alla bocca, agli occhi
o passano su ferite aperte, anche impercettibili ad occhio nudo. Inoltre, alcuni
batteri hanno sviluppato una notevole resistenza agli antibiotici ed è quindi
importante riuscire a prevenire possibili infezioni. Un gesto semplice come
quello di igienizzare le proprie mani, offre una valida difesa dall’aggressione di
virus e batteri che, tra tutte le varie parti del corpo, si annidano preferibilmente
proprio sulle mani e sotto le unghie. Da queste
semplici riflessioni e dal lavoro di molti anni
dedicati alla ricerca di servizi di igiene e pulizia
ai massimi livelli di mercato, è nata l’idea di
creare iGien Point, una colonnina mobile con
un dispenser automatico che può essere
posizionata in qualsiasi ambiente grazie al
suo minimo ingombro di spazio. Il detergente
sanificante erogato, prodotto da Kiter, è un
gel dermatologicamente testato, contenente
aloe vera, trasparente e incolore, con proprietà
igienizzanti ad ampio spettro e auto asciuganti,
che non richiede risciacquo. Inoltre, il prodotto
non contiene profumi, per evitare qualsiasi
fenomeno di allergenicità con la cute o
degradazione. WORK GROUP
Tel. 085 206 1037
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46
VETRINE
Orizzonti sempre più
ampi
PTE Expo, Fiera e Congresso delle
Tecnologie, Prodotti e Servizi per
la Terza Età, alla decima edizione,
dà appuntamento a Bologna, nel
Quartiere Fieristico, dal 14 al 16
maggio 2013. Un cambiamento di
sede (da Verona a BolognaFiere)
dai molteplici significati, e proposto
da Kdm International, società
organizzatrice della rassegna, per
dare nuovo slancio e un orizzonte
più ampio a quella che è da sempre
la “vetrina nazionale” della Terza
Età. BolognaFiere è una scelta
caratterizzante e strategica per PTE
Expo 2013. La città rappresenta
un luogo ideale: crocevia tra
Nord, Centro e Sud, è agevole da
raggiungere con qualsiasi mezzo
e sa coniugare servizi, convivialità,
ricettività, sapere, affari. PTE
Expo assumerà un ruolo ancor più
significativo nel rappresentare nuove
e tradizionali esigenze di pazienti,
ospiti e familiari, nel fornire risposte ai
responsabili di strutture e residenze,
nel dare valore e qualità a chi affronta
il mercato con offerte e proposte
all’avanguardia. Seguendo il filo
conduttore di convinzioni comuni:
sono gli operatori socio-sanitari la
vera speranza del paziente anziano
e della sua famiglia; occorrono,
dunque, un sempre più sapiente uso
dei farmaci, empatia, coinvolgimento
emotivo, lavoro di équipe. In
calendario, inoltre, il 5° Congresso
Nazionale AIOCC: corsi paralleli
per medici, infermieri, fisioterapisti,
operatori dell’assistenza.
PTE EXPO
www.pte-expo.it
Non semplici cercapersone
I sistemi cercapersone di nuova
concezione Alpha paging (distribuiti da
Alech di Reggio Emilia) non sono dei
semplici cercapersone, ma risultano
essere una soluzione tecnologicamente
avanzata, per le strutture che
vogliono rimanere al passo con i tempi.
Permetteranno alle aziende di avere un servizio
rapido ed efficiente. Il personale in movimento
ALECH
sarà sempre rintracciabile, poiché verrà dotato di
Tel. 0522 628 024
un ricevitore (da portare nel taschino o alla cintura), che
riceve via radio ed in modo selettivo un segnale che può
essere un semplice avviso acustico, ottico o vibrante, oppure un messaggio
sul display. I sistemi Alpha Paging sono particolarmente indicati nei seguenti
settori: strutture per anziani, ospedali e case di cura, hotel, villaggi turistici,
navi, cantieri navali e porti, aziende industriali e manifatturie, istituti scolastici
ed università. La distanza di ricezione è di circa 100 m estendibile con
ripetitori di segnale praticamente senza limiti all’interno della stessa struttura.
Veneto: accanto alle strutture,
per supportare il cambiamento
La legge regionale 23 novembre 2012, n. 43 segna un passo molto importante
per tutte le IPAB in Veneto, auspicato da anni ed in altre regioni pienamente
in vigore: passare dal sistema di contabilità pubblica al sistema di contabilità
economico-patrimoniale. La necessità di un maggior controllo gestionale
impone l’introduzione di modelli contabili che permettano il passaggio da un
sistema “unidimensionale” (nel quale si contrappongono entrate ed uscite) a
quello “multidimensionale” (che rileva contestualmente dimensione patrimoniale
e dimensione economica. Nella contabilità economico-patrimoniale l’enfasi non
viene posta sul controllo della spesa, quanto sul governo della stessa, come
risultato di un controllo economico complessivo sui risultati della gestione.
