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Tavola Rotonda SPD - Limitatori di sovratensione - Editrice Maestri

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Un tempo ci si preoccupava del fulmine soprattutto per i suoi effetti più<br />

eclatanti, quando, per esempio, colpiva <strong>di</strong>rettamente la struttura <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio.<br />

Oggi, invece, ha sottolineato Brazzola, “c’è un’altra consapevolezza: che il fenomeno<br />

fulmine non comporta solo la scarica <strong>di</strong>retta sulla struttura, ma una serie<br />

<strong>di</strong> fenomeni associati.” Inoltre le scariche atmosferiche possono colpire <strong>di</strong>rettamente<br />

una struttura, ma ci sono anche fulmini a terra che colpiscono la linea<br />

elettrica o strutture vicine e fulmini che cadono in prossimità dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

Le sovratensioni causate dai fulmini possono danneggiare le apparecchiature<br />

elettriche <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio, portare alla fusione dei conduttori e a eventuali incen<strong>di</strong>.<br />

Dispositivi come gli <strong>SPD</strong> hanno il merito <strong>di</strong> limitare la tensione dei circuiti elettrici<br />

entro un valore prefissato e convogliare le sovracorrenti associate verso<br />

terra. Con gli <strong>SPD</strong> le apparecchiature elettriche ed elettroniche vengono protette<br />

dalle sovratensioni anche quando non sono <strong>di</strong> origine atmosferica, ma<br />

sono generate all’interno dell’impianto stesso. Inoltre, gli <strong>SPD</strong> proteggono non<br />

solo gli impianti <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> energia, sulla rete <strong>di</strong> alimentazione dunque,<br />

ma anche circuiti <strong>di</strong> segnale, <strong>di</strong> tipo informatico, cablaggio strutturato etc.<br />

Va comunque ricordato che il problema delle sovratensioni, <strong>di</strong>rette e in<strong>di</strong>rette,<br />

si risolve con l’azione congiunta <strong>di</strong> vari livelli <strong>di</strong> protezione. È necessario saper<br />

scegliere e <strong>di</strong>mensionare gli <strong>SPD</strong> caso per caso, e installarli correttamente.<br />

Per fare chiarezza su un argomento così complesso, Leonardo Maccapanni ha<br />

posto una serie <strong>di</strong> domande <strong>di</strong> tipo tecnico ai partecipanti alla tavola rotonda.<br />

Come scegliere un <strong>SPD</strong>?<br />

GLI <strong>SPD</strong>: COSA C’È DA DA<br />

SAPERE<br />

Da sinistra a destra: Salvatore Brandonisio, Lorenz Moroder<br />

e Stefania Franchelli<br />

Franchelli: “Per quanto riguarda la classificazione, la normativa prevede tre<br />

classi, o meglio tre tipi <strong>di</strong> <strong>SPD</strong>. Il tipo 1 viene impiegato all’inizio dell’impianto,<br />

quando vi è il rischio <strong>di</strong><br />

fulminazione <strong>di</strong>retta sulla<br />

struttura oppure sulle<br />

linee entranti all’interno<br />

della struttura. E questo<br />

deve essere impiegato<br />

soprattutto nel caso in<br />

cui è presente un LPS,<br />

ossia un impianto <strong>di</strong> protezione<br />

esterno. Poi c’è<br />

il tipo 2 che protegge<br />

invece da sovratensioni<br />

<strong>di</strong> tipo indotto. Viene<br />

utilizzato all’inizio dell’impianto<br />

quando sono<br />

previste solamente frazioni<br />

<strong>di</strong> corrente da fulmine<br />

oppure nei quadri<br />

interme<strong>di</strong> per affinare la<br />

protezione. Il tipo 3 è<br />

una protezione finale<br />

per le apparecchiature<br />

in genere terminali e<br />

viene impiegato in<br />

prossimità delle apparecchiature<br />

da proteggere;<br />

è visto come un ulteriore<br />

affinamento della<br />

protezione.”<br />

Guida ANIE-CSI sul tema degli <strong>SPD</strong><br />

Alma: “Da aggiungere<br />

che tipo 1, tipo 2 e tipo 3<br />

possono essere presenti<br />

tutti e tre sull’impianto,<br />

se debitamente coor<strong>di</strong>nati<br />

tra <strong>di</strong> loro.”<br />

Per installare gli <strong>SPD</strong> quali requisiti deve avere un impianto?<br />