CBA Group vanta, tra i suoi 1200 clienti, oltre 460 strutture residenziali che
dal 2004 ad oggi hanno abbandonato la contabilità finanziaria per approcciarsi
all’economica-patrimoniale. Attraverso software progettati per questo specifico
settore dai propri analisti-programmatori e con l’ausilio di formatori esperti,
CBA ha supportato le Strutture nella delicata fase di cambiamento dapprima
in Lombardia, nella provincia di Trento e Bolzano, in Emilia Romagna ed
infine nella regione Marche. Molti clienti della regione Veneto, utilizzano già la
Contabilità Economica CBA in abbinamento con la Finanziaria (ancora ufficiale
fino al 31/12/2013), altri invece si sono attivati per iniziare un percorso
formativo/didattico con CBA che in breve tempo consentirà loro di apprendere
nozioni utili per la gestire il nuovo sistema contabile. L’esperienza acquisita in
questi anni dal team di formatori e il considerevole numero di clienti assistiti,
consente di
mettere a
disposizione
la propria
esperienza e di
guidare il cliente
in un percorso
formativo
collaudato ed
apprezzato.
CBA GROUP
Tel. 0464 491 600
www.cba.it
Un materasso dalle caratteristiche incredibili
Il materasso composito KM20 a scarichi differenziati amovibili
della ditta Capelli è formato da: una struttura portante in
poliuretano espanso densità 40 Kg/m 3 con sponde laterali di
contenimento realizzate unitamente alla scocca (totale assenza
di collante) con spessore di cm 8; una superficie d’appoggio
in schiuma viscoelastica espansa divisa in tre parti (zona testa,
superficie liscia, in densità 21 Kg/m 3 ; zona tronco-bacino, a
punta di piramide tronca, in densità 50 Kg/m 3 resilienza 5; zona
piedi lavorata a punta di piramide tronca in densità 50 Kg/
m 3 resilienza 2). Il materasso ha un fodero di contenimento in
jersey per non disperdere il suo assetto. Altre caratteristiche
del materasso: i poliuretani sono stati prodotti all’origine senza
l’impiego di C.F.C. (clorofluorocarburi); i poliuretani
utilizzati non contengono lattice (Latex
free). ll materasso completo
di rivestimento
è in classe
1 IM di
reazione
al fuoco ai
sensi dell’art.
8 del D.M. del
26/6/84 e art. 1
del 03/09/2001
(norma di
riferimento UNI
9175: 1987
CAPELLI
Tel. 045 6901 693
e UNI 9175/
FAI:1994).
Gestione moderna dei rifiuti organici e da
incontinenza
Lo smaltimento dei rifiuti da
incontinenza è estremamente oneroso,
in quanto questo tipo di rifiuto
costituisce di norma l’80% dei rifiuti
totali. Con il sistema sottovuoto INKO)
(naut di Ladurner il volume dei rifiuti
da incontinenza si dimezza, con una
conseguente notevole riduzione dei
costi di smaltimento. Altri vantaggi
del sistema INKO)(naut: notevole
miglioramento del livello igienico della
struttura; stoccaggio dei rifiuti da
incontinenza senza formazione di odori
e pericoli di contagio; semplificazione
di stoccaggio e trasporto;
vacumizzazione decentralizzata
dei prodotti per l’incontinenza
direttamente nel reparto di assistenza;
con telaio mobile munito di rotelle,
ottimizzato per i più comuni contenitori
di rifiuti.
LADURNER
HOSPITALIA
Tel. 0473 272 727
Bis di benessere
Si chiama mela-mirtillo, il nuovo gusto Valfrutta
che unisce la dolcezza della mela al sapore
intenso del mirtillo. Doppio gusto, bis di
benessere. La mela: ricca di acqua, vitamina
C e fibre, aiuta a ridurre i livelli di colesterolo
nel sangue. Il mirtillo:
noto per la sua azione
antiossidante, rallenta
il naturale processo di
invecchiamento e aiuta
a prevenire i disturbi
cardiovascolari. Solo
polpa di frutta al 100%,
senza zuccheri aggiunti:
un concentrato di natura e
qualità che fa bene 2 volte,
oggi in 7 referenze. FOOD SERVICE
CONSERVE ITALIA
Tel. 051 6228 311
Give me five
Le mani si dovrebbero lavare prima di maneggiare
o consumare alimenti, medicare o toccare
ferite, applicare o rimuovere le lenti a contatto;
oppure dopo essere usciti dalla toilette, avere
soffiato il naso, tossito o starnutito, ecc. IGien
point è il risultato di anni di studio, di ricerca di
materiali, tecnologie e soluzioni atte a rendere
ogni momento della giornata un momento
salubre, sano, da vivere intensamente. La cura
del cliente e la sua salubrità non sono più un
problema personale, ma devono diventare un
obiettivo di tutti, un impegno aziendale ed etico
di qualsiasi struttura frequentata, un servizio alla
comunità, uno scopo per far percepire un valore
differente, basato su validi principi, trasformando
un impegno (l’igiene) in un valore strategico
(la salubrità). Pertanto la colonnina iGien Point
con la sua eleganza, la sua fruibilità, vuole farsi
portatore di valori ben più ampi del
semplice terrorismo dovuto alla
fobia di contrarre malattie. Esso
vuole semplicemente ricordare
con un semplice invito: Give Me
Five, l’importanza dell’igiene.