Brazzola: “La terra è sicuramente un requisito in<strong>di</strong>spensabile. Questo perché il<br />

funzionamento degli <strong>SPD</strong> consiste nello scaricare a terra la corrente. In generale,<br />

va detto che l’impianto deve essere eseguito a regola d’arte. Fondamentale<br />

è poi il coor<strong>di</strong>namento dell’<strong>SPD</strong> all’interno dell’impianto, per esempio, con le<br />

protezioni da sovracorrente. Se in un <strong>SPD</strong> qualunque viene chiuso il circuito<br />

verso terra, si crea un corto circuito, che deve essere in qualche modo eliminato.<br />

Da ciò si deduce che, se non c’è un corretto coor<strong>di</strong>namento tra un <strong>di</strong>spositivo<br />

<strong>di</strong> protezione e un corto circuito, l’<strong>SPD</strong> può anche esplodere.”<br />

IL GRUPPO <strong>SPD</strong><br />

Il Gruppo<br />

<strong>SPD</strong> dell’Associazione<br />

CSI,<br />

Componenti<br />

e<br />

Sistemi<br />

per Impianti,<br />

federata all’ANIE, è formato dalle seguenti aziende:<br />

ABB, Arnocanali, Ave, BTicino, Carpaneto, Con.Trade, Dehn<br />

Italia, GE Power Controls,<br />

Gewiss, Hager Lume, Phoenix<br />

Contact, Schneider Electric,<br />

Siemens,Vimar e Weidmuller.<br />

Del Gruppo è coor<strong>di</strong>natore<br />

Clau<strong>di</strong>o Brazzola <strong>di</strong> ABB<br />

Sace.<br />

Andrea Ceppi, <strong>di</strong> ANIE,<br />

segue la segreteria organizzativa<br />

del Gruppo.<br />

Moroder: “A proposito <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento, ogni costruttore ha l’obbligo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care<br />

il corretto coor<strong>di</strong>namento dell’<strong>SPD</strong> con un limitatore <strong>di</strong> corrente a monte.<br />

In questo modo l’installatore sa – o dovrebbe sapere – se a monte c’è un limitatore<br />

con gli stessi dati o no, e se l’<strong>SPD</strong> ha bisogno <strong>di</strong> un limitatore nel proprio<br />

ramo <strong>di</strong> derivazione.”<br />

Fino a quale <strong>di</strong>stanza un <strong>SPD</strong> garantisce il livello <strong>di</strong> protezione<br />

necessario?<br />

Brandonisio: “Lei chiede qual è la <strong>di</strong>stanza massima dall’apparecchiatura entro<br />

la quale l’<strong>SPD</strong> riesce a garantire la protezione. Penso che tutti i presenti siano<br />

d’accordo con me nell’affermare che è <strong>di</strong>fficile in<strong>di</strong>viduare un valore unico,<br />

perché bisogna tenere conto <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi fenomeni (induttivo, risonanza etc.).<br />

Il valore andrebbe determinato caso per caso. Volendo generalizzare, potremmo<br />

definire una <strong>di</strong>stanza massima <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci metri. Bisogna comunque tener presente<br />

che man mano che l’apparecchiatura si allontana dall’<strong>SPD</strong>, man mano<br />

che la <strong>di</strong>stanza aumenta, l’efficacia della protezione <strong>di</strong>minuisce.”<br />

Fabio Stancheris (a sinistra) accanto a Salvatore Brandonisio

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