Vuole sottolineare l’attenzione,
l’importanza, la cura che
ciascuna struttura ricettiva
o frequentata da persone,
dedica ai propri
ospiti/clienti/
collaboratori.
WORK GROUP
Tel. 085 206 1037
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VETRINE
Un contorno pronto e
genuino
FOOD SERVICE
CONSERVE ITALIA
Tel. 051 6228 311
Nei primi mesi del
2013, la gamma
dei vegetali
Valfrutta Granchef
si propone in una
nuova e attuale
veste grafica e
arricchita da un
nuovo prodotto:
la Ratatouille in
scatola da 1 kg.
Si tratta di un
mix pronto di 5
ortaggi freschi:
melanzane,
zucchine, cipolle,
peperoni, in una
ricca salsa di
pomodoro. Raccolti e confezionati in
giornata, offrono un contorno pronto
e genuino, o una base per condire
primi e secondi piatti. L’ideale per
arricchire i menu senza aumentare
i l l a v o r o d i p r e p a r a z i o n e i n c u c i n a .
Il vero gusto della Ratatouille appena
fatta, sempre pronto all’uso.
Soddisfare le esigenze
CAPELLI
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Un nuovo standard per un’assistenza
igienica dignitosa
ArjoHuntleigh si dedica a migliorare la qualità e l’efficienza
dell’assistenza attraverso l’innovazione e prodotti di
funzionalità elevata. L’azienda è tra i leader mondiali in
soluzioni igieniche integrate per pazienti non autosufficienti.
Ogni caratteristica di Carevo è stata sviluppata per fornire
un’esperienza confortevole e dignitosa agli ospiti e, al
contempo, per migliorare e rendere più sicure le condizioni
di lavoro degli operatori. Le caratteristiche esclusive, il
design innovativo e l’interfaccia utente semplice ed intuitiva
garantiscono una soluzione per l’igiene facile da usare ed
efficiente, riducendo il rischio di lesioni gravi sia per gli
operatori che per i pazienti. Carevo permette di lavorare
più vicino al paziente, facilitando le procedure di rotazione,
riposizionamento o movimentazione, assicurando un comfort
ottimale. Studi clinici dimostrano che Carevo riduce del
13% il pericoloso carico statico a cui sono esposti gli
operatori durante le routine di igiene
assistita a pazienti non autosufficienti
e migliora del 10% il
tempo speso a lavorare
assumendo una
postura
corretta.
ARJOHUNTLEIGH
Tel. 06 87 426 211
Da 15 anni Capelli realizza un’ampia gamma
di prodotti destinati al settore assistenziale,
ospedaliero, ortopedico, riabilitativo e propone
linee antidecubito innovative e personalizzate.
Mossi dalla responsabilità verso coloro per i
quali tali ausili risultano necessari, Capelli soddisfa
le esigenze nell’ambito sanitario e assistenziale
attraverso competenza, ricerca ed innovazione.
La vasta esperienza accumulata, la
costante collaborazione con i migliori
ortopedici e la sicura celerità del
servizio garantiscono metodologie
complete e funzionali, assicurando le
migliori produzioni.
Risparmio di tempo, controllo ed
efficienza nella filiera del farmaco
CBA Informatica presenta l’unica soluzione realmente
efficace per gestire in maniera semplice e sicura
tutta la filiera del farmaco. Ordine, preparazione e
somministrazione diventeranno operazioni guidate e
garantiranno la sicurezza del paziente come non è
mai stato fino ad ora. Il sistema nasce da una forte
integrazione tra il software CBA e “l’armadio robotizzato”.
Quest’ultimo, in base alle prescrizioni delle terapie inserite
nel software CSS di CBA Informatica, produce dei blister
contenenti i farmaci. In queste bustine sono stampate
in maniera personalizzabile le informazioni utili in fase di
somministrazione come ad esempio nome paziente, date
e orario di somministrazione. Il software CBA garantisce,
tramite l’identificazione univoca del paziente e la relativa
associazione al blister, la corretta somministrazione
e registrazione. Il sistema gestisce automaticamente
le giacenze di tutti i farmaci e un sistema automatico
provvede a proporre gli eventuali reintegri. Una dose
viene preparata in un secondo per cui in soli 15 minuti
si possono preparare le dosi
giornaliere di oltre 220 pazienti.
In tutte le fasi l’operatore è
guidato e supportato. L’ausilio
di diversi strumenti tecnologici
garantisce un reale controllo dei
processi.
CBA GROUP
Tel. 0464 491 600
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